L'imbrogliona (Parte IV)
Rich quindi decise di parlare avvicinandosi e sedendosi fra lei e Darco -Non devi scusarti, hai fatto quello che ti sentivi di fare e di dirci... e se sei rimasta sorpresa è solo perché non ci conosci da questo punto di vista, tutto qui.- Monica continuava a non essere d'accordo con quel pensiero però. Non avrebbe mai "accettato" una cosa del genere.
-Non la considererò mai una cosa normale, Rich. Questo... voglio che sia chiaro. Non mi permetterò mai più di mettere bocca nella questione, ma i miei pensieri sono questi e non cambieranno. Date per scontata una cosa che non tutti hanno avuto e... per me è un atteggiamento molto sbagliato. Mi spiace.-
-Svalutiamo solo il nostro di rapporto, con gli altri siamo molto diversi... l'hai visto.- volle dirle anche Skarlet, che era rimasta indietro, anche se aveva smesso di rifuggire il suo sguardo. Monica alzò gli occhi su di lei e fece spallucce. -Per voi va bene, per me no. Tutto qui. Cercherò di non guardarvi diversamente, anche se non sarà una cosa semplice.-
-Essendo solo una strega è normale che tu veda queste cose come inaccettabili.- le disse Ares, intervenendo alle sue spalle, cosa che Viktor non si sarebbe aspettato. Credeva che li avesse raggiunti solo per inerzia e invece sembrava aver seguito tutto il discorso.
-Se essere più di una strega significa perdere di vista i miei principi... allora preferisco restare come sono.- gli rispose però lei, che gli dava le spalle. Essere speciali, come tanto si vantavano di essere, a suo dire aveva fatto perdere loro la bussola.
-Quando hai detto che la inviti a casa?- domandò poi Falko verso Lara, che iniziò a ridere, riuscendo a coinvolgere anche i vampiri e Sharlize, mentre Rich ribatté -Dimenticatelo!-
-Tu fai silenzio, psicopatico!- ribatté il Lycan, facendo arrossire le ragazze con quella replica e il biondo fece per scavalcare il lettino, pronto a picchiarlo, ma Lara li fermò -Ehi! Piantatela!- Rich guardò con odio il compagno mentre l'altro, rimasto spaparanzato sulla sdraia, lo guardava sornione.
-Amore!-
Chi deviò la loro attenzione fu Anwyn che aveva finito in quel momento la chiamata.
Darco l'accolse fra le sue braccia e la salutò -Ehi, chi era?-
-Maggie! Mi ha chiesto se oggi potevamo vederci...- e lui le accarezzò il caschetto corvino, annuendo -Vuoi andarci?-
E la vide fargli gli occhi dolci -Beh, sì... è da quando sono tornata che non la vedo, ti ho detto che lei è stata la prima a cui ho raccontato tutto.-
L'altro annuì, sapendo che Maggie era da sempre la sua migliore amica -Va bene, allora. Sarà felice di rivederti...- e l'altra annuì -Sì! Vado a prepararmi!- e lui le sorrise affettuoso, vedendola quindi guardare gli altri e salutarli gentilmente. -Ciao a tutti, ci vediamo la prossima volta...- e gli altri la salutarono, anche se non Monica che la stava semplicemente fissando.
L'atteggiamento del tutto rinnovato della Demone le aveva dato sollievo in quegli ultimi giorni, sembrava che Darco fosse riuscito davvero a tranquillizzarla, come anche il fatto che le ragazze si fossero avvicinate a lei.
Eppure, qualcuno aveva deliberatamente cercato di farle del male con quel drink... e l'unica responsabile che le veniva in mente era lei.
Quando la bruna sparì, Monica tornò a guardare Skarlet e le tese la mano. Quella, appena si accorse del gesto, mise un tenero broncio prima di correre ad abbracciarla -Non ti arrabbiare più con me!-
E la bruna stirò un sorriso mesto, non rispondendole. Arrivò poi la mano di Rich ad accarezzarle il capo, mentre la guardava, dispiaciuto -Già... sei molto più carina quando fai finta di non voler essere palpeggiata.- le rifilò, vedendola lanciargli un'occhiataccia -Non faccio finta!-
Ma quello assunse un'aria poco convinta.
A quel punto i ragazzi si divisero. Chi andò a farsi fare un bel massaggio come Darco, chi si nascose dentro il gazebo coi veli, come Lara e Falko, chi rimase a chiacchierare coi compagni. Altri, come Hazel e Hayden, si erano spostati dal gruppo per chiacchierare da soli.
-Sai, manchi molto a Jaz- iniziò il biondo, anche se non era certo di voler intraprendere quel discorso. Purtroppo, nonostante l'adorazione che provava verso di lei, ripensare alla notte in cui Jaz era stata traviata da quei vampiri, non faceva altro che alimentare i dubbi che aveva sulla sua migliore amica.
La situazione era ricca di ambiguità, che non riusciva affatto a spiegarsi.
La ragazza alzò il capo dal suo petto e gli accarezzò il viso. –Ci vediamo come una volta, Hayden. Non mi sto allontanando da lei- chiarì la Vampira, cercando gli occhi buoni di lui che le baciò la mano. –Lo so, ma credo che passare tutte quelle notti a ballare con te... le abbia dato un po' alla testa.-
La vampira lo guardò severa. –Le discoteche non hanno chiuso, può andarci con te quando vuole e tu devi farle compagnia! La fa rilassare ballare e ubriacarsi! Le fa pensare meno a tutte quelle inutili ansie che si trascina dietro in continuazione...-
E Hayden annuì, insistendo però. Non parlare dell'argomento non l'avrebbe aiutato a fare luce sulla situazione. –Lo so, anche se non lo ritengo affatto salutare. E poi tu sai bene che vorrebbe farle con te, quelle cose. Se si diverte tanto e torna a casa soddisfatta è solo perché ha trascorso il suo tempo con te. Non è la discoteca a farle bene.-
Hazel roteò gli occhi. –È meglio così, Hayden e non c'è bisogno che ti dia spiegazioni!-
Dopo quella risposta, cadde il silenzio. Rimasero ad accarezzarsi vicendevolmente, poi lui le domandò –Cosa dovrei fare?-
La ragazza a quel punto tornò a guardarlo. –Hayden, se vuoi le parlo io, ma non credo che possa cambiare qualcosa. Alla fine bisognerà solo aspettare che si riabitui alla situazione, vedrai... tornerà presto tutto come prima.- E gli baciò una guancia, evitando le sue labbra.
Questo era l'unico reale cambiamento che c'era stato in lei da quella notte in cui le loro bocche erano entrate in contatto così intimo da sorprendere entrambi. Hazel non l'aveva più baciato a fior di labbra, né lui aveva più baciato lei. Si erano imposti una barriera che prima non c'era.
Il biondo vide la ragazza tornare ad appoggiarsi al suo petto e guardò il cielo. "Se solo sapesse che dubito di lei, ne soffrirebbe così tanto..."
E come un eco fu il pensiero di lei: "Se solo sapesse cosa sto facendo, mi odierebbe senz'altro."
...
Dopo essersi riappacificata con Skarlet e Rich, Monica aveva deciso di andare a prendere dell'olio per il corpo nello stanzino a loro dedicato.
C'era un gran caldo, per cui ne avrebbe approfittato anche per bere.
Appena giunse a destinazione, usò uno dei mazzi di chiavi che le avevano dato i Malfoy e varcò la soglia, schiudendo con sorpresa le labbra.
L'intera parete che la fronteggiava era occupata da una serie di mensole che ospitavano le più svariate tipologie di oli, creme, sali da bagno, fanghi, saponi profumati ma anche asciugamani, tavole da surf, gonfiabili sgonfi e tante altre cose per il mare.
Non si aspettava certo tutta quella scelta!
Notò subito che c'era una bottiglietta d'acqua quasi finita e ricordò la gran sete che aveva, quindi la prese e pensò, prima di buttare giù "Non è esattamente igienico, ma non ce la faccio proprio a resistere..." trovò l'acqua un po' amarognola, ma andò comunque alla ricerca di altre bottigliette, senza trovarne altre.
Curiosa si mosse verso il bagno, gettando la bottiglietta nel cestino, vedendola sparire nel nulla e spalancò la bocca davanti alla maestosa jacuzzi davanti a lei.
-Oddio...-
Commentò, storcendo però la bocca nel sentire il proprio tono diverso dal solito. Si schiarì la gola e si passò una mano fra i capelli, iniziando a tremare quando notò che erano a metà della loro solita lunghezza.
"Oddio mio..." e sarebbe corsa fuori se il proprio costume non avesse iniziato a scivolarle di dosso, decisamente largo rispetto a com'era.
Si stava svuotando. Il suo seno, i suoi glutei, le sue cosce... si stavano asciugando.
Cacciò un urlò, muovendosi verso lo specchio, e prese a tremare vistosamente. Era diventata pallida come un lenzuolo.
"Cosa diavolo...?"
Nel suo riflesso c'era Anwyn, o Windy, per la precisione.
"Ma... com'è possibile?"
Si tastò il viso, sotto shock, poi cercò di ragionare a mente lucida sulla cosa, anche se rimase per tre minuti buoni totalmente presa dal panico.
"Quel liquido mi ha trasformato in Anwyn, come fa la polisucco. Ciò significa che Anwyn... non è Anwyn?"
Iniziò a muoversi nel bagno, ragionando in fretta mentre l'ansia iniziava ad agitarla "Se non è Anwyn, allora chi è?! Una che vuole sembrare lei! Ma non può essere un nemico, altrimenti le difese di Tom non avrebbero funzionato... e poi per creare la polisucco ci vogliono i capelli della persona in cui ci si vuole trasformare e chi...?"
Si fermò improvvisamente, spalancando gli occhi "Oh, cielo... l'unica persona che potrebbe attingere ai capelli di Windy è...!"
-Amore, sei già tornata?-
Quella stessa mattina, a casa Malfoy, era presente solo Eliza, era tornata a casa verso le dieci e mezza, dopo aver seguito una riunione speciale alla centrale di controllo degli Auror: era finita prima di quanto immaginasse, per sua fortuna.
Sapeva, grazie ad Hayden, che la famiglia era andata a godersi il sole, quindi aveva casa libera.
Ora che Skarlet aveva confermato il suo titolo come miglior ballerina professionista del mondo magico, avrebbe smesso di occupare giornalmente la palestra.
Raggiunse dunque la suddetta, dopo essersi cambiata e mise la musica, guardandosi allo specchio e legandosi i capelli in un'alta crocchia.
-Ok, ce la posso fare...-
Posizionò le mani sui fianchi e, con espressione quasi disgustata, iniziò a roteare il bacino.
La musica non era molto alta e quindi riuscì a sentire il telefono squillare, le era appena arrivato un messaggio.
#Stasera non possiamo vederci, cosa fai stamattina?#
Era Raul. Leggendo il messaggio assunse un'aria ancora contrita.
#Va bene. Io sono a casa, mi sto allenando in palestra...#
#Ok#
Fu la laconica replica di lui, che la innervosì ulteriormente e la spinse a mollare il telefono sul mobile, per tornare al suo noioso allenamento. "Certe volte è davvero strano però, quando siamo insieme è sempre dolce e tenero, al telefono è insopportabile!"
Sospirò, fermandosi di nuovo e incrociò le braccia sul petto, pensosa "Ma cosa dico? Il nostro è solo un rapporto di convenienza, perché dovrei volere che fosse dolce anche fuori dal suo letto? Lui è estremamente professionale, dovrei esserne sollevata, cavolo..." mosse le mani quindi dietro la testa e alzò il capo al soffitto "Devo ritenermi fortunata, dopotutto. Non è la persona che va a raccontare i miei fatti in giro. E poi... riesce a mettermi del tutto a mio agio quando..." arrossì, non riuscendo a non pensare al momento in cui era andato a impadronirsi del suo seno. "Sa esattamente come toccarmi e quando farlo, cavolo..." Non riuscì a non pensare, visto che no era così normale che un ragazzo che non era il suo fosse così abile a darle piacere. Certo, l'esperienza sicuramente lo aiutava, Eamon dopotutto aveva avuto solo lei come ragazza, ma il fatto che fosse vampiro non era un fattore da mettere in secondo piano.
-Sempre a pensare tu, eh?-
Certo non si sarebbe aspettata di veder apparire l'oggetto dei suoi pensieri proprio in quel momento!
–Raul!- arrossì in completo imbarazzo, vedendolo sorriderle –Ciao- per poi osservare la sua tenuta che consisteva di un body aderente e delle morbide scarpe da ballo.
-Ciao, ma... ti avevo detto che mi stavo allenando, no?- domandò poi, interdetta e lo vide annuire rilassato –Sì e casualmente mi hai detto anche dove, non te ne sei accorta?-
La ragazza assunse un'aria perplessa e poi fece spallucce –Sì, mi pare...-
Il moro la guardò divertito –Beh, visto che l'hai sottolineato ho pensato bene che fosse un invito- chiarì lui, raggiungendola e levandole per prima cosa l'elastico con facilità, liberando la lunga chioma.
Lei lo lasciò fare e gli confidò –Mollerei volentieri questa cosa se potessi, ma almeno due ore al giorno devo provarci.- stabilì, guardandosi allo specchio schifata per poi tornare dal compagno, desiderando un abbraccio e raggiungendolo –Quindi, possiamo rimandare a domani se oggi non puoi-
Il moro la vide appoggiarsi al suo torace e allungare il collo per salutarlo con un bacio sulla guancia, lui l'accontentò e quando le labbra di lei giunsero a destinazione, lui le sussurrò all'orecchio –Oppure potrei aiutarti...-
La ragazza sgranò gli occhi davanti alla proposta e indietreggiò –Ora? Non mi sembra il caso, gli altri potrebbero tornare e...-
-Gli altri non torneranno prima di questo pomeriggio e io andrò via prima di pranzo... non farti pregare, Malfoy-
La sollecitò il vampiro, vedendola sbuffare e guardarsi allo specchio –Ok, però... non mi distrarre-
Lì lo vide aprire il suo ghigno e accendere la musica latina –Se ti distrarrai... sarà per colpa tua, non mia-
E lei assunse un'aria minacciosa, vedendolo osservarla attento –Tanto per cominciare, l'abbigliamento è sbagliato...- e le fece rapido un incantesimo, mettendole dei tacchi bassi, una gonnellina svolazzante e un top aderente dalla cui scollatura penzolavano dei fronzoli filiformi, uguali a quelli della gonna. –Così è meglio-
La ragazza si guardò allo specchio e poi assunse un'aria altezzosa –E questo a chi l'hai rubato?!-
Vide il ragazzo avvicinarsi a lei e tirarle appena i fili che pendevano dal top –Una rivale di Skar, che ho intrattenuto per buona parte delle gare. Aveva due argomenti che ho ritenuto di notevole arricchimento per la mia persona- e, con delicatezza, con l'indice, passò sui fili affiancati, tastandole però anche il seno e vedendo lei scuotere il capo –Lo immaginavo...- e tornò a guardarsi allo specchio sotto lo sguardo attento di lui, che si posizionò dietro di lei e si levò la maglia, sotto indossava i pantaloni morbidi di una tuta.
-Ok.- iniziò lui, addossandosi alle sue spalle e mettendole una mano sul ventre, mentre appoggiava il mento al suo collo –Devi solo seguire i miei movimenti, non devi controllare niente, perché sarò io a farlo... chiaro?-
La ragazza lo osservò perplessa allo specchio mentre iniziava ad arrossire.
Il bacino del ragazzo si posizionò chiaramente fra i suoi glutei, spingendo in avanti, mentre la mano destra, sul suo ventre, l'attirava a lui.
-Spingi il bacino in avanti, solo il bacino, piega la schiena... esatto, così...- la istruì attento, mentre la mano libera si posizionava sul fianco, iniziando a spingerlo verso destra –Segui me e rilassati...- fece, stampandole un bacio sul collo vedendola rabbrividire.
Era molto sensibile al suo tocco –Ok, ora dietro...- continuò, usando la sinistra per tenerle la schiena ferma, mentre la mano destra, dal ventre, scivolava attenta verso l'inguine di lei, pressandolo affinché il bacino si muovesse indietro e verso sinistra. Il tutto venne effettuato con una lentezza esasperante, non stavano nemmeno seguendo la musica.
-Brava... hai visto che ci riesci?- le domandò portando anche lui il bacino indietro, seguendola nel movimento, per poi spingerla di nuovo in avanti. Eliza era davvero sorpresa, incantata e a bocca schiusa, mentre si rendeva conto che non era così complicato.
-Ora chiudiamo il giro... ricordati che se tieni le ginocchia un po' piegate è tutto molto più semplice- le suggerì passando con la mano sinistra dal fianco al ventre, tenendo l'addome fermo, mentre il bacino di lui la spingeva in avanti e a sinistra, grazie alla mano destra, che dall'inguine era risalita al fianco per spingerlo verso sinistra. Cosa che fece ultimare il giro.
-Devi isolare le diverse parti del corpo, altrimenti non avrai mai un movimento morbido e sinuoso. Apparirai sempre... con un bastone ficcato su per il fondoschiena- le disse sincero, vedendola annuire e prendergli le mani, tenendole dov'erano –Continui ad aiutarmi? Ne hai voglia?-
E il bruno le baciò la guancia da dietro, rispondendole -Certo...-
...
Dopo un'ora di allenamento, i due si erano mossi in camera di lei.
Il ragazzo però, appena varcata la soglia, ebbe una strana sensazione.
Un flash gli attraversò la mente, mostrandogli un momento di molto tempo prima e che aveva condiviso con lei, proprio in quella stanza.
Sgranò gli occhi sorpreso e si appoggiò alla porta, guardandola mentre con un rapido incantesimo faceva sparire il vestitino da ballo e lo sostituiva col suo solito pigiama, anche se indossava il reggiseno.
-Ma quindi sei impegnato anche per pranzo?- la sentì chiedergli, pensierosa, mentre continuava a dargli le spalle e sistemava le varie scartoffie sulla scrivania. Avvertiva le sue palpitazioni accelerate, era in tensione.
Continuò a fissarla con attenzione, non riuscendo a non riportare alla mente il sogno che aveva fatto alcune settimane prima, dove l'aveva vista subire gli attacchi delle rappresentazioni di ciò che per lei erano stati proprio loro. Dei sostanziali bulli... anche se a quel tempo, se si comportava in quel modo, era stato solo perché quella a far finta di essere la santa era proprio lei. La sua ipocrisia lo aveva sempre disturbato e quel fastidio era stato per giunta alimentato dalla considerazione che Skarlet aveva di lei.
"Eppure mi sono sentito in colpa quel giorno, benché non la ritenessi senza peccato."
E questo lo incuriosiva molto, perché poteva anche giustificarla adesso, visto che aveva ormai capito da cosa nasceva tutta quella tirannia repressa verso il prossimo, ma a quel tempo?
La vide voltarsi quindi, una volta intuito che forse non l'aveva ascoltata -Mi... hai sentita?-
-Ti ho baciata, qui.-
Rispose però lui, immediatamente e vide la ragazza corrucciare appena lo sguardo, non capendo cosa intendesse.
-Il giorno dell'esame finale. Il giorno del mio ricordo.-
Chiarì lui, vedendola finalmente arrossire e sgranare gli occhi -Ti ricordi tutto?- balbettò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e lui continuò a osservarla, per poi muoversi verso il letto a una piazza e mezzo. Forse era quella che lo aveva più piccolo in quella casa di amanti dei sonnellini.
-Ricordo che ti ho baciata dopo l'esame, ricordo che ero dispiaciuto per te... a prescindere da quali fossero le motivazioni del tuo comportamento. Dopo l'esame... non me n'è fregato niente. Quindi suppongo mi manchi una parte...-
Dedusse, voltandosi e vedendola abbassare lo sguardo, pensierosa -Non mi avresti perdonata, diversamente?-
-Non credo, a quel tempo ero diverso da come sono ora. Ce l'avevo parecchio con te.-
E la vide annuire, con fare poco più serio, per poi muoversi verso la libreria che occupava ben due pareti e sistemando alcuni libri che sporgevano dalla fila ordinata.
-Allora credo che tu abbia avuto modo di interfacciarti con l'altra me già a quel tempo...-
-Credi?-
-Io non ci ho mai parlato con lei, a differenza tua... quindi non posso esserne certa.-
-Quindi non mi stai nascondendo altri ricordi?-
La Malfoy fece spallucce e gli rispose -Dubito che... averti salvato la vita possa averti fatto cambiare idea. Non l'ha fatto contro il Titano, non l'ha fatto nemmeno contro il nemico che ci è stato affibbiato per l'esame.-
Raul strinse le palpebre, notando che gli stava ancora dando le spalle -Dipende dal modo in cui mi hai protetto, allora. Dovresti restituirmi anche quel...-
-No, visto che non è un ricordo che può averti fatto cambiare idea, come hai detto subito.- ribatté prontamente lei però, non vedendolo far scattare un sopracciglio -Davvero? Deve averti imbarazzato parecchio allora, se ancora oggi, che ti succhio i capezzoli, non vuoi farmelo vedere.-
E finalmente la vide voltarsi, più rossa che mai e non meno incazzata -Certo è che se volevi convincermi a riaverli...-
-Tanto non me li avresti restituiti. E poi ho detto solo la verità...- e fece spallucce, tendendole persino la mano, ammorbidendo la propria espressione -Aspetterò che tornino anche quelli Eliza, e probabilmente quel giorno scoprirò che sei anche meglio di quello che vedo oggi.-
Ovviamente riuscì a lusingarla con quelle parole e tutta la rabbia venne soffiata via da quello sguardo affettuoso.
-Vieni qui e fai meno la stronza, forza.-
La invitò, vedendola mordersi il labbro e muovere dei passi verso di lui -Non sopporto che mi si parli in quel modo.-
-Sì, lo so bene.- tenne a farle sapere il compagno, allungandosi in uno scatto per afferrarle il polso e trascinarla fra le sue braccia. -E non me ne importa un accidente.- le disse poi all'orecchio, continuando -Ti succhierò, strizzerò, e mordicchierò quei capezzoli per tutto il tempo che vorrai, bambina...- e l'abbracciò forte, senza alcuna malizia però, lasciandola oltre che infinitamente imbarazzata, non meno sorpresa.
Lo abbracciò anche lei, chiudendo gli occhi e rintanando il capo nell'incavo del suo collo. Era stato terribilmente volgare, eppure non riusciva a non leggerci qualcosa di ben più profondo dietro quelle parole. Tanto che mormorò, persino -Grazie.-
Lo sentì immergere la mano fra i suoi capelli e baciarle la guancia rumorosamente -Pranziamo e poi torniamo qui... a levare quel noioso ingombro che speri mi faccia dimenticare che l'abbiamo già lanciato via.-
La sentì brontolare scontenta e lui catturò le sue labbra, divertito, quindi la sculacciò poco dopo e le rifilò -Andiamo, forza!-
-Amore, sei già tornata?-
Fu raggelante poi sentire lateralmente la voce di Darco, perché diavolo era lì?!
"Se gli dicessi la verità, cosa potrebbe pensare?!"
Spazio Autore:
Ahiaaa! Tagliamo proprio nella scena madre! Cavoletti! XD Che farà Monica secondo voi?! Alla prossima che sarà sabato! Baciii!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top