Tempo Scaduto (Parte I)

Lo spettacolo che si stava manifestando davanti ai suoi occhi era sconvolgente, palazzi che cedevano ai colpi dell'impassibile creatura che, una volta bombardato l'intero quartiere alla moda di Copenaghen, era sparita nel nulla.

Hayden, nascosto dietro un vicolo, l'aveva vista in televisione agire in diretta mentre cercavano di riprenderla con il satellite, visto che ogni telecamera che le si avvicinava, perdeva istantaneamente funzionalità. Era come se l'attrezzatura fosse sottoposta a un pesante campo elettromagnetico che mandava in corto tutta la strumentazione elettronica.

La donna era sparita in un istante però, quando lui, primogenito di casa Malfoy, ormai del tutto preso dalla questione "Surmaga", si era presentato ben lontano dal suo occhio.

Per cui, le cose erano due, o riteneva di aver terminato il suo operato e casualmente se n'era andata proprio al suo arrivo, oppure quella donna non solo non era una semplice strega, ma con tutte le probabilità era una creatura demoniaca, per giunta in grado di percepire la sua presenza cosa che fino a quel momento, erano in grado di fare solo i membri della sua famiglia, e nemmeno tutti.

Quella donna poteva essere davvero una creatura pericolosa e suo padre doveva sapere ogni cosa. Si smaterializzò a casa con aria placida e notò i genitori in cucina, visto che c'era la scorrevole aperta. Li raggiunse sorridente, salutandoli -Buongiorno!-

Tom sgranò gli occhi, capendo subito dove era stato il figlio e Tanya, purtroppo per Hayden, non fu meno percettiva.

-Puzzi di bruciato. Dove sei stato, Hayden?-

Il biondo si odorò i vestiti e si maledisse per non essersi smaterializzato in camera propria –Io... ero in quella grande biblioteca vicino a...-

La rossa roteò gli occhi, capendo che il giovane poco avvezzo alle menzogne stava per raccontarne una, e lo interruppe in partenza, levandolo dall'agitazione –Riprovaci, forza- il giovane deglutì, capendo di non essere stato per niente convincente, visto che no, non voleva proprio mentire e indietreggiò. Tom accarezzò i capelli della moglie, che però non si lasciò abbindolare e incalzò il figlio con lo sguardo, severa.

Quello deglutì, vagamente preoccupato –Ehm... mamma, io...-

-Ti avevo detto una sola cosa, Hayden. Ora...- guardò duramente Tom che aveva un'espressione innocente sul viso, assolutamente adorabile, le suggerì la sua mente dispettosa, ma la zittì rapida, per tornare sul primogenito -... Io non so se tuo padre ti sta dando corda, se siete d'accordo per nascondermi le vostre mosse, ma... non voglio che ti interessi più a quella donna, sono stata chiara?!-

Il biondo storse la bocca e assottigliò lo sguardo –Ma... si può sapere perché? Sta diffondendo il caos e oggi, quando mi sono smaterializzato mentre attaccava dei palazzi, si è...-

-Cosa hai fatto?!- domandò la rossa, scattando in piedi e raggiungendolo irosa, mentre il biondino continuava –Si è smaterializzata subito! Probabilmente ha percepito la mia presenza! E nessuno può più farlo oltre i membri della nostra famiglia e forse qualche demone particolarmente dotato... se ci è riuscita, significa che lei è una di queste cose! E non è normale che un Demone faccia...-

-Adesso basta! Piantala, Hayden! Non sei più un bambino! Non posso punirti per quello che fai, ma sappi che non ti rivolgerò più la parola se mi disobbedirai ancora! Sono stata chiara?!-

Tom era allibito dai discorsi del ragazzo, la cosa lo aveva davvero sorpreso. Hayden non era uno sprovveduto e di certo non era il tipo che andava a cercar guai, non era giusto che Tanya lo trattasse in quel modo. Anche se capiva anche il punto di vista di sua moglie.

Il biondo, lì, sentendo le parole della madre, rabbuiò e domandò –Perché mi stai trattando così?-

La rossa, vedendolo così contrito, assunse un'aria non meno sofferente. Sgridare i suoi "bambini" era la cosa che più detestava e vedere Hayden così ferito, la fece sentire terribilmente in colpa.

-Oh, Hayden, cavolo...!- lamentò la donna, afferrandogli le mani e incrociando gli occhi con lui -Ne abbiamo già parlato mille volte, sai bene cosa penso... credevo che non mi avresti mai fatto qualcosa alle spalle, per giunta qualcosa di così pericoloso!- e indietreggiò, abbassando lo sguardo e dirigendosi verso la finestra ma il figlio ora osservava la madre con gli occhi sgranati –Lo so! Lo so che la cosa ti spaventa! Ma il Titano prima o poi arriverà! Sono passati diciotto anni, mamma! E se questa fosse una delle sue Sacrificande?? Ha i capelli neri, potrebbe avere dei tratti orientali, anche se non è stata ancora inquadrata in volto. Nel caso, è bene che la catturiamo! Lo sai! Non possiamo permettere che venga uccisa da qualcuno!-

La donna si spostò verso la porta d'uscita, scuotendo il capo delusa e fece –Hayden, se avesse voluto essere uccisa, certo non sarebbe scappata, non trovi? Queste sono tutte cose che ti stai inventando per correre dietro a un'assassina che sì, forse è anche un Demone, una persona malvagia, ma lo sai: non possiamo metterci in mezzo, non nelle questioni che riguardano i babbani. La legge magica è molto chiara e noi, tutta la nostra famiglia, attualmente è in una situazione precaria, visto che nessuno di voi, nostri figli, è inseribile in una singola categoria, essendo tutti ibridi. Non voglio che attiriamo l'attenzione anche della legge... abbiamo abbastanza occhi puntati addosso!- sottolineò, eloquente e il figlio, che conosceva già quelle questioni, deglutì e mormorò -Mi dispiace, ma io non sono d'accordo. Farò in modo da non essere punito o rilevato... ma non posso più tirarmi indietro. Questa donna non è normale.- stabilì, convinto, vedendo la madre fissarlo, notare la sua determinazione e mostrargli comunque il suo disappunto -Non posso legarti, ma vorrei davvero che pensassi a ciò che fai, alle conseguenze delle tue azioni. Il mondo babbano è privo di protezioni e noi, finché l'ultimo Titano non verrà sconfitto, non possiamo permetterci di sostare in luoghi del genere, davanti alla televisione babbana. Potrebbe essere solo una trappola per catturarti e spingerci a cercarti in un posto che farebbe comodo al Titano, come è successo l'ultima volta.- e guardò il marito eloquente, vedendolo deglutire e annuire appena, vedendola però continuare a fissarlo. Non si fidava nemmeno di lui.

Strinse le labbra, sentendo che entrambi stavano ignorando le sue legittime paure e decise di abbandonare la cucina, muovendosi in camera propria.

Tom aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma venne raggiunto presto dal figlio che si sedette affianco a lui e lo scrutò –Lascerò perdere... se la preoccupa così tanto-

-No, non possiamo. Capisco perfettamente le sue paure... ma non possiamo davvero lasciarci perdere questa occasione. Se questa donna è legata al Titano, dobbiamo scoprirlo. Quel che voglio però è che tu non faccia niente di stupido, Hayden. Tua madre non ha torto nel pensare che potrebbe essere una trappola... anche se, devo dirlo, se lo fosse stata davvero, oggi probabilmente ci saresti cascato... e invece è scappata. Non è un atteggiamento sensato... anche se potrebbe averlo attuato per confonderci, non possiamo saperlo.-

Stabilì il padre e proseguì, convinto –In questi anni ci siamo rilassati, abbiamo avuto il tempo di crescervi ed educarvi al meglio delle nostre possibilità, anche a livello scolastico, siamo molto, molto più potenti di quanto non fossimo diciotto anni fa, per cui... parlerò a tua madre e tu continuerai a spiare questa "Surmaga" o come si fa chiamare.- Hayden era davvero sorpreso davanti alle parole dell'uomo. Credeva che sarebbe stato dalla parte di sua madre, che, dopotutto, non aveva un punto di vista così discutibile. Anche le leggi magiche dovevano andare rispettate, loro non erano al di sopra di nessuno, visto che volevano vivere sulla Terra e non nella Dimensione Demoniaca. Quindi sarebbe dovuto stare molto attento, la capacità di diffusione delle notizie, fra i babbani, era ormai nettamente superiore alla loro.

...

Tom varcò la soglia della camera da letto, mentre vedeva la rossa prepararsi per andare ad allenarsi, come ormai faceva quasi ogni mattina.

-Ehi...- iniziò bonario e quella scattò severa –Spero che l'abbia sgridato anche tu, non capisco perché voglia a tutti i costi spingere quella donna a confrontarsi con lui!-

Il biondo liberò un fiato e si avvicinò a lei, prendendole le mani dai pantaloni che stava per infilarsi e chiudendo la porta della stanza, lasciandola in intimo e canottiera. Le accarezzò il viso e le sorrise, affettuoso –Perché vuole proteggerci, vuole puntare sul fattore sorpresa. Tanto, presto o tardi, se quella donna è un problema, si presenterà comunque alla nostra porta...–

La rossa rabbrividì atterrita e lui le accarezzò una coscia, mentre con l'altra mano le sfiorava lo zigomo con le nocche. La vide socchiudere lo sguardo e muovere il capo verso il suo collo nascondendosi e sentendolo poi circondarla con le mani mentre le baciava il capo, ricco di boccoli fiammeggianti.

–Nessuno ti terrà fuori, davvero, se ci sarà da attaccare qualcuno lo faremo tutti insieme. Abbiamo imparato molto dal passato, ci siamo allenati tanto e non abbiamo intenzione di sottovalutare nessuno. Quindi non devi spaventarti, perché io...- e le prese il viso fra le mani, mentre lei lo osservava sempre preoccupata –Io... non lascerò che ti torchino un solo capello stavolta, sono stato chiaro? Non permetterò che ti allontani da me, durante lo scontro che ci sarà. In cuor mio ho sempre voluto che restassi a casa, per una motivazione o per l'altra, adesso non sarà così. Te lo giuro.-

La donna vide nei suoi occhi l'assoluta decisione e annuì, muovendosi verso le sue labbra e baciandolo.

Stare con lui le dava sicurezza, ma sapeva che per quanto Tom fosse così forte non poteva garantirle l'assoluta certezza che quella volta non le sarebbe accaduto nulla, anche se di se stessa, ormai, le interessava ben poco. L'idea che quel mostro potesse toccare i suoi figli, per quanto fosse riuscita a deviare il precedente Titano da quell'idea, la terrorizzava comunque. Rwonk era diverso caratterialmente e certamente doveva aver cercato un modo per contrastarli, altrimenti non sarebbe andato a stuzzicarli mandando quella demone... sempre che questa fosse correlata a lui.

C'erano ancora molti punti interrogativi, quel che era certo era che suo marito, per quanto potente, non poteva garantire l'assoluta sicurezza a nessuno di loro e in passato lo aveva più volte dimostrato, purtroppo.


Quella mattina, Skarlet aveva deciso di non andare in Accademia. Le lezioni di sabato erano piuttosto rare e per questo si era del tutto opposta alla cosa. Se i prof volevano recuperare ore, che sacrificassero altri momenti! Non il suo sabato mattina!

Ci aveva pensato bene, arrivando alla conclusione che stava rischiando parecchio, considerato cosa suo padre aveva minacciato di fare se non avesse superato l'ultimo anno di accademia per Immuno con degli ottimi risultati, ma erano ancora all'inizio dell'anno, onde per cui... poteva permetterselo.

"Che sarà mai una mattinata persa!"

E poi era proprio da tanto che non vedeva il suo adorato cugino...

Rimase semi raggelata però, quando, una volta smaterializzatasi in salone, aveva beccato Viktor e Ares scendere le scale in silenzio.

Il primo si guardava alle spalle con attenzione, controllando palesemente che nessuno li stesse guardando, diversamente, Ares, sembrava molto più tranquillo. Aveva le mani in tasca e, una volta incrociati gli occhi con lei, si era fermato.

Anche lei era lì di nascosto e certo non voleva attirare l'attenzione degli abitanti della casa, ovvero Dorian e Mara. I due, probabilmente, si stavano coccolando in camera da letto quindi i gemelli dovevano aver fatto un rapido ragionamento, proprio come lei.

Non era stata la sola ad aver notato che il sabato e la domenica mattina fossero gli unici momenti della settimana dove i coniugi potevano davvero godersi i marchi. Motivo per il quale lei si trovava lì e loro si trovavano lì, con lo stesso fare losco.

E Skarlet capì subito che Ares aveva intuito il perché del suo fare silenzioso... ma bluffare non le costava niente e assunse subito un'aria severa.

Viktor si volse e spalancò gli occhi, atterrito nel vedere la splendida cugina raggiungerli e inchinarsi appena, sgridandoli -Cosa ci fate in giro?! I vostri genitori lavorano molto durante la settimana e si staranno certamente rilassando, se farete danni li interromperete e si arrabbieranno! Poi vi metteranno in punizione! Possibile che vi piaccia tanto il sangue di maiale?!-

Ares incrociò le braccia sul petto e si appoggiò alla ringhiera, guardandola poco convinto.

Viktor le rispose a voce bassa, con aria innocente -Ma questo è l'unico momento dell'anno in cui io e Ares possiamo prendere sole, Skar! Non ci bruciamo e non c'è troppo caldo... vorremmo solo andare a vedere il mare, lo sai che ci piace moltissimo!-

Iniziò quello, con i suoi occhi da orso e il fare melodrammatico, cosa che riuscì a farla arrossire.

Se stava simulando, era davvero un gran bel furbo, oltre che proprio carinissimo. Che occhi che aveva...

-Papà vi mette sempre la cupola protettiva, non potete dire di non essere andati al mare quest'estate, non ci fate niente oggi.- insistette però lei che, purtroppo per i due gemelli, non era tipa da lasciarsi abbindolare... visto che anche lei era un'ottima abbindolatrice.

-Skar, ma lo sai che stare fermi sotto una cupola, non è la stessa cosa... è come andare al mare con le nuvole o averlo dentro una stanza! E' diverso, non si sente la brezza del mare o il suo profumo e anche i rumori sono attutiti! Per favore, sii buona! Ti prometto che non faremo nulla!- continuò l'altro, davvero convincente, cavolo... e non poteva proprio essersi preparato quella scusa!

Sarebbe diventato anche più bravo di lei a manipolare la gente...

...Ma per il momento.

Assunse di nuovo un'aria severa e a quel punto intervenne Ares -Cosa vorresti fare per fermarci? Potresti solo provare a usare il Potere del Domatore su di noi. Lo faresti?-

Le domandò, lapidario e lei schiuse le labbra, ora allibita -Ma...!-

-Sei qui anche tu di nascosto, altrimenti ci avresti sgridati subito e rumorosamente pur di farti notare dai nostri genitori. Invece hai insonorizzato l'area, visto che sai bene che se dovessimo alzare i toni, nostro padre ci sentirebbe.- continuò il giovane e arguto Diurno. Staccandosi ora dalla ringhiera e stirando un ghigno malevolo, cosa che le fece venire i brividi.

Era la fotocopia di Dorian.

-Quindi ti dirò io cosa faremo. Noi non abbiamo visto te e tu non hai visto noi. In camera ci annoiamo e tu ti annoi a scuola. Ognuno di noi fa quello che gli pare.- sostenne, lasciando lei davvero sconcertata. Non di rado il ragazzino tirava fuori un lato così malevolo e altrettanto determinato.

Anche se dovevano ammetterlo, con la crescita quel suo lato era andato decisamente a farsi più incisivo.

-Ah, cavolo...- commentò lei, mettendosi dritta e incrociando le braccia sul petto, preoccupata -Se vi succede qualcosa, sarò io la responsabile, vuoi mettermi in questa condizione? Sai perfettamente quanto poco lo sopporterei, Ares.- e guardò anche Viktor, che continuò con il suo adorabile broncio e fece per rispondere ma Ares tagliò corto -Non ci succederà niente, non fare la lagna, come al solito.- e fece per andarsene, davanti allo sconcerto sempre crescente della Malfoy, ora rossa in viso "Ma è assurdo!!"

-Ah, m'innamorerò di te se continui così, ragazzino.-

Ma quello l'aveva ignorata bellamente, girandole la faccia e intimando il fratello a uscire dall'abitazione.

La Malfoy dunque raggiunse silenziosamente la camera di Alexis e se la chiuse alle spalle, cosa che la tenne al sicuro dalle orecchie di Dorian.

-Tesoro...- lo chiamò, andando ad intrufolarsi sotto le sue coperte e notandolo a pancia in giù, nudo per sua fortuna.

-Mh...- rispose lui, poco convinto e la ragazza iniziò a baciargli il collo, affettuosamente -Ciao...-

Sentì la mano di lui immergersi fra i suoi capelli e accarezzarli -Ehi...- mentre quella di lei scivolava furba verso il basso, a dare il buongiorno a qualcun altro.


Quando Viktor e Ares giunsero in spiaggia, dopo aver usato la velocità dei vampiri, il primo domandò -Come facevi a sapere tutte quelle cose?-

-Si vedeva. E poi la sgridano sempre per come va male a scuola...-

-Ah già, è vero... eheheh- e se la rise, vedendo il gemello levarsi gli indumenti, piegarli e appoggiarli su un masso che non sarebbe dovuto essere colpito dall'acqua, stessa cosa fece lui, ma li gettò sulla sabbia e iniziò ad agitare le ginocchia, eccitato mentre guardava il mare -Dici che la troviamo??-

E Ares fece spallucce -Dicono che si trova nel Mediterraneo e siamo nel Mediterraneo. –

-Perfetto, allora andiamo!!- disse con entusiasmo il ragazzino, tirando su un pugno e gettandosi presto in acqua, assieme al gemello.

Erano molto forti e naturalmente la loro velocità in acqua era notevole, anche perché non avevano bisogno di respirare, un vero peccato che non avessero proprio idea di cosa davvero ci fosse nelle profondità di quegli abissi.


Era quasi mezzogiorno ormai e Skarlet, insieme al suo compagno di letto, si stava riprendendo dalla ginnastica mattutina.

Il bruno le stava sopra e mentre immergeva le mani fra i suoi capelli rosa, la stava baciando.

La giovane era stretta a lui con un abbraccio, aveva i brividi a fior di pelle a causa del piacere appena trascorso e che stava abbandonando placidamente il suo corpo.

-Mh... sapevo che sarebbe stato ben più produttivo venire qui, piuttosto che andare a...-

Aveva iniziato a commentare, Skarlet, ma qualcosa l'aveva fermata prima che potesse finire.

Il telefono aveva iniziato a vibrare poi, atterrendola.

Alexis, vedendo la sua reazione, liberò una mezza risata -Adesso riesci ad anticipare l'arrivo dei messaggi? Voi Malfoy siete pieni di risorse...!-

Celiò, vedendo la compagna scendere nuda dal letto, sgusciando rapidamente sotto di lui e afferrare il telefono.

Era Sharlize #Ehi, sei a scuola? Passi a casa? Ho di nuovo mal di testa...#.

La cosa era ormai abbastanza comune per lei, probabilmente aveva litigato con Filipp, come al solito, o avevano cercato di fare le cosacce senza un riscontro positivo. Cosa comune anche quella.

Eppure c'era qualcosa di strano...

Non era stato il messaggio a metterla in allarme.

Si vestì rapidamente e Alexis la guardò storto -Chi è?-

La Malfoy gli lanciò un'occhiata seria, poi disse, prima di smaterializzarsi.

-Sono in spiaggia.-

...

Quando riapparve, si trovava davanti alle onde agitate del mare. In lontananza vedeva uno strano vortice d'aria, cosa assolutamente non tipica delle loro spiagge.

Era arrivata giusto in tempo per poter notare che i ragazzini non c'erano, a differenza dei loro abiti.

"Sono entrati in acqua..."

Quel pensiero le attraversò la mente insieme alla preoccupazione per quel vortice: si stava avvicinando alla costa.

"Ma cosa diamine è?!"

-ARES!! VIKTOR! DOVE SIETE?!-

Agitata dunque, istintivamente iniziò a chiamare i ragazzi, immaginando che fossero immersi nelle vicinanze.

Ma probabilmente, trovandosi in profondità, non riuscivano a sentirla!

Li cercò quindi mentalmente, anche se non era solita usare la telepatia con loro, quindi cercarli le risultò decisamente complesso... e poi improduttivo. Anche perché necessitava della più assoluta concentrazione e invece non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quel dannato vortice.

"Maledizione!!"

E si gettò in acqua, vestita. Il mare era un po' troppo freddo per lei, a fine Settembre, ma non se ne rese davvero conto fino a quando, la ricerca dei ragazzini non aveva dato alcun frutto. Non erano lì e lei non aveva poi chissà quale capacità di ricerca.

Chiamò ancora i gemelli dunque, rabbrividendo atterrita e nella sua voce, stavolta, si poté sentire una nota di disperazione.

Le sue urla e quel vortice però... non potevano passare inosservati a lungo, soprattutto a chi aveva la vista proprio su quel lato di costa. Ovvero i padroni di casa.

Nello stesso momento in cui Dorian Hegland, sdraiato comodamente sul torace nudo e ancora ansante della sua amata, notò alla finestra l'arrivo di quel vortice, dall'acqua sbucarono proprio i gemelli.

Ares teneva stretto a sé il gemello, che sembrava ferito, mentre dietro di loro si stava aprendo l'enorme bocca di un... pesce?

Fu uno shock talmente grande che l'uomo fece appena in tempo a mettersi l'intimo e a imprecare, prima di sparire nel nulla.

Mara si era messa subito seduta, cercando di contenere maggiormente il respiro affannato... ma questo venne presto sostituito dal gelo che l'aveva appena catturata nel vedere il vortice sul mare che si stava proprio dirigendo verso la sua casa -Oh mio Dio!!-

Naturalmente non aveva pensato ai suoi figli, dato che non aveva la vista acuta di suo marito, credeva che l'uomo si fosse appena smaterializzato per fermare semplicemente l'assurdo evento atmosferico, ma solo quando si fu rapidamente vestita e smaterializzata poté assistere a uno spettacolo incredibile.

Dorian era davanti a lei, mentre immersa nell'acqua c'era Skarlet.

La giovane Malfoy aveva le mani parate davanti a sé, nel tentativo di bloccare quello strano vortice acquatico, i ragazzi l'avevano appena superata a nuoto e si stavano muovendo verso la riva.

Non appena Dorian li vide, si mosse dritto verso di loro, ma spalancò gli occhi quando vide dall'acqua sbucare la testa di un mostro, diversa da quella che aveva visto prima di smaterializzarsi.

La bocca era piatta, piena di denti e sovrastata da due occhi giganteschi. Era attaccata a un collo da cui si diramavano degli arti lunghissimi avvoltolati a degli ami conficcati nella carne e decisamente grandi, li stava roteando e certamente avrebbero raggiunto Viktor e Ares se davanti a loro non si fosse parata proprio Skarlet.

Vide una serie di quei grossi ami, pari quasi a degli uncini, conficcarsi nella gamba della giovane, dal polpaccio al ginocchio quindi iniziare a roteare, strappandole via la pelle, risalendo verso coscia e bacino. Squarciandole anche la muscolatura nel tragitto.

Erano quasi a riva, la ragazza era immersa dal ginocchio in giù, fu un lago di sangue molto presto. Sangue che avrebbe certo fatto impazzire i suoi figli se non avesse loro tappato il naso.

-SKAR!- gridò il Reale, ma la ragazza, furiosa e immobile fra lui e la bestia, non disse niente, tremava.

-Vattene.- scandì verso la bestia e improvvisamente il vortice si diradò, come si sfilò rapidamente l'arto uncinato dello strano mostro abissale.

La testa del pesce sparì dunque sott'acqua, mentre la notevole ferita della ragazza si rimarginava. Diversamente, chi si presentò loro, oltre quel turbine di vento, fu una creatura simil umanoide. Sembrava una donna, ma fatta d'acqua contenente sabbia e grosse porzioni di scoglio. I suoi capelli sembravano costituiti da lunghissime alghe e sul volto, in trasparenza aveva solo un grande occhio azzurro. Sollevò una mano, mentre su di essa correvano numerosi artropodi marini e indicò i gemelli.

La sua voce parve provenire dall'acqua poi -Non dovranno mai più turbare il mio sonno-

Disse, nella loro lingua e Skarlet scandì, gelidamente -Sono solo dei bambini, sparisci!-

Quella l'ascoltò e diede loro le spalle, sentenziando però -No, non lo sono affatto.- e il suo corpo parve sfracellarsi e trasformarsi improvvisamente in un banco di piccoli pesciolini da riva, che sincronizzati si allontanarono, illuminando la superficie del mare, grazie alle scaglie argentee che riflettevano la luce.

Skarlet solo in quel momento si accorse del proprio telefono che squillava rumorosamente.

Si volse e vide che c'era anche Alexis, doveva averlo portato lì, anche se stava vicino alla madre.

-Ragazzi!!-

Li chiamò, troppo preoccupata per arrabbiarsi con loro.

Skarlet vide subito che Viktor era ferito a un braccio, probabilmente da quegli ami e la madre lo stava curando con un incantesimo di bendaggio.

Fece per raggiungerlo ma Dorian le afferrò il gomito -Stai bene, mocciosa?- e lei, notando la sua preoccupazione, gli sorrise affettuosa -Sì, tranquillo.- e con una breve mossa della mano fece sparire il proprio sangue, per non distrarre nessun vampiro, anche se, per sua fortuna, l'odore non era così intenso.

Mara aveva gli occhi lucidi e tremava mentre controllava anche Ares, che ribadiva -Sto bene, smetti di piangere.-

-Silenzio!- lo sgridò però la madre, aggressiva e al contempo preoccupata, li avrebbe sculacciati entrambi ma sicuramente dovevano essere terrorizzati.

-Mamma... non fare così...- la stava invece pregando Viktor, cercando di accarezzarle il viso, più preoccupato per lei che per il suo braccio.

-Noi volevamo solo farti esprimere dei desideri... nel libro c'era scritto che nascosta al centro del Mediterraneo c'era una Sirena che...-

Si volse quando sentì Skarlet curarlo rapidamente, mettendogli una mano sull'arto ferito.

Mara era sbiancata davanti alle parole del ragazzino. Alex era dietro di lei e non meno sorpreso, mentre Dorian era dietro Ares e li guardava a un metro di distanza.

-Come avete fatto a trovarla?- domandò allibita Skarlet e Viktor fece, scontento -Non era certo lei! Non ci ha fatto mica esprimere i desideri!-

-Non esistono questo tipo di mostri, ragazzi!!- fece a quel punto Mara, portandosi una mano al viso -Cavolo, ma davvero a undici anni c'è bisogno che vi si venga detta una cosa simile!? Come avete potuto crederci!?-

-Quella era solo una delle numerose Ninfe Marine che riposano nei grandi mari come questo.- scandì dunque Dorian, sbuffante, scuotendo il capo.

Non sapeva davvero se arrabbiarsi o meno, a quel punto, ma naturalmente li avrebbe di nuovo puniti.

-Ares, sicuro che sia tutto okay?- domandò quindi la cugina, vedendo il ragazzino annuire freddamente, sembrava infastidito.

Sentì Alexis scombussolargli i capelli e guardare Viktor -Volevate farci preoccupare? Perché dovete fare sempre cose assurde?-

E Mara scosse il capo, con gli occhi lucidi -Questo proprio non avreste dovuto farlo! Mi è venuto un colpo nel vederti uscire dall'acqua ferito, Vick! Possibile che non vi sia venuto in mente prima di... di andare a cercare quel mostro!? Cavolo!-

E il ragazzino abbassò il viso, borbottando scontento -Scusa... non pensavamo se la prendesse tanto. Non si svegliava... e...- lanciò un'occhiata rapida al gemello che scandì, gelidamente -L'ho morsa.- e lì, tutti lo guardarono sconcertati.

-Hai morso uno scoglio?- domandò quindi Dorian, che non riusciva a credere alle sue orecchie.

Ares quindi si volse e alzò gli occhi glaciali su quelli del padre, con aria molto seria come al solito -Sì... poi si è svegliata.-

Scandì, a prova del fatto che non era stata una mossa così stupida, se aveva funzionato.

Dorian batté gli occhi e piegò il capo, ormai incuriosito -E come avete fatto a trovarla? Ci avete messo una sola mattinata...-

Ares guardò quindi il gemello che sorrise al padre e gli disse -Ares fa paura agli animali, abbiamo iniziato a cacciare quelli più grossi e aggressivi e ci hanno portato da lei... – chiarì il giovane, facendo spallucce e il padre parve davvero sconcertato -In ogni caso, sappiate che siete in punizione, fino alla fine del mese. Ora mi avete davvero seccato.-

Stabilì, voltando loro la faccia e facendo per andarsene, ma si fermò e guardò la nipote che arrossì appena e lui le fece cenno di seguirlo, senza dirle niente.

Quella schiuse le labbra sorpresa, poi però decise di obbedire e con una breve corsa raggiunse lo zio, chiedendogli -Cosa c'è?-

Dorian parlò quando raggiunsero l'abitazione, la fece entrare, poi si appoggiò alla porta con la schiena. Aveva le braccia incrociate sul petto e appariva molto serio -Sai che ho un accordo con tuo padre, vero?-

Lì, la giovane capì che non era stata presa da parte per una dose di coccole extra... come magari sperava.



Spazio Autore:

Eccoci! Sembra che stia per arrivare una bella ramanzina!! Vedremo alla fine a chi darete ragione! I nostri gemelli sono proprio due cattivoni, anche se sembra l'abbiano fatto a buon fine stavolta! XD Vedremo venerdì come andrà a finire questa conversazione! Vi piace Eliza?? Alla prossimaaa!!

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