~ Wherever you are ~


• Ethan's POV:

Per un periodo mi sono convinto che la favola che stavo vivendo, non si sarebbe mai trasformata in un incubo. Per un periodo ci siamo convinti che tutto sarebbe andato per il verso giusto, che il destino non si sarebbe accanito ancora una volta con noi. Purtroppo tu mi hai detto addio. Mi hai detto di nuovo addio Emma.
Ti ho visto trattenerti all'aeroporto. Ho visto quelle lacrime tenute dentro. Ho visto il dolore che provavi mentre tentavi in tutti i modi di non annegare. Fingevi di essere forte in mezzo a tutta quella gente che ti circondava e non si rendeva conto di quanto tu stessi soffrendo. In realtà io ti ho visto. Eri piccola, indifesa e ancora fragile. Io ti ho visto perché ti conosco.
Non avrei dovuto perdere il controllo. Non avrei dovuto farmi vedere. Sono stato davvero un coglione patentato. Avrei dovuto fermarti ma non ne ho avuto il coraggio. Avrei dovuto trattenerti e inginocchiarmi chiedendoti mille volte scusa per quello che ti ho fatto passare. Ora sei li, nella tua nuova casa, con il tuo nuovo ragazzo e la tua nuova vita.
Ma sai una cosa? Io non mi arrendo. Non mi arrendo perché tu sei mia e io sono tuo. Un giorno saremo di nuovo insieme, solo io e te.
Con una miriade di pensieri torno a casa. Corro per le strade di New York con gli occhi pieni di lacrime amare. Lacrime che bruciano più dei tizzoni ardenti. Non ho mai pianto così tanto in vita mia. Prima ero un fottuto stronzo, non dovevo preoccuparmi di niente e di nessuno. Poi è arrivata lei. È arrivata lei in una notte clandestina in cui non avrei dovuto esserci e ha segnato la mia condanna. L'ho vista, se ne stava lì a disagio in mezzo alla gente come se si stesse chiedendo "cosa ci faccio in questo posto?". Era l'unica ragazza di una bellezza mozzafiato. Risaltava in mezzo alla calca come una stella e non se ne rendeva conto. Quando l'ho vista spaesata non ho dato retta al mio istinto o alla mia etica perché il mio cuore, era come impazzito. Ho aperto la portiera con la speranza che potesse accettare il mio aiuto. Non avevo chissà quali pretese, volevo solo capire chi fosse. Quella prima notte, capii che non ne sarei uscito illeso. Quella notte la sua timidezza, il suo arrossire, il suo essere schiva è sempre sul chi vive, rapirono il mio cuore. Lei ha rapito il mio cuore da quando i suoi occhi sono saettati su di me. Non smetterò mai di amarla. Non smetterò mai di volerla tutta per me. Non smetterò mai di aspettarla.
Getto le chiavi sul comodino, siedo sul bordo del letto, sfilo le scarpe e poso i piedi nudi sul pavimento fresco. Chiudo gli occhi, schiocco il collo e poi alzandomi mi spoglio. È la prima notte dopo mesi che dormo su di un letto. Sul mio letto. Tolgo le coperte e infilo malamente quelle pulite, quelle che non hanno l'odore di Tara. Metto un braccio sul viso e provo a rilassarmi.
Mi guarda con i suoi occhioni azzurri e sorride timida. La faccio sedere su di me. La sedia girevole rischia di farci cadere. La mia bocca esprime un pensiero perverso. Emma si irrigidisce poi nasconde il suo bel viso. «Non lo so», mormora con cautela.
Trattengo una risata. Che cosa significa? Non sa se è pericoloso o non hai mai fatto sesso su di una sedia? Glielo domando ma lei diventa sempre più rossa. Con i suoi occhi mi trasmette un breve messaggio. Mi sento un completo stupido. La rassicuro e poi la faccio sorridere, una delle cose che mi fa impazzire. Ha una rara risata in grado di arrivare dritta al cuore.
Riemergo dal ricordo boccheggiando. Sono tutto sudato e ho un forte mal di testa. Avanzo verso l'armadietto dei medicinali. Prendo una compressa e accendo la macchina del caffè. Accendo la tivù per avere un po' di compagnia. Siedo sul divano passando una mano sul viso e bevo piano il primo caffè della mia giornata.
Chissà cosa starà facendo. Lui è lì con lei?
Il pensiero mi fa ribollire il sangue. Mi alzo incazzato nero dal divano e vado a fare una doccia. Immaginarla tra le braccia di quel coglione da copertina, mi fa sentire come un leone in gabbia. Spero di non ritrovarlo davanti per il matrimonio perché non so proprio come reagirò. Lei non può stare con uno del genere. È troppo perfetto. Troppo posato. Per lei ci vuole un ragazzo che la faccia davvero sentire viva e non uno che metta al primo posto la propria carriera.
La vibrazione del telefono riesce a troncare certi pensieri sul nascere.
«Abbiamo bisogno di te! Puoi arrivare in meno di cinque minuti?»
«Mi vesto e arrivo», lancio il telefono sul letto e apro l'armadio. Indosso qualcosa di comodo e dopo avere recuperato chiavi, telefono e portafoglio scendo al piano di sotto.
«Buongiorno!»
Papà mi fissa raggiante. Da quando Tara è sparita di casa, sembra di ottimo umore. In parte lo sono anch'io anche se proprio oggi mi sento nervoso. Ho una strana sensazione. Di solito sono abbastanza intuitivo. Spero non succeda niente.
«Non fai colazione?»
Afferro un muffin al fondente. «Ho da fare e sono già in ritardo. Non so quanto starò fuori oggi. Se ti serve qualcosa avvisami».
Papà annuisce. Saluto ed entro in garage. Apro la saracinesca e poi raggiungo TJ sfrecciando per le strade di New York con la mia Audi sportiva nera.

Sono circa le otto e un quarto di sera quando finalmente lascio TJ a casa e tornò nella mia. Sono parecchio stanco e non vedo l'ora di dormire di nuovo bene sul mio letto. Non ho neanche mangiato, valuto l'idea di fermarmi al locale. Il pensiero di vedere Lucy non mi entusiasma.
La musica sulle casse si affievolisce segnalando una chiamata.
«Ehi, abbiamo un problema»
«Quando mai non ne abbiamo uno?», rispondo a Mark che sembra davvero preoccupato.
«Tua sorella ha bevuto e sta dando di matto qui al locale. Riesci a raggiungerci?»
«Sono da queste parti. Arrivo subito!»
Rimando la mia voglia di mangiare un boccone e dormire e mettendo la freccia mi fermo davanti all'uscita secondaria del Devil's Club. È uno di quei locali sempre aperti e pieni di gente ad ogni ora del giorno. Non è solo un luogo dove potere bere e giocare ma anche uno in cui si può magiare e chiacchierare tranquillamente. È una struttura esterna piccola apparentemente. Al suo interno invece è come un magazzino pieno di divani, luci e banconi. Un piccolo parco per le esibizioni in un angolo e la pista da ballo. Saluto il buttafuori ed entro per cercare Mark e mia sorella. Se ha bevuto avrà qualche problema.
La intravedo tra la calca di ragazzi universitari, mi faccio strada per raggiungerla e un cretino ubriaco mi versa addosso un liquido verdognolo dall'aspetto disgustoso. Evito di innervosirmi e continuo a camminare.
Anya è davvero messa male. Ride e balla come una pazza e quando Mark prova a trascinarla via gli urla contro aggressiva.
Mark alza le mani. «Non so più che fare. Sono stanco. Dille di chiamarmi quando ritrova la voglia di avere il suo ragazzo accanto. Me ne ritorno a casa!»
Annuisco lanciando uno sguardo complice al mio amico. Lo fisso fino a quando non si confonde tra la folla.
Afferro Anya per un braccio e la trascino verso uno dei tavoli liberi. «Che cazzo ti dice il cervello? Il tuo futuro marito se ne è appena andato e a te non importa?»
Anya prende il mio viso tra le mani e ride. È davvero messa male. Barcolla, ha il trucco tutto sbavato e sembra una drogata. Non ho mai visto mia sorella ridotta in questo stato.
«Ti ha chiamato per farmi da balia? Che carino», biascica strizzando le mie guance.
Stringo i suoi polsi per trattenerla. «Stai proprio dando spettacolo di te. Andiamo»
Scrolla le mie mani con una certa furia. «Dovete smetterla! Voglio solo divertirmi! Non ho più un'amica che mi vuole bene e sono completamente distrutta. Sto solo annegando i dispiaceri nell'alcol», parla in modo distorto e trattengo una risata. Anya sa essere buffa anche quando non è ubriaca ma quando lo è lo diventa di più. «Annega i dispiaceri sposandoti e laureandoti sorellina! Emma tornerà per il tuo matrimonio, ne sono sicuro. La conosco e ti vuole ancora bene», non so se questo possa esserle di conforto.
«Ma non mi vorrà bene come prima. Lei ha una nuova amica e ha Lucy che continua a comportarsi in modo strano», singhiozza e per poco non stramazza a terra.
«Emma è solo arrabbiata perché le abbiamo mentito in particolare odia me e non te. Se non ti voleva più bene, non si sedeva al tavolo con te e non provava a farti ragionare per come invece ha fatto!»
Anya sembra colpita. Batte le palpebre e indietreggia correndo fuori. Spalanca la porta sbattendo contro chiunque senza chiedere scusa. La seguo.
«È tutta colpa tua! È tutta colpa del tuo lavoro, delle tue continue bugie e della tua costante paura di perdere le persone a cui tieni. È colpa tua se è andata via. È colpa del tuo orgoglio e della tua continua paura del futuro! Avresti dovuto dirle la verità sin dal primo istante. Avresti dovuto aprirti con lei perché sai benissimo che è l'unica in grado di capirti e amarti davvero per come sei!», urla spingendomi. «È colpa tua! Tutta colpa dei tuoi dubbi! Sei troppo protettivo e non ti accorgi nemmeno che così facendo soffochi le persone e le lasci scivolare via dalla tua vita come sabbia in balia del vento! Doveva essere lei a decidere, non tu! Ti odio Ethan! Ti odio!», urla singhiozzando. Il mascara continua a colare dai suoi occhi grandi. Sembra così smarrita, così arrabbiata e delusa. Ogni sua parola, colpisce un punto preciso del mio cuore. Ogni parola è peggio di una pugnalata perché sa di avere ragione, lei più di tutti mi conosce bene. Non sta solo sfogando la sua frustrazione ma sta anche mettendo i punti sulle i. Ha ragione. È colpa mia tutto questo.
«Credi che io non lo sappia questo? Da quando l'hai fatta entrare nel tuo appartamento parlando continuamente di lei, non hai fatto altro che alimentare in me la voglia di conoscerla. Quella notte io l'ho vista e non ho saputo trattenermi! Quella notte in cui tu sei scappata lasciandola sola! È anche colpa tua se me ne sono innamorato e se mi sono perso completamente! Sapevi che non potevo avere una relazione al momento ma hai fatto in modo che io la conoscessi, hai fatto in modo che io mi legassi a qualcuno come non avevo mai fatto in vita mia! Sei una stronza egoista in questo momento! Ti voglio bene Anya ma non dare la colpa a me se lei ti ha detto quello che pensa dopo che anche tu le hai mentito!», le parole mi escono di bocca incontrollate. Anya le assorbe come una spugna ma è carica, è carica e pronta ad esplodere. «Emma ha ragione! Ti stai comportando come una bambina! Stai solo facendo dei capricci. Mark ti ama e tu ami lui. Emma verrà al tuo matrimonio perché è tua amica! Smettila adesso di fare quella irresponsabile e cresci un po' prendendoti le tue responsabilità», urlo più forte di quanto io mi aspettassi. Ormai il vaso si è rotto.
«Smettila di piangere e di fare la pazza! Lei ti ha detto che ci penserà ma sappiamo entrambi che ti appoggerà sempre. Adesso smettila di comportarti come un'adolescente. Basta con queste cazzate da ragazza cattiva e arrabbiata. Torniamo a casa da Mark», la trascino in auto.
Anya scrolla ancora una volta la mia mano. Il mio tentativo di dissuaderla non va a buon fine. È disposta ad andare fino in fondo a questa discussione. Lo so io e lo sa lei come andrà a finire.
«Tu non ti rendi conto della cazzata che hai fatto. Non te ne rendi ancora conto vero? Hai perso la donna della tua vita e per cosa? Dimmelo! Sto proprio godendo nel fatto che lei si stia facendo una nuova vita. Lontana da te starà meglio! Con il suo nuovo ragazzo, starà meglio! È quello che meriti Ethan. Meriti davvero di vivere da solo!», urla ma con una certa calma.
«Tesoro smettila di dire queste cose a tuo fratello»
Mark compare da dietro l'angolo. Sembra davvero stanco e distrutto. Conosco quello sguardo. «Sono arrivato a casa e sono ritornato in questo fottuto posto perché ti amo e non posso permetterti di distruggere ancora il nostro rapporto o di fare del male a tuo fratello. Devi dirmi che cosa hai intenzione di fare. Vuoi sposarmi o vuoi prendere ancora tempo?»
Non ho mai visto un Mark così arrabbiato. Lui ha la faccia da cattivo ragazzo ma in realtà è uno di quelle persone calme, che amano divertirsi ma con la testa sulle spalle. Siamo amici da anni e non abbiamo mai litigato. Ci siamo sempre rispettati, supportati e sopportati e ora non posso non appoggiarlo. Sta dando un ultimatum a mia sorella e credo stia facendo davvero la cosa giusta. Mia sorella deve capire che anche la sua vita è importante. Emma non ritornerà in questo posto, non ritornerà nelle nostre vite domani portando il suo carico di dolcezza. Non può basare tutto sull'assenza della sua amica. Deve costruirsi il futuro che merita.
«Tu, tu non puoi...», balbetta incredula con occhi pieni di lacrime. Il labbro le trema.
«Si che posso tesoro. Lo sto facendo! Sono stanco di sentirmi dire "non ora". Sono stanco di sentirmi dire "non è il momento". Sono stanco di sentirmi dire "non posso senza di lei". Lei ci sarà sempre per te. Lo sai tu, lo so io e lo sa anche tuo fratello che la conosce più di tutti. Smettila di prendere tempo. Smettila di dare la colpa a te stessa per non averle detto la verità su tuo fratello quando invece avresti voluto. Smettiamola di continuare a stare male per una cosa che ormai è accaduta. Possiamo riparare ma lo strappo c'è già.»
Per una volta, sono senza parole. Mark sembra davvero intenzionato a mettere alle strette mia sorella. È intenzionato a non darle più altro tempo. Questo credo valga anche per me. Devo andare avanti. Devo concludere tutto e ritrovare me stesso.
«Sei un fottuto stronzo!», Anya scoppia in singhiozzi e corre via.
Mark mi lancia uno sguardo ma io scuoto la testa. «Chiama Emma!» è tutto quello che dico. Lei è l'unica in grado di farla ragionare.
«Ti faccio sapere quando la trovo. Non credo se ne andrà a casa, non lo fa mai quando è arrabbiata», sospira e si incammina.
Passo una mano tra i capelli. Mi appoggio un momento con i palmi contro il parabrezza e provo a calmarmi. So di avere esagerato con i toni e con le parole. Anya ha davvero colpito nel segno. Mi ha letteralmente detto quello che chiunque penserebbe dopo avere saputo la verità. Mi chiedo da quanto tempo stia trattenendo tutto questo dentro ma la risposta è semplice.
Metto in modo l'auto e corro verso la pista. C'è una gara questa sera ma nonostante gli inviti di Bron ed Eric, non parteciperò. Andrò solo a godermi lo spettacolo.

N/A:
~ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Come sempre voti e commenti sono bene accetti. Perdonate se non sono riuscita ad aggiornare ma ho avuto dei contrattempi. Scusate per gli errori o orrori. Ringrazio come sempre per la vostra partecipazione e pazienza. Vi adoro ❤️❤️❤️
GRAZIE DI ❤️ per il sostegno. La canzone di oggi è dei 5sos spero vi piaccia!!! Passate una buona serata!!! ~
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Passate da queste bellissime persone!!!
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