Illusa (Parte IV)

-Come sarebbe "non lo è"?! Tutti hanno seguito Hogwarts! E l'avremmo fatto anche noi se...- e si fermò, non solo al pensiero, ma anche davanti allo sguardo glaciale del gemello -Già, ma è successo, quindi Hogwarts non è un'opzione.- tagliò corto, vedendo Viktor sbuffare ancora -Ma uffa...-

Lì, Filipp intervenne -Scusa ma... non puoi seguirla da solo? Insomma, se a lui la cosa non interessa...-

Sharlize vedeva il piede di Ares che si agitava vicino alla sedia, segno che iniziava probabilmente a innervosirsi, così fece per intervenire ma Viktor fu più veloce -Mah, prima o poi lo convincerò, non preoccuparti... sono un tipo molto persuasivo, sai??- gli disse poi piano, con fare complice, strizzandogli l'occhio. Filipp se la rise mentre Sharlize era arrossita davanti a quello sguardo furbo, sguardo che da quando era lì... non l'aveva nemmeno sfiorata.

A differenza di Ares che era tornato su di lei, mostrando il suo plateale disdegno davanti al suo rossore.

"Ma che cavolo vuole!? Sa benissimo che sono stata condizionata dai poteri del gemello! Non vorrà darmi della doppiogiochista!!"

Era davvero irritata e, se fosse stata da sola, sicuramente gliene avrebbe dette tre o quattro!

Anche se quei suoi occhi di ghiaccio erano davvero inquietanti...!

-Vi vedo entrambi molto bene, ragazzi. Questa cosa mi fa davvero piacere, credetemi. E' un sollievo...-

[Liquidalo, mi ha preso alle palle. Non meno della troietta che si porta dietro.] ordinò quindi Ares, verso il fratello che gli rispose [Ehi! Non parlare così! Ci stiamo scambiando frivolezze! Anche tu devi imparare, anche se non ti va!]

[Non sono qui per giocare, Vick. A differenza tua.]

-Beh, sì... Karim aveva molte limitazioni verso di noi, non poteva farci davvero del male, per cui... alla fine è stato una specie di lungo addestramento, anche per noi.-

Gli disse, con fare gentile e Filipp alzò ambedue le sopracciglia, annuendo -Oh, capisco... quanto è durato in realtà?-

[Sei sempre così intransigente, uffa... e poi non le ho dato nemmeno un bacino! Anzi! Non l'ho nemmeno guardata! Anche se il suo cuoricino batte così forte per me!]

[Ti ho detto che non devi usare i poteri su di lei, Vick! Adesso mi stai seccando! Ricordi cosa...!]

[Ehi, ehi, ehi!! E chi ha detto che ho usato i poteri, scusa!?!?]

-Eh... settantanni circa. Ma molte settimane passavano rapidamente visto che i giorni erano più o meno tutti uguali, vero Ares?- e si volse verso il gemello, come aveva il vizio di fare sin da piccolo, e non a caso.

Si era sempre reso conto di quanto il fratello fosse continuamente per i fatti suoi, poco interessato alle persone e questo provocava il loro disappunto, cosa che lui non sopportava. Nessuno doveva pensare male di lui, gli mancava una cosa molto importante, quindi l'avrebbe aiutato lui a relazionarsi con le persone il più possibile!

Questo era sempre stato il suo intento e tutt'ora era così, ovviamente.

[Non li hai usati?]

[Certo che no, sai che così mi annoio! E poi non dovrebbero essere immuni loro?!]

E Ares non insistette, stavolta, ma diede la sua rapida conclusione [Già... E allora è proprio una puttana.]

-Sì, alcune sì.- sostenne l'altro, mentre lo sguardo si era spostato verso la sua tazza d'acqua e poco sangue. La prese e ne lasciò un dito, poi riempì d'acqua la tazza e la passò al gemello che bevve gradito, mentre Filipp lo osservava con tenerezza -Avete bisogno ancora di tempo per riabituarvi a normali quantità di sangue, vero?-

[Oh, andiamo, Ares! Anche noi ci divertiamo con un sacco di ragazze! E alcune non le consideriamo affatto puttane, lo sai bene! Andiamo!]

[Divertirsi quando uno se lo può permettere è una cosa, ma se sbandiera ai quattro venti il suo grande amore per uno e poi limona con l'altro è molto diverso.]

Filipp vide così Viktor poggiare la tazza e fare spallucce -Eh, sì... ci vorrà ancora un po'. Però dai, in una settimana abbiamo quasi raddoppiato! Vero, Ares?- e si rivolse al gemello che annuì soltanto stavolta, cosa che infastidì appena l'altro.

[Sii partecipe, per piacere! E comunque sai perfettamente che Sharlize ha sempre avuto un debole per me! E adesso è qui, così... desiderosa delle mie attenzioni! Come posso non ricambiare??]

[E' una persona scorretta e tanto basta. E ho smesso di rispondere, la prossima volta che m'interpelli me ne vado.]

E Viktor sapeva che il gemello l'avrebbe fatto senza dolersene minimamente, per lui era normale comportarsi in quel modo.

Tornò a guardare dolente Filipp, in segno di scuse e Filipp gli sorrise, capendo le sue difficoltà -Beh, io adesso dovrei andare a parlare con una mia compagna di casa, magari ci rivediamo dopo, ragazzi... Ciao.- e Viktor annuì, gentile -Certamente, Fill, ciao...- tornando poi alla sua tazza e dando le spalle ai due.

Sharlize forse si aspettava una sua parola o un suo sguardo, ma ottenne solo la sua nuca bruna, infatti si allontanò insieme al fidanzato, sentendo ad ogni passo tornare nausea e mal di testa "No, no... non va affatto bene questa cosa."

Ma che diavolo le stava succedendo!?

-Poveri ragazzi, anche se penso che quello più in difficoltà sia Viktor. Da piccoli doveva essere più semplice, alla fine si sa che i bambini possono fare un po' quello che vogliono, ma da grandi ci sono delle norme sociali che, se si vuol far parte di un gruppo, bisognerebbe rispettare...-

-Sì, ma Ares non ha un'anima funzionante, è normale che sia così, non lo fa per cattiveria... credo.- intervenne Sharlize, piuttosto istintivamente.

Aveva ricevuto esclusivamente le occhiatacce di Ares durante la conversazione e ora, che stava persino venendo allontanata da loro, oltre a star male fisicamente, si sentiva triste... e anche un po' arrabbiata. Ma non capiva affatto perché.

-Sì e lo sappiamo tutti, Lize. Ma non è questo il punto. Deve imparare a essere più gentile, anche se non lo sente, deve cercare di... far sentire meglio gli altri. Prova a pensare a Mara o a Noemi, poverine... hanno bisogno di una manifestazione d'affetto da parte sua. Lo dico per lui... non voglio che questa sua mancanza lo porti a rimanere solo, come non lo vuole il fratello che cerca sempre di coinvolgerlo nelle conversazioni.-

Lontano dalla coppia che ingenuamente chiacchierava nelle vicinanze dei due Diurni gemelli, Viktor, che dava loro le spalle, stava stringendo forte la mano attorno alla tazza, crepandola.

Ares, al suo fianco, ascoltava con attenzione le parole di Filipp, forse stava esprimendo l'unico pensiero interessante che gli aveva mai sentito liberare.

[Spero la smetta immediatamente perché...]

Ma la risposta del tutto istintiva di Sharlize sorprese entrambi -Non sono d'accordo, Filipp. Preferisco uno così, piuttosto che una persona falsa. Non può provare amore, odio e probabilmente nemmeno paura... ma sa che persone gli piacciono o meno, capisce l'umorismo e lo annoiano i discorsi di circostanza. Magari non ti abbraccia ma si vede quando ti rispetta o crede in te. L'ho visto con mio fratello e, magari a te sarebbe potuto sembrare normale ma... non era così. L'ha guardato con molta intensità e, anche se non lo è stato, è valso a un abbraccio... il suo abbraccio.-

Sostenne, sorprendendo molto l'altro che la vedeva piuttosto presa dal discorso -Oh, ero convinto che... non ti piacesse, Ares.-

-Io non piaccio a lui e... è comprensibile. Non sono e né mai sarò come mio fratello, sono una persona molto più emotiva e sicuramente più immatura però... lui non ha alcuna colpa di ciò che non ha e non possiamo permettere che la cosa gli pesi più di quanto non faccia già.- e rise mesta, scuotendo il capo e rivelando al fidanzato un occhio lucido -Essere la pecora nera di casa non è divertente, te lo assicuro.- ultimò, cosa che portò il fidanzato ad abbracciarla di slancio -Non... sapevo pensassi queste cose...-

-Non mi pare che si sia mai parlato di lui o dei suoi problemi ma... mi sono sempre sentita affine a lui da questo punto di vista, anche se lui è fortunato, almeno non può dolersene.-

Sostenne e i due non seppero mai cosa invece si stavano dicendo i due gemelli spioni.

Viktor aveva smesso di stringere con forza la tazza, era allibito e Ares era sicuramente rimasto pietrificato, più del solito in realtà.

Al termine di quella discussione, Viktor gli chiese [Pensi ancora sia una puttana?]

Quella domanda forse gli diede da pensare, proprio perché non fu lapidaria, come al solito, ma arrivò comunque [Mi auguro che non sia l'ennesima che per farsi scopare da me, passa prima da te.]

[Oh, e che male ci sarebbe, Ares?! Non abbiamo mai trovato qualcuno con dei pensieri così profondi!]

[No, certo, non disinteressati. Ma ieri si è fatta infilare la tua lingua in gola e sono certo che avresti potuto andare oltre, se ne avessi avuto la libertà]

[Con lei ho una libertà molto più elevata! Ne abbiamo già parlato, Ares. Non stavo minimamente male quando ci hai interrotti!]

[E allora?]

[E allora non lo so, te l'ho detto che voglio vederci chiaro! E poi le sue parole erano disinteressate, visto che non sapeva che la stavamo spiando... ti capisce davvero.]

[Mi compatisce, è una creatura angelica, dopotutto... è molto emotiva ed empatica. Fin troppo... e lui non ha tutti i torti, dopotutto. Peccato che non capisca che l'assenza di un'anima funzionante non mi faccia affatto sentire a disagio nel venir rifiutato dagli altri. Non m'importa niente di nessuno.]

[Proprio nessuno, eh?]

[Ne abbiamo parlato molte volte Vick, non annoiarmi per favore.]

[Sì, hai ragione. Andiamo a mangiare.] e fece per andarsene, ma il gemello si volse a guardarlo e gli disse [Se potessi sentire qualcosa so bene chi sarebbero le persone per le quali proverei i miei sentimenti e tanto basta per mantenermi totalmente fedele e legato a loro. Vi starò vicino e farò ogni cosa per voi, anche se doveste arrivare ad odiarmi, un giorno o l'altro, non m'importa.] Asserì con la profonda lealtà che lo aveva sempre contraddistinto.

Vide l'altro fermarsi e poi voltarsi indietro, vedendolo quindi alzarsi e raggiungerlo. Sentì la sua mano sulla spalla e oltrepassarlo, per poi dirgli -Andiamo.- Viktor lo osservò e, dopo un respiro mesto, lo seguì.

-Oh, guarda... c'è Melody. Chissà come le è andato lo scritto di Astronomia...-

Melody era in compagnia delle altre cugine, oltre che di sua sorella.

Sharlize e Filipp, dopo la conversazione sui gemelli, si erano spostati verso gli altri, anche se la faccia di Sharlize era ormai sempre più pallida. Non era normale e infatti, appena Eliza la notò, le mise una mano sul viso -Ma... tu cos'hai? Fatti curare da Skarlet! Quanto hai bevuto ieri notte?!- a sgridò, come era abituata a fare, ma arrossì e ammutolì quando vide lo sguardo altezzoso dell'altra giudicarla -Ma davvero? Proprio tu me lo stai chiedendo??-

E Bryanna, come Nicole, dovette portarsi una mano alla bocca per nascondere una risatina.

La Malfoy però riuscì ad arrampicarsi sugli specchi abilmente -Io sono un'adulta, ti ricordo! Tu domani hai lezione, quindi è meglio se ti fai sistemare da Skar!- e l'altra scosse il capo, dicendole -No, no, devo solo andare a dormire...- e l'idea di andarsene da lì, dove le sembrava semplicemente di respirare miasmi veleniferi, le diede un gran sollievo. Guardò il fidanzato che scese a baciarle la fronte -Oh, ma vuoi che torniamo prima a casa, quindi? Non ci sono problemi, salutiamo e...-

Si era dimenticata che avrebbe dovuto dormire con lui quella notte.

"NO, no, non se ne parla proprio...!! Non oggi!"

-No, no, scusa ma preferisco davvero tornare a casa, non vorrei che peggiorasse e... insomma, ho bisogno di riposo.- ultimò, piuttosto lapidaria e la cosa lo sorprese. In genere non era così brusca con lui. Le accarezzò il viso e lei si irrigidì appena, sperando con tutte le sue forze che in quel momento non decidesse di baciarla.

"Non in questo momento, non ora, davvero..."

E quindi sorrise a tutti, apertamente -Vado, non ce la faccio più, mi dispiace.- e indietreggiò, sentendo però lui dirle -Ehi! E scappi così, scusa!?- apparendo offeso, lei arrossì e gli sorrise mesta -Tesoro e... e se mi sto ammalando? Vuoi proprio...- e lui la raggiunse, con sguardo annoiato -Se non ti conoscessi, direi che stai per correre via dal tuo amante segreto!-

E lei rimase impalata davanti a quel commento, le immagini dei suoi baci con Viktor le attraversarono la mente, ricordandole i suoi gesti, senza nessuna pietà. Lui nel frattempo le aveva afferrato il viso ed era sceso a baciarla, ma lei tenne le labbra serrate e si districò, guardandolo eloquente -Non mi va qui davanti a tutti, dai...- gli disse piano, anche se era stato per colpa di un nuovo conato che si era dovuta allontanare.

-Mh, chi vuoi che se ne accorga...??-

E la tenne stretta fra le sue braccia, ridacchiante e lei fece finta di imitarlo, ma lo allontanò di nuovo, con più decisione stavolta -Ci stanno fissando tutti! Dai, dai... ci vediamo domani a scuola, tesoro. Ciao.- gli accarezzò il viso e lo salutò, ignorando la sua espressione scontenta e dandogli le spalle. Avrebbe avvertito i genitori e se ne sarebbe andata via, finalmente.

Cercò dunque la coppia e la vide amoreggiare vicino ad una finestra.

-Ehm... mamma, papà?-

I due si separarono e la donna, con le labbra piuttosto gonfie, arrossì –Tesoro, tutto okay?-

Quello era uno spettacolo che i membri della sua famiglia non potevano evitare. I loro genitori erano sempre stati due cozze, non riusciva ad immaginarseli separati.

-Non tanto, a dire il vero, sono stanca morta, per cui sto tornando a casa, domani devo andare a scuola.- spiegò, vedendo i due lanciarsi un'occhiata e Tom le domandò -Ma stai bene? Sei verdognola...- e mosse la mano verso il suo ventre, andando a curarla ma lei gli trattenne la mano e gli sorrise -Ho solo sonno arretrato e voglio togliermi i tacchi, basta.- e rise un po' istericamente, vedendo i due annuire e sorriderle dolci.

-Come vuoi, tesoro... aspetta però, hai almeno salutato gli Hegland?-

La rossa sperò vivamente che suo padre, appena intervenuto, si riferisse ai padroni di casa, così replicò –Ho salutato Dorian e Mara appena sono arrivata, e...-

-No, no, intendiamo i gemelli, li hai salutati, sì?!- intervenne però sua madre, già sul piede di guerra, con tono severo. Lei arrossì in imbarazzo e abbassò lo sguardo –Sì, li ho salutati... ma non è necessario che ci rivada, insomma...-

-E invece è proprio così che si fa! Non voglio che passi come una maleducata! Devi salutare almeno loro, prima di andare via!-

I due la videro chiudere ulteriormente le spalle e annuire –Ah, va bene, va bene...!-

Quelli parvero soddisfatti davanti alla sua rapida arrendevolezza, solitamente era un po' più ribelle ma la figlia diede rapidamente loro le spalle, spostando gli occhi tempestosi per la sala, alla ricerca dei gemelli.

Non seppe perché, ma la consapevolezza che sarebbe dovuta andare dai festeggiati, non la metteva affatto in ansia. Tutt'altro... avvertiva una sorta di strana eccitazione, era come stuzzicata dalla cosa. E più i suoi passi si muovevano nella sala alla ricerca di loro, meglio si sentiva, di nuovo.

Ne approfittò per salutare Dorian e Mara, chiedendo loro dove fossero i loro figli e i due le indicarono i balconi soprastanti.

Lei quindi annuì e frettolosamente uscì dalla sala, imboccando un corridoio che portava direttamente al piano superiore. Fece la prima rampa, poi la seconda, vedendo la porta a vetri da cui però stava uscendo Ares.

Si fermarono entrambi, guardandosi un momento, poi lei gli sorrise gentilmente, seppur a fatica visti i loro pregressi e continuò a salire, così come fece anche lui -Ciao, io... non mi sento benissimo e domani devo andare a scuola, quindi... sto tornando a casa.-

Si vennero incontro, fermandosi a distanza di uno scalino.

-Okay, Sharlize.- scandì l'altro, allungando la mano sinistra verso il suo viso per spostare un riccio che era sfuggito dalla criniera .

Per lei fu una grande sorpresa quel gesto e avvertì stranita come una sua nocca aveva attraversato l'angolo dell'occhio, come a voler cancellare una lacrima... che non c'era però.

Lo vide voltarsi indietro e poi tornare a guardarla, mostrandole un'aria vagamente altezzosa -Vick è ancora di sopra. Ciao.- e decise di andarsene, lasciandola sola e sconcertata.

Non aveva capito assolutamente niente di ciò che era appena successo.

Tuttavia, il suo istinto la spinse a proseguire, a muovere i suoi passi verso l'apice delle scale e fronteggiare la porta a vetri, vedendo proprio il bruno appoggiato alla balaustra, stava fumando... e in un posto bellissimo.

Al piano di sotto la sala era addobbata con numerosi festoni danzanti e trombette che correvano da una parte all'altra, facendo scherzi con vari sparacoriandoli che ti prendevano alle spalle.

Al piano di sopra era diverso.

C'erano degli strumenti musicali incantati che suonavano all'interno del grande gazebo di legno che ricopriva l'intero balcone. Agli angoli c'erano delle infiorescenze particolari: delle piante i cui fiori erano provvisti di soli tre petali che avevano l'aspetto di fiammelle ed erano luminosi come candele, quindi emanavano una luce molto piacevole. E poi c'erano varie sedie e divani in vimini, resi più comodi da dei soffici cuscini bianchi.

La musica leggera rendeva tutto piuttosto romantico, in effetti.

Quando si chiuse la porta alle spalle, lui piegò appena il capo, con un mezzo sorriso sulle labbra -Ehi, tesoro...-

Ebbe un balzo al cuore quando l'additò in quella maniera così affettuosa, benché fino a poco prima non l'avesse nemmeno guardata in faccia.

Si mosse verso la sua direzione e iniziò a dirgli -Ciao... - ma lo vide tendere una mano verso di lei, che invece si era fermata circa a un metro di distanza da lui.

Non appena il Diurno la invitò silenziosamente a raggiungerlo, lei fece un passo del tutto istintivo, ma si bloccò prima, vedendolo assumere un'aria interrogativa. La rossa tornò a guardarlo e deglutì, per poi scandire -Per favore, non usare i tuoi poteri con me.- gli chiese, muovendosi però verso di lui quando lo vide quasi ferito da quelle parole -Mi crederesti se ti dicessi che non li ho affatto usati?-

E la giovane Malfoy strinse le labbra, in difficoltà nel guardare quei brillanti occhi acquamarina che la osservavano con calore.

Un'attenzione speciale, che era stato ben lontano dall'offrirle al suo arrivo.

Già, neppure una parola, un sorriso o anche solo un'occhiata. Niente.

-Non mi hai nemmeno guardata, poco fa.-

Le sue labbra si erano mosse da sole, e il suo tono si era fatto serio... offeso. Non era davvero riuscita a trattenere l'irritazione.

Lo vide alzare ambedue le sopracciglia davanti al suo sguardo, divenuto ora altezzoso, dispotico in effetti.

Non si aspettava che si sarebbe rivolta a lui in quel modo.

Piegò il capo di lato e continuò a fissarla, era divenuto serio a sua volta -No, non posso certo guardarti così... quando sei con lui.-

E riuscì a infrangere quella baldanza con le sue parole. Non aveva torto... e lei era davvero una stronza.

"Ma che diavolo mi è venuto in mente!?"

Con difficoltà i suoi occhi scattarono altrove, mentre la sua mente rivedeva lo scorrere di quella scena, consapevole di non essersi affatto immaginata di avergli risposto in quel modo.

"Non è possibile che l'abbia fatto... e che soprattutto mi senta così!"

Ora era furiosa con se stessa e i suoi capelli scoppiettanti lo fecero intuire al bruno che assunse un'aria divertita.

-Vieni qui.- scandì quindi lui, e fu il suo turno di fare il perentorio.

La rossa vide la sua mano tendersi nella sua direzione ancora una volta, mentre lo sguardo era quasi divenuto compiaciuto.

"Non esiste... non esiste proprio questa cosa."

Stabilì con se stessa, scuotendo il capo e indietreggiando di un passo -Sto andando via, volevo solo salutare.- riuscì a liberare e fece ancora un passo indietro mentre lui le domandò -Scappi, dunque?- era una plateale provocazione.

La rossa strinse i pugni e s'irritò nel notare quegli occhi furbi che non l'avevano abbandonata un solo istante -Niente aff...-

–...E allora dovresti salutare la gente come si confà.-

La interruppe lui, alzando quindi il mento e stirando un sorrisino che trovò insopportabile... e sexy, come mai avrebbe voluto.

-Stai usando il tuo potere su di me! Io amo Filipp e...-

-Eppure sei qui su, adirata con me... e offesa, nondimeno.-

Ultimò ancora, ben più bravo di lei a finire le frasi altrui. Sicuramente con Ares si era ben allenato.

Restò boccheggiante mentre il suo cuore aveva preso a palpitare, davanti alla verità che usciva perfidamente dalle labbra del Diurno.

Perché quelle sensazioni stavano fuoriuscendo solo in quel momento, solo ora che erano insieme e da soli?!

-Non sto usando affatto i miei poteri su di te. E anche se lo facessi... sappiamo entrambi che le tue difese, per quelli come me, sono invalicabili, Sharlize. Chiedi pure a chi ti pare.- e lo vide abbassare la mano, segno che l'invito era ormai scaduto.

Rabbrividì nel notare quel gesto e si sentì presto in colpa nel vederlo guardare altrove -Va' pure da lui, ma smetti di mentire a te stessa.- e incrociò persino le braccia sul torace. Ora era lui quello offeso...

"Ma stiamo scherzando?!"

Ciò che però era più assurdo era il modo in cui si stava sentendo lei.

Fece ancora dei passi indietro, capendo ad ogni passo che doveva scappare via da lì, al più presto. La disperazione nel vederlo così ferito la stava dirottando eccessivamente.

Prese aria a fatica e gli diede le spalle di scatto.

Chiuse gli occhi, inspirando profondamente e sentendo una forte nausea colpirla, insieme al pungente mal di testa.

"Non... non è possibile..." a ogni passo che muoveva verso la porta, il suo cuore aumentava i battiti.

Era una sensazione orribile.

Con enorme fatica compì gli ultimi passi, allungando la mano sulla maniglia e gli occhi iniziarono a velarsi, inaspettatamente. Stava malissimo.

Si morse il labbro, capendo di stare rinunciando a qualcosa di troppo importante, in quel momento.

Mai aveva provato delle emozioni simili.

Strinse i pugni, tremante ma tentò comunque di afferrare la maniglia della porta. Lo fece, con un forte tremore, ma non l'aprì mai.

Si volse di scatto e corse verso il bruno che sgranò gli occhi, sorpreso nel vederla gettarglisi fra le braccia e baciarlo con passione.

Lui l'acciuffò e la strinse forte a sé, approfondendo quel bacio e rendendolo straordinario per entrambi.

Erano così disperatamente desiderosi di raggiungersi, prendersi e amarsi.

Lo sapevano, lo sentivano distintamente sulla pelle... anche se fra loro non c'era assolutamente nulla.

Nemmeno si conoscevano, non sapevano niente l'uno dell'altra... eppure era come se tutto fosse naturale e totalmente giusto.

Quando quel bacio finì, entrambi avevano il fiato corto e si guardavano con sorpresa.

-Oh, bambina...- esordì lui, accarezzandole il viso, vedendola spalancare lentamente gli occhi e tornare indietro col capo improvvisamente, era sconvolta

-Non... non ha senso, tutto questo non ha senso.-

Stabilì, incredula e totalmente legata allo sguardo felino di lui -Davvero?-

Le chiese, stampandole nuovi e umidi baci sulle labbra. Era rigida, ma non la stava forzando... certo non poteva ordinare alle labbra di lei di venirgli incontro in quel modo.

Ovviamente i poteri di lei tornarono a mostrarle la ormai perduta ipersensibilità all'ambiente naturale, ma stavolta capì che non poteva restare un istante di più fra quelle braccia.

-Devo... devo andare via...- e indietreggiò, sentendo lui liberarla con espressione attenta e intensa.

La stava studiando poté percepire, un momento prima di riuscire a smaterializzarsi a casa sua, cosa che sì, avrebbe dovuto fare immediatamente.

Viktor accusò la sua sparizione con un conato che gli fece capire di dover tornare immediatamente da Ares.

"Lei e mio fratello sono gli unici con cui posso stare solo..." e ormai, con quella consapevolezza, si mosse al piano di sotto.

L'oscurità tipica dell'Oblio, rotta dalle luminose perforazioni sul soffitto non ben identificato, ma evidenti solo per i puri di cuore come Axel, era quasi una cappa protettiva, un mondo apparentemente invalicabile e privo di vulnerabilità strutturali.

Era il luogo dove il male che veniva ceduto dal mondo, transitava, per poi essere ridistribuito fra chi poteva assorbirlo o i nuovi nati, in maniera del tutto casuale, cosa che poteva portare anche alla nascita di individui profondamente malvagi o in grado di accumulare malvagità nel tempo e con l'esperienza, come anche perderla. Chi però si trovava all'interno o a diretto contatto con quella dimensione, subiva uno svuotamento quasi immediato, perché la forza attrattiva dell'Oblio verso il Male era talmente tanta da riuscire a portarla via, se ci si stava troppo vicini.

Ed Eva era riuscita ad avvertire su ogni singola cellula, quanto poteva essere devastante sentire come quel Male veniva strappato dal suo corpo.

Non sapeva più da quanto tempo era stata gettata lì dentro, le sembrava di averci trascorso una vita intera a resistere e a combattere.

Anche se era sola e intorno a lei c'era solo buio. Buio e nient'altro.

A gattoni su quello che fungeva da pavimento, ma che in realtà era indistinguibile dal resto dello scenario, sputò sangue.

Non avvertiva niente su di sé, solo il dolore, una sensazione che aveva imparato a conoscere sin da piccola, quando ancora era sotto il controllo del Titano.

Cercò di rialzarsi dunque, ma sapeva che non poteva competere con il luogo a cui era stata destinata, era troppo potente per lei.

"Devo cambiare tattica, contrastarlo non mi servirà..."

Non ne era in grado e, dopo quelli che le erano parsi decenni, decise di sedersi e abbassare il capo, sussurrando –Cosa vuoi?-

Si stava arrendendo, forse?

"No, mai... probabilmente, se riuscissi ad uccidere o a manovrare questo tizio, riuscirei ad uscire da qui"

I lunghissimi capelli neri coprirono il suo volto cadaverico e mormorò ancora, con voce strascicata e ansante –Ti prego... dimmi cosa vuoi...-

Axel, attirato dalla sua richiesta, comparve improvvisamente, sedendosi davanti a lei, che alzò immediatamente il capo, fissandolo con gli occhi magenta, accesi d'ira, peccato che un istante dopo aver solo pensato di attivare il proprio potere, parte della sua anima venne smantellata, per l'ennesima volta, provocandole un dolore atroce.

-Dannato! Pagherai per avermi portata qui!-

Axel, annoiato dalla finta della ragazza, domandò ironico –Oh, avevo dimenticato di dirti che qui dentro i tuoi veri intenti non possono essere celati, né tanto meno attuati? Sembra che ora tu lo sappia. Non hai alcun modo di liberarti di questo luogo, se non arrendendoti definitivamente e lasciare che agisca su di te. Ti indebolirà enormemente, ti cambierà mentalmente e forse anche magicamente ma alla fine ti sentirai pulita e leggera come non sei mai stata.-

Lei avvertì ogni sua parola e, sdraiata sul pavimento, lo osservò con disgusto per poi sputargli addosso –Va' a farti fottere.-

E lui non aspettò certo che cambiasse idea. Sarebbe stato il tempo a dargli ragione.

Spazio Autore:
Ed eccoci con questo nuovo capitolettooo!! Buona befana a tutte e alla prossima che sarà lunedì!! Baciiii

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