Dobbiamo parlare... (Parte IV)
-Adesso sarà meglio andare, è ora di pranzo.- e le due annuirono, seguendolo poi al piano di sotto.
Se Skarlet aveva imparato qualcosa quel giorno, era che non poteva tirare ulteriormente la corda, non poteva esagerare come aveva fatto quel giorno, anche se in cuor suo sapeva che non era stato davvero voluto.
Coscientemente sapeva di non pensare quelle cose, sapeva che dirle a Rich le avrebbe portato solo guai... eppure gliele aveva dette lo stesso.
Perché aveva quella disperata necessità di dover superare sempre il limite con lui? Perché doveva cercare di scendere un ulteriore scalino, come se fosse alla ricerca di qualcosa che non arrivava mai?
Era quella la sensazione che aveva mentre percorreva la rampa. Era alla ricerca di qualcosa... e una parte di lei sapeva cos'era in realtà.
Si strinse nelle braccia, avvertendo un brivido di gelo.
La parte più intima di lei, quella che più di tutte cercava di zittire ma che, subdolamente, riusciva comunque a manipolarla, voleva un vero confronto. Uno che fosse definitivo, dove avrebbe davvero ottenuto delle risposte.
Quegli scalini che stava percorrendo, scivolando negli abissi del proprio inconscio, l'avrebbero portata alla consapevolezza molto elementare di aver bisogno di sapere se poteva esistere o meno un "noi" fra lei e Rich.
Peccato che quel giorno riuscì appena a sfiorare quella consapevolezza, perché risalì quelle scale di gran fretta, cercando quella luce fittizia che erano i suoi pensieri coscienti e la consapevolezza certa che mai si sarebbe messa in gioco con lui in quel modo.
Non con ciò che rischiava di sentirsi dire.
Quando Rich si appisolò su un fianco, dopo aver parlato di tutta la questione con Lara, la lupa aveva voluto spostarsi a casa di Falko.
Doveva assolutamente ringraziarlo...
O perlomeno, sapeva che era la cosa giusta da fare, ma era davvero necessario che lo facesse?
"Se fosse mio amico lo farei, per cui, visto che voglio che siamo amici, è bene che sia io a comportarmi opportunamente."
Sostenne poi con se stessa, capendo che non doveva per forza di cose essere considerato ambiguo il fatto che fosse lì o che lui fosse stata la prima persona a cui aveva chiesto per andare a cercare Rich.
Certo, sarebbe dovuto trovarsi se non alla fine della lista... quantomeno a metà ma cercò di scacciare quel fastidioso pensiero e si disse che lui era il più vicino a casa sua e che tanto bastava.
Dopo un breve sospiro, bussò alla porta con fermezza e le aprì proprio Falko, anche se non nell'immediato.
Era a torso nudo cosa che le fece notare le numerose cicatrici messe in risalto dai non meno evidenti tatuaggi. Era chiaro che erano incisi sul suo corpo per enfatizzare il biancore degli squarci che, sebbene sempre più sottili rispetto a quando era ragazzo, a causa della rimarginazione avvenuta negli anni, erano luminose come nastri d'argento sulla pelle scura, soprattutto contro i tribali, o quelli che sembravano tali, che erano di colore nero. Sapeva che nel giro di un'altra decina d'anni quelle cicatrici sarebbero sparite ma... qualcosa le diceva che sarebbero rimaste impresse nella sua mente per il resto della vita, e quei tatuaggi gli avrebbero impedito di dimenticarsene, qualunque cosa fosse avvenuta.
Il pensiero da una parte la sconfortò, facendole capire che per il lupo, superare definitivamente il suo passato, sarebbe stato davvero difficile, ma dall'altra parte era pur sempre il gesto di qualcuno che aveva accettato il suo passato e non lo rinnegava.
Era immensamente curiosa di sapere come erano riusciti a placarlo in Africa.
Quell'insieme di pensieri le attraversò la mente molto rapidamente e, infatti, il suo sguardo cedette all'imponenza di quel torace che la fronteggiava solo per pochi istanti, anche perché ogni volta che ci si interfacciava a lui si veniva propriamente invasi dal suo odore di maschio.
Falko la osservò mentre vedeva i suoi occhi indugiare su di lui, ma presto quelle iridi rubine scattarono sulle sue, determinate.
La guardò un momento, poi le domandò, sbrigativo -Che c'è? Sto per uscire.-
E Lara lo vide darle le spalle, per poi muoversi verso la propria camera.
Lei fece per dirgli che non voleva trattenerlo, ma aveva già voltato l'angolo, così, seppur indecisa, lo seguì in camera sua.
Era tutto in ordine, a meno del letto che, per quanto fosse fatto, c'era uno zaino sopra, lo stava riempiendo.
Vedendolo, ebbe quasi paura che stesse partendo e sgranò gli occhi, non riuscendo proprio a non chiedergli -Dove stai andando?-
-In missione- rispose lui, mentre si muoveva verso il grosso masso dove erano erano appollaiati un gruppo di ghepardi e che, quando lo videro arrivare si spostarono rapidamente.
Lo vide poggiare la mano sul masso grigio mentre si materializzavano i pomelli di alcuni cassettoni che aprì, rivelando dov'era nascosta la sua roba.
Effettivamente, la prima volta che aveva visto la camera si era dimenticata di chiedere.
-E ci vai con così tanta roba?-
Domandò, mentre lo vedeva infilare due paia di pantaloni dentro lo zaino, per poi levare lo sguardo indagatore su di lei -Che vuoi sapere, bionda??-
E quella arrossì improvvisamente, indietreggiando e vedendolo a quel punto muoversi rapidamente verso di lei che gli disse, subito -Sei arrabbiato?-
Quello, che era sceso appena sul suo volto, per controllarla più da vicino, notava lo sguardo innocente che gli stava riservando e scandì -No. Se lo fossi, sta certa che saresti ancora fuori dalla porta.-
E lei cercò di capire se le stava mentendo o meno -Ero venuta solo a ringraziarti per oggi.-
Scandì, vedendolo quindi mettersi di nuovo dritto e superarla, per poi chiudere la porta e aprire un'anta nascosta proprio sul tronco dell'enorme albero a cui solitamente andavano ad approvvigionarsi le giraffe.
-Ah sì?- le domandò, mentre prendeva due magliette e una camicia nera, un po' elegante.
Troppo per una missione, in effetti.
-Sì. Quanto dura questa missione?- gli domandò quindi, davvero non riuscendo a frenare la lingua e, mentre infilava anche la camicia, lo vide lanciarle un'occhiata penetrante che un po' la scocciò. Che aveva da nascondere!? Con tutti quei misteri non stava facendo altro che incuriosirla ulteriormente!
-Il tanto necessario. E' tutto? Sei venuta solo per questo?- Domandò, controllando cosa mancava di ciò che gli serviva.
Fu così il turno di Lara, quello di apparire perplessa, infatti gli domandò -Sì, per quale altro motivo sarei dovuta venire?-
Quello si era quindi voltato verso la pozza, dove invece il coccodrillo che vi nuotava placidamente, mosse la coda e si spostò lungo la parete. Si svelò una nuova maniglia che il lupo tirò e prese l'intimo di ricambio, rispondendole con fare naturale -Che ne so, con tutte quelle moine, magari ti era venuta voglia di scopare...-
Le dava le spalle, per cui lasciò cadere la frase, spargendo il gelo nella stanza.
Per Lara, sentirlo parlare in maniera cosi squallida, fu come subire una coltellata. Un colpo basso, che non si aspettava affatto.
Non che avesse delle vere aspettative da lui, ma... una parte di lei, purtroppo, ci aveva sperato davvero.
Rimase in silenzio dopo aver sgranato gli occhi. Il compagno non stava affatto scherzando, non era una delle sue solite prese in giro.
Probabilmente era persino così freddo proprio perché nonostante il suo aiuto non era venuta a "pagargli il conto".
Era convinta che l'avesse aiutata perché l'aveva sentita in difficoltà, perché aveva chiesto il suo aiuto e invece... era certamente tutto finalizzato a un secondo fine. Un fine che le aveva palesato per il semplice fatto che ormai, doveva essersi stancato di quella situazione.
Non le aveva ceduto alcuno sguardo ironico, niente che potesse farle pensare che non stesse parlando sul serio e la cosa le stava facendo decisamente più male di quanto non avrebbe mai creduto.
"Aveva ragione Rich. Forse con Ian è una persona meravigliosa... proprio perché verso di lui non ha alcuna mira sessuale. Dopotutto, se ancora non si è legato a nessuna, il motivo probabilmente è questo."
-No, non mi è venuta voglia, Falko.-
E lui, dopo le sue parole, capì che era ora di voltarsi, anche se non alzò gli occhi su di lei. Il suo viso era inespressivo mentre metteva le cose nello zaino. E lei, vedendo che la stava ignorando, capì che era ora di andare, ma prima gli disse -Anzi, scusami se ti ho disturbato tanto, oggi.-
Quello, capendo di dover quindi levare gli occhi blu elettrico su di lei, non riuscì davvero a non notare quelle iridi rubine fattesi più luminose, mentre gli diceva, dopo essere persino riuscita a stirargli un sorriso mesto -Non... non lo farò più.-
La sua voce si era quasi rotta, proprio in quell'ultima frase. Era riuscita a mantenere il controllo ma, sincera, una lacrima sfuggì dall'angolo del suo occhio, rigandole lo zigomo, ancora sollevato in quel stentato e doloroso sorriso.
Lui era assolutamente senza parole, anche se sapeva bene di aver lanciato una bomba... e non poteva proprio sperare di non alzare un polverone, anche se non si aspettava proprio quel polverone.
-Buon viaggio.- gli augurò persino, dandogli poi le spalle davanti al suo silenzio e andandosene via senza emettere un solo singulto.
Falko si mosse quindi verso la porta della propria stanza, indeciso se dirle qualcosa o meno ma accusò il clamore dello sbattere della porta d'ingresso, fermandosi sul battente e non uscendo dalla propria camera.
Poggiò il gomito, chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo, come gli avevano insegnato.
Era un modo per dominare la rabbia... ma stavolta non era a causa della rabbia la palpitazione intensa che sentiva.
"Devo andarmene di qui."
E, ormai sempre con più fretta, tornò a farsi il suo zaino.
-Apro io!!-
Sharlize, corsa giù per le scale, notò il suo gemello in salone che guardava con noia un programma babbano alla tivù, appena lui la vide correre alla porta assunse un'aria perplessa e notò Monica varcare la soglia. Roteò gli occhi annoiato, chiedendosi se l'intrusa pagava loro una qualche retta per essere ospitata regolarmente a casa loro. Non aveva altro posto dove andare?
-Ciaooo!!- fece quindi Sharlize, felice di vederla. Quella mattina la compagna aveva avuto la riunione mensile dei Prefetti e dei Caposcuola e, occupando ambedue i ruoli, aveva dovuto saltare l'intera serie di lezioni della mattinata.
Monica si lasciò sfuggire una risata e si lasciò abbracciare, piacevolmente sorpresa –Andiamo, sembra che non ci vediamo da una settimana...!-
E la rossa assunse un'aria altezzosa, incrociando le braccia sul petto florido e iniziando ad imitarla -Io sono Monica Lyona Hansel, sono Prefetto e Caposcuola, oltre ad avere la fila di ragazzi che mi offre il pranzo! Non posso certo permettermi di perdere tempo con le amiche!- e si diede persino una scrollata ai ricci, riuscendo a divertire l'altra, che le rispose furba -Il pranzo?? Fosse solo quello!-
E la rossa spalancò la bocca, oltraggiata, mentre l'altra scoppiava a ridere -Oh, dai!! Non te la prendere!!-
Sharlize, ancora scontenta le chiese -Come sono andate le riunioni? Ti hanno impegnata proprio tutta la mattina!- e con calma si mosse a chiudere la porta mentre l'altra le rispondeva, sbuffante -Sì, davvero! Avrei preferito mille volte venire a lezione! Mi son persa Pozioni, cavolo! Sevy però mi ha detto che mi permetterà di recuperarla in privato, durante la settimana- e le strizzò l'occhio, come stesse parlandole di un nuovo appuntamento, infatti l'amica la guardò sconcertata -Solo a te offre questi favori! E dire che solitamente è intrattabile... no, vieni di qua.- e, vedendola fare per salire le scale, la spostò verso i divani, proprio dove c'era Darco.
-Non è intrattabile...!- e le due salutarono in coro Darco che alzò gli occhi violetti sulle due e tornò alla tivù, cambiando ancora canale.
Sbuffò in risposta e Sharlize lo affiancò, accarezzandogli i bei capelli ramati -Cosa c'è? Stai bene?-
E quello ignorò la sua domanda visto che l'intrusa sembrava aver dedicato il suo interesse ai libri che aveva sul tavolino e che aveva ultimato di studiare poco prima.
La vide allungare le mani e piegò la testa di lato, con fare minaccioso, vedendola però, prima di prenderli e sfogliarli, alzare i grandi occhi su di lui e chiedergli -Posso??-
-Mi pare tu lo stia già facendo.-
L'accusò, vedendola stringere anche le sue di palpebre... cosa sperava di fare? Impaurirlo, forse?
-Ti pare sbagliato, visto che te l'ho appena chiesto.-
Sì, la loro conoscenza aveva preso una curva decisamente poco piacevole, per entrambi.
-Conoscevi la risposta anche prima.-
-Ohi, smettetela, dai!- decise quindi di intervenire Sharlize, mentre Monica tornava ad accomodarsi sulla propria poltroncina, anche se né lei né il Malfoy avevano abbassato lo sguardo.
-Perché sei così burbero? Che è successo?!- domandò la rossa al gemello e quello tornò a guardare la tivù, cambiando canale ancora una volta -Niente. Mi annoio.-
E la sorella assunse un'aria perplessa -Ma non avevi un esame oggi??-
-E' fra due ore.- replicò quello, laconico, cambiando ancora canale e assumendo un'aria disgustata davanti a un programma che sembrava parlare di persone che mangiavano piatti di cibo più grandi di loro.
I babbani erano davvero dei rimbecilliti.
-E non ripassi?!-
-Già fatto.-
-Sai già su quali argomenti si concentra di più il prof? O magari quelli che ha chiesto ai tuoi compagni la volta precedente?-
E stavolta Darco spostò con perplessità lo sguardo sulla gemella -Perché, tu hai delle domande preferenziali?-
E la rossa fece spallucce -Beh, ovviamente! Se ogni volta dovessero chiederci tutto... ci metterebbero un sacco di tempo per ogni singola persona, invece una mezz'ora e l'esame finisce.- e lanciò un'occhiata a Monica che si era accesa una Magh e commentò -Anche meno se sei bravo.-
Darco sembrava allibito davanti a quelle informazioni -Quindi il voto che vi danno non è mai quello che vi riflette.-
Monica rimase un momento interdetta davanti a quella osservazione che sapevano tutti essere la realtà e tornò a guardare le decine di libri ammassati sul tavolino, mentre Sharlize rispose, facendo spallucce -Beh, sì. Ma è normale! Tutte le scuole funzionano così!-
E l'altro rispose, laconico -Non la mia, fortunatamente.- ultimò, con vago disgusto, tornando alla tivù, cambiando ancora canale e finendo col guardare un documentario sulle giraffe.
-Mh.- poggiò il telecomando finalmente e la sua attenzione parve vagamente più stuzzicata.
-E quindi a voi cosa chiedono, scusa?-
E lui le indicò i libri sul tavolo, distrattamente -Tutto a tutti, naturalmente. E certo non in una mezz'oretta.-
Sharlize schiuse le labbra, allibita -Beh, ma forse solo perché tu segui il corso più complicato, Filipp non studia così tanto.-
Darco sospirò sonoramente iniziando ad innervosirsi appena, cosa che fece capire alla sorella che anche la loro conversazione lo stava annoiando e commentò, visto che non l'aveva mai visto in quel modo -Davvero ti stai annoiando così tanto? Cosa facevi a scuola quando non avevi niente da fare?-
E lì, il giovane spostò lo sguardo sulla sorella, andando ad accarezzarle i capelli e vedendola arrossire davanti al gesto improvviso e inaspettato -Come va con Filipp?-
Ma gli bastò vedere il suo volto arrossarsi, mentre sotto le dita sentiva il pulsare della carotide sul collo, dove era andato ad accarezzarla.
La vide schiudere le labbra e tentennare prima di rispondergli sorridente -Bene! Tutto okay!-
Il gemello parve fissarla ancora, molto serio e fece per insistere, ma Monica decise di intervenire per salvare l'amica, visto che sapeva bene che non voleva parlargli dei suoi problemi con i gemelli Hegland, ancora.
-Perché non aiuti Skar a studiare, visto che sei così bravo?-
La domanda, una mera provocazione, sarebbe stata chiaramente ignorata dal Malfoy, se soltanto il tono dell'insulsa strega non fosse stato così spocchioso. Appositamente.
Non smise di fissare la sorella, che ora sembrava essersi appena ripresasi dal torpore, ma poi dovette rivolgersi all'altra -Non mi piace perdere tempo, anche se... mi pare evidente non siano affatto affari tuoi.-
Ultimò, guardandola eloquente. Monica sapeva bene di aver appena pestato la coda alla chimera ma si limitò a fare spallucce -Tutti lasciano che mi esprima liberamente, non mi pare di aver detto niente di male.-
Constatò lei e lui le sorrise appena, con fare fintamente gentile -Lo fanno per cortesia. Nessuno ha detto che il tuo parere ha un qualche valore, qui dentro.-
Lì, la strega fece sparire la Magh e divenne improvvisamente seria, oltre che irritata. Ma come si permetteva!? Era un grandissimo maleducato! Oltre che uno stronzo!
Fece per replicare, ma Sharlize, sconcertata davanti alla reazione burbera del gemello intervenne -Perché cavolo le stai rispondendo così, scusami!? Oltre al fatto che stai dicendo solo sciocchezze!-
-Posso sapere perché ce l'hai con me, scusami?- domandò però la strega a quel punto, anche se avrebbe voluto prendere una scarpa e lanciargliela su quei bei dentoni.
E lì, il ragazzo decise di levarsi in piedi, guardando le due e scandendo -Sei un'intrusa in questa casa, come anche estranea alle vicende che ci riguardano. A dimostrazione della qual cosa abbiamo il fatto che impedisci a mia sorella di confidarsi con chi davvero potrebbe esserle d'aiuto nella sua attuale situazione. Percepisco il suo disagio ogni volta che è in presenza di Filipp, sin da quando sono tornato, e la cosa non è normale. Se tu non ci fossi stata, me ne avrebbe già parlato, quindi... perché mai dovrei rispettare il tuo parere, il tuo pensiero e quindi la tua persona, se non sei in grado di capire una cosa così semplice?- le domandò a quel punto.
Gli occhi di Monica erano diventati enormi davanti a quel logico e fin troppo sensato pensiero.
Era stato crudele, anche se non sapeva la verità, purtroppo.
-Darco, lei non fa che ripetermi di...-
-E tu non sei certo più sveglia di lei.- scattò quindi il gemello sull'altra, a cui dedicò la sua espressione irritata, sgridandola ma ultimò, andando ad accarezzarle di nuovo i capelli infuocati -Ma sei mia sorella, e per te ci sarò sempre e comunque. Mi auguro ti deciderai a parlare quanto prima, sai che non sono il tipo che spettegola, non vedo proprio perché ti debba tenere dentro questo inutile peso.- scandì, scuotendo il capo e decidendo di andare a farsi una doccia. Avrebbe temporeggiato prima dell'esame, ma strinse i denti quando avvertì Monica rispondergli, mentre lui risaliva le scale.
-Tua sorella ha un cervello, non prende certo ordini da me. Farà ciò che vuole, ben cosciente delle conseguenze... e non possiamo farci niente, per fortuna.-
Ultimò, facendogli capire che sì, forse le sarebbe potuto essere d'aiuto, ma toccava solo a lei chiederglielo.
-Esatto! Decido io e mi offende molto capire che pensi che sia così facilmente influenzabile! Io e Monica siamo amiche da un paio di mesi, non puoi certo pensare che faccia determinate cose solo perché me le dice lei!-
Darco continuò a fissarle entrambe dall'alto. Ma solo Sharlize si era alzata per guardarlo, Monica era rimasta seduta in poltrona, nemmeno si era voltata.
-Bene. Agisci come credi, allora. Aspetterò che tu faccia la cosa giusta.-
E se ne andò, non vedendo Monica scuotere il capo, con un sorriso stentato "E' un dannato arrogante"
Sharlize afferrò quindi la mano alla compagna e la smaterializzò al parco naturale del Serenity, c'erano dei bellissimi cerbiatti dal mantello rosato poco più avanti, le corna dei maschi erano ramificate ma ondulate.
-Cosa hai intenzione di fare?-
-Lo senti com'è, pensa di sapere tutto, ma non voglio che dalle mie parole intenda che Viktor sta cercando di... blandirmi. Se gli raccontassi la cosa, la penserebbe così e direbbe che, siccome sono un'immatura e un'ingenua, lui si sta approfittando di me! Ma non è così, cavolo! Forse non sono poi questa grande donna di mondo, ma dopo le varie vicende... non credo affatto sia così e non solo perché lui me l'ha garantito, cavolo.-
Ultimò, mentre Monica che la seguiva nel bosco l'ascoltava -Sembra molto risentito per essere stato messo al secondo posto.-
-Infatti, è tutto orgoglio ferito. Niente di più.-
-Quindi non pensi che ci tenga?-
E l'altra fece spallucce -Non... non mi va di parlare di questo.-
La strega fu sorpresa nel sentirla rispondere in quel modo e avvertì facilmente del risentimento nel suo tono, ma non volle insistere, così le disse -L'importante è che tu faccia quello che ti senti. Solo il tuo parere ha davvero valore, perché è della tua vita che si parla. Io e chiunque altro possiamo esprimerti i nostri pensieri, cosa faremmo noi... ma solo tu sai ciò che è davvero giusto per te. Quello che mi auguro e che ci pensi seriamente, tutto qui.- e le abbracciò un fianco, baciandole la guancia, come di rado faceva visto che non era solita riversare effusioni.
La guardò con sorpresa e rispose alla stretta, affettuosamente -Grazie, a casa tendono tutti a dirmi cosa dovrei o meno fare e sono certa che farebbero così se ne parlassi a qualcuno. Tu non sei così.-
-Devi solo capire cosa vuoi. Quando lo saprai, saprai anche cosa fare... ma se è una cosa che riguarda la magia, è vero che fra tutti i membri della tua famiglia, sono quella meno adatta a cui rivolgerti.-
E l'altra fece spallucce, stabilendo poi, con convinzione -Può anche darsi, ma per il momento è molto meglio che sia così. L'ultima cosa che voglio è alzare un polverone per nulla.-
...
Fu verso l'ora di cena che Monica tornò a Londra. Aveva un altro appuntamento a quanto sembrava, ma Sharlize non ne era così convinta.
Non era la prima volta che lo faceva e sapeva che l'amica stava iniziando a focalizzarsi un po' troppo sul desiderio di controllare la magia senza bacchetta, un'attitudine che purtroppo non era affatto di tutti. Avrebbe potuto sperare di attivare forse qualche incantesimo semplice, come riuscivano a fare i suoi nonni... ma loro erano dei maghi molto abili, di grande esperienza.
Sperava davvero di non vederla fossilizzarsi sulla questione, non voleva vederla buttarsi giù, o peggio, non accettare la realtà.
Avrebbe finito col farsi del male...
Dall'altra parte sapeva bene che non era una sciocca e che sarebbe sicuramente stata attenta, ma non sapeva se la ragazza era più una tipa ravveduta o una che non si arrendeva mai. Non sapeva con certezza quale delle due vie avrebbe preso, se si fosse trovata davanti a quel bivio. Non la conosceva abbastanza, ancora.
Distrattamente si era mossa nel bosco, prendendo una via che le avrebbe permesso di tagliare verso casa.
Aveva un immancabile senso dell'orientamento, anche in assenza della luce del sole, ma quando, nell'alzare lo sguardo, i suoi occhi incrociarono quelli di colui che la fronteggiava da un po', appoggiato alla corteccia di un albero, capì che non era altrettanto brava a rendersi conto di chi l'aveva avvicinata.
Si bloccò improvvisamente nel vedere proprio Viktor davanti ai suoi occhi. D'un tratto le mancò il fiato e deglutì, atterrita.
Cosa diavolo ci faceva lì?
Spazio Autore:
Eccomi!! Spero che anche questo vi sia piaciuto ragazze! Vi ricordo che ho iniziato con il Prequel della Promessa! Spero tanto di potervi sentire anche lì! Un bacio grande e ala prossima che sarà Lunedì!
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