31 - Reazione

Continuava a camminare avanti e indietro senza fermarsi nel suo rifugio sotto il lago, la testa le stava scoppiando per il rumore nonostante il silenzio che l'avvolgeva; i suoi pensieri creavano casino, le procuravano dolore incessante e più cercava di scacciarli via più questi aumentavano, si ingarbugliavano tra loro creando rovi invalicabili.

Non riusciva a credere a cosa fosse successo ormai ore ed ore prima. Come le era minimamente venuto in mente di baciare la Dea Bianca, l'esatto suo opposto? Era stata spinta dalla strana sensazione che aveva provato, il fuoco in petto che l'aveva come travolta annebbiandole la mente. Lei non sopportava il tocco altrui addosso al suo corpo gelido fin dal suo primo passo, lo tollerava solo in eccezioni straordinarie quali portarsi a letto demoni o donne ubriache in quanto portavano a peccati di cui saziarsi. Kyra stava diventando l'eccezione. 

Altra cosa più insolita? Non aveva mai baciato nessuno né si era lasciata baciare, anima viva o morta che avesse incrociato il suo cammino. Aveva sempre visto la cosa come troppo invasiva, era un permettere all'altro di leggere oltre la propria barriera per scoprire cosa vi si celasse, oltre che essere un gesto di disgustoso amore e affetto.

Appena arrivata negli Abissi Infernali, in cui una furiosa tempesta era apparsa al suo primo passo, i suoi pensieri si erano concentrati su quanto odio provasse nei confronti di Selena, a quanto avrebbe voluto ferirla, torturarla e anche ucciderla e mangiare il suo cuore pur di vederla sparire per sempre; peccato che fosse solo un miraggio di luce lunare.

Solo svariato tempo dopo, quando la rabbia lasciò posto ad un altro sentimento, si rese conto di cosa fosse effettivamente accaduto con la Creatrice. Lì tutto cominciò a farsi confusionario, caotico.

Non è possibile, non è possibile, sto delirando! continuava a ripetersi continuando a camminare, ormai stava consumando la pietra sotto i suoi piedi già segnata da crepe.

È surreale, mi devo svegliare!

Le mani le tremavano incontrollate, il cuore di energia negativa che batteva all'impazzata in maniera dolorosa. Non sapeva più per cosa, se rabbia, risentimento, disgusto e chissà cos'altro. Solo una spiccava tra tutte a lei terribilmente familiare, e la cosa non le piaceva per niente.

Era la Dea Nera, la personificazione del Caos, del Male che si nutriva di emozioni e sensazioni negative o peccaminose, ma non per questo non era in grado di riconoscere quelle positive; le aveva viste così tante volte tra Salir e Yarix da farle venire la nausea per l'odore sgradevole che sentiva, le sapeva distinguere dopo tempo anche solo osservando i loro gesti, i loro corpi e anime.

Non è reale, è contro la mia natura! rise isterica, le mani tra i capelli, gli occhi viola scuro intrisi di panico, paura, disorientamento. Stava riconoscendo in sé dei segni su cui non si era soffermata e che portavano tutti ad una sola causa: stava iniziando a provare qualcosa per la personificazione del Bene. Il solo rendersi conto di ciò le fece girare la testa, dovette appoggiarsi al tavolo-mappa, il volto chino, il respiro affannoso dato da una specie di peso al petto, una stretta, una morsa viscerale a tormentarla. Era quello che sentivano le persone quando erano terrorizzati?

Non sono stata plasmata per provare questo genere di cose, dev'esserci qualcosa di sbagliato!

Un'altra risata nervosa le uscì di bocca. Voleva poter cancellare tutto, tornare alla normalità, a ciò che era sempre stata in quegli anni, a preoccuparsi di portare caos e distruzione. Cominciava a pentirsi di aver infranto l'ultimo e più importante divieto stabilito, forse le cose sarebbero andate diversamente. Tuttavia, lei cercava libertà, voleva essere senza catene al cento per cento, peccato che essere una Dea non glielo avrebbe mai permesso.

Uccidi... La tua anima nera... Rieccola, la voce della propria essenza. Si faceva viva ogni volta che era in bilico, che provava sentimenti a lei spiacevoli. Si portò le mani alla testa e poco dopo diede un pugno al tavolo spaccandolo in due creando così una crepa lungo tutto il terreno, le pareti. Era un mistero come potesse rimanere in piedi quel luogo davanti al suo potere che voleva sprigionarsi, disintegrare e lasciarsi avvolgere da sangue e polvere.

Smettila dannazione!

Si scompigliò i capelli, doveva calmarsi assolutamente o non sarebbe finita bene per nessuno, oltretutto non voleva procurare dolore ad altri quando non serviva, solo per sfamare la propria anima nera in maniera più cruenta del solito. Non le piaceva strappare la vita a innocenti, non così facilmente o quando il destino non dettava legge.

Si avvolse nelle sue stesse braccia accucciandosi, sperò che la pressione al petto svanisse permettendole di tornare a respirare e nel mentre le sue unghie iniziarono a premere sulla carne sempre più fino ad iniziare a far fuoriuscire sangue rosso e denso con riflessi dorati.

Era strano che fosse incorporea per gli altri e che dovesse usare un incantesimo per poter essere toccata ma che su sé stessa pareva corporea. Il dolore provocato dalla sua forza non la fermò, anzi, la cercò apposta con bramosia infliggendosi sempre più graffi che divennero man mano più profonde e delle vere e proprie lacerazioni. Non aveva alcuna pietà per sé, voleva solo soffrire, sentire il sangue che colava lungo il suo corpo, percepire il male che ogni ferita le provocava in sussulti silenziosi; erano questi a farla sentire ancora lucida, a farle capire che era ancora lì e non si era persa. In questa maniera la sua energia si poteva sfamare delle negatività da lei create evitando di devastare luoghi e uccidere innocenti. Se non aveva la possibilità di ferire chi era intorno a lei agiva sul suo di corpo, lui che sopportava sempre la sua mente folle. Sarebbe mai ceduto?


I sentimenti possono esser molteplici, alcuni taglienti, distanti, altri brevi e di poco conto, oppure profondi e complessi. Possono manifestarsi in molte forme e con chiunque, alcune sono sentimenti felici che portano a spensieratezza, altre esattamente il contrario e ferire più di una lama portando ad essere vulnerabili. Ma cosa fare quando non si ha un'idea chiara su quello che si prova?

Perché l'ha fatto? si chiese Kyra tra gli alberi dell'Eden, le fronde sopra di sé a farle ombra. Era confusa da quanto accaduto, non smetteva di toccarsi le labbra con le dita, ancora percepiva su di esse quelle della corvina. Aveva provato una strana sensazione come di appartenenza nell'istante in cui si erano avvicinate, un brivido le aveva attraversato la spina dorsale nel momento in cui si era resa conto che le labbra della corvina non erano state poi così tanto fredde. La lieve attrazione che aveva provato le era ignota eppure non era stato male. Ed era anche bastato un attimo per cancellare tutto.

Non aveva idea del perché avesse ripensato alle parole di Selena, il motivo per cui la sua voce avesse preso a risuonarle come un eco nella testa, semplicemente non avrebbe dovuto dirle nulla al riguardo avendo notato come la Dea Nera si innervosisse solo al sentir pronunciare quel nome.

– Dalla sua reazione non penso che abbia voluto qualcosa... sospirò lasciandosi abbandonare e stendere tra i fili d'erba ad ammirare il cielo luminoso privo di nuvole oltre il suo sguardo violaceo. Sorrise appena, le foglie colorate erano illuminate dal sole in maniera magica creando un insieme di raggi variopinti a toccarle la pelle in maniera avvolgente, quasi a consolarla. Si sentiva in parte in colpa per aver fatto arrabbiare Sheera, vedere e sentire emozioni negative provenire da persone non era mai bello per la Dea Bianca, nemmeno se a provarle era l'incarnazione che era in grado di procurarle.

– L'ha fatto seguendo il suo istinto, non stava pensando a niente, i suoi occhi erano limpidi in quel momento per una volta. continuò ripercorrendo ogni singolo istante passato. Aveva visto innumerevoli volte Salir e Yarix scambiarsi un bacio, un gesto dolce e sincero tra amanti, tra amici per salutarsi, l'affetto di una madre verso il figlio, i nonni verso i nipoti e molto altro ancora. 

Stava cominciando a domandarsi cosa stessero diventando l'una per l'altra: non erano più solo la Dea Nera e la Dea Bianca, il Bene e il Male che si alternavano ciclicamente, avevano iniziato a scoprirsi a vicenda, ad abituarsi alla presenza del proprio opposto, stava diventando una cosa quotidiana beccarsi e scambiarsi qualche parola. Cosa potevano essere due anime completamente opposte? Nel vero senso della parola? Era una cosa positiva? Negativa? Imprevedibile, persino per un essere primordiale come lei.

Kyra scattò a sedere in un istante dopo l'ennesima volta che ripensava alla scena coma a voler calcolare ogni cosa, dall'ambiente che vi era stato intorno a loro fino ad ogni sensazione: Sheera era andata su tutte le furie, aveva spaccato il terreno sotto di loro con un solo sguardo, la natura intorno aveva preso ad appassire. Oh no...

Era stata così tanto stupita dal gesto insolito da non essersi soffermata sulla reazione dell'altra, o meglio, cosa poteva scaturire. Era cominciato con il colpire lei nel momento in cui aveva cercato di raggiungerla, sentiva ancora il corpo indolenzito se ci faceva caso.

Si alzò in piedi, aveva bisogno di sapere se Sheera stava bene, se si fosse tranquillizzata una volta raggiunto il suo Mondo o meno, se la rabbia avrebbe potuto causarle nuovamente episodi caotici in cui la sua magia oscura prendeva il controllo del suo corpo portandola ad uccidere o ferire innocenti.

Con un battito d'ali fu di fronte al portale dell'Eden che si lasciò presto alle spalle, la nebbia dell'Infinitus intorno a sé, il pavimento a specchiare l'anomalo cielo notturno perpetuo sopra la sua figura; per un attimo si sentì come oppressa dinnanzi all'imponente portale degli Abissi Infernali, una massa nera e cupa di ossa, teschi, qualsiasi cosa riconducibile alla morte. Non l'aveva mai osservato da così vicino, la sensazione di inquietudine non le piaceva, era come essere costantemente sull'attenti, pronti ad un avvenimento spiacevole imminente.

Come avrà fatto ad entrare nell'Eden quella volta? si distrasse soffermandosi effettivamente su quanto accaduto; non ci aveva più pensato, ma se la Dea Nera ci era riuscita forse non era così impossibile, d'altronde nessuna delle due si era immaginata che la Distruttrice sopportasse l'energia del suo Mondo, la sua luce positiva.

Sentì l'agitazione in sé, il cuore prese a batterle forte quando allungò la mano verso la pietra, il suo istinto le disse di non farlo, di non andare oltre; però, non voleva che la corvina stesse male. E se la sua presenza avesse peggiorato le cose? Anche solo percependo la sua presenza negli Abissi Infernali?

Poggiò la mano sopra la superficie trattenendo il respiro: inizialmente non accadde nulla e il portale cominciò ad aprirsi, a trasformarsi in un vortice scuro e violaceo attraversabile. Ma, nel momento in cui la sua mano lo attraversò, un dolore lancinante la travolse facendola gridare dal dolore e ritrarre subito l'arto e facendo svariati passi indietro. Era stato come se una scossa elettrica l'avesse colpita partendo dalle dita ed estendendosi ovunque senza pietà e a toglierle il respiro quasi a volerla privare della sua essenza magica, strapparle via il proprio potere.

Fa più male del colpo che mi ha lanciato Sheera! pensò a denti stretti guardando la mano insanguinata per via delle lacerazioni che il portale, ormai chiuso, le aveva inflitto e che stavano svanendo grazie alla sua sua magia curativa. 

Dovette però distogliere lo sguardo, il rosso del sangue le diede la testa e la sensazione di nausea si fece viva, nella sua mente apparvero le immagini delle persone o animali morti che aveva sempre visto in giro durante il giorno e che lei aveva sepolto con cura ogni volta.

Non posso attraversarlo, se mi ha fatto questo per qualche attimo figurarsi al mio intero corpo! Sarebbe da pazzi. Si morse il labbro dispiaciuta, non avrebbe potuto fare niente per la corvina se non aspettare di vederla nei Mondi, sperando che accadesse presto.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top