L'albero D'oro (Parte I)

Era tornato il sole a casa Sharald, Leon e Cherlyne, ora abbracciati sul divano, riposavano silenziosamente.

Verso le sette e mezza Cherlyne però venne svegliata dalla vibrazione del proprio telefono e con lei Leon, che la vide prendere l'oggetto, leggere il messaggio per poi rispondere molto rapidamente.

Lui guardò la donna al suo fianco e le disse, con voce pacata e forse un pelo intimorito dalla sua eventuale reazione –Buongiorno...- la bionda lo osservò un attimo e gli sorrise appena, accarezzandogli una spalla –Ciao...- era stupido chiedergli come stava, ma in quel momento fu l'unica cosa che le venne in mente, per cui stette zitta e si limitò ad abbassare la mano che però lui afferrò subito, e la baciò dolcemente, guardando altrove e sussurrando –Non saresti dovuta rimanere-

La bionda abbassò lo sguardo ed espirò sonoramente –Certo che sì...- mormorò lei, sperando che non decidesse di isolarsi, soprattutto dopo come aveva reagito alla sua vicinanza.

L'uomo tornò a guardarla e lasciò la sua mano, scendendo al torace di lei, stringendolo e portandolo più avanti, in modo tale da essere più vicino al suo viso

-Lo so e ti ringrazio... ma non è stato corretto, soprattutto nei confronti di James-

Lei lo osservò e scosse il capo, ricordando istintivamente il bacio che lui le aveva dato la notte prima, per cui sentenziò –Avrei dovuto evitare un'altra cosa, scorretta nei confronti di James, ma non l'ho fatto e ho sbagliato anche io. Se ho lasciato che succedesse è perché tengo molto a te e so che amavi più di ogni altra cosa Arianna, quindi so che non aveva davvero valore per nessuno di noi. E' solo che sei molto vulnerabile e bisognoso d'affetto, cosa che ti ha portato a compiere...- cercava un termine adatto, ma il demone volò con la mano al suo viso, sfiorandole con il pollice le labbra

–Hai ragione, perdonami. Ti ringrazio tanto per ciò che hai fatto per me... davvero, non lo dimenticherò mai-

Quella gli sorrise e gli bacio la fronte, sussurrandogli –E' stato giusto così, questo è ciò che fanno gli amici, Leon.- poi lo guardò e lui avvertì una intensa palpitazione nell'immergersi in quegli occhi dorati, ma non accadde nulla, perché lei si allontanò e stabilì –Ora vado a casa, alle dieci ho lezione... tu cosa farai?-

Lui espirò sonoramente e spostò lo sguardo verso la finestra, assumendo un'espressione sorpresa nel notare un bagliore strano –Vorrei andare anche io a lezione ma... cosa è?-

La donna si volse anch'essa e corrucciò lo sguardo, si mise in piedi lentamente e anche lui fece lo stesso.

Vedevano un'ombra nera fuori dalla villa, nel retro, ma nell'aria c'erano dei brandelli che fluttuavano ed emanavano una luce dorata.

Si affacciarono quindi e lentamente i loro occhi si allargarono come anche le loro bocche.

C'era un albero, alto almeno venti metri, ma di certo quel fattore fu il meno sorprendente, visto che quelle che cadevano dalla fronda non erano brandelli, ma foglie.

Il tronco era in legno percorso da striature pulsanti di vita dorata, mentre tutto il resto brillava come il sole.

-Non è possibile...-

Liberò il Demone e, con il cuore palpitante, si smaterializzò fuori, muovendosi poi verso l'albero.

Cherlyne lo seguì, vedendo il compagno andare a poggiare la mano sul tronco.

Lì l'albero s'illuminò sempre più intensamente, fino a quando la luce non si spense e calò il buio, illuminato solo dalla fronda luminescente dell'albero.

Era notte, il sole era stato spento in qualche modo, ma solo per pochi istanti, perché solo loro due ebbero l'opportunità di vederlo rinascere, offrendo la vista di una meravigliosa alba.

Le Ordinatrici avevano offerto uno spettacolo straordinario.

-La sento... lei... lei è qui dentro!-

Cherlyne, la cui attenzione era stata catturata dalla nuova alba dorata, spostò lo sguardo sul Demone e fece –Forse... è una sorta di reincarnazione...-

Il Demone annuì soltanto e appoggiò la fronte all'albero –Non credo di... essermi mai sentito meglio in vita mia. Arianna mi sta... liberando dal dolore-

Cherlyne sgranò gli occhi e poi lo vide voltarsi verso di lei, sorrideva con gli occhi pieni di lacrime e gioia, era incredibile per lei credere una cosa simile.

Fece qualche passo incerto verso di lui, mente quello si separava dalla pianta, per poi muoversi ad abbracciarla, stringendola forte –Cher... lei non se n'è andata! Lei... è ancora qui e lo sarà per sempre!-

La donna con gli occhi luminosi e commossi, mormorò –Ė meraviglioso, davvero...-

Lui le prese il volto fra le mani, mentre gli occhi lucidi ma colmi di gioia la osservavano –Ora non so cosa farò ma, una cosa è certa, non abbandonerò la mia vita per seguirla, perché lei... lei è ancora con me-

Cherlyne annuì e gli sorrise, trascinata dall'allegria del Demone –Sì, è così... sono tanto felice!-

Tornarono ad abbracciarsi, condividendo una gioia che avrebbe portato Leon a prendere in mano la sua vita con rinnovato coraggio, ma soprattutto, senza più malinconia e dolore nell'anima.


Era oramai ora di pranzo da poco passata e Sharlize, che avrebbe avuto il suo secondo parziale quel 15 ottobre, era piuttosto tranquilla.

Si guardò allo specchio con fare critico, pensando che, se si fosse rotta la maglietta avrebbe avuto la canottiera di sotto che la copriva. Sempre che non si strappasse anche quella.

"Sarebbe proprio una sfiga incredibile..."

Storse la bocca e in quel momento vide il suo fidanzato appena smaterializzatosi in camera sua.

Lei gli sorrise tenera e quello la raggiunse, posizionandosi alle sue spalle e baciandola dolcemente sul collo –Ciao...-

Lei ammorbidì lo sguardo e replicò –Ciao...-

Lo sentì stringerla e sussurrarle –Dormi a casa stanotte?-

Quella rabbrividì per la domanda a bruciapelo, ma annuì, non era la prima volta dopotutto.

Il moro sorrise e le morse la guancia, constatando –Non sembri preoccupata per l'esame...-

La ragazza stirò un bel sorriso e scosse il capo –No, non lo sono... ho studiato bene-

-Vi ho viste l'altro giorno, avete studiato insieme...-

Osservò il ragazzo divertito, mentre guardava il suo riflesso nello specchio.

La vide roteare gli occhi e replicare –Ho approfittato delle sue conoscenze, tutto qui!-

Il fidanzato la scrutò poco convinto e annuì –Sì, sì... raccontala a qualcun altro!-

La ragazza lo liquidò in fretta e fece –Forza, adesso è proprio ora di andare!-

Quello la lasciò fare e, attivate le loro passaporte, si smaterializzarono a scuola.

Si mossero verso l'interno e istintivamente Sharlize cercò con lo sguardo la propria partner. Filipp, senza farsi notare, le lanciò un'occhiata e assunse un'aria divertita, dicendole -Ė lì, amore. Ci vediamo dopo, ok?-

Lei lo sentì baciarle la guancia e gli fece il broncio, dopo che le ebbe indicato la direzione della strega, trovata prima da lui –E te ne vai così?-

Quello la scrutò e scese sulle sue labbra –Stanotte mi faccio perdonare allora... in culo al Troll!-

La rossa sorrise e si lasciò baciare, per poi vederlo sparire in direzione dei grifoni.

-Oh, Lize, eccoti...-

Ecco, il suo nuovo soprannome, era l'unica a chiamarla in quel modo...

Assunse un'aria pacifica davanti a lei che invece le aveva appena dedicato uno splendido e malizioso sorriso.

-Ciao...-

La mora inclinò il capo e la guardò insoddisfatta, indicandola –Su, su... puoi impegnarti un po' di più! Non farti pregare!-

La rossa si lasciò sfuggire un mezzo sorriso, guardando altrove e replicando, fintamente altezzosa –Non scherziamo...!-

La strega roteò gli occhi e molto presto Hakira attirò l'attenzione dei ragazzi, dando inizio all'esame.

Tutti sparirono nel nulla, ogni coppia nella propria dimensione, comprese le due.

Quando riaprirono gli occhi, si trovavano ai piedi di una rumorosa cascata che rigettava il suo contenuto in un grande lago, circondato da una vasta e lussureggiante foresta.

Monica storse la bocca e si guardò attorno asserendo con puro sarcasmo –Fantastico, siamo già nei casini...-

Sharlize ignorò il commento della compagna e fece –Sarà meglio inoltrarci nel bosco o risalire la cascata?-

La mora storse la bocca e si avvicinò alla parete che era cosparsa di incisioni.

-Guarda che roba...- commentò e la rossa le si avvicinò.

Le pareti della grotta sembravano fatte in madreperla, infatti i graffiti assumevano delle sfumature davvero stupende, sul rosa salmone.

-Sono dei cavalli alati...- constatò Sharlize riconoscendo le creature disegnate e Monica annuì –Sì, questi invece sono ippogrifi...- le due seguirono le incisioni, che ritraevano il volo delle due creature lungo la cascata, fino ad entrare in una grotta, situata poco sotto l'apice dello strapiombo, celata dall'acqua.

-Mh... hai mai domato un ippogrifo?-

Domandò Monica guardandola e Sharlize assottigliò lo sguardo –No, ma... un Abraxan, sì-

E i ricordi non poterono che tornarle in mente.

Era molto piccola, in braccio alla sua mamma, ma l'immagine di quella creatura meravigliosa non era ancora svanita dalla sua mente, era riuscita a "chiamarla".

-Come sarebbe?!-

Sharlize annuì –Andiamo, sono certa che si trova...-

Le due però dovettero alzare lo sguardo verso il cielo sentendo un verso che conoscevano, il gracchiare dell'orgoglioso ippogrifo...

Sopra di loro ce n'era un branco intero, anche se sarebbe stato forse più giusto definirlo stormo e stavano volando tutti verso l'interno della cascata, sfondando il muro d'acqua.

Alcuni di loro però si erano fermati a bere sulle rive del lago

-Ok, ho un'idea...- asserì convinta Monica e guardò l'amica –Io mi cerco un Ippogrifo amichevole, mentre tu cerchi il tuo cavallino, che ne pensi?-

Sharlize annuì e le due si separarono.

Appena era rimasta sola, Monica aveva notato parecchie creature interessanti, ma... ogni volta che si avvicinava a uno di questi o il prescelto volava via infastidito, o assumeva un atteggiamento aggressivo.

Sbuffò annoiata, battendo un piede per terra –Stupidi uccellacci!-

...

Sharlize invece, mentre camminava, cercava di riportare alla mente il modo in cui era riuscita ad attirare quella maestosa creatura.

***

-Allora, tesoro... adesso che siamo entrate, perché non torniamo da papà?-

Aveva a mala pena cinque anni ed era una graziosa bimba con teneri boccoli rosso scarlatto che le dondolavano attorno, ad ogni passo.

-Cavallino! Cavallino!!-

Tanya ridacchiò divertita e scosse il capo, capendo che la sua bimba non voleva proprio andarsene, era proprio una testarda. La vide chiamare ciò che credeva di aver visto nella foresta, da fuori, e si sedette per terra tenendola d'occhio, nell'attesa che capisse che era tempo perso.

-Tesoro, non c'è nessun cavallino qui, Giuliet e Riven non li tengono...-

Ma la bimba mise il broncio e asserì con rabbia rinnovata –Ho detto che ho visto un cavallino!- stabilì e Tanya abbassò lo sguardo osservandola e incrociando le gambe davanti a lei –Come vuoi, cucciola, ma se sei così arrabbiata non verrà mai...-

La bimba osservò la madre con i grandi occhioni argentei dall'aria intelligente.

Poi annuì e si sedette per terra, rimanendo silenziosa per alcuni minuti.

Tanya la osservò e corrucciò lo sguardo, poi sorrise vagamente e si avvicinò alla bambina che la guardò: i suoi splendidi occhioni si riempirono di lacrime, vedendo l'espressione compassionevole della madre.

-C'era mammina, l'ho visto...-

La donna le sorrise incoraggiante stavolta e le baciò la fronte, chiuse gli occhi e quando li riaprì erano rosa intenso.

La bambina perse la facoltà di parlare e sgranò gli occhi.

Poi la madre le afferrò le mani e le disse –Adesso chiameremo il tuo cavallino, va bene?-

E la bimba annuì solamente, ancora incantata davanti allo sguardo fatato della donna.

-Ok, metti le mani qui...-

La bimba appoggiò le manine a terra e la mamma le tenne sotto le sue. La guardò decisa e fece –Ora, bambina, chiudi gli occhi e ascolta, ascolta tutta la foresta...-

Vide la madre chiudere gli occhi e, del tutto coinvolta dal suo fare, li chiuse a sua volta, capendo di poter navigare nella foresta alla ricerca di ciò che cercava.

Non aveva torto. Le due si smaterializzarono in un istante e si trovarono su una grossa roccia.

Quando riaprirono gli occhi Tanya fu la prima a sorridere e ad indicare la creatura poco lontano da loro.

Stava brucando, mentre stirava le grandi ali color marroncino chiaro.

-Com'è bello...- mormorò la bimba, ancora con le mani strette in quelle della madre, che però non disse nulla.

Sharlize si liberò dalla presa e scese dalla roccia, attirando l'attenzione della bestia che rizzò orecchie e capo nella sua direzione.

-Non innervosirlo. Fa' piano, tesoro.- le disse gentilmente la madre alle sue spalle e lei annuì, mormorando –Ciao, io sono Sharlize...- la voce era talmente docile e pacata, che la creatura appariva incuriosita da quello scricciolo instabile che veniva verso di lei.

Quando i due furono a pochi metri di distanza, Sharlize si sedette a terra e prese a fissare la bestia che, non notando nessuna minaccia, tornò a brucare l'erba.

***

Sharlize, rammentando quel momento della sua vita, il più vecchio che aveva, decise che avrebbe dovuto fare come allora. Ma sarebbe riuscita ad attivare il potere della fata che era in lei? Da piccola si sentiva molto più libera di sfruttare la propria natura, poi però con il tempo... era tutto cambiato. Inspiegabilmente. Forse era persino regredita.

Come aveva fatto nel suo ricordo, si sedette per terra ed espirò sonoramente, guardando intorno a sé.

"Come cavolo faccio...?!"

Non era facile, per niente, visto che non aveva idea di come avrebbe dovuto iniziare.

"Ero con mamma, lei mi ha certamente aiutato, ma ho sentito anche io come la vita della foresta mi stesse scorrendo addosso. Quella sensazione è ancora così limpida che probabilmente non riuscirò più a dimenticarmene"

Si concentrò quindi sull'emotività di quel momento. In parte era stata triste dal non aver ottenuto ciò che voleva, ma che sollievo quando sua madre l'aveva affiancata e aiutata...

Sorrise appena, davanti alla consapevolezza che per lei c'era sempre e sempre ci sarebbe stata.

"Lei ha attivato i poteri della Fata mentre le sue mani erano immerse nella terra, voleva che ne sentissi la vita, che cercassi un qualche legame..."

Così provò ad esternare la propria Aura Magica, facendola scivolare sotto terra e trovando come delle vene di vita.

Invisibili a qualsiasi occhio, ma perfettamente percepibili se si aveva un potere angelico come il suo e ben sviluppato.

E il suo non lo era, purtroppo. Sapeva che erano lì, ma non riusciva affatto a raggiungerle, come se fossero molto più in profondità di ciò che percepiva lei. Era così difficile!

Digrignò i denti, iniziando a sentire la testa pulsare dolorosamente. Stava forzando il proprio potere e sapeva bene che questo non gliela faceva mai passare liscia. Le mani iniziarono a tremare mentre cercava di aumentare la quantità di Aura magica emessa, ma quella diffusione per quanto divenuta più ampia era altresì meno consistente e compatta. Avrebbe dovuto toccare e raggiungere quelle vene, scivolare al loro interno così da ricevere la loro sensibilità verso ciò che stava accadendo nella foresta, ma piuttosto che toccarle, sembrava quasi che ci stesse soffiando sopra. La sua Aura magica era poca e rarefatta... assolutamente inutile.

Strinse le labbra sentendo nella sua mente quel perfido commento che si era auto-rifilata, come se non bastassero gli sguardi pieni di commiserazione di tutti coloro che la circondavano.

"Devo piantarla, maledizione!"

E inspirò aria profondamente, schiudendo gli occhi lucidi e cacciando un grido spaventato, saltando indietro e finendo in terra quando la prima cosa che incrociò furono gli enormi occhi rubini di un Abraxan curioso. Chissà da quanto era lì.

Il manto era candido, mentre la criniera era rossa e lucente.

Quando la vide saltare indietro però, spalancò le ali ricoperte di piume rosse anch'esse e sollevò il muso, nitrendo appena.

Si era spaventato un po' anche lui, forse per la sua reazione improvvisa.

-Oh mamma, sei meraviglioso...- mormorò e il cavallo mosse alcuni passi verso di lei, curioso.

Si mise lentamente in piedi e quello si fermò, scrutandola con quei grandi occhi cremisi.

Poi la vide avvicinarsi e piegò un'ala, facendole spazio sulla groppa. Il pensiero di salirci sopra senza troppi sforzi, la esaltava da morire.

Accarezzò il collo della bestia, sapendo di aver sempre avuto una naturale affinità con loro, ma non si era messa spesso alla prova con creature magiche così rare. Solo quelle addomesticate di Joanna.

-Lize! Lize, dove sei?-

Era la voce di Monica e proveniva dal cielo, quindi, molto probabilmente, aveva già domato il suo destriero.

Lì il cavallo parve innervosirsi e la rossa gli passò una mano sul grosso collo muscoloso –Tranquillo, è un'amica...-

Quelle semplici parole lo acquietarono e lei gli sorrise fiduciosa, saltandogli in groppa con facilità.

-Ok... andiamo!- Disse entusiasta e la bestia prese rapidamente a trottare verso un albero, ma lo evitò appena in tempo, perché prese il volo appena in tempo.

Superarono le fronde degli alberi e, da sopra quelli, la rossa poté notare una trafelata Monica che la chiamava, mentre guardava verso il basso con ansia. Non amava le altezze, né tanto meno i destrieri poco sicuri –Ehi! Dove sei!?

-Sono qui!- le disse Sharlize, volando verso di lei. Monica era rimasta allibita davanti a cosa stava cavalcando e quando le si avvicinò, insieme si mossero verso la grotta e Sharlize ridacchiò davanti alla faccia della compagna –Dovresti chiudere la bocca, sai?-

Monica sbatté le palpebre e le domandò a raffica –Come diavolo hai fatto? Hai usato il tuo potere? Ma non domavi gli elementi? Che bello che è!!-

Sharlize rise un po' istericamente e le disse -Ho... solo avuto fortuna, in realtà. Ma ho un'affinità anche con le bestie, in genere quelle non magiche però- era ancora molto sorpresa anche lei di ciò che era appena successo.

La mora invece era davvero allibta, ma non poté farle alcuna domanda perché videro le loro bestie muoversi autonomamente verso la cascata.

-Dove stanno andando!?- domandò quindi Sharlize, cercando di trattenere l'animale ma Monica spalancò gli occhi, sorpresa -La cascata, Lize! Trattieni il respiro!- le consigliò quindi, accorgendosi della loro situazione all'ultimo, mentre Sharlize sorrise entusiasta vedendo che stavano per immergersi nell'acqua e si lasciò trascinare nella nuova dimensione. Infatti, in realtà, l'entrata della grotta presentava un vero e proprio portale.

-Dubito che anche gli altri avessero la possibilità di scegliere fra un ippogrifo e... un Abraxan! Dannazione!-

Sharlize sorrise mesta e fece spallucce -Te l'ho detto, è stata solo fortuna.-

Monica non parve altrettanto convinta ma non rispose.

Prese a guardarsi intorno, come l'altra. Non erano bagnate considerata la cascata e non c'era nemmeno l'ombra dei loro destrieri.

Si trovavano all'interno di un cunicolo buio e sotterraneo date quelle che al tatto apparivano proprio delle pareti rocciose. Non c'era una buona visuale.

-Mh... qui ci vorrebbe proprio la mia bacchetta, come al solito me l'hanno sequestrata, come sei messa a Lumos?-

La rossa le lanciò un'occhiata e tese la mano, mostrando un fuocherello.

Lì, Monica alzò ambedue le sopracciglia -Oh, certo...- e riprese a camminare affianco alla compagna, ma schiacciò qualcosa, trasalendo –Che cazz...?- si appoggiò al muro, camminando all'indietro per poter vedere che cosa ci fosse in terra, ma schiacciò qualcos'altro, sempre della stessa consistenza viscida –Merdaaaa... questo esame sta diventando una scocciatura!-

Sharlize la trovò piuttosto buffa in quel momento e decise di piegarsi a terra, illuminando il pavimento e rabbrividendo nel vedere cosa c'era -Bleah... Vermicoli! – fece schifata e scandì decisa –Dai andiamo avanti! Che schifo...- lamentò

Monica annuì -Sì, meglio vedere se c'è qualcos'altro più avanti, sicuramente non sono qui per niente...- e le fece un cenno in avanti.

Sharlize rabbrividì ancora e tenne la mano bassa -Illuminerò per terra, così li eviteremo.-

E Monica l'affiancò rilassata -Fortuna che almeno la tua magia funziona, non mi hanno mai tolto così spesso la bacchetta come negli ultimi esami con te.- e le fece la lingua, vedendola fare spallucce e liberare altezzosa -Beh, la mia è molto più bella!-

La strega davanti a quell'uscita la guardò serena e annuì -Sì, è vero... e quando inizierai a crederci anche tu, sarà anche meglio- decise di dirle, a quel punto. Superandola e guardando davanti a sé, ignorando se ogni tanto calpestava qualche sfortunato Vermicolo.

Aveva osservato molto la sua compagna in quegli ultimi giorni dove avevano studiato insieme. Aveva visto come si relazionava alle loro compagne, ovvero con un distacco quasi regale ma al contempo sulla difensiva, quando le vedeva andare via trattenendo le loro risatine.

Aveva percepito subito che era stata la sfortunata di casa nell'aver ereditato un potere che ancora non riusciva a esprimere e questo aveva evidentemente giocato a suo svantaggio nella padronanza della sua natura tanto speciale.

Ma era convinta che dipendesse soltanto dalla sua profonda insicurezza, del tutto ingiustificata, a suo parere, ma... solo lei poteva sapere quanto era denigrante trovarsi in quella situazione.

Sharlize invece si era fermata nel sentirla parlare così.

Con una singola stoccata l'aveva colpita, aveva prima letto tutte le sue debolezze e poi aveva fatto centro con un solo attacco.

Non si vedeva affatto quel suo malessere, nessuno l'aveva mai capito da solo, forse Filipp l'aveva intuito, visto che era molto intelligente ed empatico ma di certo non l'avrebbe mai tradita rivelandoglielo, per cui doveva esserci arrivata da sola.

Vide la sua figura venir inghiottita lentamente dalle tenebre e tornò a seguirla, non sapendo cosa dirle.

Ormai aveva però la certezza che non era, assolutamente, una persona che si fermava alle apparenze.

Forse era stata la prima a dedicarle tutta quell'attenzione, o non sarebbe mai arrivata a quella conclusione, così rapidamente.

Certo, era stata indotta dal parere di Hakira e Filipp, di cui si fidava molto, ma non molte altre si sarebbero comportate allo stesso modo. Non dopo ciò che aveva fatto lei.

Non si meritava la sua comprensione, anche se aveva letto solo ammirazione nei suoi occhi e per la prima volta era stato bello essere stata sì colpita, ma con una frase molto dolce, per una volta.

La seguì ma la illuminò troppo tardi perché la sentì imprecare -Ahi!-

La luce mise in evidenza una porta nera, su cui Monica aveva appena sbattuto -Non c'era prima! Ce l'hanno messa solo perché volevano che ci sbattessi! Simpaticissimi!!- ultimò con sarcasmo, alzando gli occhi al soffitto come se stesse parlando con qualcuno.

Sharlize scosse il capo divertita e oltrepassarono facilmente la porta, trasalendo poi.

Davanti alle due c'era una sedia, sopra la quale c'era un uomo, legato.

Il capo chino, i capelli bruciacchiati, era vestito totalmente di nero.

-Sarà morto?- domandò subito Monica e Sharlize le lanciò un'occhiata ansiosa –E se è vivo?!-

Non sapevano cosa sperare. Anche se il tizio era legato, metteva i brividi.

Silenziose e attente scandagliarono la sala, notando che era provvista di una varietà incredibile di scaffali con pozioni di ogni genere –Sembra l'antro di Piton, ci sei mai entrata?- domandò Monica a Sharlize che la guardò e la fulminò –No, ovviamente e nemmeno tu, vero?-

Monica sembrava che ogni tanto si dimenticasse che i prof potevano vederle e sentirle, ma la mora replicò tranquilla –Mi ci ha portato lui. Essendo un Prefetto sono sempre in contatto con il professore di riferimento per i Serpeverde. Piton, anche se è stato sostituito da Leon, collabora con lui attivamente per noi. E poi mi adora, quindi...- e ghignò maligna nel vedere Sharlize scuotere il capo, non le stava dicendo nessuna novità dato che erano in classe insieme. Era l'unica a cui offriva i suoi glaciali e strascicati "Bene. Hansel."

A lei invece tendeva a sottolineare quanto i suoi risultati fossero poco paragonabili a quelli dei suoi fratelli e dei suoi genitori "Abbiamo ereditato aspetto ma non altrettanto talento famigliare, Malfoy. Peccato."

In quell'istante videro l'uomo sulla sedia iniziare a tremare visibilmente e le due avvertirono presto i brividi a fior di pelle –Ok... credo di preferire i Vermicoli in questo momento...-

Sharlize annuì terrorizzata e Monica le afferrò il polso, cercando di tranquillizzarla.

L'uomo aveva smesso di tremare e aveva spostato i brillanti occhi color giallo intenso verso di loro, aveva pupille caprine. Era inquietante oltre ogni dire.

Le fissava e basta, senza dire nulla. Un occhio fissava una, l'altro l'altra. Aveva una lunga barbetta bianca sul mento, che sembrava allungarlo appena, insieme a una capigliatura piuttosto disordinata e stopposa a prima vista.

A quel punto, caduto il gelo nella sala, sebbene le temperature fossero piuttosto alte, presero a guardarsi solamente ma lo fecero per qualche istante.

-C'è caldo, vero ragazzi? Qui sotto c'è un iceberg.-

Con quelle parole attirò lo sguardo delle due, che ammutolite lo ascoltarono, poi si lanciarono una nuova occhiata, capendo subito che il tizio doveva avere qualche problemino mentale.

Monica assottigliò lo sguardo e notò che dietro l'individuo c'era un ponte di pietra che le collegava al successivo cunicolo, il ponte era piuttosto largo e, se fossero state abbastanza attente, non sarebbero cadute di sotto.

Molto presto il caldo iniziò ad aumentare e le due lo avvertirono. Monica sussurrò alla compagna –Ascolta, andiamo avanti, evidentemente quello che ci serve sapere è alla fine, altrimenti non avrebbe avuto senso lasciarci il via libera per proseguire... questo tizio ci sarà utile più avanti, anche se spero che sia messo qui solo come... malsana decorazione d'esame, tipo i Vermicoli.-

La voce non era tanto convinta e Sharlize infatti commentò –Non sperarci troppo, ma andiamo avanti... non abbiamo nessun obbiettivo ancora-

La mora annuì e, quando fecero per superare lo strano individuo, Sharlize gli chiese, per vedere cosa aveva da dirle –Cosa ci fai nel nostro esame?-

L'uomo ghignò e replicò –Dovete interrogarmi dopo che mi avrete ucciso nel fiume ghiacciato...-

Sharlize strinse un pugno con ira incombente, il tizio farneticava cose senza senso. Tornò da Monica che l'avvertì –Sotto c'è un fiume di lava, cerchiamo di non abbrustolirci, non si prendono alcuna responsabilità dei nostri eventuali danni subiti...-

La rossa annuì solamente e Monica le disse –Ignora quel tipo, sicuramente capiremo dopo a che ci serve.-

Sharlize storse la bocca e tornò sul tizio irritata, domandandogli –Sei per sette!?-

L'uomo ghignò ancora -Quarantadue-

La rossa sbuffò e lo indicò –Vedi? Secondo me lo fa apposta! Guarda che faccia da schiaffi!-

Monica ridacchiò e domandò a sua volta –Sei più tre?-

-Otto-

Replicò quello, sempre con la solita espressione. Sharlize sgranò gli occhi, sentendo poi Monica sottolineare –Ok... forse mente appositamente, ora andiamo avanti!-


Spazio Autore:

Eccomiii! E anche questo capitoletto è andato! Spero vi sia piaciuto! Chissà come finirà questo benedetto esame! Il prossimo sarà Martedì! Baciii!!

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