7. Le ricchezze del Lux (seconda parte)


Lo skyline cittadino era di quelli che raramente si scordano.

Mentre la Sole Nero iniziava la sua lenta discesa per attraccare al molo più vicino, un ricco paesaggio tecnologico si poteva osservare dagli oblò.
Come l'annuncio dell'avvicinamento al pianeta era stato reso agli interfoni, la maggior parte dell'equipaggio si era destato ed era corso ai punti d'osservazione della Nave per dare un'occhiata.

[Dal database di ADHA-s] Il Lux era un pianeta misterioso del quale pochi avevano avuto l'onore di poter osservarne la città, LaRegia. Pochi ancora erano riusciti ad attraccare. Meno ancora a scendere.

Per l'esattezza, LaRegia era un'unica, grande città che ricopriva l'intero pianeta.
Vista dallo spazio, tutta la superficie era un conglomerato di contorti edifici bianchi che si stagliavano luminosi verso il cielo, i più alti superavano l'atmosfera ed era possibile sfiorarli con le astronavi.

Era stata costruita come un preciso monito al Cosmo da parte degli umani: "ecco cosa siamo, Dei, e in quanto tali abbiamo superato il cielo e puntiamo all'Universo".

Città-pianeta indipendente slegata dal comando sia dell'Impero che dell'Alleanza, faceva parte col "mondo senza nome" dei Pianeti Neutrali, una fascia di Sistemi che divideva la Galassia in due: separava infatti da una parte l'Impero e la sua Capitale, il pianeta Terra, residenza dell'Imperatore e dei suoi Consiglieri; dall'altra l'Alleanza dei Pirati Oort, una federazione di Sistemi governati dal Gran Ammiraglio il quale risiedeva nella Stazione Spaziale NoName.

In mezzo vi erano loro: i Pianeti Neutrali, occupanti un'ampia striscia di spazio che si estendeva da una parte all'altra della Galassia.
Ogni zona era divisa in base all'Organizzazione o al Governo che la guidava.

La Capitale, riconosciuta da tutti gli abitanti, era l'inavvicinabile Lux.
Molti affermavano, dopo esservi tornati, che esso fosse un'enorme Stazione Spaziale a forma di Pianeta poiché era impossibile scorgere qualcosa che non fosse artificiale. Anche gli alberi erano ologrammi creati per dare un senso di vegetazione e ravvivare un po' il paesaggio, messi là solo per mero capriccio di un qualche magnate che, di ritorno da un mondo più colorato, non era più riuscito a saziarsi di quel monotono bianco che avvolgeva l'intero globo.

I palazzi erano bianchi, le strade erano bianche, le persone si vestivano di bianco. Luci bianche a perdita d'occhio si alzavano al cielo nel perenne buio del Pianeta, mai illuminato dalla luce del Sole, poiché non ne esisteva uno: era infatti un Sistema composto da un paio di corpi celesti con qualche luna e un buco nero al suo centro.

LaRegia, futuristica città ambita da ogni abitante della Galassia, era l'unica parte vivibile di quello spazio, gli altri mondi infatti erano impossibilitati a ospitare la vita.
Alti grattacieli, intricate vie, piazze, fontane, enormi ologrammi pubblicitari e innumerevoli luci che rischiaravano la Capitale a giorno la facevano da padrone.

Fondata quasi un millennio prima da colui che aveva inaugurato l'esplorazione galattica da parte di compagnie private, Elon Musk, LaRegia ospitava anche un museo dedicato a SpaceX e, nella piazza centrale, una statua d'oro del geniale inventore. Inoltre, molte strade e ponti gli erano intitolati, così come alcune stazioni della metropolitana aperta che spaccava in due la città - non a caso detta "Spaccaregia" -; il quartiere storico, il più grande, sede del municipio e della residenza del Sindaco, del Consiglio della città, del Politeama, della borsa - New Wall Street of Musk - e di un antico ed enorme Duomo smontato pezzo per pezzo dalla Terra; la pinacoteca e gli Uffizi - sì, i leggendari Uffizi fiorentini erano stati trasportati in toto sul pianeta.

A parte questa parentesi più classica, la Capitale era stata, all'epoca della sua creazione, una splendida e complessa sfida ingegneristica: civile, aerospaziale, ma anche informatica. Infatti era controllata da un supercomputer che si occupava del Lux e di tutta l'Alleanza dei Pianeti Neutrali.

Gli unici che potevano ambire a ottenere una qualche abitazione sul Pianeta erano gli uomini più ricchi della Galassia: magnati, armatori, affaristi, e anche Consiglieri dell'Impero e Ammiragli degli Oort perché, proprio in quanto zona neutrale, l'Alleanza era visitata da entrambi gli schieramenti senza alcun rischio di scontro né di incidente diplomatico. Vigeva infatti fra le tre superpotenze un patto di non aggressione firmato poco meno di dieci anni prima, al termine delle ultime guerre d'espansione, che aveva portato nella Galassia una parvenza di pace.

Fra coloro autorizzati ad intrattenere affari col Lux vi era, eccezionalmente parlando, anche Kasumi. Perché vi chiederete. Beh, anni prima, imbrogliando in borsa un Consigliere dell'Impero, un tal Jack - per evitare domande sibilline, sì, è lo stesso Jack che ha spedito il Gran Ammiraglio in un'altra Galassia -, diventò una degli azionisti di maggioranza della sua nuova società, la J. & Co.

Premesso ciò, visto che anche lei aveva diritto a una casa sul Lux, ci fecero attraccare. [Fine informazioni]

La prima cosa che fece l'equipaggio, sceso quasi tutto sul pianeta – ben cinquemila anime fra soldati, ufficiali e civili –, fu di sparpagliarsi per i negozi del centro città. Non che a Kasumi importasse qualcosa, troppo presa com'era dalla sua caccia all'uomo.

-Bye bye, perdente. – disse Zhera facendole "ciao" con la mano e andando a sbatterle contro una spalla – Ti darò tre ore di tempo e poi chiamerò il Gran Ammiraglio per dirgli tutto. Ci divertiremo... – e si allontanò ridendo sguaiatamente, seguita da Eleonor e Xemi, i quali la seguivano come cuccioli ammaestrati.

Kasumi si limitò a mettere le mani ai fianchi mentre li osservava.
Dopo un po' scosse la testa facendo una faccia rassegnata, a imitare un genitore coi figli indisciplinati, ed emise un sospiro: - Ah, questi ragazzi... un giorno voglio proprio vedere cosa combineranno quando avranno una loro flotta...

Jii si avvicinò e le mise una mano sulla spalla: – Come se avessero intenzione di lasciarti... su su, ora andiamo... – E fece un fischio a Miki, intento dietro di loro a parlare con l'olopubblicità di una donna vestita in intimo.

-Un attimo, un attimo! È una di quelle pubblicità interattive... – rispose l'altro senza nemmeno voltarsi, troppo concentrato a guardare l'ultimo ologramma di casa Bezos dinanzi a sé – Ne avevo solo sentito parlare, ma vederla è tutta un'altra cosa! Ehi Alexa, spogliati.

Questa non si fece attendere e iniziò a togliersi il reggiseno.

Jii schioccò la lingua, infastidito dal comportamento preadolescenziale dell'altro, quindi lo afferrò per il bavero del cappotto e lo tirò via.
-Vieni Miki, non hai più quattordici anni.

-Dai Jii, aspetta!! Guardiamocela assieme! No aspetta, non mi dire che sei gay...?

Il pirata non gli rispose, limitandosi a scuotere la testa con disapprovazione.

-Ada, pensaci tu, – Kasumi intanto si rivolse a un mio drone che le stava vicino, ignorando la scenetta di quei due – trova quella tipa, e in fretta.

Da quell'ordine, mi ci vollero esattamente dodici secondi per hackerare il supercomputer che gestiva la città ed entrare nei suoi sistemi. Potrà pure essere "super" ma contro di me non c'è intelligenza artificiale che tenga.

Scoprì che la donna in questione era riuscita ad entrare nel Sistema Lux grazie a un'abile manovra finanziaria gestita, molto probabilmente, dallo switch. Vi risparmierò inutili tecnicismi, vi basti sapere che era divenuta una delle azioniste di maggioranza di una famosa catena di negozi galattici, e questo le bastava per poter attraccare sul pianeta.

-Cielo, che stress... – mormorò Kasumi mentre ci stavamo incamminando verso il palazzo ove le telecamere di sicurezza della Regia l'avevano ripresa per l'ultima volta – Ma perché c'è sempre la fregatura dietro a tutto?

Jii si limitò a guardarla in modo interrogativo, aspettando la risposta a questa sua domanda.

-Sì insomma, stavamo andando a NoName per sistemare questa faccenda...

-Per provare a sistemare questa faccenda, – la corresse Miki, sottolineando la parola "provare" – prima che il Gran Ammiraglio e gli altri si possano accorgere di tutto e condannarci a morte.

-...Sì, sì – disse Kasumi guardandolo storto – certo, provare a sistemare, perché voi codardi lasciate tutto il peso sulle mie spalle e quindi alla fine quella che finisce a dormire male la notte sono io, non voi.

A quelle parole Miki emise un gridolino e si nascose dietro Jii, piagnucolando di non voler morire e che si pentiva di tutti i suoi peccati.
L'Ammiraglio si limitò a girare gli occhi, senza però aggiungere nulla. Non ne aveva la forza. Ormai sperava solo che quella terribile giornata – o notte, come dir si voglia – finisse il più presto possibile.

(continua...)

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