6. Una speranza

Alfred continua a correre più veloce che poteva.
Non gli andava per nulla di pensare cosa sarebbe accaduto se non avesse lasciato quella festa per andare da lui, no! Per nessuna ragione al mondo voleva rischiare di perdere quella persona, non voleva rinunciare a vedere quel sorriso, quei occhi color smeraldo, quei capelli e quel suo modo di fare perfettino insieme a quelle sopracciglia da topo, Alfred non voleva perdere Arthur.

Correva sempre più velocemente, aveva capito dov'era l'altro, sicuramente in uno di quei orrendi bar dove spesso si rifugiavano i vagabondi e le persone magari scarcerate, oh quanto gli dava fastidio quando Arthur ci andava, anche perché quando si ubriacava era sempre costretto ad andarlo a prendere li, proprio in quel posticcio.

-Arthur... dove sei...

Si chiese continuando a correre.
Vide un insegna illuminata, non del tutto, magari per qualche lampadina rotta ma sapeva che era questo.
Fece eruzione in quel luogo, spalancando le porte e guardarsi intorno.
Molta gente si era voltata per guardarlo, interrompendo tutto ciò che stavano facendo: Fumare, bere, giocare con le carte o chi semplicemente stava seguendo la partita in tv.
Gente che puzzava d'alcool, gente che puzzava di sigaretta quasi come se tale 'odorino' fossero il loro personale e originare profumo ma tra tutta quelle gente dell'inglese neanche l'ombra.
Si sentiva smarrito, dov'era Arthur? È se...
No! Non doveva neanche pensarlo.
Si avvicinò al barista che in quel momento poverino stava pulendo i calici di birra ma poco importava, Alfred si fece avanti comunque, era abbastanza cresciuto da prendere le sue parti

-mi scusi, per caso... qui è passato un tizio con occhi verdi... capelli biondo chiaro... e sopracciglia enormi così?

Fece il gesto delle tre dita sopra le sue sopracciglia, in modo da dargli un perfetto identikit della persona, si certo "cresciuto" lo sapevano tutti che Alfred era rimasto un bambinone.
L'uomo si fece perplesso, alzando gli occhi al soffitto per trovarne una riposata

-Beh, un tizio con le sopracciglia enormi si... ma dopo aver bevuto quattro bicchieri di alcool se ne era andato. Ha detto -ho una cosa importante da fare-
Adesso non so dove sia.

-S-SUL SERIO?! Da quanto tempo non è più qui?

-Da un 20 minuti credo...

-D'accordo! La ringrazio mille

Fece per uscire di immediatamente guardando entrambi le direzioni che si sono parate davanti: una da dove ed venuto ad un altra dove continuava il viale, non sapeva davvero quale prendere.
Tutto ad un tratto aveva iniziato anche a piovere, Alfred alzò appena lo sguardo verso il cielo e così facendo alzò anche il palmo della mano.

In quello stesso memento neanche Arthur sapeva dove'era e né che posto sia quello.
Si appoggiò con la spalla destra al muro vicino a lui, vedeva tutto sfocato, gli girava la testa ed era stanco di camminare.
Sentì piccole gocce gelide cadere sui suoi capelli, costringendo ad alzare anch'egli lo sguardo e così anche la mano.

-Piove...

Riabbassò lo sguardo ormai deluso, cosa si aspettava? Anche il cielo lo odiava, quella pioggia rendeva l'umore dell'inglese ancora peggio di com'era. Di nuovo
"Alfred... Alfred.."
Che senso aveva lui senza quell'americano, che senso aveva la sua vita senza di lui?
Lo amava! Lo amava tantississimo e sapere che non era ricambiato lo distruggeva.
Si portò una mano al petto, faceva sempre male adesso anche pensarlo, voleva porre fine a tutto...sì,era deciso.
Si alzò in piedi, sarebbe andato da qualche parte dove nessuno l'avrebbe cercato.
Con passo lento ma deciso camminò dritto, nella sua direzione stando attendo a non cadere per il barcollare.
Dopo un po' arrivò su un ponte, un ponte abbastanza alto, sotto c'era solo un fiume, una distesa d'acqua immensa e come minimo un bel po' di profondità.
Arthur posò una mano sulla ringhiera che separava la terra dall'acqua e con fare lento e indeciso l'accarezzò fino ad arrivare al centro.

-Non valgo più nulla... sono stato deriso per una scommessa.. un bacio sprecato e un cuore infranto... eri tutto per me America..

Abbassò il capo lasciando cadere le lacrime, gli girava anche un po' la testa per tutto quel liquido ingerito nel bar ma se continuava di questo passo ben presto avrebbe perso l'equilibrio e sarebbe caduto ma ad Arthur stava bene... non gli importava più nulla... adesso era pronto più che mai...

-ARTHHR!!!-

Il britannico spalancò gli occhi ancora con le lacrime posate adagio su tali, voltandosi lentamente verso la voce. Non poteva essere, era.. una cosa irreale ma Alfred era lì, si era proprio lì. Era tutto affannato per la corsa, i suoi abiti e il suo cappotto inseparabile erano tutti bagnati, aveva gli occhiali bagnate da piccole goccia di pioggia e quei capelli? Sembravano essere usciti dalla doccia ma Arthur non era da meno..

-A-Alfred... tu...tu che ci fai qui...?

Si aggrappò a quella righiera non battendo ancora ciglio a vederlo in quello stato, si sentiva rosso in volto.
Era, come dire, così carino, il cuore gli batteva all'impazzata e il farfallio nello stomaco sembrava più agitato del solito, voleva tanto darsi un pugno proprio lì

-Arthur, Francis mi ha detto di venire a cercarti... A-ATTENTO!!

Cosa? Non capiva ma le mani ed un certo punto scivolarono per il bagnato ma ad un tratto i fianchi di Arthur vennero afferrati dalle mani di Alfred, adesso erano proprio vicini da potersi scambiare presino un bacio e Alfred sembrava non dispiacere affatto ma Arthur dopo essersi ripreso dallo shock di staccò da lui, pensava ancora che forse era tutto uno scherzo, no era sicuro invece.

-Io sto bene....
Tu piuttosto non avevi una festa?

-Si ma sono venuto per te...

-Tsk... io sto bene...

Si tenne di nuovo alle ringhiere con una mano ma quella mano poi venne tolta da lì ed essere stretta da quella di Alfred

-Andremo a casa insieme...

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