COMPLESSO D'EDIPO
Ero deciso a spaventare il padre, il dottor Nathan Roberts. Mi ero informato al riguardo, entrando di soppiatto nel suo studio. A quanto pareva era uno psichiatra e questo spiegava tutti quei suoi sciocchi discorsi circa i miei problemi. Per lui avevo scelto il travestimento del vecchio Lord Edward, impiccatosi per i debiti di gioco. Mi legai la corda intorno al collo, quindi mi schiarii la mia pelle, già bianca. Questa volta lo avrei proprio spaventato, l'ultima volta che lo avevo portato in scena Megan Trewa, amante di un mio nipote, era fuggita urlando dalla sala.
Uscii e mi diressi verso il suo studio. Trovai la porta aperta e mi affacciai, ringhiando. L'uomo era alla scrivania, una mano tra i capelli, l'altra stretta intorno a una penna.
-Ragazzo, entra pure- esclamò appena mi vide -volevo proprio parlare con te-
-Con me?- chiesi, sorpreso.
-Certo, accomodati- m'indicò un divanetto rosso scuro.
Confuso mi sedetti. Lo studio era grande con disegni anatomici appesi ovunque.
-Stenditi pure- disse l'uomo.
-Stendermi?-
-Così sei più comodo-
Confuso mi stesi. -Sì, in effetti sono abbastanza comodo- mormorai.
-Bene, molto bene... allora, da quanto tempo credi di essere un vampiro?-
-Io sono un vampiro!- esclamai indignato.
-Certo, certo, racconta un po'-
E fu così che, chissà perché, iniziai a raccontare la mia storia. Di com'ero stato il secondogenito, il figlio meno amato, sempre in competizione con il maggiore, sempre sconfitto, sempre fuoriluogo. Perché stavo raccontando quelle cose che non avevo mai detto a nessuno?
-Quindi il rapporto con tuo padre era contrastato?-
-Lui ha sempre preferito mio fratello, credeva che fossi un incapace-
-E tua madre?--Lei mi è sempre stata vicina, ma non poteva nulla contro mio padre-
-Interessante, molto interessante-
-Cosa?-
-Vedi, il tuo problema si può far risalire al rapporto con tuo padre e con tua madre ... mai sentito parlare di complesso d'Edipo?-
-Mai-
-Male, molto male-
-Davvero?- chiesi come uno sciocco.
-Non importa, ti spiegherò io cos'è- e iniziò a parlare di miti, di un certo Freud e di una teoria assurda.
-Quindi io avrei odiato mio padre e amato mia madre?- chiesi, più confuso che mai.
-Proprio così, meglio ancora, avresti voluto prendere il posto di tuo padre-
Il posto di mio padre? Ma non l'avevo alla fine preso? Non ero diventato io il vero proprietario del castello. -Mio padre... era un pessimo lord- mormorai mentre i ricordi si facevano strada dentro di me, ricordi dolorosi, urla, liti, insulti, perché io non ero come lui o mio fratello, io non ero un guerriero, io non amavo usare la spada.
-E tuo fratello?-
-Lui lo considerava perfetto- e mi sembrava quasi di rivederlo, alto, biondo, sempre sorridente, quei denti perfetti che avrei voluto rompere. Mia zia Katherine diceva di diffidare di chi sorride troppo.
Mezz'ora dopo uscivo dallo studio avendo perfettamente in mente cosa fosse il complesso d'Edipo e come si potesse applicare al mio caso. Barcollavo perso nei miei pensieri, chiedendomi se in fondo la colpa di com'ero diventato non fosse della mia famiglia. Avevo appena sceso le scale quando sentii qualcosa cadermi in testa. Sobbalzai, spaventato e furioso.
-Preso- urlò una voce che conoscevo fin troppo bene. Il ragazzino!
-Lasciami- cercai di liberarmi ma vidi una croce davanti a me.
-Ti piacerebbe, eh? Ti farò a pezzi e... -
-Benny-
Una voce dolce che riconobbi subito.
-Benny, cosa sta succedendo?- passi leggeri.
-Claire, torna in camera-
-Sei pazzo?-
Fortunatamente poco dopo mi ritrovai libero dalla rete che mi imprigionava e potei vedere la ragazza dal viso triste che mi fissava.
-Stai bene?- mi chiese.
-Credo di sì-
Lei si chinò su di me, lo sguardo brillante e preoccupato. Mi tirò indietro un ciuffo di capelli, un gesto quasi materno.
-Grazie- sussurrai.
-Di nulla- rispose lei.
-Claire, spostati- tentò il ragazzo, ma lei non si spostò.
-Riesci a rimetterti in piedi?- chiese Claire con un dolce sorriso, la camicia da notte che metteva in evidenza il suo corpo.
-Sì- mi alzai, seppur con qualche difficoltà.
-Non sai quanto mi dispiace-
-Non è colpa vostra- sorrisi -ora devo andare- e mi dissolsi in nebbia.
NOTE DELL'AUTORE:
Eccomi qua con il nuovo capitolo!
Ho deciso di pubblicarlo anche se non sono riuscita a ricontrollarlo, appena riesco lo rileggo e correggo eventuali errori.
A presto ❤
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