Il mostro nel castello (I)
-No, no... Lize, così ci farai scoprire...! Ahahah!!-
Era notte fonda, Monica e Sharlize erano appena tornate a casa grazie alla pietra di smaterializzazione della strega, ma ovviamente erano finite in salotto, quindi dovevano fare le scale per raggiungere la camera della rossa.
-Ahahah!! Non riesco a... aahhaha!! A smettere di pensarci!! Se l'è proprio meritata, cazzo! Ahahaha!-
Avevano passato la nottata in discoteca, una piuttosto famosa a Londra. Non a caso ci avevano trovato numerose compagne di scuola... anche se le uniche con le quali avevano avuto la sfortuna di interloquire erano state insopportabili.
-Shhh! Fai silenzio! Ahahah! Li sveglierai tutti!- la sgridò la strega, con le lacrime agli occhi mentre tentava di aiutare l'amica a salire le scale.
Erano scappate via dalla discoteca dopo aver fatto alle compagne uno scherzo che difficilmente si sarebbero dimenticate.
-Aahahah! La sua faccia era bellissima! Adesso avrà i baffoni per una settimana!! AHAH! Muoio!-
-Liize! Ti prego! Ahaahha!!-
Ormai erano accasciate sul quinto e il sesto scalino, quella rampa sembrava davvero infinita!
-Oh, ma guarda cosa abbiamo qui...!-
Le due persero il fiato e si volsero di scatto, incontrando i grandi occhi scuri di una latina tutta curve. Era sexy da morire...
-Oh, porca...- si lasciò sfuggire con sconcerto Monica, anche se più per lo spavento.
-E tu chi caspita sei!? Oddio...- fece invece Sharlize, levatasi a fatica in piedi e con sguardo atterrito, ma venne presto distratta da una voce ben più conosciuta -Che diamine state facendo?-
Il salone era immerso nell'oscurità ma, quando quella voce maschile parlò, le candele si accesero improvvisamente, mostrando Darco che aveva ai fianchi altre due ragazze. Una la teneva per mano, l'altra era accostata alla sua spalla.
Quando le due giovani streghe capirono chi avevano appena incrociato, ebbero due reazioni ben diverse.
Sharlize si lasciò sedere di nuovo sugli scalini, tirando un sospiro di sollievo -Oh Dee, sei solo tu... che paura, diamine!-
Monica era diventata il ritratto dell'imperscrutabilità. L'ubriachezza era improvvisamente passata.
-Che bocconcini... scommetto che questa rossa è la tua sorellina.- avanzò sempre la formosa brunetta, con quei grandi occhi da gatta ammaliatrice che si ritrovava. Per non parlare delle sue grosse labbra...
-Sì, ciao tizia che mio fratello sta per portarsi in camera...- la salutò la giovane, sporgendosi oltre la mora e inquadrando il fratello che le raggiunse, con espressione gelida -Puzzate di erba, che avete fumato?- domandò, rivolgendosi a quel punto a Monica che improvvisamente sembrava interessata al proprio telefono.
La cosa, ovviamente, lo indispose.
"Non sarà offesa dall'ultima volta?! Ridicola...!"
-Ehi, ragazzina!- la sollecitò e avrebbe certo continuato se gli occhioni verdi di Monica non fossero scattati su di lui. Ardevano di puro rancore.
-Oh, oh... questa invece chi è?? Non ti assomiglia...-
-Puoi ben dirlo, cara.- sottolineò la bruna, continuando a fissare il Malfoy che si rimise dritto.
Erano passati due giorni da quando l'aveva lasciata sola nell'Area Totemale e se era lì, a guardarlo in cagnesco, voleva significare che tutto si era svolto come aveva ben previsto. Si era svegliata ed era uscita con le sue gambe.
-Sembra tu abbia qualcosa da dire, anche se non sembra proprio il ringraziamento che mi devi... un'altra occasione mancata per dimostrare che non sei poi così immatura. Peccato.- ultimò Darco, liberando il suo veleno e trovandovi il solito compiacimento... anche se l'espressione di lei oltre a non apparire minimamente toccata dalla sua ironia, sembrava persino disgustata, stavolta.
La vide levarsi in piedi lentamente, reggendosi al corrimano e fissandolo con un'alterigia tale da interdirlo. Come diavolo si permetteva di guardarlo in quel modo?!
La vide schiudere la bocca, facendo per rifilargli la sua replica intrisa di rabbia ma lasciò uscire semplicemente aria, scuotendo il capo e stringendo la mascella, visibilmente delusa dal suo comportamento -Buon divertimento.- e lo superò, dandogli una spallata e muovendosi verso l'uscita.
Darco era assolutamente senza parole -Cosa sarebbe questo!? Ehi!-
-Ci sentiamo più tardi, Lize.- sentenziò la bruna, senza nemmeno voltarsi e sparendo nel nulla.
Non diversamente da come aveva fatto lui nella grotta.
-Mh... peccato, sono sicura che con una bottarella le sarebbe passata in fretta... dico bene, ragazze?- domandò sempre la bruna, voltandosi verso le due amiche che, ridacchianti, annuirono e la raggiunsero.
Darco guardava ancora la porta, mentre la sua mano si era stretta a pugno.
Se era così furiosa, probabilmente, o quasi certamente, doveva aver avuto qualche difficoltà a uscire dalla grotta.
-Ma... si può sapere cosa cavolo è successo!? Mi aveva detto che l'allenamento era andato bene!!-
...Ma non era corsa a lamentarsi con Sharlize, a quanto sembrava.
-Non ne ho idea, è una pazza... oltre a tutto il resto, s'intende. Voi salite in camera.- fece un cenno alle tre che obbedirono mentre l'altro si piegava per aiutare la sorella ad alzarsi -Non è vero, Darco! Devo sapere cosa è successo! Avrebbe dovuto dormire qui! L'avevo convinta, cavolo!-
-Non lo so e non m'importa, Sharlize. Se non te ne ha parlato, non è certo una cosa così importante.- rispose seccato l'altro, mentre l'aiutava a completare la scale.
Sharlize rimase allibita davanti al suo qualunquismo, ma non poté insistere, perché quando salirono al piano superiore, il fratello la liquidò in fretta -Vai a dormire.- e la lasciò nell'andito, muovendosi verso la propria camera.
Quando Eva quella mattina decise di alzarsi dal proprio letto, lo fece dopo aver finito di leggere uno dei pochi libri che rimanevano nella sua libreria.
Guardò scontenta la struttura in acciaio e, dopo un breve sospiro, decise di occupare quell'ultima ora che la separava dalla colazione a segnare su un quadernino le regole di Dimmoniu. Era convinta che conoscendole al meglio, sarebbe riuscita a diventare più brava.
Era un gioco piuttosto complesso... anche se non demordeva.
...
In quel momento notò l'orologio a parete e decise di fermarsi.
Sospirò e si levò in piedi, tornando a lanciare un'occhiata alla sua libreria. Avendo finito di leggere tutti i suoi libri, non le rimaneva molto altro da fare.
Scrivere nozioni su quel gioco non era divertente come leggere!
Decise quindi di muoversi in cucina per fare colazione. Avrebbe pensato a una soluzione.
"Potrei rileggerli tutti d'accapo... oppure, magari, potrei chiederne qualcun altro..."
Non voleva però approfittare della gentilezza dei suoi coinquilini, aveva già preso i pochi libri che aveva trovato in salone.
Si passò una mano sul braccio, pensierosa e nemmeno si accorse che Axel era in cucina quando varcò la soglia e si mosse direttamente verso il frigo.
"Eppure sono sicura che mi accontenterebbero... anche perché non posso stare senza fare niente. Magari prima potrei chiedere a Vlad se ha dei libri in camera sua!"
Quell'idea la stuzzicò maggiormente, in effetti e annuì convinta mentre si prendeva biscotti e yogurt, per poi spostarsi al tavolo e trasalire appena nel vedere chi c'era già seduto -Ah, sei qui.- fece, sbattendo le palpebre, per un momento sorpresa.
Axel, che l'aveva seguita con lo sguardo per tutto il tempo, piegò il capo di lato, domandandole -Buongiorno anche a te. A che stai pensando?-
La bruna levò il capo, storcendo appena la bocca -Mh... nulla, Vlad? Sai se è sveglio?-
Lì, lo vide abbassare rapidamente lo sguardo -Non lo so.-
Eva, che si era seduta al suo solito posto, saltando la seduta che solitamente spettava a Tiara, percepì nell'aria un silenzio strano, a cui non era avvezza, e che le diede una strana sensazione di disagio. Fu istintivo, quindi, domandargli ancora, anche se non le interessava affatto -Tiara? E' già uscita?-
-Sì.-
Rispose rapidamente l'altro, che stava leggendo il giornale.
Eva masticò qualche biscotto e guardò quindi il rosso, vedendolo leggere con espressione concentrata il giornale. Forse aveva letto qualcosa di brutto?
-Cosa dice il giornale? E' successo qualcosa?- gli domandò quindi, sorprendendo se stessa per la notevole quantità di domande che le stavano venendo in mente, pur di far sparire quel pesante silenzio.
-Niente di che.- rispose ancora lui, spiccio e stavolta fu irritazione quella che la bruna sentì. Si stava sforzando a sufficienza, ma lui non sembrava proprio aver voglia di parlare. Non che solitamente fosse un chiacchierone, ma almeno le dava risposte più articolate... e soprattutto la guardava negli occhi.
Che fosse arrabbiato per qualcosa?
-Hai litigato con Vlad?- gli domandò, visto che litigare con Tiara era probabilmente impossibile, dato il tipo di persona.
-No.- rispose presto il rosso, anche se la cosa la lasciò molto perplessa.
"Davvero si può litigare con Tiara??" si domandò, esponendogli il suo dubbio -...E allora con Tiara?-
Lì, finalmente, i brillanti occhi sanguigni del Demone si levarono su di lei, che sbatté i suoi, sorpresa -Nemmeno con lei, Eva.- sottolineò, piegando il capo di lato e fissandola a sua volta.
Lei non abbassò gli occhi, continuando a osservarlo, senza capire davvero cosa le stesse suggerendo con quelle occhiate ma... forse aveva capito male, forse non era arrabbiato!
-Quindi non sei arrabbiato?- gli domandò, ora cercando di capire se stava leggendo male i segnali che il suo atteggiamento le stava inviando.
Axel alzò un sopracciglio mentre la fissava -Sì che lo sono.- sostenne, continuando a fissarla. Ora sembrava in attesa di qualcosa, visto che aveva persino chiuso il giornale.
Eva era ormai palesemente in difficoltà. Non era successo niente di brutto nel mondo e non aveva litigato né con Tiara, né con Vlad.
Cosa poteva essere successo?
-Non... ti conosco abbastanza, ci sono altre persone con cui avresti potuto litigare? Mio frate...-
-No, Eva.- ripeté quello, sbattendo gli occhi e facendo scemare le sue parole mentre restava boccheggiante. A quel punto percepì una strana pressione mentre si sentiva quasi obbligata a spostare lo sguardo. Avvertiva ancora gli occhi di lui addosso insieme al proprio disagio che aumentava, gli lanciò fuggevoli occhiate, sbattendo gli occhi più volte -Sei arrabbiato ma non vuoi dirmi con chi. Come faccio a indovinare?-
-Sono certo che con la tua arguzia tu possa arrivarci, Eva.- ripeté per l'ennesima volta il suo nome, ora con fare eloquente e, finalmente la vide arrossire, indicandosi -Ce l'hai con me.- liberò in un fiato, riuscendo a sentire un senso di disagio differente stavolta.
-Eh, alla buon ora.- ebbe da rimbeccare lui, con raro sarcasmo. Non aveva spostato gli occhi severi per un solo momento.
"E cosa ho fatto? Se la sarà presa perché ho preso i libri dal salotto? O magari perché ho tenuto la porta della camera quasi chiusa stanotte.... o forse..."
I suoi occhi vagarono sul tavolo, attratti dalla busta di biscotti "Ma... ma certo! Sono i suoi! Come ho fatto a non pensarci!?"
-Non... non volevo prenderti i biscotti, pensavo che volessi condividerli, mi avevi detto...- e fece presto per cedergli la busta, seppur a malincuore, mentre il compagno sgranava lentamente gli occhi, allibito -Puoi mangiare tutti i biscotti che vuoi, Eva.-
Era ben lontana dall'aver capito le motivazioni del suo scontento... e qualcosa gli diceva che ci avrebbe messo l'intera giornata per riuscirci, se non l'avesse aiutata.
-E... e allora cosa ho fatto? Ho tenuto la porta accostata perché se andate in bagno e accendete la luce mi sveglia, ma...-
-Non è nemmeno quello, Eva... devi fare ciò che ti fa sentire più comoda, qui. E' anche casa tua, ormai.-
Sostenne lui, capendo che, probabilmente, se la stava prendendo erroneamente con lei. Era molto peggio di lui nei rapporti sociali. Magari riusciva a intercettare le emozioni altrui, ma quando si parlava di lei, forse non era altrettanto arguta.
-Beh, vorrei che me lo dicessi. Le altre cose che mi vengono in mente... sono tutte riguardanti la casa.- e lanciò un'occhiata verso la libreria vuota, per poi tornare su di lui.
Lo vide liberare un sospiro profondo e levarsi in piedi, decidendo di affiancarla al tavolo e avvicinare le loro sedie.
Lei lo lasciò fare, mentre le loro ginocchia si incrociavano e continuò a guardarlo, mentre lui le domandava -Ti sei svegliata molto pensierosa, stamattina. Non ti sei nemmeno resa conto che ero qui... a che pensi?- le domandò, vedendola corrucciare lo sguardo e scuotere il capo -Perché cambi argomento? Hai detto che sei arrabbiato!-
-Adesso ci arrivo. Vuoi rispondermi o preferisci tenertelo per te?-
La bruna a quel punto abbassò lo sguardo e fece spallucce -Vorrei, ma se sei arrabbiato per quello, te lo dico.-
Mugugnò, imbronciata e lui si sorprese di stare avendo quella conversazione, in quel momento.
Stava esagerando? Non gli era mai capitato di comportarsi così con le persone... anche se di persone ne aveva conosciute assai poche, nella sua vita.
La verità però, era che una parte di lui era ben cosciente che era stato il primo di cui la ragazza si era fidata e che, apparentemente, quella cosa stava cambiando... e questo lo stava spaventando.
Deglutì, spostando lui gli occhi, stavolta. Era stata un'analisi molto chiara e perfettamente lineare. Stava iniziando a volerle bene e non era certo che la cosa fosse positiva. Del resto... Eva non apparteneva alla sua famiglia, anche se non poteva comunque ignorarla... cosa era meglio fare?
-Non ti fidi più di me? E' per questo che non vuoi parlarmi?-
Le chiese, con sguardo altrove. Almeno quello doveva saperlo.
Eva scattò su di lui, ora sorpresa e rispose di getto -Certo che no! Sei la persona di cui più mi fido!!-
E, a quella frase, lui tornò a guardarla. Erano arrossiti entrambi, anche se nessuno dei due aveva capito il perché.
-Ma preferisci parlarne con mio padre.- tenne a sottolineare lui, vedendola mordersi il labbro inferiore, con difficoltà... ma decise di essere comunque sincera. Nei suoi libri, in genere, la sincerità pagava sempre anche se non era certa che nella realtà funzionasse allo stesso modo -Preferisco chiedere a lui qualcosa, piuttosto che a te e Tiara.-
Liberò, cercando di anticipare la sua reazione, che appariva semplicemente ferita -E perché mai?-
La risposta sincera ce l'aveva sulla punta della lingua, ma stavolta non poté che tentennare.
"Questo lo farebbe arrabbiare sicuramente..."
-Se te lo dico, ti arrabbierai ancora di più.-
E deglutì, osservandolo e vedendolo ancora basito. La stava fissando mentre si chiedeva se non era stato lui a fare qualcosa -Dubito che succederà. Se hai qualcosa di cui lamentarti, dovresti farlo... è normale sbagliare con chi non si conosce.- sostenne, vedendola quindi accusare la sentenza e sembrare comunque abbastanza indecisa. Scattò però con gli occhi verso il basso quando sentì le mani calde di lui afferrare le sue e accarezzarle -Per favore.- la pregò, avvicinandosi ulteriormente a lei che trovò presto il tocco delle sue mani molto protettivo e piacevole.
"Già..." continuò a fissare le loro dita che si intrecciavano e, dopo pochi istanti, gli rivelò -Tiara non mi piace e non voglio essere in alcun modo in debito con lei.- disse, tutto d'un fiato e Axel alzò le sopracciglia, tornando a cercare i suoi occhi che però sembravano attratti dalla gravità.
-Mi dispiace, so che la ami. La rispetto ma non voglio essere sua amica... è una cosa a pelle.-
Sostenne, stavolta sollevando di nuovo gli occhi e sorprendendosi nel vedere un'espressione buona negli occhi di lui, tanto che dovette però chiedergli conferma -Non sei arrabbiato...?-
-No, non lo sono, Eva... anche se sono dispiaciuto. Lei si è molto affezionata a te e... da come la difendi con Vlad, sembrava che anche tu ti fossi legata a lei.-
Eva fece spallucce, con espressione seria -Dico solo quello che penso. Ho detto che non voglio essere sua amica, questo non significa che mi piaccia vedere la gente che si prende gioco della sua cecità... anche se Vlad è diverso. Certo, ha delle opinioni impopolari, ma non so se definirle sbagliate... mi piace molto rapportarmi a lui.- sostenne, annuendo convinta e tornando sull'altro che continuava a guardarla -Quindi non ti va di chiedere niente a lei, ma io che c'entro? Sempre che... non ti sia accorta che nemmeno io ti piaccio.-
Lei assunse un'aria perplessa e fece spallucce -No, tu mi piaci, ma se chiedessi i libri a te, dovrei chiederli anche a Tiara e quindi... preferisco chiederli a Vlad, prima di tutto.- sostenne, vedendolo ora sgranare gli occhi, allibito -Libri? Era questo ciò che volevi?-
E la vide sbattere gli occhi, annuendo -Beh, sì.-
E stavolta lo vide trattenere una risata incredula, tanto che, probabilmente preso dal momento, le si avvicinò e l'abbracciò, baciandole la fronte -Ti prenderò un Cantastorie, un libro che ogni volta che viene finito, cambia la storia al suo interno, così non dovrai più cercarne di nuovi.- le promise, lasciandola intirizzita davanti al gesto decisamente audace e inusuale da parte sua. Era stato così rapido che sentirsi poi immergere nella spalla profumata di lui fu davvero sconcertante.
Eppure... eppure era davvero bello.
Portò la mano sotto il braccio che la stava stringendo e gli afferrò la spalla da dietro, restando con il nasino sulla sua clavicola.
Axel, che invece pensava si sarebbe staccata subito, fu molto sorpreso nel sentirla trattenerlo e ammorbidì lo sguardo, decidendo di portare anche l'altro braccio sulla sua schiena, accarezzandola.
Eva fu sorpresa e non meno gradita davanti a quel tocco, non credendo in effetti che la vicinanza di qualcuno che non voleva farle del male, fosse in realtà così piacevole.
-E' il tuo primo abbraccio, Eva?- le domandò lui, capendo che la ragazza stava cercando di prolungare la cosa.
-Sì.- la sentì pigolare e strinse le labbra, intenerito. Il suo Cuore Puro, ormai, era decisamente sensibilizzato da quella ragazza.
Le era stato precluso un mondo di affetto e gentilezza, per questo appariva sempre fredda e distaccata.
-Puoi avere tutti gli abbracci che vuoi, qui. Se non ne ricevi, è solo perché abbiamo paura di infastidirti, sappilo.-
Eva lo ascoltò con sorpresa e in quel momento decise di tornare indietro col capo, guardandolo -Questi abbracci sono molto piacevoli, sei bravo a farli.-
Il rosso non poté che trattenere una mezza risata, scuotendo il capo, sempre molto sorpreso davanti alla sua naturalezza nell'esprimere certi pensieri.
In quel momento arrivò Vladimir che, notando la coppia stretta ancora in quell'abbraccio, alzò ambedue le sopracciglia.
-Buongiorno.- li salutò, vedendoli quindi separarsi e voltarsi a guardarlo. Sembravano molto rilassati e i loro successivi discorsi non parvero celare alcun mutamento nel loro rapporto.
"Anche se non lo vedrebbero nemmeno se gli ballasse nudo davanti..." pensò il Vampiro demoniaco, andando a prendersi il suo succo corretto.
Spazio Autore
Eccomi qui con il nuovo capitolo, ragazze! Spero vi sia piaciuto il primo abbraccio della nostra Eva, mi fa davvero tenerezza XD Il prossimo sarà venerdì! Baciii!! <3
PS: non so se si nota il nome ma il figaccione di sopra è il nostro Tancredi ;D
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top