10- Ferrara

3 giorni dopo

Non credevo che la mafia fosse un mondo così figo!
Ricordatemi di leggere più mafia romance

Stavo saltando sul divano, cantando a squarciagola la mia canzone preferita. La casa risuonava delle mie grida gioiose e mi sentivo libera come un uccellino.

La vita con Leo, all'inizio, era stata un vero shock, ma piano piano mi stavo abituando. Certo, c'erano ancora momenti di paura e incertezza, ma in fondo, mi sentivo protetta. Facciamo l'amore tutte le sere ed è bellissimo!

Proprio mentre raggiungevo la nota più alta, sentii dei passi avvicinarsi. Mi girai e vidi Leo che scendeva le scale, avvolto solo in un asciugamano.
L'acqua gocciolava dai suoi capelli scuri e il suo corpo muscoloso era in bella mostra.

Mi sentii improvvisamente a disagio, ma non riuscii a trattenere un sorriso.
"Che succede qui?" mi chiese con un sorriso malizioso, appoggiandosi allo stipite della porta.

"Niente di speciale," risposi, cercando di apparire indifferente, anche se dentro di me il cuore batteva all'impazzata. "Solo un po' di sano divertimento."

"Sembra proprio così," commentò lui, avvicinandosi a me. "Ma non credi che sia ora di smettere di saltare sul divano? Potresti farti male. O meglio potrei punirti se rompi qualcosa."

"Ma dai, Leo, rilassati un po'!" protestai, facendo la linguaccia.
Lui rise, un suono profondo che mi fece tremare dentro. Poi, in un attimo, mi sollevò da terra e mi mise sulle spalle.

"Ehi, mettimi giù!" esclamai, ridendo.
"Solo se mi prometti di comportarti bene," rispose lui, iniziando a girare su se stesso.

Mi strinsi forte a lui, sentendo il suo cuore battere forte contro la mia schiena. In quel momento, mi sentivo al sicuro, protetta e amata.

Stavo ancora ridendo, cullata tra le braccia di Leo, quando il suo telefono squillò, interrompendo bruscamente la nostra bolla di felicità.

Lo vidi irrigidirsi, lo sguardo che si offuscò. Rispose senza proferire parola, e in pochi secondi la sua espressione cambiò radicalmente.

Si strinse a me con forza, come se volesse proteggermi da qualcosa di invisibile.

"Cosa succede?" chiesi, la voce tremante.
Staccò la chiamata e mi guardò.
"I Ferrara," mormorò, lo sguardo fisso nel vuoto. "La sera della festa in cui ci conoscemmo ci hanno visti. Hanno visto quello che ho fatto per salvarti e adesso sanno che sei...il mio tallone di Achille!"

Il mio cuore si fermò di colpo. I Ferrara, il clan nemico, volevano farmi del male? Non riuscivo a credere a quello che stavo sentendo.
"Ma... come hanno fatto a trovarci?" balbettai.

"Non lo so," rispose Leo, con la voce rauca. "Ma dobbiamo agire in fretta. Non puoi più uscire da sola."

La paura mi attanagliava. Ero prigioniera di un mondo che non avevo scelto, un mondo pieno di violenza e di pericoli.

Mi sentivo come una pedina su una scacchiera, destinata a essere sacrificata.
"Non ti lascerò mai," mi promise Leo, stringendomi ancora più forte. "Ti proteggerò con la mia vita."

Le sue parole mi riscaldarono il cuore, ma non riuscivano a scacciare l'angoscia che mi opprimeva. La mia vita era cambiata in modo radicale, e non sapevo se sarei riuscita a sopravvivere.

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