Una pioggia di baci (Parte II)
Il bruno assunse un'aria piuttosto disgustata nel sentirla parlare in quel modo, ma sentì Lara rispondere dopo una scrollata di spalle -Beh, io ho deciso che non gli risponderò più male e smetterò di avere pregiudizi su di lui...- sostenne e lui la osservò con attenzione, per poi scandire -E io ho deciso anni fa che gli ubriachi mi stanno sul cazzo, quindi, siccome ho una tregua con lei, è molto meglio per tutti se me ne vado.- e fece per andarsene di nuovo ma Lara scattò su di lui, oltraggiata -Guarda che non sono ubriaca!-
-Sì, questa è la frase tipica degli ubriachi...- le disse, vedendola così assumere un'aria decisa e scandire -Beh! Allora mettimi alla prova!-
E lì lo vide alzare entrambe le sopracciglia, assumendo un'aria compiaciuta e afferrandole il braccio, facendo per gettarla in acqua, ma la vide sgranare gli occhi e fare resistenza -NO! Fermo!- e lo guardò sconcertata ma divertita, almeno quanto lui.
Vedendoli così iniziare a giocare, Skarlet notò che i loro stramazzi non erano passati inosservati e vide Rich, in lontananza sul piede di guerra.
Beh, non poteva permettergli di rovinare tutto!
Si levò in piedi e lasciò i due da soli, sul bordo piscina, mentre tentavano con quella lotta di gettarsi reciprocamente in acqua -No! NO! Non è giusto! Tu sei comunque più forte di me! Non puoi dire che sono ubriaca solo per questo!-
E riuscì a contrastare una volta per tutte la sua presa, aggrappandosi saldamente al suo torace, in un abbraccio strettissimo.
Erano sulle ginocchia entrambi ma quando la ragazza lo sorprese in quel modo, lui rimase intirizzito e smise di spingerla in acqua.
Ora stava rabbrividendo mentre veniva invasa dal calore del suo torace, come anche dal suo profumo. Lo inspirò a labbra schiuse, socchiudendo gli occhi e avvertendo il rarissimo senso di protezione che, nonostante i loro trascorsi, riusciva comunque a trasmetterle.
Il bruno ammorbidì lo sguardo e si sedette sui polpacci, obbligando così lei a salirgli sulle cosce ma il vestito era troppo stretto, così roteò gli occhi e le disse -Dai, basta ora. Levati.-
Lei si allontanò da lui, senza guardarlo e spostò lo sguardo verso il blu intenso e luminoso della piscina... era tale al riverbero dei suoi occhi.
-Mi dispiace, non voglio obbligarti a fare niente e hai ragione, non sono in me.- stabilì, annuendo e pentendosi sempre di più di quello slancio affettivo che aveva avuto senza che ce ne fosse una reale ragione.
"Cavolo, non posso lasciarmi trascinare in questo modo solo perché ho intuito che è una persona decisamente diversa da quella che era un tempo...! Devo smetterla!"
-Piantala con questa lagna, o proverò davvero a gettarti in acqua.- stabilì lui, sbuffante, accendendosi una Magh rossa.
Lei rimase in silenzio, non sapendo cosa dirgli in realtà. Aveva così tante domande che aspettavano risposta, eppure non se la sentiva affatto di fargliele. Non voleva che pensasse le cose sbagliate.
Poi, tutt'a un tratto, le sue dita sul braccio. Lo stavano percorrendo con lentezza, giungendo fino alla spalla e la vide a quel punto voltarsi, con gli occhi sgranati e luminosi. No, non si aspettava certo una carezza, in quel momento.
Eppure le sue dita raggiunsero il suo viso, lo sfiorarono sulla guancia mentre la fissava, molto serio, di nuovo.
"Lo fa sempre... ma perché?"
Quel suo sguardo così profondo e magnetico non riusciva a non metterle i brividi e quella criniera bruna che lo circondava, lo rendeva fin troppo affascinante. Con il suo tocco, arrivò anche il calore della sua Aura magica che parve strusciarsi sulla sua pelle, ma con una delicatezza di cui non credeva affatto fosse dotato. Aveva un controllo del suo lupo assoluto, nemmeno lei era in grado di dosare in quel modo la sua forza, anche perché in genere l'Autorità si utilizzava per combattere, non in quel modo.
Quando però fece per allontanare le mani dal suo volto, la vide poggiare di nuovo la guancia sulla sua mano, strofinandosi ad essa e guardandolo con aria innocente.
Per lui fu decisamente un invito e stavolta con l'intera mano le afferrò il viso, dicendole -Vieni qui...-
La vide arrossire e obbedire, mentre lui rimetteva le gambe in acqua e la faceva sedere sopra di lui, sentendola subito accoccolarsi al suo petto e poggiare la fronte sul suo collo, sentendo la sua barba folta che le solleticava la fronte mentre lui la stringeva a sé con entrambe le mani.
Chiuse gli occhi Lara, beandosi di quella sensazione e pensando che ci avrebbe potuto passare ore intere così, anche senza far nulla...
anche se tutti quei pensieri, svelati ed enfatizzati dall'alcol, certamente li avrebbe dimenticati il mattino seguente.
-Se domani mattina verrai a rompere il cazzo, sappi che saprò benissimo dove infilarti questa tua folle idea della tregua, chiaro?-
E lei alzò lo sguardo su di lui, offesa, cosa che lo indispose parecchio a quel punto, soprattutto le sue parole -Se non vuoi che venga a casa tua, devi dirmelo normalmente. Non c'è bisogno di essere così bruschi, cavolo...-
-Sai benissimo cosa voglio dire! Non è la tua presenza in casa mia il problema!-
-E allora parla chiaro, visto che sono ubriaca, no?!- replicò piccata lei, continuando a fissarlo, minimamente atterrita dal suo sguardo minaccioso -Ti sto toccando, sorellina, cosa che ti ha sempre repulsa, anche se oggi mi hai sostanzialmente obbligato, visto che fai palesemente l'offesa! In ogni caso, non voglio che domani tu venga a sbattere i tuoi piedini sul mio parquet, lamentandoti di quanto io sia stato stronzo ad approfittarmi della tua sbornia! Questo, intendo!-
E spostò di nuovo lo sguardo, mentre lei continuava a fissarlo -Mi stai abbracciando perché ti faccio pena, dunque?-
Lì, lo vide alzare gli occhi al cielo -Cioè, di tutto il mio discorso, l'unica cosa che hai capito è questa?!-
-E' l'unica cosa che merita una risposta, visto che il resto è una vera idiozia. Sono perfettamente consenziente a questo abbraccio, visto che non stiamo facendo niente di strano o anche solo lontanamente sessuale! Anzi, mi rendo perfettamente conto che per noi lupi la vicinanza fisica sia fondamentale, in amore come in amicizia, quindi ribadisco, fratellone, non è affatto un problema per me, cavolo! Ma come io ho risposto a te, tu devi rispondere a me!- stabilì infine, rivelando con quel ragionamento che probabilmente la sbornia le era passata. Anche se l'aveva sorpreso sentirla additarlo in quel modo, era la prima volta.
-Quindi ti comporteresti così anche da lucida?- e non riuscì a trattenere una risata, scuotendo il capo incredulo -Sei conciata proprio male...-
-Adesso chi è che sente solo ciò che vuole!?-
-Ciò che importa, come dici tu. Nessuno mi ordina cosa fare, ma questa storia della tregua è giusta. Quindi non voglio incrinare l'equilibrio già abbastanza precario della nostra... relazione.- ultimò, non sapendo in che altro modo chiamarla.
Lei parve ammorbidire il proprio sguardo e fare spallucce -Non sarà semplice, ma dobbiamo provarci per il bene del Branco... e per il nostro.- ultimò, arrossendo appena ma continuando a guardarlo, non volendo apparirgli indecisa davanti a quel commento finale.
Lo pensava davvero, notò con sorpresa lui.
Così la bruna sentì presto la mano del Lycan immergersi fra i suoi voluminosi capelli castano dorato e stavolta fu lei a raggiungerlo e a stampargli un bacio sulla guancia, sorprendendolo, ma non impedendogli di trattenerla vicino al suo viso.
Erano vicinissimi, respiravano l'uno il fiato dell'altra, pieni di emozione, rispecchiandosi nelle reciproche iridi lupine.
Lui sfiorò il naso col suo e, con sguardo morbido le disse -Andrà bene, se sarai sempre così...-
-Sarò così, quando lo sarai anche tu.- sostenne, facendogli capire che per avere ciò che voleva, doveva levarsi di torno un po' di quella sua aria da principino snob e mostrare più sensibilità, con lei.
Lo vide storcere la bocca, mentre le permetteva di allontanarsi e notò i suoi occhi blu scendere a guardare il suo bel corpo -Beh, senza sesso mi verrà un po' in salita...-
-Fino a tre secondi fa te la stavi cavando benissimo.- replicò gelidamente lei, aspettando che il suo sguardo tornasse al posto giusto e lo vide ridersela appena e fare per risponderle, ma si trattenne, qualcos'altro aveva deviato totalmente la sua attenzione.
Quando Skarlet abbandonò la coppia, notò Rich muoversi proprio nella sua direzione e capì che doveva davvero inventarsi qualcosa per fermarlo, lui avrebbe lanciato fiamme dagli occhi se avesse potuto, per questo, capendo di non avere affatto un piano, stranamente, tentò di improvvisare... e gli si piazzò davanti.
Lui, che nemmeno la stava guardando, dovette bloccarsi improvvisamente e abbassare rapidamente gli occhi su di lei, irritato -Che diavolo vuoi, Malfoy?! Lara è ubriaca! Non posso permettere che...-
-Lara non è ubriaca, le ho fatto passare la sbornia io. E' lì perché vuole starci.- sostenne, con voce glaciale.
Ovviamente però lui non le credette -Non sai di che parli, spostati!- e fece per superarla, ma lei si aggrappò al suo braccio e tentò di tenerlo fermo, cosa che non poté che divertirlo, in quel momento.
Si volse di nuovo indietro, a guardarla e le domandò, allibito -Davvero? Hai poi intenzione di gettarmi fuori dallo yacht, per caso?- e scosse il braccio, con fare rude, indeciso se prenderla e lanciarla in piscina.
Lei continuò a fissarlo, era piuttosto seria - A differenza tua entrambi hanno capito cosa è bene fare per il Branco e almeno stanno provando ad andare d'accordo... tu evidentemente sei troppo stupido per capirlo.- e assunse la solita aria schifata che sembrava fatta apposta per lui. Di rado non sottolineava la sua superiorità mentale.
Strinse i pugni, leggendo ovviamente un fondo di verità nelle sue parole, non poteva negarlo, ma...
Si avvicinò a lei, con gli occhi assottigliati e scandendo, con non meno repulsione -Tu non c'entri niente con noi, non credere di sapere cosa ha realmente bisogno il mio Branco, non sai niente e non potrai mai capire, perché sei solo una persona arida che straparla di grandi sentimenti e poi non aspetta altro che il suo solito amichetto per farsela leccare...- lei strinse i denti nel sentirlo rivolgerle quelle parole, pensieri che, era certa, non erano solo suoi. Era stato inclemente, ma nemmeno lui era totalmente nel torto.
La verità era che ancora non riusciva a staccarsi completamente dalla sua vita... e poi... lei e Leon avevano appena iniziato, no?
Lo sentì quindi ultimare, ormai preso dalla rabbia che velenosa dava voce ai suoi pensieri -Non accetto da te alcun tipo di predica, mi fai schifo.- ultimò, rimettendosi dritto e notando i suoi occhi farsi più lucidi all'ultima frase.
Sarebbe rimasto lì a valutare la sua reazione ma... qualcosa lo spinse ad allontanarsi e a non vederla rompersi per colpa sua.
Senza alcuna pietà, il suo spirito angelico e il Nodo lo fecero sentire in colpa in un momento.
Si mise dritto e le diede le spalle, pregando che non gli dicesse nient'altro, pregando che se ne andasse anche lei, senza emettere alcun rumore. Ma purtroppo nessuno lo ascoltò.
Le sue gambe si bloccarono nel sentirla lasciarsi sfuggire un singulto e si morse il labbro inferiore, contagiato presto dal suo stato d'animo nel sentirla proferire, a voce rotta.
-Fai quello che vuoi... ma non lamentarti quando lei ti caccerà via a malo modo, quando ti guarderà con il mio stesso disgusto, davanti alla tua infinita stupidità e soprattutto quando capirai che se ha scelto la compagnia di qualcuno che l'ascolta e la capisce, alla tua... un motivo c'è.-
E deglutì la Malfoy, ricacciando indietro le lacrime come ormai era abituata a fare.
Era ferita e, allo stesso tempo, si stava ferendo da sola.
Gli diede le spalle anche lei, guardando verso l'entrata del locale e decidendo che avrebbe bevuto talmente tanto da dimenticarsi completamente di quella notte.
Ma dovette fermarsi quando sentì degli strani rumori, provenire dalla sommità dello yacht.
Levò lo sguardo in alto, proprio come fecero gli altri e schiuse la bocca, senza parole, quando vide la sua gemella.
Capelli lasciati liberi sulle spalle, uno sguardo delirante in viso ma dedicato del tutto all'orizzonte, indistinguibile quella notte, poiché divideva cielo e mare, entrambi più oscuri e profondi che mai.
-Che cosa... sta facendo?- domandò scioccato Rich, ancora al suo fianco e la Malfoy alzò la voce, chiamando la gemella -Eliza!! Che diavolo fai!?-
E vide una potente barriera oscura circondarla, segno che non voleva certamente essere disturbata.
In quello stesso momento, la vide muovere le dita delle mani, che correvano lateralmente, tese, con i palmi rivolti verso l'alto.
-Eliza! Maledizione!!- gridò sempre Skarlet, che iniziava ad agitarsi e tutti, dal locale, corsero fuori... ma non a causa delle grida.
La bella Demone aveva iniziato a ruotare su se stessa, mentre ancora agitava le dita e con quella rotazione fu in grado di disegnare intorno a loro uno splendente cerchio dorato.
Offrendo a tutti un orizzonte da ammirare.
Skarlet capì che la gemella ormai era andata, e sentì Rich commentare -Diamine, che ha in mente?- e fece per muoversi verso la cugina, ma qualcuno lo trattenne per il polso, era Skarlet -Cosa credi di fare?! Quella è una barriera demoniaca!-
E il biondo, che non strattonò la presa, indicò la ragazza, dicendole -Qualcuno deve fermarla! Mi ha detto che è incazzata e che vuole distruggere qualcosa, poco fa!- e quella assunse un'aria allibita -Ma è pur sempre Eliza! Non ci farebbe mai del male! Sei fuori?!-
Quello venne fatto desistere, ma non smise di guardare intimorito la cugina.
Infatti la situazione non migliorò dopo.
Quel cerchio si stava come... avvicinando?
-Guardate!! Ma che cazzo è?!-
-Aiuto! Ma sarà una creatura dagli abissi?!-
-La luce è sempre più forte!-
Quell'anello dorato stava stringendo il suo diametro vertiginosamente, intorno a loro, come una patina percorreva la superficie delle acque, a gran velocità.
-Dobbiamo fermarla, Skarlet!- l'avvisò Rich e quella lo sgridò con forza -Hai idea di quanto sia forte quella barriera?! Non la puoi superare, cazzo!- lo sgridò, saldando ulteriormente la presa al suo polso, anche se pure lei iniziava ad aver paura, in quel momento.
La patina era ormai prossima al mezzo acquatico e cacciarono tutti delle urla quando temettero che si schiantasse sui lati dello yacht.
Skarlet urlò terrorizzata, correndo subito fra le braccia di Rich che la tenne forte nel suo abbraccio ma, anche se tutti chiusero gli occhi, la nave non si mosse.
Per un istante ogni luce era sparita, tutto era piombato nella completa oscurità, il silenzio aveva inghiottito ogni cosa.
Solo i respiri soffocati della maggior parte delle ragazze si sentivano.
Poi, la luce tornò.
E lo fece con un'esplosione di brillanti e rumorose comete, che dal bordo dello yacht partirono verso il cielo, investendo lo sguardo di tutti con quello stupendo spettacolo pirotecnico, e tutto per loro.
-Guarda...- mormorò senza fiato Rich, con il volto verso il cielo, mentre con una mano aveva stretto il fianco di Skar e con l'altra le aveva istintivamente protetto la testa.
Lei lo imitò e i suoi occhi luminosi sgranarono, davanti a quel meraviglioso cielo di fuochi che piovevano su di loro, dipingendo il cielo di oro. Quando ormai la magia si mosse verso il suo finale, una scritta rosso brillante apparve nel cielo.
"Auguri, Hazel."
-E'... bellissimo.-
Fece, senza fiato e all'altro scappò una mezza risata, annuendo e decidendo, con estrema ingenuità, di scendere a guardarla.
Incrociarono i loro sguardi, venendo attraversati entrambi dal medesimo pensiero... nessuno spettacolo, per quanto fosse bello, magico o emozionante, poteva anche solo essere paragonato a ciò che stavano entrambi guardando, in quel momento.
E ben poco rilievo avevano ormai le perfide parole che si erano detti, gli sguardi colmi di repulsione che si erano dedicati...
Si cercarono con disperazione, unendosi immediatamente in un bacio passionale e morbosamente bramato. Lui la prese in braccio, sentendola avvolgergli le braccia intorno al collo e, senza accorgersene troppo, si mosse sulla prima poltrona reclinabile da spiaggia che trovò, piazzandosi subito sopra di lei e accarezzando le sue cosce nude e gelide, la cui pelle si sollevò al passaggio delle sue mani bollenti.
Quando ormai la scritta iniziò a sparire, un clamoroso boato di acclamazioni sorse da ogni abitante dello yacht ed Eliza, soddisfatta del suo operato, abbassò lo sguardo verso i compagni, quindi indietreggiò appena... poi corse verso la fine del tetto, lanciandosi nel vuoto... ma finendo con un portentoso tuffo nella piscina più profonda, risalendo subito dopo, e vedendo una moltitudine di invitati gettarsi in acqua a loro volta.
Inutile dire che, chi la conosceva... era semplicemente allibito.
...Chi ovviamente non era distratto dalla bocca del proprio partner.
Peccato che ci fosse una strega furbetta che, inizialmente interessata allo spettacolo di luci, non aveva potuto proprio fare a meno di inquadrare, nel video che stava facendo, proprio Rich e Skarlet... trovandoli davvero commuoventi.
Dovette uscire fuori dal locale però, quando lo spettacolo si stanziò sopra di loro e Skarlet e Rich decisero di occupare il tempo a intrattenersi vicendevolmente.
Ridacchiante li riprese da vicino mentre, ora posti su un fianco, si esploravano e continuavano a scambiarsi focose emozioni.
-Oh, tesoro... ma quella mezza rana venuta con voi, chi è? Sembra solo una streghetta...-
Lontano da lei, verso la fine della barca, c'era il gemello di Sharlize, seduto sul parapetto ed in compagnia di tre ragazze.
-Sì, mia sorella è immersa nella fase adolescenziale, adesso sembra essersi fissata con questa mortale, ma fra qualche mese si stancherà...-
Sostenne, lanciando un'occhiata verso la diretta interessata che, a quel punto, spense il filmato e scattò con lo sguardo verso il gruppetto, piuttosto lontano.
Darco dovette sbattere alcune volte le palpebre con perplessità, poi si rese conto che la strega li stava fissando... ed era molto seria.
Non che avrebbe avuto chissà quale problema a esternare quei suoi pensieri direttamente al soggetto del discorso ma...
"Non può averci sentiti da lì... è solo una strega."
Monica scosse il capo, piuttosto delusa nel sentire quelle parole.
Sharlize non aveva fatto altro che idolatrare il suo gemello in mille e più modi... lui invece parlava di lei come una ragazzina capricciosa, non rendendosi conto della situazione che stava attraversando.
Ovviamente non avrebbe detto niente all'amica, con cui aveva trascorso buona parte della serata, fino a quando non le aveva detto che sarebbe andata in una delle camere per chiamare Filipp e approfittarne per andare in bagno. Era rimasta sola... ma per molto poco.
Si era divertita con un vampiro, amico di Hazel per tutti e tre i quarti d'ora successivi, poi Eliza aveva mostrato loro le sue abilità pirotecniche. Quindi che avrebbe dovuto fare? Doveva andare a cercare la sua amica?
Forse sarebbe stato meglio, perché tre quarti d'ora prima, Sharlize Malfoy, con tutte le migliori intenzioni, era scesa al primo piano sotterraneo del gigantesco yacht, che di sotto appariva anche più grande.
La moquette bluastra rivestiva il pavimento e numerose paia di scarpe erano state lasciate all'ingresso. Solo un paio erano state correttamente inserite nella scarpiera da parete.
Si levò quindi i tacchi, trovando un favoloso sollievo nel liberarsi dall'impiccio e la pipì le ricordò che era lì per una motivazione precisa, così, scalza, si mosse nel singolo corridoio che portava a una scala che poteva attraversare solo la sua famiglia.
Il lungo percorso era determinato dalla monotonia di numerose camere tutte affiancate fra loro e le cui porte "arrossivano" quando qualcuno tentava di entrarci se la stanza era già occupata. Il legno diveniva color mogano e si scaldava.
Erano piuttosto buffe in effetti.
Decise però di scendere al proprio piano riservato, alla ricerca di un bagno, prima di ogni altra cosa.
Per quanto ne sapeva, erano tutti di sopra a godersi la festa... e poi non voleva che Monica si annoiasse troppo con lei.
Era una ragazza fidanzata e non poteva certo flirtare con i ragazzi come faceva lei!
Scese quindi la seconda rampa e sorrise, trovando l'area molto rilassante.
Il pavimento del piano era in parquet, di un verde molto profondo e intenso con sfumature beige chiaro ma, ciò che catturò per primo la sua attenzione fu chi sonnecchiava sul soffitto. Un gigantesco serpente bianco, acciottolato e dormiente, per il quale la gravità sembrava funzionare al contrario, infatti il ventre pallido aderiva al tetto.
Sostava su un ampio giardino dal fondo sabbioso e continuamente attraversato da dei bastoncini che si muovevano placidamente e in sincronia, al suo interno, sulla sabbia c'erano dei grossi massi grigio scuro, disposti in maniera studiata.
Avevano deciso per uno stile zen. Le luci color tortora erano inserite all'interno di sfere fatte di cartapesta, fluttuanti nell'aria.
Le pareti erano percorse da dei canali da cui straripava l'acqua e scendeva verso il basso a mo di cascata, senza però giungere al pavimento. C'erano tante piante verdi, alte, che creavano diverse cupole dove erano celati i diversi letti liberi.
La cosa l'affascinò moltissimo, così s'infilò in una di quelle particolari camere, notando come la vegetazione si chiudeva saldamente alle sue spalle.
Nella camera c'erano poche cose: un fuuton marroncino chiaro sormontato da numerosi veli verde scuro che piovevano dal soffitto e lo celavano parzialmente; Un tavolino basso in legno chiaro, con sopra una riproduzione più piccola del giardino zen all'esterno, con l'unica differenza che fra i sassi c'erano delle candele che offrivano un'atmosfera soffusa e molto rilassante; Infine, sul pavimento c'era un pouf beige dove ci si poteva sdraiare anche in due, sembrava molto comodo. Da un lato del letto c'era una porta scorrevole in cristallo che svelava il bagno privato, ne approfittò dunque per utilizzarlo e quando lo esplorò, notò le pareti in pietra da cui continuava a sgocciolare acqua, dando l'impressione di trovarsi nei pressi di una vera cascata.
La vasca da bagno era ampia e trasparente... mostrava le profondità del mare sottostante, illuminato da delle sfere di luce che fluttuavano tutt'intorno allo scafo dello yacht.
"Che meraviglia..."
Ultimò il suo giro turistico e fece per chiamare Filipp ma... non poté non sentire dei rumori dall'esterno, cosa che l'agitò istintivamente.
Lasciò il telefono sul tavolino e uscì. Le piante si schiusero tutte al suo passaggio e lei tornò nel giardino zen, ma le mancò un battito quando vide chi c'era.
-Viiick? Dove vai, tesoro??-
-Torna qui con noi, andiamo...!-
Le mani di Sharlize presero a tremare e dovette portarle dietro la schiena quando notò alle spalle di lui la camera occupata in quel momento da altre persone. Vedeva i movimenti di qualcuno oltre i veli chiari che pendevano a celare il fuuton.
-Ciao...- avanzò chi era uscito come lei dalla propria stanza e che come lei stava oltre il giardino di sabbia.
Sharlize subì lo sguardo intenso del Diurno, non potendo ignorare che fosse a torso nudo.
Deglutì a fatica, sentendo la bocca arsa e il cuore accelerar i battiti.
Il disagio l'aveva afferrata improvvisamente, trattenendola e portandosi dietro una strana tremarella.
-Ciao...-
Sussurrò appena, schiudendo le labbra e sgranando gli occhi quando lo vide avvicinarsi a lei, con cautela, passando intorno al giardino.
Le piante si chiusero alle sue spalle e la ragazza, che iniziava a sentirsi come un animale braccato, lo sentì chiederle -Cosa ci fai qui, da sola?- le domandò, in un sussurro. Ma c'era un lampo nei suoi occhi, vedeva quella scintilla di malizia e furbizia, tipica di quelle persone che sanno di avere la situazione in pugno.
-Io... volevo fare una telefonata a Filipp e poi... poi dovevo fare pipì- ultimò, arrossendo di botto e dannandosi per averlo reso partecipe di quell'informazione inutile e decisamente personale!
Infatti lo vide stringere appena le labbra, divertito e arrivare fino a lei, fronteggiandola mentre la fissava dall'alto -E l'hai fatta?-
La vide arrossire, ma continuare a rimanere impalata, anche quando vide la sua mano, avvicinarsi al suo volto e spostarle un ricciolo fuori posto.
-S-sì... i bagni sono molto be...- e lui, da che aveva spostato lo sguardo per ammirare la sua criniera rubina, tornò presto su di lei, facendole morire le parole in gola mentre diveniva purpurea -N-no, non l'ho ancora chiamato...-
Lo vide quindi annuire appena e scendere con la mano a sfiorarle il volto -Perché non è qui con te? Questo è il compleanno di tua sorella, non avrebbe dovuto... abbandonarti.- ultimò, scegliendo la parola più opportuna per lui.
-Ecco, lui ha un esame la prossima settimana e... non voleva rischiare di perdere ore di studio.- gli spiegò, sentendo quel dito percorrere il suo profilo, scivolando giù sul collo e muoversi verso il basso, mentre i suoi occhi ne seguivano il movimento.
-Avresti preferito che fosse qui, adesso?- le domandò quindi lui, alzando di nuovo gli occhi e cercando quelli argentei di lei che sentiva ormai l'aria mancarle e la sua pelle si sollevò quando anche l'altra mano di lui andò ad accarezzarla sul braccio -Avresti preferito rinchiuderti con lui, in uno di questi bagni molto belli?- le chiese ancora, vedendola lentamente sgranare gli occhi, sorpresa davanti a quelle parole e levò di nuovo il capo, vedendolo abbassare il suo e chiederle quindi in un sussurro -Sono le sue labbra, quelle che avresti preferito, tesoro mio?-
E, senza aspettare una risposta chiara, anche se i suoi occhi parlavano da soli, le afferrò con delicatezza il volto, andando così a baciarla.
La Malfoy chiuse gli occhi istintivamente giungendo con le mani al torace nudo e prestante di lui, piazzandole sopra con l'idea di allontanarlo, forse, ma non impose alcuna forza nelle braccia. Rimasero sopra quel petto, sentendone il cuore palpitare al di sotto.
Le mani di lui, invece, ben più audaci, andarono a stringerla forte, una si immerse fra i suoi capelli, rendendo quel bacio molto più appassionato e profondo.
Quando la lingua di lui, varcò il suo palato, Sharlize non poté che sentire qualcosa schiudersi dentro di lei, come l'acqua di una diga piena che trova il suo sfogo nel venir lasciata scorrere liberamente.
Spalancò gli occhi, quando anche tutte le altre centinaia di sensazioni la raggiunsero, improvvisamente.
Avvertì distintamente la linfa di ogni singola pianta fluire all'interno dei suoi vasi di conduzione, avvertì con chiarezza il calore delle sfere luminose che aleggiavano vicino a loro, come anche la singolarità di ogni pietruzza e granello di sabbia presente nel giardino zen.
Spazio autore: eccomi!! Spero che anche questo chap vi sia piaciuto belle! Il prossimo sarà giovedì!! Alla prossima!!
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