Un'incontro dal passato
Ada era una ragazza madre di trentaquattro anni che viveva con sua figlia Stella di cinque nella città caotica di Milano. Come tutti gli anni, in estate prometteva a sua figlia di portarla in vacanza da qualche parte.
Quei giorni con lei avevano deciso di andare al mare. La madre preparò ogni piccolo dettaglio, essendo una maniaca della perfezione, niente era stato lasciato al caso.
La cosa importante era che dovevano partire per Misano e tutto era pronto nei minimi particolari. Tra due giorni avrebbero trascorso delle belle giornate e lei ne era davvero felice. Anche Stella, lo era, non faceva altro che parlarne da giorni. Ecco, era arrivato il momento.
Presero la macchina e a mezzogiorno partirono. Ada era molto silenziosa, sapeva che andando lì, avrebbe avuto dei dispiaceri, aveva dei ricordi molto brutti legati a quel posto, ma per sua figlia avrebbe fatto un sacrificio. Vedere Stella ridere era la cosa più bella che quel disgraziato le aveva donato.
Dopo tre ore di viaggio, arrivarono a destinazione. Misano non era cambiata di una virgola: pulita, ordinata; con le sue spiagge piccole, la rendevano perfetta per le famiglie. Arrivarono alla pensione Stella Mare, per sua fortuna aveva prenotato mesi fa, altrimenti sarebbero state senza una stanza.
Si guardò intorno e la trovò sempre uguale: pulita, piccola e molto accogliente. Il proprietario di prima era morto e, il figlio che lo ha sostituito, ha mantenuto tutto come prima. Diede a loro la chiave senza neanche dire una parola e, poi le lasciò sole.
Una volta lì nella camera, apritono la finestra della loro stanza. Affacciata al mare, a loro piaceva tantissimo. Quella vacanza stava prendendo la piega giusta, niente poteva andare storto; invece mi sbagliavo di grosso.
Dopo aver cenato e fatto quattro chiacchiere, io e mia figlia si addormentarono serenamente. La mattina seguente, all'alba per la precisione, Ada si svegliò con il canto del gallo: chicchirichì.
Eh già, è tutto come nella sua infanzia e adolescenza. Oggi con Stella, vuole andare al mare dove andava con i suoi amici di sempre e con lui: Luca l'ex amore della sua vita e padre della bambina. Il ragazzo, dopo la nascita di lei, era sparito senza un chiarimento e, non aveva voluto sapere niente di sua figlia.
Ora che era qui, sperava di non incontrarlo, altrimenti avrebbe rovinato tutto il suo equilibrio mentale. La madre sveglia la bambina e, si vestono. Entrambe mettono il costume e, insieme vanno a fare colazione.
Come Ada si siede, nota che nel tavolo c'è una rosa: il suo fiore preferito e il rosa come colore che adora, tanto che ha la canottiera di quella sfumatura. Si guarda intorno preoccupata, nessuno sa cosa le piace tranne una persona: Luca.
Non può essere che sappia del suo arrivo, impossibile non ha avvisato nessuno, eppure quel fiore appoggiato lì non è stato messo per puro caso, lui sapeva.
Per togliersi ogni dubbio, chiamò il cameriere che arrivò in meno di un secondo. <<Mi dica, signora! Qualcosa non va?>> Chiese con gentilezza.
Ada pensò bene cosa dire e poi rispose: <<Qualcuno oggi è venuto e ha appoggiato questa rosa in questo tavolo?>> Aveva il cuore che le martellava, aveva paura di sapere, ma ormai il danno era fatto. <<Sì, un ragazzo sulla tentina è entrato e, senza dire una parola ha messo questo fiore qui, si mi ha solo detto queste due parole: mi chiamo Luca. Ed è andato via senza aggiungere altro!>>
Ada a sentire quelle parole andò in panico, che voleva ancora lui da lei? Sua figlia? O cosa? Stella guardò la mamma stupita, non sapeva che fare e quindi l'abbracciò. <<Mammina tutto bene?>> Chiese innocentemente la bambina. <<Tesoro, certo andiamo, ti porto in un posto che per me è molto speciale!>>
Dopo aver pagato e ringraziato, la madre portò Stella in quel luogo per lei magico. Quando arrivarono, lo trovò magnifico: le sembrava di sentire le voci sue e dei suoi amici quando giocavano a rincorrersi tra di loro.
<<Ehi, mamma!>> Disse Stella toccandole le mano. Ada si destò dai suoi sogni e, guardò il suo tesoro più bello, sua figlia. <<Dimmi, cucciola.>> Chiese allegramente. <<C'è un signore che ci fissa!>> Rispose, indicandolo.
Ada era meravigliata, si voltò verso la parte indicata dalla bambina e lo vide. Era sempre il solito bel ragazzo: alto, capelli castani e un sorriso da far perdere la testa. Non capiva che ci facesse qui, stava per prendere la bambina e andarsene via, quando lui si avvicinò e la prese per mano. <<Aspetta, non andartene, ti prego!>> La implorò, lei non si fidava.
<<Lasciami! Sparisci senza un motivo e, ora pretendi che ti dia retta? Non funziona così! Mi hai lasciato sola con una bambina! Sapevi che eri diventato padre ma non te n'è mai fregato niente nè di me e nè di lei! Ora, pretendi, che ti dia ascolto?>>
Il ragazzo, ascoltò quelle dure parole, ma doveva date una spiegazione e in fretta se non voleva perderle di nuovo.
<<Senti, scusami per tutto, davvero! Ti ho fatto soffrire troppo. I miei mi hanno impedito di starti vicino! Non ti accettavano e ti odiavano. Ma io ti amavo troppo per dare retta a loro e ti ho cercato... Ma non ti ho trovata. Sono ritornato qui, arrendendomi, ma senza mai sposarmi, perché volevo solo te. Tu sei il mio unico grande amore. Ora i miei sono morti e io sono libero da loro. Posso stare con te e amarti e stare con mia figlia, se tu vorrai!>> I suoi occhi erano sinceri. Lei gli credette.
Sapeva che Misano era magica come l'estate. I loro occhi s'incrociarono e, come quando erano adolescenti, le loro bocche si unirono in unico bacio, sigillando il loro amore.
La bambina era felice di questa unione, si avvicinò silenziosamente e, si mise accanto a loro. Ada la notò e, prendendola in braccio, le disse:<<Lui è tuo padre!>> Stella lo guardò intensamente e poi gli diede un bacio. La madre era felice: finalmente si era creata una vera famiglia stupenda e tanto desiderata.
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