3. l'incontro
[Part.Arthur]
Il viso era tutto bagnato, le lacrime non volevano proprio smettere...
Uscì da quella cabina per avvicinarmi al lavello e guardare il mio riflesso allo specchio.
Ero inguardabile...
Non avevo mai pianto così tanto, o meglio non come piansi a quella rivoluzione, quel bambino di cui ho dato la mia vita se ne era andato nei modi più brutti possibili, ripagando il mio affatto con una pistola puntata sulla fronte.
Dovevo farmi sparare piuttosto che cadere in ginocchio e perdere con le mani portate al volto, come se fossi in bambino..
Guardai il lavello, aprendo così il rubinetto dell'acqua e aspettare che tale si facesse tiepida.
Dovevo un po sciacquarmi il viso, non potevo di certo stare tutta la giornata così.
Fissai l'acqua scorre a gran velocità... forse anche i miei pensieri dovevano prendere esempio perché in realtà so bene che dietro a quell'odio che gli faccio notare dietro in realtà provo qualcosa per quell'americano.
Fin da quando aveva scelto me subito mi presi cura di lui, provavo un senso di responsabilità molto più grande delle altre,
col tempo mi resi conto che di quel ragazzo sentivo un senso di affetto poi da affatto in amore, che cosa bizzarra, non poteva essere vero, non potevo amarlo ma se ora ero lì a piangere solo per quel bacetto sulle labbra significa che io sono veramente innamorato di Alfred, io lo sempre amato e sempre nascosto quel che provavo.
L'acqua era al punto giusto, dunque mi rinfrescai il viso.
Adesso mi sento meglio, forse ho sbagliato di grosso stavolta, forse dovevo andare da lui è scusarmi...
Si! Avrei fatto così!
Mi avvicinai alla porta pronto per aprirla quando sentì parlare e le voci non mi erano nuove.
Provai ad avvicinare l'orecchio alla porta per origliare, sentì persino la voce di Al, cavolo il cuore aveva preso a battere all'impazzata ma dovevo stare calmo e sentire tutto
-Io non amo Arthur...
Non ci volevo credere..
Le gambe mi tremavano e persino le mani che erano appoggiate alla porta.
Sentivo il mio cuore spezzarsi, cadere in basso come se fosse un grosso macigno che nessuno sarebbe riuscito a reggerlo.
-Si... è preso gioco di me...
Delle mia... sensibilità...
Sono servito solo per i suoi comodi tutto questi tempo
Le lacrime ripresero a scendere più velocemente di prima e diedi un pugno alla porta quasi in modo instintivo ma neanche il dolore che provavo sulle nocche sarebbe risicato a superare quello che avevo dentro.
Raccolsi le forze che mi erano rimaste per prendere la seconda uscita e uscire con il capo abbassato, dovevo stare un po da solo, avrei anche saltato il meeting ma sapevo che non sarei più riuscito a guardarlo in faccia, non dopo questo.
Mezzogiorno
Il meeting era finito da una ventina di minuti e io ero rimasto nella sala dei documenti.
Stava ormai per chiudere tutto l'edificio, avrebbe aperto alla sera ma io dovevo prendere l'aereo per tornare a Londra.
Il volo era previsto per le sette del pomeriggio
Ne avrei approfitto per fare qualcosa prima di andare via.
Uscì lentamente dalla stanza e chiudere la porta alle mie spalle, prendo ad incamminarmi tranquillamente con un passo calmo verso il corridoio.
Il sole stava per tramontare dunque aveva illuminato l'atmosfera con uno splendido colore arancione caldo e in qualche modo mi sentivo sereno con me stesso fino a quando sentì la voce di America...
Sembrava dirigersi verso la mia direzione.
Dovevo fuggire al più presto ma prima che potessi fare un passo...
-Ehi Iggy!
Non lo sopportavo.. aveva anche il coraggio di chiamarmi ancora.
purtroppo Alfred era come una parte di me di cui vorrei tanto non avere bisogno... volevo sapere se questo "amore" era una tragedia.. perché i suoi occhi, perché quel sorriso... per che lui, proprio lui era il mio rimedio...?
Ma no, adesso no!
Senza dire nulla corsi via nel lato opposto di quel corridoio.
Corsi, corsi ancora. Fin quando qualcosa mi fece da barriera e ci andai a sbattere contro.
-Ma cos...
-Mon ami... tu stai piangendo...
Era solo Francia...
-Lasciami in pace...
Ribattei con tono freddo provando a sorpassarlo quando ecco che mi afferrò e mi mise contro il muro.
-L-Lasciami brutto verme!!
Lasciami in pace! Togli quelle luride mani su di me!!
-Che è successo...?
Mi calmai di poco a quella domanda, era ancora un tasto dolente e guardia di lato.
-Nulla... e ora lasciami
-Mh... non ne vuoi parlare... beh.. io per te.. sappi che ci sono. Non mi va di vedere il mio rivale così triste...sennò dopo con chi mi diverto eh?
Disse con tono calmo e darmi un bacio sulla guancia con ancora le mani attaccate al muro perché il pervertito non aveva intenzione di mollare la presa.
Alfred in quel momento si stava dirigendo verso l'uscita per andare via da quel posto noiosissimo, sentiva un grande senso di cibo, doveva mangiare! E nessuno l'avrebbe fermato, tranne quella scena che si rifarò davanti a sé,
attraverso quella lenti degli occhiali vedeva Francia con Inghinterra.
Perché gli sta tenendo i polsi al muro..? Perché stanno così vicini ... è perché si stanno baciando?!
Erano queste le cose che gli frullavano in testa, qualcosa come se quel che stava provando era pura e vera gelosia solo per Arthur.
Da come era situato Alfred sembrava davvero che i due si stavano baciando e gli dava veramente sui nervi.
Strinse forte o pugni...
Stava per avviarsi verso di loro...
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