XII - Una conversazione misteriosa
Ero ancora sul letto di Lorenzo Strozzi e avevo perso la concezione temporale.
Mi sorpresi accarezzare la parte del letto dove sarebbe stato lui, l'avevo forse fatto per tutta la durata della mia lettura. Ritrassi la mano incerta, un filo imbarazzata, come se l'avessi accarezzato davvero, come se fosse stato davvero al mio fianco. Mi era sembrato di avvertire la sua presenza, nella mia testa la sua voce pacata che avevo ascoltato con piacere nelle interviste mie e di colleghi più importanti, era risuonata per tutta la durata del racconto.
Non credevo che Lorenzo scrivesse così bene, insomma, aveva frequentato la scuola pubblica di Roccabianca e un istituto tecnico alle superiori, però...
mi era piaciuto. Solo la protagonista femminile mi lasciava dei dubbi: insomma, se ci fossi stata IO fra le braccia di Lorenzo... Oh mamma! Cosa andavo a pensare? Io dovevo occuparmi delle indagini! Un calciatore belloccio come crush a ventiquattro anni suonati anche no! E per giunta morto! Mi ero innamorata di James Rodriguez, ma... ero una ragazzina delle medie! Non avevo niente di più realistico a cui pensare? Stavo regredendo? A stare in quella stanza avevo preso in prestito i neuroni de la.camyyy?
Oddio, la.camyyy!
Sentii dei rumori là fuori: il signor Strozzi era uscito, quindi... restava solo lei! Calma, Vittoria: finché eri nella camera di Lorenzo, non correvi alcun pericolo visto che tutti credevano fosse ancora chiusa a chiave. Però non dovevo rischiare lo stesso: non avendo le tasche, nascosi i fogli piegati dentro i pantaloni, sperando che nessuno se ne accorgesse.
Mentre li sistemavo, mi accorsi che là fuori non c'erano solo dei rumori, ma anche delle voci: una ormai la conoscevo, era quella de la.camyyy, mentre indovinate di chi poteva essere l'altra? La voce era la sua, era ancora lui... Giulio Angeli! Cosa ci faceva sempre in quella casa?
" Che appunti hai preso, oggi?" sentii chiaramente la voce della ragazza.
In che senso appunti? Giulio frequentava forse l'università? la.camyyy l'avevo esclusa a priori, l' università non mi sembrava il luogo adatto a lei.
" Bah, nulla di nuovo. Ha ripetuto le stesse cose della volta scorsa."
bofonchiò lui, poi le voci si fecero un po' più distanti, dovevano avere attraversato il corridoio ed essere andati a chiacchierare nella stanza degli ospiti dove ora viveva la.camyyy.
Volevo ascoltarli!
Aprii uno spiraglio della porta della camera di Lorenzo, pregando che non mi scorgessero.
"Quindi non hai scritto niente? Lo sai che questi appunti sarebbero fondamentali per lui!"
"Già, per lui..."
Lui chi? Silenzio. Uno di quei silenzi pesanti, difficili da ingoiare.
la.camyyy sospirò
"Mi sento così sola, Giulio..."
"Non so... prenditi un cane? "
Ma esisteva una persona intelligente, in quella casa? Che cavolo di consiglio era "Comprati un cane?"
"Un cane, come no!" si stizzì la.camyyy e questa volta non aveva tutti i torti "Pensi che un nuovo Dirk possa colmare il vuoto lasciato da una persona?"
Dirk! L'avevo dimenticato! Lorenzo aveva scritto di essere partito con lui, eppure l'animale non era stato ritrovato da nessuna parte, nemmeno nell'auto parcheggiata a circa un chilometro di distanza dal luogo del fattaccio, vicino al bosco. Questo mi faceva dubitare ancora di più del suo suicidio: Lorenzo non era fatto così, Lorenzo non avrebbe abbandonato il suo cane e il suo cane non avrebbe abbandonato lui. Il mistero s'infittiva ancora di più!
Tornai ad ascoltare la voce piatta di Giulio Angeli
"Certo che dev'essere stato difficile per te: prima tuo figlio, ora Lorenzo."
Mi appoggiai alla maniglia rischiando di perdere l'equilibrio e di spalancare la porta della camera di Lorenzo.
Suo figlio? la.camyyy aveva un figlio? Quella... quell' irresponsabile lì? E un figlio che... era morto? Che altro senso poteva avere quella frase?
Nonostante fossi scioccata, ebbi la prontezza di estrarre il cellulare e registrare le loro voci. Forse sarebbero state lontane, ma non potevo perdermi nemmeno una lettera di quella conversazione.
"Non immagini quanto. Ma penso di avere fatto la scelta giusta, con il bimbo."
Come scelta?
"Insomma... è anche colpa della tua decisione se siamo in questa situazione!" rise Giulio Angeli.
"Perché dici questo?"
"Perché quello per Lorenzo è stato il colpo di grazia, non lo capisci? Solo una persona che ha la sensibilità di un serial killer non ci arriva." disse Giulio Angeli e mi sembrava dal suo tono che stesse alludendo a qualcosa. Io, dal canto mio, non ci stavo capendo più niente.
"Cambiamo discorso!" esclamò la.camyyy infastidita.
"La verità fa male, non è vero?"
"Giulio! Smettila!" si alterò lei.
Non riuscivo a capire che rapporto ci fosse tra i due. Perché Giulio Angeli era sempre in quella casa, se poi litigava con la.camyyy?
"Va bene, va bene." concluse lui, e vidi la sua ombra in corridoio.
Mi ritrassi nella stanza di Lorenzo.
"Dove stai andando?" chiese la ragazza stupita.
"A casa mia."
"Te ne vai così?" aggiunse forse delusa.
"E come devo andarmene? Sono venuto in auto, me ne vado in auto."
rispose il calciatore già in corridoio, lo vedevo dal buco della serratura. Doveva essere un tipo che forniva risposte stupide e logiche allo stesso tempo.
"Ciao, ci vediamo..."
"Aspetta, esco anch'io!" lo prese per un braccio la ragazza.
"Dove vai di bello? Lo sai che non puoi uscire, sennò ti sparano." rise da solo Giulio Angeli.
la.camyyy lo fulminò con lo sguardo "Non è carino fare battute del genere ora."
"Su questo hai ragione, ma lo sai come sono fatto: più una cosa è tragica, più provo a riderci sopra." continuò a ridacchiare, slegandosi dalla sua presa e andandosene.
"Aspetta, andiamo via insieme!"
"Ma è casa tua! Hai paura di perderti?"
si esasperò lui e da quel momento non riuscii più a sentirli, erano ormai troppo lontani da me.
Dopo qualche minuto uscii anch'io dalla camera di Lorenzo. Fantastico, avevo ascoltato una loro conversazione per intero senza capirci nulla. Per fortuna li avevo registrati, magari quelle informazioni così enigmatiche mi sarebbero state utili in futuro.
E, a proposito di registrazione, Giulio Angeli era l'unico ad avere quel vocale, che secondo me era la chiave di tutto: come avrei fatto a entrare in possesso del suo cellulare?
Anche quella notte non riuscivo ad addormentarmi, colpa di Metti la canottiera che rimbombava nelle camere per nulla insonorizzate dell'affittacamere di Natasha.
Sospirai: potevo almeno cercare di rendere utile quel tempo rubato alla notte.
Presi i fogli di Lorenzo che avevo lasciato a terra vicino al letto visto che non c'era nemmeno un mobile o un comodino su cui poggiare i propri oggetti. Appena tornata nella mia stanza, non avevo nemmeno avuto voglia di cercarne uno, volevo solo toglierli dai pantaloni. Prima di iniziare a leggere, però, riascoltai le voci che avevo registrato quella mattina.
Non era un'attività molto... ehm, legale, però mi serviva per scoprire qualcosa di più sul caso Strozzi... e forse anche per farmi i fatti loro visto che ero piuttosto curiosa.
Cercai su internet se la.camyyy avesse un figlio, ma non mi uscì nessuna notizia, nemmeno dei rotocalchi di gossip. Strano, molto strano.
Era stato Giulio Angeli a nominare per primo questo fantomatico "figlio" e la ragazza non aveva smentito, anzi, aveva aggiunto dei dettagli, diceva di avere fatto la "scelta giusta". Un figlio di cui nessuno aveva mai parlato, un figlio tenuto nascosto, che aveva dato il colpo di grazia a Lorenzo e che nessuno conosceva.
Tranne Giulio Angeli.
Lui stesso aveva paragonato la.camyyy a un serial killer. Un dubbio mi fece gelare il sangue: e se la.camyyy avesse davvero ucciso suo figlio? E una capace di un simile gesto sarebbe stata in grado anche di ammazzare il suo ragazzo... mi sfuggivano però il perché e il come.
E soprattutto il quando, visto che nessuno aveva mai parlato di questo bambino. Sembrava non essere mai esistito. Era un rebus che non riuscivo a risolvere.
Decisi che ci avrei riflettuto in un altro momento: dovevo ancora leggere la parte del diario che Lorenzo aveva scritto su suo padre. Mi sistemai sul letto scricchiolante, così diverso da quello su cui mi ero coricata qualche ora prima, pronta a ricominciare la lettura.
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