Il mostro nel castello (Parte VI)
Viktor assunse un'espressione preoccupata e si alzò in piedi, raggiungendoli -Ma... perché? Io e lei abbiamo già approfondito il rapporto, non... non è successo niente di male...- e prese per le spalle la ragazza, baciandole la guancia da dietro e proseguendo -Al massimo, se assecondassimo del tutto i nostri desideri...- e scese sul suo collo, stringendola da dietro e levando gli occhi ironici sul gemello -Potrebbe trasformare casa in una giungla...- e rise appena, divertendo gli altri due ma ad Ares passò in fretta -Non sto scherzando, ragazzi.- e baciò la fronte di Sharlize, accarezzando il volto di Viktor che sembrava molto demoralizzato -Non c'è niente di pericoloso, Ares. Altrimenti sarebbe successo qualcosa di brutto molto tempo fa...- sottolineò, guardandolo eloquente.
Sharlize alzò lo sguardo sui due, arrossendo appena e Ares osservò il gemello, attentamente -Non è uguale, Vick. Io e te ci divertiamo ma il desiderio che ci lega non è questo desiderio.- e afferrò il fianco di Sharlize che ora era arrossita, capendo di aver intuito bene di cosa stesse parlando il compagno. Anche se non aveva potuto fare a meno di immaginarlo.
Viktor abbassò quindi il volto verso Sharlize e si morse il labbro inferiore, non sapendo proprio come rinunciare a lei.
La rossa gli restituì l'occhiata, deglutendo sonoramente. Era in grado di accenderla con un solo sguardo.
-E se... non andassimo oltre? Se... se soltanto...- e la mano, dal ventre, scivolò verso il bordo del pantalone, scivolando al suo interno mentre le guance della ragazza arrossivano. Ares però lo fermò, tenendogli il polso -E' comunque rischioso, visto che non è affatto detto che riusciremmo a fermarci. Non ora che la mia anima funziona e che... ci siamo chiariti.- sostenne l'altro -Si tratta di pazientare e di indagare sulla questione. Ho intenzione di chiedere direttamente a Tancredi.-
E lì, i due scattarono a guardarlo, sorpresi.
-Al nonno? Pensi che lui possa aiutarci?-
E Sharlize abbassò il viso, pensierosa -Darco sta già cercando di capire perché ho quel tipo di reazione con Filipp, ma se sapesse di noi...-
-Darco non è affidabile, Lyse. Lui... lo farebbe sapere a tutta la famiglia!-
E la rossa deglutì sonoramente, agitata -Non è detto...-
Ma Viktor scosse il capo, insistendo -Bambina, davvero... non è una buona idea.-
Ares, vedendola molto indecisa, capì che non era dello stesso avviso e, considerando l'individuo... forse non aveva poi tutti i torti a crederlo.
-Se Tancredi non avrà delle risposte, allora chiederemo a lui. Anche se dubito sappia di vampiri più di mio nonno.-
Sharlize annuì, alzando gli occhi tempestosi su Ares, grata davanti alla sua fiducia -Grazie. Si è accorto che non sto bene e... si è arrabbiato quando mi ha trovata in bagno, piena di escoriazioni. Gli ho detto che temevo l'avrebbe raccontato a tutti e questo l'ha fatto infuriare ancora di più. Trovava ridicolo che potessi pensare una cosa simile e... avrebbe potuto anche farmela pagare, dicendolo ai miei, ma non ha detto niente a nessuno, per il momento... anche se mi ha fatto promettere che avrei preso le distanze da Filipp.- e sospirò sonoramente.
Ares le accarezzò i capelli, chiedendosi se stavano davvero facendo la cosa giusta a farle credere che ci fosse qualcosa di giusto a stringerli gli uni agli altri, mentre tutti i loro mali venivano risanati...
-E pensi di farlo?- le domandò Viktor, molto sorpreso davanti alle sue parole e Sharlize annuì -Devo uscire a cena con lui, stasera. Anche se dubito mangeremo qualcosa... sarà molto imbarazzante.-
-Ma non gli dirai di noi?-
-No, ovviamente. Ma devo parlargli delle nausee e del mio malessere. Devo... chiedergli tempo per capire cosa mi succede.-
Ares annuì, d'accordo con lei, mentre Viktor sembrava preoccupato. Le prese il viso e la fece voltare verso di lui, baciandola a fior di labbra e dicendole -Sai che puoi parlarci quando vuoi, tesoro. Se ti senti giù... puoi tornare qui e stare con noi.-
Ares scattò con lo sguardo su di lui, anche se non si capì esattamente cosa volesse dirgli, ma Viktor lo ignorò sorridendo alla ragazza che gli corrispose, addolcita -Grazie, tesoro.-
[Ho appena detto che dobbiamo stare lontani, Vick.]
[Lo so, non ho intenzione di farle niente! Voglio solamente che non si senta sola, cavolo!]
[Ma pensi di poterla dare a bere a me?! Davvero, Vick?!]
[Calmati, ne parliamo fra poco...]
-Ora è il momento che vada...- e offrì a entrambi un sorriso timido e un po' imbarazzato, felice che il bilancio della serata fosse decisamente migliorato.
Viktor non resistette alla tentazione di baciarla e le prese di nuovo il viso fra le mani, la sentì schiudere presto le labbra, pronta a ricercare il suo contatto, ma sentire Ares schiarirsi la gola, la fece irrigidire e allontanare da lui. Non sarebbe stato facile resistergli...
-Scusa, sì... ehm, vado...- disse ai due, indietreggiando e vedendo Ares ammorbidire lo sguardo dicendole -Ciao, Sharlize.-
Viktor la vide sparire dalla loro camera e a malincuore sospirò, intristendosi.
-La devi smettere, Viktor. Se pensi che abbia ritirato la frusta, ti sbagli di grosso.-
L'altro quindi si volse a guardarlo, scontento -Per la prima volta siamo felici entrambi! Per la prima volta riesci a sentire dei sentimenti, Ares! E l'unica cosa che sei capace di fare è allontanare la nostra prima vera ancora di salvezza!?-
Ares assunse un'espressione perplessa, rispondendogli -Non l'ho allontanata. Ma ho ragionevolmente detto a entrambi di aspettare, anzi... lo dico prevalentemente a te, visto che lei è molto succube delle tue mosse!-
-Ma se ti è bastato schiarirti la voce per fermarla!?-
-Se non ci fossi stato...-
-Già.- lo anticipò l'altro, ricevendo ora l'occhiata penetrante e severa dell'altro, cosa che lo fece sbuffare e spostare lo sguardo alla finestra -Non penso altro che a lei, di Nessy non me ne sbatte un cazzo, in confronto. Se dovesse aver bisogno di me, anche solo per un abbraccio, sono certo che fuggirei via dal vostro letto, in un istante.-
Ares sospirò con stanchezza mentre lo osservava e gli disse -Nessy è nostra amica e non so se riusciremo mai ad abbandonarla...-
-Sharlize ha ragione, è una persona disturbata.-
E lì, ad Ares scappò una risata -Già, il drago che dice squamoso al topolino...- e si levò in piedi, scuotendo il capo e accendendosi una nuova Magh -Dobbiamo stare vicino a Nessy, lo dobbiamo a Karin. Lo sai.-
-Certo! Fintanto che eravamo in quell'inferno, Ares! Ma non per tutta la nostra eternità, maledizione! E... e se io volessi davvero, un giorno, una vita felice?! Se volessi che ci fossi tu, in questa vita, insieme a Sharlize?! Se...-
-Di quei "se" ci preoccuperemo quando capiremo cosa ci sta succedendo. Quando capiremo qual è il prezzo di tutta questa apparente felicità.-
-Oh, ma diavolo!!- imprecò l'altro, battendosi sulle cosce, esasperato -Per una volta non siamo sommersi dalla sfiga e dovremmo andare a cercare la fregatura?! Veramente?!-
-Sì e non ho intenzione di discutere ancora di questo, Viktor. Devi smetterla di insistere. Le cose si fanno a modo mio, come sempre.- sostenne a quel punto, impositorio, voltandosi a guardarlo -Non voglio essere costretto a punirti, devi obbedire e basta.-
Vide l'altro stringere i denti, tremante e i suoi occhi illuminarsi di rabbia e tristezza. Gli stava portando via l'unico giocattolo che avesse mai desiderato.
Lo raggiunse e gli afferrò il volto, con fare molto serio -Lo sto facendo per noi tutti, Viktor. Se, come dici tu, abbiamo solo avuto fortuna, allora potremo soddisfare ogni più piccola perversione che le nostre menti stanno già fabbricando per Sharlize. Non la faremo più uscire da questa stanza... ma tutto questo sarà dopo, quando ci saremo accertati che è sicuro e che la nostra unione non avrà effetti collaterali indesiderati. Chiaro?-
E finalmente lo vide annuire, seppur dolente.
Peccato non si fidasse minimamente di lui.
Quando Sharlize usò il contagocce di Viktor per levarsi di dosso l'odore dei due vampiri, era davanti a casa di Filipp.
"Uff..."
Bussò alla porta, pensando che era un po' agitata, ma non esattamente quanto avrebbe dovuto esserlo.
Venne quindi accolta dal suo fidanzato che le sorrise ampiamente -Ah, finalmente...!- e se la trascinò fra le braccia, correndo alla sua bocca e non vedendola spalancare gli occhi mentre, immancabile, il solito chiodo alla testa si faceva sentire, accompagnato dalla nausea.
-Fill...- mugugnò, fra un respiro e l'altro e lo sentì dirle, mentre le infilava le mani sotto la maglia e l'appoggiava alla porta -Tranquilla, siamo soli...- e, in quel momento, quando le mani del compagno si infilarono anche sotto la gonna, la ragazza sbottò -Fermo!-
Poi strizzò gli occhi, allontanando le mani da lui improvvisamente, sentendolo bloccarsi in un istante -Lize...-
Provò ad avvicinare una mano al suo viso, agitato davanti a quell'improvviso rifiuto e lei gli prese la mano, stringendola fra le sue e riaprendo gli occhi, atterrita da una parte ma decisa dall'altra. Respirava ansiosamente.
Rimasero a guardarsi, in silenzio, poi lui le domandò -Mi... vuoi lasciare?-
-Sto male, Filipp. E non so perché. Non posso continuare in questo modo.- gli disse, non rispondendo alla sua domanda, anche se lo fece comunque.
Lui sgranò gli occhi, deglutendo sonoramente e guardandola ancora, senza parole da spendere. Era scioccato.
-Devo capire cosa non va in me prima di... di poter stare con qualcuno. Ho paura che questo mio blocco sia correlato anche alla magia quindi... ho bisogno di tempo per...-
-Mi ami ancora?-
Fu quella l'unica domanda che gli venne in mente, in quel momento e lei sentì un nuovo conato, ma non era certa fosse come tutti i precedenti.
La sua titubanza fu per lui una risposta e infatti spostò lo sguardo, indietreggiando e facendo per lasciarle la mano, ma lei la trattenne -Non posso amare, adesso, una persona che quando mi tocca mi fa stare solo male. Non voglio che pensarti degeneri in questa maniera, Filipp! Voglio guarire e... e quando succederà, allora... tornerò ad amarti!-
Oh, ma quanto sapeva di mentire in quel momento.
Ares aveva davvero ragione. Non riusciva a rinunciare a tenere due piedi in una scarpa. Aveva bisogno della sua alternativa... era una persona disgustosa.
Filipp tornò a guardarla con infinita tristezza e le domandò -Sei certa di questo? Pensi ti basterà guarire per tornare com'eri?-
Com'era?
Parve perplessa davanti a quella domanda e piegò appena il capo di lato, domandandogli -In che senso?-
E lui fece spallucce, rispondendole -In quest'ultimo periodo ti vedo diversa, forse è per colpa di questo malessere... o forse perché stai frequentando maggiormente i Serpeverde. Non lo so, ma... prima eri molto più dolce e affettuosa, ti lasciavi scorrere addosso le cose senza badarci troppo... adesso mi sembra... che tu te la prenda eccessivamente, che dai peso a sciocchezze... e mi dispiace, ecco. Non voglio che sia anche il contesto scolastico ad agitarti, temo che nemmeno quello ti faccia bene.-
Le loro mani si erano lasciate, lei batteva gli occhi, allibita e molto sorpresa.
Ma non dalle sue parole, in fondo al cuore sapeva molto bene quale fosse il motivo per cui Filipp stava insieme a lei, probabilmente l'aveva idealizzata.
La sua sorpresa invece nasceva dalla miriade di risposte acide e sardoniche che la sua lingua gli avrebbe rifilato, se non se ne fosse andata via da lì al più presto.
-Sono molto provata da tutto... da sempre, Filipp.- non poté non sottolineare, facendo per proseguire ma lui la interruppe -In questo periodo molto di più, credimi.-
No, non aveva capito un accidente. Era una vita che combatteva con i suoi poteri, con il suo disagio in famiglia... a questo si era aggiunto il disagio con lui, nell'intimità.
Ciò che non voleva davvero ammettere era che la vedeva cambiata proprio perché frequentava Monica, che si beava del suo spirito di Serpeverde. La vedeva più serpe e meno "fidanzatina affettuosa", cosa che in realtà non gli piaceva affatto.
La cosa la innervosì, soprattutto vedere tutti i suoi dubbi, palesati poi da Monica, venirle sottointesi lì, in quella conversazione.
...E non sapeva davvero cosa fare.
Il suo corpo fremeva per dare battaglia e di lì a poco l'avrebbe fatto, se una chiamata non l'avesse distratta.
Prese il telefono, notando il nome di Monica.
Per un momento la sua espressione severa invase i suoi occhi e si chiese cosa era più lecito fare, in quel momento.
Come doveva rispondergli?
Silenziò il telefono e lo ripose in tasca, sentendolo comunque vibrare, ma tornò a guardare il ragazzo, dicendogli -Non so quello che succederà quando questo problema passerà. Non lo posso davvero sapere, Filipp, ma capirò benissimo se non vorrai aspettarmi. Darco mi sta aiutando a cercare una soluzione e... la troverà, ne sono sicura.- sostenne, offrendogli quindi un'uscita di emergenza. Se avesse ammesso con se stesso che una ragazza Serpeverde non rientrava nei suoi desideri, forse avrebbe agito correttamente.
Levò di nuovo gli occhi argentei su di lui, in attesa, vedendolo annuire e dirle -Io ti amo, Sharlize. Di questo non devi davvero dubitare... e non so come tu possa pensare che non sia deciso ad aspettarti.-
La Malfoy, davanti a quella replica, inspirò sonoramente, ritenendo che probabilmente, ingaggiare una litigata con lui, considerando che la sua fedina non era più pulita, non era giusto.
Stavano sbagliando entrambi. Lui sperava di vederla diventare o tornare chi non era davvero e lei... non vedeva l'ora di finire fra le braccia dei gemelli.
Stare lontani per un po', probabilmente avrebbe schiarito le idee a entrambi.
Annuì, staccandosi dalla porta e dicendogli -Grazie, allora.-
-Tu vuoi che ti aspetti?- le domandò però lui a bruciapelo, notando il gelo della sua reazione e la rossa rabbrividì, presa da un nuovo conato. Non ce la faceva proprio a sottostare a quell'inquisizione. Si sentiva marcia dentro e non aveva davvero il coraggio di accusare lui di qualcosa. Questo era il vero problema.
Era una Serpeverde, ma l'idea di pensare sempre e comunque solo al proprio interesse, fregandosene dei sentimenti altrui, non era una cosa che le apparteneva... e non voleva che le appartenesse.
Quando avrebbe fatto del tutto chiarimento nel suo cuore, forse avrebbe avuto il coraggio di dirgli davvero come stavano le cose ma, per il momento, voleva solo separasi da lui.
Anche se un pensiero la tormentava, ed era ciò che non le permetteva di lasciarlo uscire dalla sua vita, fregandosene della figura che avrebbe potuto fare davanti alla famiglia.
-Sì, anche se non so, davvero, cosa succederà dopo.- sostenne, deglutendo e guardandolo dolente.
Era quella la realtà dei fatti. L'attrazione per i gemelli era arrivata come una tempesta nella sua vita, facendole dimenticare tutto l'amore che sentiva per Filipp, ma quando la tempesta sarebbe passata, cosa sarebbe successo?
Se fosse tornata ad amarlo, come aveva sentito in quegli anni, non sarebbe potuta tornare con lui dopo la piazzata che gli avrebbe volentieri fatto, quel giorno.
Lo vide annuire e abbassare lo sguardo, cosciente di non avere alcuna garanzia di tornare con lei, anche se le disse, prima di vederla uscire -Credo nel nostro amore, Sharlize. Siamo persone diverse, è vero, ma... sono convinto che se le cose sono cambiate è solo per colpa di questa cosa. Qualunque cosa sia.-
Sostenne, vedendola accusare l'ennesima dichiarazione d'amore e imponendosi una risposta più affettuosa, stavolta.
Lasciò la maniglia e lo guardò, apparendo addolcita da quelle parole, quindi allungò una mano verso il suo viso, accarezzandolo -Sì, dobbiamo avere fiducia entrambi.-
E si allontanò, prima di vederlo afferrare la sua mano per trattenerla, quindi aprì la porta, facendo per uscire ma il ragazzo le domandò -Continueremo a vederci, almeno?-
Sul pianerottolo spalancò gli occhi la ragazza, ora di nuovo atterrita.
"Beh, non faremo niente, comunque..."
-Se vuoi sì, ma oggi non me la sento.- gli spiegò, voltandosi di nuovo e vedendolo annuire, stirandole un mezzo sorriso -Allora... ci vediamo.-
Fu vero e proprio sollievo quello che espirò in quel momento e annuì a sua volta, sorridendogli appena anche lei -Ciao...-
Era notte fonda ormai e Bryanna dormiva tranquillamente nel suo letto prima che Alexis fosse venuto a farle visita.
-Ah, ti sei trascinata il suo fetore, bambina...- sussurrò mentre si intrufolava sotto le coperte e la trovava, dentro il suo pigiamone in pile. Lei mugugnò qualcosa di incomprensibile e il moro sorrise divertito, scendendo sulla sua fronte e quindi il suo naso –Ehi, piccola...- fece il Diurno in un sussurro.
La vide storcere un po' il naso, probabilmente avvertiva il forte profumo di dopobarba a cui non era più abituata, poi schiuse i luminosi occhi verde mela assonnati e lo scrutò con perplessità –Ale'?-
Per poi mostrargli il suo sorriso –Ciao...-
Il moro, felice che la ragazza non fosse irritata dalla sua presenza, immerse una mano fra i boccoli neri e le domandò, pensoso –Posso stare nel tuo letto? O il tuo... cagnolino si arrabbia?-
Aveva trovato il termine meno offensivo che conosceva per definire le detestabili bestiacce e la mora lo guardò ironica e un po' severa, iniziando a svegliarsi.
In teoria no, non sarebbe potuto rimanere, ma era certa che se la sarebbe presa se l'avesse cacciato.
Dopotutto, era solo venuto a salutarla.
–Sì che puoi...- e gli si avvicinò abbracciandolo affettuosamente –Era da tanto che non lo facevi.- quindi gli sorrise ancora, ampiamente, tanto bella da sconfortarlo, quella notte. In quelle poche settimane senza di lei si era reso conto quanto gli fosse mancata, quanto lo rasserenasse stringerla fra le sue braccia.
-Abbiamo fatto pace, finalmente...- e fu il suo turno di storcere il naso quando la mano di lei si avvicinò al suo volto, per accarezzarlo. La vide battere gli occhi, perplessa e gli domandò -Cosa c'è?-
-Gli fai già certe cose?! Non è un po' presto??- domandò severo e la vide avvampare, boccheggiante -Beh, ma... ecco...-
-Cos'è, non hai niente da dire? Fai bene... è presto! Lo sapevo che era solo un malato...-
-Ma...! Alex!!- lamentò lei, a quel punto, scontenta -Ogni cosa la decidiamo insieme e... sappi che... che non è affatto presto, cavolo! Mi interessa molto approfondire il rapporto con lui, in tutti i sensi! Ecco! Non mi puoi sgridare così, non sono una bambina!- e si morse il labbro, offesa, ritirando la mano e non vedendo lui allarmato davanti alla sua espressione ferita, anche se era più adorabile che mai -Brinn, scusa... non voglio davvero litigare... non... non pensavo che fossi già... interessata a...- e prese a balbettare senza voce, arrossendo sempre di più quando la vide rifilargli una nuova occhiataccia, incredula.
-Cioè! Ecco! No! So che t'interessano ma non pensavo che t'interessassero con lui! Ecco, solo questo! Pensavo che volessi conoscerlo un po' di più e... aspettare per poterti fidare di lui e... oh, Brinn, davvero... non ti arrabbiare, ti prego...-
-Esco con lui a sufficienza e parliamo tanto.- sostenne la ragazza, con decisione, ammorbidendo la propria espressione -E' un bravo ragazzo...-
Alexis deglutì, sempre con espressione preoccupata e, dopo qualche istante di silenzio, si decise a chiederle -Quindi... credi che sarà il primo con cui lo farai? Hai davvero scelto lui?-
Domandò, visto che ormai quella domanda lo esasperava. La ragazza sbatté gli occhioni, arrossendo di nuovo, e osservò il Diurno che sembrava attendere una risposta. Schiuse la bocca, pronta a rispondergli ma tentennò solo un momento –E' possibile. E' tanto gentile con me, mi fido di lui...-
Lo vide deglutire e accarezzarle il volto, sfiorandole lo zigomo, per poi rivelarle i suoi pensieri –Vorrei... vorrei che scegliessi qualcuno che... ti trattasse con la giusta delicatezza, vorrei... che fosse uno davvero alla tua altezza, uno in grado di darti tutto ciò che desideri perché ti conosce davvero-
Bryanna, avvertendo le sue parole, rimase sconcertata. Alex con lei era sempre stato di una tenerezza incredibile, ma mai così esplicito. –Alexis...- mormorò lei, accarezzandogli il viso con dolcezza -Non ti fidi del mio giudizio? Credi... che mi stia facendo prendere in giro?-
Il ragazzo arrossì di nuovo e poi assottigliò lo sguardo, divenendo improvvisamente molto inquietante –Non lo so, Bryanna, ma se dovesse farti soffrire... allora lo scuoierò vivo-
E le baciò il naso, scivolando lateralmente sulla sua guancia e poi giù, verso il suo collo candido, rintanandosi e sentendola dirgli, sempre molto pacifica.
-Alex, davvero... è un bravo ragazzo. Ma se non mi dai la possibilità di fartelo conoscere...-
-Mhhh... shhh... buona...- lo sentì lamentare.
-Alex...- cercò di incrociare di nuovo i suoi occhi, ora poco più severa e il bruno s'imbronciò, cosa che la sensibilizzò fin troppo, purtroppo per lei -Ancora no, è davvero troppo presto, Brinn. -
Bryanna sbuffò e lo vide tornare a mordicchiarla mentre veniva sovrastata dal compagno, che tornò a sonnecchiare e baciarle il collo. Non riuscì davvero a non abbracciarlo, a non immergere la mano fra i suoi capelli disordinati e a baciargli la fronte -Non potrai rimandare in eterno, tesoro. Adam per me è importante... e tu non dovresti nemmeno stare qui, così.-
Quello le morse quindi il collo e le domandò -Preferiresti che ci fosse lui?- ora sembrava essersi irrigidito.
-Preferirei che ti fidassi di me.- gli rispose l'altra, sospirando sonoramente e l'altro levò gli occhi chiari sul suo viso, ma stavolta non incrociò quelli di lei.
Le baciò il mento e le disse -E' tanto terribile che per te desideri solo il meglio del meglio?-
-Non è una risposta, questa!-
-Nemmeno la tua lo era. Ancora su questo argomento non ci troviamo, quindi se vuoi resto, se ritieni che sia sbagliato, allora me ne vado.-
La bruna scese quindi a guardarlo, dicendogli decisa -E' molto sbagliato, Alexis!-
Quello fu decisamente ferito davanti alla sua replica, non aveva tentennato un solo momento. Probabilmente lo stava tenendo lì solo per convincerlo a conoscere il suo amato sacco di pulci.
-Bene.- Asserì gelidamente, separandosi dal suo corpo e facendo per scendere dal letto ma l'altra gli afferrò il bavero e, sebbene con voce rotta, riuscì a dirgli -Ma voglio che rimani, cavolo!-
Il bruno ammorbidì quindi lo sguardo e tornò su di lei, dicendole pacifico -Allora basta con queste sciocchezze.-
La Smith fece per rispondergli, ma lui iniziò a baciarla sul viso, mentre l'accarezzava.
-Non... non sono scioc...!- quello le morse un labbro, baciandoglielo subito dopo e ammutolendola rapidamente -Shhh, basta, basta...-
E sarebbe stato bello se fosse riuscita a imporsi su di lui, come stava riuscendo in quel periodo, ma purtroppo, per quanto inizialmente Adam l'avesse distratta... il suo pensiero non aveva potuto fare a meno di tornare da Alex, soprattutto in quegli ultimi giorni.
I sentimenti che provava per lui erano tornati velocemente a galla e dirgli di no stava risultando di nuovo davvero difficile.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Spazio Autore
Ehhh in ritardo di un'oretta ma dai, ci siamo riallineate con i post! Spero che anche questo vi sia piaciuto! Le vacanze sono belle che finite (per me di sicuro XD) mi auguro che le vostre siano state bellissime! Alla prossima che sarà lunedì! Baciii! <3
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