❖26
Mingi
Quando arrivò la vigilia di Natale mi resi conto di voler soltanto una persona accanto a me: Haeun. E allo stesso tempo l'unica persona che non potevo avere era lei. Ogni minuto della giornata mi chiedevo che cosa facesse, se i suoi genitori fossero a casa per festeggiare quella festività o se nemmeno gli importava della figlia.
Non sapevo cosa pensare o cosa fare, l'unica cosa certa era che non riuscivo a togliermi quella ragazza dalla testa e che avevo la necessità di riaverla con me, tra le mie braccia, al sicuro da tutto il resto.
Proprio quel giorno, navigando sui vari social, venni a sapere che i suoi tre amici si erano riuniti a casa di uno di loro e che lei non c'era: questo significava che probabilmente lo stava festeggiando con i suoi, oppure con l'unica altra persona che le era vicino: Yeosang. Io speravo vivamente per la prima anche se le possibilità erano davvero poche.
Per quel motivo, quel giorno, decisi di seguire il consiglio dei miei amici: fare qualcosa, ovvero andare a parlare e a cercare una soluzione dai suoi di amici.
Non appena pubblicai quel tweet e lessi i commenti degli altri, mi feci coraggio e mi alzai da quel maledetto vivano, preparandomi e poi uscendo in direzione della casa di San, che da quel che avevo capito, era il luogo dove quei tre si erano riuniti.
Fortunatamente San non abitava troppo distante da casa mia, infatti con la macchina impiegai soltanto cinque minuti a giungere a destinazione, vasa che conoscevo date le diverse feste di compleanno e progetti di scuola che erano stati organizzati in passato.
Non mi curai nemmeno di mandare un messaggio per avvertirli del mio arrivo, semplicemente una volta parcheggiato scesi dall'auto e mi diressi alla porta di casa, sperando che non avrei dovuto parlare con la madre di San.
«Che diavolo ci fai tu a casa mia?»fortunatamente non fu così perchè, quando la porta fu spalancata, la persona che me l'aprì non fu altro che Choi Jongho, accompagnato da Wooyoung.
«Devo parlare con voi.»risposi semplicemente, senza troppi giri di parole e sperando che avrebbero capito quello che davvero volevo e di cosa avevo bisogno.
«E cosa mai vorresti da noi, sentiamo?»a quanto pare non fu facile come avevo pensato, infatti quello dai capelli viola non si era fatto problemi a chiedermi proprio quello che per me era stato scontato.
«Beh, non credo che ci voglia un genio a capirlo, non vi pare?»dissi infatti con tono ironico e subito dopo averlo detto mi resi conto che era anche colmo di acidità, cosa che non mi aiutava affatto ad ottenere quell'aiuto di cui avevo bisogno.
«Per favore.»aggiunsi infatti, abbassando gli occhi al pavimento e attendendo che uno dei due parlasse e mi desse la benedizione per farmi entrare e parlare con almeno uno di loro. Wooyoung sospirò e l'altro scosse la testa come in segno di disapprovazione e io nella mia testa stavo già cercando altri modi per convincerli.
«Entra.»disse poi il più piccolo e subito la mia testa scattò in su, guardando prima l'uno e poi l'altro mentre entrambi mi lasciavano spazio per entrare dentro. Non appena feci qualche passo, però, una terza voce giunse alle mie orecchie.
«Ma che cazzo ci fai in casa mia?»quasi esclamò San, rendendo evidente la sua sorpresa e incomprensione nel ritrovarsi di fronte a me ma io lo ignorai quasi subito, affidando un po' più di fiducia in lui e sperando che non avrei avuto il bisogno di rispiegarmi di nuovo.
«Lei come sta?»chiesi infatti andando dritto al punto e voltandomi verso dei tre che ora si stavano lanciando delle occhiate confuse e intuitive allo stesso tempo.
«Sta...bene.»mi rispose Wooyoung, tralasciando la sua incertezza e facendomi capire che forse, dopotutto, mia madre aveva avuto ragione a pensare che anche lei era stata male per il nostro litigio.
«Sta con Yeosang?»domandai allora, facendomi trasportare dalla curiosità e dalla gelosia che provavo nei confronti di quel ragazzo ma subito fui bloccato.
«Non spetta a noi dirtelo.»ribattè San facendomi capire che, fortunatamente, aveva inteso il motivo per cui quel giorno mi trovavo a casa sua e non facendomi ulteriori domande.
«Le manco almeno un po?»chiesi ancora ma quella sapevo fosse una domanda a cui nessuno dei tre mai mi avrebbe risposto, e infatti così fu, cosa che mi fece sbuffare sonoramente.
«Sentite, io sono disperato, ho bisogno di aiuto per farla tornare da me.»aggiunsi infatti poi portandomi le mani in viso per nascondermi dalla frustrazione che stavo provando in quel momento e tenendomi pronto a qualsiasi notizia mi sarebbe arrivata.
«E cosa c'entriamo noi, scusa?»mi chiese poi Jongho con tono curioso e sinceramente sperai che uno di loro me lo avrebbe chiesto.
«Io non so cosa fare per riavvicinarmi.»ammisi infatti sincero e tutti e tre mi rivolsero un espressione confusa, come se quella fosse stata la cosa più stupida da fare dopo ciò che era successo.
«Parlarle non ti sembra la scelta più logica?»mi domandò San e io dovetti trattenermi dal non urlargli contro che la sua era un osservazione davvero stupida.
«Credete che io non ci abbia già provato?»dissi infatti retoricamente, facendo anche avvertire a loro la disperazione della mia voce, cosa che mi ero promesso che avrei mantenuto a bada il più possibile.
«La settimana scorsa mi ha chiamato e mi ha detto di essere innamorata di me.»iniziai a dire, ricordando perfettamente la notte in cui mi aveva svegliato per dirmi quelle parole mentre nel sottofondo riuscivo a sentire la musica tipica delle discoteche.
«Il giorno dopo le ho scritto per sapere come stesse dato che so perfettamente che era ubriaca, ma lei non mi ha mai risposto.»spiegai poi ancora, ricordando perfettamente la paura che avevo avuto di ritrovarmi il contatto bloccato, essendo così impossibilitato nel scriverle.
«Io voglio che torni da me, che stiamo insieme, farle capire che quello che c'era tra noi era reale.»conclusi alla fine, aprendomi completamente davanti a quei tre, se così potevo dire, sconosciuti riguardo i sentimenti che avevo nei confronti della loro migliore amica.
«Perchè dovrebbe crederti? Perchè noi dovremmo crederti?»domandò Wooyoung e dovetti ammettere che per un attimo non seppi cosa rispondergli: aveva ragione, non c'era alcuna garanzia che diceva che quello che avevo detto fosse vero.
«Perchè altrimenti non sarei mai venuto a chiedere aiuto a voi.»ammisi alla fine, ed era anche vero: se i miei amici non mi avessero proposto una cosa del genere, mai nella vita l'avrei fatto. Questo dimostrava la mia disperazione.
«Sapete bene che l'unico motivo per cui potrei rivolgervi la parola potrebbe essere molto importante o grave.»spiegai allora, anche se sapevo perfettamente che avessero capito, lo si leggeva dalle loro facce.
«Ecco, lo è. Per me lei è importante.»dissi allora, rafforzando l'ultima parola per far capire che tutto ciò era vero e che non mi sarei mai preso gioco di lei o di loro in quel momento, che la cosa che più mi premeva era Haeun e riaverla indietro.
«Ti piace?»mi domandò Jongho alla fine e io sospirai: era stato difficile ammetterlo davanti a lei e davanti alle persone più care che avevo, e lo era ancora ammetterlo davanti a chi nemmeno mi credeva in primo luogo.
«Io non mi sono mai sentito così, con nessuna, e ho avuto molte ragazze con cui sono stato.»dissi quello che ormai ripetevo da settimane a qualunque persona me lo chiedesse, sperando che anche loro mi credessero e che mi aiutassero nel mio scopo.
«Si ma andarci a letto e conoscerle è diverso, è normale che avresti sentito qualcosa in più.»fece notare San e io corrucciai la fronte, non capendo che cosa stesse dicendo.
«È come dire che okay, io sono il tuo compagno di classe ma provi più affetto per Yunho.»continuò il viola la sua frase annuendo e io continuai comunque a non capire.
«Non vi seguo.»ammisi infatti, cercando con lo sguardo di capire se ciò che avevano appena detto fosse una cosa che andava in mio vantaggio o meno.
«Vuole dire che è normale che tu ti senta in maniera diversa visto che Haeun la conosci, a differenza di tutte le tue altre conquiste.»si ripetè Wooyoung e gli altri due annuirono probabilmente pensandola allo stesso modo e soltanto in quel momento capii cosa volesse intendere.
«Voi credete che io non ci tenga davvero, non è così?»diedi infatti fiato ai miei pensieri, abbassando gli occhi di nuovo a terra e sentendomi già sconfitto in partenza: se non riuscivo a convincere loro ad aiutarmi, significava che non avevo davvero alcuna speranza con Haeun.
«Io credo che tu pensi di sapere cosa provi per lei, ma in realtà non lo sai.»rispose il più piccolo tra noi e io avvertii un forte bruciore al petto, come se ci fosse qualcuno o qualcosa che volesse uscire da fuori di me per parlare di quello che davvero provavo e sentivo.
«Io la amo, maledizione.»sbottai alla fine senza nemmeno alzare la testa per guardarli, ma sentivo i loro occhi addosso, probabilmente increduli delle mie stesse parole. Non credevo che sarei mai stato in grado di dire quelle parole così apertamente, ma invece ci riuscii e sperai soltanto che l'averle dette mi desse una mano nel tornare da lei.
«La amo, sono innamorato di lei, non posso vivere senza.»continuai a parlare e a dire tutto quello che mi passava per la testa, per poi alzare il mento: dovevo essere fiero di quello che dicevo mentre lo dicevo, non avevo bisogno di nascondere il mio viso quando ammettevo di avere dei sentimenti.
«Sono qui, davanti a voi, a chiedervi di aiutarmi soltanto a farle capire che si, era tutto partito da una scommessa ma che poi poco c'entrava quando l'ho imparata a conoscere.»aggiunsi poi, guardando negli occhi di ognuno di loro e avvertendo gli occhi bruciare a causa delle lacrime imminenti che a breve sarebbero scivolate lungo le mie guance.
«Sto male da quando non passiamo più le giornate insieme, perchè era diventata una mia costante nella mia vita.»continuai a parlare e avvertii il bagnato delle mie guance arrivare fino al mio mento. Non mi vergognai nemmeno un attimo di ciò, del fatto che probabilmente sembravo soltanto disperato e stupido davanti ai loro occhi ma tutto ciò era più forte di me in realtà.
«Adesso senza di lei sono perso.»conclusi poi portandomi le mani ad asciugarmi il viso. Calò il silenzio per degli attimi che sembrarono interminabili, avevo la vista appannata dalle lacrime ma mi fu comunque possibile notare gli sguardi che scapparono tra i tre ragazzi davanti a me, come se stessero parlando con gli occhi soltanto.
«Per favore, potete soltanto provare a parlarle?»domandai poi alla fine, facendomi scappare un piccolo singhiozzo finale che volli reprimere ma che non mi fu possibile in nessun modo.
«Vi scongiuro.»aggiunsi poi, quasi davvero come se fossi in ginocchio nel chiedere dell'aiuto a qualcuno che non fossero le solite persone che avevo accanto. Ci fu di nuovo del silenzio che era interrotto soltanto dai miei singhiozzi e dal mio naso che faceva i classici rumori del pianto.
«Vedremo cosa possiamo fare.»rispose infine San con voce flebile e io immediatamente puntai gli occhi su di lui ed esplosi in un sorriso. Non riuscii nemmeno a trattenermi quando mi allungai verso di lui e gli altri due per afferrarli in un abbraccio, cosa che era necessaria per me in quel momento.
«Vi ringrazio.»sussurrai poi tra le lacrime e i singhiozzi e ad esser sincera non sapevo nemmeno se mi avessero sentito, ma poco mi importava: ciò che era importante e che ora avevo qualche possibilità in più per risolvere il problema e riavere di nuovo Haeun con me.
Finalmente l'ha capito
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