29 -Momenti di quotidianità

Celebrare momenti speciali e unici portava sempre una grande quantità di energia positiva nei Mondi, momenti in cui gli animi di tutti, persino dei più scontrosi, si scaldavano. C'era pace, armonia, musica, sorrisi, buon cibo e tradizioni per ogni festeggiamento, e pareva che ogni singolo individuo facesse la sua parte nell'organizzazione. Era un momento di collaborazione, e vedere come i Salir imparavano gli uni dagli altri era uno dei motivi per cui Kyra partecipava a queste festività.

I Salir erano noti per essere piuttosto distanti: spettegolavano alle spalle altrui, si lasciavano guidare da sentimenti egoisti, si sentivano in costante competizioni per chi era il più ricco, importante o abile andando così a creare un Mondo molto più sotto le grinfie della Dea Nera. Doveva essere per quello che quest'ultima non li frequentava più con malizioso entusiasmo, non doveva impegnarsi a istigarli per cedere e portarli sulla cattiva strada, una volta diventato troppo semplice era noioso.

– Benvenuta nel Distretto più colorato dell'intero Regno Assoluto, Vilesia!– esclamò Kyra alla ragazza accanto a sé; le due Dee, ancora una volta sotto le mentite spoglie di Salir, si trovavano di fronte alla cittadella più popolata del nord-ovest famosa per essere il maggior produttore di fiori e tessuti pregiati: Presainte.

Era una zona prevalentemente pianeggiante prima che le montagne lontane la dividessero con il Distretto di Leia, il suo maggior acquirente. Le distese di fiori variopinti non mancavano di certo, poi greggi di pecore dal manto particolarmente morbido pascolavano libere e indisturbate. Non vi erano molti alberi in giro che potessero fermare un po' il vento che ogni tanto spirava, questo ad alcuni poteva dare fastidio.

– Ecco spiegato per quale motivo non passo da queste parti così spesso.– sospirò Sheera di fronte alla città più colorata che avesse mai visto: strade di pietra levigata così come le case adornate da elementi in legno intagliato, cesti di fiori ovunque e tessuti azzurri, viola, gialli e molto altro appesi su un filo collegate tra tra le case lungo la via. Più camminavano e si addentravano, più notava che i piani inferiori dei palazzi fossero dedicati a botteghe varie con tavoli eleganti a mostrare raccolti, spezie, ceramiche e gli immancabili fiori e tessuti.

Da quanto le stava dicendo la Dea Bianca nel mentre che la seguiva verso una meta ignota, senza nemmeno sapere il motivo, Presainte era anche famosa per gli edifici, per la loro pietra speciale. A quanto pareva, essa si mostrava di bianco durante il giorno con i forti raggi del sole, ma appena la sera iniziava a calare prendeva i colori del tramonto riflettendo una colorazione rosa-arancio. Era vero? Lo avrebbe scoperto da lì a poco.

– Al momento cosa ne pensa la Dea del Caos?– le domandò la chiara, lei invece si stava guardando intorno contenta e con una sorta di fierezza.

– Non saprei, è abbastanza pieno di vita qui in giro.– si mostrò come schifata dalla presenza di parecchia gente tra le vie. Kyra ridacchiò per questo, però apprezzò il fatto che la corvina avesse accettato di seguirla per mostrarle ancora una volta ciò che faceva solitamente. Stava diventando una sorta di quotidianità vedere ognuna il proprio mondo di benevolenza o distruzione, era comunque un modo per conoscersi di più, capirsi e anche farsi compagnia.

– Quanto festeggiano questi Salir? Il freddo di solito li tiene chiusi in casa o in locali loschi al massimo.– pensò ad alta voce Sheera notando quanta gente si stesse preparando per quella serata. Avevano finalmente raggiunto la meta, una grande piazza rettangolare dagli splendidi mosaici sotto i piedi raffiguranti fiori, ovviamente, e le persone si affrettavano a sistemare lunghe tavolate lungo il perimetro, più vicino alla case. In centro, da quanto intuì, lo spazio era dedicato alle danze e alla musica.

Non si fidò molto a passare sotto tavoli volanti, la magia del Salir era debole e voleva evitare di esser colpita da qualche oggetto non essendo nella sua forma incorporea. Tuttavia, Kyra non le diede nemmeno il tempo di protestare alla sua voglia di esplorare che si ritrovò ancora una volta ad esser trascinata dall'altra verso il luogo da cui vari profumi iniziavano ad espandersi nell'aria.

– La prossima volta finisci male.– le bisbigliò accigliata quando si fermarono, la chiara che la guardò sorridendo come se le sue parole non avessero alcun effetto. Era inutile, quella Dea benevola non provava paura nei suoi confronti e le minacce non sembravano sortire alcun effetto negativo a lei familiare.

– Quindi cosa combini in questi casi?– cercò di interessarsi per evitare di non seminare qualche piccolo casino per la noia. L'idea di far spuntare un bel nubifragio non era così male, almeno il sole avrebbe smesso di darle fastidio.

– Aiuto con qualche preparativo. Il modo migliore per scoprire più cose su di loro è stare a contatto con loro, non credi?– le rispose prima di entrare in quella che sembrava una taverna dall'insegna e i numerosi tavoli all'interno.

– Senti già che prelibatezze! Chissà cosa avranno fatto oggi di buono!– batté le mani felice la chiara, la corvina che non riuscì a noi inclinare la testa da un lato, confusa. Per essere una Creatura che non aveva bisogno di cibarsi era come affamata, le ricordava le anime che avevano peccati di gola. Questa però era molto più innocente, un gesto di un semplice bambino.

– Ricorda, niente magia.– le sussurrò all'orecchio poi Kyra una volta avvicinatasi di colpo, una mano che sfiorò il suo addome. Fu per una frazione di secondo, ma quella vicinanza provocò di nuovo il solito calore al petto, lo stomaco le si contorse.

– Buonasera care, vi serve qualcosa?– si avvicinò una signora a distrarre entrambe, la sensazione che svanì dal corpo freddo della Dea Nera per lasciarne un'altra. La donna che era davanti a loro possedeva un'aura positiva, vedere un'anima così bianca e pura in un essere adulto era estremamente raro tanto che Sheera si dovette trattenere dal non ucciderla in maniera quasi istintiva; anime del genere racchiudevano una quantità di energia pari a tre dozzine di quelle che trovava in giro nei locali malfamati, gli interi Abissi Infernali si sarebbero potuti sfamare in uno schiocco di dita.

Questo portava però ad estinguere per sempre il suo spirito, dunque la Distruzione aveva deciso che ci si poteva sfamare della loro positività trasformandola in negativa lasciandone solo una piccola traccia, così facendo essa avrebbe potuto raggiungere l'Eden appena sarebbe stata pronta per rinascere.

– Oh, sei tu. Sei puntuale come sempre.– notò la donna guardando Kyra. Non doveva essere la prima volta che la chiara stava in quelle zone. Sheera invece sorrise maliziosa. – Avrei da ridire sul puntuale.– parlò nella mente del suo opposto che per poco non sussultò, non parlavano praticamente mai in quel modo e la cosa la spiazzò. – Non iniziare.– si affrettò a ribattere nel mentre che la padrona di casa squadrava la corvina.

– Ho portato una mano in più, pensavo vi potesse far comodo. Lei è Sheera, ed è abile nell'usare i coltelli.–

Una mano in più? Coltelli? Ma di cosa sta parlando questa? Sheera era confusa ma la Salir la prese con sé dividendola dalla chiara e conducendola verso una grande tavolata in fondo alla sala. Prima, però, la corvina lanciò un'occhiataccia a Kyra che sorrise divertita e le fece un occhiolino raggiungendo invece un gruppetto di musicisti e ballerine.

– Di solito la nostra famiglia si occupa del banchetto di stasera, ormai è diventata una tradizione. Tieni.– cominciò a spiegarle l'estranea porgendole un coltello che tentennò nel prendere. Era diverso da quello che utilizzava lei per uccidere e ferire, era più grande, pesante e meno affilato, la lama più lunga e larga. Davanti a sé, disposti sul tavolo ordinatamente, cesti di verdure e frutta, uova, carne, così tanti ingredienti da non sapere dove iniziare a guardare.

Osservò incuriosita la donna, che nel mentre si presentò come Darina tra un racconto e l'altro che non ascoltò, e analizzò ogni suo movimento, da come pelava le patate in un unico gesto a come sezionava la carne. Le aveva dato il compito di aiutarla così senza conoscerla? La Dea della Distruzione e del Caos che tiene una possibile arma in mano senza usarla come tale, dove mi manderà la Creatrice prima o poi? alzò gli occhi al cielo. Una piccola parte di sé, però, era consapevole che fosse lei a concederglielo, a non dirle di no e fregarsene così come per tante altre cose. Non sapeva perché non riuscisse a negarle qualcosa, era davvero strano.

Una stretta allo stomaco per poco non la bloccò, l'odore di sangue che le arrivò alle narici, i sensi che si fecero sull'attenti, sentì i canini graffiare le labbra per cui dovette coprirsi con una mano: fame, aveva un'improvvisa fame. Da cosa dipendesse? Aveva fatto caso che più si mimetizzava tra i Salir e Yarix mantenendo la sua aura magica quasi nulla, il suo potere bramava sempre più cibo.

Le serviva un momento, giusto qualche istante; perciò con il sol pensiero fece cadere a terra il cesto di frutta che Darina aveva accanto, come se lo avesse urtato lei nel mentre che passava. La donna subito si maledisse per la propria sbadataggine e cominciò a chinarsi e recuperare il tutto. Nel mentre, Sheera si guardò attorno per un secondo per controllare che nessuno la notasse, dopodiché allungò la mano davanti a sé verso ciò che riconobbe essere cuori di coniglio e ne prese un paio cacciandoseli in bocca. Subito il sapore inconfondibile le avvolse il palato, il sentore di selvatico le rilassò il corpo. Con la magia si ripulì le mani dal sangue e fece finta di niente, tornando a tagliare le verdure a lei assegnate.

– A volte non so dove ho la testa!– esclamò ancora la donna avvicinandosi poi a lei.

– Non sei di molte parole a quanto vedo.– aggiunse osservandola.

– Preferisco stare per conto mio in realtà.– fece spallucce la Dea non ricambiando lo sguardo.

– Peccato, sei una ragazza così affascinante, chissà quanti ragazzi vorrebbero la tua mano e tu li ignori! Ma vedrai che tra qualche anno cambierai idea, tutti vogliono sistemarsi nella vita.–

Ignorò totalmente le sue parole, era un essere immortale e unico nel suo genere, nessuno poteva sapere cosa significasse avere un'eternità ignota davanti a sé, un'intera e lunga se non interminabile esistenza scandita da solite e quotidiane faccende per fare in modo che Bene e Male continuassero a mantenere ciclicamente i Mondi in equilibrio. Solo lei e Kyra.

A proposito, dove sarà finita? si ricordò della chiara guardandosi in giro. La beccò poco dopo dall'altra parte della stanza intenta a parlare con sorriso raggiante con un paio di ragazze e dei musicisti. Sembravano starsi mettendo d'accordo per qualcosa prima che i ragazzi iniziassero a comporre note armoniose e, quelle che ipotizzò essere ballerine, cominciarono a danzare. La Dea Bianca batté le mani felice, e Sheera non poté non notare la quantità di energia positiva che aleggiava intorno a loro, il suo corpo divino che ne sprigionava molto più del solito. Che fosse dovuto alla compagnia?

Scosse la testa quando fu invitata anche la chiara nel ballo, sperava che non l'avrebbe coinvolta ora che conosceva il motivo del suo astio per danzare. Tuttavia, riuscì ad attirare la sua attenzione: Kyra seguiva i movimenti delle altre, leggiadra, elegante, perfettamente in sintonia con la melodia. Non possedeva poteri ammalianti, eppure riusciva comunque ad incantare con la sua luce innocente. Poi il suo sguardo grigio si unì al suo; l'aveva beccata, probabilmente fu per quello che sorrise in maniera diversa dal solito, quasi...ammiccante. E per un attimo, la corvina sperò che quel contatto visivo tra loro non si sciogliesse.

Era in grado di vedere oltre il grigio fasullo, dentro di sé avrebbe voluto osservare il viola chiaro mentre piroettava, girava e volteggiava in tutto il suo splendore, in tutta la sua luce. Era particolare il fatto che si stesse abituando alla chiara, ne rimase per un istante anche spaventata nel momento in cui sentì non solo il calore al petto farsi di nuovo vivo ma anche una specie di attrazione. Il suo corpo, se non se ne fosse resa conto in tempo, si sarebbe mosso verso il suo opposto come a voler stargli vicino il più possibile. Ma che mi prende? Ritorna in te! si disse distogliendo lo sguardo e abbassando il volto, il cuore di energia negativa che batteva all'impazzata.

– Wow! Non sei niente male!– esclamò Kyra dopo essersi separata dagli altri per raggiungerla e vedere cosa avesse combinato il suo opposto, ovviamente peggiorò la situazione della corvina nel momento in cui si avvicinò troppo da sentire il suo corpo caldo accanto al suo.

Catturò anche l'attenzione di Darina che si affiancò e lodò il lavoro della Distruttrice, lo definì un'opera d'arte e a lei parve un po' troppo. Cosa c'era di così difficile?

– L'ho detto che ci sa fare con i coltelli.– disse Kyra prendendo un fetta sottile e precisa di carota, mangiandosela.

– Non è male, è croccante. Prova.–

A Sheera non andava molto di assaggiare qualcosa dopo il sangue che l'aveva momentaneamente saziata, però ne era anche incuriosita e non riuscì a rifiutare il pezzo offertole.

– Ti dirò sinceramente, non mi piace.– sputò quasi disgustata facendo ridere sia il suo opposto che la donna.

– Da sola non è granché magari, ma se aggiunto ad altro crea sapori migliori.– le spiegò la Salir voltandosi e raggiungendo un pentolone posto sopra le braci di un camino. Sheera non aveva notato quel particolare, non che le fosse mai importato, e inclinò la testa da un lato quando l'estranea tornò con in mano una ciotola fumante. Cosa aveva appena versato dentro con un mestolo come ad essere una pozione?

– A voi, assaggiate pure.– invitò entrambe a provare. Inutile dire che Kyra non si tirò indietro, prese ben volentieri il cucchiaio trovato sul tavolo, e dopo il boccone di quello che doveva essere una zuppa i suoi occhi si illuminarono.

– Ogni anno è sempre meglio!– saltellò contenta. Era possibile essere felici per del cibo? Sheera scosse la testa, la Dea Bianca rimaneva sempre estasiata da tutto, non doveva stupirsi ormai delle sue reazioni. Alla fine, per non dare del dispiacere alla padrona di casa, come se le fosse importato per davvero, prese un boccone pure lei.

Sapori misti tra loro si mischiarono e crearono qualcosa di unico, molto simile alle torte che aveva assaggiato. La cosa che la lasciò stupita fu la carne: morbida e succosa, non sapeva di sangue come da cruda e non era nemmeno così male. Darina sorrise alla sua espressione, Sheera invece pensò ai Demoni per un semplice motivo: i loro cuori erano una fonte di energia negativa e molte volte, essendo praticamente immangiabili sia per la durezza che per il sapore, si perdeva la possibilità di accumulare energie per tutti gli altri. Se venissero cucinati forse non sarebbero così male...

I suoi pensieri vennero cancellati da una nuova stretta allo stomaco per cui strinse i denti. Non ce la faceva più a stare lì, troppa gente, troppi battiti che le giungevano alle orecchie quando era a corto di negatività, troppe anime da strappare via.

Kyra dovette intuire qualcosa poiché salutò la donna il più velocemente possibile e prese la corvina con sé uscendo dall'edificio. Appena varcata la soglia la Distruttrice schioccò le dita e l'aria fresca le arrivò alla pelle, la notte quasi calata del tutto ad accoglierla. La nube nera che aveva evocato le aveva appena trasportate in tutt'altro posto senza nessuno, solo alti alberi che circondavano un ampio lago cupo e solitario.

– Ti dirò, pensavo durassi meno là dentro.– ridacchiò la Creatrice avvicinandosi a lei che si era portata una mano allo stomaco, la gola secca.

– Non hai nient'altro di meglio da dire?– ribatté acida l'altra invece, era diventata nervosa in un attimo ma come non esserlo?

– Tieni.– le fece poi Kyra allungando una mano verso di lei. Il ricordo del sapore del suo sangue si fece vivo nella sua mente, una parte di sé non voleva accettare quella deliziosa offerta ma, in effetti, avrebbe impiegato troppo per cercare una vittima animale o non da cui ricavare energia negativa.

Sospirò e prese con tocco delicato l'arto portandoselo alle labbra. Quella volta non si soffermò a guardare il suo sguardo, capire se potessero pentirsene, solo affondò i denti nella carne. Così come le volte prima, la calma che scorreva nelle vene della Dea Bianca la calmò e placò la sua fame, liberando la presa. Eppure, dopo ciò Kyra continuò a sorridere. Non le faceva ribrezzo come avrebbe dovuto.

– Non ti fa strano mangiare ciò che la tua energia crea?– le chiese così di punto in bianco al posto di ringraziarla. La domanda fu così diretta e improvvisa che la chiara ne rimase spiazzata. Sheera era da un po' che ci pensava, lei era la Morte quindi poteva essere considerato normale per lei che portava la fine di una vita mangiare dei cadaveri, che fossero piante o animali. Ma la Creazione? Era curiosa, perciò aspettò una risposta con le mani in tasca nelle vesti di solita cacciatrice.

– Ehm...– si sentì opprimere dalla colpa l'altra.

– Diciamo che cerco di non pensarci.– si affrettò a dire iniziando a giocherellare con i propri capelli candidi.

– Cerco di evitare il più possibile di mangiare animali, quello sì, mi fa più senso. Però, se volevo conoscere di più sulle persone e le loro tradizioni e abitudini qualche piccolo sacrificio va fatto.– spiegò. Alché la corvina mostrò un sorrisetto malizioso.

– Potevi semplicemente dire che sei una golosa.–

Non seppe perché ma Kyra sentì le guance andare a fuoco. Reagì subito, si voltò avvolgendosi in un abbraccio, dentro la colpa per aver gioito di fronte a ciò che prima possedevano una vita.

– Sono un essere orribile!– si disse, Sheera che ridacchiò e le passò vicino scompigliandole i capelli prima di raggiungere la sponda del lago. Quel gesto la sorprese, da quando la Dea Nera sembrava scherzosa in quella maniera?

– Non pensarci troppo, se qualcosa ti piace perché smettere per seguire ciò che gli altri ti impongono di essere? Sei la Creatrice, la personificazione del Bene, ma non per questo non puoi vivere tu stessa come vuoi.– le disse cominciando ad entrare in acqua fin quando essa non le arrivò all'addome. Kyra rabbrividì, doveva essere gelato quel lago eppure ci era entrata con una naturalezza sconcertante.

Nonostante tutto si avvicinò anche lei alla sponda e non riuscì a notare come i raggi lunari riflessi nello specchio d'acqua raggiungessero i profili eleganti della corvina; forse era per il suo esser legata alla notte, ma Sheera sotto essa l'attirava. Non solo per il misterioso e sconosciuto mondo di negatività che portava, ma in maniera più profonda, radicata nella sua essenza positiva.

Quando la vedeva si sentiva felice, chi mai lo era di fronte a colei che portava sciagure? L'avrebbero sicuramente presa per pazza se lo avesse rivelato a qualcuno. Eppure non riusciva a farne a meno, vedeva sempre un lato benevolo in ognuno, compresa la Distruzione.

– Ehi!– si lamentò quando la corvina, con un semplice gesto delle dita, schizzò dell'acqua rivolta verso di lei che riuscì in tempo a schivare.

– Hai dei riflessi abbastanza buoni, devi solo trovare il modo di saperli sfruttare meglio.– le disse invece l'altra lasciandola piuttosto confusa.

– Che intendi?–

La Dea Nera la fissò negli occhi, non aveva né malizia né noia in essi, solo una pura sfumatura viola scuro di calma. Semplicemente si voltò verso di lei.

– Mi avevi chiesto di aiutarti a saperti difendere, giusto?–

Ne rimase stupita, se ne era ricordata, e soprattutto la stava prendendo sul serio, addirittura le si avvicinò di qualche passo porgendole la mano. Eccolo di nuovo, il calore al petto. Assieme a lui il cuore di energia positiva che si agitò.

Accettò con un po' di riluttanza l'aiuto, non era certo il freddo che avrebbe voluto a quell'ora della notte, sussultò quando immerse il piede. Questo fece ridere la corvina, non uno dei suoi soliti risolini maliziosi o maligni bensì innocente e puro, istintivo. Era così bella sentirla, era un peccato che fosse sempre cupa e fredda. Sorrise, e passo dopo passo la raggiunse.

– Sappi che non ci andrò leggero.– l'avvisò la Distruttrice attirando a sé, i loro corpi che si sfiorarono, le mani ancora unite, gli sguardi incatenati. I loro respiri si fondevano nell'aria fredda che pareva essersi scaldata di colpo.

– Apprendo velocemente.– ribatté lei, gli occhi che, per un secondo, le ricaddero sulle labbra che si era appena inumidite.

– Ora sono curiosa.– ammiccò l'altra.

– Vedrai.– le fece l'occhiolino furba, prima di separarsi da lei.

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Ehilà! Scusate questo periodo di assenza ma ho avuto dei problemi familiari e non ho avuto molto la testa per tornare a scrivere qualcosa di decente. A breve inizierò l'università e sfrutterò tutto il tempo che posso per tornare a scrivere (devo trovare qualcosa da fare nelle ore buche tra una lezione e l'altra ahaha) e spero di potervi dare il finale di questa storia il più breve possibile. Anche perché una nuova storia è dietro l'angolo, e sarà un pochino diversa da quelle che trovate sul mio profilo, l'idea di metterla nero su bianco mi sta prendendo molto hihihi (niente spoiler :)). Grazie per la pazienza e alla prossima!

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