10

"Dean, puoi resistere" dissi guardandolo negli occhi. "Dayane" disse lui. "non riesco" aggiunse.
Si alzò dal letto e mi si allontanò.
"Dayane" disse, guardandomi negli occhi. "ho paura di morderti" aggiunse.
I suoi occhi erano ancora rossi.
"Dean" dissi, mentre mi alzai dal letto. "tu non mi farai del male" aggiunsi.
Mi avvicinai a lui. Ero a pochi centimetri. "Dayane" disse lui guardandomi. "sono pericoloso per te" aggiunse. "Dean tu non mi farai del male" dissi, guardandolo negli occhi con sicurezza.
Lo abbracciai, continuando a guardalo negli occhi. "Dayane, tu non ti rendi conto" disse, interrompendosi. "di cosa Dean?" chiesi. "di quanto sono pericoloso" rispose lui. "Dayane, tu sei così fragile" disse ancora. "Dean, non devi avere paura di te stesso" dissi.
Un secondo dopo eravamo entrambi sul letto. Dean mi teneva stretta a sé.
Fummo interrotti da un rumore al piano di sotto.
Ci alzammo entrambi dal letto. "Dean, chi è di sotto?" chiesi. "non sono persone della mia famiglia. Stanno controllando i cassetti" disse lui. "devo nasconderti" aggiunse poi.
Iniziammo a cercare un nascondiglio. Quando vidi la finestra, mi venne un'idea. "Dean, la finestra" sussurrai. "giusto" disse lui. "aggrappati a me" disse ancora. Mi misi sulle sue spalle e mi tenni con tutte le mie forze. Dean aprì la finestra e saltò, passando da un albero all'altro.
Quando Dean vide che eravamo abbastanza lontani, si fermò. Scesi dalle sue spalle. "speriamo che non ci trovino" disse lui. "non penso" dissi. "se ci troveranno ci penso io" disse lui sorridendomi.
"sei un eroe" dissi ridendo. "sì. Da vampiro a eroe" disse lui ridendo con me.

Dopo qualche ora, quando capimmo che quei vampiro erano andati via, tornammo a casa. Mi arrampicai nuovamente a Dean e lui mi portò fino a casa sua.

Quando tornammo, mi accorsi che il mio telefono era qui. "il telefono" dissi. "lo avevo lasciato qui" aggiunsi.
Quando lo accesi, vidi che mio padre mi aveva chiamato un sacco di volte. "mio padre mi ha chiamato" dissi. "richiamalo Dayane" disse lui. "hai ragione" dissi, digitando il numero di mio padre.
"Dayane?" disse mio padre. "papà" dissi. "mi hai fatto preoccupare tantissimo" disse lui. "mi spieghi dove sei?" mi chiese lui. "papà, tranquillo sto da Cassandra" dissi inventando una scusa. "va bene. Ma perché non mi hai avvisato?" chiese lui. "non lo so mi era passato di mente." risposi. va bene, tranquilla" disse lui. "comunque, va bene se sto per qualche giorno da  Cassandra?" chiesi a mio padre. "certo. Di Cassandra mi fido" rispose lui. "ci sentiamo papà" dissi. "sì Dayane" disse lui, staccando il telefono.
"si è preoccupato immagino" Disse Dean, che era sempre rimasto dietro di me. "sì" risposi girandomi verso Dean.
Sentimmo un altro rumore di sotto. "scendiamo a controllare?" chiese Dean. "Va bene" risposi. Uscimmo dalla stanza di Dean e scendemmo le scale.

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