4. "Orrore olfattivo"
Io.
Odio.
Gli zombie.
Non so nemmeno più quanto tempo è passato da quando ho iniziato a sfregarmi addosso viscere e budella di zombie.
Il tempo si è distorto in un incubo appiccicoso e fetido che mi avvolge come una coperta umida, e la puzza...
Santo cielo, la puzza.
È un misto di carne marcia, fognature, sudore e disperazione.
Probabilmente non esiste nemmeno una parola per descriverla "Orrore olfattivo", forse.
Dovremmo scriverlo nel dizionario, alla voce “fine della civiltà”.
Rick è calmo, concentrato, come se non fosse completamente coperto di budella marcescenti, ma solo di fango durante una battuta di caccia.
Vorrei davvero sapere cosa passa nella sua testa in momenti come questi.
Magari sta pensando a quanto è facile gestire un gruppo di disperati mentre indossa una cintura di intestini.
O forse, come me, cerca di non pensare che la pelle di zombie potrebbe essere l’ultima cosa che vedrà prima di finire sbranato.
Poi c’è Glenn, povero Glenn, che ha questo sguardo di puro schifo misto a terrore.
Il ragazzo non è nato per queste cose.
È veloce, intelligente, abile.
Ma nessuno ti prepara all’idea di strofinarti contro un cadavere in decomposizione come se fosse una lozione abbronzante.
"Non c’è modo di abituarsi a questo" mormora, mentre si strofina il collo con una smorfia, cercando di coprire ogni centimetro di pelle esposta "Vorrei non ricordarmi com’è iniziata la giornata."
"Pensala così" gli dico, cercando di tirare fuori un briciolo di ironia nonostante il vomito che preme sulla gola "Almeno non dobbiamo preoccuparci dell'igiene personale. Se non ci mangiano loro, moriremo tutti di infezioni multiple entro domani mattina."
Glenn mi lancia un’occhiata che dice “Non aiuta”.
Ma lo capisco.
Siamo tutti oltre il limite della sopportazione, e l’ironia è una scarsa consolazione quando senti letteralmente il fetore di morte che ti impregna i vestiti.
Merle, nel frattempo, è ancora sul tetto.
È ovvio che lo sta prendendo nel peggiore dei modi possibili.
Si agita come un forsennato, insultando tutti e tutto ciò che respira.
Le manette stridono mentre tenta invano di liberarsi.
Il sudore gli cola dalla fronte, si mescola con la polvere e con l’odore metallico del sangue coagulato.
Lo sguardo nei suoi occhi è quello di un animale in gabbia.
Ma, sotto tutta quella rabbia, c'è qualcosa di molto più basilare: paura.
Paura pura e semplice.
E, in un certo senso, non posso nemmeno biasimarlo.
"Dannati idioti!" urla, la voce roca, ormai quasi spezzata dal gridare "Mi lascerete qui a crepare mentre vi fate un bel giro turistico in mezzo a quei fottuti mostri?"
"Torneremo" risponde Rick, con quel tono calmo e pragmatico che sa tanto di condanna a morte "Ti porteremo giù quando sarà sicuro."
"Quando sarà sicuro?" ride Merle, ma non c’è niente di divertente nella sua risata.
È una risata isterica, nervosa "Quando sarà sicuro, sarò già un fottuto banchetto per quei bastardi!"
È in momenti come questo che il sarcasmo mi lascia.
Per quanto lo odi, per quanto sia un pezzo di merda arrogante e razzista, Merle non merita di finire così.
Non in quel modo.
Ma lo lasciamo lì lo stesso.
La verità è che nessuno sa se torneremo, se potremo tornare.
Questa è la cosa più terribile dell’apocalisse: non c’è spazio per l’umanità.
Ogni decisione è una scelta tra sopravvivere o morire.
E Merle… Merle è una variabile pericolosa.
Rick dà un’ultima occhiata a Merle, poi ci guida verso l’uscita.
Ci muoviamo lentamente, quasi al rallentatore, con ogni passo che sembra tirarsi dietro un pezzo di carne morta.
I vaganti sotto di noi continuano a brulicare, un’onda continua di arti flaccidi e facce mangiate, ma ora sembrano… meno interessati.
Ci guardano con occhi spenti, ma non si avvicinano.
Non ancora.
T-Dog, alla fine, si è messo a seguire il piano senza più fare domande.
Ha lo sguardo perso, come se avesse accettato il fatto che la sua vita è ufficialmente diventata una sequenza infinita di orrori.
"Funziona" dice Glenn, sottovoce, guardando con incredulità i vaganti che ci passano accanto senza fermarsi "Funziona davvero."
Rick annuisce, stringendo la mazza tra le mani come un talismano "Per ora."
E così, iniziamo la nostra camminata tra i morti.
Il suono delle ossa che si spezzano sotto i nostri piedi è insopportabile.
Ogni passo sembra amplificato, come se il mondo volesse ricordarci quanto siamo vicini alla morte.
Il pavimento del vicolo è scivoloso, coperto di sangue rappreso e pezzi di carne.
Il nostro avanzare è un balletto macabro, un lento e goffo cammino attraverso il cuore dell’inferno.
T-Dog quasi scivola su una mano mozzata, ma riesce a tenersi in equilibrio giusto in tempo.
Io lancio un’occhiata ai vaganti che ci circondano, pregando silenziosamente che non notino nulla di strano in noi.
Sono vicini, vicinissimi.
Sento il loro alito fetido sulla pelle, il loro odore nauseante mi avvolge come una nube tossica.
Un passo falso, e siamo morti.
Letteralmente.
Glenn mi è vicino, e posso sentire il suo respiro pesante.
Non sta bene.
Nessuno di noi sta bene, ma lui sembra a un passo dal crollo.
"Dobbiamo sbrigarci" sussurra, il volto teso "Se qualcuno scopre che non siamo uno di loro…"
Ma non serve che lo dica.
Lo sappiamo tutti.
È come camminare su una corda tesa sopra un vulcano attivo.
Un piccolo errore e verremo inghiottiti dal magma, o in questo caso, da una mandria di zombie affamati.
"Continua a camminare" dice Rick, con il tono di uno che ripete a se stesso un mantra per non impazzire "Continua a camminare e non fermarti."
Il cielo si sta rannuvolando sopra di noi, e mentre guardo verso l’alto, vedo che inizia a piovere.
Solo qualche goccia, per ora.
Ma una pioggia più forte sarebbe la nostra fine.
I pezzi di zombie che ci siamo strofinati addosso iniziano a scivolare via, la carne si stacca in modo disgustoso, e io mi rendo conto che siamo a un passo dal disastro.
Rick deve aver pensato la stessa cosa, perché accelera il passo, portandoci più in profondità nella folla di vaganti.
Il suono della pioggia che batte sui tetti e sul pavimento si mescola ai gemiti incessanti dei non-morti.
Ma poi succede.
Glenn inciampa, fa un passo falso e si appoggia a un vagante.
Il suo grido strozzato è un richiamo per tutti loro.
"Merda!" grida Glenn, spingendo via il vagante, ma è troppo tardi.
Si voltano.
Uno dopo l’altro, le teste dei vaganti si girano verso di noi.
L’illusione è finita.
"Sparpagliatevi!" urla Rick, tirando fuori la pistola.
La folla si riversa su di noi in un attimo.
Il caos esplode, e io mi ritrovo a correre come un folle attraverso la pioggia, sentendo le mani putride dei vaganti che cercano di afferrarmi, il rumore delle mascelle che si schioccano nel vuoto.
Corro, ma non sento nemmeno il suono dei miei passi.
Il caos è diventato un’unica, frenetica sinfonia di urla e gemiti.
La folla di vaganti è come un’onda, e io sono un povero naufrago in balia di un mare in tempesta.
Non ho mai ucciso un solo zombie.
Non so se questo sia un bene o un male.
Oggi, però, mi rendo conto che non voglio iniziare.
Glenn è davanti a me, e mentre lo guardo, la sua espressione è una combinazione di terrore e determinazione.
I suoi occhi brillano di una paura palpabile, e quel pensiero si insinua nella mia mente: oggi potrebbe essere il giorno in cui uno di noi non torna indietro.
Oggi potrebbe essere il giorno in cui le mani insanguinate di un vagante si chiudono attorno al collo di Glenn.
Non posso permettere che accada.
"Veloce, T-Dog!" urla Rick, che è a pochi passi di distanza.
La sua voce è un faro in questo mare di morte e disperazione "Segui il mio esempio!"
Io annuisco, ma non so nemmeno se mi sente.
Con un movimento brusco, mi giro, e un vagante mi sfiora.
La sua pelle è grigia e squamosa, gli occhi bianchi e vuoti.
Un brivido di nausea mi attraversa la schiena.
Non ho tempo per fermarmi a pensare: devo scappare.
"T-Dog!" grida ancora Rick "Siamo vicini al furgone!"
Ma il furgone è lontano e il numero di vaganti che ci circonda aumenta.
Come se avessero fiutato la nostra paura.
Riesco a strisciare accanto a Glenn, e per un attimo, l'angoscia si placa “Possiamo farcela!” gli dico, cercando di incoraggiarlo, anche se so che è solo un tentativo di convincere me stesso “Dobbiamo solo arrivare al furgone.”
Ma Glenn non sembra convinto “E se non ce la facciamo?” chiede, la voce tremante “Se ci prendono, T-Dog, se ci prendono…”
“Non ci prenderanno” rispondo, anche se la mia voce suona più come una supplica che come una certezza.
La realtà è che non posso permettere che ci prendano.
Non posso permettere di diventare un pasto per quei mostri.
Non oggi.
Un vagante ci si avvicina, allungando una mano scheletrica verso di noi.
I suoi occhi, se così si possono chiamare, sono vuoti e senza vita, ma brillano di una fame insaziabile.
“Spostati!” urlo, colpendo l'aria con un pugno, ma il mio gesto è goffo e non fa effetto.
E mentre lo faccio, sento il mio cuore battere all'impazzata.
Ogni fibra del mio essere mi dice di scappare.
"Ci sono troppo vicini!" dice Glenn, terrorizzato.
Lo vedo guardarsi intorno, in cerca di una via di fuga, mentre la folla di vaganti continua a muoversi verso di noi.
Io stesso mi sento soffocare, come se le mani di quei cadaveri stessero già afferrando il mio collo.
“Al furgone, adesso!”
In un attimo, le nostre gambe si muovono come se avessero una volontà propria.
Iniziamo a correre, il furgone si avvicina, ed è come se avessimo trovato un nuovo scopo.
La pioggia aumenta e la strada diventa scivolosa.
Ogni passo è un tentativo di non cadere, e la mia mente corre veloce quanto i miei piedi.
“Il furgone!” grida Rick, e sento la tensione crescere “Più veloci!”
Un vagante si lancia verso di noi, e il mio istinto è di scansarmi “Glenn!” grido, ma lui è già in movimento.
Per un attimo, vedo il suo viso contorcersi in un misto di paura e determinazione.
Il suo corpo è una palla di energia nervosa, e mentre avanza, riesce a schivare un’altra mano che si allunga.
Sono colpita dalla sua agilità, dalla sua forza.
Ma poi, un altro vagante si avvicina, e non posso più guardare.
La folla si sta avvicinando sempre di più, e il mio cuore batte forte, sento il sangue pompare nelle orecchie.
Ma il furgone è lì, finalmente.
È una visione d’oro in un mondo di piombo. Vedo la porta aperta, e non so come ma so che dobbiamo entrarci.
“Corri, T-Dog!” mi urla Rick, e la sua voce è un faro “Adesso!”
Riesco a gettarmi verso il furgone.
L’istinto di sopravvivenza mi guida, e come un razzo, salto dentro, le mani che afferrano il bordo, e mi tiro su.
L’odore di olio motore e di sudore riempie le mie narici.
Ma è un profumo migliore di qualsiasi altro, un profumo di sicurezza. Finalmente, siamo dentro.
Glenn è subito dietro di me, e quando entra, sembra come se avesse appena completato una maratona.
Il suo respiro è affannoso, e la sua pelle è pallida come un lenzuolo “Ci siamo quasi!” dice, anche se non ci credo nemmeno io.
Ma guardo Rick e gli altri, e vedo la loro espressione di sollievo.
Siamo al sicuro, almeno per ora.
“Fate attenzione!” grida Rick, mentre chiude la porta dietro di noi.
Ma il rumore dei vaganti che si accalcano contro il furgone è assordante.
Le mani colpiscono il metallo, e io sento il cuore battere all’impazzata.
“Siamo al sicuro qui?” chiede Glenn, gli occhi pieni di ansia.
“Per ora sì,” dice Rick, cercando di mantenere la calma “Ma dobbiamo muoverci”
T-Dog si siede accanto a noi, la testa tra le mani, e in quel momento capisco quanto siamo stati fortunati a non essere stati catturati.
Non ho ucciso nessuno.
Non oggi.
E, in un certo senso, questo mi rende orgogliosa
“E Merle?” chiedo, interrompendo il momento di riflessione “Cosa facciamo con lui?”
Rick esita, e l’aria si fa pesante. “Non possiamo lasciarlo lì,” dice, ma il suo tono è incerto “Torneremo a prenderlo”
“E se fosse troppo tardi?” chiede Glenn, la voce tremante.
“Non ci sarà troppo tardi,” rispondo, la mia voce ferma, nonostante il panico che serpeggia dentro di me “Dobbiamo pensare a sopravvivere.”
La verità è che, mentre ci sforziamo di restare vivi, ci stiamo anche perdendo.
E mentre il furgone comincia a muoversi, lontano da quel mondo di orrore e disperazione, mi chiedo per quanto tempo possiamo continuare a fuggire.
Fin dove possiamo arrivare prima che i vaganti, la paura e il dolore ci raggiungano.
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