❖3
Haeun
«Non riesco a crederci che abbiamo finito il liceo.»affermò Wooyoung, poggiando il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e rivolgendosi a noi con un sorriso spontaneo.
«Nemmeno io.»risposi, ricambiando a mia volta il sorriso. Avevamo finalmente dato il nostro ultimo esame ed eravamo stati tutti e quattro promossi. Da quel momento in poi avremmo dovuto preoccuparci del futuro, anche se probabilmente quello faceva ancora più paura del liceo.
«Non riesco nemmeno a credere che per una volta abbiamo un'estate tutta per noi.»aggiunse poi Jongho afferrando uno dei telefoni sul tavolo, nemmeno lo riconoscevo dato che avevamo tutti lo stesso modello e la stessa cover trasparente, ma comunque non era un problema dal momento che mi fidavo ciecamente di ognuno di loro.
«Calmatevi, ragazzi. Sapete bene che dovrete comunque studiare per l'università.»commentò mia madre seduta accanto a me, mentre si alzava e iniziava a raccogliere i bicchieri dal tavolo, per portarli in cucina. Quella sera era una delle poche in cui si trovava a casa e, dato che c'erano i miei amici, cercava di comportarsi bene e di tollerare la situazione, dato che probabilmente se mio padre ci fosse stato sarebbe stato impossibile stare lì.
«Ah non io, io sono un uomo libero.»commentò San guardandola con un ghigno scherzoso. Infatti Wooyoung aveva deciso di fare economia, mentre Jongho aveva preso medicina, dato che era un secchione in tutto e per tutto. Per quanto riguardava me, nonostante avessi sempre desiderato fare psicologia, mi ero buttata su lingue, sarebbe stato più facile e il corso di studi più breve, anche se ancora dovevo fare il test di ammissione.
«Si, vallo a dire al capo del negozio dove inizierai a lavorare fra un paio di mesi.»lo prese in giro Wooyoung. San infatti non amava lo studio, e perciò aveva preferito andare a lavorare sin da subito, considerandolo più facile.
«Ti prego non ricordarmelo.»gli rispose poi e soltanto in quel momento il più piccolo mi restituì il telefono, facendolo scivolare sul tavolo con la schermata ancora accesa.
«Idioti.»borbottai tra me e me, alzando gli occhi al cielo per poi spegnere il telefono, guardando di nuovo gli altri tre che in quel momento erano presi nel commentare quella foto.
«Dovremmo essere a festeggiare, e invece ci troviamo qui, a casa di Haeun a bere soju con sua madre.»disse ad un certo punto il più piccolo, dopo aver spento il cellulare e gesticolando un po'.
«Che hai contro mia madre?»risposi corrucciando le sopracciglia e tirando la testa indietro, capendo sin da subito a cosa si stesse riferendo ma fingendo di non saperlo soltanto per prenderlo in giro.
«Nulla, amo tua madre, però...»continuò lui grattandosi il dietro della testa quasi con fare imbarazzato, nonostante non ci fosse nulla di sbagliato riguardo quello che aveva appena detto.
«Però dovremmo essere in giro a fare baldoria.»gli diede man forte San, stringendo le labbra in una linea sottile e guardando il legno del tavolo, per poi sbattere ripetutamente le dita sul materiale lucido.
«Finchè San non imparerà a guidare io in macchina con lui non ci vado.»lo presi in giro io lanciandogli un'occhiataccia fintamente spaventata ma che lui intraprese male probabilmente.
«Io so guidare.»rispose con tono orgogliosamente ferito, mettendosi poi la mano sul cuore e io ridacchiai mostrandogli una faccia innocente dopo aver alzato le mani in segno di resa.
«E io sono laureato in medicina.»continuò Jongho a scherzare con lui e io allungai la mano per dargli il cinque, ringraziandolo di avermi retto il gioco.
«Preferisci andare con Wooyoung?»propose con fare ironico poi il più grande tra i tre, sbattendo una mano sul tavolo ad evidenziare la sua irritazione a causa di tutte quelle battutine.
«Cosa c'entro ora io?»domandò il viola, sentendosi preso in causa e tirando uno schiaffo dietro al collo del suo amico.
«Tu c'entri sempre.»gli dice retoricamente per poi prenderlo sotto braccio e strofinandogli la testa con un pugno, facendolo urlare a causa del dolore e per il semplice fatto che, così facendo, gli stava rovinando i capelli.
«Ragazzi vado a dormire, voi non fate tardi.»annunciò mia madre entrando di nuovo nella stanza salutandoci tutti e quattro e solo a quel punto San mollò il viola.
«Buonanotte signora Park.»la salutò Wooyoung sorridendo, facendo finta che non fosse successo niente mentre cercava di sistemarsi i capelli alla bell'e meglio.
«Sapete che non dovete chiamarmi così.»rispose lei ridacchiando mentre lei si avvicinava per darmi un bacio sulla fronte e poi iniziando ad avviarsi verso la sua stanza.
«E lei sa che adoriamo prenderla in giro.»commentò Jongho facendole un occhiolino al quale la donna nemmeno rispose, troppo stanca.
«Haeun vai a buttare la spazzatura.»ordinò poi poco prima di andarsene definitivamente e lasciando noi quattro nel salotto, ancora a guardarci in faccia.
«Torno subito, voi intanto preparate i materassi.»affermai alzandomi in piedi e dirigendomi in cucina per andare a prendere l'immondizia, volendo buttarla il prima possibile per rilassarmi insieme ai miei amici.
«Si signora.»rispose San alzando di poco il tono di voce per farsi sentire tra le stanze. Io sospirai sorridendo mentre loro tre si dirigevano verso ai divani, iniziando a prendere alcuni materassi e a sistemarli sul pavimento, così da essere pronti quando quella sera saremmo andati a dormire, dato che avevamo organizzato un pigiama party.
Quando entrai in cucina afferrai subito il sacco e lo tirai fuori dal cestino, per poi aprire la porta sul retro e uscire di casa. L'aria fresca ed estiva mi colpì in piedi e mi fece finalmente respirare più tranquillamente, mentre camminavo fino al marciapiede, dove sarebbero venuti a prendere quel sacco la mattina dopo.
«Haeun?»mi sentii chiamare ad un certo punto e io mi immobilizzai sull'istante. Avrei potuto riconoscere quella voce tra altre mille, se mi fosse stato possibile, e sapevo che avrei avuto quella capacità per sempre. Infatti, quando mi voltai, non mi stupii della persona che mi ritrovai davanti.
«Oh! Yeosang! Ciao! Come...come stai?»lo salutai facendo cadere il sacco a terra e provocando un forte rumore che mi fece sobbalzare. Abbassai lo sguardo al pavimento e afferrai di nuovo il sacco, dandomi dell'idiota da sola.
«Bene, ma ci siamo visti agli esami...»commentò lui e io non potei fare altro che mordermi la lingua a causa della mia cretinaggine. Ovviamente ci eravamo visti agli esami, dal momento che frequentavamo la stessa classe!
«Giusto, si, giusto hai ragione. Che domanda stupida!»commentai poi alzando anche il tono di voce in maniera involontaria. Quando ero con lui era più forte di me comportarmi in quel modo: questo perchè era ovvio che i miei sentimenti per il mio ex non si erano mai spenti del tutto.
«Come stai festeggiando questa maturità compiuta?»mi chiese poi improvvisamente e io portai di nuovo gli occhi nei suoi, sentendomi sciogliere in quel marrone che tanto amavo guardare.
«Ah, ci sono Jongho, San e Wooyoung a casa mia.»risposi sinceramente indicando dietro di me, facendogli capire che la mia casa fosse lì. Come se lui non sapesse già, idiota.
«Ho capito.»rispose semplicemente stringendo le labbra in una linea sottile e capii da quell'espressione che fosse in imbarazzo: lo conoscevo fin troppo bene da capirlo al volo.
«Vuoi...vuoi venire...anche te?»le parole mi uscirono spontanee e mi immobilizzai nel momento stesso in cui le pronunciai. Cogliona totale, non potevo credere che avevo davvero appena chiesto al mio ex di venire in casa mia!
«Oh, no, grazie. I miei hanno fatto una rimpatriata di famiglia e stiamo festeggiando con loro.»spiegò in breve annuendo e io subito feci lo stesso movimento con la testa, per fargli capire che avessi inteso quello che mi aveva appena detto. Non ci voleva di certo un genio, dopotutto.
«Ah, va bene. Comunque, se mai ti andasse...»provai a dire ma venni interrotta improvvisamente da una seconda voce che riconobbi si trattasse del padre.
«Yeosang?»lo richiamò infatti l'uomo da casa sua, che era soltanto ad un'abitazione di distanza. Il biondo si voltò soltanto, notando suo padre in piedi sul marciapiede, e poi tornò a rivolgermi la sua attenzione con un sorriso.
«Ci vediamo, Haeun.»mi salutò per poi girarsi ed andarsene senza nemmeno aspettare che io ricambiassi il saluto. Io alzai la mano, sperando si voltasse per guardarmi un'ultima voce: ma ovviamente non lo fece.
«Si, ciao...Yeosang.»dissi abbassando il tono di voce e poi scrollai le spalle e abbassai gli occhi a terra, notando di nuovo il sacco della spazzatura, ovvero il motivo per cui ero uscita fuori in un primo momento.
Lo afferrai e poi lo andai a buttare in fretta, con soltanto la voglia di rientrare in casa e dimenticarmi tutto quell'avvenuto insieme ai miei migliori amici: ma ovviamente i miei piani non potevano mai andare come volevo davvero.
«Wow, è stato imbarazzante.»ed ecco, la voce del mio fastidioso vicino di casa mi arrivò alle orecchie. Quasi nemmeno lo sentii, per quanto parlò a tono basso, infatti saltai su me stessa a caso della paura che mi fece venire quando mi voltai e me lo trovai davanti a me.
«Dio, mi hai fatto prendere un colpo.»dissi portandomi una mano sul petto e ascoltando il battito accelerato del mio cuore, prima per la presenza di Yeosang e ora per la paura che mi aveva fatto prendere lui.
«Ah davvero? Un colpo vorrei dartelo, ma non come credi tu.»commentò e io alzai gli occhi al cielo. Lo guardai e gli mostrai un'espressione disgustata, al che lui rispose con un sorrisetto fastidioso che avrei voluto tanto far sparire con un pugno.
«Sei disgustoso, Song.»gli risposi infatti. Non era la prima volta che faceva un commento del genere, anzi, ci aveva messo anche fin troppo a farlo. Dopotutto, c'era da aspettarselo da Song Mingi, puttaniere di prima categoria che, poco ma sicuro, aveva scopato almeno con tutte le ragazze della nostra classe. Già, insieme a San, Jongho e Yeosang, anche lui stava nella nostra classe e anche lui da poco aveva finito gli esami.
«Ogni volta che ci vediamo è un nuovo insulto, con te.»mi disse scherzando e avvicinandosi a me, con le mani nelle tasche e con le spalle alzate.
«Ringrazia che non ti vedo ogni giorno allora.»commentai facendo un passo indietro quando mi fu troppo vicino, creando almeno quella distanza minima di cui avevo bisogno ogni volta che ero in sua presenza.
«In compenso puoi guardarmi dalla finestra quando vuoi.»disse ancora e io alzai per l'ennesima volta gli occhi al cielo, trovando completamente deplorevole il suo comportamento.
«Che cosa vuoi, Song?»gli chiesi poi, incrociando le braccia al petto e guardandolo dal basso verso l'alto: non era di certo un segreto che fosse uno dei ragazzi più alti che avessi mai conosciuto.
«Nulla, devo buttare un preservativo appena usato.»mi rispose e io tirai le labbra in modo schifato, per poi tapparmi le orecchie e iniziare a dire ad alta voce "la la la" cosicchè non potessi sentire altro. Poi lui, ad un certo punto, chiuse la bocca e se la indicò, facendomi capire che non avrebbe più detto nulla.
«Tu è così che festeggi la tua maturità?»commentai poi, rivolgendogli di nuovo la stessa espressione disgustata e lui ridacchiò, scrollando le spalle.
«Già, puoi aprire il tuo sacco?»chiese poi indicando proprio la spazzatura che avevo appena portato fuori, io corrucciai le sopracciglia e mi voltai, per poi tornare a guardarlo confusa.
«Vuoi buttarlo nella mia spazzatura?»chiesi infatti non capendo il motivo e sinceramente nemmeno volendolo sapere, solo che era strano che volesse farlo.
«Beh, che c'è? Non credo tu scopi, no?»disse e io deglutii a quelle parole, non sapendo il realtà cosa rispondergli. Era ovvio che non avessi rapporti, non avevo un ragazzo, e oltretutto con Yeosang non eravamo nemmeno mai arrivati a quel punto...ci eravamo fermati prima, ecco.
«A meno che ti vada di...»continuò lui alzando e abbassando le sopracciglia velocemente e io, stanca di tutti quei commenti sessuali su di me, gli tirai un pugno sulla spalla, facendolo gemere di dolore.
«Non mi va di fare un bel niente con te, non farti fantasie.»gli risposi seria, incrociando le braccia al petto e poi iniziando ad incamminarmi verso la porta di casa, stufa di quella stupida ed inutile conversazione. Non parlavo con lui per più di dieci minuti da anni, e volevo che il nostro rapporto rimanesse tale.
«Peccato, già me le sono fatte.»mi rispose e io feci finta di vomitare a quelle parole, lui rise di gusto e poi mi diede un leggero schiaffetto dietro la nuca al quale risposi con un secondo pugno sull'altra spalla.
«Fai schifo.»dissi infine, girandomi decisa verso casa mia, ignorando completamente i suoi mormorii riguardanti la forza che ci avevo messo in quel pugno e quanto fossi stata aggressiva con lui.
«Quando ti va sai dove trovarmi!»disse infine ad alta voce per farsi sentire e io lo ignorai completamente, senza nemmeno appurarmi che non facesse danni con la mia spazzatura: non mi interessava nulla di lui, figurarsi di un preservativo usato.
Eccoci qua, possiamo dire che giá iniziamo bene, no?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top