Capitolo 18


Ore 20:30
Non sono ancora pronta. Non riesco proprio a trovare qualcosa di decente da indossare. Il mio armadio è solo un ammasso di capi sportivi e giornalieri, niente di elegante o casual da indossare per determinate occasioni importanti come l'uscita con un'amica.
Prima o poi dovrò accettare l'invito di Anya e andare con lei a fare shopping convulsivo, il sogno di ogni ragazza: ma non il mio. Per me è proprio un incubo girare per i negozi continuando a provare dei capi che, con ogni probabilità non acquisterò mai perché troverò sempre un difetto, qualcosa che non mi piace o che mi fa sentire a disagio.
Anya, già in tiro, sprizza allegria da tutti i pori. Deve avere qualcosa in mente perché la sua allegria non è ancora scemata del tutto. È da tutto il giorno che sorride da sola. Ultimamente la vedo parecchio distratta. Anche se mi preoccupa e non poco il suo improvviso nervoso visto che sta iniziando ad avere degli orribili tic. Questo suo atteggiamento altalenante è alquanto sospetto.
Lei, indossa un vestitino rosso scuro aderente con del pizzo sul davanti; tremendamente corto sopra. Tacchi vertiginosi neri e per completare il look da rockettara: le sue immancabili collane e i suoi adorati anelli.
Quando mi ha chiesto di uscire, ho accettato il suo invito per passare un sabato sera alternativo. Non abbiamo passato molto tempo insieme, anche perché è stata parecchio sfuggente negli ultimi giorni.
Non riesco ancora a credere di avere superato una settimana senza piangere, senza disperarmi o altro. Sono stata forte e sicura. Ho anche trovato molteplici distrazioni e ho sorriso, una cosa davvero molto difficile per me.
Mi sono imposta di non pensare troppo, di non smarrirmi e di avere sempre qualcosa da fare. Ho impegnato il tempo libero facendo tutto ciò che ho sempre voluto fare per sentirmi libera e spensierata.
Non sono andata al lavoro ma sono riuscita comunque a tenermi in contatto con Max per tranquillizzarlo.
Inoltre, il fatto che chiuderà il locale per un mese: non mi entusiasma. In parte spero che questa: possa essere l'occasione giusta per iniziare a vivere un pò di più.
Giugno sta quasi volgendo al termine quindi avrò un mese di vacanza in piena regola. Senza lavoro e senza studio. Giorni da dedicare solo a me stessa.
Trovandomi ancora davanti l'armadio con le ante spalancate: sbuffo e alla fine tiro fuori dall'armadio il tubino nero nuovo, quello che non ho ancora avuto modo di indossare. Stacco l'etichetta e lo indosso cercando di chiudere la zip di lato. Mi sento soffocare: è troppo stretto.
Rimpiango di non avere preso quello rosa quel giorno al centro commerciale, ma non era di certo il mio colore. Mi sento più a mio agio con il nero.
Allaccio i cinturini dei tacchi, sistemo i capelli ordinatamente e abbondo con il mascara.
«Emma sei pronta?», Anya arriva in camera correndo. Si blocca sulla soglia e mi sorride facendo un piccolo passo avanti tenendo le mani dietro la schiena proprio come una scolaretta. «Wow, che bella! E questo fisico dove lo tenevi nascosto?», esclama facendomi fare una giravolta per osservarmi meglio.
Mi sento un pò a disagio sotto il suo sguardo. Non sono abituata a vestirmi in questo modo. Per una volta però: voglio provare a vivere e divertirmi cambiando un pò le mie stesse regole.
«Diciamo sotto le tute che tanto odi vedermi addosso», replico toccandomi una guancia riscaldata dal complimento.
Anya arriccia il naso. «Non hai niente da invidiare alle modelle. Dovresti vestirti più spesso così. Bene, andiamo!» battendo le mani poi afferra la mia trascinandomi fuori dall'appartamento.
Uscite di casa, ci avviamo verso il Devil's Club. Il viaggio in auto con Anya è un continuo susseguirsi di esclamazioni e piccole urla come: "attenta", "potevi travolgerlo".
Quando guida mette tantissima ansia addosso e, quando finalmente arriviamo al locale scendo in fretta dall'auto, perché proprio come la prima volta: mi sento in alto mare.
Lei ghigna mostrando uno dei suoi sorrisetti sfrontati. «Andiamo fifona, non guido poi così male. Era quel ciclista disattento!»
La guardo spalancando gli occhi. «Lasciatelo dire, guidi davvero male!»
Mettendosi a braccetto mi guida verso l'entrata.
Gli interni, sono totalmente modificati. Il locale, sembra essere stato smantellato e rimodellato per l'occasione: una serata con un Dj famoso e a base completamente alcolica. Il bancone sulla destra sembra più grande, la superficie liscia e lucida in onice dietro una vetrina a specchio piena zeppa di bottiglie, calici e bicchieri di ogni forma e dimensione; e la sala: ampia, priva di tavoli oltre il palco lasciato libero per dare spazio a tutte quelle persone che hanno bisogno di perdere il controllo per una notte.
C'è già un bel pò di gente quando arriviamo. Per fortuna Anya aveva prenotato un tavolo. Questo si trova sulla parte sinistra accanto alle vetrate proprio dietro un lungo divisorio a separare la pista da ballo. Le mura dipinte di rosso sono coperte da quadri in bianco e nero, ci sono anche delle mensole a forma di cubo sospese sulle pareti su cui poggiano delle graziose piante. Il tutto a fare da cornice ai divani che circondano a forma di C un tavolo quadrato.
Mi siedo continuando a guardarmi attorno sorpresa. «Mi piace», esclamo subito.
La pista da ballo sotto il palco è affollata e dalle casse, si sta diffondendo la versione remix di: Est ce que tu maimes. La canticchio distratta mentre Anya controlla continuamente l'orario dal suo telefono, impaziente di vedere arrivare Mark.
Quei due, non me la raccontano giusta. Stanno sempre attaccati a complottare, a ridere, a sghignazzare. Sembrano così intimi che spesso mi ritrovo a sognare ad occhi aperti di avere una storia come la loro.
Mi piace il modo in cui Mark la guarda, la protegge e fa di tutto per renderla felice. Mi piace il modo in cui Anya lo bacchetta e lo ama con tutta la sua anima ribelle. Il modo in cui si prende cura di lui dimostrandogli che in fondo nella vita abbiamo bisogno di qualcuno accanto da amare, da vivere.
«Arriverà», la rassicuro.
Annuisce anche se non sembra poi così convinta. «Mi prometti almeno una cosa questa sera?»
«Che cosa?» chiedo improvvisamente in ansia agitandomi sul divano a causa del suo sguardo serio.
«Questa sera berrai almeno una birra?», fa il suo sguardo convincente battendo persino le lunghe ciglia.
Ci penso un momento su. Mi dico che devo superare le mie paure e divertirmi come ogni altra ragazza. Abbasso le spalle. «Ci proverò, ma niente birra», rispondo sorridendole.
Anya strilla battendo i palmi sul bancone. «Sicura?»
«Si, lo farò solo per te. E se dovessi ubriacarmi tanto, sarai costretta a portarmi a casa tenendomi in braccio», dico seria. Ripensando a quelle volte in cui da ubriaca combinavo qualche pasticcio cacciandomi nei guai. Sembra passato un secolo da allora e, molte cose sono cambiate; io sono cambiata. Quasi stento a riconoscermi.
Sporgendosi mi abbraccia. «Grazie!»
Mark arriva dopo qualche minuto. Anya si illumina maggiormente dando la bella notizia al suo ragazzo. «Emma ha promesso di bere almeno un goccio stasera, quindi possiamo festeggiare come si deve.»
«Chi è che berrà?», domanda una voce, che ho imparato a conoscere bene, alle mie spalle.
Mi volto, Ethan mi sorride pizzicandomi una guancia. Lo fa sempre, non riesce proprio a trattenersi. Non so la ragione di questo suo gesto, so solo che si comporta in modo strano dopo la serata passata da Seth. Forse questo suo atteggiamento è solo un modo per dimostrarmi la sua protezione e amicizia, mi dico osservandolo.
Indossa Jeans neri attillati, una maglietta bianca stretta che mette in mostra il suo fisico. I capelli leggermente scompigliati e gli occhi accesi, vispi.
Mi guarda con la stessa intensità di sempre. Proprio come la prima volta. È sempre riuscito a disarmarmi con un solo sguardo, sin dall'inizio. Sento anche il modo in cui apre un varco dentro di me, scava addentrandosi nel profondo della mia anima; come se cercasse qualcosa di prezioso in mezzo alle molteplici macerie che da sempre hanno riempito la mia fragile esistenza. Lui è davvero l'unico che con uno solo sguardo riesce a fare crollare tutto, mura comprese. Quelle che ho costruito per proteggermi.
«Beh, mi sembra ovvio, no? Emma!», Strilla eccitata Anya trascinando velocemente Mark in pista.
Fisso imbarazzata le punte delle scarpe e quando alzo di nuovo lo sguardo, Ethan mi sta sorridendo. I suoi occhi brillano e ad un certo punto ho il timore che lui abbia assunto qualche sostanza prima di arrivare qui al locale. Mi rabbuio leggermente vagando con lo sguardo ovunque, evitando i suoi occhi.
Al bar, dietro il bancone a servire i clienti: c'è di nuovo quel ragazzo carino. I suoi occhi, sono puntati proprio nella nostra direzione. Mi fa subito un cenno di saluto. Ricambio anche se un po' impacciata. Per fortuna Ethan non se ne accorge. Non so nemmeno perché mi sto preoccupando così tanto del suo giudizio: visto che lui è ancora impegnato, mentre io sono libera.
Sul cubo, due ragazze stanno ballando. Sembrano completamente andate. Vorrei essere come loro: così disinibite, così aperte alla vita, così libere mentalmente dai giudizi che la gente potrebbe avere su di loro.
Anya torna al tavolo tirando Mark dietro. «Abbiamo ordinato!», strilla per sovrastare una canzone di David Guetta.
La cameriera gentile dai capelli fucsia raccolti in uno chignon scomposto si avvicina e, abbassandosi verso il mio orecchio sussurra: «Questo te lo manda Stephan.» Mi fa un sorrisetto lasciando sul tavolo un bicchiere azzurro con un bigliettino.
Rimango per un momento interdetta di fronte al biglietto colorato in cui c'è scritto:

"Sei bellissima.
Prova questo Angelo Azzurro e fammi sapere se ti piace. Ci tengo al tuo buon gusto."

Ridacchio dando subito un assaggio. Ha un retrogusto un pò amaro e quando scende lungo gola mi sento infuocare tutto il petto. Tossicchio leggermente.
Mi accorgo solo ora di essere osservata e mi stringo nelle spalle. «Sarebbe da maleducati rifiutare e questa sera posso bere. Non devo mica guidare», ridacchio ancora una volta per la pessima battuta.
Nel frattempo al nostro tavolo arrivano le ordinazioni di Anya che, intende proprio farci ubriacare.
Faccio un cenno a Stephan il quale mi sorride con i suoi denti bianchi e dritti mimando un: «non c'è di che».
«Allora vi abbiamo invitati qui per darvi una bellissima notizia», Anya è un pò su di giri dopo il suo secondo cocktail ma la vedo nervosa. I suoi occhioni saettano di continuo sul fratello. È qualcosa che riguarda lui?
Drizzo le spalle. Ethan sembra fare lo stesso mentre sorseggia la sua Corona con il pezzo di limone incastrato sul collo della bottiglia.
«E quale sarebbe?» chiedo curiosa.
Mark guarda Anya con dolcezza. Questo mi fa sentire enormemente a disagio. Soprattutto quando le accarezza le braccia infondendole coraggio.
«Io e Mark, abbiamo deciso di sposarci», urla battendo le mani Anya.
Per poco Ethan non si strozza con la birra mentre mi ritrovo a dargli dei colpetti sulle spalle fissando incredula la mia amica.
La mia mente inizia a viaggire a mille miglia. Se si sposerà dovrò abbandonare il suo appartamento e, se succederà dove me ne andrò? Dovrò trasferirmi di nuovo? Finirà la nostra amicizia? Se ne andrà lontano? Mi lascerà qui da sola?
Cerco di non divagare deglutendo a fatica mentre Mark mi sventola lentamente una mano davanti per capire la ragione del mio improvviso silenzio. So di sembrare in stato di shock, il fatto è che non riesco ad avere una reazione.
Mi riprendo dandomi una scossa interiormente. «Ok, ora si che ho bisogno di bere qualcosa di forte», mi ritrovo a sussurrare alzandomi.
«Concordo!», Ethan tossisce ancora seguendomi verso il bancone dove ci sediamo quasi come dei robot, impietriti.
Stephan mi sorride. «Fai tu», gli dico ancora intontita per la notizia che Anya ha sganciato. E' come se mi avesse dato una botta alla testa.
Con la coda dell'occhio vedo che bisbiglia agitata con Mark.
Stephan ci passa due bicchierini, io e Ethan ci guardiamo per qualche istante prima di gettare la testa indietro mandando giù l'alcolico. Sento bruciare tutto, ma è una bella sensazione.
Presa da uno strano coraggio lo trascino di nuovo al tavolo dove abbraccio Anya congratulandomi con un gran sorriso.
«Sono davvero felice per voi due. Scusatemi per prima ma ero un tantino scioccata dalla notizia. Non potevi almeno avvisarmi?» mostro i denti nervosamente.
Lei sembra stupita dalla mia risposta, ma dopo poco: la sua allegria diventa contagiosa. «Si, scusami tanto. È stata una sorpresa anche per me e sono andata un tantino nel panico.»
«E l'anello?» domando subito guardandole le mani.
Mark prende parola spiegandomi che glielo darà lunedì a casa dai genitori di Anya e che prima volevano avvisare noi due. Perché proprio in questo ordine?
«Beh amico», Ethan prende parola picchiando il bicchiere vuoto sulla superficie liscia del tavolo. «Buona fortuna con i miei parenti», brontola con una nota di irritazione nella voce.
Mi volto verso la mia amica per capire e, noto che lo sta fissando intensamente, comunicando con lui silenziosamente.
«Eth, non fare così...»
«Sono sicuro che il tuo fratellastro troverà un modo per rendere l'evento meno importante con le sue manie di protagonismo, oppure l'altro ti tempesterà di domande e pretenderà di farti anche da paggetto. Ah, per non parlare del buon vecchio nonno...», continua mandando giù un'altra birra passando velocemente ad un bicchiere di alcolico ordinato da Mark.
«Ethan, smettila. Sai che non è così!»
Anya lo rimprovera lanciando uno sguardo verso di me, facendomi capire di essere di troppo.
Mark apre la bocca ma mi sto già alzando più che a disagio. Mi sento un pesce fuor d'acqua e non voglio ascoltare qualcosa che magari vogliono tenere privata.
«Dove vai?» chiede Mark intuendo il mio stato e forse capendo anche la mia reazione.
«Vado a prendermi un altro di questi. Magari più forte», balbettando questo: li lascio soli.
La situazione è davvero strana. Perché Ethan parla così della sua famiglia?
Non sapevo neanche dell'esistenza di altri due fratelli. La cosa non mi convince affatto. Quante cose ancora non so di lui?
Un altro barman mi riempie un bicchierino, poi passandomi delle patatine appena fritte si sporge. «Questioni di famiglia?», indica il tavolo dove Ethan, Anya e Mark stanno discutendo animatamente.
Faccio subito spallucce. «Mi sentivo di troppo», sorrido timidamente e per distrarmi guardo la pista dove la gente balla sulle note di Dj Snake.
Mangiucchio le patatine mandando giù l'alcolico oscillando da destra verso sinistra a tempo di musica.
Mi rendo conto di avere bevuto abbastanza quando la testa inizia a girare e un senso di leggerezza a farsi strada pervadendo i miei muscoli. Solo così capisco che è il caso di non strafare, di non bere altro.
Come prima volta dopo anni, non c'è male. Mentalmente mi do pure il cinque per essere ancora in piedi.
«Sei bellissima», arrossisco mentre lo guardo muoversi agilmente da una parte all'altra del bancone servendo dei ragazzi. Uno di loro fa degli strani apprezzamenti, ma lo rimprovera in mia difesa.
Ne sono lusingata, nessuno si comporterebbe di certo così con un'estranea tanto meno in un posto come questo pieno di caos e di gente ubriaca. Questo ragazzo ha la carnagione caffelatte e due occhi chiari pazzeschi. Sembra emanare tranquillità.
Mi volto per vedere se posso tornare al tavolo e ritrovo Ethan a pochi centimetri. Mi sale un brivido lungo la schiena quando prende la mia mano guardando male tutti quei ragazzi ubriachi pronti a provarci, stringendola maggiormente poi mi porta in pista.
Non l'ho sentito arrivare. Come fa ad essere così silenzioso, così spietatamente perfetto?
Con naturalezza sistema le mie braccia attorno al suo collo e le sue mani si posano sulla mia vita stringendola, avvicinandomi a sé. Mi sento un pò in imbarazzo per questo suo nuovo contatto e per questa sua improvvisa iniziativa. Affonda il viso sul mio collo facendomi ondeggiare. Non so ballare il che è un bene che sia lui a guidarmi.
«Che succede?», domando nella speranza che non perda la pazienza anche con me. So che a volte lo porto all'esasperazione ma in un certo senso sono legata a lui perché inizio a volergli bene. Mi sta molto a cuore la sua felicità. E, vederlo così nervoso o fuori controllo mi fa impazzire.
Sento il suo fiato sulle clavicole e trattengo un gemito. «Non andrò a quella stupida festa!», borbotta duramente stringendomi.
«Ma è tua sorella, la tua famiglia», ribatto per capire cosa lo spinge ad essere così riluttante al pensiero di trovarsi circondato dai suoi famigliari.
«Si, lo è. Ma non ho intenzione di festeggiare con quegli altri o di trattenere per tutto il giorno la rabbia», mormora contro il mio orecchio.
Capisco che è arrabbiato e decido di tenere a freno la lingua. «Che cosa bevi?», domando invece trascinandolo al bancone con un ampio sorriso.
Mi fa strano tenerlo per mano visto che lui è già impegnato. Il pensiero di vederlo con Tara mi provoca una lieve fitta di gelosia. Ma dov'è? Perché Anya non ha invitato anche lei?
«Proviamo quell'alcolico blu che le hai fatto prima, più alcolico possibile», dice brusco a Stephan il quale strizzandomi l'occhio ne prepara due. Ethan lo fulmina con gli occhi, prova a pagare ma lui fa di no con la testa.
«Offre la casa», mi dice e afferrandomi la mano bacia il dorso.
Ringrazio e mi volto. Ancora una volta vengo disarmata e sommersa dall'azzurro intenso delle sue iridi. «Allora brindiamo a...», alzo il bicchiere con il liquido azzurro rimanendo in sospeso.
«Brindiamo a noi Emma!», mi fissa ancora intensamente e per un momento sento le mie gambe farsi gelatina. Perché è così dannatamente bello, attraente, intelligente... impegnato. Un tuffo al cuore.
È strano. Incontri una persona per caso e in un nano secondo ti rendi conto di non riuscire a smettere di volerla.
Mando giù l'alcolico per bruciare i pensieri. Esco la lingua perché pizzica e lui scoppia a ridere. Una risata cristallina che mi riscalda il cuore facendolo palpitare rumorosamente contro lo sterno.
«Perché ridi?»
Indica la mia lingua. «A quanto pare hai fatto un bel lavoretto ad un puffo». Mi prende in giro con una spinta sulla spalla. Mi ritrovo a ridere per la sua battuta sconcia e arrossisco toccando la guancia accaldata. «Beh anche tu», lo rimbecco.
Mi dà un buffetto fermando la mano sulla mia guancia ormai rossa. Con il pollice segue una carezza. Mi ritrovo a chiudere gli occhi per godere del suo tocco anche per un solo istante e a sorridergli come una ragazzina. Poi però mordo il labbro staccandomi da lui.
Non è poi così facile allontanarsi da una persona che ad un tratto, come un treno in corsa si è insinuata nella tua vita. Una persona che ti è entrata dentro, penetrando a fondo: in ogni tua cellula, in ogni fibra del tuo essere, raggiungendo ogni tuo pensiero, offuscandolo di emozioni che non hai mai provato in modo così intenso e pericoloso. Non è facile e spesso il cuore non lo permette.
Ma lui è impegnato e io non posso farmi strane idee su... su noi due. Non posso e non voglio illudermi proprio adesso che sto iniziando a sentirmi meglio. Dopo Scott avrò bisogno di un po' di tempo per capire cosa voglio, cosa cerco.
«Tutto bene?» mi chiede assottigliando gli occhi.
Annuisco. «Si, credo di avere bisogno di sedermi un momento», barcollo.
Sorride portandomi al tavolo dove l'aria è carica di energia.
«Eccovi!», Anya ci abbraccia entrambi chiaramente su di giri. Mark la prende per la vita appoggiandola al suo petto. E' così protettivo nei suoi confronti. Staranno davvero bene insieme per tutta la vita. Arrossisco e le lacrime rischiano di sgorgare ma riesco a gestirle battendo le palpebre, guardando altrove cercando nella sala un appiglio.
«Emma»
Mi volto. Anya piega la testa di lato. «Si?»
«Posso chiederti un'altra cosa?»
«Si», rispondo insicura.
«Verrai almeno tu dai miei?»
Apro e richiudo la bocca portando la mano sul petto dove il cuore ancora una volta ha fatto una capriola. «Io? Perché?», balbetto lanciando sguardi ovunque, agitandomi sul posto.
«Perché sei mia amica. Ho bisogno del tuo sostegno visto che mio fratello non verrà!», Anya guarda male Ethan poi di nuovo me sorridendo speranzosa.
«Non ho mai partecipato ad una festa di fidanzamento. Sarà una giornata divertente», sorrido.
Se Anya ha bisogno del mio sostegno, glielo darò anche se dentro ho ancora paura di perderla.
Mark sembra rincuorarsi e mima un grazie. Veniamo interrotti dall'arrivo di Seth e gli altri. Irina inizia a parlarmi della sua saetta, così chiama la sua nuova auto. Mi mostra pure le foto come un trofeo e Jason la prende continuamente in giro.
«Emma questo è per te, come promesso», Seth mi passa una busta bianca rigonfia. Aggrotto la fronte e quando sbircio dentro noto una mazzetta di soldi. Gli ripasso la busta scuotendo la testa. «Non posso accettarli», mi alzo un po' barcollante.
«Te li sei guadagnati, bellezza. Niente restituzioni», sorride infilando la busta dentro la mia borsa.
«Un momento...» Anya inarca un sopracciglio. «C'è qualcosa che ancora non so?»
Irina le racconta subito la mia avventura con il gioco a scommesse e Mark scoppia a ridere prima di complimentarsi.
Mi volto. Ethan sembra distante, molto. Così, mentre gli altri chiacchierano e bevono, mi avvicino un pò a lui. Con cautela, cerco la sua mano sotto il tavolo e le sue dita stringono subito le mie. Avverto una piacevole scossa e credo di vedere nel suo sguardo la stessa sensazione. Questo mi rincuora, non mi fa sentire completamente pazza o a senso unico. Mi sento ricambiata.
«Quanto hai bevuto?», sussurra all'orecchio sporgendosi.
«Un pochino», ridacchio guardandolo in modo innocente facendo il segno di "pochino" con il pollice e l'indice. «Perché?»
«Di solito non ti avvicini mai così tanto a me. Deduco sia perché hai troppo alcol in circolo.»
Nego. «Volevo solo...»
«Che cosa?»
Lo spingo. «Niente», replico allontanandomi da lui.
Freddy prende il mio posto. I due chiacchierano animatamente di qualcosa mentre la mia mente inizia a vacillare. Credo di vedere Scott e Sasha insieme ma forse, ho solo le allucinazioni dovute all'alcol.
Per fortuna Anya trascina tutte noi ragazze in pista. Mi muovo un pò impacciata poi penso che sono brilla quindi darò la colpa all'alcol in circolo in caso di brutte figure. Irina stringe le mie mani strusciandomisi addosso. Inizio a capire che ha un debole anche per le ragazze, ma per me non è un problema. Balliamo e ridiamo come due scatenate e quando dei ragazzi alticci si avvicinano lei li scaccia via come mosche.
L'alcol ad un certo punto inizia ad evaporare, però Anya pensa bene di volere ancora affogare i pensieri e con la scusa dei festeggiamenti ci obbliga a bere un altro bicchierino.
«È successo qualcosa?» mi chiede indicando il fratello ancora impegnato in una discussione con il suo amico.
Nego. «No, volevo solo capire come stava ma...»
«Mio fratello è sempre stato così. Quando qualcuno tiene a lui, questo lo destabilizza e non riesce a farne una giusta.»
Provo a replicare ma con una certa forza mi riporta al tavolo dove troviamo tutte leggermente sudate e ubriache.
Avevo dimenticato come ci si sentisse. Non mi era mancata la sensazione di totale perdita di controllo ma in fondo è bello dopo anni provare ancora questo senso di leggerezza.
«Allora, verrai davvero? Ti farò conoscere proprio tutti, promesso», biascica Anya abbracciandomi. Ha gli occhi rossi e un sorriso stampato sulle labbra da quando le ho detto che le avrei fatto compagnia.
«Certo», la rassicuro ancora una volta.
Mi chiedo se ho un brutto aspetto da ubriaca, ma cosa importa? Lo siamo tutti qui dentro. Sento caldo così lego i capelli in uno chignon scomposto.
«Amica, sei bellissima lasciatelo dire!», biascica Freddy squadrandomi. Arrossisco sentendo maggiormente caldo. Mi rialzo un pò traballante e ritorno in pista da sola. Ho bisogno di sfogare ancora un pò le energie, di smaltire tutto il coraggio liquido che ho in corpo.
Ethan raggiungendomi come un falco mi artiglia la vita facendomi voltare mentre mi muovo a passo di musica. Sistema nuovamente le mie braccia e sento il suo fiato sul collo. Ha bisogno di rassicurazioni e di parlare mentre io sto già tremando.
«Sei arrabbiata con me?»
«Sono furiosa con te per prima.»
Inspira il mio profumo. «Andrai davvero a quella stupida festa?», domanda invece. Sembra un bambino imbronciato. Mi viene voglia di baciare le sue guance, però scaccio subito l'idea. La risposta è sempre la stessa: perché non è mio.
«Anya ha bisogno del mio sostegno, Ethan. Per quanto io abbia paura di perdere tutto, glielo devo. Mi piace vederla felice e Mark per lei è vita. E' il suo... fino alla fine», sussurro.
Poso la guancia sul suo petto caldo ascoltando le pulsazioni del suo cuore. Riescono a sovrastare la musica. E' il suono più bello che io abbia mai sentito.
«Dio, sei sempre così buona Emma», sospira.
Alzo lo sguardo. La mia mano agisce incontrollata spostando leggermente i suoi capelli neri scompigliati e sudati dalla fronte. Gli danno un'aria selvaggia. Sembra colto alla sprovvista dal mio gesto e ritraggo subito la mano imbarazzata. Non so che diavolo mi prende quando sono con lui, il mio corpo agisce istintivamente senza riflettere sulle conseguenze. Devo iniziare a tenere a freno i miei impulsi.
«Non smettere», sussurra invece guardandomi le labbra.
Riporto la mano sui suoi capelli prima di affondare le dita. Lui chiude gli occhi, inspira gonfiando il petto stringendomi a sé. Mi sento così bene e a mio agio tra le sue braccia.
«Non verrai con noi, vero?», fermo la carezza. Lui blocca il polso sistemando la mia mano sulla sua spalla.
Nega scrollando la testa. I suoi occhi sono foschi. Precipita in un attimo da qualche parte, forse in un ricordo.
«No, non tornerò dentro quella fottuta casa», dice secco prima di farmi volteggiare e stringermi a sé con una certa forza. I nostri corpi si scontrano ed entrambi schiudiamo le labbra affannati.
Ci sono così tante cose da chiedergli in questo momento, però tengo a freno la mia curiosità.
Balliamo per un tempo infinito. Inizio ad avere male ai piedi ma stare con lui mi rilassa e mi fa sentire davvero nel posto giusto nonostante la consapevolezza che lui non sia mio. Mi irrigidisco leggermente al pensiero. Ethan se ne accorge guardandomi confuso. I nostri visi si avvicinano fermandosi a pochi centimetri di distanza. Sento il suo alito che sa di birra e liquore. Il suo profumo forte in grado di rimanere sulla pelle per giorni e stordirmi.
Mi domando sé se ne andrà mai. Mi domando sé se ne andrà mai questa sensazione che provo quando lui è con me perché sceglie solo me.
«Emma, Emma, Emma...», sussurra accarezzandomi una guancia. Mi guarda come si guarda un tramonto, quasi con malinconia e desiderio.
«Non ti ho ancora fatto i complimenti. Sono in ritardo lo so, ma per quel che vale detto da me: sei davvero bella!», gli spuntano due fossette sulle guance e ne tocco subito una.
«Vale tanto. Grazie», sto sorridendo come una stupida. Barcollo finendogli addosso e lui mi tiene in equilibrio ricambiando il sorriso. «Ok, so che non dovrei ma... ti offro un altro giro, ti va? Non è poi così male vederti finalmente di buon umore.»
«Mi stai facendo ubriacare per potermi baciare e poi dare la colpa all'alcol?» spalanco subito gli occhi e indietreggiando mi tappo la bocca. «Scusa», balbetto guardo tutto tranne che i suoi occhi.
Fa un passo avanti, afferrandomi la mano mi avvicina prendendomi il viso, tenendolo fermo tra le sue calde e forti macchiate di inchiostro. «Non ti farei mai ubriacare per un bacio. Vorrei ricordarlo, non fingere che non sia mai accaduto», mi sussurra a pochi respiri di distanza facendomi tremare le gambe e scoppiare il cuore.
«Adesso andiamo», facendo attenzione ai ragazzi ubriachi mi porta verso il bancone dove prendiamo un alcolico dal gusto terribilmente forte, ma l'alcol stava già iniziando a scemare dal mio corpo e credo di averne ancora bisogno per riuscire a stare lontana da lui quanto basta e soprattutto per non commettere errori.
«Da quanto non bevevi?»
«Da qualche anno», ammetto rubando una patatina dal suo piatto.
«E com'è?»
Ci penso su masticando lentamente. «Diciamo... strano.»
Sorride inzuppando una patatina sul ketchup avvicinando il piatto per farmi mangiare. «Strano? Spiega meglio.»
«Sento la mente leggera e mi piacerebbe restare in questo stato per tutto il mese prima di tornare alla solita routine, a preoccuparmi dell'affitto o del lavoro o... di altre cose che non so come gestire.»
Pulisce le dita giocando con il tovagliolo. Sorrido togliendogli dal labbro una piccolissima goccia di ketchup.
Ci guardiamo ancora in quel modo. Ci perdiamo. Ci troviamo.
«Eccovi!»
Anya compare nel nostro campo visivo facendoci dividere immediatamente.
Schiarisco la gola mentre Ethan continua a mangiare tranquillo facendo finta di niente.
«Voi due non me la raccontate giusta. E stavate ballando...» ridacchia mentre Mark scusandosi prova a farla sedere al tavolo e a tapparle la bocca con un bacio sussurrandole: «Smettila, amore».
Anya, continua per un po' a fare allusioni su di me e Ethan. Patricia, invece, si avvicina iniziando un discorso di cui non capisco molto perché la mia mente va in tilt alla vista di Scott e Sasha. Sbucano così, all'improvviso.
Impallidisco sentendomi in trappola quando notandomi, lei gli fa un cenno e si avvicinano al tavolo pronti a concludere quello che hanno iniziato.
Mordo la guancia fino a sentire il sangue dentro la bocca. Patricia segue i miei occhi poi saetta sul locale come se avesse appena percepito un pericolo.
«Ciao», saluta Scott. «Possiamo parlare?»
Ignorando la presenza di entrambi davanti a me, faccio finta di non averli sentiti e rispondo a Patricia in modo rigido ricordando l'ultima cosa che mi aveva detto prima di essere interrotte.
«Emma, non fare la bambina», tuona Sasha. «Prima o poi dobbiamo affrontare l'argomento.»
«Li conosci?» chiede Patricia guardando male Sasha.
Le due si scambiano uno sguardo carico di astio e la tensione è subito palpabile nell'aria.
Annuisco mordendomi nervosamente le labbra. «Si, ma non... non credo sia il momento», balbetto irrigidita, parecchio innervosita della loro presenza.
«Emma, usciamo un secondo fuori e parliamone. Ti dirò tutto, promesso.»
Sentiamo una sorta di boato. Sobbalzo e quando alzo gli occhi, mi accorgo che Ethan ha picchiato i pugni sul tavolo e sta fissando in cagnesco Scott.
C'è dell'alcol fuori dai bicchieri e si sta creando una pozza sulla superficie liscia che lentamente raggiunge il pavimento.
«Ti avevo avvertito che ti avrei ammazzato se ti fossi riavvicinato a lei, brutto figlio di puttana», gli urla contro.
Scott arretra di un passo tirando Sasha dietro di sé; quest'ultima protesta con la sua solita sfacciataggine. «Non stiamo parlando con te, ma con Emma. Lei deve sapere la verità.»
Quando prova ad uscire dal tavolo, blocco il suo gesto e gli sorrido. «Lascia faccio io», dico alzandomi barcollante.
«Emma», soffia agitato.
«Tranquillo, vogliono chiarire... allora chiariamo», esclamo biascicando.
Lui sbuffa dalle narici fermandomi. Lo guardo male. «So quello che faccio», dico con una calma che potrebbe far saltare i nervi anche ad un monaco tibetano.
Ethan guarda me poi Scott poi di nuovo me. «Ok, ma parlate qui...»
Tappo la sua bocca con la mano. «So quello che faccio», ripeto con un tono deciso.
Ethan inumidisce le labbra osservandomi attentamente ad ogni movimento.
Anya prova a protestare ma Mark intuendo ancora una volta i miei pensieri la ferma e ferma il resto del gruppo che vorrebbe mettere fine a questa messinscena stupida e inutile. Ma, solo io posso fermare tutto.
Continuo a ripeterlo mentre sollevando un bicchiere a caso dal tavolo supero Anya avvicinandomi a Scott con un sorriso dolce. Lui sembra quasi rincuorarsi dalla mia reazione.
«Emma senti, so che hai frainteso tutto e so che ti sembra assurdo. Ma, lasciami spiegare. Lasciaci spiegare. Le cose non sono come credi, davvero. Noi non volev...»
«Shhh...», lo zittisco premendo un dito sulle sue labbra. «Ho sentito troppe scuse. Adesso parlo io», dico e, appoggiandomi al tavolo sorseggio il cocktail come una bambina maliziosa. Sto cercando di controllare le mie emozioni ma non è per niente facile da ubriaca.
«Ok», balbetta confuso guardando Sasha poi gli altri in cerca di una risposta sul mio atteggiamento.
«Quando ci siamo incontrati, ho subito pensato che tu fossi il mio principe azzurro», rido, «carino, gentile, premuroso, dolce... romantico», barcollo leggermente ma nessuno si muove, nessuno osa interrompermi; neanche lui. «Ho pensato che se ti facevo scappare, qualcun altro avrebbe di sicuro richiamato la tua attenzione e avrebbe rubato il tuo cuore al posto mio. Mi hai fatto credere tante cose sbagliate. Ad esempio: che avevo solo bisogno di te. Insomma, per fartela breve, mi sono lasciata convincere dalla paura. Che idiota!». Lo guardo in modo freddo. «Mi sono fidata della persona più sbagliata al mondo. Non sei niente di tutto questo a parte uno stronzo bigiardo manipolatore. Non ti amavo e sai cos'altro ho capito? Sai che cos'altro so di te? Che non sei e non sarai mai un principe azzurro, Scott. Sei un principe marrone: una vera merda!». Gli lancio addosso il cocktail e lo spingo con una certa forza facendolo barcollare indietro fino a schiantarsi contro un tavolo pieno di bottiglie vuote e bicchieri creando un gran fracasso.
Sento delle esclamazioni alle mie spalle, ma sto già attaccando Sasha per curarmene.
«In quanto a te, amica mia», faccio le virgolette indicandola. Sasha mi guarda impietrita, con gli occhi spalancati. «Sei così viscida che quando passi le persone scivolano a terra. Non ti credevo così cattiva e nemmeno una bugiarda che ruba i ragazzi alle amiche. Spassatela bene con questo stronzo! Vi meritate a vicenda. Io ho chiuso. Non ho bisogno di altre bugie», li supero ed esco dal locale.
Cammino verso casa abbracciandomi e barcollando pericolosamente. Non so cosa sto provando ma so che finalmente dopo settimane sono riuscita a prendere una rivincita contro chi mi ha fatto soffrire.
Ad un certo punto sento i piedi protestare dal dolore e allora tolgo le scarpe camminando scalza tra le vie che ho imparato a conoscere bene dopo mesi di adattamento. Inizio persino a cantare a squarciagola:

"Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home anytime she goes away
And I know, I know, I know, I know, I know,
I know, I know, I know, I know, I know, I know, I know..."

Per strada dei pedoni salutano osservandomi mentre continuo a cantare, a muovermi girando su un palo in modo aggraziato.
Faccio così fino a quando non raggiungo finalmente il settimo piano del mio palazzo, apro la porta ed entro nella mia bellissima stanza.
Mi spoglio, mi strucco, faccio una doccia per togliermi di dosso la puzza d'alcol e del fumo e poi in intimo con una semplice maglietta con le bretelle sopra: mi tuffo sul letto stranamente calma.
Fisso per un po' le stelle appese al soffitto prima di sentire dei rumori in casa. La voce allegra della mia amica riempire l'appartamento di vita.
La porta si apre lentamente e vedo spuntare Ethan. Posa la mia borsa sulla poltrona e, notandomi sul letto chiede silenziosamente il permesso di raggiungermi. Gli faccio subito spazio guardandolo togliersi la maglietta e le scarpe prima di stendersi accanto a me.
«Stai bene?», mi fa appoggiare la testa sul suo petto nudo e caldo pieno di disegni intricati.
«Ora si», mordo la lingua, «tu?».
Sono stata troppo sincera? non me ne pento.
«Si», sussurra mettendosi comodo.
Rimaniamo per qualche istante in silenzio. Lui a fissare il soffitto, io a perdermi nei suoi lineamenti.
«Sai che cosa immagino?»
«Cosa?» mi guarda.
«È una cosa davvero stupida. Sicuro di volerla sapere?»
Annuisce accarezzandomi la schiena.
«In un'altra vita ci immagino insieme, magari sdraiati sotto una coperta piena di stelle. Mi immagino al tuo fianco dopo una pessima giornata passata al lavoro, mentre ci lamentiamo e poi ridiamo rimanendo l'uno tra le braccia dell'altra ad alleviare la stanchezza.»
«Mi piacerebbe viverlo adesso non in un'altra vita», mi sussurra sull'orecchio.
«Stai delirando», rido.
Lui si imbambola. «Forse si», ricambia in modo dolce.
«Adesso puoi baciarmi?»
Abbozza un sorriso. «Sei ancora ubriaca?»
«Secondo te come ho fatto a chiederlo?»
Mostra i canini affilati e le fossette scuotendo lievemente la testa. «Quindi sto parlando con l'alcol?»
«Già», sorrido accarezzandogli il petto poi la guancia. «Ti dispiace?»
Ferma il mio gesto intrecciando le nostre dita. «E non vuoi ricordarlo?»
«Magari domani non avrò il coraggio liquido in corpo per chiederlo di nuovo», ammetto ad occhi chiusi ma consapevole.
Abbassa il viso sul mio collo. «Qui va bene?»
Annuisco mugolando. «Va più che bene», mormoro.

N/a:
~ Buona sera, come state? Ecco a voi un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto.
Come vedete Ethan e Emma? Vi piacciono insieme? Adesso che cosa succederà?
Se vi va, aiutatemi lasciando un voto e un commento per segnalare il vostro passaggio. Sempre se vi va, inserite questa storia nei vostri elenchi di lettura per ricevere gli aggiornamenti. Facciamo crescere questa piccola famiglia.
Grazie di cuore. ~

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