Una strega superdotata (Parte I)
Eva non aveva chiuso occhio quella notte e non perché lo strano momento che stava vivendo in quel periodo le desse pensiero, ma perché qualcosa di inaspettatamente interessante aveva attirato la sua attenzione.
Sapeva leggere, chiaramente, come anche scrivere. Ciò che non sapeva era che ci fossero letture che potevano riuscire a catturare le menti in maniera così rapida e sorprendente. Come se la lettura, in qualche modo, riuscisse a renderle vivide.
Stava leggendo "Orgoglio e Pregiudizio" un'interessante storia d'amore che vedeva come protagonisti due personalità davvero forti e determinate.
E, quando aveva ormai finito di leggerlo, dopo aver chiuso il libro con un sorriso, aveva scosso il capo, ritenendosi una stupida nell'aver fatto scorrere ore della sua vita in maniera così frivola. La lettura era riuscita a cancellare tutto il resto.
Non c'era niente di magico fra quelle righe, nessun incantesimo, eppure i contenuti avevano sortito il medesimo effetto.
"Che cosa assurda..."
La sua porta era socchiusa come sempre e, notando che era ora di colazione, decise di uscire. Indossava una vestaglia che le stringeva un po' il seno, visto che era di Tiara e lei non era particolarmente prosperosa, ma non era abituata al pudore, cosa che non l'aveva spinta alla ricerca di un reggiseno.
Raggiunse la cucina, notando in quello stesso momento uscire Dracula dalla sua stanza.
La raggiunse, offrendole un'occhiata pacifica, quasi affettuosa e la salutò -Buongiorno, Zucchero.-
Lei accennò un sorriso, davanti al soprannome -Ciao, Vlad...- affiancati poi varcarono la soglia della sala, dove cucina e salottino erano uniti.
Eva si prese del latte e lo mise in una tazza, facendolo scaldare fra le mani, poi vi aggiunse del cacao in polvere, come le aveva mostrato Tiara. Era il suo cibo preferito, per il momento. Vladimir invece si fece del caffè.
Erano silenziosi entrambi la mattina e la cosa sembrava piacergli reciprocamente. Si assomigliavano un po', per certi versi.
Lui non aveva peli sulla lingua perché non gli importava affatto del parere altrui, lei non ne aveva perché non sapeva di doversene preoccupare.
Erano certamente due disadattati, ma in quella famiglia forse l'unica persona normale era Tiara.
Andarono a sedersi al tavolo, l'uno a fianco all'altra. Lui aveva il suo giornale davanti, come ogni giorno e lei stava annusando il buon odore del latte al cioccolato, non potendo ignorare i propri muti ragionamenti.
In quei giorni aveva osservato con attenzione i diversi membri della casa, non era riuscita a farne a meno, visto che era solita analizzare ogni situazione le si parasse davanti.
Axel e Tiara erano una coppia, anche se le erano apparsi un po' differenti rispetto alle coppie di cui aveva letto nei suoi libri. Lei appariva la docile fidanzata piena di attenzioni, cure amorevoli e gesti d'affetto... lui invece era diverso. Le era subito apparso una persona molto solitaria, prima di ogni altra cosa, non si esponeva in eccessive chiacchiere con la fidanzata, non parlavano di niente che li comprendesse in maniera esclusiva. Di rado li aveva visti scambiarsi effusioni, baci, abbracci, dichiarazioni d'affetto. Probabilmente erano molto riservati e se ne occupavano in camera da letto, anche se a lei non sembrava, faticava quasi ad immaginarli... anche se non poteva proprio definirsi un'esperta di quell'argomento.
-A che pensi, Zucchero??- le domandò a quel punto il Vampiro, probabilmente risvegliato dal caffè.
Eva spostò gli occhioni magenta su di lui e fece spallucce, dicendogli -Axel e Tiara sono una coppia normale?-
Gli domandò, con la solita innocenza che lo divertiva. Lo vide lasciarsi sfuggire una mezza risata e le rispose -La normalità non esiste, tesoro.-
Ovviamente non aveva ottenuto una risposta esauriente, come succedeva spesso con lui e storse la bocca, senza dire null'altro.
Vladimir comprese di non averla soddisfatta e le chiese -Come mai ci pensi?-
-Non ho molto altro a cui pensare.-
-Mah, a qualcos'altro potresti... alla tua famiglia, ad esempio. Ci pensi mai a loro?-
Eva, che si era confidata con lui proprio il giorno precedente sulle sue reticenze nel tornare a casa, alzò le spalle e gli rispose -Non molto, stanno bene anche senza di me.- e Vladimir corrucciò lo sguardo, ora levandolo su di lei e vedendola sorseggiare il suo latte al cioccolato -Questa è una cosa che ti racconti per giustificare le tue scelte. Ma non è la verità... anche se è curioso che questa sia stata la tua risposta. Pensi che Axel e Tiara non stiano bene insieme?-
Le domandò, tornando ora sul proprio giornale, lasciandole pensare che quell'argomento fosse lecito e normale... anche se poteva essere un po' ambiguo, soprattutto a seguito di ciò che aveva notato lui, in quegli ultimi giorni.
-Non so come appaiono quando sono felici. Tu pensi lo siano?-
E il bruno stirò un mezzo sorrisino, leggendo nelle sue parole un'abilità molto comune fra i Malfoy.
-Loro sostengono di sì, pensi mentano?-
Ma anche lui non era male nelle conversazioni in cui non si volevano far trasparire i propri pensieri.
-Se lo fanno, magari non sanno che lo stanno facendo.-
E Vladimir a quel punto tornò a guardarla, con aria compiaciuta, capendo però che continuando a insinuarsi in quel pertugio non sarebbe riuscito a ottenere niente.
-Come mai ancora non ti sei confidata con Tiara?- le domandò così, a bruciapelo. Vedendola sbattere gli occhi, forse disorientata davanti al cambio di argomento. Anche se, secondo lui, era perfettamente correlato ai dubbi di lei.
-Perché non voglio essere consolata.- sostenne.
Vladimir assunse un'aria compiaciuta, davanti a quella replica e le rispose -Axel ti ha consolata.-
E fu la bruna a voltarsi a guardarli, stavolta -No, niente affatto.-
-Non ho detto che l'ha fatto in quel momento ma, se noti, sta diventando molto affettuoso con te. Ovviamente è decisamente poco, rispetto agli standard della popolazione, ma è molto rispetto a come era prima che arrivassi tu.-
Eva ascoltò le sue parole con attenzione, sbattendo poi le palpebre e dicendogli -A me non sembra. Si comporta come te.-
-Non è vero, con te è più affettuoso... è solo che non sei abituata a notare certe cose. Ormai non temi più il suo tocco e lo lasci fare quando ti saluta... ma se sei attenta, non è prodigo di certe attenzioni per Tiara. Non davanti a noi, naturalmente.-
E la bruna assottigliò lo sguardo, ritornando al suo principale pensiero -Quindi non sono una coppia normale.-
Vladimir tornò così a guardarla con attenzione e le domandò -Mi chiedo se non siate tu e Axel a non essere normali, Zucchero.-
Precisò lui, vedendola di nuovo sorpresa e tornare alla sua bevanda calda -A me non sembra davvero così affettuoso, comunque. E' lui che lo è poco con Tiara... e lei non se ne duole. Non so nemmeno se le interessa.-
-Tiara è una Lettrice, quindi può vedere i sentimenti che legano le persone. Conosce i sentimenti che legano lei e Axel e questo la tranquillizza. Ma sa che non può pretendere da lui grandi gesti d'affetto nella quotidianità. Gesti che però, con te, sono arrivati decisamente in fretta. Se c'è qualcosa di anormale, è solo questo.-
Sostenne, convinto -Sono certo che se ti avvicinassi a lui, sarebbe molto più affettuoso di quanto lo è ora.-
La bruna era molto curiosa di mettere alla prova quei dubbi che ormai il vampiro le aveva innestato, quindi fu quasi un segno del destino vedere Axel uscire in pantaloni del pigiama e canottiera dalla propria camera, si stava passando una mano fra i capelli, mentre con sguardo assonnato li salutava -'Giorno...- e andò ad accarezzare il capo di Eva, prima di muoversi verso la cucina -Alla fine chi ha vinto, ieri notte? Avete giocato fino a tardi?-
Domandò, dando loro le spalle, mentre Vladimir gli rispondeva, anche se aveva alzato un sopracciglio verso Eva, con fare eloquente -Ho vinto io, ma la ragazza è già pessima quanto te, quindi... è possibile che migliori.-
Axel storse la bocca scontento e notò la bruna alzarsi in piedi, mentre si passava distrattamente la mano dietro il collo e andava a lavare la propria tazza. Non intercettò il suo sguardo, ma con il proprio tè la seguì e le domandò -Come stai? Ti fa ancora male il collo?- e lei, davanti a quella domanda esplicita, spostò i capelli e lo osservò, dicendogli -Mi fa ancora male qui... credo di non essermi ancora abituata al cuscino.-
E si tastò la porzione di collo sotto i capelli, sentendo presto la sua mano calda andare a sostituire la sua e iniziare a premerci le dita in un massaggio -Qui?- fu piuttosto sorpresa, ma lo lasciò fare e annuì, non riuscendo a non scambiarsi un'occhiata fugace con Vladimir che trattenne un mezzo sorrisino e tornò al proprio giornale.
-Sì...- Mentre quindi si lavava la tazza, subì il tocco delle dita del Demone sul collo, notando dei brividi che avevano iniziato a percorrerle le braccia. Inaspettatamente avvertì una sensazione piacevole, di rilassamento, che la portò a rallentare i propri movimenti e a dedicare più attenzione al suo gesto.
Era piuttosto sorpresa, per cui decise di renderlo partecipe della cosa -Sei bravo, mi piace questa cosa...-
La mano di lui si fermò un momento, poi però tornò a massaggiarle il collo, anche se con meno decisione -Dovrebbe alleviare il dolore, se sono bravo.-
E si interruppe quando lei poggiò la tazza capovolta sullo scolapiatti.
Eva si volse e si passò un mano sul collo, alzando gli occhi su di lui e ripetendogli -Sei bravo.-
Lo vide annuire con fare pacifico e risponderle -Meglio così.- e, preso un pacco di biscotti si mosse al tavolo, sedendosi affianco al posto dove c'era lei. Quando furono tutti e tre al tavolo, Vladimir sembrava tornato al suo giornale, mentre Axel girava la sua tisana.
-Dov'è Tiara?- domandò quindi Il Vampiro e Axel gli rispose -E' uscita presto per il volontariato...-
-Non ci stai andando spesso, in questo periodo. Passami un biscotto, Zucchero.- ebbe da dire il genitore, notando come i due infilavano la mano nella busta dei biscotti e Axel la lasciava scegliere per prima. Eva obbedì e il rosso replicò -In questo periodo ho cose più importanti a cui pensare...- e fece spallucce, con fare rilassato, vedendo Eva voltarsi a guardarlo, interessata, domandandogli -Ti annoia fare volontariato?-
E lui corrucciò lo sguardo, facendo poi spallucce -Probabilmente non ho la predisposizione, ma capisco... l'importanza del gesto.- e rimase un momento interdetto, nell'aver capito di essersi ingarbugliato da solo e infatti il padre ne approfittò -Non importante quanto Eva.-
E Axel scattò sul genitore, iniziando a intuire dove volesse andare a parare -No, non quanto i nostri allenamenti. Non sono paragonabili, a mio parere.- e Vladimir annuì soddisfatto dalla replica, tornando al suo giornale.
Eva li guardò entrambi, poi infilò di nuovo la mano nella busta, seguita da quella del compagno che sfiorò il dorso della sua con una carezza decisamente non necessaria, in quel momento. Per la prima volta scelse il biscotto prima di lei che ora lo osservava perplessa.
No, non c'erano persone normali in quella casa.
-AHH!-
Fu con un urlo che quella mattina Ares si svegliò e, ovviamente, risvegliò anche suo fratello, al suo fianco e svestito come lui.
Viktor allungò una mano verso la sua spalla e gliela sfiorò, vedendolo continuare a guardare ansante la parete davanti a loro. Lo aveva visto spesso, in quei giorni, osservare proprio quel punto.
Lui, invece, aveva una leggera nausea ma continua, nell'ultimo periodo. Non si acquietava ne aumentava. Era il malessere che lo prendeva quando suo fratello si trovava lontano a lui da poco più di dieci minuti.
-Ares... hai fatto un incubo?- gli domandò, con sorpresa. Era la prima volta che lo sentiva urlare in quella maniera.
Il dolore aveva fatto parte della loro vita per decenni, ma mai un briciolo di paura aveva invaso gli occhi di suo fratello... una paura che quell'urlo aveva del tutto risvegliato.
-Non... preoccuparti.- lo sentì rispondergli, anche se con titubanza. Lo vide ruotare lentamente verso il bordo del letto e fermarsi un momento prima di alzarsi.
Quando anche Viktor però lo imitò, mettendosi seduto, spalancò gli occhi, sentendo un forte conato pervaderlo -Cazzo...- e dovette correre in bagno a vomitare.
Ares lo seguì con lo sguardo e accusò l'ennesima fitta ai muscoli di braccia e gambe. Erano molto indolenziti, come se avessero appena subito dei crampi.
-Vick.-
Lo chiamò, quando lo sentì non emettere più rumori dal bagno.
-Eh?-
Ares inspirò un momento, prima di dirgli, gelidamente -Ho baciato Sharlize.-
Tempo pochi istanti e Viktor uscì rapidamente dal bagno, nudo -Quando?!- era scioccato.
Ares tornò a guardare un momento la famosa parete e poi si mosse verso il bagno, dopo aver afferrato un asciugamano -Il sabato che è venuta a casa.-
E Viktor lo indicò, eloquente -Sapevo che era successo qualcosa!!- e si mosse al lavandino dicendogli, prima di iniziare a lavarsi i denti -Come è successo?-
Ares entrò in doccia e gli raccontò a grandi linee l'evoluzione della conversazione che avevano avuto.
-È per questo che c'erano tutti i tuoi disegni in terra. Glieli hai lanciati.-
-Sì.-
-L'hai replicata come la vedevi tu... e l'hai baciata per... perché?- gli domandò, ormai seduto sulla tazza del water, ancora nudo.
Vide il gemello fare spallucce e uscire dalla doccia, avvolgendosi un asciugamano addosso e uscendo per vestirsi -Non lo so, come tu non sai perché sei così ossessionato da lei.- gli rispose, credendo di essere giustificato dal non dover dare ulteriori spiegazioni.
Viktor pero non ci stette e s'infilò l'intimo come fece anche il gemello, che però era tornato sul letto a dargli le spalle -Quindi anche tu sei interessato a lei?-
-Niente affatto.- gli rispose lapidario l'altro -Dico solo che non posso darti una motivazione, visto che non la conosco nemmeno io.-
-I baci si danno per poche motivazioni, Ares. Mi hai detto che ha risvegliato la tua anima quel bacio...-
-No, credo che sia stato... qualcos'altro. Non lo so. Forse si è attivata prima.-
E Viktor strinse le labbra, decidendo di raggiungerlo e fronteggiarlo, anche se quando inquadrò i suoi occhi spenti si ricordò che non poteva leggere le sue emozioni attraverso quelle -Qualcosa ha comunque risvegliato la tua anima, mentre eri con lei... ed è stato il sentire le tue emozioni a portarti a baciarla. Questo è certo, Ares.-
Lì, vide il bruno deglutire e annuire appena -Questo potrebbe essere. Anche se non ha comunque senso che proviamo delle emozioni per lei. Come non ha senso... che lei mi abbia detto quella cosa.-
Ultimò, sbuffante e infastidito.
-Parli del suo amore per te? Ci ha sempre voluto bene, Ares.-
-Eravamo solo dei bambini, Viktor!- tenne a sottolineare lui, vedendo però il gemello piegare il capo di lato, ironico -Dei bambini molto particolari. Io ho sempre avuto una predilezione per lei... e tu ti sei sempre divertito a tormentarla, questo non lo puoi negare. Già a quella età avevamo una malizia diversa da quella degli altri... e poi non puoi certo ignorare il fatto che lei si possa essere sempre sentita affine a te. Siete quelli per cui il resto della famiglia prova più pena. E sicuramente oggi più che mai tende a giustificarti, perché sei un adulto e perché non puoi più permetterti determinate libertà che ti prendevi da piccolo con le persone. È la stessa paura che ho io... ti amiamo in maniera simile.- e allungò una mano verso il capo del fratello, accarezzandogli i capelli e sorridendogli appena.
Ares lo scrutò un momento, poi però spostò lo sguardo -Sto male da quel giorno, mi fanno male tutti i muscoli.-
Era bene essere chiari e smetterla di nascondere le cose, anche perché il malessere stava aumentando e non poteva essere un caso.
-E io ho sempre più nausea. Credo che dipenda dalla sua lontananza, dobbiamo parlarle e cercare di capire con più chiarezza cosa ci sta succedendo.-
E Ares annuì convinto, sentendosi già meglio -Tu hai una dipendenza da me, visto che non puoi starmi lontano. Lei ha una dipendenza da te, visto che sei l'unico con cui riesce a lasciarsi andare fisicamente e magicamente... e io ho una dipendenza da lei, perché attiva la mia anima, in qualche modo.-
-Siamo un triangolo perfetto.- concluse quindi l'altro, vedendolo lanciargli un'occhiataccia e dirgli, duramente -Non diventerà ciò che speri, Vick.-
E l'altro piegò il capo di lato, con aria innocente -E perché no?? Non è certo la prima!-
Ares roteò gli occhi e scosse il capo, irritato -Non è normale che due fratelli scopino , Vick. E lo sarebbe ancora di meno se quei due fratelli si scopassero anche la loro cugina! Che la cosa ti piaccia o meno!-
-Non mi sembra ti sia mai tirato indietro, anche una volta tornati a casa!- ebbe quindi da fargli notare il gemello e l'altro fece spallucce -Quello che facciamo qui dentro, finché riguarda solo me e te è molto diverso dal coinvolgere altri membri della famiglia. Non è accettabile.-
Ma l'altro non era dello stesso avviso -Non siamo più suoi cugini, Ares. Siamo mancati un mese e tornati con settant'anni in più! Siamo degli estranei per lei, ormai! Lo siamo per tutti quanti! E poi davvero vuoi parlare di relazioni incestuose? Skar e Rich? Che sono cresciuti insieme??-
-Sono diversi. Non hanno scelta.-
-E noi l'abbiamo forse?! Non siamo certo così deboli, Ares! Se la carne e i pensieri stanno cedendo al desiderio, probabilmente è perché anche noi siamo legati da qualcosa... e anche se fosse una magia, non potremmo farci niente!-
Sostenne, convinto.
Ares sospirò e si levò in piedi, incrociando le braccia sul torace nudo e muovendosi lento verso la finestra, a cui si appoggiò.
Guardò il mare, immerso nei propri ragionamenti e dicendo al gemello -Dobbiamo appurare prima di tutto che tutto questo non sia un caso. Quindi bisogna interpellarla e capire se anche lei si sente come noi.-
-Me l'ha già detto, ne abbiamo già parlato... è così.- tagliò corto l'altro, sentendolo rispondergli -Beh, ho bisogno di saperlo io. E smettila di ribattere.-
Scandì, dispotico come sempre. Viktor sospirò debolmente e rispose -Va bene... allora le chiederò di venire qui.-
Il cielo plumbeo non sembrava voler dar scampo al sole, che celato dietro i cumulo nembi, proiettava sull'asfalto rari raggi sfuggiti alla cappa grigia. Eliza scrutò con sollievo il cielo. Se fosse rimasto così, le avrebbe garantito una giornata fresca e un po' umida. L'inverno, chiaramente, era la sua stagione preferita, ma ancora era autunno e la pioggia non era proprio quello che voleva beccarsi con le sue amiche babbane. Erano vecchie compagne di pattinaggio, con le quali era rimasta amica, anche se non sapeva esattamente perché. Forse erano le uniche che... non erano sue amiche per convenienza.
Nell'ambiente accademico, tutte le conoscenze che si era fatta le avevano sempre dato l'aria di essere immensamente false. Era bastato superarle notevolmente nell'avanzamento degli esami, per vederle sparire ed evitarla, tanto da spostare lo sguardo se la incrociavano per caso. I maschi poi erano stati anche peggio.
-Entriamo qui, prima che inizi a piovere!- propose Matilda e tutte la seguirono entusiaste davanti al confortevole Coffee Bar.
Erano in quattro e presero un tavolino tondo posto al centro della grande sala.
Rapida giunse una ragazza, la cameriera, che ogni tanto lanciava occhiate davanti a lei. Era tanto distratta che dovettero ripeterle l'ordinazione tre volte.
Gwen abbassò la testa e sussurrò con fare ironico, vedendo la cameriera sparire sculettando –Anzi che muovere il sederino dovrebbe accendere il cervello, non le farebbe male...-
Le ragazze ridacchiarono divertite e presero a parlare del più e del meno.
Quando la cameriera tornò, Eliza la osservò con più attenzione, notando che si chinava volutamente in avanti, nella stessa direzione dove stava lanciando delle occhiate poco prima, mostrando la scollatura, anche se non particolarmente colma.
La Malfoy la trovò decisamente ridicola e vista l'eloquenza dei suoi sguardi. Provò a seguirne la direzione, sentendo il gelo afferrarle i piedi e mozzarle il fiato.
Raul Smith era lì.
Tornò immediatamente a guardare le ragazze, cercando di non lanciare occhiate al vampiro, altrimenti se ne sarebbe accorto.
-Avete visto come si è piegata? Che troietta!- fece sempre Gwen, scoppiando a ridere, ma nella mente di Eliza fu solo un labile eco.
"Che diavolo ci fa qui?! Che rottura! Speriamo non si accorga che sono davanti a lui!"
Le ragazze per fortuna non notarono il suo stato di tensione e ripresero a parlare.
Nel mentre lei non riusciva proprio a fare a meno di spostare distrattamente lo sguardo in direzione del moro.
Stava proprio davanti a lei, incredibile che non si fosse ancora accorto delle sue occhiate sfuggenti. Rideva con i compagni, mostrando la splendida dentatura. Non le era mai apparso così...
"Così, cosa?! Sto diventando deficiente?!"
-Eli, tu che ne... pensi?- domandò Gwen ma, notandola con lo sguardo altrove, decise di guardare nella sua stessa direzione e sgranò gli occhi rimbeccandola –Ah! Ma che furbacchiona che sei diventata, Eliza Malfoy!- fece la ragazza, improvvisamente.
Le sue parole ebbero lo stesso effetto di un Vermillious in un cielo nero.
Raul spostò di poco lo sguardo e smise improvvisamente di ridere. Aveva incrociato i suoi occhi ormai verde limone. Divenne purpurea e guardò sconcertata l'amica, parlando fin troppo piano però –Cos... che c'è? Ero sovrappensiero...-
-Certo, certo... guarda che ti ho vista! Stavi fissando il tipo lì dietro!- fece, parlando normalmente, ma per il vampiro probabilmente era stato come se gli avesse urlato in faccia.
-No... io non...- provò a giustificarsi. Era purpurea e sentiva addosso lo sguardo del ragazzo.
-Beh, in effetti è veramente uno schianto!- non riuscì a trattenersi Matilda, continuando -Ecco chi stava corteggiando, la cameriera!-
-Già! Scusa, ma molto meglio di Eamon, tesoro!- commentò quindi Anita, scoppiando a ridere fragorosamente.
Eliza era oramai nel pallone.
"Maledizione! Avrà sentito tutto!! Che imbarazzo, maledizione!!"
Spazio Autore
AHAHHH povera la nostra Eliza! Eva invece inizia a manifestare la furbizia di casa sua, mettendo alla prova il nostro Axel con il dolore al collo! I gemelli inoltre sembrano finalmente pronti ad affrontare insieme Sharlize! Vedremo cosa otterranno! Alla prossima che sarà venerdì! Baciii! <3
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