Capitolo 51
Servo altri due clienti e torno a sedermi. Da quando sono tornata al lavoro, Max mi tiene d'occhio perché non vuole che io forzi troppo la mano o mi stanchi. Sono tutti così premurosi.
È stata una giornata piena e ad essere sincera dopo tre settimane di fermo, mi sono sentita meglio. Potermi muovere, lavorare e fare qualsiasi cosa in piedi, mi ha fatto recuperare l'umore.
Anya mi sorride dal tavolo mentre sorseggia il suo drink. Assieme a lei ci sono Irina e Patricia. Passo la mano sulla fronte e pulisco il bancone. Non mi sono ripresa del tutto ma riesco a camminare e continuo a fare terapia.
La questione tra Ethan, Scott, Drew e Freddy, non si è ancora risolta. Ethan negli ultimi giorni è stato un po' distratto e scostante ma del resto, lo è sempre. Ieri e oggi non ci siamo visti e mi manca perché lo vedevo quasi sempre in casa ed essere privata della sua presenza è stato difficile.
Dalla porta vedo entrare Mark. Ha lo sguardo teso e si dirige da Anya, la prende per un braccio e la trascina verso l'entrata.
La scorsa notte, mentre me ne stavo a fissare il soffitto e a pensare a Ethan, li ho sentiti litigare e non un litigio banale, c'era qualcosa di serio sotto. Non ho voluto indagare perché so che Anya prima o poi me ne parlerà di sua spontanea volontà ma è pur sempre la mia amica e voglio solo che stia bene. Con la coda dell'occhio la vedo tornare al tavolo, afferrare la borsa e uscire di corsa.
A fine serata aiuto a pulire il locale nonostante i rimproveri e dopo avere salutato, mi appresto ad uscire dal locale. Trovo Ethan appoggiato al muro. Mi sorride e viene incontro. Lo abbraccio e inspiro il suo profumo. Mi è davvero mancato tanto. Mi domando cosa lo abbia spinto ad allontanarsi e spero non sia stata colpa mia. Spero di non soffocarlo. Non voglio essere una di quelle ragazze.
Prende il mio viso e mi bacia con un certo trasporto spingendomi contro il muro. Sento la tipica scossa e il calore affluire su per il corpo. È così piacevole dopo due giorni di astinenza.
«Ciao», sussurra.
Sorrido come una cretina. «Ciao», riprendo fiato.
Prende la mia mano e ci incamminiamo. Non è la strada che porta all'appartamento. Mi insospettisco e lancio sguardi ovunque in cerca di risposte. Ethan se ne accorge e il suo sguardo si illumina. Si ferma e mi afferra per i fianchi. Perdo il fiato per come mi sta guardando. Mi bacia con una certa forza.
«Andiamo...», boccheggia ed estrae qualcosa dalla tasca.
«Dove mi stai portando?», domando curiosa.
«Shhh».
Ethan continua a trascinarmi per mano ma non vedo più niente a causa della benda sugli occhi che mi ha legato cogliendomi di sorpresa. Le mie orecchie vengono tappate e trasalisco leggermente quando la musica arriva alle mie orecchie. Vengo sollevata poi sento il sedile sotto. Mi irrigidisco ma quando le labbra di Ethan si posano sulle mie con dolcezza provo a non riflettere troppo e ad essere coraggiosa.
Non devo pensare che sono su di un'auto continuo a ripetere a me stessa per cui concentro la mia attenzione sulla musica. È una playlist meravigliosa. Mi scappa pure un sorriso. Perdo la cognizione del tempo e canticchio a bassa voce mentre per la testa iniziano a circolarmi strane idee. Non so dove mi stia portando. Sono curiosa e un po' ansiosa a dire il vero. È la prima volta che mi ritrovo in auto dopo la corsa. Tendo ogni senso e sento a parte il forte profumo di Ethan, odore di sedili e un profumo tenue proveniente da uno di quegli alberelli che si appendono sullo specchietto retrovisore dell'auto. Stringo le mani in grembo e cerco di contare mentalmente mentre la musica continua a pompare nelle orecchie.
Sento che ci siamo fermati. Vengo sollevata e mi scappa uno strilletto perché la musica si spegne.
«Tranquilla piccola»
Non ho bisogno di vederlo per capire che sta sorridendo. Credo di conoscere in parte le sue reazioni.
«Sono preoccupata»
«Non preoccuparti, siamo a casa»
Aggrotto la fronte. «Perché sono bendata allora?»
«Perché è una sorpresa»
Sento le sue labbra sulla mia tempia. Mi stringo sulle sue spalle mentre mi porta chissà dove.
«Pronta?», sussurra facendomi scendere.
Toglie la benda e rimango stupita. Mi esce un urlo di apprezzamento e gli getto le braccia al collo. Gli stampo tanti baci sul collo e sul viso. «Sei pazzo!», saltello nonostante lui cerchi di bloccarmi perché ha ancora paura che io mi faccia male.
Ha sistemato una tenda con tante luci nel soggiorno del suo appartamento. All'interno tanti comodi cuscini e l'iPad per vedere un film. Ne avevamo parlato e lui mi aveva preso in giro perché ne volevo una.
«Oddio, tu sei pazzo!», gli salto addosso stringendo le gambe sulla sua vita baciandolo con impeto. Amo questo ragazzo più di quanto io ami me stessa. Nonostante i brutti momenti, i litigi, superiamo tutto ritrovandoci di fronte a questi attimi di pace e di amore intensi ed unici.
Mi fa stendere e dopo un paio di minuti mi raggiunge con due coppette di gelato, l'ultimo della stagione. Né mando giù subito una cucchiaiata e lo bacio. «Non posso crederci», strillo ancora eccitata ed entusiasta.
Mangiamo gelato e guardiamo il mio film preferito. Ethan lo commenta pure ed esprime il suo giudizio in merito. So che in fondo piace anche a lui ma non vuole proprio ammetterlo.
«Ammetti che è una storia bellissima quella di Edward mani di forbice!», sfioro il suo mento e le sue labbra. Prova a baciarmi ma mi scanso perché so che gli dà fastidio.
«Se lo ammetto mi darai il bacio che voglio?», sorride e gli si formano le fossette al centro delle guance.
Mi imbambolo per un momento e arrossisco. Le amo, amo tutto di lui. Mi ammazzano ogni volta che le vedo spuntare sul suo viso. È stato baciato sicuramente da un angelo ma lui lo è già. Ethan è il mio angelo. Mi riscuoto e annuisco.
«Si mi piace questo film soprattutto nella parte dell'abbraccio e della neve. Adesso baciarmi!»
«Prepotente!», arriccio il naso e gli faccio una smorfia.
«Oh non sai quanto!», mi afferra e prova a farmi il solletico sempre con delicatezza.
Lo attiro sulle mie labbra e mi struscio sotto di lui. Sento subito quanto si sta eccitando e continuo a provocarlo.
Afferra e porta i miei polsi sulla testa e morde le mie labbra. Le sue pupille si dilatano quando mi spingo contro di lui e mugolo.
«Giochi sporco! Però sei una stronza sexy», mormora strusciandosi a sua volta e facendomi surriscaldare. Sento proprio le guance prendere fuoco ed il corpo spinto dalle scosse elettriche per quel lieve contatto agisce per istinto.
«Credo che questi, non ti serviranno più», sfila la mia maglietta e i pantaloncini. Osserva il mio corpo con attenzione e inizia a sfiorare i punti più sensibili con le labbra.
Si disfa dei suoi indumenti e preme il suo corpo contro il mio. In breve ci ritroviamo travolti dalla passione. Diventa tutto confuso e pieno di respiri affannati che spezzano il silenzio della notte.
«Mi sei mancata», sistema i boxer e mi passa la sua maglietta.
Sono ancora un po' stordita e mi ritrovo a fissarlo. Non perdo un movimento, un gesto, un'espressione. È così fottutamente speciale ai miei occhi.
Per richiamare la mia attenzione, mi pizzica una guancia e sorride timido. Questo mi fa incendiare ancora una volta e mi sistemo sui cuscini accoccolandomi accanto a lui e rilassandomi mentre ascolto il suo respiro.
Il giorno arriva velocemente. Ho dormito bene anche se non è stato molto comodo tra i cuscini. Mi stiracchio e lancio uno sguardo al ragazzo che dorme al mio fianco. Sembra così sereno, così in pace con il mondo che a volte mi stupisco della forza che dimostra in determinate situazioni. E' proprio una sorpresa. Sfioro la sua guancia e stampo un lieve bacio sulla tempia. Si muove impercettibilmente ma non si sveglia.
Raggiungo il bagno e sciacquo il viso. Ho un aspetto decisamente migliore rispetto alle settimane passate.
Decido di preparare la colazione e nonostante mi senta a disagio perchè non sono nel mio appartamento, inizio a tirare fuori padelle e mestoli. In breve preparo i pancake e del caffè. Il profumo invitante aleggia in breve in tutto l'ambiente. Sento dei rumori al piano di sotto e penso subito a Daniel. Spero non ci abbia sentiti. Preparo un piatto per lui e lo porto di sotto.
«Buongiorno», ha un aspetto diverso dal solito. Sembra più normale, mi ritrovo a pensare non appena lo vedo. Come il figlio, ha i capelli neri scompigliati e lo sguardo assonnato.
Poggio il piatto sul ripiano della sua cucina e mi guardo attorno per vedere se posso fare altro.
«Pancake? Sono una vita che non ne mangio. Grazie!», sorride e con la sua sedia si avvicina al bancone e si muove a proprio agio e senza alcuna difficoltà.
«Non si è ancora svegliato? Uhm... sono ottimi.»
«No, non voglio svegliarlo. Dorme come un ghiro», passo un panno sul bancone più per abitudine ma Daniel mi ammonisce con i suoi occhi azzurri. Come il figlio riesce ad incutere un certo timore.
«Avete programmi per oggi?»
«In realtà... non ne ho idea.» Tamburello con le dita sul bancone.
«Ti ha rapito?», sorride, scuote la testa e sorseggia il caffè.
«Credo proprio di si. Lo fa spesso? Crede sia normale?», mi siedo accanto a lui. Spero non mi dia la risposta che tanto temo.
«In realtà... non ha mai portato una ragazza in questo posto. Credo sia normale il suo comportamento.»
Il mio cuore rischia di scoppiare. Arrossisco e distolgo lo sguardo da Daniel per non mostrare lo stupore. «Mai? E... Tara?», mordo il labbro.
«No. Mai portata in questa casa, per fortuna.» Mi lancia uno sguardo d'intesa e termina i suoi pancake.
«Quindi ha portato solo me? Mai un'amica?», inizio ad essere curiosa. Quante cose non so ancora di Ethan? Quante ne devo sapere?
Daniel soppesa il mio sguardo. Ha capito che sono curiosa e stupita. «Mio figlio ha un carattere particolare. Se porta una sola ragazza in casa dopo anni ha un significato. Credo di sapere quale sia e tu?», prende il piatto e lo porta sul lavello.
Mi affretto a toglierglielo dalle mani. E' il minimo che io possa fare vista l'accoglienza e la gentilezza di quest'uomo. Pulisco la cucina mentre mi osserva curioso con la mano sotto il mento. In tanti atteggiamenti, sembra proprio il figlio.
«E' meglio che vada a controllare se respira ancora.»
Daniel ride e annuisce poi sparisce nel suo ufficio. Mentre salgo la scala a chiocciola vengo colpita da uno strano dubbio. Se Ethan non ha mai portato una ragazza in questo posto e suo padre non ha mai conosciuto nessuno a parte me, chi era la ragazza che lo ha a fatto litigare con Scott?
Trovo Ethan sveglio e pimpante. Mi accoglie con un gran sorriso e mi tuffo tra le sue braccia.
«Buongiorno principessa. Dov'eri?»
Basta la sua voce arrochita dal sonno a mandare tutto al diavolo. Come fa? Come fa ad essere così meravigliosamente perfetto anche al risveglio?
«Ho portato la colazione a tuo padre. Spero non ci abbia sentiti questa notte.» Ridacchio.
«Hai portato la colazione a mio padre?», inarca un sopracciglio, «e la mia dov'è?».
Mi rialzo. «Arriva subito!», mi avvio verso la cucina ma in un secondo mi ritrovo sotto il suo peso. Mi fa il solletico e mi riempie di baci e piccoli morsi.
«Ho già la mia colazione qui!»
Cerco di opporre resistenza ma è troppo forte ed io sono ancora debole e non ho ancora fatto colazione perchè aspettavo che si svegliasse. Rido sguaiata e cerco di riprendere fiato quando si ferma e mi fissa imbambolato. Agisco istintivamente, gli pizzico una guancia prima di afferrare il suo viso e baciarlo con trasporto. Il suo corpo ha uno strano sussulto ma si rilassa immediatamente.
«Uhm, proposta allettante ma devo mettere qualcosa sotto i denti per potere dare il meglio di me e non deluderti», mi da una pacca e si rialza trascinandomi in cucina.
Dopo avere fatto colazione, distruggiamo la tenda. In parte mi dispiace perchè è stato un gran bel gesto il suo. Ho capito che tiene molto alle dimostrazioni. Credo di avergliene date anche io e nonostante tutto sono ancora accanto a lui, sempre più innamorata, sempre più persa nel suo mondo.
Mentre sta raccogliendo un cuscino gli do una pacca sul sedere con quello che tengo in mano. Immediata la reazione. Spalanca la bocca divertito e si vendica. Iniziamo una lotta con i cuscini tra le risate e le strilla. Sa che non posso ancora correre bene e approfitta per immobilizzarmi a terra e tempestarmi di cuscinate prima di fermarsi e baciarmi come un ragazzino in piena tempesta ormonale. Sentiamo delle voci familiari e ci stacchiamo. Anya e Mark salgono al piano di sopra allegri e trovando il caos scoppiano a ridere ed iniziano a prenderci in giro. In effetti, abbiamo fatto un gran casino con i cuscini.
Trascorriamo parte della mattinata e del pomeriggio con loro. Andiamo a pranzo fuori poi torniamo nell'appartamento di Ethan.
«Lo vedo sereno», Anya lancia uno sguardo al fratello mentre sta giocando con Mark alla Xbox.
«Credo lo sia. E'... diverso», le rispondo ma noto che ha una strana espressione dipinta in volto quando la guardo. Distoglie subito lo sguardo e sistema i piatti sul tavolo per non parlarmi. E' come se mi stesse nascondendo qualcosa.
I litigi con Mark credo abbiano avuto a che fare con Ethan. Ne sono sempre più convinta ma non riesco a togliermi dalla testa mentre ceniamo, i suoi occhi e il modo in cui cercava di fuggire da un qualsiasi discorso.
«Tutto bene?»
Sento le dita di Ethan sulla guancia mentre si spostano sul lobo. Mi sorride in un modo che io non avevo mai visto. Sembra davvero sereno e allora perchè ho come una strana impressione?
Noto Mark mentre lancia uno sguardo ad Anya e mi viene come l'istinto di alzarmi e mettermi ad urlare. Io e lei, non abbiamo avuto più segreti ma ora sento che sotto c'è qualcosa che io non so e a cui io non ho accesso. «Si», mi rialzo e vado a prendere il secondo.
Anya mi segue. Poggia un piatto sul lavello e mi guarda. «Sei diventata bianca come un lenzuolo, tutto bene?»
Annuisco e porto a tavola il secondo. Inizio a sentire una certa tensione nell'aria ma non capisco per cosa. Cosa deve succede ancora? Solitamente il mio sesto senso non ha mai fallito.
Dopo cena, mentre i ragazzi si sistemano sul divano per vedere un film, lavo i piatti e cerco di tenere a freno i cattivi pensieri. E' strano che Anya sia venuta in questo posto proprio mentre Ethan stava con me. E' strano che mandi sguardi a Mark ogni volta che Ethan mi si avvicina o dice qualcosa con dolcezza.
Asciugo le mani e mi siedo rigida accanto a lui. Quando passa una mano sulla mia schiena quasi rabbrividisco e mi scosto. Se ne accorge e mi sistema sulle sue gambe con prepotenza. «Sei improvvisamente silenziosa e questo mi preoccupa», sussurra mentre Anya e Mark stanno ridendo.
«Sono solo un pò stanca», sorrido forzatamente per non turbarlo e appoggio la schiena contro il suo petto mentre le sue braccia mi circondano e il suo mento si poggia sulla mia spalla dopo avermi lasciato un bacio delicato sulla pelle.
Mi manca un pò il respiro quando è così vicino quindi cerco una posizione comoda e guardo lo schermo.
Il film inizia e finisce ma io continuo a non vedere niente. La mia testa è annebbiata dai cattivi pensieri. Più le ore passano più mi rendo conto che qualcosa non va affatto bene. Anya e Mark stanno nascondendo qualcosa e nonostante i loro sforzi, i loro sorrisi, ne sono sempre più convinta.
Il campanello suona e tutti fissiamo la porta. Ethan si alza.
«Figliolo, c'è Tara»
Vengo percossa da una brutta sensazione di gelo da capo a piedi. Spalanco gli occhi e guardo Anya e Mark che sembrano sconvolti e nervosi.
«Cosa vuole?», Ethan aggrotta la fronte.
«Dovresti scendere...», taglia corto Daniel confermando la mia paura.
Ethan prende la mia mano e scendiamo tutti al piano di sotto.
Non appena vedo Tara, nonostante sia una stronza, mi preoccupo e corro da lei. Prendo il viso tra le mani. «Stai bene?»
Scrolla le mie mani a disagio e annuisce. Ha qualcosa di strano non è la ragazza che sono abituata a vedere. Bella, in forma smagliante. La ragazza che ho di fronte, è pallida e trascurata. Il mio cuore ha un sussulto.
«Vuoi sederti?», domando preoccupata.
Annuisce ancora e prende posto sul divano. Anya e Mark si siedono distanti accanto a Daniel mentre Ethan sembra pietrificato.
Non riesco a tenere a bada l'ansia e mi dirigo in cucina per preparare un tè.
«Possiamo parlare?», inizia con voce piatta.
«Si, qualcuno ti ha fatto male?», domanda subito Ethan.
Tara scuote la testa e fissa le sue dita mentre giocherella con un pelucco invisibile.
Porto il tè sul piccolo tavolo e gliene offro una tazza. Mi ringrazia ma non riesce a guardarmi in faccia. Ho una bruttissima sensazione.
«Allora?». Ethan sembra ansioso e turbato.
«Possiamo parlare da soli?»
«Non ho segreti con la mia famiglia», risponde immediatamente Ethan.
Tara si alza e cammina per un paio di volte avanti e indietro. «Non credo debba esserci anche lei», mi indica.
Deglutisco. Credo di avere recepito chiaramente il suo messaggio. Mi alzo dal divano. «Vado di sopra», mi affretto a salire le scale a chiocciola.
«Non ho tutta la notte», sbotta Ethan.
So che non devo ma voglio davvero fare finta di niente? Voglio davvero non ascoltare le parole di questa stronza? Mi accuccio sulle scale e rimango ad ascoltare.
«Ethan, non trattarmi così. Siamo stati insieme per anni ti ricordo.»
Mordo il labbro e cerco di tenere a bada il dolore che inizia a crescere dentro assieme al senso di inquietudine.
«Se sono qui è perchè devo dirti una cosa molto importante.»
«Ethan, dovresti sederti», inizia Mark.
Sento un certo trambusto e mi agito. «La mia ragazza è al piano di sopra e tu vorresti che mi sedessi? Non ho tempo da perdere, sputa il rospo Tara!»
Trattengo il fiato mentre mi aspetto il colpo di grazia che sono già sicura stia arrivando.
«Sono incinta»
Il mio cuore si ferma. La mia mente si annebbia. I miei occhi si riempiono di lacrime. Il mio corpo trema.
«Ed io cosa c'entro?»
«Sei il padre»
«Stai scherzando? Non...»
«Si invece, eravamo ubriachi... è successo quando sei tornato da Las Vegas...»
Non sento più niente. La mia mente cade in uno stato di totale intorpidimento. Quelle parole si ancorano nel profondo del mio cuore. Un posto lontano a cui nessuno ha mia avuto accesso e mi feriscono peggio di una pugnalata. Sento la pressione montare sul petto e il mondo si fa indistinto. Un familiare formicolio percuote la mia pelle e i miei battiti accelerano convulsamente, iniziano a sovrastare il pulsare dei passi, dei rumori, delle voci attraverso le pareti straziandomi il petto. Batto le palpebre interdetta.
Sto singhiozzando e le lacrime rigano inistenti il mio viso. Le scrollo con una certa rabbia e tappo la bocca. Mi costringo a raddrizzare la schiena, tiro indietro le spalle e provo a fare un lungo respiro. Ora che sono riuscita a rimettermi in piedi, noto dalle vetrate le prime luci della notte mentre accendono la città.
Recupero la mia borsa, cerco un foglio e poggio l'anello sul comodino assieme al pezzo di carta su cui ho scritto nel mio dolore la parola fine.
Mi costringono a mantenere un po' di autocontrollo e per non perdere la poca forza di volontà che mi resta scendo lentamente le scale secondarie. Recupero il respiro non appena metto piede fuori.
Stare vicino a queste persone, che mi hanno nascosto un qualcosa di importante, è davvero difficile in questo momento.
Stavo cercando un modo, uno soltanto per dirgli quanto lo amavo e cosa provavo ogni volta che i suoi occhi mi si puntavano addosso come un faro in mezzo ad una notte di tempesta. Stavo cercando un modo per dirgli cosa provavo quando si avvicinava, quella lenta vibrazione del cuore così devastante da fare tremare le vene e sollevare la pelle strato dopo strato. Non ho avuto l'occasione e ora è andato tutto a puttane. Sto cercando un modo per lasciarlo libero di andare incontro al suo destino, ma non ci riesco, non riesco a staccare i piedi dal suolo a voltare le spalle e ad andarmene perché so che il mio cuore, rimarrà in questa casa, legato per sempre a quel ragazzo che tante volte, mi ha salvata dalla distruzione ma non è riuscito a salvare se stesso. Voglio tornare tra le sue braccia perché è il mio rifugio sicuro, l'unico in cui posso sentire quel calore simile all'amore ma giro sui tacchi e vado via con i pugni chiusi, gli occhi annebbiati dalle lacrime, il cuore a pezzi.
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Ps: Durante l'attesa, potete passare a leggere "OGNI TRACCIA CHE HO DI TE". Mi scuso inoltre per gli errori, correggerò in seguito!
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