Capitolo 9
Klaus
Ormai era passato un po' da quando i miei più cari amici se ne erano andati ,tranquillo mi ero ritirato nei miei alloggi .
Un messaggio, mi fece vibrare la tasca " Ponte vecchio, curva 5; ti aspetto tra dieci minuti " . Era Victoria.
Ripensai immediatamente hai ricordi di Jessy, che fosse davvero sua sorella? Il solo pensiero mi dava i brividi. Si preannunciava un disastro.
Se i ricordi di Jessy si fossero rivelati veritieri sarebbe stato difficile per me riuscire a mantere dei rapporti saereni con entrambe . Soprattutto alla serata di stasera , dove ci sarebbero state entrambe, certo in ale separate ma era meglio limitare i danni come potevo .
Incontrarla e parlarne avrebbe potuto calmare la situazione, soprattutto ora che le cose con la mi liar stavano iniziando ad andare per il verso giusto.
Guardai dalla finestra , chissà che cosa avrà provato Victoria. Scrollai la testa , meglio non pensarci. I vampiri sapevano essere molto crudeli se volevano, solitamente non volevano ma alcuni erano particolarmente adirati con gli esseri umani . Sapevo e avevo visto scene di violenza verso di loro , prima non ci avrei fatto caso, anzi avrei ignorato la scena pensando che il vampiro fosse incompete e debole . Che avrebbe potuto risolvere la situazione col cervello e non con le mani eppure mai mi ero immedesimato ai liars, mai avrei pensato " chissà cosa prova " o " starà soffrendo molto ".
La nostra società era davvero classista e violenta come Jessy la pensava ?
Probabilmente si .
Riguardai i messaggi " Certo , a dopo ", se non risolvevo la situazione avrei perso entrambe le sorelle e non potevo permettermelo .
Soprattutto in vista della possibilità che mi scegliessero per un compito molto importante. Aspettai con ansia l'orario prestabilito nella mia ala della casa , pensavo a come avere dovuto trattare l'argomento. Soprattutto visto che non sapevo che ricordi aveva della sua vecchia vita .
Mi infilai velocemente una giacca e uscì correndo sotto la pioggia , la velocità dei vampiri era incredibile , ci riuscivamo a spostare di dieci chilometri in pochi minuti, eppure preferivamo le auto per apparire migliori . Solo che oggi , non volevo apparire migliore ma solo togliermi questo sassolino dalla scarpa. Un'altro vantaggio della velocità dei vampiri, che nessuno mi avrebbe notato. In poche falcate raggiunsi il ponte, l'acqua mi scorreva addosso e sui vestiti rendendoli pesanti.
Il ponte faceva parte di una vecchia diga in disuso eppure c'era ancora tanta acqua .
Mi fermai nella penombra del tunnel 5 sotto il ponte , era un posto perfetto per parlare indisturbati .
In un secondo una sagoma mi s'aggiunse . Victoria . Sorridendo mi affiancò, aveva i capelli biondi ricci bagnati , eppure era comunque perfetta come qualsiasi vampira .
Mi avvicinai sicuro alla mia amica - Victoria volevi vedermi ?-le fiorai il braccio passandole vicino.
Lei abbozzò un sorriso - Mi hanno detto che finalmente è arrivata...la tua liar- . Il tono era giocoso ma meno del solito mi sorse il dubbio che lei sapesse .
Mi appoggiai al legno distrattamente -Si, una vera spina nel fianco - le dissi ridendo - ma mi piace , ci divertiremo - .
-mmh è sempre così , i migliori liar sono quelli indisciplinati- disse fissandomi -anche col mio liars , i primi tempi erano molto difficili ma col tempo migliora . E ora guardaci eravamo i migliori il primo anno - .
- Sai la mia Liar penso ti conosca - dissi piano - non sono sicuro ma penso che a volte parli di te -
La osservai . Lei mi fissava tesa - Si probabile , Justin la conosceva e dice che anche io avevo un rapporto con lei -
Sorrisi , ecco perché mi aveva chiamato , anche lei volava assicurarsi di sistemare la questione .
- Le vorresti parlare ?- chiesi
- No - scrollò le spalle - Per me lei non conta nulla , non ricordo la vecchia vita che avevo - disse .
Annui - Capisco -
- Ma non voglio che questo diventi un ostacolo per il nostro futuro- disse
Annui - si nemmeno io - anche perché sorrisi - Adesso che ho una liars posso considerarmi adulto in questo mondo - sapevamo entrambi cosa significava e probabilmente era la ragione per cui oggi ero qui .
Mi sorrise - Aspettavo questo momento Klaus- poi mi mostrò una busta
-Ho ricevuto una lettera dagli anziani in cui ci invitano ad un party a casa loro tra una settimana , credo vogliano parlarci di quella questione - i suoi occhi azzurro mi fissarono -... penso sia meglio procedere subito dopo il party-.
Sorrisi -Se fosse per me comincerei il corteggiamento anche subito-, lei rise di gusto sorridendomi.
- Ti ho scelto perché sei rispettoso Klaus e mi ascolti . Non voglio fronzoli o altro , un matrimonio veloce e semplice - Annuì , avrei voluto del tempo per organizzare tutto bene ma avrei accettato le sue volontà con piacere - Certo , quello che vuoi -.
-Mi fa piacere sentirlo. Non voglio prolungare le cose più del dovuto- mi si avvicinò di più fino a che le sue labbra sfiorarono la mia guancia - Ci vediamo presto Klaus, parla con la tua liar prima di stasera - un bisbiglio ed era già sparita.
Mi accorsi troppo tardi che non le avevo posto alcuna domanda sul suo passato.
In parte lo rimpiansi, ero curioso ma d'altra parte era una verità che forse non ero ancora pronto a sentire. Tornai a casa .
Jessy
Non sapevo come avrei dovuto prepararmi per la serata: come vestirmi e come comportarmi. Scoraggiata, decisi che avrei chiesto aiuto a Klaus. Dopotutto, avevamo deciso di essere amici.
"Klaus", lo chiamai attraverso il legame.
"Jessy, dimmi".
"Potresti aiutarmi per stasera? Non so come vestirmi e come prepararmi".
Sembrò sorpreso. "Certo, sto ritirando ora il vestito per stasera. Sarò lì tra pochi minuti, e poi parliamo un po'. Cucino io stasera", disse.
"Oh... grazie", mi massaggiai le tempie. Era stato fin troppo gentile, che ci fosse sotto qualcosa?
Sospirai; lo avrei scoperto tra pochi minuti.
Tempo di scendere al piano di sotto e trovai Klaus, era sporco di fango, bagnato dalla testa ai piedi.
"Mi sistemo un secondo e arrivo", mi passò delle scatole. "Qui ci sono le scarpe e il vestito per stasera".
"Oh, grande", dissi, ma lui era già sparito.
Decisi di aprire le scatole e sbirciare.
La prima conteneva un cappello nero ampio in tulle con un fiore rosso, che riprendeva la mia collana.
La seconda scatola conteneva un vestito rosso, largo e stretto, che assomigliava a una tunica a maniche lunghe senza scollo. Non sottolineava la figura, anzi, sembrava una divisa, eppure il tessuto era di fattura pregiata. Richiusi le prime due scatole e aprii la terza. Dentro c'erano delle scarpe chiuse nere, con un leggero accenno di tacco.
Rimasi delusa. Era un abbigliamento molto... basico, sembrava una divisa.
"Ti piace? Era il modello migliore che avevano", sobbalzai.
Klaus era pronto, dietro di me.
Finsi un sorriso. "Certo".
Mi guardò scettico. "Qualcosa non va?"
Mi affrettai a negare. "No, no, davvero".
Lui non sembrò credermi. "I liar si vestono in modo modesto ma curato alle feste. Poi stasera è una festa importante per noi, è l'ultima prima dell'inizio dell'anno accademico. Verremo osservati e studiati da molte persone", disse. "Ho scelto i colori ispirandomi al tuo ciondolo".
Sorrisi. "Grazie".
"Dai, andiamo in cucina, ti spiego come si svolgerà la serata".
Lo seguii in cucina. In fretta, preparò gli ingredienti: carne e patate.
Con maestria cominciò a sbucciare le patate velocemente e poi le mise a bagno. Gli chiesi se potevo aiutarlo, ma disse di no.
Intanto cominciò a spiegare: "La festa è divisa: da una parte i vampiri, dall'altra i liar. Solo in due momenti dovrai entrare nel salone principale per partecipare alla cerimonia. Il primo è quando verrai presentata come nuova liar". Mi guardò, interrompendosi. "Non sarà facile". Ripensai ai suoi amici e deglutii nervosamente. "Ti studieranno e commenteranno tutto. Devi avere pazienza".
"Non so, non mi sento molto pronta", dissi.
Lui scosse la testa. "Non hai scelta. Le critiche saranno pesanti, ma devi resistere", disse serio.
Sospirai, non mi piaceva proprio quel mondo.
"Il secondo momento sarà quando tutti i presenti si ciberanno del proprio liar. Alcuni condivideranno... ma non è il nostro caso".
"Mmh, va bene. E il resto della serata?"
"La passerai tranquilla nella zona liar, c'è una festa anche per voi".
"Una vera festa?", chiesi scettica.
Lui annuì. "Sì, assolutamente. Da quello che so, ci sono molte attività".
"Interessante".
La carne e le patate stavano iniziando a fumare, intorno a noi si sentiva un buonissimo odore.
"Comunque, stasera ci saranno molte persone. Joshua e Michele, per esempio", disse.
Poi spostò lo sguardo su di me. "Ci sarà anche un'altra persona stasera che potresti incontrare". Lo guardai confusa.
"Ci sarà Victoria". Ero ancora perplessa.
"Hai una fidanzata?", chiesi.
Lui rise nervoso. "Beh, quasi", poi scosse la testa. "Lei non è una semplice vampira. Lei era tua sorella, Jessy".
Boccheggiai, aprivo la bocca ma non usciva nulla. Avrei potuto vedere mia sorella.
"Lei..."
Klaus mi precedette. "Sta bene e sa chi sei", disse.
Mi scoppiò il cuore. "Si ricorda di me". Ero felice, sorpresa ma felice. Le mie mani tremavano dall'emozione.
"In verità, no". Klaus si voltò verso di me. "Lei non vuole sentire nulla sulla sua vecchia vita. Sa chi sei grazie al suo liar".
Dentro di me c'era un mare in tempesta, troppe emozioni da digerire.
Respirai a fondo. "Non importa. Le devo parlare, così forse ricorderà. Lei... ha bisogno di me, anche se non lo sa".
Klaus mi guardava imperscrutabile. "Jessy, dalle tempo".
Tremavo di trepidazione. "Klaus, io devo parlarle", dissi. "Ti prego", lo implorai.
Lui sembrava combattuto. "Non è meglio parlarle in privato? Jessy, lì sarà... sotto gli occhi di tutti, non ti darà neanche un secondo. Ti farai solo del male".
Lo guardai arrabbiata. "E quindi cosa dovrei fare? Ignorarla? Per tutto questo tempo io ho sempre pensato a lei, a tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme, e piangevo pensando che non l'avrei più rivista. Eppure mi chiedi di aspettare?!"
Lui era molto teso. "Solo fino a domani", disse.
Scossi la testa. "Stasera".
Lui era combattuto. "Le parlerò alla festa di te, del fatto che le vuoi parlare".
"Non posso aspettare", dissi.
Klaus si massaggiò il viso, corrucciato. "Va bene, le parlerò e le chiederò di incontrarci dopo la festa, qui. Parlerete in privato".
Annuii. "Promettilo, Klaus".
Lui abbozzò un sorriso. "Lo prometto. Però non fare nulla alla festa".
Gli entrai un secondo nella mente: era sincero, gliene avrebbe parlato. Sentivo che questa situazione lo stressava parecchio.
Andai leggermente più a fondo: aveva paura di fare una brutta figura, che la sua persona fosse segnata da questa vicenda. Mi ritirai.
I vampiri, anche quelli più gentili, erano pur sempre egoisti, pensai. Non era preoccupato per me, ma per sé stesso. Fortunatamente, le cose coincidevano.
Mi porse la carne con le patate, lo ringraziai, era davvero invitante e buono ma ormai per me era diventato difficile perché mi ero rovinata l'appetito .
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