5

"Dean, lasciami" dissi spaventata. Lui non parlò. Mi guardò con quegli occhi, che erano diventati rossi. Quando i miei occhi incrociarono i suoi, mi soffermai sulla sua bocca. I suoi canini erano lunghi e appuntiti.
"Dean" sussurrai spaventata.
Dopo un attimo, mi trovai nelle braccia di Nathaniel, che aveva spinto via Dean. Mi aveva salvato.
"Nathaniel" dissi respirando profondamente. "come stai Dayane?" chiese. "bene" risposi. "non ti ha fatto nulla vero?" disse, guardando Dean con uno sguardo furente. "no" risposi. "menomale. Avevo sentito il rumore e sono sceso insieme a Cassandra" disse lui. "grazie Nathaniel. Mi hai salvato la vita" dissi sorridendogli.
Vorrei chiedere a Nathaniel come mai suo fratello ha quei canini appuntiti e quegli occhi rossi, ma non penso sia il caso.

Mi alzai e mi ritrovai Cassandra addosso. "Cassie" dissi abbracciandola. Quando mi staccai dall'abbraccio, vidi che i suoi occhi non erano più azzurri, ma ambrati. "Cassie, ma i tuoi occhi non erano azzurri?" le chiesi curiosa. "ehm, sì Dayane. Perché?" mi chiese. Esitai un attimo. "no niente tranquilla" dissi dopo un po'. "va bene Dayane" disse lei.
"amore, forse dovremmo portare Dayane a casa" disse Cassie al suo ragazzo. "forse hai ragione" rispose Nathaniel. "andiamo amore" disse Cassie al ragazzo.
Uscimmo dalla casa dei ragazzi e ci dirigemmo verso la macchina di Nathaniel. Mi sedetti nei sedili posteriori, come prima.
Nathaniel accese la macchina e partí.
Mi misi a guardare la strada che scorreva fuori dal finestrino, mentre nella mia mente vedevo Dean con gli occhi rossi e i canini appuntiti. Speravo fosse un sogno.

Dopo dieci minuti, circa, Nathaniel fermò la macchina davanti a casa mia. Scesi e salutai entrambi.
Quando entrai in casa, mio padre era tornato. Infatti la sua macchina era parcheggiata nel vialetto di casa, accanto alla mia.
"dove sei stata Dayane?" mi chiese. "a casa di alcuni amici insieme a Cassandra" risposi. "va bene. Cassandra è una brava ragazza" disse. "infatti. Si è fidanzata" dissi. "davvero? Come si chiama il ragazzo?" chiese mio padre curioso. "Nathaniel" risposi. "Nathaniel Zafhir immagino" disse lui. "non so il suo cognome" risposi. "la sua famiglia è molto strana. Non sono persone molto socievoli e non escono mai quando c'è il sole" disse mio padre. "saranno solo voci papà" risposi io, che non avevo mai creduto a ciò che si diceva in giro.
"la gente parla Dayane" disse mio padre. "però la verità la sanno solo i diretti interessati" risposi, salendo le scale fino alla mia stanza.
Quando entrai in camera mia, trovai la luce spenta, anche se qualche ora prima, l'avevo lasciata accesa. Sentivo una presenza. Rimasi sulla porta e scruta, nel buio tutta la stanza. Un movimento improvviso, attirò la mia attenzione.

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