JOHN

Un giovanotto era fermo sulla soglia. Non era molto alto, ma aveva un viso molto bello, con una pelle bianchissima, tanto bianca da risplendere. I lineamenti erano regolari e singolarmente delicati. Aveva i capelli scuri acconciati come si usava nei secoli scorsi. I suoi occhi parevano brillare di un nero intenso, nero come un pozzo senza fondo.

-Deve essere questo il mio futuro paziente- sussurrò mio padre, senza cercare di nascondere l'entusiasmo.

Il nuovo arrivato ci fissò senza parlare, immobile come una statua. C'era in lui qualcosa di vagamente inquietante. Notai che indossava un completo azzurro e bianco in stile ottocentesco.

-Ragazzo- esclamò mio padre –accomodati, scommetto che sei il vampiro del castello-

Il giovane ci guardò in modo strano, come se non credesse a ciò che mio padre gli aveva detto, come se non potesse concepire che una persona si rivolgesse a lui con tono così confidenziale.

-Tu sei John, giusto?-

-Sì, sono il proprietario del castello- disse, con una voce che mi fece rabbrividire. Quella non era una voce umana.

-Certo, certo, il proprietario...quanti anni hai?- chiese mio padre, un sorriso aperto sulle labbra.

-Seicento- disse lui, orgoglioso.

-Questo è proprio strano- esclamò mia sorella.

John la guardò malamente. –Come osi ragazzina?- urlò e il lampadario tremò.

-Ha ragione lui, cara- intervenne mia madre –lo sai che non bisogna mai interrompere i deliri di un folle-

-Folle?- esclamò John.

-Oh, mia moglie è stata poco sensibile- intervenne mio padre –vieni qua e siediti con noi- gli indicò il divanetto accanto a lui, lasciato vuoto.

-Io non mi siedo- disse il giovane.

-Preferisci stare in piedi?-

-Io non preferisco niente!- urlò e il fuoco nel cammino si spense.

-Soffri spesso di scoppi di rabbia?-

-Ve ne pentirete, berrò tutto il vostro sangue e...- non terminò la frase perché mio fratello gli lanciò contro uno spicchio d'aglio rubato in cucina che finì addosso a John, colpendolo sulla guancia. Un attimo dopo la pelle perfetta del giovane divenne rossa e lui lanciò un urlo.

-Benny! Ti ho detto che non si gioca con il cibo- disse mia madre.

-E non si colpiscono le persone con i pezzi d'aglio- intervenne mio padre.

-Ma quello è vampiro!- esclamò mio fratello.

-Benny, sii serio- disse mio padre –altrimenti dovrò iniziare a capire dove ho sbagliato nell'educarti-

John si toccò la guancia, sorpreso, quindi lanciò un urlo. –Ve ne pentirete, ve ne pentirete- e si lanciò verso mio fratello. Per un attimo temetti che gli avrebbe strappato la giugulare, ma si fermò, balzando all'indietro. Aveva visto il crocifisso al collo di Benny. Quasi inconsapevolmente mi portai la mano sul mio. Non era un vampiro, non poteva essere un vampiro, i vampiri non esistono. Il nuovo arrivato indietreggiò fino alla porta.

-Ve ne pentirete- ripeté ma la sua voce era meno forte, meno autoritaria. Un attimo dopo era scomparso, quasi si fosse dissolto nell'aria.

-Che giovanotto interessante- commentò mio padre –sono certo che sul suo caso potrei scrivere un articolo, crede di essere un vero vampiro, avete visto che reazione psicosomatica quando quello spicchio d'aglio l'ha colpito, incredibile-

-Secondo me dovresti lasciarlo stare, tesoro, si vede che soffre molto- intervenne mia madre.

-Proprio per questo lo devo aiutare, per me è una missione-

Nessuno dubitava che lo fosse, mio padre credeva che il suo scopo nel mondo fosse risolvere i problemi altrui, perfino quando questi non erano dei reali problemi.

-Secondo me è un vero vampiro- intervenne Benny –e lo dimostrerò-

-Non ti permetterò d'importunarlo- gli rispose mio padre, sospirando stancamente.

Inutile dire che l'argomento della serata fu il presunto vampiro.

-Chissà dove si nasconde di giorno- mormorò mia sorella.

-Forse nel cimitero di famiglia qua vicino- disse mio padre -se è veramente convinto di essere un vampiro quello è il luogo più adatto- sospirò -spero solo che non beva sangue-

-Sarebbe orribile!- esclamò mia madre.

-Già... ora però è tempo di ritirarsi, sono proprio stanco- disse, sbadigliando.

Anch'io non vedevo l'ora di rifugiarmi nella mia stanza, anche se non mi sentivo molto sicura di dormire da sola dopo ciò che era appena successo. Probabilmente non mi sarei tolta il crocifisso fino a quando non avessi capito chi era veramente quel ragazzo.



NOTE DELL'AUTORE:

Ciao a tutti! Ho deciso di alternare i punti di vista. Il prossimo capitolo sarà raccontato da John e ci sarà il suo tentativo di vendetta.

A presto ❤

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