Il mostro nel castello (Parte IV)
-Ma non vuoi nemmeno rendermi le cose più semplici.- continuò lei, vedendolo assumere un'espressione poco convinta -Ma pensi davvero che se fossi stato pieno della tua beneamata umanità, quel giorno, adesso avresti tutte queste papille aperte??- le chiese, muovendo un passo verso di lei e obbligandola a muovere indietro un piede, per non venir sovrastata e continuare a tenerlo a distanza, mentre lui le domandava -Credi che gli incoraggiamenti, le moine e i complimenti siano un bene per chi vuole raggiungere il proprio obbiettivo?? Sei una sciocca viziata, se lo pensi! Mi chiedo se non sia stata coccolata e premiata un po' troppo nella vita!- e lei avrebbe voluto muovere un altro passo indietro ma incontrò il masso e dovette sedercisi sopra, con espressione dura, mentre capiva quanto poco l'avesse ascoltata, quando gli aveva chiesto scusa.
Schiuse la bocca, facendo per rispondergli, ma cambiò idea.
"Non voglio che sappia null'altro di me, è già troppo ciò che già sa."
Darco, che aspettava una nuova replica, si sorprese nel vederla alzare lentamente il viso su di lui. Era delusa, di nuovo! Ma che aveva da guardarlo in quel modo!?
-Volevo solo sapere se mi avresti intralciata, visto che non volevi aiutarmi e visto che ti sto sulle palle. Di tutto il resto m'importa molto poco, Darco. Non mi conosci affatto e non mi conoscerai.- sentenziò, ora mostrandogli una supponenza mentre gli stava seduta davanti che riuscì a indisporlo, come sempre.
Era insopportabile e si chiese perché, fra tutte le ragazzine che c'erano in giro, proprio quella più irritante doveva scegliersi sua sorella!
-Grazie al cielo, è finito questo piagnisteo? Sdraiati e alza la maglia.-
Il masso era stato strutturalmente pensato per accogliere lei, da sdraiata, su un semi-canale abbastanza scomodo e lui su un morbido letto di muschio che non gli avrebbe certo macchiato i pantaloni.
-Di nuovo? Che devi fare?- gli chiese, presto allarmata mentre le mani correvano a stringere i lembi inferiori della maglia e lui alzò gli occhi su di lei, gelidamente -Hai intenzione di opporti?-
Ovviamente riuscì a innervosirla e la vide sdraiarsi, per poi levarsi direttamente la maglia -Vorrei solo sapere che intenzioni hai, anche perché così potrei capirci qualcosa, sai!- gli disse rabbiosa, restando in reggiseno e levando le mani sopra la testa, facendogli capire che era pronta a farsi legare, come nella grotta.
L'aveva innervosita ed era sensibilmente spaventata. Il respiro e le mani tremavano al ricordo del dolore fisico che quella posizione le aveva portato e le disse, scaldando la voce, rilassato -Non verrai legata e non è necessario che ti spogli. Ti ho semplicemente detto di alzare la maglia. Datti una calmata, quel tipo di dolore non lo sentirai più.- scandì, vedendola a quel punto spostare gli occhi su di lui, leggendovi sollievo.
La vide rimettersi il maglioncino e tenerlo sollevato mentre stava sdraiata, ora lo guardava. Era evidente che voleva fargli delle domande, quindi le disse subito -Impara a fare le domande col dovuto rispetto e avrai le tue risposte. Non sei qui per commentare né i miei modi né ciò che faremo, ma la curiosità è lecita e va sempre assecondata.- sottolineò, sfregando i polpastrelli della mano destra fra loro e abbassando lo sguardo sul ventre di lei che era molto sorpresa davanti al suo atteggiamento rinnovato.
Voleva un rispetto che non era minimamente intenzionato a offrirle, ma almeno era bendisposto all'insegnamento.
-Perché è un bene che non sia riuscita a usare gli incantesimi?-
E sentì le sue dita calde, carezzevoli, pressare sulla bocca del suo stomaco, cosa che la spinse a irrigidirsi, visto che temeva di sentire dolore da un momento all'altro.
Darco scattò verso di lei e la guardò severo -Rilassati! Ho detto che non sarà doloroso, ti devi fidare di quello che ti dico!-
E la bruna lì, lo guardò indecisa, lasciandolo allibito. Non gli credeva!
-Hai tre secondi, poi me ne andrò e stavolta sarà definitivo.-
La vide quindi spostare gli occhi verso il cielo e chiuderli, mentre comunque portava le mani in alto e liberava il fiato, tentando di rilassarsi. Scese di nuovo a guardarla dunque, affondando le dita nel suo ventre e notando che non stava più facendo resistenza. Risalì verso il torace, soffermandosi sulle alte addominali -Dammi la mano destra.- le ordinò quindi, vedendola obbedire.
Le salì quindi sopra, includendola fra le ginocchia poggiate a terra mentre tendeva il braccio destro contro il suo ventre e piazzava la sua mano sopra quella più piccola di lei, palmo contro palmo.
-E' un bene, perché se fossi riuscita a fare già incantesimi, certamente non sarebbero stati del tutto gestibili e ne avresti perso il controllo, visto che per il momento non hai idea di come debbano essere utilizzati i Fori.- le spiegò e in quel momento la bruna avvertì nuovo calore invaderla. Era denso e appiccicoso, come lo ricordava e, per il momento, tutt'altro che spiacevole. Era ancora in ansia, visto che temeva il momento in cui si sarebbe ammassato sulle mani, ma fece profondi respiri nel tentativo di ignorare la cosa.
Darco avvertì il suo battito accelerare, ma non la sentì irrigidirsi, quindi non le disse nulla. Socchiuse gli occhi quando però la sua Aura Magica si adagiò sul palmo delle sue mani che iniziarono a riscaldarsi. Il suo cuore palpitò più in fretta e il Malfoy levò gli occhi violetti su di lei, dicendole -Calmati.-
Vide i suoi occhi scattare su di lui, per poi tornare al cielo notturno.
Quel calore però non sembrava intenzionato ad aumentare, anzi aveva la sensazione di sentirlo come poggiarsi sotto il suo palmo, per poi muoversi carezzevole sotto di esso.
-I tuoi pori non hanno né elasticità, né percezione.- le disse, vedendola guardarlo di nuovo, senza capire.
-La Percezione porale riguarda la semplice consapevolezza fisica di possedere i pori. Il tuo corpo ne è cosciente e li sfrutta per compiere ciò che deve. Anche se quindi possiedi queste Papille dalla nascita e anche se adesso sono aperte, comunque è come se non le possedessi... come se non fosse naturale che tu li possieda.-
Le spiegò, fissandola duramente, mentre lei era non meno seria. Rimase in silenzio un momento, poi decise di proseguire -L'Elasticità dipende dalla sensibilità dei tuoi pori. Al passaggio dell'Aura dovrebbero reagire schiudendosi maggiormente, ma rimangono dello stesso diametro, anche se ci accosto la mia di Aura, che è molto più consistente della tua. Senza Elasticità e Percezione, non puoi calibrare il diametro di apertura dei pori, quindi non puoi decidere quanta Aura far uscire, né conoscerne e gestirne l'intensità. Quindi non sei in grado di fare incantesimi.-
E si sedette di fianco a lei, liberandola dal suo tocco. Monica quindi abbassò entrambe le mani e gli domandò -Continui a pensare che sia stato meglio che non sia riuscita a lanciare alcun incantesimo?-
-Naturalmente.- sostenne lui, senza colpo ferire -Il tuo corpo ti sta comunque proteggendo da qualcosa che non ti dovrebbe appartenere...-
-Eppure ce l'ho, quindi non capisco proprio perché dovrebbe proteggermi da qualcosa che invece mi appartiene eccome.-
Ribatté l'altra, mentre lui la fissava indeciso. Sembrava che in lei stessero coesistendo due nature separate e alzò il mento, pensieroso -Sei... come una chimera.-
Fece, vedendola tornare a guardarlo, stanca -Le chimere funzionano bene...-
-Niente affatto, di dieci uova, generalmente solo una o due vanno avanti, questo perché le bestie riunite in una sola non sempre riescono a trovare un modo corretto di coesistere. Non è come un'ibridazione, come è avvenuto per me e i miei fratelli. In noi, i nostri poteri si sommano e si fondono, in maniera diversa ma... lo fanno. In te questo non sembra succedere. Sembri una strega a livello di resistenza fisica, al livello di densità aurea, di mortalità... ma al livello di struttura di conduzione sei come un mezzodemone, anche se questo lato di te è come se non volesse unirsi al resto.-
La vide spostare lo sguardo, con delusione mentre si metteva seduta e si guardava il palmo della mano.
Il silenzio aveva invaso l'aria e lui stava aspettando di sentirla dire qualcosa.
-Non c'è modo di cambiare le cose?-
La sentì chiedergli, tornando a guardarlo e lui fu sorpreso di vedere del rossore intorno all'iride -Sì. Posso spingere la tua Aura oltre i pori e nel frattempo dovresti cercare di mandare incantesimi, memorizzando la particolarità della sensazione nel tentativo poi di riprodurla, autonomamente.-
La vide storcere la bocca e lui le spiegò, in parole più povere -Dovrei cercare, in pratica, di mettere la tua volontà a conoscenza di questa parte del tuo corpo, che però il corpo non riconosce. Non è una cosa naturale, visto che buona parte della gestione del sistema di conduzione, per i Demoni, è istintiva... ma alla fine, quando si vogliono compiere degli incantesimi ben definiti, è la mente a manovrare l'Aura. Tu dovrai averne sempre il controllo e... non so se metterti in questa condizione sia una buona idea, sono sincero.- sottolineò, fissandola per la prima volta non duramente.
"Sarebbe probabilmente la prima volta che mi dice qualcosa per il mio bene."
-Stai cercando di convincermi ad arrendermi?-
Gli domandò quindi, a bruciapelo e lui piegò il capo di lato, osservandola -Farebbe la differenza?- e lei storse la bocca, pensierosa. Già, la vera domanda era quella.
-Temo di no.-
La sentì quindi rispondere, spostando lo sguardo, mentre teneva la mascella serrata. Non le interessava scadere agli occhi degli altri.
Sin da subito si era fatta guidare dalle sue sensazioni, dalla consapevolezza di poter andare oltre la magia dipendente dalle bacchette... e non poteva arrendersi, nemmeno adesso.
Darco la vide stringere i pugni, mentre il suo sguardo si faceva più determinato che mai, anche se gli dava il profilo.
Non le interessava delle conseguenze, anche se era combattuta dalla ragionevolezza che l'animava e probabilmente era vagamente trattenuta anche dalle sue remore nell'aiutarla. La vide quindi tornare a guardarlo e non furono certo necessarie ulteriori parole per capire cosa aveva deciso.
-Sdraiati e alza la maglia.- fece, ammorbidendo lo sguardo e facendole un cenno verso il masso.
Lei sgranò gli occhi, sorpresa e gli domandò -Mi aiuterai comunque?-
-Era una tua scelta, non mia.-
-Ma pensi che sia una pessima idea per me e per chi mi circonda che io lo faccia.-
-Lo è, ma l'ho già detto che sei una psicopatica, no?- e le piazzò la mano sul ventre, spingendola sul masso e vedendola scuotere il capo -Non sono io che agisco diversamente da ciò che ritengo più opportuno. Non credo proprio di essere io, la psicopatica.-
Touché.
Il Malfoy stirò un sorrisino divertito e le disse -Sarai un pericolo prevalentemente per te stessa, Monica. La magia risponderà molto di più alla tua emotività e ai tuoi desideri inconsci, ma per la mia famiglia continuerai ad essere una noiosa formichina, quindi per me non è un problema... anzi, considerando che il mio interesse nella questione è dato essenzialmente dalla particolarità del tuo sistema di conduzione, il mio assecondarti sarà solo frutto del mio desiderio di conoscenza e approfondimento dell'argomento. Niente di più.-
Monica non smise di osservarlo, era molto seria e il suo lavarsene le mani era perfettamente coerente con i suoi pensieri.
-Dovevo immaginarmelo.- e annuì, spostando di nuovo lo sguardo e scandendo -E' stata la convinzione di poter fare questa cosa che mi ha portato fino a qui. Non mi tirerò indietro. Imparerò a controllarlo, controllando me stessa.- sostenne, sdraiandosi di nuovo e alzando la maglia.
I più, almeno a quel punto, si sarebbero tirati indietro... eppure non l'aveva vista davvero tentennare. Stava cercando solamente una scusa per poter continuare, una giustificazione razionale che avrebbe ammutolito la sua coscienza.
E, purtroppo, se gli veniva così semplice capire che tipo di contrasto interiore stava vivendo, non era certo un caso.
Portò la mano sul suo ventre, posizionando il palmo sulla bocca del suo stomaco e infilando le dita sotto maglia e reggiseno, poi le spiegò -Ora, come ti ho detto, farò entrare di nuovo la mia Aura dentro di te, ma stavolta spingerò la tua all'esterno. Nel mentre focalizza l'attenzione su un obbiettivo e immagina di fargli un qualsiasi incantesimo, uno che sai eseguire bene. Cerca però di avvertire in te la stessa spinta emotiva e fisica che senti quando lanci quel determinato incantesimo. Ognuno di noi, quando usa la magia, prova determinate sensazioni, quelle sono la chiave dell'utilizzo dell'Aura senza bacchetta. Devi sentire quelle emozioni, fare in modo che siano... chiare e distinte da tutto il resto. In questo modo avvertirai l'Aura fluire attraverso i pori in modo differente, da incantesimo a incantesimo.-
Lei lo ascoltò con attenzione e spostò il volto verso la radura, pensando a quale magia poteva meglio rispondere alla sua necessità.
Tese poi la mano destra verso il prato, decidendo così di utilizzare il suo incantesimo preferito, nonché quello che più chiaramente le faceva sentire soddisfazione -Bombarda!-
Darco non si sorprese davanti a quella scelta e, per il resto delle due ore, continuò a spingere l'Aura di lei fuori dai pori dischiusi della strega, notando però che era sufficiente, quando il suo corpo aveva iniziato a tremare e la sua voce a incrinarsi.
-Per oggi è sufficiente.- stabilì il Malfoy, separandosi da lei che però gli afferrò istintivamente la mano che teneva sul suo ventre, trattenendolo.
Lui la guardò storto, vedendola liberarlo improvvisamente, sorpresa lei stessa dal suo gesto -Ce la faccio.-
-Niente affatto, visto che sei solita piagnucolare a posteriori. Peggio per te.-
Sentirlo rispondere in quel modo, fece capire alla bruna che aveva praticamente parlato a vuoto. Non capiva proprio niente, era davvero un ottuso.
Lo lasciò alzarsi e si mise seduta a sua volta, anche se un evidente giramento di testa le fece avere un conato, spingendola a portarsi una mano al viso e a sollevarlo, ad occhi serrati -Cazzo...- imprecò fra i denti. Non si sentiva affatto bene.
Darco, che la fronteggiava, ora la stava fissando a braccia conserte. Considerando che stava troneggiando su di lei, in quella posizione appariva decisamente più massiccio.
Monica schiuse gli occhi a fatica, notando solo in quel momento che il ramato la fissava con noia.
Sì, c'era un grande "te l'avevo detto" sulla sua testa. Ma se sperava in un contentino, sbagliava di grosso.
Provò ad alzarsi in piedi, mentre sentiva la tremarella percorrerle gambe e mani, rendendola piuttosto instabile. Il freddo stava invadendo il suo corpo ed era certa che sarebbe svenuta se non si fosse seduta di nuovo.
Rimase in piedi per pochi istanti, quelli necessari a incrociare con vigore quelli di Darco che erano in attesa della sua disfatta.
Resistette però, lui vide il suo pallore intensificarsi e levò un sopracciglio, scuotendo appena il capo -Sei una bambina.-
Asserì, un momento prima di vederla cedere e tornare sul masso, su cui svenne. Non sbatté la testa solo perché lui aveva attutito un po' la caduta.
Si sarebbe svegliata con un bel bernoccolo.
Darco roteò gli occhi e decise di approfittarne per smaterializzarla a casa propria. Non aveva la benché minima intenzione di occuparsi di lei.
S'inchinò sul suo corpo, le abbassò il maglione e le afferrò il fianco, spostandoli entrambi sul letto di Skarlet.
C'era piuttosto caldo... ma la stanza era vuota.
Assunse un'aria annoiata, ritenendolo quasi assurdo, visto che solitamente sua sorella poltriva lì dentro.
[Dove sei!?]
Berciò nella sua mente, chiedendosi anche dove fosse Sharlize, in effetti, ma scattò su Monica quando la vide afferrargli la mano e poggiarla sul proprio ventre, mettendosi di profilo, dormiente.
Di nuovo quella strana sensazione di risucchio.
[Mi sto allenando, tesoro!]
Allontanò rude la mano, sentendo la bruna brontolare scocciata e ricevette persino una ginocchiata in risposta. Si era sdraiata a pancia in giù, verso di lui.
[La strega dorme sul tuo letto, se ci vomita, non è un mio problema. Ciao.]
[Ma...! Ehi! Sta bene?!]
Darco nemmeno le rispose, si levò in piedi e, dopo aver lanciato un'ultima occhiataccia alla strega, sparì nel nulla.
Era ormai giunto il momento della verità per Sharlize.
Noemi, Dorian e Mara erano usciti. Avevano invitato anche i gemelli ma i due quel sabato si erano dichiarati impegnati.
-Ciao, bambina.- la salutò presto Viktor, quando andò ad aprirle la porta.
La rossa varcò la soglia e non poté che imbarazzarsi quando incrociò gli occhi glaciali di Ares, poggiato sulla porta chiusa della cucina.
La Malfoy evitò il tocco del compagno, stringendosi nelle braccia e muovendosi verso il divano, ma Ares la fermò -Salite.- e per primo si mosse al piano di sopra, sorpreso nel vedere però la cugina seguirlo subito. Non aveva intenzione di salutare il suo amante??
-Lyse...- la chiamò Viktor, riuscendo a farla rabbrividire con quel nomignolo, purtroppo per lei.
Ares continuò per la sua strada, mentre l'altra si fermò a metà rampa -Voglio... discutere della questione e niente di più, Viktor.-
L'Hegland la vide proseguire ma lui assottigliò lo sguardo e le si piazzò davanti, afferrandole le spalle -Allora dimmelo in faccia, Sharlize!-
La vide tenere il capo basso, mentre la sua figura si era irrigidita, quindi la sentì liberare -Stiamo sbagliando, Vick. Io... io sono fidanzata e... e anche voi lo siete!- scattò quindi a guardarlo, con sguardo accusatorio e lì, il bruno sgranò gli occhi, capendo tutto -Chi ti ha detto...?-
Anche se non ci voleva tanto a fare due più due.
-Ti ho sentito al telefono!-
A quel punto, il bruno le afferrò il polso, con sguardo severo e si smaterializzò in camera sua e di suo fratello, vedendolo entrare proprio in quel momento, alzando ambedue le sopracciglia, credeva sarebbero rimasti di sotto a "salutarsi" -Ah.- Mantenne la sua espressione glaciale e superò la coppia, andando comunque a sedersi alla scrivania -Beh, cerchiamo di rendere la conversazione produttiva.-
-Già! Immagino siate impegnati di sabato sera!-
E Ares, sentendo il tono aggressivo, scattò a guardarla, rifilandole -Non meno di te.-
La vide stringere le palpebre, con fare minaccioso, ma si sentì attaccare anche dal fronte di Viktor, stavolta -Non è davvero corretto che tu te la prenda, quando sei la prima a tradire il tuo ragazzo!-
-Certo! Con l'unica differenza che voi lo sapevate benissimo e avete anche avuto il coraggio di additarmi a puttanella, ah?!- e tornò furiosa su Ares, rifilandogli mentre muoveva dei passi verso di lui -Voi maschi siete così immensamente fortunati che non esista un termine altrettanto dispregiativo per voi! Visto che siete capaci solo di vantarvi dei vostri tradimenti!-
-Sempre meglio che continuare a sbandierare ai quattro venti l'amore per uno e sognare di farsela leccare da un altro...- rispose però il Diurno, pungente come sempre, mentre lei stringeva i pugni, furiosa, i capelli stavano iniziando a fumare -A differenza vostra, io sono del tutto incapace di blandirvi, mi chiedo davvero cosa ci sia stato di sincero di questi momenti che abbiamo trascorso assieme.- e lo vide spalancare le palpebre, allibito, anche se lei era scattata su Viktor che ora guardava i due, stanco -Vogliamo molto bene a Nessy, Sharlize... ma la trattiamo in maniera totalmente diversa rispetto al trattamento che tu riservi a Filipp. E poi sa benissimo che stiamo anche con altre donne, oltre che con lei... altrimenti non le avremmo mai permesso di restarci così vicina, per tutti questi decenni.- le spiegò, vedendo l'altra assumere un'espressione semidisgustata -Qual è la fidanzata che accetterebbe una situazione simile?!-
-L'unica che mai potremmo avere, stanne certa.-
Sottolineò Ares, vedendola scattare su di lui e, improvvisamente, la sua sedia prese fuoco, atterrendolo e obbligandolo a spostarsi rapidamente per spegnere le fiamme, offrendole però, nel medesimo momento, un'occhiata furibonda -Sei impazzita, razza di imbecille?!-
La vide a pugni chiusi e gli occhi sempre più lucidi e gonfi -Perché questa qui sta con voi!? Deve essere una disperata per accettare una cosa simile! A meno che non sia minimamente innamorata di voi! E allora vi sta semplicemente usando!- stabilì, mentre Ares scuoteva il capo, orripilato -Ma cosa vuoi saperne tu delle persone?!-
-Certo ne capisco molto più di te di sentimenti! Sei l'ultima persona al mondo che dovrebbe permettersi di sentenziare!-
Ares, tutto avrebbe creduto, tranne che avrebbe passato quella serata a litigare in maniera così violenta con quella sciocca ragazzina.
Non le rispose, ma le offrì la sua espressione più disgustata -Se c'è una disperata, quella sei solo tu. Non affibbiare a gente che nemmeno conosci le tue fisime.-
-Ares...- lo chiamò a quel punto Viktor, vedendo quindi il gemello domandargli, ironico -Non è forse così? Col suo fidanzatino si annoia a morte, quindi è venuta a cercarne uno ben più sveglio, così può divertirsi e fare comunque la figura della brava ragazza e col fidanzatino perfetto, visto che lei è notoriamente l'inetta di casa! E adesso è qui per elemosinare ancora qualche palpatina! Magari speravi in una doppia razione, questo sabato, eh?- e tornò sulla rossa, vedendola finalmente rompersi davanti ai suoi occhi.
Vide le sue lacrime, le sue labbra tremare e il suo vano tentativo di bloccare i singhiozzi.
La osservò portarsi le mani al ventre, accusando come delle fitte e poi spostare gli occhi sul pavimento -Bene, visto che questo è il tuo pensiero, non ci faccio più nulla qui.- e guardò intimidita anche Viktor che le tese la mano, vedendola scuotere il capo, ma lui le disse con eloquenza -Non te ne andrai da qui fino a quando non avremo chiarito la situazione, Sharlize. Non puoi smaterializzarti stavolta.- la informò, decidendo quindi di muoversi verso di lei, ma la vide indietreggiare.
Si sentiva tradita e insultata -Voglio andarmene... per favore, Viktor.-
Ares si era spostato alla finestra, ad accendersi una Magh, mentre il gemello fece -Noi e Nessy ci siamo conosciuti durante l'allenamento con Karim. Ci hanno legati una miriade di esperienze e lei rimarrà per noi sempre una persona cara, una persona di cui ci fidiamo... anche se ha una mente molto, molto delicata e vulnerabile. Col tempo ha dovuto... trovare un modo per sopportare i continui tormenti che le infliggeva Karim e... il tempo l'ha trasformata in una persona che ama e vive per il dolore, Lyse. E'... una cosa non semplice da capire, ma... il periodo con Karim ha cambiato un po' tutti noi. Chi è riuscito a sopravvivere, perlomeno...-
Sharlize aveva gli occhi sgranati e fissava atterrita il compagno -Quindi... le fate del male?-
E Viktor allungò una mano verso il suo viso, provando a sfiorarlo.
Spazio Autore:
Eee salveee! Si lo so sono mooolto in ritardo! Questa settimana è scesa la mia migliore amica e non ho avuto il tempo material per correggere e postare! Spero vi piaccia questo capitolo! Il prossimo lo posterò venerdì! Passate ottime vacanze! Baciii!! <3
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