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Haeun

«Un altro!»urlai al barista dietro al bancone per farmi sentire, poi risi e buttai la testa all'indietro, chiudendo gli occhi e cercando di assorbire tutte le belle sensazioni che stavo provando in quel momento.

In realtà non ci stavo capendo molto, non sapevo dove mi trovavo, che ore fossero o dove fossero i miei amici, ma in quel momento non mi interessava più di tanto. La mia testa era completamente vuota e priva di pensieri e a me andava bene così.

Il ragazzo mi servì il cocktail che avevo ordinato prima e quando abbassai gli occhi sul vetro del bancone vidi tanti altri bicchieri al di fianco di quello, ma non riuscii a contarli dato che la mia visione in quel momento continuava a muoversi continuamente, impedendomi di concentrare l'attenzione su qualcosa per più di due secondi.

«Haeun, sei ubriaca.»sentii una voce dire ad un certo punto al di sopra della musica, mi voltai e riuscii a riconoscere Wooyoung grazie ai suoi capelli viola. Mi venne vicino e tentò di afferrare il bicchiere che poco prima avevo preso, ma fui più veloce e riuscii ad allontanarglielo.

«E con questo? Che mi importa!»risposi infatti per poi ridacchiare e portarmi il cocktail alle labbra, prendendo un piccolo sorso e lasciando che il forte sapore mi invadesse la bocca.

«Dacci un taglio o ti sentirai male.»aggiunse poi Jongho che spuntò da dietro di lui e che, come l'altro, tentò di prendermi il bicchiere ma con scarsi risultati. Nonostante non stessi benissimo ero perfettamente in grado di non far prendere il bicchiere ai miei amici.

«Perchè dovrei? Mi sto divertendo!»continuai imperterrita, prendendo un secondo sorso più ampio di quello di prima, arrivando ad almeno metà bicchiere a quel punto.

«Se continui cosí finirai per rovinare la serata a tutti noi.»sentii dire da San e feci appena in tempo a voltarmi che lo vidi cercare anche lui di portare mia il mio drink ma, fortunatamente, anche in quel caso mi accorsi del suo movimento abbastanza in fretta.

«Ma non dite cavolate, sto una meraviglia, guardatemi!»esclamai, per poi cercare di mettermi su una sola gamba per mostrargli che ero in grado di tenermi in equilibrio anche in quel modo. Purtroppo per me, mi sbilanciai quasi subito e perciò barcollai, finendo quasi per terra se non fosse stato per San, che era riuscito a prendermi in tempo.

Mi rimisi in piedi, poggiandomi alla spalla del mio amico con una mano e ad uno sgabello con l'altra, poi ridacchiai senza un apparente motivo. Mi portai una mano alla bocca, asciugandomi dal bagnato del cocktail che avevo appena ingerito, e poi sorrisi ai miei tre amici che, in quel momento, mi sembravano sei.

«Vado un attimo in bagno.»annunciai poi e mi diedi uno slancio per oltrepassare la folla. Dissi quelle parole per allontanarmi da loro ed esser certa che mon mi avrebbero seguito: di certo non potevano entrare nel bagno delle donne.

Camminai facendomi spazio tra i corpi di ragazzi che si strusciavano fra di loro e che ballavano sul ritmo di musica. Mi tappai le orecchie, sentendo improvvisamente un forte mal di testa prendermi alle tempie e chiusi gli occhi, continuando a sbattere contro la gente senza importarmene più di tanto.

Stavo andando addosso a tutti quelli che si trovavano tra i miei piedi e quasi sempre qualcuno ingiuriava contro di me ma non me ne importava più di tanto: questo, ovviamente, fino a quando non fu qualcun altro a venire a sbattere contro di me.

«E attento!»esclamai infatti, aprendo gli occhi di scatto e togliendomi le mani dalle orecchie, voltandomi e incontrando nient'altro che una camicia bianca. Alzai lo sguardo verso l'alto e riuscii a riconoscere sin da subito la capigliatura rossa che tutto era tranne che composta.

«Oh, sei tu.»commentai infatti quando riuscii a connettere l'immagine della persona al suo nome, il ragazzo di fronte a me d'altro canto abbassò gli occhi su di me e si portò un bicchiere alle labbra, prima di chiudere gli occhi con faccia annoiata e fare per voltarsi. Ma io non avevo ancora finito di insultarlo, anzi, non avevo nemmeno iniziato.

«Impara a guardare dove vai.»gli dissi perciò poco prima che fosse troppo distante da me per non permettergli di sentire. Non seppi perchè ma risi quando, resosi conto del fatto che gli stessi parlando, si girò di nuovo a guardarmi, questa volta con le sopracciglia corrucciate ed un'espressione confusa, o almeno cosí mi parve di vedere tra i flash psichedelici delle luci e la mia vista distorta.

«Guarda che sei tu che mi sei venuta addosso, eh.»mi rispose Song, indicando prima me e poi lui stesso. Io ridacchiai di nuovo e lui mi guardò confuso più di prima, poi fui io ad indicarlo con il dito con fare accusatorio.

«Cazzate.»borbottai infatti continuando a ridere e a muovere il dito, facendo in modo da farmi perdere l'equilibrio e sbandare verso l'indietro. Per la seconda volta quella sera fu qualcun altro ad impedirmi di cadere e, in questo caso, furono le braccia del ragazzo di fronte a me che mi cinsero per la schiena.

«Nemmeno ti reggi in piedi.»commentò infatti, una volta che si fu spostato verso una parete e che mi ebbe poggiato contro di essa, allora ridacchiò e fece scivolare via le braccia, tenendomi ferma contro il muro soltanto tramite la presa delle sue mani sui miei fianchi nudi. Le sue dita erano fredde e umide al contatto con la mia pelle calda, questo probabilmente a causa del bicchiere ghiacciato che aveva tenuto in mano fino a quel momento.

«E non toccarmi, chissà dove le hai infilate quelle mani.»mi feci sfuggire la prima cosa che mi passò per la testa appena mi resi conto del fatto che fossero umide e cercai di discostarmi dal suo contatto che, in poco tempo, mi aveva fatto salire i brividi per tutto il corpo.

«Ancora da nessuna parte, se ti interessa saperlo.»mi rispose poi con un piccolo ghigno e io risi, stavolta togliendo una sua mano dal mio fianco che andò a finire contro il muro, proprio accanto alla mia testa, facendo in modo che fosse proprio di fronte a me.

«Che schifo.»mugugnai io a bassa voce ma, a quanto pare, non fu abbastanza bassa da non farmi sentire da lui, anche con tutta la musica che ci stava rintontendo.

«Che io non abbia ancora fatto un...»fece per chiedere, abbassando la testa in modo tale che fosse al mio stesso livello di altezza, essendo lui almeno una decina di centimetri più alto di me. Il suo viso si trovava a pochi centimetri dal mio e potevo perfettamente vedere quel ghigno fastidioso che si ritrovava in faccia.

«No, tu fai schifo.»gli risposi e lui rise, buttando la testa all'indietro e poi portando anche l'altra mano al lato della mia testa, incastrandomi tra il suo corpo e il muro. In un altro caso gli avrei probabilmente dato un pugno nello stomaco ma in quel momento mi veniva piuttosto difficile pensare in maniera razionale.

«Non essere cosí cattiva con me.»mi disse poi avvicinandosi e leccandomi il naso. Io portai immediatamente la testa all'indietro ed espressi tutto il mio disgusto attraverso un verso al quale lui rise, ma poi lo guardai negli occhi, e notai come si stringevano ogni qualvolta che sorrideva. Mi seguí con il viso e in poco ci ritrovammo l'uno di fronte a l'altra, faccia a faccia, e con i visi a pochissimi centimetri di distanza. Fece sfiorare i nostri nasi e io, nonostante lo detestavo da quando ero piccola, in quel momento mi lasciai completamente andare al suo volere.

«Io lo so che sotto sotto mi vuoi anche tu come ti voglio io.»sussurrò poi e io, per capire ogni parola, abbassai lo sguardo sulle sue labbra piene e carnose. Se ne rese conto, tant'è che ghignò per l'ennesima volta prima di guardarmi di nuovo negli occhi. In pochi istanti era venuta a crearsi una certa tensione che, se fossi stata sobria probabilmente sarei stata in grado di evitare, ma che in quel momento mi piaceva, e probabilmente piaceva anche a lui.

«Mi vuoi baciare?»non mi resi conto di essere stata io a porre quella domanda fino a quando non vidi anche i suoi occhi abbassarsi sulla mia bocca quando la aprii per parlare. Le sue mani erano ancora ai lati della mia testa, tenendomi imprigionata e facendomi quasi mancare l'aria.

«Cosa?»chiese poi, facendosi indietro con la testa e guardandomi in viso, come a voler cogliere un segno di una qualsiasi altra emozione o sensazione palese. Si rese conto che in realtà il mio viso era immobile e rigido, non volendogli dare alcun cenno.

«Ti ho chiesto se mi vuoi baciare.»ripetei ancora la domanda, sentendo quasi come se fosse un'altra persona che stesse parlando e che non ero io in realtà a proporgli quella cosa. Lo guardai di nuovo, adesso era tornato all'impiedi e aveva tolto le mani dalla parete, lasciandomi la strada libera per andarmene.

Avrei potuto farlo, sarei potuta andare via e lasciare tutto in quel modo, dicendo poi che ero ubriaca e che in realtà anche lui lo era e che probabilmente si era inventato tutto e che per me non significava nulla tutto ciò. Però c'era una parte di me che voleva divertirsi, che voleva assaggiare quelle labbra carnose che avevano baciato tante altre ragazze. Al ricordo delle sue abitudini fui tentata a tirarmi indietro ma non ci riuscii, dal momento in cui lui mi rispose.

«Oh...ok, credo?»disse infatti scrollando le spalle e io spalancai gli occhi. Non mi immaginavo di certo che avrebbe acconsentito a tutto ciò, sapevo che andasse con tutte ma non pensavo fosse talmente disperato da baciare me, che lo odiavo più di qualsiasi altra persona al mondo.

E allora perchè ero lí a pendere dalle sue labbra?

«E allora baciamoci.»affermai, circondandogli le spalle con le braccia e facendolo abbassare al mio livello, lui sembrò confuso a quel movimento ma portò comunque le mani sui miei fianchi come aveva fatto poco prima.

«Come? Adesso?!»esclamò e io ridacchiai alla sua voce, ritornando improvvisamente in quello stato di euforia che avevo perso per qualche attimo e guardandolo in viso, anche se in quel momento, per un solo attimo, non mi sembrò di avere Song Mingi davanti, bensí qualcun altro: Yeosang.

«Si, perchè no? Nessuno ci guarda.»lo convinsi allora, tirandolo più giù verso di me e chiudendo gli occhi, aspettando che fosse lui a fare la prima mossa e a baciarmi.

«O-okay?»lo sentii balbettare e in un altro momento avrei riso e lo avrei preso in giro per quel modo di rivolgersi a me, sentendolo addirittura in imbarazzo di baciare una ragazza, d'altro canto me.

Aspettai quel bacio per qualche secondo fino a quando non sentii le sue labbra posarsi sulla mia fronte con fare veloce e leggero, allora spalancai gli occhi e lo guardai quando si allontanò da me con un sorrisetto.

«Che c'è? Non era questo quello che avevi in mente?»mi chiese poi e io alzai gli occhi al cielo, lasciandolo andare e sbuffando, prima di fare per scostarlo da davanti a me e andarmene.

«Sei cosí fastidioso.»borbottai camminando via soltanto per essere poi tirata indietro tramite una presa sul mio polso ed essere di nuovo sbattuta contro la parete. Le sue labbra trovarono le mie in un attimo e io mi feci scappare un verso strozzato quando ciò successe.

Adesso le sue mani erano sul mio collo, per tenermi ferma contro di lui e io non seppi esattamente cosa farmene delle mie. La sua bocca si muoveva contro la mia, chiedendo l'accesso con la sua lingua e io, stupida e tonta quale ero, non ci misi un attimo a consentirglielo.

Gli afferrai i polsi con le mani mentre ricambiavo il bacio e lui poi le fece scorrere sulla mia pancia, sulla vita e dritte dietro la schiena, accarezzandomi attraverso il tessuto leggero del top che stavo indossando quella sera. Io poi portai le mani tra i suoi capelli, tirandoglieli ed immaginando che fossero biondi come quelli del mio ex-ragazzo e non rossi come i suoi, del ragazzo che detestavo fin dall'infanzia.

Fece scorrere le mani sulla parte bassa della mia schiena e poi sul mio sedere, stringendolo tra le dita e facendomi inarcare la schiena e il bacino contro di lui che, inevitabilmente, si andò a scontrare sulla parte alta dei suoi jeans, facendogli cosí sfuggire un grugnito.

Passò a baciarmi la guancia e la mascella e poi scese sul collo, lasciandomi morsi e succhiando leggermente delle porzioni di pelle. Sospirai e continuai ad afferrargli diverse ciocche di capelli, per poi chiudere gli occhi e inclinando la testa in suo favore.

«Te l'avevo detto che mi volevi anche tu come ti voglio io.»sussurrò al mio orecchio, passando la punta di lingua lungo la mia vena ed arrivando direttamente al lobo, facendomi sentire a pieno le sue parole. Quando lo sentii dire quelle cose però aprii gli occhi di scatto e, spinta da non so bene nemmeno io che cosa, lo allontanai da me con le mani.

«Che stai...»provò a dire ma non riuscí mai a finire la frase perchè io avvertii un conato di vomito e buttai tutto fuori, facendo finire tutto addosso a lui e sulla sua camicia.

L'ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi e cadere a terra fu il suo viso sdegnato che si guardava il corpo con fare disgustato, per poi trasformarsi in un'espressione di panico quando mi vide scivolare sulle mie stesse gambe.

Ok sono riuscita a finire di scrivere questa storia! Non vedo l'ora che leggiate i prossimi capitoli😭😭😭

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