XIV - La collana
Cielo, era tardissimo! Avevo passato la notte a leggere e mi ero addormentata all'alba sulle parole finali di Lorenzo.
Non avevo scoperto molto di nuovo, l'odio reciproco fra Lorenzo e suo padre si era già palesato nelle mie letture precedenti. Chissà perché mi aveva invece incuriosito la figura dell'ex fidanzato della madre del calciatore. Accidenti alla mia natura gossippara che usciva sempre nei momenti in cui non ce n'era bisogno! Dovevo concentrarmi sulle indagini, cosa m'interessava sapere delle relazioni avute dalla donna?
Erano le dieci di mattina, dovevo muovermi! Mi pettinai in cinque secondi, non mi truccai, non mi lavai nemmeno la faccia e schizzai in corridoio... ma un bambino in canottiera e mutande su un triciclo mi ostruiva il passaggio.
"Fammi passare, piccolo!"
"No, scantati!" urlò lui con una vocina acutissima e dei modi non proprio gentili
"Ginoooo! Sloggia, la ragazza deve passare!" gli gridò una voce.
Mi voltai, era una donna che aveva un bambino in braccio, uno sul passeggino, uno che le abbracciava il bacino e un altro nella pancia.
"Grazie, signora. Wow, è un maschietto o una femminuccia?"
"Femminuccia, finalmente. Ho già altre quattro pesti."
disse toccandosi il pancione con orgoglio. Le sorrisi, ma i dubbi sulla conversazione che avevo captato fra Giulio Angeli e la.camyyy presero il sopravvento.
Forse avevo capito perché nessun giornale aveva mai pubblicato la notizia della nascita del figlio de la.camyyy: perché non era mai nato. Aveva abortito.
Ma che motivi poteva avere avuto? Poteva permettersi di sfamare un asilo, figurarsi un solo bimbo. Lei e Lorenzo erano giovani, però lui mi era sembrato un tipo con la testa sulle spalle e adorava i bambini. Poteva avere un senso solo se... quello non fosse stato il figlio di Lorenzo!
Ecco il motivo del "colpo di grazia" citato da Giulio, Lorenzo doveva avere scoperto che la sua ragazza lo tradiva! Ma vuoi che fosse stata così sprovveduta? E com'era possibile che lui non se ne fosse mai accorto prima?
Arrivai a casa Strozzi con troppi interrogativi nella testa. Quel giorno fu la.camyyy ad accogliermi
"Flavio ora è fuori, ma è molto arrabbiato: dice che non hai pulito i bagni!"
disse senza troppe cerimonie indicandomi lo spazzolone che qualcuno aveva già portato in corridoio, sicuramente non lei che non si sarebbe mai sporcata le mani. Mi arresi: il dovere prima di tutto, anche se avevo anche un compito da giornalista che lei non poteva nemmeno sospettare.
Quanto erano grandi i bagni di casa Strozzi? Il mio lavoro non terminava mai. Continuavo a fregare lo straccio chinata per terra finché non andai a sbattere contro dei tacchi. Sollevai la testa e vidi la.camyyy, mi aveva seguita.
"Cos'hai da guardare?" chiesi, forse un po' troppo brusca per essere alle sue dipendenze.
"Be', è casa mia, guardo chi mi pare, no?"
sorrise lei scrollando le spalle. Casa mia, anche lei lo aveva detto
"Controllo che tu pulisca tutto." riprese.
"Hai forse dei dubbi?" borbottai.
"Sì, visto che ieri questi bagni non li hai lavati..." insinuò lei. Io ricominciai a ignorarla e a pulire, ma lei non se ne andava, mi guardava appoggiata al lavandino con le braccia conserte e il sorriso ancora dipinto in volto.
Ora capivo perché Lorenzo si fosse innamorato di lei, era una calamita vivente. Anch'io mi sentivo obbligata ad alzare lo sguardo e a fissarla, figurarsi un ragazzo. Non era solo bella, c'era qualcosa in più che forse un po' le invidiavo: quei gesti, quei movimenti molto femminili che erano solo suoi. Forse sarebbe riuscita a essere attraente anche pulendo i pavimenti con la sua leggiadria. Perché Lorenzo aveva scritto a me quando aveva una tipa così a disposizione? Forse non era innamorato di me, ma poveva esserci una ragione differente se aveva contattato dopo anni una giornalista di cui ancora si ricordava dell'esistenza nonostante tutte quelle che aveva conosciuto? Io non la trovavo. O forse aveva scoperto che lei lo tradiva... eppure, facevo una così magra figura davanti ai centosettantacinque centimetri de la.camyyy, davanti ai suoi occhi opale e al suo fisico che dimostrava che aveva in comune con il fidanzato almeno una passione: la palestra. Be', forse la mia posizione ingobbita a lustrare i pavimenti non mi rendeva nemmeno giustizia, ma non c'era paragone, cinque a zero per lei. L'unica cosa che avevamo in comune era che eravamo entrambe more, ma non...
"Se ieri non hai pulito i bagni, cos'hai pulito?" mi fece sobbalzare la sua voce, che amava sempre intromettersi fra i pensieri altrui, sia fra quelli di Lorenzo che fra i miei. No, non poteva scoprire la mia identità segreta proprio lei! Però... La risposta pronta non ce l'avevo!
"Le pareti del corridoio." improvvisai
"Le pareti?" ripeté lei sbalordita
"Sì, esiste un metodo coreano per spazzare la polvere dalle pareti in quattro e quattr'otto! Se vuoi te lo spiego: bisogna prendere..."
"Lascia stare." sbadigliò lei, controllando il telefono senza reale interesse. Scrollava lo schermo con lo sguardo perso nel vuoto, sembrava apatica. Era davvero lei quella che aveva tradito Lorenzo e poi abortito? Sembrava non avesse voglia di fare niente.
Un pianto mi fece sobbalzare. Allora il bambino era vivo, esisteva! Mandai a quel paese mentalmente la.camyyy appena mi accorsi che la lagna proveniva dal suo cellulare.
"Scusa, cara, ti ho spaventata? È una mia amica che mi ha mandato il video di suo figlio, è nato pochi giorni fa. Forse è meglio se levo il disturbo..."
"A te piacciono i bambini, Camy?"
le chiesi di botto continuando a pulire il pavimento che ormai era diventato uno specchio, ma guardandola con la coda dell'occhio per osservare la sua reazione.
"Non so, non ci ho mai pensato. Sai, le donne di oggi non devono per forza essere madri, possono essere anche indipendenti."
si sforzò lei e concluse con soddisfazione il suo ragionamento, le pareva di avere detto la cosa più intelligente del mondo quando doveva solo averla sentita in TV e ripetuta a pappagallo. E poi le avevo chiesto se le piacessero i bambini, non se ne volesse uno.
Era ancora più chiaro che nascondeva qualcosa.
"Tu hai un figlio, cara?" indagò lei.
Come? Si stava ribaltando la situazione! Ero IO che dovevo fare la detective!
"No, sono ancora molto giovane."
"Vedi? Anch'io sono ancora molto giovane."
replicò facendo per andarsene, ma si bloccò sul posto fissandomi la scollatura della maglietta sbalordita. Perché il suo sguardo si era posato proprio lì? Mi toccai il collo e mi guardai il petto d'istinto, mi ero forse sporcata in qualche modo? O forse non si ricordava più dell'esistenza di donne che avevano una taglia del reggiseno inferiore alla quarta? Il mio stupore si tramutò in terrore quando lei mi si avvicinò con una velocità che non credevo possibile sui suoi tacchi e mi aggredì.
"Quella collana non è tua!"
urlò cercando di strapparmela mentre io cercavo di controbattere, ma non riuscivo a parlare bene perché mi stava strangolando con il gioiello.
Ero stupefatta. Lei poteva avere qualsiasi fottutissima collana e infatti ne aveva al collo due che da sole dovevano valere cent'anni del mio stipendio, eppure era impazzita per la mia. Ma era mia, eccome se era mia! Era un regalo di mio zio, ce l'avevo dalla nascita ed era sì di valore, ma sicuro non più di mille euro nemmeno quando era nuova.
la.camyyy era furente e continuava a strangolarmi, nonostante io, dopo un primo attimo di stupore, tentassi di levarmela di dosso.
"Io ti faccio licenziare! Sei proprio una delinquente, entri in casa mia e rubi i gioielli? Io faccio intervenire la polizia!"
"Questa collana è mia!"
riuscii a sospirare quasi soffocando
"Come no! Ridammela subito o ti strozzo!"
"Ma è mia, lo giuro!"
urlai spingendola con le poche forze che mi rimanevano, ma lei non avrebbe mollato la presa finché non le avessi obbedito. Volevo evitare uno scontro peggiore quindi mi sfilai il gioiello, trattenendo le lacrime che non si meritava di vedermi versare, e glielo lanciai addosso. Lei protestò con un grido fin troppo acuto, non potevo averle fatto così tanto male, ma si staccò da me e recuperò la collana che intanto era caduta.
"Licenziami, va bene!" le gridai
"Ma ricordati che quella collana è mia!"
"Non sei nemmeno assunta!"
"Va bene, va bene: poi voglio vedere chi chiamerà il signor Strozzi a pulire, visto che vuole delle persone fidate!"
Lei sbuffò ma si tenne la collana, andandosene scuotendo la testa.
Quel giorno, per via de la.camyyy che mi marcava stretta, non avevo potuto cercare altre carte di Lorenzo. Non ne avrei nemmeno avuto voglia, continuavo a osservarmi a intermittenza il petto spoglio, proponendomi ogni volta di smettere di pensare alla collana. Senza riuscirci. Quel gioiello era una parte di me, simboleggiava il legame profondo fra me e lo zio, le nostre passioni comuni, primo fra tutti il giornalismo.
Non dovevo discutere con lei per la collana, avevo ancora bisogno di restare in quella casa. Chissà se la.camyyy si era mai accorta dell'esistenza dei fogli di Lorenzo? Non lo credevo, aveva le bucce di banana sotto agli occhi.... a meno che non si trattasse di oggetti luccicanti, era una gazza umana.
Chissà, forse aveva visto Lorenzo scrivere il diario seduto alla scrivania dello studio, ma, invece di chiedergli cosa stesse combinando, doveva avergli preso le spalle da dietro massaggiandogliele, dicendogli
"Ancora con questi fogli, Lory? Non possiamo passare la serata in casa, andiamo a una festa... O è una cosa così importante quella che stai facendo?"
Lui avrebbe un po' indugiato, poi si sarebbe voltato verso la fidanzata sorridendo
"No, non è nulla di che. Dove vuoi andare stasera?" e avrebbe chiuso il diario. Le cui pagine però ora erano sparse per tutta la casa. Anche quello era un bel mistero, che senso aveva?
Su una cosa, però, Lorenzo Strozzi, potevi stare certo: quei misteri li avrei scoperti tutti!
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