Una strega superdotata (Parte IV)

Lo vide farle un cenno con il capo e dirle, molto serio, come sempre -Sdraiati e alza a maglia.-

La bruna alzò un sopracciglio, decisamente poco convinta -Eh?-

-Stai fantasticando, streghetta? Se vuoi usare la magia senza bacchetta, dovrai comunque mostrarmi la pancia. Quindi... decidi se la cosa ti interessa ancora o meno. Per me non ci sono problemi.- e assunse un'aria tronfia, mentre lei continuava a fissarlo, scontenta -Vuoi vedere il mio nucleo magico?- e si sdraiò, rabbrividendo sulla pietra e alzando però la maglia, facendola salire fin sotto i seni.

Entrambi sgranarono gli occhi nel vedere cosa i Residui avevano reso visibile -Ma perché nessuno mi ha mai parlato di tutta questa roba?! È assurdo che non facciano delle lezioni apposite!- lamentò Monica, mentre Darco muoveva la mano verso la cresta iliaca del bacino, correndo con le dita sulla pelle olivastra, giungendo fino all'ombelico. Il suo corpo era totalmente percorso dal sistema di conduzione.

-Allora... sollevati, altrimenti non vedi.- le disse lui, mentre guardava con attenzione. In realtà non ne aveva mai visto uno così ben sviluppato.

-Il sistema di conduzione è costituito da due nuclei magici, prima di tutto. Quello principale, posizionato qui, sotto il processo xifoideo del manubrio sternale.- e posizionò tre dita sulla bocca del suo stomaco -E uno qui giù, di poca importanza per i maghi, solitamente, fra il basso ventre e l'inizio del pube- E mosse le tre dita verso il bordo della gonna a balze della divisa, notando solo in quel momento le gambe nude, una era piegata sulla pietra.

-Il secondo nucleo è chiamato Nucleo di Accumulo, per due motivazioni molto semplici. L'Aura Magica, quando viene utilizzata, può essere rigenerata solitamente in una sola modalità, ovvero con il riposo e, il riposo, per noi creature umanoidi, si ottiene o da seduti o direttamente da sdraiati, per cui, quando le gambe si trovano in una di queste due posizioni, il nucleo di riposo rigenera la magia raccolta al livello degli arti inferiori e la trasporta al nucleo centrale.-

Le spiegava mentre le indicava gli intricati vasi che dal piede correvano robusti e spessi come radici verso le anche della ragazza, raccogliendosi e aprendosi come delle fronde nel suo bacino dove una luce verde intenso riluceva. Da quel nucleo inferiore si muovevano poi altre sottilissime ramificazioni che poi si raccoglievano al nucleo centrale, luminosissimo e pulsante. Da questo si dipartivano nuove radici, al livello dei seni e delle spalle che correvano quindi lungo le braccia, ma sorprendentemente anche lungo il collo. -Dal nucleo centrale, la magia viene raccolta da questi altri vasi che poi la portano alle tue mani, luogo da cui poi effettivamente esce... ma anche al collo.- si sorprese lui stesso mentre la descriveva.

Monica in quel momento poté notarlo molto affascinato dalla cosa, vedeva nei suoi occhi un vero amore verso la magia e le sue particolarità, un amore che certo condividevano, anche se a lui cambiava totalmente i lineamenti del viso, rendendolo... semplicemente felice.

Dovette spostare un attimo il viso a quel punto, perché era stata improvvisamente attraversata da un profondo senso di empatia per lui.

Se era sparito per così tanto tempo dalla sua famiglia per inseguire il suo grande amore, l'unica cosa che lo faceva davvero sentire così bene... non poteva proprio deprecarlo.

Anche perché per lei... era esattamente la stessa cosa.

Quando si accorse di avere il volto fra le mani di lui, e di vederlo decisamente fin troppo vicino, scattò indietro con la testa e sbatté contro il masso -AHI!-

E Darco fece scattare un sopracciglio, allibito e irritato -Che ti sta prendendo? Apri gli occhi e guardami! Penso di aver visto...-

E le prese di nuovo il volto, tirandole con i pollici la palpebra inferiore e quella superiore dell'occhio destro per vedere le sue iridi -Ma che fai??- biascicò lei, scontenta.

-Vuoi guardarmi o no?! Non ho intenzione né di limonarti né di accecarti! Sta' ferma! Ah...!- sospirò infastidito, vedendo lei quindi guardarlo, finalmente, e tappare la bocca.

-Diavolo... è proprio una papilla.- lo sentì commentare sorpreso, a quel punto, lasciandole improvvisamente il capo e muovendosi a guardare la sua mano, il palmo però. I vasi percorrevano intrecciati come serpenti il braccio, aprendosi poi nelle mani con delle ramificazioni sottilissime, che però si illuminavano proprio sulla cute, come delle piccolissime stelle.

-Oh, e queste?? Non c'erano all'inizio!- Ebbe da dirgli lei, vedendolo attraversarle il palmo con le dita e muovere la bocca. Stava contando.

Le lucine erano tantissime su entrambi i palmi, nel destro persino di più, ma erano presenti anche su ogni polpastrello, anche se una lucina per ognuno.

-Non c'erano perché appaiono dopo, se presenti.- le spiegò il compagno, anche se si vedeva che era del tutto preso dalla cosa. Lo vide sgranare gli occhi anche quando le prese le dita e tastò i suoi polpastrelli, vedendo le piccole lucine brillare intensamente.

Monica aveva ripreso quindi a guardarlo, in attesa di spiegazioni e lui, rendendosene conto dopo un momento di breve silenzio, decise di parlare.

-Come hai visto, la magia si rigenera dalle gambe, viene raccolta nel nucleo di Accumulo e trasportata al tuo vero e proprio Nucleo Magico, al livello dell'anima, che si trova fusa ad esso. Da qui la magia, quando deve essere espressa dall'individuo, attraversa i diversi vasi e giunge fino alle mani da cui viene emessa. Nel caso di maghi e streghe, generalmente questi non possiedono queste lucine che vedi, che sono chiamate Papille Auree, ma hanno delle rare diramazioni che si esauriscono nel palmo così come avviene nei piedi, ad esempio.- e lei spostò lo sguardo, con aria interessata nel vedere l'enorme differenza che c'era.

-Quando però un mago possiede la propria bacchetta...- e le cedette di nuovo lo strumento magico, permettendole di prenderlo in mano e stringerlo -L'Aura magica viene attratta dal nucleo della bacchetta, se è quello giusto, e riesce ad attraversare in maniera ottimale il legno, senza alcuna dispersione magica. È per questo che le bacchette devono essere le giuste bacchette per il mago, altrimenti l'Aura magica che è direttamente influenzata dall'Anima dell'individuo, non può esprimersi secondo la sua volontà e il suo carattere.- le spiegò, guardandola negli occhi e vedendola molto attenta e interessata. Anche se forse il tutto era favorito dalla piega felina dei suoi occhi.

-Io però sono diversa dai maghi normali, no?- gli domandò quindi, arrivando al punto della questione e non riuscendo a non celare un'espressione semicompiaciuta. Un'espressione che però non lo toccò stavolta -Decisamente sì. E vorrei proprio saperne il motivo. I tuoi genitori sono maghi?-

-Sì.- asserì semplicemente lei, fissandolo con espressione spenta e lui strinse le palpebre, sollecitandola e inclinando il capo, visto che gli sembrava una risposta datagli in automatico, recitata -Sì??-

-Sì!- ribadì però lei, stavolta, decisa ed eloquente. In quel momento sembrava molto convincente invece, anche se probabilmente era dovuto alla grandezza sproporzionata dei suoi occhi. Non doveva poi dimenticare che era una Serpeverde e se c'era qualcuno che sapeva mentire, erano proprio loro. Peccato che lui non ci fosse minimamente cascato, ne conosceva molti altri bravi a nascondere la verità.

Tornò però a guardarle il palmo e le spiegò -Le papille sono presenti in pochissimi maghi estremamente dotati, ad Albus Silente, ad esempio, ne sono state trovate ventidue, anche se aperte erano solo sei, alla fine della sua vita. Per questo mi sembra davvero improbabile che tu sia una semplice strega.- sottolineò, vedendola fare spallucce e rispondergli, rilassata -È così, però. Io quante ne ho? Sembrano più di ventidue.-

Osservò lei e quello capì che insistere non gli sarebbe servito a niente in quel momento, per cui decise di lasciar perdere i suoi dubbi, anche se avere la consapevolezza di stare aiutando una bugiarda, lo infastidiva parecchio -Una settantina in questa mano, nell'altra meno, ma è normale visto che sei destrorsa. Anche se non è certo la cosa più strana...- parve quasi lamentare, mentre le tastava di nuovo i polpastrelli, scuotendo il capo.

-Cosa c'è?!- gli chiese per cui lei, sembrava le stesse per dire che aveva una malattia incurabile.

-Hai anche tutte le papille digitali... e, cosa più assurda, le due papille visive, concesse, sappilo, solo ai Demoni Purosangue... oltre che ai figli della Leggenda e la Principessa delle Fate.-

Lei quindi serrò la mascella, assumendo un'espressione visibilmente più impensierita, non stava gongolando ancora.

-Silente non le aveva?-

-Aveva solo una papilla digitale, chiusa.-

Darco quindi fece per domandarle di nuovo dei suoi genitori ma la vide tornare presto su di lui e domandargli -Che vuol dire "aperto", "chiuso", che cosa cambia?-

Il Malfoy sapeva che la ragazza non gliela stava raccontando giusta, anche se era strano che non stesse ancora compiacendosi della nuova scoperta. Era molto più simile a un Demone o un Angelo che non a una Strega, magicamente.

-Le tue sono tutte chiuse con una porzione convessa che dà all'esterno. Finché sono quindi chiuse sono chiamate Papille Auree, da aperte, Fori o Pori dell'Aura. Quando quindi una Papilla viene aperta, la magia esce molto più facilmente dalle dita, tanto da rendere la bacchetta superflua. Questo è ciò che succede dai mezzodemoni in su.-

Le spiegò, vedendola alzare ambedue le sopracciglia -Quindi, se trovassi il modo di aprirle... potrei usare la magia senza bacchetta senza problemi??-

-Naturalmente no.-

Quella replica lapidaria e severa, spense velocemente il rapido entusiasmo che aveva brillato negli occhi della strega e che aveva soppiantato il breve momento di introversione che aveva avuto, celando le sue reali emozioni al compagno.

La vide storcere la bocca e le rispose -Oggi volevo cercare di forzare i tuoi vasi al loro ultimare, in modo tale da creare delle crepe al livello palmare, dove l'involucro è meno resistente, così da permettere alla magia di... sfiatare, come si suole dire in questi casi.-

E Monica corrucciò lo sguardo -Ma se l'avessi fatto... sarei riuscita a fermare la magia?-

E lui tornò a guardarla, perplesso -Certo che no. Saresti divenuta una persona che tende a stancarsi magicamente molto in fretta, che ogni tanto avrebbe lanciato incantesimi senza volerlo... ma non avresti avuto più bisogno della bacchetta, dopo un buon allenamento.- le spiegò, molto rilassato mentre lei sgranava gli occhi, allibita -Mi auguro che me l'avresti detto prima di fare una cosa simile!!-

E quello corrucciò lo sguardo, fintamente perplesso -Come sarebbe? Non eri pronta a tutto per usare la magia senza bacchetta??- le domandò, pieno di sarcasmo e lì, la vide assottigliare lo sguardo, avvicinandosi a lui, vittoriosa -Certo, e solo perché ero fermamente convinta che fosse una cosa che potevo fare e... oh, ma guarda! Non sono una strega come tutte le altre! Sono persino meglio di Albus Silente in persona! Riassunto: avevo ragione.- gli spiattellò con boria, riuscendo finalmente a piazzargli in faccia la sua espressione più fastidiosa e straripante di compiacimento, quella che stava ormai aspettando da un po'. Sapeva che non sarebbe riuscita a trattenersi per molto. I Serpeverde godevano del piacere offerto dalla vendetta più di chiunque altro.

Darco, dall'iniziale espressione furba data dal fatto di aver pensato di essere riuscito a far uscire fuori le sue reali paure, dopo la replica di lei, assunse un'espressione sempre più annoiata e le domandò, quando ebbe terminato -Hai finito? Inutile dire che senza di me non potresti fare comunque un bel niente e che sei nata con un discreto potenziale, niente di più. Senza un intervento esterno resteresti comunque una normalissima strega, carissima. Sempre che tu lo sia e ancora non ci credo, per la cronaca.- e assunse un'aria abbastanza falsa, mostrandole di nuovo le sue perplessità.

Monica assottigliò lo sguardo e strinse la mascella, irritata -È così e se non vuoi accettarlo perché ti è troppo difficile ammettere che sono la strega con il miglior potenziale mai esistita, non posso proprio aiutarti, carissimo.- lo beffò, continuando poi, visto che non aveva la benché minima intenzione di approfondire quell'argomento -Chi ha aperto a Silente le sue papille?- gli domandò dunque.

-Ci è riuscito da solo, con lo studio.-

-Quindi potrei riuscirci anche io.- continuò lei, che immaginava già quella replica. Darco la osservò e fece spallucce, noncurante -Potrebbe essere.-

La bruna, notando che era stitico di complimenti, anche se non erano certo quelli che andava cercando in lui, annuì -Sarà così, se non vuoi aiutarmi, Darco. Abbiamo capito entrambi che ho tutte le capacità per riuscirci, quindi... adesso la scelta è tutta tua.-

Stabilì la bruna, rigirandogli la frittata in un modo che il Malfoy non aveva certo previsto. Doveva dirle lui che voleva allenarla.

E lo fissava... lo fissava con quell'insopportabile espressione soddisfatta, come se già sapesse cosa le avrebbe risposto! Cosa avrebbe ottenuto da quel sottile ricatto. Aveva visto nei suoi occhi come era rimasto affascinato nel vedere un sistema di conduzione aurea così ben sviluppato e definito, come sapeva ormai di avere un potenziale che a nessun mago, fino a quel momento, era stato offerto.

Un potenziale che con il suo aiuto avrebbe potuto brillare come nessun altro.

Peccato che non sapesse proprio con chi aveva a che fare.

-Albus Silente ha aperto i suoi pori ben oltre la metà della sua vita mortale, cara... che ti ricordo essere stata allungata sensibilmente dagli elisir di lunga vita offertigli dal suo amico Nicholas Flamel e da mio nonno, quando l'ha riportato in vita. Considerando poi il legno martire che ti è stato affibbiato...- strinse le labbra, guardandola con compatimento, riuscendo nuovamente a infastidirla -Dubito che vivrai abbastanza per vederli aprirsi ma... sei liberissima di provarci.- e fece spallucce, rilassato e compiaciuto.

Erano certamente arrivati alla conclusione di voler entrambi continuare l'allenamento. Lui era decisamente troppo curioso, lei voleva ottenere il risultato tanto ambito il prima possibile.

Monica rimase impassibile davanti a quella replica, poi scosse il capo, storcendo la bocca -Non sono orgogliosa quanto te, per mia fortuna. Vorrei che mi aiutassi ad aprire queste papille, Darco.-

Ultimò, sospirando e offrendogli il trofeo verbale che tanto voleva. Aveva vinto lui... quindi quel giorno erano certamente pari.

Lo vide sollevare il mento, gradito finalmente dall'essere riuscito a obbligarla a prostrarsi. Cosa che lo rese, se possibile, decisamente più insopportabile... e non meno affascinante, suo malgrado.

-Bene. Sverginerò queste papille nella stessa maniera in cui avrei creato delle crepe nel tuo sistema di conduzione, ma queste potrai imparare a gestirle con l'allenamento, così da non lasciar sfiatare la magia e da controllarla anche a riposo. Tuttavia, questa è una possibilità, la più auspicabile. L'altra è che tu non riesca a gestire questi pori perché in realtà non hai alcun tipo di percezione nei loro confronti e questo ti porterà ad essere una mina vagante, con un'Aura che potrebbe impazzire quando meno te lo aspetti.- le spiegò con naturalezza, mentre lei aveva battuto gli occhi con sorpresa davanti alla scelta del verbo.

La seconda opzione non l'attraeva in nessun modo, chiaramente -Quante possibilità ci sono che...-

-Questa è una cosa che dipenderà totalmente da te e dal tuo corpo. Non è una cosa che si può prevedere in alcun modo.- chiarì lui, lapidario, osservandola con attenzione. Si sarebbe tirata indietro?

Poco prima, al pensiero che la sua Aura sarebbe potuta uscire senza controllo, non le era parsa affatto ben propensa... e invece in quel momento sembrava stare pensandoci.

-Ma dipenderà comunque solo da me.-

-Dal tuo impegno e i tuoi limiti fisici. Certo è che capiremo se tutta questa convinzione che hai è fondata o solo frutto della tua boria.- la pizzicò, compiaciuto, vedendola lanciargli un'occhiataccia -Allora facciamolo.-

Darco sollevò il mento, apparendo forse poco più soddisfatto di prima, come se avesse ottenuto una vittoria di cui lei non sapeva niente, ma non le disse nulla sul momento. Le fece un cenno col mento e ordinò, gelidamente -Sdraiati di nuovo, questa la tengo io.- e iniziò a sfregare le dita della mano destra sul palmo della stessa, mentre con l'altra le riprendeva la bacchetta e la vedeva coricarsi sul masso, mentre lui ci saliva sopra e l'affiancava, seduto verso di lei.

-Forzare e trapassare le papille è un'azione piuttosto dolorosa, visto che non è naturale. E avverrà prima qui...- le indicò il suo nucleo centrale, dicendole poi -La mia Aura uscirà dal mio palmo e premerà sulla tua papilla principale, che differisce da tutte le altre per la sua concavità, che è verso l'interno, quindi accoglierà prima la mia Aura e, al seguito, verrà squarciata dalla pressione che eserciterò su di essa, divenendo propriamente un varco di entrata.- la vide deglutire, forse un po' atterrita dalle parole che stava scegliendo per descrivere le sue azioni.

-Una volta giunta alle tue papille palmari...- continuò lui, prendendole la mano -Premerò su tutte quante e, quanto più sarai in grado di resistere, tante più papille riuscirò ad aprirti. Sappi che io potrò riuscirci solo e soltanto questa volta, perché quando inizieremo il vero allenamento, la mia Aura utilizzerà direttamente le papille aperte, non forzerà più le altre, per cui... spero tu non abbia fatto colazione.-

-Avrei voluto saperlo prima, come tante altre cose!- tenne a sottolineare però la ragazza, visto che, se avesse avuto un paio di scarpe da tennis, sicuramente non sarebbe scivolata nella buca.

-Dovrò cercare un'altra Area Totemale se vuoi tornare in un altro momento e, sai, non so proprio quanto potrei metterci. Sono... estremamente impegnato, purtroppo.- le disse, con enorme e palese falsità e lei assottigliò lo sguardo, minacciosamente -Vai e piantala, sei veramente insopportabile.- non riuscì a trattenersi stavolta, mentre lui non rispose e trattenne un sorrisino divertito.

Sì, si stava divertendo, suo malgrado. Consapevolezza che lo lasciò per un momento disturbato, così tornò serio e spostò lo sguardo.

Poggiò presto il palmo della mano alla bocca del suo stomaco, mentre le dita si distendevano sotto la maglia e il reggiseno, sfiorando il bordo inferiore dei seni.

Mosse le dita e il palmo per posizionarlo al meglio e poi le disse -Torna un po' indietro e cerca di tenere il torace il più in alto possibile, deve essere aperto e tu devi essere totalmente rilassata.- le disse, premendo le dita della mano sinistra sui suoi addominali definiti, tenuti in tensione per l'agitazione.

-Se non dovessi resistere abbastanza per riuscire ad aprire le papille?-

Gli domandò, finalmente svelando un po' di paura. Darco alzò gli occhi violetti su di lei, che però fissava il soffitto, molto seria. Non sembrava impaurita però, probabilmente voleva solo conoscere il suo destino -Se vorrai riprovare, dovrai comunque aspettare che trovi un'altra Area Totemale. I Residui di una determinata Area sinaptano con lo stesso individuo una sola volta nella vita.- le spiegò, vedendola annuire rigidamente -Okay.-

Darco quindi tornò a guardare il suo sterno, poi il suo ventre, notando come pulsava vistosamente la sua magia.

-Ti verrà istintivo da piegarti e da contorcerti, vuoi che ti leghi?-

Le chiese, con la solita naturalezza e stavolta la bruna fu costretta a spostare gli occhi su quelli di lui, inquietanti visto che il suo viso era buio rispetto alla luce emanata dai Residui alle sue spalle. Ci aveva visto giusto quel giorno, quando aveva notato il suo compiacimento nel legarla al corrimano.

-Sì.- gli rispose, giusto per sondare se le sue teorie erano o meno giuste. Lo vide poggiare la mano sul masso e da essa ne uscirono una moltitudine di liane che prima si avvolsero attorno al grande altare poi, da sotto, le afferrarono i polsi e la spinsero indietro, costringendola a inclinare profondamente la schiena -Ehi! Che stai facendo?!-

-Il tuo torace deve essere ben sollevato.- le ripeté mentre altre liane correvano ad afferrarle le caviglie, tirando le gambe.

-Rilassati, lascia che ti tirino, non fare resistenza.- le disse quindi, scaldando di nuovo la voce, in una maniera che le diede di nuovo i brividi.

No, quel tipo non era normale per niente.

Le stava tastando i muscoli dell'avambraccio e del braccio, per poi voltarsi, ruotare con la schiena e palparle prima il polpaccio, poi la coscia, vicino al ginocchio -Rilassati, ho detto. Se entrerai in tensione le tue difese magiche si irrigidiranno, la pressione che eserciterò dovrà aumentare e ti farò più male, tanto da spingerti a chiedermi di smettere prima del necessario.- le spiegò, tornando a guardarla, sempre molto professionale però, cosa che le fece iniziare a pensare che stava forse un po' viaggiando con la fantasia.


Spazio Autore

E continua il nostro allenamento, ragazze! Spero proprio vi sia piaciuto anche questo capitoletto! In settimana mi auguro di riuscire a recuperare qualche capitolo con le recensioni!  Il prossimo sarà Sabato! Baci!!

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