Sbocciano le rose (Parte III)
Lì Eliza si stancò davvero dei loro discorsi e spostò il capo altrove, ma sentì Andrew metterle una mano sulla spalla e dirle, mentre guardava il figlio disgustato –Ignoralo, Eliza, dubito che uno come lui possa mai darti alcuna soddisfazione.-
Alle sue parole, il figlio ghignò divertito e replicò, nell'intento di pizzicare il padre –Beh, dipende dal tipo.-
E lì, Eliza lo trucidò con un'occhiata. Strano! Aveva finalmente letto la malizia nelle sue parole??
Raul la ignorò e fece cenno a ciò che il padre aveva in mano –E quella?-
Il padre scese sulla bomboletta e tornò sul figlio –Quando la finiamo, la do a Dorian e gli dico di farne quello che vuole... su di te, ovviamente. Così vediamo se ti passa la voglia di fare lo spiritoso-
Ad Eliza piaceva quando Andrew riusciva a far abbassare la cresta al figlio, ma vedendo Raul ghignare compiaciuto, capì che quello non era stato il caso.
-Non vedo l'ora.-
Il padre sorrise nella sua stessa maniera, tanto che parvero due gocce d'acqua in quel momento, quindi replicò, assottigliando lo sguardo –Anche Dorian, ne sono certo- e detto questo levò le tende, lasciando i due di nuovo da soli.
Raul, sebbene ancora gradito dal confronto appena avuto col padre, tornò a guardare Eliza, a mezzo metro da lui -Pensieri, Malfoy??- la provocò ancora, sempre con quel fare di chi la sapeva lunga e lei nemmeno lo guardò in faccia, ma liberò, mentre si muoveva verso le scale -Sei rimasto davvero un bambino.-
E Raul alzò un sopracciglio, vedendola sparire di sopra e strinse appena la mascella, forse un pelo infastidito che l'ultima risposta l'avesse avuta lei.
Ma del resto, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
-Con chi stai parlando da pranzo?!-
La voce di Hazel, improvvisamente irritata, risvegliò Skarlet dal suo piacevole quadretto colmo di brillanti rose rosse e fragranti profumi, che incorniciavano un uomo in particolare.
La giovane si rotolò sul letto ad occhi chiusi e sorridente, mentre Hazel si misurava un completo intimo piuttosto... appariscente.
-Leon mi ha... invitata a cena a casa sua!-
La Vampira si stava guardando allo specchio: portava un intimo interamente fatto di pizzo bordeaux, l'avvolgeva come un body e sfumava verso il nero sull'intimità e sui seni, mentre teneva completamente scoperta la schiena.
Sentendo però la risposta della sorella acquisita si volse di scatto e a bocca aperta –Questa sì che è una notizia, amore! Una cena tu e lui? Soli soletti??-
La vide aprire gli occhioni ora di un celeste chiarissimo mentre annuiva, cosa che fece sorridere Hazel e notare dunque –Ma allora... sei proprio innamorata!-
L'amica si mise in ginocchio e assunse un'aria emozionata –Cosa mi dovrei mettere, secondo te?? Mamma, che bello!!- commentò poi, stringendo i pugni e strizzando gli occhi, mentre batteva i piedi sulle coperte.
La vampira la trovò adorabile, naturalmente e le rispose –Mhhh... il vestito rosso sangue, ti direi. Intimo... questo ti piace?? E' carino!- e si indicò, vedendo l'altra guardarla con aria giudiziosa -Come lo levi? Da sotto o da su?- e Hazel le strizzò gli occhio, mostrandole l'unico gancetto dietro il collo -Stacca i bottoncini e te lo porta via in un secondo... anche se qui giù...- e posizionò un piede sul letto, mostrando come il body ricopriva la sua femminilità e mostrandole com'era messo di lato -Non è così scomodo tutto da una parte...- e Skarlet annuì pensierosa, vedendola sistemarsi con calma.
La fortuna, o qualche birbante divinità, volle che proprio in quel momento, mentre le due erano intente a valutare l'erotico completino, Hayden varcasse la soglia.
Hazel si sistemò giusto un istante prima che lui potesse vederla, ma non abbastanza per poter intuire cosa le due stessero combinando -Ehi! Che diamine state facendo!? E tu vestiti! Perché caspita ti sei conciata così!?- domandò verso una non a caso.
Hazel storse la bocca scontenta e Skarlet si appoggiò a lei, strusciando il viso sul monte di venere della vampira, benché fosse chiaramente celato dal pizzo -Le sta benissimo, non capisci proprio niente!-
-Levati quella robaccia di dosso e tu non metterle in mente queste sciocchezze! E' terribile!-
Stabilì, anche se a mala pena riusciva a guardarla in faccia, visto che voleva proprio evitare di incrociare la sua direzione. Era purpureo.
-Oh, tutta nuda, quindi?? Che cattivone!- commentò perfidamente Skarlet, mentre Hazel diede le spalle a entrambi e si spostò verso la lunga vestaglia di pizzo che completava l'intimo e si poteva legare in vita. Arrivava fin oltre le ginocchia.
-Perché sei qui?- domandò quindi Skarlet, mentre Hazel, con espressione impassibile, aveva deciso di spazzolarsi i capelli mentre lui tornava a guardarla, replicando -Mamma voleva sapere se c'eravate a cena.-
-Io no.- disse per prima Hazel, cosa che infastidì istintivamente Hayden e Skarlet la seguì a ruota -Nemmeno io... Leon mi ha invitata a cena a casa sua.-
Asserì compiaciuta, levandosi in piedi e andando ad occuparsi lei della lunga chioma candida dell'amica.
Hayden decise di sedersi sul letto, ormai incuriosito -Ah, quindi volete davvero "provare a conoscervi meglio"?- la citò, ricordandosi della discussione avvenuta in macchina, non molti giorni prima.
-Esatto...- asserì con convinzione l'altra e Hayden continuò a fissare le due, anche se non poté non chiedere -E... Rich lo sa?-
Davanti a quella domanda, per lui abbastanza lecita, lei invece scattò come una frusta -Come, scusa?! Che diavolo dovrebbe c'entrare quel sacco di merda?! Io e Leon facciamo ciò che vogliamo delle nostre vite!-
E il biondo arrossì appena davanti a quello scatto d'ira -Beh, in macchina non mi è sembrato proprio d'accordo... e poi, in effetti, non sarebbe esattamente il momento più opportuno, Skar. Leon adesso è molto vulnerabile e...-
Gli morirono le parole in gola quando la vide stringere le palpebre, sempre più irritata -Cosa stai insinuando? Che me ne sto approfittando!?-
E Hayden sgranò gli occhi, sempre più in imbarazzo, i suoi occhi si stavano spostando sempre più verso il rosa e tentò di spiegarsi meglio -No, il contrario, Skar... ho paura che questo per lui sia un momento di indecisione, in cui voglia solo non pensare al suo dolore, temo solo che magari, anche senza volerlo, lui possa usarti... so quanto ci tieni a lui. Lo sappiamo tutti.- sostenne, con la solita aria buona e l'altra alzò il mento, rilassandosi a quel punto -Non succederà, ho le spalle larghe.- sentenziò e fece verso Hazel -Amore, quando hai finito, portamelo di sotto, vado a vedere quale vestito rosso mi piace di più...- e si scambiarono un bacio a fior di labbra, mentre Skarlet le dava persino uno sculaccione.
La videro presto sparire nel nulla e Hayden si lasciò cadere sul letto, stanco -Cielo... ma perché è così difficile parlare con lei?-
Hazel tornò a coccolare la sua chioma e liberò, glaciale -Non saprei dirti. Per me è elementare.-
L'altro, sentendo il suo tono di voce, la guardò e assunse un'aria perplessa -Stai... bene?-
E la vampira scandì, impersonale -Magnificamente.-
Il biondino, sentendola così distaccata però, capì che c'era qualcosa che non andava -Sei arrabbiata con qualcuno?? Se vuoi vado a dargli una lezione...- le disse, giocoso, decidendo quindi di raggiungerla e lei, quando ormai fu alle sue spalle, levò lo sguardo glaciale su di lui -Allora dovresti iniziare a dare una lezione al tuo muso.- e si spostò verso il letto, sedendosi e cercando dell'altro intimo nel comodino.
Hayden era senza parole -Io?? Sei arrabbiata con me!? E cosa ti ho fatto!?-
-Strano, eppure mi avevano detto che eri un genio.-
E quello l'affiancò sul letto, vedendola aprire il primo cassetto e osservare con giudizio diverse mutandine, tutte lasciavano poco spazio all'immaginazione.
-Come sarebbe? Hazel, dimmelo, per favore!- ma quella parve decidere e fece per alzarsi ma lui l'afferrò per il polso e la fece spostare sopra di lui, cosa che di conseguenza aprì la vestaglia, ma il ragazzo continuò a fissarla, mentre lei scandì, duramente -Amo il mio corpo e amo tutto ciò che indosso perché è bello. Non ti permetto di insultarmi in quel modo. Lo fai sempre e non ti rendi conto di quanto sia denigrante vederti assumere quell'espressione piena di disgusto mentre mi guardi.-
Lui era visibilmente senza parole, non voleva certo ferirla!
-Hazel, io...- e lei fece per andarsene ma lui la trattenne con forza stavolta, dicendole, ora di nuovo in imbarazzo -Io non lo dico certo con quell'intento! Sai che per me sei la più bella di tutte, certo non posso arrivare a pensare che tu possa sentirti anche solo sfiorata dai miei commenti! E' da anni che... che ti sgrido, sì, ma solo perché non voglio che... che gli altri ti usino. Non sopporto il modo in cui ti tratti, sei così speciale, cavolo!- le disse, pieno di emozioni che sembravano quasi uscire dai suoi occhi. Le stava accarezzando il viso e lei, ovviamente, davanti a quelle parole non riuscì davvero a non sciogliersi.
Un vero peccato che fosse talmente idiota da stare rivolgendole alla sua NON fidanzata, quelle cavolo di parole!! Ma che diavolo aveva in testa!? Come poteva essere così infinitamente ambiguo!?
-Nonostante poi i miei pensieri continui a fare sempre ciò che vuoi e i miei sentimenti per te sono sempre gli stessi! Se non voglio che indossi certe cose è solo per te, per ciò che potrebbero pensare gli altri di te, certo non per me!-
E quella sbuffò visibilmente, capendo il suo punto di vista -Beh, visto che ormai hai capito che non me ne importa nulla, la prossima volta modera i termini.- e allungò una mano verso il suo viso, spostandogli una ciocca bionda dalla fronte, vedendolo baciarle il palmo e domandarle poi -Scusa, non credevo che pensassi queste cose... non me l'avevi mai detto...- e trascinò entrambi sul letto, cosa che lei gli lasciò fare, mentre ancora lo osservava -Allora era ora che lo facessi. Adoro questo body.- scandì, ultimando poi con boria -E lui adora me, questo è certo.- e Hayden liberò una mezza risata, chiudendo però tutto con attenzione e poi attirandola al suo torace, non vedendola alzare gli occhi al cielo.
Si strinsero sul lettone e lui le disse, tornando all'argomento precedente -Pensi che sia davvero una buona idea per Skar andare così presto a casa di Leon? Sappiamo entrambi cosa succederà, sicuramente...-
E Hazel lo ascoltò, liberando poi -Assolutamente, oggi sarà fondamentale. Così come tutte le altre notti che trascorreranno insieme.-
Stabilì la vampira, vedendo l'altro cercare i suoi occhi con perplessità -In che senso?-
E l'altra fece spallucce, sentenziando -Beh, ovviamente, l'inizio di una relazione che funzionerà, inizialmente, metterà in allarme Rich, che se si è tanto opposto alla cosa è solo perché sa che teoricamente Leon potrebbe riuscire a conquistare e a strappargli l'anima gemella. Secondo, con l'andare del tempo, Skarlet si accorgerà che nemmeno Leon è ciò di cui ha bisogno. Di persone responsabili e piacevoli caratterialmente ne ha conosciute tante e li ha avuti tutti, Leon l'attrae tanto solo perché è il trofeo tanto ambito e che le è venuto a mancare per tutto questo tempo. Quando si renderà conto che non è la stanza dei trofei piena, ma il suo cuore, ciò che desidera riempire, allora capirà che solo una persona è in grado di farlo... e indovina chi è.- e stirò un sorrisino compiaciuto, davanti all'espressione sorpresa di lui -Ah, beh... sì, dal punto di vista di una mancata Serpeverde, ora ha tutto un'altra chiave di lettura. Senza dubbio. Almeno però sono felice che siamo riusciti a superare quella brutta litigata che abbiamo avuto in discoteca... anche se, come ti ho detto, continuo a non ricordarmi esattamente tutto. Sono stato proprio pessimo, cavolo.-
Hazel lo osservò con attenzione e notò che appariva davvero pentito -Eppure... avevi ragione.-
Lì, vide il biondo sgranare gli occhi e tornare su di lei, che appariva molto seria mentre lo fissava.
-Naturalmente per me tutte queste trappole e sgridate hanno ben poco senso, sono sempre stata libera, visto che non sono vostra sorella ma...-
-Sì che lo sei, uff...- intervenne lui, infastidendola al punto che decise di ribadire, eloquente, nella speranza che capisse che il suo comportamento non era normale, diamine!
-No, non lo sono ed è inutile che sbatti i piedi.- quello così fece per dire qualcosa ma lei lo anticipò, visto che non aveva senso discutere su quello -Vuoi forse dirmi che sgridarla non sia stato un po' liberatorio? So che la trovi frustrante, spesso lo è. Ma qui, di testardaggine, mi pare ce ne sia davvero parecchia.-
E Hayden sospirò sonoramente, lasciando perdere la diatriba precedente e dicendole soltanto -Non sono così, non voglio esserlo... sarei una persona orribile.-
-Una bugia e una verità... e poi una sciocchezza. Tutti dicono cattiverie.-
-Non in quel modo, Hazel! Mi hai mostrato cosa le ho detto e a mala pena mi sono riconosciuto! Chissà che diavolo c'era in quegli alcolici! Dovrò andarci piano d'ora in avanti.-
Lei continuava però a fissarlo, impassibile -Rifiutare quella parte di te che solo chi ti ama davvero riuscirà ad accettare, è solo un errore. E' inutile che scappi dalla verità...- e, detto questo, si mise seduta, non vedendo lui spalancare gli occhi atterrito e afferrarle il braccio, prima che se ne andasse -Forse è una parte di me e hai ragione, ma se posso cambiarla se non la desidero... perché dovrei arrendermi?-
Hazel chiuse gli occhi davanti a quella replica, poi lo vide affiancarla, e baciarle la testa -Se fossi così dubito che mi sopportereste ancora...-
Lei schiuse le labbra e fece per parlare, ma temeva di ribadire il concetto ancora una volta, quindi gli rispose -Cercare di smussare i nostri angoli è giusto, se lo desideriamo, ma non possiamo cancellare parti del nostro carattere. Vengono fuori comunque...- sostenne e Hayden sospirò sonoramente, scendendo sulla sua spalla e appoggiandovi il mento sopra -Beh, ci lavorerò con dedizione.-
Insistette, cosa che a quel punto la infastidì. Non aveva davvero capito il punto. Né voleva vedere la realtà delle cose.
-Sappi soltanto che qui non ci interessa niente della tua perfezione. Sono sempre i difetti a rendere le persone interessanti.-
Sostenne convinta a quel punto, sentendolo staccarsi dalla sua spalla per cercare i suoi occhi, ma lei si levò in piedi e, con il suo intimo in mano si mosse verso l'armadio, entrandovi e sparendo oltre il passaggio dimensionale.
Hayden la vide sparire e abbassò lo sguardo, chiedendosi se aveva o meno capito bene, cosa stava cercando di dirgli.
Non voleva che cambiasse quel lato di sé? Come poteva sopportarlo? Come poteva accettarlo?
Scosse il capo, pensando che erano idee fin troppo campate per aria e decise di lasciar perdere, uscendo, prima di vederla tornare con qualche nuovo intimo anche più audace dell'altro.
Quando Skarlet giunse alla villa di Leon, rimase qualche minuto all'esterno di questa, osservando l'immenso albero dalle luminose foglioline d'oro. Aveva una strana sensazione, una sorta di inquietudine, ma non era paura. Era rimasta lì, nella speranza di riuscire a capire le sue reali sensazioni ingiustificate, ma non ci riusciva. Inoltre era la prima volta che le capitava, dato che il suo primo incontro con quell'albero era stato scandito da un'immensa sensazione di pace e tranquillità.
Storse la bocca e lentamente si avvicinò, alzando quindi una mano e sfiorando la rugosa corteccia dell'ampio fusto. Era insolitamente tiepido e piacevole al tatto. Non sapeva di essere una delle poche creature esistenti ad avere la facoltà di percepire la vita scorrere sotto dita, come qualcosa di solido e palpabile. I fluidi vitali scorrevano sotto le sue dita in modo tranquillo inizialmente, poi però, improvvisamente, come se l'albero si fosse accorto della sua presenza, emanò su di lei un'aura strana, qualcosa che attraversò la pelle come una polvere. Riusciva a sentirla come l'Aura dei Lupi, era straordinario e allo stesso tempo... inquietante.
Già, quell'inquietudine...
L'Aura molto presto si trasformò in un venticello, tiepido, che la dirottava come una pietra in un vortice, tuttavia, poco dopo divenne più forte fino ad avvilupparla.
Pochi istanti e quella polvere, quell'inquietudine, si trasformò in una sensazione di chiaro e inspiegabile senso di colpa.
Il cuore perse un battito e la giovane staccò immediatamente la mano dal fusto, ansante.
Si portò la mano al petto, osservando con sguardo allibito l'albero sacro, anche se non lo sapeva, quel tipo di albero apparteneva alla stessa famiglia di Niveomanto, l'albero tanto venerato dai lupi alla Tana. Non molti sapevano che era sorto a seguito della morte di un Elfo di Mercurio, innamorato da decenni di una lupa. Tutti i branchi più numerosi potevano vantare un albero che potesse proteggerli e ospitarli alla loro dipartita, anche se Niveomanto era certamente fra i più celebri, poiché fra i più grandi e longevi.
-Skarlet! Cosa ci fai qui fuori?-
La ragazza si volse di scatto e Leon ebbe un tuffo al cuore quando la vide.
L'abito, dalla gonna rosso intenso, si era allargato meravigliosamente, mentre il bustino a cuore lasciava scoperta la candida schiena della giovane, con un acuto scollo a V. I capelli, più rosa che mai, morbidi e ondulati coprivano come una vaporosa nuvola la sua figura e incorniciavano il viso divino, truccato appena.
Aveva scelto di avere un look elegante e naturale, inoltre per nulla provocante. Lei non aveva la necessità di indossare abiti sfarzosi o trucchi pesanti per esserlo. Il suo sguardo rubino parlava da sé, insieme ai suoi sorrisini malcelati.
-Ciao... scusa, Arianna ha attirato la mia attenzione e...- la giovane tornò a guardare con ansia l'albero e decise di lasciar perdere, dato che non avvertiva più nulla provenire da esso. Tornò a guardare Leon, che alle sue parole era arrossito sorpreso, ma davanti al suo sorriso era di nuovo caduto in balia della sua idilliaca bellezza.
La vide giungere a lui, regale e meravigliosa, fino a quando non gli si era posta davanti e l'aveva salutato con velata malizia –Ciao, Leon, grazie dell'invito.-
Quello tentò di tornare rapido in sé e replicò, gentilmente –Ciao, Skar, benvenuta. Vieni dentro, prego.-
La fece entrare e la portò nella stanza difronte a quella dove erano stati l'ultima volta.
La nuova sala ospitava un grande salone, provvisto di una lunga tavola imbandita. La tovaglia blu intenso, su un tavolo di vetro intarsiato lateralmente da decori dorati, era meravigliosa, anche le posate erano dorate. C'erano però solo due posti apparecchiati ed erano uno affianco all'altra.
Le sembrava di trovarsi nella sala da pranzo di una regina.
-Hai fame?- le domandò l'uomo con tranquillità e lei gli sorrise annuendo –Sì-
-Molto bene- replicò lui, divertito dalla situazione.
Generalmente erano molto, molto più confidenziali, ma quello era il loro primo appuntamento serio.
Si erano sentiti per telefono ogni giorno, una volta erano andati a pranzo fuori senza troppo impegno, infatti si erano reciprocamente divertiti a chiacchierare del più e del meno. Quella sera il contesto sembrava aver dato un tono molto più serio alla cosa.
A cena iniziata e dopo aver scambiato le rispettive informazioni generali su ciò che si era fatto in quei giorni, Leon tentò con il suo primo approccio all'argomento "Rich".
-So che qualche giorno fa c'è stato il compleanno di Alexis Hegland, ti sei divertita?-
La ragazza alle sue parole, sentì piombarle in testa strani flash di lei che piangeva sul petto nudo di qualcuno, ma niente di identificativo e rispose titubante –Ehm... sì-
Spazio Autore:
Salveeee!! Come stiamo?? Mi auguro che anche questo chap vi sia piaciuto! Il prossimo sarà martedì!! Baciooo
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