PENSIERI
Guardavo il cielo scuro. Le stelle mi fissavano come occhi brillanti nel buio. Da bambino ero certo che fossero mostri e che un giorno sarebbero scesi va sbranarmi. Ero stanco tremendamente stanco. Non comprendevo ciò che mi stava succedendo. Non potevo più muovermi liberamente per il mio castello, altrimenti quel ragazzino mi avrebbe aggredito. Ero furioso, eppure all'improvviso non avevo più voglia di lottare. Forse mi sarei dovuto semplicemente esporre alla luce del sole, avere quel coraggio che per secoli non avevo avuto. La verità era che io temevo la morte. L'avevo temuto fin da quando ero un bambino. Ricordavo bene la sorellina, una graziosa bambina dai boccoli biondi e dai grandi scuri. Sospirai. Era morta di morbillo a un anno. Mi capitava di sognarla ogni tanto, quando ero ancora vivo. Nei sogni lei indossava sempre un vestitino bianco e mi chiamava, m'invitava a entrare nelle vecchie cripte, ma io avevo paura.
-Non puoi lasciarmi sola, fa tanto freddo qua-
A volte nel sogno il suo viso si confondeva con quello di Claire, la prima Claire, la ragazza che avevo tanto amato da vivo. Forse però il nome e la somiglianza tra le due non era solo una coincidenza, forse c'era un disegno dietro questa storia assurda. Mi sarebbe piaciuto molto. Andarmene via da quel castello, visitare il mondo, allontanarmi da tutti quegli orrendi ricordi. Un sogno che forse non si sarebbe mai realizzato.
-Viaggeremo insieme, vero, Johnny?-
Lei non avrebbe mai più viaggiato. La consapevolezza di quanto mi mancava fu come una pugnalata nel petto.
Mi alzai, deciso a fare una passeggiata, capendo di non poter più stare fermo lì. Saltai giù dalle mura e caddi in giardino. Tutto era meravigliosamente silenzioso. M'incamminai lungo il sentiero che conduceva al cimitero. Era un tragitto che non mi piaceva percorrere, ma che mi ritrovavo a fare spesso. Mi riportava indietro nel tempo, mi sembrava quasi di tornare vivo. Il cancello del cimitero era socchiuso. Lo spinsi e si aprì con un forte cigolio. Una leggera foschia avvolgeva tutto. Mi diressi quasi senza pensarci verso la sua tomba. Un enorme angelo con le ali aperte si ergeva sulla sua lapide. Mi piegai e fissai quella pietra grigia e l'epitaffio.
Muore giovane colui che al cielo è caro.
Una frase banale per una persona come lei.
-Sei morta due volte- sussurrai -eppure mi avevi promesso che saresti stata sempre con me- accarezzai la lapide.
Dei passi alle mie spalle mi fecero voltare. Il nuovo proprietario del castello mi fissava con una strana espressione. Gli occhi parevano pieni di lacrime dietro gli occhiali.
-Ti ho visto venire qua- disse l'uomo -chi è?- chiese con voce triste.
Avrei voluto dirgli di andarsene, di lasciare in pace quel dolore che mi tormentava da secoli. -La ragazza che amavo- dissi invece, sentendomi improvvisamente giovane e indifeso.
-Mi spiace, ragazzo- si avvicinò.
-Ormai è passato molto tempo- sussurrai.
-Vuoi parlarne?-
-No, grazie-
-Capisco, a volte parlare è troppo doloroso- mi posò una mano sulla spalla -la vita però continua, nel bene e nel male-
-Non la mia-
-Invece dovresti andare avanti-
-Come?- chiesi, furioso.
-La strada la devi trovare tu- disse, con voce pacata.
La strada. Io non avevo più una strada da seguire, forse non l'avevo mai avuta.
-Posso però dirti che alla fine si supera tutto nella vita-
-Grazie- e per la prima volta da quando quella folle famiglia era arrivata mi sentii bene. Forse non erano neppure così male.
-Io... -
Qualcosa mi colpì sul braccio e un attimo dopo sentii la pelle bruciare.
-Benny- urlò l'uomo -questa volta ti metto in punizione fino ai tuoi diciotto anni-
Mi aveva nuovamente spruzzato addosso l'acqua santa. Restai immobile, non sapendo se fosse peggiore il dolore o la rabbia.
Il ragazzino uscì da dietro una lapide, una pistola ad acqua in mano. Indossava una tuta nera. -Papà, io... -
-Non esiste giustificazione- urlò l'uomo.
-Lui è un vampiro!-
-Rientra subito- gridò il padre, indicandogli il castello.
E il ragazzo a testa bassa si voltò e andò via, tra le tombe, illuminato dalla luna, come uno spettro.
-Devi scusarlo, è sempre stato un ragazzo particolare- sospirò -comunque dovremmo continuare le nostre sedute-
-Le sedute?- chiesi confuso.
-Certo, evidentemente soffri anche di un lutto complicato-
Quelle parole mi lasciarono a bocca aperta. Io gli aprivo il mio cuore e lui mi trattava così? Mi aveva preso per una cavia da esperimenti? Senza aggiungere altro mi dissolsi. Avevo bisogno di pace e di tranquillità. E all'improvviso mi resi conto che c'era solo un posto in cui avrei voluto andare. Sarei andato da lei.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti!
Cosa ne pensate di questo capitolo?
A presto ❤
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top