Capitolo 14
Il risveglio della fame
Un furgone sfrecciava sull'asfalto ghiacciato; a guidare era un uomo barbuto, consumato dalla stanchezza. Aveva gli occhi spenti e le palpebre pesanti, puzzava di sudore.
La strada ripida si inoltrava nella foresta scura, lì dove nemmeno i raggi del sole riuscivano a trasparire oltre le folte chiome dei pini.
Il sentiero di rocce e terra rendeva il viaggio turbolento, ma non abbastanza da necessitare un cambio di tragitto.
Forse per il sonno o per la distrazione, l'uomo non vide il pericolo in cui stava incombendo; un'ombra quadrupede si spostava agile da un albero all'altro, lasciando percepire solo lo scricchiolare delle foglie secche ai piedi delle grosse radici.
Con l'aiuto dei propri artigli l'essere forò una ruota, poi due: il camper era ormai bloccato nel bel mezzo del fitto bosco.
L'uomo barbuto aveva sbattuto contro il volante del proprio veicolo, azionando l'airbag ed il clacson fastidioso.
Tuttavia, la bestia che infestava il bosco non si fece spaventare dal suono acuto, procedendo a passi felpati verso lo sportello dell'autista; era il suo bottino, la "lepre" che aveva ingannato con tanta facilità.
Ora doveva attendere che l'uomo avanzasse da solo nella trappola, per assaporare il suo terrore prima della carne.
Maya - che per tutta la mattina aveva dormito intensamente - non si svegliò prima delle undici; con lo sguardo perso e gli occhi assonnati, scrutava il cielo nuvoloso al di fuori della propria finestra.
Con molta calma si fece una doccia tiepida e si vestì prima di scendere al piano inferiore; mentre inzuppava i biscotti al cioccolato nel latte caldo, domandava a se stessa i programmi della giornata. Percepiva la strana impressione di aver dimenticato qualcosa, qualcosa di importante... tuttavia, la sua mente non riusciva proprio a rammentare che cosa.
Tornò di sopra e si distese sul letto disfatto con la testa pesante.
La creatura che aggirava il veicolo imprigionato nelle radici poderose, adesso stava esitando sulla prossima mossa. Il suo vero obiettivo, in realtà, non era l'uomo al volante ma il retro del furgone, poiché esso conteneva grandi quantità di carne fresca e sanguinolenta, probabilmente destinate ad un trasporto di commercio alimentare; ma come poteva accedere al bottino se quest'ultimo era barricato dalle pareti della vettura?
L'unica alternativa che balzò alla mente del predatore, fu quella di abbandonare l'impresa e cambiare bersaglio: ma oltre alla sua trasgressività - che spesso, non comportava nulla di buono - Jake era determinato.
Era evaso dal capannone di legno per la seconda volta, infrangendo le regole della coraggiosa umana che l'aveva ospitato, solo per ritirarsi sconfitto dalla battaglia? Certo che no, il lupetto non poteva arrendersi ora. Le sue intenzioni ed azioni erano giustificate da una ragione assai più importante di una semplice trasgressione istintiva: il risveglio della fame.
Per qualche strano motivo Jake era ritornato a desiderare l'atto della morte come bisogno primario, inoltre la sottomissione da lui dimostrata nei giorni precedenti - in attesa di un pasto pronto dell'umana - non era più un'opzione.
Accecato dalla sete di sangue, il lupo pareva non ragionare più: si dimenava sugli sportelli del furgone come un dannato, sperando di riuscir a procurare qualche danno alla vettura. Poco dopo si azzittì, udendo un rumore di passi nelle vicinanze.
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Salvataggio
Ruby Myers era una ragazza dai meravigliosi capelli rossi e gli occhi castani, lucenti come il sole.
La sua tenda era collocata nei dintorni, distante qualche miglia dalla cerchia di abitazioni ed edifici che animavano la zona centrale del territorio alaskano.
Consueta a campeggiare da sola nei boschi dei Paesi stranieri, anche i minimi suoni nelle circostanze la tenevano costantemente vigile.
Mentre ripiegava il sacco a pelo su se stesso, smontava i chiodi della tenda e cancellava ogni traccia di rifiuti organici come il focolare mantenuto in vita la notte precedente, udì un acuto suono prolungato che segnalava la presenza di veicolo a motore.
Una volta dopo aver raccolto tutto l'occorrente e lo zaino in spalla, l'avventuriera Myers si fece coraggio lasciandosi guidare dal clacson.
A passo svelto, la giovane ragazza camminava nei suoi stivaletti di gomma in direzione sud-ovest, allontanandosi dalla vecchia postazione situata poco più a nord della città più vicina.
Le sue mani tremavano; se era per il freddo o la paura, solo Dio lo sapeva.
In effetti le sue dita erano anche un pochino congelate, poiché i guanti lasciavano fuoriuscire le punte delle dita che sembravano quasi stringere la freschezza dell'aria montana.
Il restante vestiario della ragazza era altrettanto leggero, poiché all'interno del sacco e della tenda non era necessario aumentare il calore corporeo.
Adesso che nelle sue vene scorreva sangue freddo però, un ulteriore strato di lana, così come una sciarpa o una giacca più pesante, sarebbe stato utile.
Quando il suono della vettura iniziò ad essere sempre più rasente e pressante, Ruby capì di aver percorso la giusta via. Accelerò di poco il passo, scorgendo il camper fermo tra gli alberi colossali.
Qualcuno, probabilmente un uomo, era svenuto all'interno; prima che la giovane dai capelli rossi potesse prestargli soccorso, vide una figura muoversi sul retro.
Intanto a casa Collins, Maya ebbe l'illuminazione che attendeva da tutta la mattina; dopo essersi alzata rapidamente dal letto, congiunse le mani tra i capelli biondi spettinati, scuotendo la testa incredula: come aveva potuto dimenticare una cosa così fondamentale ed unica nel suo genere, in una mattina gelida come quella? Jake era chiuso nella capanna vicino al bosco da oltre dieci ore ormai, senza cibo per nutrirsi o spazio all'aperto dove gironzolare!
Si sentiva tremendamente in colpa, anche perché non capitava tutti i giorni di dover prendersi cura di un lupo selvatico.
Scese di corsa le scale, nel mentre infilava giacca e cappello sulla soglia del portone; raggiunse il capanno di legno e procedette al suo interno.
Jake non c'era.
Proprio quando stava per perdere le speranze, pensando alla peggiore delle ipotesi - ad esempio che suo padre o i domestici avessero scoperto il nascondiglio del lupetto - notò la finestra aperta; Jake era scappato, eppure Maya sapeva che non era andato lontano.
Leggermente sollevata, chiuse la porta alle sue spalle avanzando nel fitto bosco; nel giro di venti minuti la ragazza si imbatté in un veicolo nel bosco, dove una giovane dai capelli rossi stava contemplando qualcosa terrorizzata. Si avvicinò e scorse la figura di un lupo selvatico, il quale adesso la stava puntando con uno sguardo ostile: «Jake?» lo riconobbe quasi immediatamente dal colore del pelo grigiastro e bruciacchiato, le zanne sporgenti e la ferita alla gamba destra; i suoi occhi però, erano cupi e selvaggi come nel loro primo incontro. Il lupo si impuntò sulle zampe anteriori ed incominciò a ringhiare ferocemente, sembrava non riconoscere la ragazza.
Ruby – che nel frattempo aveva scavato nella neve con le suole dei suoi stivali per raccogliere una pietra, un ramo appuntito o qualunque altra cosa da utilizzare come arma – notò una strana sicurezza da parte della nuova ragazza, la quale si avvicinava a passi lenti in direzione del lupo senza lasciarsi dominare dalla paura.
《STAI ATTENTA!》 le urlò alle spalle impugnando un sasso scheggiato. Maya non si lasciò distrarre poiché era già nell'atto di lanciarsi ai piedi dell'animale e trattenerlo con le braccia; sebbene quest'ultimo fosse cinque volte più forte e resistente dell'umana, la salda presa di quest'ultima intorno alla zampa ferita impediva al lupo di sfuggirle.
Ruby rimase pietrificata dalla scena e, con la voce strozzata dallo stupore, stringeva ancora più violentemente la misera pietra con cui confidava di difendersi. Le scheggie penetravano nel suo palmo a tal punto da farlo sanguinare, ma ciò nonostante non abbandonava la presa.
Allo stesso modo Maya continuava a stringere Jake nel tentativo di calmarlo, ma esso si dimenava in tutte le direzioni cercando addirittura di azzannare l'umana che si era preso cura di lui. Tutto ad un tratto l'animale si arrestò nel mezzo della lotta, perdendo i sensi: cautamente la ragazza allentò la stretta che legava il povero Jake fuori di senno, ed iniziò a sussurrare qualcosa come《mi dispiace》e《era necessario》vicino all'orecchio del lupo svenuto.
Ruby riuscì a riprendersi e lasciare il sasso dal sofferente palmo solo quando udì i richiami d'aiuto provenienti dal lato anteriore del furgone; l'uomo alla guida era finalmente rinvenuto dal colpo ricevuto sul volante, e percependo delle voci e dei rumori sul retro, aveva iniziato a chiedere soccorso.
La campeggiatrice si affrettò a raggiungerlo, mentre Maya ne approfittò per allontanarsi con il lupo tra le braccia ed evitare che l'altra ragazza avvertisse i selecontrollori della zona.
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