Che Cosa Significa?

<devo dire che la tua idea è stata davvero geniale, in questo modo non dobbiamo nascondere la nostra vera natura perché tanto tutti penseranno che sia solo scena> mi disse mia sorella mentre sistemavamo assieme dei conti, essendo io la mentore ormai ero io il capo dell'hotel.

Anche se devo dire che la mia capacità di controllo sui miei allievi era davvero ridotta, riuscivo al massimo a tenere buoni alcuni di loro, se si arrabbiavano, ma non ero mai riuscita ad obbligare nessuno ad obbedirmi e la cosa era piuttosto strana, certo avevano una certa fedeltà nei miei confronti, per questo ero il capo dell'hotel, ma non obbedivano ciecamente come invece avevo fatto io con il mio ex mentore.

Non avevo idea del perché così tante differenze ma non avevo modo di scoprirne il motivo quindi lasciai perdere.

Poi ci arrivò come cliente un altro vampiro, nuovamente io mi sentivo molto tesa in sua presenza, non volevo avvicinarmi a lui, come lo facevo ogni cellula del mio corpo cercava di costringermi ad ucciderlo, era un istinto che non riuscivo a zittire completamente, sentivo i muscoli tendersi pronti a scattare quando lo percepivo vicino a me.

Questa volta però lui non sembrava infastidito, anzi quando mi si avvicinava e vedeva la mia reazione sorrideva, come se avesse capito qualcosa.

Una sera ci incontrammo in giardino e lì lui decise di parlarmi <devo dire che avete avuto una strampalata idea, vampiri che fingono di essere attori davanti agli umani>

<non devo certo rendere conto a voi per le mie scelte.> tagliai corto, volevo allontanarmi il prima possibile da lui.

<ne siete sicura? Non riesco a credere che una vampira tanto potente come voi non sappia cose così basilari, eppure dovete essere molto an-> ma si bloccò osservandomi più attentamente, fino a quel momento non aveva potuto guardarmi bene dato che io me ne andavo via subito, <aspettate un attimo... Voi siete una mentore... Ma avete l'età che dimostrate... Siete una vampira da neanche un anno a giudicare dalla vostra inesperienza.... Come è possibile che siate già una mentore?!>

<come detto... Non devo rendere conto a voi.> risposi, di certo non gli avrei detto cosa mi era successo.

Ma lui mi osservò con uno sguardo indagatorio <ora che ci penso... Vi coprite sempre gli occhi... Come mai questa strana abitudine? Non guardate mai negli occhi nessuno, né vampiri né umani>

Le sue domande continue mi stavano facendo innervosire <avete finito? Non intendo rispondere a nessuna delle vostre domande.> non riuscivo ad evitare di stare sulla difensiva con lui e ciò sembrò turbarlo un po' ma fece comunque finta di nulla, anche se appena notò la mia spilla, quella che avevo rubato al mio "mentore" e che portavo al petto ne sembrò molto stupito.

<non posso crederci... Sei.... No... Non può essere....> borbottò.

<di che state parlando!?> domandai innervosita.

<non sapete che cosa sia quella spilla che portate al petto? Sul serio?> mi chiese quasi incredulo e ciò mi fece irritare.

<no. Non lo so va bene? Era del vampiro che mi ha trasformato, io l'ho semplicemente tenuta.> risposi senza nascondere il mio fastidio.

A quella risposta il vampiro sembrò davvero sconvolto <allora.... Il sangue è davvero tornato alla sua famiglia...> borbottò.

Io lo guardai confusa <di che cosa state parlando?> domandai ma lui non mi rispose e semplicemente se ne andò.

Che cosa significava tutto questo? A quale sangue si riferiva?

Qualunque cosa significasse io capii una sola cosa: ciò che aveva detto era collegato al fatto che io come mentore vampira ero anomala e questo dipendeva proprio dalle mie discendenze, che però io ignoravo, ancora non avevo capito in cosa mi stavo cacciando.

In cosa stavo per coinvolgere la mia famiglia.

Ma ormai era tardi, nessuno avrebbe mai potuto evitare che tutto iniziasse da quella sera.

Continua.

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