Capitolo 50

Questo è il risveglio più traumatico. Quando hai un mal di testa tremendo, l'alito puzza di piscio di gatto e ogni suono, voce o luce da fastidio. Mi alzo stordita dal letto. Parker dorme tranquillo. Sono le quattro e mezzo del mattino. Faccio pipì svuotando finalmente la vescica e lavo i denti e il viso. Ho l'aspetto da alcolizzata. L'acqua fredda mi aiuta a riprendermi dalla sbornia. Torno in camera e nella luce della luna, noto sul comodino un bicchiere e due compresse. Evito queste ultime e bevo avidamente il succo di frutta. Inizio a sentirmi meglio anche se un po' sola. Osservo Parker e sorrido. Ritorno sotto le coperte, mi avvicino a lui e bacio la sua gola lentamente. Emette un mugolio ma continua a dormire tranquillo. Passo dalla gola alle clavicole e poi sotto l'orecchio. Di solito è lui a svegliarmi adesso voglio ricambiare il favore.
«Hmmm», mormora con voce roca. Apre lentamente gli occhi come se avesse paura a farlo di scatto per la luce ma la stanza è ancora buia. Lancia uno sguardo alla sveglia e poi i suoi occhi saettano sui miei. «Fammi indovinare, non riesci a dormire e vuoi essere coccolata?», sorride.
Dio, è sexy da paura in questo stato. Passa una mano tra i capelli scompigliandoli e sbadiglia. Pure questo gesto è sexy. Le mie dita toccano il suo petto e le cicatrici poco visibili che ho conosciuto in questi mesi. Inizio a baciarle e lui trattiene il fiato.
«Lo prendo per un si?», geme quando scendo con i baci prima di risalire. «Cazzo, Emma di là ci sono i nostri... amici...», morde le labbra per trattenersi mentre inizio a stuzzicarlo mordendo e passando la lingua lungo il suo collo mentre la mano scende verso i suoi boxer. Geme e affannato stringe i denti. So cosa sto facendo e mi piace provocargli piacere.
È il weekend. Durante il weekend abbiamo sempre sperimentato qualcosa. Questo è solo il risveglio e un riscaldamento. A lui sembra piacere parecchio. Continua a trattenere i gemiti mordendo il labbro e le guance e chiudendo gli occhi. Sento che inizia a crollare e in breve mi fermo lasciandolo insoddisfatto.
Lo guardo con malizia mordendo il labbro. «Dicevi?», sorrido e bacio la sua bocca con passione prima che possa parlare.
Strizza i miei glutei. «Dico che mi rimarrà questa voglia per un giorno se non faccio qualcosa per fermarti», sorride ribaltando la situazione. Inchioda il suo corpo sul mio. Stringe i miei polsi sulla testa e inizia a baciarmi con possesso pronto a ricambiare il favore. La sua mano procede sganciando il reggiseno. Da ubriaca ho proprio idee del cavolo. Come ho fatto a permettergli di vedermi con questo intimo bicolore addosso?
«Sicura?», sfiora sotto l'orecchio.
Chiudo gli occhi e annuisco. Passo su di lui e inizio di nuovo a baciarlo bloccando le sue mani. In due mesi, non mi ha mai messo nessuna fretta. Ci siamo divertiti a stuzzicarci ma in questo momento, ho bisogno di lui, della mia medicina per andare avanti. Ho bisogno di sentirmi amata e non in continua lotta contro me stessa.
Cerca dentro il cassetto e mentre ci stringiamo con foga, apre una bustina e la indossa. Blocca i miei fianchi ed entra dentro di me muovendosi lentamente. Va su e giù e io stringo le labbra per trattenere i gemiti e i brividi.
Stringe il mio corpo contro il suo. Ci ritroviamo sdraiati l'uno sull'altra. Provo a muovermi e sento tutto in modo diverso. Gemo un po' più forte e tappa subito la mia bocca con la sua. «Shhh, abbiamo ospiti!» trattiene una risata. «Solo tu puoi farmi impazzire a quest'ora!»
È davvero eccitante. Tiro la testa indietro e godo della sensazione dolorosa e poi piacevole che mi trasmette.
Affannato inizia a spingere alzando le mie gambe. Inarco la schiena e lui preme con più forza mordendo le mie labbra per trattenersi. «È impossibile essere silenziosi con te!», mormora tra le mie labbra mentre rido. Divarico leggermente le cosce e tappa subito la mia bocca con la sua capendo che sto per cedere. Tremo e vengo travolta da un calore inimmaginabile. Lentamente le mie ginocchia si tendono e Parker ricade su di me scosso anche lui e affannato ma ancora divertito ed eccitato. Passo una mano tra i suoi capelli e boccheggio prima che mi baci premendo ancora per provocarmi. Stringo subito le cosce e lascio sfuggire uno strano mugolio eccitante. Le sue pupille si dilatano. È pronto, oggi è proprio carico. L'ho caricato io e presto succederà di nuovo. L'idea mi fa sorridere e mi piace. È come un gioco di potere.
Ci guardiamo complici, senza respiro. Muovo lentamente i fianchi e mordo le labbra con un sorriso soddisfatto. La mia mano sale sul suo petto caldo e scosso dai brividi dovuto al mio tocco. Metto una mano sulla sua nuca e muove ancora i fianchi chiudendo gli occhi rigido. «Emma non so...»
«Shhh».
Prendo le sue mani e inizio a sfiorare il mio corpo. Ormai lo conosce bene. Sa i punti in cui sento il solletico e quelli in cui il suo tocco ha un certo effetto. Il suo respiro cambia rapidamente. Capisce cosa voglio e so cosa vuole. Lo capisco dal suo corpo. Sorride prima di mordere la mia spalla.
«Sei bellissima anche dopo esserti ubriacata. Sei anche imprevedibile», mugola quando mordo sotto l'orecchio e ricambia provocandomi forti brividi. «Lo terrò a mente questo dettaglio».
«Uhm», sento il sangue affluire sulle guance. Stringe il mio corpo al suo e la sua mano tormenta la mia pelle mentre torna a fare l'amore con me. Getto la testa indietro pronta a lasciarmi travolgere ancora e ancora dal piacere.
Gemo e tappa la mia bocca con la mano. Impazzisco. Sento il corpo perdere il controllo e vengo travolta da un piacevole incendio. Ricado molle sulle coperte mentre la sua bocca trova la mia. Ci avvinghiamo come due ragazzini. Sorridiamo soddisfatti per avere dato il via al nostro weekend speciale.
«Soddisfatta?»
«Ahh siii», lo provoco ridacchiando.
Tappa la mia bocca con la sua. Rido ancora e quando stringo il mio corpo contro il suo perché sento freddo si irrigidisce provando ad allontanarsi ma riesco a farlo gemere anche solo sfiorandolo.
«Stanca?», domanda affannato. Faccio di no con la testa e poi sorrido prima di baciarlo. Accoccolata tra le sue braccia, chiudo gli occhi e mi addormento.

"Voleva salutarti un'ultima volta"
«Cosa?»
Sono dentro una stanza. Le pareti sono strette e di cemento. Aggrotto la fronte. Sono già stata in questo posto. Attorno c'è puzza di rinchiuso e olio bruciato ma anche di benzina. Rabbrividisco. Cammino verso la strana luce tenue proveniente da qualche parte. Spalanco gli occhi e dalla bocca mi esce un urlo.
Boccheggio affannata. È giorno, sono nella mia stanza, sul mio letto. Parker entra in camera preoccupato. Siede sul bordo del letto attirandomi tra le sue braccia. Sono sudata eppure sento freddo, per quello che ho rivisto. Forse dovrei andare da Luke, parlare con lui di questi sogni. Mi aiuterà?
Blocco i pensieri sul nascere e stringo la presa sulla maglietta del ragazzo che sta provando a rassicurarmi accarezzando la mia schiena. Non ho il coraggio di alzare gli occhi e vedere nei suoi non solo la preoccupazione ma anche il compatimento. Non sono una persona da compatire. Staccandomi da lui, mi alzo dal letto scostando le coperte e a grandi passi mi richiudo in bagno. Non è così che avrei voluto svegliarmi ancora una volta. Sciacquo il viso e lego i capelli prima di infilare la vestaglia ed uscire dal bagno.
Parker segue ogni mio passo con i suoi occhi attenti. Cerco di non sentirmi come se avessi delle lame puntate dietro. Non posso dirgli che cosa ho visto e sentito. Non posso dargli altre preoccupazioni. Stampo un sorriso e mi siedo accanto a lui.
«Lexa e David?»
«Si sono svegliati presto. Avevano questioni urgenti da risolvere e sono andati a casa.»
Annuisco capendo cosa intenda con "questioni urgenti" e mi rialzo subito battendo le mani. «Dove andiamo oggi?», domando con molta convinzione.
Parker soppesa per un momento il mio sguardo. «Pensavo di andare fuori da qualche parte visto che è una bella giornata, tipo ad una partita? Dormi da me questa sera?»
Inarco un sopracciglio. «Le avete vinte tutte? Quando è la finale?»
«La prossima settimana. Vieni oggi?»
Ho rifiutato più volte in questi due mesi. Una partita e un po' di svago non mi faranno di certo male. Lavoro troppo in questo periodo. Accetto e in breve ci prepariamo.
Usciamo di casa dopo avere fatto un'abbondante colazione e giriamo mano nella mano tra i vari negozi aperti in centro. Passiamo anche nel nuovo piccolo supermarket per fare rifornimenti. Sistemiamo tutto dentro la dispensa e preparo il borsone per passare la notte a casa di Parker. Ormai è la nostra piccola routine e ad essere sincera non mi dispiace affatto. È bello seguire un ritmo ma con Parker non si sa mai. Ogni settimana ha in serbo una sorpresa diversa. L'ultima volta ci siamo divertiti con dei giochi vecchi da tavola. Sembravamo due bambini. Inoltre è riuscito a risvegliare il mio lato competitivo e Parker sembra, anzi è l'avversario ideale.
Infilo dentro il borsone un completino intimo niente male e decido mentalmente di fare una piccola sorpresa a mister perfezione come premio per il dopo partita. Sorrido e mi becca proprio mentre penso ad alcune cose sconce. Per fortuna non legge nel pensiero, saprebbe subito che razza di ragazza pervertita si ritrova.

Il sole batte forte sulle nostre teste. Per fortuna ho ascoltato il consiglio di Parker e ho indossato un cappellino con la visiera per non scottarmi il viso. Per essere primavera, fa davvero caldo. Intanto le squadre in campo sono straordinarie. Hanno offerto al pubblico uno spettacolo degno di nota. Seduta accanto a Tea e Jessy, ci godiamo il match mentre possiamo ammirare l'abilità dei nostri corrispettivi ragazzi. Come sempre sono stupita dall'agilità di Parker sul campo. Continuo a fissarlo a bocca aperta. Non solo è bravo nel suo lavoro e a letto ma anche nello sport. Anche le mie amiche continuano a fissarlo e a fare commenti sul suo fisico perfetto e pronto. Non mi da fastidio perché sappiamo a chi appartiene il soggetto in questione. È una scultura in movimento. Le gambe, le braccia muscolose, gli occhi attenti, il sorriso da mozzare il fiato sotto il casco.
Come sempre segna tanti punti. È davvero bravo. Ad un certo punto solleva la maglietta è c'è una scritta. "Ti amo principessa!"
Metto a fuoco e arrossisco quando mi indica mentre attorno la gente inizia ad applaudire. Tea e Jessy strillano dandomi delle pacche. Non sono in imbarazzo per il gesto ma per gli occhi di tutti puntati addosso. Loro non sanno cosa sto passando, non sanno che amo due persone e presto una di loro soffrirà. Inizio anche a sentirmi un verme perchè già una sta soffrendo. Applaudo e gli mando un bacio per ringraziarlo e per non impantanarmi tra i cattivi pensieri. So di essere fottuta.
Alla fine della partita però, lo vedo barcollare leggermente. Sembra disorientato e si allontana verso la squadra in panchina. Allarmata scendo di corsa dagli spalti lasciando le mie colleghe interdette. È stato un nano secondo ma ho già il cuore in gola e spaventata raggiungo in fretta Parker che sta bevendo avidamente da una bottiglia mentre un paramedico sta sentendo i suoi battiti.
Sorride mettendo un braccio attorno alle mie spalle. «Sto bene!» tenta di rassicurarmi.
Guardo il paramedico per sapere cosa sta succedendo. «Non avrebbe dovuto affaticarsi così tanto. Niente più sport per un paio di giorni e niente stress. Le stia con il fiato sul collo se necessario.» Metto le mani sui fianchi e lo fulmino con lo sguardo mentre il paramedico ci lascia soli.
«Sto bene, davvero!»
Mi si riempiono gli occhi di lacrime e non importa se è sudato o se sembro patetica ma lo abbraccio. «Mi hai fatto spaventare», la mia voce esce stridula.
Ridacchia e asciuga subito le mie lacrime con i polpastrelli. «Diventi brutta quando piangi», stampa un bacio sulla fronte. Lo vedo nel suo sguardo che non sta bene.
Tiro su con il naso e mi scappa un sorriso. «Sei un cretino. Non farlo più!»
Alza le mani. «Prometto di fare più attenzione».
Insieme ci incamminiamo verso la sua auto. Prendo le chiavi e salgo subito mettendomi al volante. Parker sorride scuotendo la testa e prende posto sistemandosi comodo sul sedile del passeggero. Accende lo stereo sulle note dei Coldplay e chiude gli occhi mentre lo riporto a casa. Arriviamo dopo circa cinque minuti nel garage sotto il suo appartamento.
La casa è in ordine come sempre. Rifletto sul fatto che non passiamo molto tempo in questo ambiente ed è un peccato perché l'appartamento mi piace parecchio. Purtroppo non posso abbandonare la mia casa. È tutto quello che ho di mio.
Poso il borsone in camera da letto e seguo con lo sguardo Parker che sfila la maglietta sporca di erba, sudore e terra. I suoi muscoli sono in tensione come se provasse dolore. Agisco prima del previsto preoccupata per lui. Stringo la sua mano e lo porto verso il bagno. Riempio la vasca decisa a non farlo faticare e inizio a spogliarmi davanti a lui rimanendo in intimo. I suoi occhi si illuminano ma so che ha già capito cosa sto facendo. L'unico modo che ho di controllarlo è fare con lui le stesse cose.
Entra dentro l'enorme vasca e mi fa cenno a braccia aperte di raggiungerlo. Non lo faccio attendere. Inizio a passare il bagnoschiuma e la spugna sulla sua pelle. L'acqua è calda e presto avrò i capelli inguardabili. Segue le mie mani e respira lentamente. Pian piano si rilassa e chiude gli occhi. Continuo a lavarlo, quando strizzo la spugna sulla testa sorride e alza il viso per lasciare che la cascata scenda. Passa la mano sui capelli schizzando acqua dappertutto. «Sono pulito. Adesso posso lavarti anch'io e poi andiamo a cenare? Ho una gran fame e non solo di cibo.»
Il suo sguardo mi fa venire la pelle d'oca. Appoggiandomi alle sue ginocchia bacio la sua bocca. «Va bene». Acconsento e in breve le sue mani massaggiando le mie spalle rilassando i punti rigidi.
Avvolti dagli asciugamani, passiamo in cucina. Realizziamo dei brevi involtini con bresaola, rucola e Philadelphia e crostini di pane con pomodoro e paté d'olive. Ceniamo seduti sugli sgabelli. Non credevo di avere così tanta fame. Divido l'ultimo pezzo e Parker sorride. «Non ti ho mai visto mangiare così tanto!»
«Non abituarti. Sono in ansia e quando mi sento così mangio. Adesso rimani seduto, pulisco io!»
Tolgo i piatti sporchi mettendoli dentro il lavello e inizio a lavare e pulire la cucina. Parker mi guarda divertito con il viso appoggiato alla mano. «Abbiamo dimenticato il dolce», approfitta per alzarsi dallo sgabello accorciando la distanza tra di noi. Apre l'anta del frigo e prima si sporge per stamparmi un bacio sulla guancia. Prende una confezione di torta gelato e la porta in soggiorno. «Scelgo un film nel frattempo», urla dall'altro lato.
Finisco rimettendo in ordine la cucina, prendo due forchette e due bottiglie d'acqua e lo raggiungo in soggiorno. Sul tavolo trovo pacchi di patatine e caramelle gommose. Tanti cuscini e il divano sistemato a letto. Sorrido e mi siedo accanto a lui. «È una sorpresa?»
Annuisce. «Una serata tranquilla anche perché sono davvero stanco», sbircia la scollatura e metto subito il braccio davanti. Ridacchia e aziona il film. Riguardiamo Thor tranquillamente stesi sul divano. Istintivamente tocco la sua fronte. Non è caldo, neanche pallido e forse sto esagerando. Non so come spiegarmi e faccio spallucce.
«Ehi», mette in pausa il film e prende le mie mani. «Sto bene, sono solo un po' stanco. Prometto di non affaticarmi in questi giorni e di farti annoiare insieme a me».
«Ho avuto paura», ribatto a sguardo basso. «Prima la sorpresa con la scritta che per inciso è un bellissimo regalo e una bellissima dimostrazione e poi...»
Alza il mio viso con le dita. «Lo so. Mi dispiace amore.» Sistema il mio corpo sul suo accarezzando i miei capelli mentre riavvia il film. Ascolto i battiti del suo cuore e il respiro. Mi ha chiamato ancora amore. È strano sentirselo dire. Di solito mi chiama principessina e non mi da fastidio perché so che è un modo per dimostrarmi il suo amore anche se con un nomignolo. Ma amore?
Amore è un nomignolo particolare. Riscalda quella parte gelata del mio cuore. Quella che ho paura di mostrare per non essere ancora ferita.
Finito il film, mi accorgo che metà torta gelato si è sciolta e Parker dorme sereno stringendomi a sè con dolcezza.
Mi alzo facendo attenzione a non svegliarlo. Tolgo dal tavolo tutto il cibo e spenta la tivù ritorno tra le sue braccia. Apre gli occhi e sorride tranquillo. «Buona notte amore», sussurra.
«Notte», mormoro nascondendo il viso sul suo petto mentre il suo braccio fa da scudo e da coperta. Inspiro il suo profumo e lascio che mi culli verso il sonno.

N/A:
~ Ehi principesse! Piccola sorpresa per voi! Oggi ho pubblicato ben quattro capitoli. Come vedete sto velocizzando per arrivare alla conclusione di questa storia.
~ Parker sta ancora male? Nasconde qualcosa? Emma riuscirà a reggere o alla fine crollerà?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Scusate per gli errori. Grazie a tutte per il sostegno. Ovviamente è ancora valida la proposta delle domande. Quindi se volete fatemi qui sotto nei commenti le vostre domande e io risponderò!
Se vi annoiate, passate a leggere le altre mie storie:
~ Ogni traccia che ho di te
~ Forbidden

#EMKER ❤️ (Raga più la guardo più mi sento male ahahaha 😂😂😂)

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