cap 1

C’era una volta un giovane vampiro. Ad un primo sguardo non poteva dimostrare più di dieci anni, anche se dietro al suo aspetto infantile si nascondeva un’anima antica. Gli capitava però, tutte le volte che si guardava allo specchio, di sentirsi depresso. Gli bastava infatti ringhiare contro la sua immagine riflessa per capire perchè tutte le sue potenziali vittime scoppiassero a ridere ogni volta che lui cercava di attaccarle. Lì, proprio dove il grande Conte Dracula sfoggiava un paio di scintillanti canini appuntiti, il povero Vlad, perchè questo era il suo nome, aveva due belle finestrelle.
Nel corso del tempo aveva provato a far fronte al suo piccolo problema, rivolgendosi a dentisti più o meno esperti. C’era chi gli aveva consigliato di bere strani intrugli dalle magiche proprietà, ma anzichè veder spuntare i tanto desiderati canini, Vlad si era ritrovato completamente calvo. C’era chi aveva tentato di creargli una dentiera, ma al primo morso era rimasta conficcata nel collo della sua vittima, che era scappata a gambe levate portandosi con sé quello strano trofeo. C’era infine chi gli aveva consigliato una dieta vegeratiana a base di sangue di rapa e frullato di pomodoro, ma neanche quella era la soluzione giusta per il povero Vlad.
Troppo umiliato da questo suo gravoso fardello che macchiava la tremenda nomea della sua famiglia, composta esclusivamente da vampiri di sangue reale, Vlad aveva deciso di nascondersi in un tetro e fatiscente castello in una landa desolata. O così credeva.
Per molto tempo Vlad era vissuto in compagnia solo di se stesso e di odiosi frullati di rapa rossa, ma ora tutto stava per cambiare.
In una notte buia e tempestosa, mentre Vlad faceva la povera casalinga disperata e tentava di togliere tutte le ragnatele dalla sua umile dimora, un rumore assordante lo fece tremare di paura. In un primo momento credette che si trattasse di una delle solite feste tenute abusivamente dai pipistrelli in soffitta, ma quando quel suono lo fece sobbalzare di nuovo, si rese conto che stava accadendo qualcos’altro.
Brandendo il piumino come arma e snudando i suoi canini invisibili, Vlad decise di andare a scoprire quel che stava succedendo. Passo dopo passo le sue gambe si fecero sempre più molli, le mani gli tremavano così tanto che il piumino rischiò di cadere a terra più di una volta, ma la sua tenacia lo spinse a continuare a camminare verso quel rumore assordante.
Attraversò le sale buie del castello, dove ogni ombra sembrava un nemico pronto ad agguantarlo, salì scale scricchiolanti che sembravano pronte ad inghiottirlo da un attimo all’altro e percorse corridoi infiniti osservato da ritratti pronti a prendere vita ed infine, mezzo morto di paura, arrivò davanti alla portone del castello, ma ormai il rumore era cessato.
Tirando un sospiro si sollievo, Vlad credette che il pericolo fosse ormai cessato. Fece allora per tornare alle sue faccende ma di colpo il portone si aprì con uno schiocco terribile. Scaglie di legno si riversarono sul pavimento, sollevando nuvole di polvere che lo fecero tossire fragorosamente. Ragni impauriti iniziarono a zampettare lungo le pareti in cerca di riparo e il povero Vlad era paralizzato dal terrore. Fu solo quando la polvere si fu completamente dissipata che vide quel che l’aspettava sullo zerbino consumato..

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