PROLOGO

La nebbia avvolgeva il vecchio cimitero di Blackmoon. John camminava in mezzo alle lapidi inclinate e alle grandi croci coperte di muschio. Grandi angeli di pietra lo fissavano con i loro occhi immobili. L'erba cresceva coprendo le tombe più vecchie, di alcune delle quali non si leggeva neppure più il nome del povero defunto. La luna illuminava tutto di una luce spettrale. John superò una lapide sotto la quale si trovava sepolto un bambino, il suo cuginetto, trovato morto a soli cinque anni dentro il vecchio pozzo.

Lei lo attendeva davanti alla tomba di famiglia, fuori da quell'enorme cripta in cui erano custoditi solo coloro che avevano seduto nella sala principale del castello, laddove anche lui avrebbe dovuto trovare riposo. La vide voltarsi verso di lui, lo sguardo attento, i lunghi capelli biondo cenere, la boccuccia a cuore, bellissima e gelida.

-John, quanto tempo ci hai messo?- gli chiese, correndo verso di lui.

John la fissò senza parlare. Era così bella, eppure lui non riusciva ad amarla. In realtà non era mai riuscito ad amare, sentiva solo il vuoto nel suo cuore. La prese per le spalle e la tenne lontana.

-John, c'è qualcosa che non va?- i suoi begli occhi lo scrutarono attentamente.

-Non possiamo più vederci- lo disse con un tono gelido, più di quanto avrebbe voluto.

-Cosa? Ma io ti amo- sussurrò lei, le lacrime che iniziavano a rigarle le guance imbellettate.

-Io no- esclamò.

Qualcosa nello sguardo di lei si ruppe e parve far rumore quasi come una coppa di cristallo che si schianta al suolo. John guardò altrove, non voleva vedere quel dolore, non voleva davvero credere che qualcuno potesse soffrire così tanto per così poco. Forse non voleva credere di poter far soffrire in quel modo una persona.

-Tu... non oserai! Ho lasciato tutto per te!- cercò di colpirlo, ma rapido John si spostò –Ho abbandonato il mio promesso sposo, vivo nel disonore-

-Io non ti ho chiesto nulla- ruggì John, per lui ormai il discorso era chiuso.

-Mi hai ingannata, mi hai ingannata- iniziò a urlare, balzò indietro e cominciò ad andare avanti e indietro per il cimitero, come una folle. La luna la illuminava come avrebbe illuminato un'attrice sul palco.

John scosse la testa. –Non ti ho ingannata, non ti ho mai promesso nulla, non ti mai neppure detto che ti amavo-

-Maledetto, maledetto, tu sarai maledetto, da ora in avanti sarai costretto a vivere in questo castello-

John rise. –Lo sai in quante mi hanno già maledetto?-

Lo sguardo della ragazza brillò. –Lo sai che mia madre è una strega?-

John si sentì gelare il sangue nelle vene. Sì, conosceva le voci che giravano in paese, ma non ci aveva mai fatto caso, lui non era un tipo superstizioso.

La giovane alzò le mani. –Ti maledico: vivrai per sempre in questo castello, mai potrai esporti alla luce del sole, dovrai fuggire la croce e tutto ciò che è benedetto, sarai solo un infelice vampiro...fino a quando non spargerai lacrime di vero dolore per il sacrificio di un cuore puro-

John la osservò senza parlare. Iniziava ad avere paura, quella donna era pazza.

-Ricordatelo, non avrai pace- ed estrasse un pugnale dalle pieghe dell'abito –e per suggellare ciò offro la mia vita- e senza attendere oltre si pugnalò al ventre.

NOTE DELL'AUTORE:

Ciao a tutti e benvenuti in questa mia nuova storia!

Confesso che mi sono ispirata a "Il fantasma di Canterville" di Oscar Wilde e nei prossimi capitoli capirete cosa intendo.

Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo già nei prossimi giorni ❤

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