Capitolo 3
Sto affrontando la giornata con leggerezza. Ho superato la settimana giorno dopo giorno come se avessi un grosso peso sullo stomaco e finalmente credo di avere ritrovato il mio vecchio e buon amico chiamato entusiasmo. Inutile autocommiserarsi, inutile pensare troppo a cosa è successo solo qualche sera prima a causa di Anya, inutile farsi le paranoie perchè la realtà non cambierà di certo da un momento all'altro.
Nel corso della settimana, Anya ha cercato in tutti modi di farsi perdonare chiedendomi di accompagnarla a fare shopping, dal parrucchiere, in vari negozi di arredamento. Insomma, sta cercando di non rimanere sola e fare qualche altro guaio. E' ancora un pò arrabbiata con Mark per questioni loro quindi ha avuto il bisogno di non fermarsi. Conosco bene la sensazione. È quello che continuo a fare anch'io nella mia vita; solo da più tempo.
Il giorno dopo la sua colossale sbronza, per fortuna, in casa non ho trovato Ethan. È stato un sollievo perché al contrario sarebbe stato imbarazzante. Non so mi suscita delle strane sensazioni addosso quando i suoi occhi vitrei e immensi come il cielo mi si posano addosso come una coperta d'acqua calda.
Mark il pomeriggio seguente al grosso casino generato dal litigio, ha deciso di affrontare l'argomento "chiamata". Più volte mi sono scusata per le parole usate, alla fine però sono scoppiata nuovamente perché mi sono davvero spaventata in un modo che non credevo possibile nei confronti di Anya.
I ragazzi spesso non capiscono quando esagerano o quando una ragazza ha bisogno di protezione.
Ad ogni modo mi sento positiva, non succede spesso anzi, a dire il vero sono la persona più pessimista del mondo perchè: la vità può fare tanto ma può riprendere tutto nell'immediato lasciandoti tra le mani solo un pugno vuoto, pieno di polvere. Da me la vita ha preso tanto e non mi ha mai restituito niente, neanche in comode rate mensili.
Cammino da una parte all'altra risistemando i tavoli mentre Sasha e Scott servono i clienti. Scott è il nuovo arrivato. L'ultimo "grande" acquisto di Max e Tony. Un ragazzo niente male ad impatto. Capelli castano chiaro, alto circa due spanne, fisico asciutto e massiccio, occhi di un verde chiaro strepitoso, lentiggini sul naso che si intravedono quando arrossisce. Ha tanto l'aria di un marine. È un ragazzo allegro, di spirito, molto gentile, attento e premuroso. Per il locale: una boccata d'aria fresca; perchè da una settimana non solo siamo pieni di lavoro ma, vengono anche truppe di ragazzine pronte a provarci con lui e a far breccia nel suo cuore. Il locale si riempie di oche starnazzanti che continuano a strillare ad ogni suo movimento.
Sasha invece continua a stuzzicarmi guardandomi di tanto in tanto con malizia quando lui mi rivolge la parola. Cerco sempre di rabbonirla perché non vedo ciò che vede lei da lontano. Ciò che vedo è che lei non ha il coraggio di ammettere che prova un certo interesse nei suoi confronti. Noto i loro sguardi sfuggenti, come arrossisce quando lui la guarda. Non so, ho una strana sensazione quando succede.
Le ho spiegato che non mi getto sul primo che arriva, soprattutto perché non conosco Scott ancora bene. Per quanto ne so, può anche essere un assassino oppure un ragazzo imprecato in crimini. Può esserci chiunque sotto la maschera da bravo ragazzo e cosa più importante è probabile che sia già impegnato.
Come Ethan è pieno di tatuaggi ma non riesco quasi mai ad osservarli perchè quando mi punta i suoi occhi dolci addosso, trovo sempre qualcosa da fare per eliminare l'imbarazzo.
«Lascia, faccio io», mi sorride in modo dolce.
I suoi denti sono piccoli e dritti. Fatta eccezione per il piccolo spazio tra gli incisivi.
Noto lo sguardo di Sasha alzando gli occhi al cielo ed entro in cucina dove Tony canticchia una canzone del momento che rimbomba dalle casse poste agli angoli della pulitissima e spaziosa cucina, mentre frigge del pesce. Ha un aspetto così invitante ed io adoro il pesce. In cucina c'è odore di mare, di limoni, di freschezza. Mi ritrovo ad inspirare e a sorridere come una stupida. A volte mi perdo proprio.
La cucina è tutta in acciaio. Così messo a lucido che ci si può specchiare. Ci sono piatti disposti nei vari ripiani, mestoli e altri attrezzi da cucina sospesi e pronti all'uso.
«Assaggia», dice subito con il suo accento argentino; senza attendere la mia risposta prepara un piatto intimandomi a prendere posto sullo sgabello davanti l'isola. Indugio un momento impaurita dal fatto che Max potrebbe sgridarmi se mai dovresse trovarmi comodamente seduta; ma ho fame. Ho saltato la colazione per evitare che Anya mi trascinasse da qualche parte e il piatto che mi ritrovo davanti ha un aspetto davvero invitante. Assaggio mostrando subito il mio apprezzamento, complimentandomi con Tony. E' un cuoco bravissimo. Ha studiato con i più grandi ed importanti chef anche se alla fine ha preferito un locale piccolo per fare carriera.
«Che te ne pare?»
Chiede spesso il mio parere proprio perché sa del mio problema con il cibo.
«Ottimo. Nuovo piatto?» domando biascicando con le papille in estasi.
Tony annuisce soddisfatto tornando ai fornelli. Inizio a pensare che mi usi come cavia.
Dalla porta entra di spalle Scott tenendo in mano tanti piatti che sistema dentro il lavello. Voltandosi si blocca poi sorride, prende una forchetta pulita e ruba un pezzo di pesce dal piatto. Lo guardo stupita prima di minacciarlo con lo sguardo.
«Buono!»
Mi strizza l'occhio tornando fuori per prendere le altre ordinazioni. Sasha sbuca da chissà dove ridacchiandomi dietro. Non posso fare altro che ignorarla e tornare al lavoro. Credo sia un tantino gelosa delle attenzioni o dei gesti che Scott mi dà. Non posso farci niente se sembro la cucciola di casa.
«Gli piaci eh?» Sasha fuma una sigaretta masticando un paio di patatine che Tony ci ha gentilmente fritto. Non riesco a capire se la sua sia allegria o sotto sta cercando di dirmi che ha puntato gli occhi addosso a quel ragazzo. Me lo chiedo dall'inizio del nostro turno e ormai da una settimana. «Stai fantasticando troppo», borbotto stringendomi nelle spalle giocando con la forchetta di plastica infilzando la vaschetta di stagnola che tengo tra le mani.
«Lasciami pure sognare. Poi oggettivamente non è niente male ma, non te lo ruberò, tranquilla», ghigna gettando il mozzicone dentro il contenitore pieno di sabbia continuando a mangiare come se niente fosse.
Ripenso a quello sguardo. Perché certi occhi ti si posano addosso come colla e non puoi più staccarli dall'anima neanche volendo.
Sento freddo e mi abbraccio. Non credo sia il momento. Purtroppo riesce ad insinuarsi ovunque e all'improvviso. Sarà dura combattere questi pensieri. Sarà dura fare finta di...
Metto a tacere la vocina dentro la mia testa prima che faccia danni.
«Ti sei mai innamorata? Veramente intendo.» Le domando di punto in bianco. Conosco poco Sasha da quel punto di vista e mi piace ricevere nuove informazioni dalle persone che mi circondano.
«Del mio ex. Non è stato affatto uno sbaglio. Però una cosa voglio dirla: le favole non esistono e nemmeno i principi azzurri. E' sempre bello ricevere le attenzioni di qualcuno. Per il resto, avremo tempo per preoccuparci di questioni per adulti. Se Scott ci provasse con me, non me lo lascerei scappare. Ma, a quanto pare ha già rivolto lo sguardo altrove.»
La sua risposta ha una nota acida.
Le sorrido in risposta cercando un nesso logico al suo discorso pieno di allusioni e torniamo al lavoro.
Tre ore più tardi, Max ci consente finalmente una pausa e posso sedermi. Ho i piedi in fiamme e le braccia doloranti. Mi sento un pò stanca.
Anya passa a trovarmi. Ha insistito così tanto che alla fine ho ceduto. Non riesco proprio a dirle di no. Questo è un grosso problema.
Quando arriva con il suo charme, lasciandosi dietro una scia del suo profumo "Poison", si guarda attorno come una vera e proprio critica d'arte.
Non la vedo delusa il che è positivo. So che cosa si aspettava: una bettola da quattro soldi piena di ubriachi sdentati e squattrinati in cerca di un riparo.
Il locale al contrario è ampio, pieno di vetrate tenute sempre pulite, arioso e in stile moderno. Le dipendenti indossiamo una divisa mentre i ragazzi in cucina un grembiule con il logo "Da Max" stampato in corsivo.
«Carino» mi fissa. «Ti pagano bene?»
Aggrotto la fronte. Perché? «Questo lavoro mi consente di pagare l'affitto e tutto il resto. Ci lavoro da un anno ormai.» Le offro della torta e del caffè.
«Ti rispettano?» si guarda ancora attorno scettica prima di assaggiare la mia offerta di pace.
«Non posso lamentarmi», mi stringo nelle spalle bevendo un sorso di limonata con ghiaccio.
Quando Scott passa da vicino sorridendomi non sfugge ad Anya. Ma, quando la guardo noto che ha una brutta espressione stampata in faccia che cerca di nascondere con un sorriso tirato.
«Lui, lavora qui?» sibila tra i denti drizzando quasi le spalle come un gatto che rizza il pelo quando Scott passa di nuovo con dei piatti sporchi. Noto uno strano lampo nei suoi occhi e la sua espressione cambia. Non mi guarda nemmeno.
«E' un collega», preciso turbata dal loro atteggiamento e dal terzo grado sul lavoro.
«Dal modo in cui ti guarda, non sembra...» Continua con voce acida fissandolo accigliata.
Arrossisco quando Scott ci becca a contemplarlo e non sapendo dove altro guardare abbasso lo sguardo sulle mie mani. Sasha ci porta altro caffè e senza permesso, sfacciatamente prende posto al tavolo con noi. La presento ad Anya la quale non sembra più entusiasta di conoscere i miei colleghi.
So di avere un carattere chiuso e di non essere una persona espansiva. Non posso di certo definirmi come lei e non credo di potere cambiare molto su questo pertanto non conosce molte cose di me anche se ormai siamo coinquiline e direi amiche.
Se pensa qualcosa di male su Sasha, non lo dà a vedere. Anya sa essere tanto aperta quando ermetica.
«Emma?» Scott mi fa un cenno facendo voltare quasi tutti in sala.
Mi alzo insicura e sotto lo sguardo attento di Anya e Sasha che sembra sul punto di obbiettare, lo seguo fuori. Scott gratta la nuca e sorride. Corrugo la fronte.
«Hai impegni questo weekend?»
Spalanco gli occhi sorpresa. Cosa mi aspettavo? «Uhm, no» sorrido in modo rassicurante. Mi piace come Scott mi guarda, non mi fa sentire a disagio.
«Ti sto invitando ad uscire», infila le mani dentro la tasca del grembiule.
E' nervoso? Non è abituato a flirtare con le ragazze con cui lavora?
Guardo oltre la vetrata e vedo Anya con sguardo fisso. Il viso bianco come un lenzuolo, le dita sullo schermo del telefono. Sasha si è alzata e non è nei paraggi. Non so cosa sta succedendo ma non posso lasciarmi turbare da questo. Mi schiarisco la voce.
«Dopo il lavoro?»
Scott annuisce. «Passo a prenderti.»
«In realtà, preferisco camminare. Fammi sapere dove.»
Torno dalla mia amica mentre Scott rientra al locale con un sorriso da ebete sulle labbra e una strana aria soddisfatta. Credo di avere visto uno sguardo sfuggente tra lui, Sasha e Anya. Si conoscono?
«Smettetela di guardarmi così. Mi ha solo invitato ad uscire», sbotto incapace di contenermi.
Sasha non sa come reagire, se ne sta impalata, il taccuino tra le mani, ma alla fine obbliga se stessa a rivolgermi un sorriso finto che non le arriva dal cuore mentre Anya aggrotta un paio di volte la fronte e distratta scrive l'ennesimo messaggio, attorno cala un bruttissimo silenzio. Una freddura che mi fa sentire a disagio.
La chiamata di Scott ha proprio richiamato l'attenzione. Quelle ragazze mi fissano come se volessero farmi fuori.
Sasha sparisce in terrazzo. Anya guarda ovunque sviando il mio sguardo.
«Tutto bene?» chiedo piegando la testa di lato e scrutando il suo viso per carpire quel messaggio che continua a sfuggirmi.
Non mi sono mai piaciuti i segreti. Soprattutto quando è una persona a cui tengo a tenerli.
«Si. Adesso devo proprio andare. Ho dimenticato un impegno», alzandosi mi stampa un bacio sulla guancia. «Grazie per la torta», corre fuori senza darmi il tempo di replicare.
C'è qualcosa che non torna e scoprirò cosa, continuo a ripeterlo tornando alle ordinazioni.
«Buona notte Emma», Max e Tony salutano.
Finalmente posso tornare a casa, perché sono davvero stanca. Non vedo l'ora di appoggiare la testa sul cuscino e dormire. In più non faccio altro che ripensare alla mia amica, alla sua espressione nel vedere Scott e Sasha.
Auguro loro buona notte incamminandomi verso casa mentre cerco dentro la borsa le cuffie. Ho bisogno di rilassarmi un momento. C'è chi fuma, chi beve, io ho bisogno di correre, camminare, sentirmi libera ascoltando buona musica.
«Aspetta!» Scott mi raggiunge camminando al mio fianco. Non è venuto in auto? Ha una di quelle auto sportive molto appariscenti. Un altro fanatico delle corse?
Me lo domando da una settimana, da quando è arrivato. Decido di rinunciare alla ricerca delle cuffie. Non sarebbe educato visto che Scott mi sta seguendo.
Con la coda dell'occhio noto Sasha in auto parlare animatamente con qualcuno al telefono.
«Sei sempre silenziosa e timida?», domanda dopo un paio di isolati.
«Non amo perdermi in chiacchiere inutili e non amo rispondere a domande personali.»
Superiamo una catena di Fastfood, club e bar dove la gente si accalca in lunghe file.
«Mi sto chiedendo perchè non batti ciglio mentre ti seguo.»
Mi blocco e lo fisso intensamente. Rido sentendomi ridicola. Cerco subito di ricompormi.
«Ok, abito qui vicino e tu a soli due isolati», spiega in fretta fermandosi di fronte al suo palazzo.
Inarco un sopracciglio. Mi ha seguita o cosa? Strano, non ho mai notato la sua auto dietro.
«Lo so perchè una sera ti ho vista ma avevi le cuffie e non volevo spaventarti. Sembravi assorta», sorride in modo dolce.
«Ecco perchè avevo la sensazione di essere osservata», lo prendo in giro.
Scott assottiglia gli occhi poi gratta la tempia arrossendo leggermente. «Sono un pessimo stalker, lo ammetto. Mi farò perdonare.»
Ridacchio prima di nascondere il sorriso tappando la bocca. Toglie subito la mia mano. «Hai un sorriso bellissimo, non nasconderlo.»
Arrossisco maggiormente sviando lo sguardo. «Devo andare o la mia coinquilina chiamerà la polizia questa volta se non mi vede arrivare.»
Non so se quello che sta trattenendo sia un sorriso o una smorfia. Sembra colpito dalla mia risposta, su questo non c'è dubbio. «Capisco. Beh non ti trattengo oltre, notte Emma», mi stampa un bacio sulla guancia lasciandomi passare.
Lo fisso inebetita poi indietreggio. «Notte Scott», lo saluto con la mano tornando a casa leggera e spensierata. Si, la giornata è andata meglio del previsto.
Quando entro dentro l'appartamento cerco di non fare rumore ma la luce del soggiorno è accesa e sento le voci di Anya e Mark riempire l'aria e la tv accesa rallegrare l'ambiente.
Sguscio in fretta in camera, faccio una doccia poi accendo il portatile per ascoltare musica. Nella lista estiva aggiungo:
-Socializzare con le persone
-Essere positiva
Cancello immediatamente la prima con un gesto secco. Non sono brava nei rapporti sociali. Vivo tutto con un certo distacco. Anya bussa prima di aprire la porta sedendosi sul letto. Mi fissa per un nano secondo mentre tolgo le cuffie.
«Dovrei chiederti una cosa ma so che hai un impegno quindi è solo un'idea», fissa il taccuino. Lo chiudo, sposto il portatile e la guardo con attenzione e in attesa.
«Ti andrebbe di venire a vedere la mia performance al locale sabato? È l'ultima. So che hai un appuntamento ma se passassi, mi farebbe davvero piacere.» Stringe le mani fissandomi con i suoi occhioni per convincermi.
«Certo. A Scott piacerà avere un'alternativa.» Le sorrido.
Batte le palpebre poi subito le mani anche se con un sorriso tirato quando sente il nome di Scott e dopo avermi augurato la buona notte, torna saltellando in soggiorno e strillando dà la buona notizia a Mark.
Aggiungo sulla lista:
-vivere un giorno senza programmi
-ubriacarmi
-dormire sotto le stelle
- guidare per la prima volta
Con questi buoni propositi, mi appisolo soddisfatta per avere superato una giornata in modo positivo e penso a come sarà la mia piccola uscita con Scott. Non vado ad un appuntamento da un bel pò di tempo e ammetto di sentirmi un po' nervosa.
*******
Dopo il lavoro corro a casa per prepararmi come si deve. Puzzo di patatine fritte e frappé.
Mi sento un pò agitata. Anzi, ho un crescente panico dentro. Devo solo non pensarci troppo continuo a ripetere a me stessa mentre scelgo un abbigliamento casual e non troppo sensuale o vistoso. Non è da me provocare un ragazzo o farmi notare. Pantaloncini e canottiera a fiori nera andranno più che bene. Opto per delle infradito piene di strass nere al posto delle sneakers. Sistemo i capelli e mi trucco leggermente.
Richiusa la porta, sento crescere la pressione nel petto. E' solo una stupida uscita tra amici, mi dico mentre cammino lentamente verso il pub; luogo di incontro. Non sono in perfetto orario ma non voglio arrivare per prima e fare una pessima figura. Giro l'angolo e lo vedo, appoggiato ad un muro accanto ad una statuina di Pulcinella con una pizza in mano e in attesa del mio arrivo.
E' in perfetto orario. Indossa jeans scuri e una maglietta bianca che risalta le sue forme e la sua carnagione. Non appena mi vede sorride facendo un cenno con la mano. Rispondo al saluto superando le strisce e lo raggiungo affrettando il passo. I suoi occhi stanno brillando e sorride in modo dolce. Mi ritrovo a salutarlo come una stupida ragazzetta. Non so se baciarlo su una guancia o abbracciarlo. Sono fuori allenamento. In più non siamo così intimi; non conosco nemmeno il suo colore preferito. Mi limito ad un "ehi" pieno di entusiasmo.
«Ben arrivata!» porgendomi la mano entriamo nel piccolo locale.
Le luci sono soffuse, creano un'atmosfera intima, un po' troppo.
I tavoli sono quasi tutti pieni fatta eccezione per quello in cui una cameriera ci fa accomodare. Mordo il labbro e continuo a guardarmi attorno un tantino a disagio. Ambiente in stile moderno, colorato e allegro. Non sono una tipa da appuntamenti, a me basterebbe un pigiama, un film e qualche schifezza da mangiare per sentirmi a mio agio. Si, mi farei vedere nel mio habitat naturale proprio perché non posso essere chi non sono.
«Ti ho fatto attendere troppo?» domando per fare conversazione mentre fisso distratta il menù.
«Ero in anticipo io. Per un momento ho avuto l'impressione che mi avresti dato buca.»
Sbircio dietro il menù e sorrido. Mi rilasso in fretta perchè Scott si rivela un tipo abbastanza tranquillo. Passiamo una bellissima ora in totale serenità ed allegria e rido davvero di gusto. Non mi sento così leggera da anni. Il pensiero mi colpisce come un pugno allo stomaco. Mi incupisco per un nano secondo e questo non sfugge di certo a Scott. E' attento, molto. Chi è realmente? Cosa nasconde dietro quella maschera?
«Ho detto qualcosa che non va? Ti sto annoiando?»
Sento vibrare il cellulare dentro la tasca. Mi scuso rispondendo ad Anya che chiede dove sono e se andrò a vederla cantare al locale. Ho un lieve sospetto. Penso che stia tentando di controllarmi o peggio: sabotarmi la serata.
Mi riscuoto e fisso per un momento Scott smarrita. «Ehm, no, no sei fantastico. Cioè, scusami...» schiarisco la voce. «Ho promesso alla mia amica di andare a vedere la sua ultima esibizione. Ti va? Se non ti va possiamo...» Scott si alza immediatamente con un gran sorriso. «Certo. Stavo proprio per proporre quel locale ho visto le locandine e sembra ci sia una serata interessante.»
Camminiamo allegri fino al "Devil's Club" Scott continua a farmi ridere poi quando arriviamo mi apre la porta sempre in modo gentile. All'interno c'è aria carica di birra e fumo. Presto mi ritroverò ad avere problemi alla vista. I miei occhi si gonfieranno e lacrimeranno. Intravedo Anya mentre sistema il microfono ed i suoi amici provano gli strumenti. Scott trova un posto comodo e ci sediamo. Anya si accorge in fretta di me; con i tacchi alti corre ad abbracciarmi. Per un momento ho paura che si impigli in mezzo ai fili e cada. Fortunatamente arriva illesa.
Saluta Scott in modo svogliato e con un sorriso tirato. Mentre lui non la degna di uno sguardo guardandomi in modo affettuoso.
«Sei strepitosa!»
Mi abbraccia di nuovo con più insistenza. È un messaggio il suo?
«Ok devo andare. In quel tavolo ci sono Mark e mio fratello se hai bisogno . C'è anche Tara se volete unirvi a loro. A dopo!»
Mi blocco. Suo fratello è qui? Ethan è qui?mi volto come un robot notando lo sguardo fisso di Ethan nella nostra direzione. Il mio cuore perde un battito poi accelera pericolosamente ed arrossisco. Cerco un appiglio nella sala. Mi è impossibile.
Per distrarmi chiedo a Scott se vuole prendere qualcosa da bere. Spero non si accorga di niente, non voglio rovinare la nostra uscita tranquilla. Lui opta per una birra io prendo una bibita ghiacciata. Ho bisogno di calmare i bollori in più non bevo mai alcolici o meglio non mi ubriaco da tempo; ecco perché ho segnato nella lista estiva di volermi ubriacare ma ho paura e il pensiero mi mette una certa agitazione.
Scott mette un braccio attorno alle mie spalle pavoneggiandosi un pò. Mi sento confusa ed impacciata per il suo atteggiamento. Pensavo fosse un ragazzo timido e non uno stronzo patentato che ama farsi notare. Non so come reagire ad un gesto del genere e non capisco le sue reali intenzioni. Mi limito ad appoggiarmi a lui guardando la mia coinquilina per distrarmi.
Un tempo ero ben abituata a certe effusioni poi però tutto è cambiato. La mia bolla di felicità è scoppiata più e più volte fino a quando non è rimasto più niente e sono caduta nel baratro buio della riabilitazione e della chiusura in me stessa.
In fondo, tutti ci odiamo almeno una volta nella vita. Io mi odio costantemente e non credo alle stronzate che in molti scrivono nei libri. Non posso amare me stessa perchè non provo amore per un essere difettoso come me. Cerco solo di conviverci andando avanti. Sento proprio che tutto ciò che mi circonda non mi appartiene e non lo merito.
La band di Anya inizia a suonare sul minuscolo palco in fondo al locale. Le luci viaggiano in sala. E' un allegro complesso americano composto da tre individui che nel giro di qualche ora si scioglieranno. La pista si riempie di rockettari e gente varia. La mia coinquilina è davvero brava a cantare ha una voce melodiosa e alta. Prendo per mano Scott e ci avviciniamo anche noi al palco. La sua presa è delicata e per nulla fastidiosa. Ci muoviamo un pò per mantenere il ritmo.
Quando Anya termina la sua performance ci saluta al microfono, ringrazia il pubblico e scende mentre un altro gruppo continua la serata. Quando ci raggiunge, sorride prima di abbracciarmi. «Grazie per essere venuta. Significa davvero tanto per me. Stai bene?» Sussurra all'orecchio.
Le faccio subito i miei complimenti e un gesto come per dire "ma figurati" poi rivolgo la mia attenzione a Scott che mi fissa sorridendo nel suo modo dolce e tranquillo. Noto anche un certo astio nei confronti di Anya. Inizia a piacermi la sua naturalezza e la sua vicinanza, non mi opprime, segno positivo ma, ho anche i primi dubbi. E' possibile che lui ed Anya si conoscano? C'è stato qualcosa tra loro? Perché anche Sasha ha reagito male quando ha saputo della mia uscita con Scott?
Mark si avvicina in compagnia di Ethan e della sua ragazza la quale si presenta con arroganza squadrandomi da capo a piedi con un sorriso malizioso e acido. Sembra una di quelle ragazze saccenti e ochette. Una di quelle che prenderei volentieri a sberle.
Mark ed Ethan invece guardano Scott cupi ma lui sembra rilassato e a suo agio. Se finge, gli riesce bene.
In questo momento però sento soddisfatta e non so neanche il perchè.
«Voi due, state insieme?» Domanda Tara con il suo sorriso bianco e perfetto ed un accento di malizia nella voce. Non so perchè guarda Scott come se nascondessero un segreto. Mi sto sentendo davvero a disagio.
Si conoscono tutti. Su questo non ci piove.
«Uscire con un'amica non è stare insieme, Tara», Scott sorride anticipandomi poi mi cinge la vita lanciando uno strano sguardo ai ragazzi come per ammonirli silenziosamente.
Anya si irrigidisce mentre fisso incredula la mano di Scott sentendo una strana sensazione sulla bocca dello stomaco. Immagini del passato inondano la mia mente annebbiandomi per un momento. Una mano che cerca di scuotermi, altre che mi afferrano. Recupero la ragione tornando al presente. «Possiamo andare?» domando boccheggiando e guardando Scott prima di prendere la sua mano. Voglio scappare dal locale e dallo sguardo penetrante di Ethan. Perché mi fissa così? Mi fa sentire a disagio. Si è accorto della mia reazione, del mio cambio d'umore. Ha anche corrugato le sopracciglia.
Scott, per fortuna, ignaro di tutto annuisce; salutiamo ed usciamo dal locale. Ritorno a respirare a pieni polmoni. C'era qualcosa che non andava li dentro.
Mentre passeggiamo verso il parco, tra la serie di lampioni, alberi e panchine piene di innamorarti e gruppi di ragazzi ubriachi, fisso davanti a me; la gente che ci supera per la fretta o perchè siamo troppo lenti. L'aria è carica di smog, rumori, bisbigli. Il cielo una cappa di caldo.
«Quindi sono tuoi amici?»
Scott prende la mia mano stringendola tra le sue.
Osservo le sue dita intrecciarsi alle mie. Ho una mano piccola e le unghie laccate rosse esaltano la mia carnagione bianca. Il problema è che non sto provando nessuna scossa.
Scott soppesa il mio sguardo cercando di staccarsi. Lo rassicuro e stringo a mia volta le sue dita. Credo di essermi persa ancora. «Non direi. Conosco solo Anya che è la mia coinquilina», faccio spallucce.
«Mi è sembrato che li conoscessi tutti in particolare Ethan. Non so...» Scott sembra improvvisamente pensieroso, turbato, guardingo.
«Vivo da Anya da un mese e ho incontrato suo fratello solo poche volte. Non so niente di lui.» Anticipo per evitare altre domande sull'argomento. Provo un certo fastidio nel parlare di Ethan. Ripenso ancora al suo sguardo e sento stringere il mio cuore.
«Uhm, capisco.»
Prendiamo posto su una panchina. L'aria sembra cambiata o forse sono io che cambio umore e vedo cose inesistenti dentro la mia testa. A volte penso che il trauma subito mi abbia peggiorata.
«Ti piace vero?»
Mi blocco per un nano secondo fissando la fontana davanti e gli schizzi d'acqua che escono. «Non lo conosco. Non è un brutto ragazzo», alzo il viso verso il cielo.
«A me piaci tu e non vorrei avere concorrenza.»
Scott mi sta chiaramente fissando aspettandosi che io dia di matto come una ragazzina. Non provo di certo quella sensazione. Mi fa piacere ma non sono espansiva e non riesco ad esternare il sentimento come vorrei. Arrossisco, questa è la mia risposta.
«Anche tu non sei male Scott.»
Mi affretto ad aggiungere per evitare imbarazzo tra noi. Sembra sorpreso e forse anche soddisfatto. Crede di non essere attraente? Crede di non piacermi? Si sbaglia.
«Quindi se ti invitassi ad uscire di nuovo... tu...» si stringe nelle spalle. Lo fa spesso quel gesto. E' anche lui un tipo insicuro o sta solo cercando di conquistarmi?
«Certo, perchè no?» sorrido.
Mi riaccompagna a casa dopo avere chiacchierato e riso per circa due ore. In un attimo mi ritrovo avvolta dal suo abbraccio improvviso e caldo. Avevo dimenticato la sensazione. Ricambio impacciata, poi conto fino a tre prima di staccarmi. Non voglio che duri tanto ma neanche poco. Voglio fare poco alla volta qualche progresso. Voglio tornare ad essere me stessa, senza limiti, senza paure.
«Usciamo di nuovo sabato? Tanto se hai impegni ci vediamo ogni giorno e puoi sempre avvisarmi.»
Sorride raggiante. Ha dei denti davvero dritti e bianchi. Un sorriso sincero e per niente forzato. Ho notato anche un pò di spavalderia.
Mi alzo sulle punte dandogli un bacio sulla guancia anticipandolo. «Ci vediamo al lavoro Scott. Grazie per la serata», sussurro.
«Dormi bene Emma.»
Entro nell'atrio, saluto con la manina dietro la vetrata e poi salgo all'appartamento.
Trovo rumori in casa e per un momento mi blocco sulla soglia, ho voglia di ritornare fuori, all'aperto e perdermi. Sgattaiolo in camera, poggio le chiavi sul cassettone e vado a struccarmi. Infilo una tuta estiva sdraiandomi sul letto supina. Fisso il tetto dove ho appeso le stelle fluorescenti. Al buio ho il mio piccolo cielo personale dentro la stanza che mi aiuta ad addormentarmi.
Qualcuno bussa alla porta e vado ad aprire. Anya mi guarda per un momento, mi scruta come un falco poi afferrandomi per un polso mi trascina in soggiorno. Mi blocco sulla soglia perché trovo Tara, Ethan e Mark seduti e sul tavolo tante bottiglie. Fisso Anya inarcando un sopracciglio. Cosa festeggiano?
«Ciao Emma!» Tara saluta di nuovo con il suo strano ghigno. Faccio un cenno in risposta.
Ormai credo sia palese il fatto che non ci sopportiamo a vicenda perché a pelle non mi piace, non mi sta simpatica e ha tanto l'aria di una ragazza che porta solo guai.
«Unisciti a noi!» dice Mark facendomi spazio sul divano. Anya si siede sulle sue gambe e lo bacia.
Evito di guardarli e sentirmi fuori posto.
«Ti ha riaccompagnata a casa, che carino.»
Anya si rialza scattando verso di me. Faccio un passo indietro. Ethan mi fissa di nuovo con il suo sguardo gelido. Sta per dire qualcosa ma tace. Deglutisco, che gli prende?
«Si, domani lavoriamo.» Mi avvicino al frigo prendendo una bottiglietta d'acqua. Mi siedo sul piccolo divano per non sembrare una guasta feste e mi fermo per un paio di interminabili minuti con loro. Solitamente, non mi sento proprio a disagio con Anya e Mark ma la presenza di Tara e Ethan è pesante, opprimente direi quasi, troppa da sopportare.
«Ti sei divertita con Scott? È il tuo ragazzo vero?» domanda Tara come se fossimo amiche. Nel frattempo stringe la mano ad Ethan. Sta marcando il territorio. Mi irrigidisco. Che cosa sa? Lui gli ha detto che mi ha salvata?
«Lui non è...»
«Oh ma dacci un taglio. Abbiamo visto come ti guarda», ridacchia in modo perfido prendendolo in giro.
«Ti sbavava proprio dietro. Sicura che non abbia qualche altra ragazza? Magari qualcuna di quelle che gli girano sempre attorno come delle cozze», continua alzando il bicchiere. «Magari quella tua amica, com'è che si chiama? Ah, Sasha!»
Lei come fa a sapere di Sasha?
Mi sento proprio a disagio. Non capisco il perchè di questo discorso.
In più il suo sguardo è stucchevole. La prenderei volentieri a schiaffi. Non la sopporto. Ho notato anche che Anya le ha dato una gomitata per farla smettere ed è evidente che entrambe mi stanno nascondendo qualcosa.
«Ti piace vero? E' un gran bel bocconcino.»
Cerca di sondare il campo? Ha messo gli occhi addosso a Scott? Non le basta avere accanto il Dio della bellezza?
«Non è male!» mi stringo nelle spalle mandando giù un sorso d'acqua.
«Vi rivedrete?» domanda ancora nonostante le proteste di Anya.
«Lavorano insieme Tara. Abbiamo capito che ti interessa il discorso ma adesso smettila!» biascica mentre le passa di nuovo quell'ombra sul volto.
Quando Tara salta addosso ad Ethan cogliendolo alla sprovvista, quasi mi va di traverso l'acqua. Mi rialzo in fretta e con una scusa mi dileguo in camera.
Chiusa la porta quasi a forza, scivolo a terra portando le ginocchia al petto. Non riesco a capire cosa mi sta prendendo. Perchè provo così fastidio per ciò che ho visto?
Non devo, non devo continuo a ripetermi.
N/A:
~ Buona sera. Come va? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Come sempre mi scuso per gli errori.
Cosa ne pensate? Cosa succederà? Emma riuscirà a mettere chiarezza dentro la sua testa? Vi piace Scott?
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