Capitolo 15

ATTENZIONE
In questo capitolo sono presenti scene esplicite e linguaggio forte! Se non volete NON leggete! Se vi va ascoltate UNSTOPPABLE di Sia (Si consiglia un defibrillatore a portata di mano)

In meno di mezz'ora siamo in centrale. Mi siedo in una piccola saletta d'attesa curiosando con lo sguardo e immaginando come sarebbe stato finire quella notte in galera per avere partecipato ad una gara clandestina. Probabilmente avrei odiato Ethan per non avere chiuso un occhio e per non avermi lasciata libera. Ma se quella notte non si fosse fermato per darmi un passaggio, non lo avrei di certo conosciuto o meglio, lo avrei conosciuto ma non allo stesso modo e con ogni probabilità non staremo insieme in questo momento.
Una sua collega si avvicina con un sorriso. «Ethan mi ha chiesto di farti compagnia mentre è impegnato. Non aspetterai ancora per molto. Stanno solo interrogando un sospettato e lui è bravo in queste cose.» Inizia offrendomi una tazza di tè. Suppongo sia stato lui ad ordinarle tutto quanto. Ringrazio timida e lusingata.
«Non abbiamo mai visto Ethan così premuroso con qualcuno», afferma.
«No? Come lo vedete di solito?», domando curiosa. So così poco di questa parte della sua vita.
«Solitamente è molto chiuso e freddo. Inoltre è uno dei più bravi poliziotti qui dentro e nessuno ha mai fatto domande personali sul suo conto. Non fino ad oggi...»
«Non lo avete mai visto affettuoso o sorridente?»
«No! Non esce mai con noi il sabato sera quando ci vediamo al bar per una bevuta. E quando TJ lo punzecchia per incontrare qualcuno lui rifiuta in modo secco e adesso abbiamo capito il perché», sorride. «È molto riservato e non sapevamo che fosse anche sposato. Non avremmo mai provato a farlo uscire con qualche collega facendo delle scommesse. In fondo, è sempre un bellissimo ragazzo.»
Un collega le si avvicina e lei si illumina. Capisco che è attratta da lui dal modo in cui pende dalle sue labbra. Lui le chiede di uscire a cena e lei accetta subito emozionata. Quando si allontana da noi sereno lei si risiede accaldata.
«È il tuo uomo?» domando curiosa.
«Si nota? Ci siamo sposati di nascosto e ora ci vediamo a cena come due amanti. È eccitante. Come fai a stare lontana da Ethan? Non hai paura che possa cedere alla tentazione?»
Mordo il labbro. Non so proprio cosa rispondere. Tutti credono che io sia la moglie del loro collega ma questo è solo un grosso equivoco. «La lontananza si supera quando si ama una persona e non hai nessun dubbio sulla sua... fedeltà», la mia voce si spegne quando Ethan esce dalla porta con un gran sorriso tutto per me. La collega si rialza quasi stupita di vederlo sorridente e di buon umore e dopo avermi salutato se ne va lasciandoci soli.
TJ si affianca. «Serata al bar? Venite?»
«In realtà...»
«Si, mi farebbe piacere conoscere i tuoi amici. Abbiamo bisogno di divertirci.» Lo interrompo subito poggiando una mano sul suo petto.
TJ sorride. «Alle nove solito posto Ethan, non darci buca. Ci facciamo solo una birra.» Si allontana.
«Scommettono su di te sai?»
Sospira. «Non ci andremo!»
«Perché?» domando seguendolo verso l'uscita.
«Perché ti riempiranno di domande a cui non saprai come rispondere e ti sentirai a disagio. Non voglio che scappi!» risponde secco.
«Voglio andarci. Solo una birra», uso il potere degli occhioni e del broncio.
Sospira passando una mano sul viso. «Va bene, solo una e smetti di mettere quel broncio o ti bacio contro la tua volontà davanti a tutti.»
Avvampo sentendo formicolare la pelle e trattengo uno strilletto di felicità per averlo convinto.
Tornati nel suo appartamento, vado a fare una doccia rigenerante. «Devo indossare qualcosa in particolare?» urlo dal bagno mentre guardo i miei pochi vestiti a disposizione.
«Qualcosa di comodo, è un locale tranquillo ma pieno di sbirri.» Ridacchia.
«Gente come te!» lo prendo in giro.
Infilo un paio di shorts una canottiera e sneakers. Un abbigliamento abbandonato da mesi. Ormai sono una ragazza da tacchi alti e minigonne strette e lunghe riunioni noiose. Non mi dispiace ritornare alla comodità.
Ethan è sempre Ethan: bellissimo e sportivo. Jeans aderenti scuri, maglietta che lascia intravedere i tatuaggi.
Il mio telefono inizia a squillare mentre tento di non imbambolarmi. Notando il nome mi sposto in cucina agitata ma pronta a rispondere.
«Cosa diavolo significa che sei partita?», esordisce Parker chiaramente arrabbiato. «Dove cazzo sei? Perché non me ne hai parlato?» urla.
Si è trattenuto molto più di quanto mi aspettassi. «Non volevo dirlo perché questa sarebbe stata la tua reazione. Sto bene! Torno tra un paio di giorni.» Sento urtare qualcosa. «Dove sei?»
«Sto sfogando la mia furia sul sacco da box. Mi spieghi perché cazzo sei scappata
«Perché non riesco più a ragionare razionalmente. Non riesco più a respirare. Ho bisogno di calmarmi e di non piangere ancora. Mi dispiace ok? Mi dispiace se ti sto facendo preoccupare ma ho bisogno di questo viaggio, ho bisogno di allontanarmi per un paio di giorni e di capire. So che non capisci come mi sento e non posso fartene una colpa...»
«Cazzate Emma! Sono, tutte, cazzate!» Colpisce il sacco da box con furia. «Se volevi scappare da lui potevi anche dirlo. Non sono così stupido da non capire. Se volevi un paio di giorni con lui per decidere, avresti dovuto parlarne e non scappare. So che stai attraversando un pessimo momento ma ti ricordo che io ci sono stato quando lui non c'era a sostenerti e non lo merito, non merito questo tuo distacco. Cerca di ritrovare te stessa e non fare cazzate di cui potresti pentirti!» Stacca la chiamata in faccia.
Rimango seduta sul divano, immobile, lo sguardo fisso verso il camino spento, le dita attorno al telefono.
«Tutto bene?»
Mi riscuoto alzandomi di scatto. Stampo un sorriso sulle labbra. «Si, andiamo?»

Il locale è piccolo e pieno di gente o meglio di agenti che hanno terminato il loro turno giornaliero. Tra di loro vedo la ragazza che prima mi ha parlato di Ethan e della sua strana storia d'amore con il collega.
TJ esulta nel vederci arrivare mano nella mano. «Sei arrivato finalmente!»
Stacco subito la presa e mi avvicino alla ragazza che si chiama Eloisa. Mi offre un boccale di birra e ci sediamo in uno dei tavoli rustici in legno. Sorseggio e lancio uno sguardo alla partita di calcio che in molti stanno seguendo in tivù.
«È strano vederlo qui», spacca un sacchetto di patatine facendomi cenno di servirmi. Accetto per cortesia ma anche perché abbiamo saltato la cena e ho fame nervosa. La chiamata con Parker è stata come uno schiaffo troppo forte che mi ha fatto barcollare.
In fondo al locale c'è un jukebox e alcuni si stanno divertendo al biliardo mentre altri ballano con delle ragazze un po' ubriache con in mano dei Martini.
Ethan mi segue come un falco. Ad ogni movimento si accerta che io stia bene. Non capisco perché sia così tanto preoccupato e guardingo. Sono tutti suoi colleghi, li conosce. Perché mai non è mai uscito con loro? Cosa lo ha trattenuto dal divertirsi?
«Ti ama davvero tanto», Eloisa guarda il suo uomo e forse risponde alle mie domande silenziose.
«Credo che il tuo ti stia mandando segnali.»
Arrossisce annuendo. «È il nostro gioco. A lavoro ci stuzzichiamo e bisticciamo, anche qui ma quando siamo soli, le cose cambiano nettamente.»
Mando giù un lungo sorso di birra. «Se posso chiedere: come mai non dite a tutti la verità e non vivete la vostra storia tranquillamente?»
«Perché sono già sposata anzi divorziata e ho due bambini meravigliosi. Il mio ex non aspetterebbe un secondo a farmeli togliere se sapesse che mi sono risposata di nascosto e con un collega.»
Continuano le chiacchiere, giochiamo a biliardo e poi ci uniamo ad un gruppo di colleghi molto pettegoli e divertenti.
Ethan dopo circa un'ora si avvicina. «Possiamo andare?»
Gli offro il resto della mia birra. «Solo se mandi giù questa», lo stuzzico.
Sospira e manda giù la birra. Mi afferra per mano e dopo avere salutato tutti usciamo dal locale.
«Mi spieghi perché?»
Ethan continua a guidare attento e preme di tanto in tanto sull'acceleratore. «Perché non faccio più certe cose!»
Appoggio la testa contro il poggiatesta e lo guardo. «Era solo una birra.»
«Non era solo una birra. Sappiamo entrambi che alcuni ti trovano sexy con quegli shorts addosso», dice schiarendosi subito la voce e svolta a sinistra.
«Tu no? Sanno tutti che sono tua moglie. Non correvo nessun rischio!»
Sorride. «Spero tu stia scherzando perché qui queste cose non funzionano così.» Stringe la presa sul volante.
«Non hai notato come hanno paura di te allora», ribatto tranquilla.
Ethan passa le dita sul labbro e scuote la testa. «Paura di me? Dovranno se ci provano con te e me ne accorgo.»
Sbuffo e tocco il mio braccialetto legato sullo specchietto retrovisore. Sorrido ricordando ancora che era il mio preferito e simboleggiava il mio nuovo inizio. Lo porta sempre dietro, ormai è diventato il suo portafortuna.
Arrivati a casa, si getta sul divano con le mani sul viso.
«Non hai niente da bere qui?» domando togliendo le scarpe e guardandomi attorno.
Inarca un sopracciglio e si alza. Apre una dispensa mostrando l'arsenale di alcolici. «Regalo dei colleghi. Mai aperti. Serviti pure!» Scelgo il bourbon e prendo due bicchieri. Mi siedo sul divano versando l'alcolico. Ethan mi guarda contrariato ma dopo un momento accetta il bicchiere. «Solo uno», assume un'espressione seria che mi fa ridere.
«Come sei autoritario», lo prendo in giro.
«Da quando ho rivelato chi sono, ho cercato e trovato la mia strada.»
«Ma li dentro c'è sempre quel ragazzo che ho conosciuto sai?» tocco il suo petto e riempio di nuovo i bicchieri.
«Se quel ragazzo esce, tu sei fottuta», sorride con amarezza.
Inarco un sopracciglio e rido. «Non ho paura di quel ragazzo. Sapeva divertirsi e sapeva come fare per sentirsi vivi», ribatto pronta. Mordo subito la lingua e tappo la bocca mandando giù l'alcolico. Che cosa sto facendo?
Ethan sembra assorto tra i suoi pensieri, rigira il bicchiere tra le dita facendo muovere il liquido ambrato. «Hai ragione!» con una smorfia manda giù l'alcolico e dopo avere battuto il bicchiere sul piccolo tavolo si alza e afferrando la mia mano mi solleva attirandomi a sè. «Abbiamo ancora una scommessa ricordi?» mi fa fare una giravolta e poi iniziamo a ballare a piedi nudi sul paquet freddo nel buio della notte. Stringo le braccia attorno al suo collo e inspiro il suo profumo più volte. E' tutto così tranquillo e perfetto. «Perchè prima non era così?» biascico.
«Pechè il destino ci ha sempre messo i bastoni fra le ruote. Eravamo sempre pronti a farci la guerra, ad urlarci contro, a lasciarci perchè credevamo fosse la cosa più giusta da fare ma, non lo era...», sussurra lentamente con un sospiro.
Passo le dita tra i suoi capelli neri e lui chiude gli occhi con un sorriso dolce sulle labbra. Mordo le mie per trattenermi. Sono ancora lucida e so di non dovere commettere errori, ne ho fatti davvero troppo in questi giorni. Le sue palpebre si aprono e i suoi occhi azzurri mi incatenano al suolo. Le guance si colorano di porpora e i battiti aumentano. Inizio a sentirmi ubriaca, ubriaca di lui. Il suo viso si abbassa e non mi muovo, non riesco a muovermi. Il bacio è improvviso, forte, deciso. Ansimiamo staccandoci leggermente. Non ho il tempo di recuperare il respiro perchè torna a travolgermi come un'onda anomala.
Solleva i miei glutei e perdo il contatto con il terreno per qualche secondo. Mi ritrovo sul bancone della cucina, il suo corpo stretto al mio, le sue mani sulla mia pelle. I suoi gesti delicati bruciano lasciando incontrollati brividi. Non so cosa stiamo facendo e se è la cosa giusta ma, siamo entrambi persi, entrambi abbiamo bisogno di questa distrazione per rimetterci in piedi.
Sfila la mia canotta lasciando tanti baci sul mio petto e sulla gola prima di appropriarsi della mia bocca con impeto. Le mie mani sollevano l'orlo della sua maglietta e con un gesto repentino la getta ai suoi pedi. Tocco subito la pelle ricoperta d'inchiostro e ansimo sotto i suoi baci insistenti. Pelle calda contro pelle fredda.
Le sue mani sbottonano gli shorts abbassandoli e aiutandomi a scendere dal bancone per toglierli striscio lungo il suo corpo mentre ci baciamo in modo rovente. Allontano gli shorts con il piede. Non mi da il tempo di agire mi riporta seduta sul bancone allarga le mie gambe e si stringe al mio corpo. Le mani sul mio viso, la sua bocca insistente sulla mia, i suoi denti pronti a stuzzicare la mia pelle sensibile ed esposta. Tutto questo inizia a stordirmi.
«Ti avevo detto che avresti perso...»
«Sembra tutto così naturale...», ansimo.
«Preferisco questi momenti piuttosto che vederti piangere e scappare. Perché ogni volta che piangi e mi guardi negli occhi o sento la tua voce e sono distante, mi sento morire.» Parla mentre ci baciamo e la sua voce arriva dritta al cuore. Mi prende in braccio ed entrando nella sua camera chiude la porta con una spinta del piede e mi stende sul letto. Si sporge, spegne una delle lampade. Il cuore rischia di scoppiarmi nel petto. Non ho il tempo per pensare perché la sua bocca si abbatte sulla mia con irruenza.
Sensuale e possessivo il suo corpo si stringe al mio. Gemo sentendo il suo calore incendiare la mia pelle fredda. Sbottono i suoi pantaloni e lui li toglie facendoli ricadere sul tappeto. Stringo le dita sulla sua schiena e ricambio il bacio con impeto. «È tutto così...», i miei pensieri sono sconnessi. Nonostante la crescente confusione e paura per l'imminente errore che commetteremo, non riesco proprio a fermarmi, non voglio.
«Vorrei poter dire la cosa giusta, fare la cosa giusta per rendere tutto più facile e per spazzare via ogni tua insicurezza. Vorrei poter rimettere tutto indietro ed essere quello che hai sempre voluto così ora sarebbe diverso ma non è possibile. Voglio esserci per te in qualunque modo tu vorrai. Non me ne frega un cazzo di altro, mi basta sapere che stai bene e che sorridi serena e felice anche se io non sarò la ragione della tua gioia.»
Sgancia il reggiseno e bacia subito il mio petto. Chiudo gli occhi e stringo la presa sulle sue spalle. Sono impressionata dal tono della sua voce e dalle forti emozioni che è in grado di darmi con così poco. Lo fisso negli occhi e smarrita domando: «Cosa stiamo facendo?».
Senza smettere di guardarmi, Ethan, il ragazzo bello e dannato che a lungo ha tormentato le mie notti insonni, risponde: «Non lo so cosa stiamo facendo, piccola, so solo che mi piace e non voglio fermarmi, perché ti amo mi manchi e ti voglio ora più che mai...»
Chiudo gli occhi e sorrido come una stupida. Non è possibile, bastano solo queste parole a farmi venire voglia di offrirmi a lui anima e corpo. È proprio vero: amiamo il diavolo perché non ci fa finte promesse.
«Cosa vuoi piccola?» chiede abbassando l'intimo mentre continua a fissarmi e le sue dita sfiorano in mezzo alle cosce.
Accaldata mi agito sotto il suo corpo scolpito e rovente. Cosa voglio?
Bella domanda. Voglio talmente tante cose che alla fine non so davvero se ne ho di bisogno o se è solo per avarizia ed egoismo.
Non rifletto più, non voglio perdere questo momento con lui perché potrebbe essere l'ultimo, potrebbe non succedere più. Voglio che sia mio, voglio che lui sia mio anche solo per questa notte. Abbasso i suoi boxer in risposta. Ho la pelle d'oca e sono senza fiato ma sono sicura. Voglio lui, ora!
Porta in bocca una bustina e la apre in modo pratico. Dolcemente e senza nessuna fretta, guardandomi negli occhi, ci incastriamo l'uno all'altra mentre la nostra pelle si sfiora. Appoggia la mano sul letto, spinge in avanti i fianchi e si immerge dentro me, afferro il suo fondoschiena e solco con le unghie la sua carne emettendo un piccolo gemito. Emette un verso flebile e poggia la testa sulla mia spalla affannato.
«Sei e sarai sempre solo mia...», spinge con più forza. «Mi sei mancata...», fatica a parlare.
Mordo il labbro per trattenere i gemiti. Sto provando infiniti sentimenti e infinite sensazioni diverse. So che dopo starò male.
La sua bocca si impossessa della mia. La sua lingua gioca con la mia in una danza sensuale accompagnata dai suoi movimenti decisi, un ritmo frenetico e meravigliosamente sensuale.
«Ethan...», getto indietro la testa. Non so cosa stavo per dire.
«Cazzo... ripetilo», aumenta le spinte e mi sento morire.
«Ethan», stringo le sue spalle mentre gemo ad occhi chiusi e tento di resistere ancora un po'.
«Ripetilo, ripeti il mio nome con quelle labbra...», stringe la presa sulla mia vita e spinge con forza fermandosi.
Urlo mordendo la sua spalla. «Ethan... Continua», ansimo.
Muove i fianchi lentamente, facendomi impazzire. Un sorriso spunta tra le sue labbra. La mia bocca si apre a forma di "o" e prendo il suo viso tra le mani. Poggia la fronte sulla mia e scosso dall'affanno continua a stuzzicare con spinte lievi mentre i suoi occhi fissano i miei lucidi, colmi di libidine. Continua a farmi impazzire per un paio di secondi infiniti. «Vieni piccola, per me...», sprofonda dentro e vengo inondata da un orgasmo violento seguito dal suo. Il suo corpo ricade sul mio scosso dall'affanno. Carezzo la sua schiena e i suoi capelli mentre le sue labbra stampano piccoli baci sulla mia pelle.
Quando esce da me e toglie la protezione, mi sento sola. Lo abbraccio d'impeto crollando sul suo corpo sudato e febbricitante. Mi accoccolo tra le sue braccia e tiro su la coperta. Chiudo gli occhi e ascolto i battiti in aumento del suo cuore.

«Non voglio che torni in quel posto ma so che devi...», brontola facendomi dei grattini sulla schiena. Inspiro e tendo il corpo godendo della sensazione piacevole offerta dalle sue dita. Mi sento come un gatto, se ne accorge e mi sorride tranquillo.
«Lavorerai con tuo padre da qui o...», lascio in sospeso la frase, in attesa che continui lui al posto mio dando una risposta ai miei dubbi.
«Penso sia sensato stare vicino a lui. Voglio tenere questo appartamento. Ho già pagato la metà che mi spetta, TJ compenserà con l'affitto qualora decida di rimanere.»
Questo significa che lo avrò vicino? Sarà difficile, già lo so. Inizio ad agitarmi e se ne accorge bloccandomi. «Non significa che ci vedremo. Se vuoi che io stia lontano da te, dalla tua nuova vita, lo farò!»
«No, non è questo...», balbetto toccando uno dei suoi tatuaggi sul petto.
Sospira. «Emma, smettila di pensare. Abbiamo appena fatto...»
Tappo la sua bocca con la mia. Non voglio che continui la frase. Non voglio che dica sempre la cosa giusta facendomi passare per l'insicura. «l'amore e tu inizi a farti domande di cui conosci già la risposta. Hai bisogno di sentirti dire se mi vedrai spesso? Probabile. A casa di mia sorella, in giro, nei locali...
Hai bisogno di una certezza? Si, ci sarò per te in qualsiasi momento. Me ne fotto se hai già un fidanzato ma non mi arrendo, non finché non mi dici chiaramente che non vuoi stare con me. Fino ad allora io continuerò a lottare per te e a corteggiarti perché ti amo e non saranno queste piccole cose a farmi cambiare idea. Ho perso troppi mesi e ora sono più che certo di cosa voglio. Adesso, smettila di pensare e fai quello che vuoi», mi guarda intensamente.
Sfioro il naso sul suo. Le mie dita si stringono sui suoi capelli. Le sue mani si posano sul mio sedere strizzandolo. Spingo i fianchi contro i suoi. Geme mordendo le mie labbra. «Facciamo un bagno caldo?» domanda a corto di fiato.
Annuisco seguendolo nel piccolo spazio dotato di una vasca comoda con la tendina.
Ethan apre il rubinetto riempendo la vasca con del bagnoschiuma profumato che crea subito una grandissima nuvola soffice bianca. Esulto come una bambina e mi infilo subito in acqua giocando con le bolle. Mi guarda in modo tenero e si sistema subito dietro di me attirando la mia schiena contro il suo petto. Bacia la mia spalla e poi il collo. Mugolo con un sorriso sulle labbra che spero non vada mai via. Gioco con le sue dita e poi tocco il tatuaggio che mi rappresenta.
«Quando farai il tuo primo tatuaggio?», mormora con la bocca contro il mio orecchio. Sussulto eccitata quando i suoi denti stuzzicano sotto l'orecchio. Mi volto sistemandomi a cavalcioni su di lui. Le sue pupille si dolatano. Tocco le sue labbra per distrarlo. «Penso che ne farò uno piccolo sull'anulare per iniziare. Una volta un ragazzo me lo ha consigliato...»
Sorride e avvicina i miei fianchi. «Aveva ragione quel ragazzo!» Abbassa lo sguardo sulle mie labbra facendosi serio. «Sai che è pazzo di te e vorrebbe fare di nuovo l'amore?»
«Si...», sussurro senza fiato. La mia mano tocca il suo collo poi sale sul suo viso stringendo la presa mentre la sua mano scende lungo la schiena premendo contro il suo petto. Inizio a sentire un formicolio sul basso ventre.
Dolcemente e senza fretta, dopo avere chiesto il permesso, si incastra dentro me. Mi spingo su leggermente ma le sue mani sui fianchi mi riportano giù facendomi gemere. Chiudo gli occhi, la fronte contro la sua, i nostri respiri caldi si fondono. Spingo i fianchi e si rilassa mentre ci baciamo e stringiamo. Preme più a fondo e sento tutto in modo diverso, sento lui, dentro me, il suo amore, la sua passione, la sua voglia.
«Fermati!» dico senza fiato.
Si blocca allarmato. «Ti ho fatto male?»
Sorrido sulle sue labbra negando con la testa. «No, voglio solo che ti fermi dentro me...», arrossisco.
Spinge due volte per farmi impazzire e poi si ferma. Schiude le labbra e passa la lingua sul mio collo. Sento tutto il corpo pulsare e incendiarsi. «Ah...», mordo il labbro per trattenere il gemito di piacere che sale dalla mia gola.
«Non trattenerti, voglio sentirlo...», rifà tutto da capo e gemo. L'acqua si solleva leggermente mentre ansimiamo. Lo sento pronto, i suoi attacchi sono decisi ed estatici. Preme a fondo e perdo il contatto con il mondo. Mi ritrovo scossa dall'ondata di calore seguita dai brividi causati dal suo bacio passionale. Si stacca da me per non rischiare e continua a baciarmi. Mi alzo e lui mi segue, lascio andare via l'acqua e aziono la doccia. Scendo con la mano e lui trattiene il fiato mentre mantiene lo sguardo fisso. Mi godo la sua espressione eccitata mentre lo porto al limite. Di punto in bianco allontana la mia mano spingendomi contro le piastrelle per un bacio intenso.
«Ti amo, ti amo da impazzire piccola...», affannato solleva una coscia stringendola con le sue mani e preme il suo corpo contro il mio. I suoi denti mordono un seno e gemo. «Non voglio staccarmi, non voglio lasciarti andare...», continua affannato.
«Non farlo!» il tono di voce mi esce stridulo.
Respira sulla mia spalla e muove i fianchi stuzzicandomi. «Hai un profumo buonissimo. Sei mia, tutta mia!» prende a coppa il seno strizzandolo.
Sento le gambe tremare al suono della sua voce e un calore immediato arrivare e travolgermi. Sorride soddisfatto. «Rifallo», chiedo estasiata.
Scuote la testa. «Adesso ti metterò a letto piccola.»
Blocco la sua mano. «Rifallo, un'altra volta», lo guardo intensamente.
Divertito ed eccitato spinge il suo corpo contro il mio e strizza il mio seno. Emetto un gemito alto e sensuale. Le sue pupille si dilatano e sollevandomi usciamo dalla doccia tornando in camera dove mi stende sul letto. Allarga le mie cosce. «Non riesco a fermarmi...», scuote la testa. «Voglio provare una cosa, se non ti piace fermami...» inizia a baciare il mio petto e scende. I miei muscoli si tendono e i miei sensi si mettono subito in allerta. «Stringi le dita tra i miei capelli se non ti piace oppure lasciati andare ok? Sta ferma», solleva le mie cosce e scende baciando, sfiorando e leccando la mia pelle verso in centro. Sento la sua lingua lì ed emetto uno strillo. È intenso. Muove la bocca e tocca i punti sensibili con abilità. Inarco la schiena e spingo il bacino contro la sua bocca. Le dita sui suoi capelli. Spingo per averne di più.
Quando dalla mia bocca esce un verso stridulo, si ferma sorridendo davanti ai miei occhi e facendomi avvampare. «Continuo?»
«Si...»
Si avventa con la bocca e continua a provocarmi. Non mi permette di raggiungere il limite. Si rialza avvicinandosi alle mie labbra.
Stringo le mani sul suo collo mentre mi riempie e questa volta la dolcezza lascia il posto alla forza, alla voglia di appartenersi, di fondersi, di non lasciarsi andare. Una passione cocente. Continua senza freni, inarrestabile. Spinge tenendosi sul materasso e guardandomi intensamente negli occhi. Stringo i suoi fianchi a bocca aperta e perdo ancora il controllo del mio corpo che ormai sembra partire in automatico dopo il suo tocco.
«Sei dannatamente sexy...» continua fino a quando non arriva anche lui al limite mentre ho il mio secondo e travolgente orgasmo di seguito. Rimane dentro accorgendosi della mia estasi. Sorride e bacia subito le mie labbra impossessandosene.
«Adesso dobbiamo, calmarci e dormire...», passa una mano sulla fronte provando a recuperare il fiato. Spegne la luce e facendomi girare, mi abbraccia da dietro.
«Buona notte piccola»
«Buona notte amore», biascico rilassata.

N/A:
~ Ci sono legami che non hanno bisogno di tempo e di spazio per crearsi ed esistere. Esistono perché sono destinati ad esistere.
Ci sono legami che crei a vita con una persona anche se questa non sarà sempre al tuo fianco. Legami forti e indistruttibili come catene attorno al cuore.
Ci sono legami mentali in grado di spazzare via ogni insicurezza. Legami in grado di radicarsi al centro del petto fino all'anima...
~ Cosa succederà? Emma sceglierà di non scegliere? Avrà dei dubbi? Ethan è davvero sincero? È davvero cresciuto? Parker come reagirà?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Come sempre mi scuso per gli errori. Grazie per avere letto questa storia ❤️ Grazie per il continuo sostegno ❤️  Grazie a coloro che commenteranno e voteranno ❤️
Al prossimo aggiornamento!

#EMVANS ❤️

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