Complementari (Parte I)

Erano ormai le undici di notte e Lara era a casa propria, mentre lavava i piatti.

Non vedeva Rich dalla notte prima, sperava che sarebbe tornato a casa in mattinata, ma non doveva essersi mosso dal Serenity, anche se avrebbe preferito che qualcuno glielo garantisse. Iniziava a preoccuparsi.

Sbuffò, non sapendo cosa fare visto che non rispondeva né ai suoi messaggi né alle sue chiamate.

L'unica cosa che riusciva a rasserenarla, oltre che imbarazzarla, era stato il risveglio che aveva avuto quella mattina.

Si era ritrovata stretta nel forte abbraccio di Falko, intrecciata a lui con braccia e gambe e, nell'aprire gli occhi, benché ovviamente fosse entrata in contatto più intimo del solito con lui, il lupo era riuscito a non fargliela pesare, riempiendola di baci con naturalezza, come se fosse normale, per loro, coccolarsi ogni mattina.

Si era sentita così protetta e al sicuro, magari non disinvolta quanto lui, ma felice.

Si morse il labbro inferiore, arrossendo e sentendo allo stesso tempo gli occhi illuminarsi.

Quella consapevolezza la toccava nel profondo, probabilmente perché era assolutamente certa che non sarebbe mai riuscita a trovare un lupo come Rich e che sarebbe riuscito a interessarsi solo a lei... certo, con Falko non poteva avere quella certezza, ma ormai era inutile negare di starne covando la speranza. Era così pieno di attenzioni e sguardi intensi, significativi, anche se magari non glieli esprimeva... stavano andando entrambi con cautela, lei per paura... lui chissà perché. Magari la stava ancora valutando, si stava ancora chiedendo se poteva fidarsi di lei...

Anche se purtroppo c'era una realtà che doveva affrontare. Falko sicuramente non avrebbe rinunciato ad accoppiarsi con le femmine del Branco, anche se avesse scelto lei, come prima femmina, come unica femmina da amare e quindi a cui legarsi.

Era sempre stata pronta ad accettare la cosa, diceva che avrebbe permesso al suo uomo di accoppiarsi con chiunque se solo fosse stato all'altezza di Rich... e adesso...

Adesso non ne era più così sicura. L'idea che quella notte la stesse passando con delle altre la feriva, sapeva di non averne alcun diritto, sapeva che non poteva avere pensieri simili, eppure non era possibile evitarli.

Il botto della porta che si chiudeva, la fece scattare indietro, mentre cacciava un grido. I suoi occhi erano lucidi e le sue guance rigate, non se n'era nemmeno accorta.

Rich, probabilmente credendo di attirare la sua attenzione, quando la vide in quello stato, spalancò gli occhi, il suo volto arrossì in un momento mentre la raggiungeva in poche falcate -Che cazzo ti ha fatto quel pezzo....!?-

-Rich! Maledizione! Ero così preoccupata!- e si appese al suo collo, singhiozzante mentre lui non riusciva a non sentirle addosso l'odore mascolino di Falko -Cosa è successo!? Che ti ha fatto!? Ci hai scopato!?-

E lo sentì inspirare sonoramente, probabilmente cercando di percepire con più precisione dove si fosse posizionato l'odore del rivale.

-Ma no, Rich... è stato dolcissimo, per favore... sono preoccupata per te, possibile che non capisci!?- gli domandò, ora singhiozzando più rumorosamente.

Forse non era stato lui a provocare le sue lacrime, ma certamente le stava intensificando.

Il biondo scese a guardarla, stringendo la mascella e tornando serio, stabilendo -Sto benissimo.- e fece per andarsene, ma lei gli afferrò il polso -Ma perché mi tratti così? Sei crudele!-

-Io sarei crudele?!- berciò però lui, scattando indietro verso di lei che si bloccò con sguardo atterrito, anche se solo per un momento, perché i suoi occhi rubini si riempirono di lacrime -Ci vogliamo bene e lui non è cattivo, perché non mi vuoi credere?-

-Perché non capisci che ti sta solo abbindolando, Lara?! Vuole solo portarti a letto!!-

-Non è vero! Non è così!- rispose però lei, alzando la voce a sua volta, battendo un piede a terra -Altrimenti sta certo che stamattina gliel'avrei data, cazzo!-

Lì, il compagno spalancò gli occhi argentei, scioccato. Fu il loro turno quello di arrossarsi -...Cosa?-

E vide la bionda passarsi una mano fra i capelli intrecciati disordinatamente sulla schiena -E' così. Abbiamo dormito insieme abbracciati e mai una sola volta ha tentato di sedurmi! In nessun modo!-

-Eppure ci è riuscito lo stesso. Ha capito in fretta come prenderti.-

Lara scosse il capo, dolente, vedendolo spostare lo sguardo, stanco -In ogni caso... sono tornato perché anche io ero preoccupato per te, sono sollevato che non ti abbia fatto nulla e che tu non gli abbia permesso di fare niente di cui certamente ti pentirai, ma non posso abbandonarti a te stessa e a questa folle idea che hai che lui possa essere... quello giusto.-

Ultimò, vedendola diventare purpurea in un momento, cosa che gli fece capire di averci visto lungo.

-Io non... io non lo penso affatto, Rich!-

-No?- la incalzò l'altro, con sarcasmo, alzando un sopracciglio -Riesci almeno a non dirmi stronzate?-

Lara strinse i denti, tremante e lui insistette -A chi diavolo pensi che andrei a dirlo!? Da quando lo conosci non fai altro che tenermi nascosti i tuoi pensieri reali! Ti ho visto affezionarti a lui così in fretta che, veramente, mi sorprendo di te...- e guardò altrove, scuotendo il capo allibito -Come se non lo conoscessi, cazzo...-

E le diede le spalle, facendo per muoversi verso il frigo, ma lei ribatté, adirata -Sei tu che non lo conosci e non vuoi conoscerlo. Mi fa piacere che tu sia tornato qui per chiarire, ma la tua posizione è totalmente sbagliata.-

Lo vide tirare fuori dei würstel mentre rispondeva -Caspita, ora non ti metti nemmeno in discussione, complimenti.-

La lupa era incredula davanti a quel commento -Certo non sono l'unica, in questa stanza!-

-I fatti parlano e questi valgono mille e più volte di ciò che ti ha voluto far credere lui.-

Lara lo vide sedersi e iniziare a masticare al che lei gli rispose -Quindi hai intenzione di aspettare che mi faccia del male così potrai andare a ucciderlo e dirmi "te l'avevo detto"?-

Gli domandò a quel punto, tagliando la testa al drago.

Lo vide scattare su di lei, allibito -Ma no!!-

-E allora cosa diavolo vuoi!? Io non mi allontanerò da lui! Non voglio!-

Stabilì, a quel punto, mentre il biondo stringeva le labbra, vedendo i suoi occhi di nuovo lucidi. Metterla davanti a una scelta non sarebbe stato leale, non sarebbe stato corretto... eppure era così dannatamente tentato!

-E allora non farlo.-

Doveva essere migliore di come era. Non sarebbe diventato Capobranco presto, ma non si era dimenticato le parole dell'amica quando gli aveva detto che non era all'altezza del ruolo.

Alzò gli occhi argentei su di lei e le tese la mano, dispiaciuto.

Lara singhiozzò, correndogli fra le braccia e riprendendo a piangere. Si sentì stringere forte, come sentì le sue labbra baciarle la tempia.

-Ti prego però, stai attenta...- la implorò poi, dopo qualche momento e la bionda annuì subito, sorridendogli affettuosa -Ti voglio così bene...-

-Anche io, bambina. Non lo immagini...-

La luce chiara dell'alba oltre il mare stava illuminando i corpi stanchi di Eva e Axel che avevano passato il pomeriggio ad allenarsi, anche se in quella parte del mondo era ancora buio.

Durante gli allenamenti il Demone aveva deciso di portarla in ambienti sempre diversi, posti che la ragazza non aveva mai potuto esplorare.

-Wow...- la sentì liberare con sorpresa Axel, forse per la prima volta.

La convivenza si stava rivelando ogni giorno sempre più piacevole, lei sembrava prendere più confidenza con le emozioni anche se ancora aveva un'eccessiva naturalezza nell'esprimerle.

-Non avevi mai visto il sorgere del sole?- domandò Axel con sorpresa, era seduto al suo fianco, accostato alla sua spalla.

-Non con questi occhi.- gli rispose lei, che sembrava catturata dalle sfumature di cui il cielo si era dipinto.

-E' normale che ora tu riesca a sentire con nuova intensità certe emozioni. Spurgare la tua anima dall'Essenza Titanica certamente ha cambiato tutto... sono felice che ti stia riprendendo così in fretta quella parte di te che ti è mancata per tutto questo tempo...- e le poggiò un braccio sulle spalle, vedendola sorridergli appena e poi accostarsi al suo petto, sentendo il cuore accelerare i battiti.

-Credo che sia anche perché sono vicina a te che mi sembra più bello...-

Gli rivelò, senza manifestare alcun imbarazzo, a differenza di lui che era arrossito -Oh... lo pensi davvero?-

E lei glielo confermò, annuendo silenziosa.

Lui fu sinceramente toccato dalle sue parole, era chiaro che lei sentisse finalmente un legame con lui: si fidava.

Scese a baciarle il capo, chiudendo gli occhi e inspirando il suo profumo.

"Non voglio che se ne vada..."

A quel pensiero si allontanò, sgranando immediatamente gli occhi sanguigni.

"Ma a che cavolo sto pensando?!"

-Ehi, Axel... è da un po' che volevo chiedertelo...-

L'altro, grato che la ragazza volesse cambiare argomento, le rispose in un fiato -Dimmi.-

La vide inspirare profondamente, per poi dirgli, anche se dopo aver temporeggiato -Perché tu e Tiara non avete avuto figli?-

E gli occhi magenta di lei salirono a guardarlo, notando quelli di lui sgranarsi con sorpresa, anche se li spostò presto verso il cielo, assumendo un'aria provata -Ci abbiamo provato, ma non è andata bene.-

La bruna abbassò lo sguardo e stavolta fu lei ad abbracciarlo, dicendogli -Scusa... forse sono stata maleducata.-

E l'altro sorrise debolmente, stringendola a sua volta -Lei si sente in colpa per questa cosa, ma non sappiamo se potrebbe essere colpa mia... e comunque è una cosa che ho superato. Adesso, sinceramente, non voglio più avere dei figli. Quel tempo è passato per me.-

Ed Eva assunse un'espressione incredula, alzando il viso su di lui, notando che era di nuovo arrossito -Lo pensi davvero!?-

Si fissarono per un lungo istante, poi lui fece spallucce -Quando ci abbiamo provato è stato tanto tempo fa, sono cambiato io ed è cambiata lei... ci amiamo ma... questa cosa in un certo modo ci ha un po' allontanati.-

E lei non parve sorpresa da quel commento, infatti gli fece notare -Sì, beh, non siete come i personaggi dei miei romanzi d'amore...-

-Credo sia colpa del tempo, delle abitudini, dell'infinita regolarità di ogni nostro impegno... siamo noiosi per questo.- e rise debolmente il Demone, anche se si vedeva che c'era una profonda tristezza nei suoi occhi che non la stavano più guardando. Eva parve non meno dispiaciuta e gli domandò -Perché vivete con Vlad? Voi non siete stati intrappolati dalle Ordinatrici. Potreste venire a trovarlo, piuttosto che convivere con lui...-

-Non so se da solo starebbe bene. Non voglio che esca senza autorizzazione, Eva. Vladimir è una creatura controversa. Tu conosci solo una parte del suo essere...-

-Pensi che possa tornare a fare del male se fosse libero?-

E ad Axel venne da ridere, guardandola -Stiamo parlando della fusione di due quintessenze, una di Demone e l'altra di Vampiro. Credi che ci sarà mai speranza per uno come lui?-

-Certo. Io ho avuto un'altra possibilità... e ho ucciso un'Ordinatrice. Dubito che lui sia arrivato a tanto...-

-No, ma a causa sua sono morte milioni di persone.-

-Quindi lui è colpevole anche degli omicidi dei suoi figli!? Che razza di ragionamento è!? Allora sono i miei genitori e i miei nonni ad essere i colpevoli delle mie azioni!?- gli domandò, allibita, vedendolo guardarla con gentilezza, mentre le accarezzava il viso corrucciato -Non arrabbiarti. Tu non hai fatto niente. Tu sei la vittima del Titano. Ti ha macchiata con la sua Essenza e ti sei comportata di conseguenza. Sarai responsabile delle azioni che compirai una volta che...- e gli morirono le parole in gola, vedendola sgranare gli occhi ancora una volta -Te ne andrai via.- finì il Demone, e a quel punto decise di alzarsi in piedi. Il sole era tramontato.

-Adesso torniamo a casa, o penseranno che siamo fuggiti via insieme.- e rise appena, cosa che però lei non fece.

Lo aveva sentito piuttosto evasivo alla fine della conversazione. Segno che non aveva argomenti sufficienti con cui disquisire.

Ma non voleva essere insistente o di nuovo fuori luogo, l'ultima cosa che desiderava era attirare il suo disappunto... anche se le dispiaceva molto sentirlo così demoralizzato.

Tornarono a casa presi per mano e Vladimir, in cucina, abbassò volutamente lo sguardo su quel legame, per poi tornare sui due.

Era seduto al tavolo, stava fumando -Bentornati. Com'è andato l'allenamento? Facciamo progressi?-

-Sì.- gli rispose Axel -Eva inizia a sviluppare i poteri del Puro di Cuore, cosa che ci sarà certamente d'aiuto durante la guerra.-

E Il Vampiro scattò con un sopracciglio, curioso -"Ci"?-

Il figlio arrossì e lo ignorò, muovendosi verso la cucina e chiedendo ad Eva -Scongelo qualcosa per cena. Vuoi delle patate arrosto?-

-Sì, grazie...- e la bruna si avvicinò a Vladimir, era visibilmente assorta nei suoi pensieri. Axel obbedì, poi si spostò -Vado in bagno.-

I due lo ignorarono, ma quando la porta del bagno si chiuse, Vladimir domandò -Che succede, Zucchero?-

-Nulla, sono un po' dispiaciuta, credo. Ho chiesto ad Axel il perché lui e Tiara non hanno avuto figli...-

E Vladimir storse la bocca -Mh...- aspirò dalla Magh, poi le rispose -Ti è sembrato triste mentre te ne parlava?-

-Molto. Tu non pensi che lo sia? Magari ho capito male...- disse subito lei, ora venendo invasa dai dubbi.

-Io penso lo sia, ma non ha mai manifestato un reale dispiacere. Né con me, né con la diretta interessata. Ma non sono sorpreso che l'abbia fatto con te.-

E la bruna parve non capire stavolta -In che senso?-

Ma l'altro sentì la porta riaprirsi e tagliò corto -Una sensazione. Te la fai una partita?-

E l'altra lo guardò storto, accusandolo -Sì, basta che non t'inventi regole all'ultimo!-

-Ehi! Non è andata così! -

-Certo che sì!-

#Mi raccomando, informati, Kyle...#

#Ma pensi davvero che stia ancora architettando qualcosa contro di te, Skar?#

#Non mi viene in mente nessun altro, quindi... mi raccomando!#

#Sì, sì, tranquilla... sai che puoi sempre fidarti di me.#

#Certo che lo so, tesoro. Ciao...#

E spostò gli occhi dal telefono la bella Skarlet Malfoy, dopo aver attivato la sua spia. Il ragazzo di Keira Zabini, nonché uno dei suoi pollastrelli, visto che la riempiva di informazioni utili che riusciva sempre a sfruttare a suo vantaggio. Fortuna che Keira e Janet erano ancora molto unite, nonostante gli anni lontani da Hogwarts...

Anche quella mattina si era svegliata fin troppo presto, per cui decise di muoversi al piano di sotto per allenarsi. Le gare di ballo erano ormai molto vicine. Non poteva perdere altro tempo.


A casa Malfoy, Darco appariva piuttosto distratto quella mattina mentre faceva colazione con i genitori. Era molto presto, quindi gli altri non erano ancora scesi.

Non faceva altro che pensare alla notte del giorno in cui Windy era tornata da lui. Così bella, così simile a come l'aveva lasciata e, naturalmente, pronta a riprendere da dove avevano lasciato.

Forse se fosse capitato a qualcun altro l'avrebbero preso per pazzo a pensare quello che effettivamente gli frullava nella testa e che aveva deciso di far notare alla Demone.

...

Erano in camera da soli e, sebbene una parte di Darco fosse pronta a riprendere esattamente da dove lui e Windy si erano lasciati, vederla denudarsi davanti ai suoi occhi e avvicinarsi a lui, pronta a offrirgli con quelle labbra un piacere che, quando erano ragazzini, si era spesso imbarazzata a mostrargli... lo aveva bloccato.

Una parte di lui gli aveva lanciato un messaggio preciso, convinto "Questo non è da lei."

E, fosse stata l'unica cosa, certamente ci sarebbe passato sopra. La morte l'aveva cambiata... magari certe cose che la impaurivano un tempo, ora non la toccavano più di tanto, come il confronto con chi la pensava diversamente da lei.

E non poté proprio non rivedere le occhiatacce che aveva lanciato a Monica, anche se, dopotutto, erano Demoni. Era normale per loro trattare i mortali in quel modo. Erano solo degli esseri inferiori.

Quindi perché la cosa gli stava mettendo su tutti quei dubbi? Era diventato così paranoico da non riuscire a fidarsi nemmeno dell'unica donna che avesse mai amato nella vita?

-Windy, voglio dirti una cosa...-

-Chiamami Anwyn. Mia sorella ha dato la vita per noi e voglio che sia contemplata sempre nel nostro rapporto, anche se ormai lei... non esiste più. Il suo sacrificio mi ha permesso di tornare con te, ci ha permesso di avere la possibilità di essere eternamente felici!-

Gli disse, piena di quell'amore nello sguardo che lo fece sentire mortalmente in colpa per i cattivi pensieri che aveva avuto nei suoi riguardi.

"Sono una persona orribile"

-Va bene, amore mio. Voglio però dirti una cosa molto importante e desidero davvero che... che tu non la fraintenda.- premette, guardandola nei suoi splendidi occhi azzurri e muovendo appena la mano, mentre gli abiti la rivestivano.

-Non mi vuoi?-



Spazio Autore

Ehh Zac! Capitoletto corto perché quelli dello scorso erano lunghiiiissimi! E lo sapete bene! XD

Scopriremo la prossima volta cosa ha detto Darco alla nostra Demone per giustificare il suo temporeggiare! A Sabato! Sauu!

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