Smascherata (Parte III)

-Mi dispiace, ma se ne sta andando... dovresti farle compagnia, almeno in questi ultimi momenti-

Leon era seduto sul divano da tempo immemore ormai: le mani immerse fra gli scuri capelli, piegato in avanti, con i gomiti poggiati sulle ginocchia.

Arianna quella notte aveva smesso di respirare, era successo mentre lui la stringeva fra le sue braccia, mentre dormiva con lei. Le Elfe avevano necessità di dormire, per cui lui, per farle compagnia, faceva altrettanto. Ma, appoggiato dolcemente al suo petto e nel buio della notte, una luce dorata l'aveva svegliato, e quindi aveva spostato il capo verso la sorgente di luce, notando che era il torace della donna.

Da quello, lentamente, si erano staccati con leggerezza dei brandelli fatti d'oro, luminescenti.

I capelli, dorati e splendenti che erano, avevano iniziato a lampeggiare seguendo le pulsazioni del suo battito poi, molto rapidamente, tutta la pelle della donna aveva iniziato a staccarsi, mentre ciò che c'era sotto emanava un acceso bagliore. La sua Arianna se ne stava andando, senza nemmeno dirgli addio.

Non l'avrebbe mai più rivista, lei che l'aveva accompagnato per mille anni e più, lei che l'aveva cambiato, che l'aveva reso una persona del tutto diversa, migliore, speciale... come amava definirlo lei.

La verità però era un'altra.

Era lei, lei solamente era la persona speciale, lei era unica, lei era tutta la sua vita.

"E adesso... non ho più niente"

Solo una grande casa, vuota e ora più spenta e triste che mai.

-...Leon- mormorò un uomo sulla trentina, lo conosceva bene –Alberich, ti ringrazio di aver tentato, almeno.-

Alberich era un Immuno e, per la precisione, era il preside dell'Accademia che frequentava Skarlet, quella finalizzata all'istruzione avanzata degli Immuno.

Poteva salvare qualunque creatura da ogni male, ma solo se le Ordinatrici erano d'accordo e se lui aveva abbastanza Aura magica –Non preoccuparti, siamo amici da tempo. In questi anni avrei conservato l'Aura per aiutare la Leggenda nella guerra contro il Titano, ma Arianna aveva la precedenza, lei era una donna...-

–... speciale. Sì, lo era.-

Ignorò il fatto che anche Alberich, come molti altri uomini, amava la sua ormai defunta moglie ma non fisicamente, bensì spiritualmente e lui non poteva fare nulla per contrastare i sentimenti, poiché questi non andavano comandati.

Il cellulare davanti a lui era spento, non sapeva se fare quello che... era lecito fare, non sapeva cosa esattamente desiderava in quel momento.

-Vuoi... che vada via? O che rimanga? Devi dirmelo sinceramente però, non devi vergognarti o sentirti in colpa, farò ciò che desideri.-

Già, cosa desiderava?

Corrucciò lo sguardo e prese il telefono, lo accese e fece –Vorrei... restare solo-

Alberich annuì solamente e fece –Mi raccomando, di qualunque cosa tu abbia bisogno, Leon, non esitare a chiedere-

Il moro annuì nella sua direzione con sguardo intenso e ricco di gratitudine poi, non appena lo vide sparire, tornò al suo telefono e inviò un messaggio

#Lei se n'è andata.#

Poi appoggiò il telefono e si rese conto, forse solo in quel momento, di quanto si sentisse triste, in realtà.

...

Lontano da quella dimensione, Cherlyne, sdraiata sul letto, avvertì il telefono vibrare e lesse il messaggio. Non vide nemmeno il mittente, ma sgranò gli occhi...

-Oddio... non è possibile, è già successo...-

Scese rapida dal letto, illuminando con un debole Lumos la stanza e sentì suo marito mugugnare –Cher...-

Quella gli rispose –Amore, Arianna... Arianna... devo... oddio, Jam...-

Il marito era tornato solo due ore prima dal turno di notte, quindi era decisamente stanco, per cui annullò l'incantesimo e volò in bagno con la prima cosa che trovò, quando fu pronta, lasciò un messaggio al marito e, mentre scriveva con la piuma, qualcosa bagnò il foglio.

Erano le sue lacrime, l'adrenalina stava svanendo e il pianto stava per farla soccombere.

"No, non posso... devo essere forte per lui! O si butterà giù!"

Per cui, una volta scritto il messaggio si smaterializzò con coraggio a casa di Leon.

...

La donna si presentò all'interno della villa, non prima di aver attraversato il ponte che collegava la Terra con la dimensione demoniaca. Quando lui la vide, la sua espressione si ammorbidì.

Nel buio, l'uomo notò comunque la luminosità dei capelli dorati di Cherlyne, erano così simili a quelli della sua Arianna.

Inspirò il fumo nero, che lo avvolse come una nuvola ed espirò dicendole, mentre lei si avvicinava a lui con delicatezza, come se avesse paura di romperlo con qualche movimento brusco –Era fra le mie braccia, poi... ha iniziato a sgretolarsi. Ora non ho idea in che condizioni sia... e non lo voglio sapere, voglio ricordarla...- corrucciò lo sguardo, non trovando le parole adatte per cui fece semplicemente -Non voglio ricordarla così-

Cherlyne riuscì appena a respirare in quel momento, a causa del magone e alzò il capo verso il soffitto, cercando di trattenere le lacrime, ma proprio non riusciva a farlo, non era in grado quella notte, lo sarebbe stata per il resto dei suoi giorni, avrebbe fatto di tutto per lui, ma non quella notte. Quella notte era troppo debole, troppo dispiaciuta, troppo vulnerabile.

-Dovresti... dovresti buttare... quella...- lui era quasi pronto a risponderle freddamente, ma, nell'alzare lo sguardo, una morsa al cuore lo agguantò, spingendolo a starsi zitto e a pensare a consolare la donna.

-Vieni, Cher...-

Lei lo vide continuare a fumare, ma ignorò la cosa e si sedette affianco a lui, dicendo –Mi dispiace... mi dispiace da morire...!- e stavolta prese a piangere forte, passandosi una mano fra i capelli biondi. Avrebbe voluto abbracciarlo e consolarlo, ma era davvero intimorita di vederlo crollare, non voleva affatto che succedesse.

Lui sorrise debolmente davanti alla sua reazione, la vedeva artigliarsi le ginocchia, mentre faticava a guardarlo.

Conosceva la sua reticenza nel mostrarsi debole, l'aveva sempre molto ammirata per questo, ma quel giorno non era necessario. Nessuno di loro sarebbe potuto apparire forte, né avrebbe dovuto.

Fece sparire la sigaretta e attirò la sua attenzione –Ehi...- si avvicinò al capo della donna, e prese a stamparle dei baci sulla guancia, mentre l'aveva stretta a sé. Ma lei non lo lasciò fare e gli gettò le braccia al collo, piangendo forte e avvinghiandolo al suo petto –Oh Leon, mi dispiace! Davvero!-

-Lo so, piccola, calmati...- rispose lui più pacato e le afferrò il viso, guardandola negli occhi –Tesoro, non le ho detto addio ma, ti assicuro, questi secoli con lei sono stati meravigliosi, abbiamo vissuto la più bella fra le storie d'amore...-

Lei si fece baciare la fronte dal moro e annuì –Lo so, voi... voi eravate meravigliosi insieme, io... io sono così dispiaciuta!-

Quello si lasciò sfuggire una risata amara e fece –Ti prego, smettila di piangere, calmati adesso, non voglio che tu stia male...-

La bionda tentò di trattenere le lacrime e lui le asciugò pacatamente gli occhi –Va tutto bene...- poi la trascinò con sé sul divano e quella si sdraiò su di lui, appoggiandosi al suo petto.

-Vedrai... sono sicura che... un giorno... un giorno non odierai più questa notte, Arianna vorrebbe che tu...-

-Sì, so cosa cerchi di dirmi, Cher. So che Arianna mi voleva forte e... per mia fortuna, o sfortuna, sono un demone. Se troverò un altro modo per occupare la mia vita, allora riuscirò a superare la cosa, altrimenti...-

Lasciò intendere e la sentì tremare –Me la dirai vero? Qualunque cosa tu voglia fare... me la dirai?-

-Non lo so, non credo.- fece lui, improvvisamente freddo e la sentì soffocare un fiato –Cosa...?-

La vide voltarsi e notarlo decisamente serio, al che lui alzò lo sguardo al soffitto.

-Tenterò in questi giorni di sistemare la casa, di cambiare alcune cose, di riprendere in mano la mia vita di uomo solo, per poi... fare nuove conoscenze. Non ho scelta.-

Cherlyne socchiuse le labbra –Hai... hai intenzione di trovarti subito un'altra donna? Leon! Devi... devi prenderti il tempo per metabolizzare la cosa! Per favore...-

Quello scese ad osservarla, duramente –Non sarà una cosa seria Cher, sarà un modo per... rimettere in moto me stesso. Se devo andare avanti, devo cambiare la mia vita attuale. Rimanendo chiuso qui dentro, uscendo solo per far lezione, non avrò vita lunga, se capisci cosa intendo-

Cherlyne abbassò il capo e capì –Quindi...-

-Quindi smetterò di dormire, ristrutturerò la villa, mi troverò nuovi hobbies, nuove persone con cui... condividere il mio tempo. Ho abbandonato molte antiche abitudini stando con Arianna, lei ha del tutto monopolizzato il mio essere e avrei vissuto in quel modo per tutta l'eternità se lei fosse rimasta con me. Ma, come ha detto lei stessa... devo andare avanti. Non posso permettermi di crollare, ho fra le mani un potere troppo grande.-

Cherlyne osservò intensamente l'uomo e fece –Sei sicuro però di... aver accettato la cosa? Io... non ne sono certa.-

L'uomo le accarezzò il capo e la strinse di nuovo al suo petto –Cher, noi Demoni siamo diversi da voi umani, noi non abbiamo le anime impostate come voi, a noi non occorrono anni per passare sui dispiaceri, noi siamo creature senza tempo, domani potrei trovare la donna della mia eternità e allora, quando avrò passato con lei diecimila anni, cosa sarà per me Arianna? Nient'altro che... una vecchia fiamma-

Cherlyne alzò la testa allibita, con la bocca spalancata, poi lo sgridò, quasi riprendendo a piangere –Sei un bugiardo! Perché menti a me in questo modo!? So esattamente quanto vi amavate! E conosco anche le anime dei Demoni! Quando amano è per l'eternità! E ti posso garantire che... che nemmeno che fra centomila anni potresti definire Arianna una... una...! Leon... no, io...!-

Quello, con un grosso sospiro, si era adagiato sul divano, per guardare il soffitto, stremato. Lì, lei notò gli occhi di lui farsi lucidi e mormorare –Ti prego, Cher, non... non farlo mai più, ho la necessità di credere che tutto il dolore che sento in questo momento sparirà, perché se sei in grado di accertarmi che questo male non mi abbandonerà noi... ci saluteremo in questo momento, perché... non mi vedrai mai più. Raggiungerò Arianna, ovunque lei sia-

Cherlyne sgranò gli occhioni dorati, la bocca si aprì e si chiuse, boccheggiante...

Non aveva idea di cosa stesse passando, ma avrebbe dovuto aiutarlo, non buttarlo giù. Stava sbagliando.

-Hai ragione-

Doveva essere forte, e se lui poteva sentirsi forte solo portandosi a letto donne diverse ogni notte, modificando la propria casa e trovandosi nuovi interessi... beh, se avessero potuto fargli del bene delle cose di quel tipo, lo avrebbe lasciato fare... lei, obiettivamente, non aveva voce in capitolo.

Leon chiuse gli occhi e le accarezzò i capelli.

Calò il silenzio nella sala e, dopo un lungo silenzio, lui capì che la donna si era addormentata, con le guance umide. Doveva essere stanca morta, era stato molto fortunato che avesse visto il suo messaggio.

Erano le cinque del mattino, era meglio che tornasse da suo marito ormai, dato che era passata più di un'ora –Cher... Cher adesso dovresti tornare da James-

La bionda mugugnò semplicemente, mentre si accoccolava al suo petto –Jam non ha bisogno di me adesso.-

L'uomo assottigliò lo sguardo e replicò –Davvero, Cher, dovresti andare, non...- la vide alzare lo sguardo, misto fra vacuo e offeso –Ma... perché fai così?- domandò lei e quello la guardò disarmato –Cosa...? E' solo che sei sicuramente stanca, ti sei catapultata qui, quel ponte è debilitante per voi mortali...-

-Cosa vuoi che importi, adesso? Come puoi pensare che mi senta tranquilla ad abbandonarti qui, da solo?! Passerei comunque la giornata a pensare a te, a che stai facendo! Hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti, prima di ogni altra cosa!- e la vide tornare a piangere, cosa che lo addolcì totalmente, l'attirò a sé e la riempì di baci sulle guance –Mi dispiace, tesoro. Non fare così, è solo che io...-

In quell'ora passata in silenzio, aveva pensato molto ad Arianna, al discorso che aveva fatto con Cher, al suo stesso ragionamento, e non sapeva se poteva funzionare il suo piano.

-...Io non so proprio cosa fare adesso- e finalmente, due grosse lacrime scesero dal viso di lui, spingendo anche lei a piangere, ad accarezzargli le guance e a dirgli con infinita tristezza –Smettila, smettila di piangere! Ti prego!- quello si lasciò sfuggire una risata e fece sfiorare i loro nasi, non che le loro labbra, ma nessuno dei due parve accorgersene –Anche tu stai piangendo!-

Allora rise anche lei e replicò, ad occhi chiusi ormai –Non importa...!- quello rialzò lo sguardo su di lei e quella, mentre gli tratteneva e accarezzava il viso, lo osservò e lui notò l'oro intenso dei suoi occhi.

Ah, quella purezza, era presente solo in quelle due donne... in Cherlyne e nella sua meravigliosa Arianna.

Le prese con più decisione il viso e avvicinò le labbra socchiuse a quelle di lei, le bocche si incrociarono umide per un istante, ma i due si allontanarono immediati, guardandosi sorpresi entrambi.

Fu solo per un momento però, perché il Demone, preso dalla disperazione, tornò su quelle labbra, assaporandole con più decisione e lei, probabilmente trasportata dallo sconforto e dal terrore di vederlo morire per mano degli avvenimenti, lo lasciò baciarla.

Il demone non si permise di tastarla altrove e quando si separò nuovamente da lei, la vide serrare le labbra immediata e lui, altrettanto rapido, fece –Perdonami t'imploro... io non... perdonami, Cher...!-

Lei rispose dopo le sue parole, non sembrava arrabbiata –Leon, sono la tua unica amica e adesso sei molto vulnerabile, so molto bene che rispetti me e le persone più importanti della mia vita, come Jam e i ragazzi, per cui... posso capire. Non sono arrabbiata. -

Il moro sgranò gli occhi e annuì semplicemente –Sì, scusami io... non so davvero cosa mi sia preso, grazie... sei sempre molto comprensiva.-

Lei gli sorrise appena e si adagiò di nuovo sul suo petto –Dormirò un po' qui e domani mattina andrò a lezione-

Quello fece subito –Allora, se vuoi ci andremo insieme...-

La bionda corrucciò lo sguardo perplessa –Ne sei sicuro?-

-Sì, non voglio rinchiudermi in casa, non mi aiuterebbe...-

Alle sue parole la donna annuì -Va bene, allora.-


Era stata proprio una notte piacevole, nonostante la compagnia.

-Ahhh... Hazeeeelll???-

La richiamata, sdraiata sul letto matrimoniale di una futura neoalcolista, replicò ridente con una bottiglia di alcol puro in mano –Siiii???-

Vide la biondina, che non era altro che l'ex docile e santarellina Jazmyne, crollarle addosso ridendo come una stupida –Credo di aver bevuto un po'... ahhhh!!! Ma questa... questa è...-

La biondina, che inizialmente sembrava quasi lucida, notò improvvisamente la bottiglia di Hazel, che spalancò la bocca e rise forte –Nooo nonono!! Non ne bevi di questa! Ė cattiva!-

Jazmyne fece il broncio e la Reale ghignò maliziosa, avvicinandosi al suo viso, vedendola arrossire, centimetro dopo centimetro –Una goccia e poi vai a nanna... sennò nulla!-

La biondina, che aveva lo sguardo visibilmente stanco, stava farneticando da un'ora buona, per cui poteva ben sperare di liberarsi in fretta di lei e tornarsene da Hayden... per coinvolgerlo in qualche bevuta interessante, magari.

-Ok...- mormorò incantata la compagna e lei annuì, passò il dito sul beccuccio della bottiglia e poi lo passò sulle labbra della bionda, che subito se le leccò, avvertendo quasi il fuoco su quelle –Oh, mamma...-

Hazel le fece l'occhiolino e replicò –Ora dormi, me l'hai promesso...-

Jazmyne annuì e rotolò da una parte, domandandole –Ma tu dormi con me?-

Lei scosse il capo e replicò –Aspetterò che tu dorma, poi me ne andrò-

La biondina assunse un'aria mogia e poi annuì –Mh, okay... buonanotte-

La Reale le sorrise, poi le accarezzò il viso e le baciò la fronte –Notte...-

...

Non dovette aspettare tanto, e dopo essersi scolata un quinto della bottiglia, raggiunse Hayden in camera sua.

-Maledizione... leggi a quest'ora?-

Domandò la Principessa, poco stabile.

Il biondo abbassò il libro e la vide muoversi, traballante, verso il letto –Ahhh... ma come ti sei ridotta? Hazel!- la vampira si sedette sul bureau e ridacchiò, scolandosi fino a un terzo della bottiglia –Ne vuoi un po'?? Stanotte mi sento taaanto generosa con tutti...!-

Il biondo si alzò dal letto, raggiungendola e quella ridacchiante agganciò le proprie gambe al bacino di lui –Preso!- e scoppiò a ridere. Il biondo roteò gli occhi, vagamente divertito e fece per prenderle la bottiglia, ma quella fu più rapida –Fermo! O bevi o bevo io. La bottiglia deve finire- sottolineò categorica improvvisamente. Lui la guardò poco convinto –Ma smettila su, vieni a dormire...-

La bionda nascose la bottiglia dietro di lei e tirò dritta la schiena, mentre lui si piegava di lato tentando di prenderle l'oggetto –Dai, fai da brava...- ma lei approfittò della sua vicinanza per farsi a un passo dalle sue labbra e sussurrargli –Non mi arrenderò... altrimenti, se me la porti via, torno alla festa e dormo lì. Chissà che scemenze potrei fare... sono solo le quattro, dopotutto-

Il biondo espirò sonoramente e replicò –Va bene, ma la finisco io...-

La vampira sgranò gli occhi –Davvero? Così, ti ubriacherai...- e ridacchiò monella –Non ti ho mai visto davvero ubriaco...- il biondo roteò gli occhi –Non c'è niente di speciale, visto che sono esattamente come gli altri, da' qua!- e le prese la bottiglia, lei lo lasciò fare e lo vide scolarsi il restante molto in fretta.

La ragazza allora iniziò a muovere le braccia e a dirgli –Giù! Giù! Giù! Giù... SI!!- e tirò su le braccia, per poi vederlo corrucciare lo sguardo e ruttare poco finemente –Ah, fanculo...- Quella scese ridente dal bureau e gli volò addosso –Adesso sei stupido come me!!-

Il biondo ridacchiò sentendo la sua volenterosa coscienza rammollirsi appena e si passò una mano sul viso –Adesso dormiamo, dai...-

La vampira spalancò la bocca –Come?! Siamo ubriachi! Adesso dobbiamo fare qualcosa di stupido!-

Il biondo la guardò poco convinto e lei allargò gli occhi improvvisamente –Potremo... fare uno scherzo a tutti! Tipo... mettere la musica a tutto volume in sincrono in tutta la casa!! Tanto Eva non c'è! Dovremmo approfittarne!-

Hayden corrucciò lo sguardo divertito, poi però scosse il capo –Se Jaz scoprisse che mi hai fatto ubriacare se la prenderebbe con tutti e due, credimi...!-

La vampira rammentò in quell'istante la sua palla al piede e sbuffò annoiata, e dato che era a cavalcioni sul suo ventre si piegò in avanti adagiandosi su di lui –E allora? Cosa facciamo? Facciamo un salutino a Darco?-

Il biondo espirò sonoramente e domandò –Non possiamo fare qualcosa che non coinvolga altra gente?-

La ragazza assunse un'aria maliziosa e con l'indice andò a stuzzicargli le labbra –E cosa vuoi fare brutto birbante...?-

Quello, incredibilmente rilassato iniziò a chiudere gli occhi e replicare sbadigliante –Dormire-

La Reale assunse un'aria scocciata e iniziò a dargli degli schiaffetti sul viso –Non provarci, traditore! Non puoi addormentarti!- quello mugugnò esausto e le prese la mano, per poi baciargliela e replicare –Sì che posso, dormi anche tu, dai...!-

Lei sollevò ambedue le sopracciglia e si liberò dalla presa –Molto bene...- fece per alzarsi, ma lui la riafferrò e visibilmente turbato dall'alcol domandò –No, dove vai? Il patto era che...-

-Ho mentito, io voglio divertirmi e lo farò con o senza di te...- fece lei tagliando corto, sapeva come ragionava lui e infatti lo vide assumere un'aria scocciata –Potevi dirmelo che saresti comunque tornata alla festa, mi sarei evitato un sicuro mal di testa!- e la liberò tornando a gettarsi sul letto, ora irritato.

Lei lo scrutò un attimo poi assunse anch'essa un'espressione scocciata –Io... io sono tornata dalla festa per condividere il divertimento con te! Me ne sarei dovuta rimanere lì sin da subito! E fregarmene di te! Sei uno stupido insensibile! E anche cattivo!- quello spalancò la bocca oltraggiato, ma la faccia e il tono delle parole di lei erano... pietosamente divertenti, per cui comparve un sorriso nascente, che però esplose quando lei rincarò la dose –Anzi! Sei cattivissimo!- sembrava proprio una bambina monella, davvero deliziosa.

Lei lo vide scoppiare a riderle in faccia e gli occhi le si illuminarono di rabbia e lacrime, così prese a schiaffeggiarlo –Cattivo! Ti odio! Ti odioooo!!- quello si parò dai colpi, poi l'afferrò per i fianchi rudemente e la gettò sotto di lui –Ah sì? Adesso non vai più da nessuna parte!- e iniziò a farle il solletico.

Quella prese a urlare e a lacrimare –Nooo!! Vai via! Stronzo!- quello però non la smetteva più, si piegò vagamente in avanti, posizionando i bacini a pieno contatto, ma parve non accorgersene, al contrario di lei che... sgranò gli occhi allibita per sentirlo farle il solletico mentre le faceva le pernacchie nel collo.

L'ubriacatura la fece ridere di nuovo allegramente, ma... era davvero troppo pressante sulla sua intimità, tanto che lo strusciarsi su di lei, l'eccitò drasticamente e di certo pure lui

-Hayden... - mormorò, mentre quello perdeva vagamente velocità e rideva come uno stupido –Hayden, ok... non vado da nessuna parte. Ora...-

Lo vide finalmente bloccarsi e crollarle stanchissimo addosso, senza separarsi da lei.

Entrambi, ansimanti e ancora vagamente divertiti, non avevano intenzione di parlare, di dire alcunché.

Era bello stare così, per lei lo era di certo.

Chiuse gli occhi e con le mani raggiunse la sua schiena e lo strinse forte.

Quello, avvertendola calma, finalmente, scese con le mani ai suoi fianchi e poi la sollevò, separandosi da lei e accorgendosene solo in quel momento, infatti, divenne rosso per un istante, ma lei non se ne accorse.

-Ho vinto io, era ora...-

Quella, capendo che il piacere per lei era ormai del tutto terminato, corrucciò lo sguardo e fece –Sei cattivo, ti odio... non torno più prima-

Il biondo assunse un'aria triste e con la mano raggiunse il suo viso, accarezzandolo –Shhh... adesso dormiamo, va bene?- e scese a stamparle dei baci sulle labbra, casti e teneri.

Lei lo lasciò fare ma non corrispose, per cui lui mugugnò infastidito, poi si fermò prima di ribaciarla –Se vuoi proprio andare... vai- e lì lei capì che alla fine, al biondo poco interessava se era con lui o a una festa, a lui piaceva solo vincere.

Corrucciò lo sguardo, spostandolo lontano "No... lui non è come Tom, non può essere così"

-Hazel...- mormorò lui e la vampira fece triste –Vado a dormire in camera mia-

Il biondo assunse un'aria scocciata, di nuovo –Perché? Che senso ha così? Se vuoi tornare alla festa...!-

Lei era di nuovo immersa nei suoi pensieri

"Sì, è come lui, si è dichiarato vincitore, poi... mi ha lasciato andare, se lo avesse davvero desiderato mi avrebbe fatto le coccole e mi avrebbe trattenuto qui con lui e invece... mi sta facendo capire che il suo unico obiettivo non era quello di non farmi andare alla festa perché sarebbe potuto essere pericoloso, ma solamente convincermi a non andare battendomi, dimostrando di poterlo fare senza problemi, niente di più. Non gli interessava quello che mi sarebbe potuto succedere..."

La vide spostarlo e mettersi dritta. L'effetto dell'alcol iniziava a svanire, per cui fece per scendere dal letto, ma lui la bloccò ancora –Piccola... sei davvero offesa? Credevo stessimo giocando...-

Lei si maledisse, non poteva mica spiegargli il motivo per il quale era davvero arrabbiata o meglio, delusa... in teoria non poteva, ma non aveva proprio voglia di litigare, oltre al fatto che, per vincere con lui, aveva necessità di tutto il suo cervello.

Si volse accennando un sorriso –Non... sono arrabbiata, davvero-

Quello non parve molto convinto e corrucciò lo sguardo –Sicura? Perché non mi dici la verità? Solitamente non ti fai problemi a dirmi che sei arrabbiata-

Lei assunse improvvisamente un'aria imperscrutabile e abbassò il capo –No, ti offenderesti. -

Perché glielo stava dicendo?

Lui la scrutò e la raggiunse, sedendosi affianco a lei e alzandole il viso, con aria corrucciata –E allora parla... se ho sbagliato, lo sai, sono il primo ad ammetterlo-

La bionda abbassò il capo di nuovo e gli afferrò le mani, poi mormorò –Ho avuto la sensazione che avessi il solo obiettivo di impedirmi di uscire, per... dimostrare di potermi sovrastare, non perché fossi davvero preoccupato per me.-

Il biondo sgranò gli occhi e poi corrucciò lo sguardo e lei roteò gli occhi –Ecco, lo sapevo, senti dimenticati di quello che ho detto! Sono ubriaca!- e detto questo si mise in piedi e lui le domandò –Mi spieghi perché addosso hai quest'infinita insicurezza nei miei confronti?-

Lei abbassò il capo, gli dava le spalle. Poi lo avvertì alzarsi e abbracciarla da dietro –Io... voglio tutto ciò che tu desideri, e se desideri tornare alla festa per andare a spassartela, non posso obbligarti a rimanere a casa... ma non puoi nemmeno obbligarmi tu a seguirti, né è giusto che tu ti arrabbi se non ti seguo-

La sentì afferrargli le mani –Hai ragione tu- avvertì il capo di lui poggiarsi sul suo collo e baciarlo –Sei sicura? Sono certo che non è la prima volta che pensi una cosa del genere...-

Lei fece spallucce

"Nessuno mi ama davvero, nessuno mi ha mai amata come io amo te, come pretendi che possa avere una qualche autostima?"

-Non spesso. Oggi però... ah, credo sia l'alcol, dormiamo-

Si volse verso di lui sorridente e lui le sorrise a sua volta, ma solo vagamente –Ok, a nanna e smettila di pensare queste sciocchezze-

La Reale annuì appena e lo lasciò stringerla per il resto della nottata.


Spazio Autore

Ecccooo! Diciamo ciao ad Arianna!! Che combinerà il nostro Leon?? XD  Il nuovo capitolo sarà Giovedì! Spero vi piacerà, un bacione e ciaooo!

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