Ciò che tu non mi dai (Parte IV)
Sharlize riprese a singhiozzare mentre scuoteva il capo ma Darco ebbe il dubbio che quelle scuse non fossero per l'amica, quanto per lui.
Sbuffò, come sempre insoddisfatto quando si relazionava a quella sciocca strega e guardò la gemella, la vedeva davvero molto provata.
Rimasero entrambi in silenzio per un po', lui aveva fatto sparire le ferite apparse anche sulle braccia e sul ventre. Quando si fu assicurato che stava finalmente bene, provò a raggiungere i suoi capelli con la mano, ma il capo di lei si spostò improvvisamente e lui fermò la mano a mezz'aria.
-Non mi toccare.- la sentì dirgli, con voce tremante, ma decisa. Era lei ad essere arrabbiata in quel momento e lui deglutì, pensando che, probabilmente, aveva un po' esagerato.
-Me ne sarei dovuto lavare le mani, Sharlize? Come puoi pensare che io....-
-Avresti dovuto continuare a fare ciò che hai fatto per diciotto anni.-
Con quelle parole lo ferì profondamente, scioccandolo. Sì, forse quella era la prima cosa sensata che le sentiva dire.
Il Malfoy a quel punto decise di alzarsi in piedi e lei spostò con indecisione lo guardo su di lui, vedendolo mettersi dritto, aveva la guancia rigata.
-Fai ciò che vuoi, non m'intrometterò più.-
E sparì, lasciandola sola in bagno con la sua rabbia ma anche con il suo profondo senso di colpa.
Si vestì e decise di uscire di casa, muovendosi in spiaggia e decidendo di chiamare Monica.
-Ehi, come ti senti?-
-Mi ha curata, sto bene. Non avrebbe mai dovuto dirti quelle cose, Moni'. Ti prego, non dargli peso. È solo invidioso e non riesce ad accettare che io preferisca mille volte te a lui!-
Sentì la strega in silenzio in quel momento, così la sollecitò -Moni'...-
-Come siete rimasti, Lize?-
-L'ho cacciato via. Voleva fare pace ma gli ho detto che avrebbe dovuto fregarsene, come ha sempre fatto!-
Monica rimase in silenzio ancora e poi le disse -Sei stata ingiusta, Sharlize. Se avesse saputo, avrebbe agito prima...-
-Ha sempre saputo del mio disagio con Filipp, Monica! Se n'è interessato ora che ci sei tu! Perché per la prima volta non è al centro della mia attenzione, attenzione che poi ha sempre rifiutato in questi anni! Cacciandomi via!- singhiozzò, ferita e Monica dall'altra parte mormorò -Ci tiene tanto a te, 'Lize. Non puoi dirmi il contrario... era scioccato quando ti ha visto in quello stato. Forse non ha agito per il meglio, ha sottovalutato la cosa pensando che derivasse solo dalle tue ansie e certo, oggi, non è stato comprensivo... ma nemmeno tu dici le cose come stanno. Gli hai mai parlato dei tuoi problemi con Filipp come qualcosa di così grave?-
Sharlize lì strinse le labbra, pensierosa mentre singhiozzava -Non importa questo, lui...-
-Lui si è fidato di te. Se non gli parli come puoi pensare che si preoccupi per te? Con la magia ormai si può nascondere quasi tutto e se veniva solo quelle due o tre volte all'anno era per colpa dello studio, sei stata tu a dirmelo, è sempre stato ossessionato dal desiderio di proteggervi e per questo è stato pronto anche a sacrificare il suo rapporto con voi. Non puoi accusarlo per questo. Adesso sta cercando di recuperare...-
Le disse, con voce comprensiva e Sharlize singhiozzò, scendendo sulla sabbia e sedendosi, singhiozzante -Come puoi difenderlo dopo tutto quello che ti ha detto!?-
Sentì la bruna trattenersi un momento, per poi dirle, con voce rotta -Perché ha ragione lui. Stai male... e non sono stata in grado di aiutarti in nessun modo.-
-Non è vero, Moni'! Cavolo! Lo sapevo che ti aveva messo in testa delle idee strane! Non è così, cavolo!-
-Ma se crede di avermi demotivata, beh... si sbaglia. Ti voglio bene, Sharlize e... credo nella nostra amicizia. Non posso certo dire di conoscerti totalmente, ma non voglio perdere il rapporto che stiamo creando, inizio a tenerci davvero e m'impegnerò per essere una buona amica, quindi, ti prego... fai pace con lui. Sei stata ingiusta, non se lo meritava.-
-Ha detto che... posso fare quello che voglio, quindi non dirà niente a nessuno.-
-Appunto. Se fosse quella persona meschina che mi hai descritto poco fa, sta' certa che sarebbe corso a dire ogni cosa a tua madre e tuo padre. E invece cercherà sicuramente una soluzione per i fatti suoi.-
La rossa prese a osservare un paguro sulla sabbia che si trascinava la conchiglia a cono.
Poi ammorbidì lo sguardo e le rispose -Hai ragione.-
La sentì sospirare sollevata e dirle -Ti sentirai meglio anche tu, vedrai.- e quella annuì appena, dicendole -Sei... la migliore amica che si sia mai vista.-
E con quelle parole rievocò la critica di Darco, ma in positivo stavolta, tanto che riuscì a farla sorridere -Anche tu.-
Dopo essersi quindi salutate, Sharlize tornò in casa. Pensava di trovare di nuovo suo fratello in cucina, intento a studiare, ma non c'era.
"Probabilmente è uscito..."
Salì al piano superiore e raggiunse la porta chiusa della sua camera, bussando dopo un momento di indecisione.
-Chi è?!-
Sentì il tono irritato e deglutì, dicendo -Sono io.-
Fu il silenzio dall'altra parte, poi però sentì il suo tono farsi più docile -Entra.-
La rossa abbassò quindi la maniglia e varcò la soglia, sgranando gli occhi nel vedere il vortice di libri chiusi che il fratello, fino a poco prima, stava valutando.
Sul letto erano affiancati diversi titoli e avevano tutti a che fare con le Fate e con le malattie riferite ad esse. Lo vide ritirare il vortice e riportarlo sul soffitto. La stava fissando da quando aveva varcato la soglia.
Sharlize deglutì ancora e vedendolo tanto triste, venne presto contagiata dal suo stato d'animo e gli disse -Mi dispiace.-
Vide i suoi occhi violetti illuminarsi mentre scendeva dal letto e si muoveva subito verso di lei, correndo ad abbracciarla forte -Sono stato così preoccupato per te, da quando ho intuito che fosse più grave di quanto non dicessi tu! E poi ti ho vista per terra, piena di sangue... io... io non ci ho visto più, Sharlize!-
Ammise, mostrandole finalmente una parte vulnerabile di sé e non vedendola sorridere appena, sulla sua spalla. Non era poi così impassibile come faceva sembrare.
-Io amo Filipp, anche se in questo periodo... mi viene davvero difficile. Stargli vicino mi fa stare male e... finché era nausea, mal di testa e attacchi di panico, potevo pensare che fosse un fattore emotivo, che fosse colpa mia ma... oggi non posso più giustificarlo. Era davvero la prima volta che mi si spaccava la pelle, Darco. Non... non mi era mai successa una cosa simile!- gli disse, singhiozzante ora, cercando i suoi occhi e vedendolo guardarla mentre le accarezzava il viso -Non è necessario che lo lasci se tieni tanto a lui, dopotutto non è uno stupido, se gli spiegassi la situazione e gli dicessi che per te le cose stanno peggiorando, non credo che non avrebbe la pazienza di aspettare che io trovi una soluzione.-
La rossa aveva gli occhi sgranati, non si aspettava certo che Darco cercasse un modo per non farli lasciare.
In effetti, quella prospettiva la rasserenava di più -Gli parlerò presto... e sappi che l'avrei fatto comunque.-
Tenne a sottolineare, vedendo nei suoi occhi ulteriore dispiacere -Non penso che tu sia una stupida, Sharlize. Ma sicuramente sei molto emotiva e non posso condividere sempre il tuo modo di comportarti, perché stavolta.... hai davvero sbagliato a non dirmi come stavano le cose. Puoi anche avercela con me, ma sai che non direi niente a nessuno se tu me lo chiedessi. Non ho bisogno di alcun aiuto per risolvere determinati tipi di problemi, men che meno se riguardano la magia... e tu lo sai questo.-
La sorella deglutì, arrossendo appena, sapeva che non avrebbe desistito comunque dal sgridarla, anche se la stava stringendo forte a sé.
-Siamo diversi e poi te l'ho detto, è la prima volta che peggiora in questo modo...-
-Sì, ma state insieme da molto e ancora non avete saldato il vostro rapporto... non poteva essere legato del tutto all'ansia, credevo che in parte non fossi sicura tu e ti vergognassi a dirlo... non credevo che fosse così grave, visto che lo era già da prima dei tagli. Non è normale che ti venga da rimettere, dopo che baci il tuo ragazzo e non c'è proprio bisogno che te lo dica.-
-Pensavo fosse solo ulteriore ansia.- tagliò corto lei, che aveva già spostato lo sguardo mentre lui roteava gli occhi e scuoteva il capo -In ogni caso, adesso m'impegnerò per risolvere tutta la situazione. Ci sono altre cose che dovrei sapere?- le domandò, prendendola in contropiede mentre lui la osservava e la rossa vide i gemelli Hegland passarle davanti, insieme ai loro baci... alle loro dita indiscrete.
Solo quel pensiero riuscì a rasserenarla, in quel momento e liberò, istintivamente -No.-
Con i ragazzi non c'era ancora niente di chiaro, anche se il loro pensiero stava ormai invadendo i suoi sogni, nonché i momenti vuoti della giornata.
E dopo il primo momento di pace, correlato a loro, ne arrivava un secondo, intriso di tristezza e di malinconia.
Le mancavano entrambi, desiderava vederli e ogni giorno quella consapevolezza diveniva sempre più chiara.
Si separò dall'abbraccio, ma lo sentì afferrarle il viso e baciarle prima la fronte, poi scendere alle sue labbra.
-Ti voglio immensamente bene, sorellina. Te ne vorrò a prescindere da qualunque altra cosa.- le disse, eloquente, vedendo i suoi occhi illuminarsi e rispondergli -Anche io, Darco.-
Solo più tardi il Malfoy avrebbe ripensato a quella scena, vedendo il suo ritorno immediato con occhi diversi. Gli occhi di uno che riusciva sempre a eliminare l'emotività dalle situazioni, leggendole con la lucidità necessaria. Sua sorella era emotiva, testarda e immatura, questo era un fatto e purtroppo sapeva bene che, se era venuta così in fretta a chiedergli correttamente scusa per il suo comportamento... non poteva proprio essere un caso.
La camera di Alexis Hegland era vuota, a meno della presenza della giovane Bryanna Smith.
La mora portava un lungo vestito celeste. La generosa scollatura era decorata da pallidi ricami floreali, mentre i lunghissimi boccoli nero corvino l'avvolgevano come una nuvola, pronta alla tempesta.
Era determinata, in parte arrabbiata, ma probabilmente più spaventata che tutto il resto.
Il tempo le aveva dato modo di capire che ogniqualvolta Alexis assumeva un qualche atteggiamento sbagliato, lei reagiva erroneamente, ovvero dandogliela vinta e trovando sempre un modo per giustificarlo.
Le erano sempre bastati il suo sorriso, le sue scuse sussurrate all'orecchio e i suoi tiepidi abbracci a farle dimenticare la sofferenza provata nel venir sempre data per scontata.
Quella sera, sul suo letto, prese un profondo respiro. Erano le nove e mezza della sera. Sapeva che era a casa a cena quel giorno, quindi molto presto sarebbe risalito in camera propria e l'avrebbe trovata lì, senza il suo permesso.
Probabilmente si sarebbe arrabbiato, ma non le interessava. Era per una buona causa. Doveva assolutamente fargli capire il suo punto di vista e quanto poco avesse avuto ragione a prendersela se solo per due settimane aveva evitato di cercarlo, anche se non a caso.
Con Adam andava tutto benissimo, finalmente si sentiva desiderata davvero da qualcuno, non solo, il mondo le sembrava decisamente più bello e tutta quella positività sapeva che era data dal bel periodo che stava trascorrendo con lui... anche se, in cuor suo lo sapeva, mancava sempre qualcosa.
-Che ci fai qui?-
Trasalì, quando il corso placido e regolare dei suoi pensieri venne scosso dalle parole gelide del nuovo arrivato.
Spostò i luminosi occhi verde mela e lo inquadrò.
La luna lo illuminava, anche se i suoi occhi ferini avrebbero comunque brillato nell'oscurità. Era arrabbiato, glielo leggeva nello sguardo e ovviamente, vederlo così la sensibilizzò, tanto che il tono si fece più morbido di quanto non volesse.
-Ciao. Sono qui per parlare.-
Lui la osservò ancora duramente, come se stesse cercando di intimidirla.
Probabilmente non gli interessava granché di ciò che aveva da dirle... ma stavolta avrebbe parlato, non se ne sarebbe rimasta zitta. La preoccupava saperlo così furente con lei, ma doveva capire anche lui come si sentiva.
Al telefono non l'aveva quasi lasciata parlare e per lei, sentirlo così furioso, era stato un vero colpo... non aveva nemmeno cercato di contraddirlo più di tanto.
Stavolta voleva che le cose andassero diversamente.
-...E io, se non erro, sono stato abbastanza chiaro a tal proposito. Non abbiamo nient'altro da dirci.–
Fece lui gelidamente, spostandosi verso l'armadio e liberando il torace da ogni ingombro. Si sarebbe messo presto il pigiama.
-Tu lo sei stato, io per niente. Quindi è meglio chiarire.-
Oh, quanto gli era mancata...
Alexis alzò il mento mentre le dava le spalle, chiuse gli occhi e inspirò a labbra schiuse, avvertendo nell'aria il suo buon profumo.
Placava totalmente i suoi sensi, la sua ira. L'ira di non aver potuto godere della sua presenza in quei lunghi giorni, in quelle settimane.
Aveva sbagliato, ma una parte di lui gioiva come un bambino e gli ripeteva "Che importa? Che importa? Lei è qui! Ė qui per te!"
Bryanna osservò attenta le spalle candide del ragazzo. La sua voce, come una doccia fredda, le aveva ricordato esattamente cosa ci faceva lì e come avrebbe voluto impostare il suo discorso. Lo aveva pianificato in ogni dettaglio, immaginando anche le sue repliche distaccate e sardoniche.
-E allora parla. Dubito che riuscirò a mandarti via da qui, per cui...-
La voce faceva trasudare irritazione, ma lei non vi badò.
-Sei arrabbiato, ne sono consapevole, Alex. Sono qui per chiederti scusa...-
Il Diurno non si volse, iniziò a slacciarsi i pantaloni e si mosse verso il letto, finendo di spogliarsi davanti a lei, mentre la fissava.
Stava cercando di distrarla abilmente. Ma non era certo la prima volta che lo vedeva spogliarsi... per quanto non poté che avvertire il proprio cuoricino rispondere, poco collaborativo al desiderio di dare una parvenza decisa di sé.
-L'hai già fatto e hai avuto la tua reazione, perché pensi che questo gesto possa cambiare la mia risposta?-
Le domandò lui, vagamente incuriosito. Si spogliò definitivamente e iniziò a infilarsi i pantaloni del pigiama, sedendosi affianco a lei un momento.
Inutile sottolineare che avrebbe potuto usare un incantesimo per rendere le cose più semplici a entrambi.
-Perché sai che ci tengo moltissimo a noi! Sei offeso solo per punirmi, non perché lo sei davvero! Questo è un atteggiamento infantile! E non me lo merito!-
Il moro quindi si levò in piedi, andando a cercare nella tasca del giubbotto appeso il pacchetto di Magh, cosa che fece con molta calma.
Era arrabbiato, moltissimo. Tuttavia, una buona percentuale di lui dopo le sue scuse al telefono, i numerosi messaggi e le chiamate a cui mai aveva dato una risposta aveva visto il pentimento e l'aveva perdonata.
Buona parte di lui si stava solo vendicando. Vendicando con la sua unica e migliore amica.
"Sono uno stronzo, dopotutto è la sua prima esperienza..."
Chiuse gli occhi, percependo da sé stesso una nota più matura, più adulta. Si stava comportando male, ma era più forte di lui.
Voleva farle capire che non poteva trattarlo in quel modo, che non...
"... non voglio essere messo in secondo piano"
Le mani tremarono al pensiero di quella consapevolezza. Alex era certo del posto che lei occupava nel suo cuore, ma lui? Lui che posto aveva in quello di lei?
-Un po' te lo meriti. Ammettilo, Bryanna.- la sua voce, sottile come una lama, riuscì a ferirla e infatti la sentì chiaramente trattenere un singulto, ma non si volse a guardarla, non voleva vedere i suoi occhi feriti dalle sue parole, benché fosse abbastanza sicuro del suo.
"Non avrebbe dovuto, cavolo... le scuse non mi bastano"
Arrivò per giunta a pensare, chiedendosi subito dopo però, cosa, esattamente, gli sarebbe potuto bastare.
"Già, cosa posso pretendere di più da lei?"
Nonostante la sua replica, lei non era andata via. Anche se doveva immensamente difficile sopportare che lui volesse ferirla e farla soffrire, vendicandosi.
"Sono un dannato stronzo"
Non sapeva cosa aspettarsi da lei, forse una ritirata, mentre si spostava con la Magh verso la finestra, continuando a darle le spalle.
Inaspettatamente però la sentì ridere. Con una risata amara e avvelenata dal sarcasmo. Qualcosa che non era mai uscita dalle sue labbra.
-Certo, io me lo merito. Vero, Alexis?-
C'era ironia e sarcasmo nella sua voce e tanta, tanta rabbia... ma c'era anche altro.
-Non capisco cosa ci trovi di diver...-
-Sei tu quello che è stato ferito, vero? Povero, Alexis. Dimenticato dalla sua migliore amica, eh? Sei offeso? Ho trovato una persona che mi fa stare davvero bene, che mi fa sentire diversa, più donna e per la prima volta nella mia vita... desiderata. Nessuno, mi ha mai fatto sentire in questo modo, nessuno.-
Quell'ultima parola lasciò le sue labbra roca, strascicata e piena di rancore represso e lui ne fu profondamente colpito.
C'era una labile accusa nell'aria. Un'accusa non diretta, ma che riuscì a prenderlo in pieno petto, facendolo sentire comunque in colpa.
-Ma tu riesci solo a pensare che per due misere settimane ho dimenticato di chiamarti! Ti ho chiesto scusa in mille modi, ma ancora mi dai le spalle, mi sputi il tuo rifiuto, quando io, per anni, ho dovuto sopportare di essere solo... l'amichetta da cui andavi solo perché non avevi niente da fare, solo perché quel fine settimana, alla Corte, non c'era niente di interessante, o nessuno...- sottolineò, alzandosi in piedi e raggiungendolo, senza vedere gli occhi sgranati di lui e la mano con la Magh tremare. Era riuscita a farlo arrossire, anche se le stava ancora dando le spalle.
–Perché te ne sei dimenticato, vero?! Hai dimenticato quanto tu sia stato palesemente succube di Hazel, per anni, di come il suo pensiero ti invadeva la mente quando lei non ti ha mai calcolato come desideravi e come meritavi! Hai dimenticato la moltitudine di volte in cui, disperato davanti al fare distaccato di lei o davanti ai suoi continui rifiuti, te ne venivi da me! Dopo essere sparito per mesi! Alla ricerca di una consolazione da parte mia che MAI ti ho rifiutato! MAI ho osato offendermi, perché saperti vicino a me cancellava ogni offesa! Dimenticavo di essere solo quella scema che, nel bene e nel male, c'era sempre! Quella incapace di arrabbiarsi! L'hai dimenticato, vero!? Molto comodo! Sei uno stronzo! Un egoista! Ecco cosa sei!-
Quando lui capì che ormai era prossima alla sua schiena, si volse a guardarla.
Era meravigliosa, anche con quell'espressione furente sul volto, mentre gli occhi lucidi illuminavano il chiarore delle sue iridi.
Tuttavia, la consapevolezza di essere stato lui la causa di una reazione così forte e per nulla da lei, di averla costretta a reagire in quella maniera, quando sarebbe dovuto essere tutto diverso, gli fece capire che non avrebbe mai più voluto vederla in quello stato. Certo non a causa sua.
Quando si volse, lei poté vedere i suoi occhi rossi immersi nelle lacrime, mentre la guardava scioccato. Non si aspettava una reazione di quel tipo da lei, né la desiderava.
-Mi dispiace... non ho mai pensato che ci avessi sofferto così tanto. Sono davvero un egoista... l'idea che qualcuno possa allontanarti da me mi terrorizza, Bryanna, proprio perché so quanto sia fondamentale per me la tua presenza nella mia vita. Non voglio perderti...- ultimò, con voce rotta, vedendo così anche l'espressione di lei ammorbidirsi -Mi avevi detto che non ti andava bene che stessi con un lupo, chiamarti e dirti che... che finalmente qualcuno si era davvero interessato a me avevo paura che ti facesse arrabbiare ancora di più... e....-
-Ed è così...- rivelò lui, non resistendo però alla tentazione di afferrarle un boccolo, dopo aver fatto sparire la Magh -Ma mai quanto vederti sparire, Brinn. Sei una delle poche persone di cui mi fido davvero e...- singhiozzò, vedendola quindi raggiungerlo e poggiargli le mani candide sul petto, dicendogli -Non l'avrei mai fatto se avessi mostrato anche solo un minimo di felicità per me, sarebbe bastato anche solo quello...-
E lui deglutì, annuendo con difficoltà.
"La fa sentire desiderata..."
Quella consapevolezza lo punse ancora, come aveva iniziato a fare da quando era entrato nell'ottica che Bryanna non sarebbe rimasta a sua totale disposizione, come era sempre stata. L'aveva data per scontata, era un fatto, e solo ora se ne rendeva conto, anche se...
–Brinn, sono preoccupato, tutta questa storia è nata perché io sono solo terribilmente preoccupato per te! Non mi fido dei lupi, non mi sono mai fidato e lo sai, sai perché! Sono rozzi, senza controllo, senza alcuna delicatezza. Tu... tu hai bisogno...- e si morse le labbra, pensando che stava esagerando, ancora una volta -Scusami, non voglio più litigare con te, non... non lo sopporto, davvero!-
Le disse, vedendola osservarlo con attenzione e poi cercare di rasserenarlo -Avete minacciato tutti Adam e se non fosse davvero interessato a me non si comporterebbe come si comporta. È gentile, premuroso, affettuoso...-
E Alex allungò una mano sul suo viso, con espressione provata -E come si può essere diversi con te? Sei meravigliosa...- le disse, vedendola accusare quel complimento dolorosamente, anche se si morse la lingua prima di ricordargli che per quanto fosse ammirato da lei, non si era mai spinto oltre.
Non era sufficientemente meravigliosa, evidentemente.
-Sì, con l'unica differenza che è interessato a me anche come donna, non solo come amica, Alex... Ti sembra così strano che un uomo possa provare per me queste cose nello stesso momento?!-
Lì, lo vide assumere un'aria davvero disperata e afferrarle il viso, cercando i suoi occhi. Appariva di nuovo offesa.
–Ma cosa diamine dici? Stupida... mi sorprenderebbe solo il contrario, credimi. Sai perfettamente cosa penso di te!-
E lei annuì debolmente, tornando quindi a guardarlo e dicendogli -Io non smetterò però di frequentare Adam. Non ti sto obbligando a fartelo piacere... ma vorrei che semplicemente accettassi la cosa e capissi che per la prima volta mi sento davvero speciale per qualcuno, ed è bellissimo.- sostenne, con voce rotta e lui le accarezzò lo zigomo, annuendo debolmente -Se lo farò... mi perdonerai?-
E la bruna annuì subito, vedendolo quindi raggiungere il suo viso e sfiorare il naso col suo mentre la guardava negli occhi -Non cercherò più di screditarlo ai tuoi occhi, né lo aggredirò più... ma continuerò a pensare che uno stupido cane non possa essere nemmeno paragonato a te. Meriti di molto meglio.- sostenne, convinto e lei addolcì ulteriormente lo sguardo, baciandogli il mento, mentre lui la baciava sulla radice del naso e poi la fronte.
-E io non ti obbligherò a conoscerlo o a fartelo piacere, per quanto vorrei davvero che avessi delle vedute più ampie. Non tutti i lupi sono uguali e Rich ne è la dimostrazione lampante.-
-Lui è cresciuto con noi, certo non alla Tana. Sono cose ben diverse... in ogni caso non è necessario proseguire su questo argomento.- sostenne, stringendola nel suo abbraccio e guardandola dall'alto -Resti qui, a dormire?-
E lei lo guardò bonaria, accarezzandogli il volto -No, lo sai, Alex. Se vuoi domani usciamo...- gli propose e lui annuì appena, arrendendosi al suo diniego che già immaginava. Poco dopo l'amica decise di smaterializzarsi a casa propria, lasciandolo solo in camera, solo con i suoi pensieri.
Qualcosa ancora lo feriva e lo preoccupava. Era la malinconia.
La consapevolezza che il tempo stava passando, che lei stava andando avanti e che, da quel giorno, nulla fra loro sarebbe più stato come prima.
Spazio Autore:
E anche questo è bello che andato, spero vi sia piaciuto! Almeno abbiamo avuto i nostri chiarimenti, per una volta abbiamo un completo lieto fine XD Il prossimo sarà lunedì! Baci!!
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