~ The One That Got Away ~
~ Emma's POV:
Continuo a vivere la vita come se da un momento all'altro il passato potesse trovarmi e stravolgermi nuovamente. Continuo a ripetermi di andare avanti, di non guardarmi indietro, di non fermarmi e pensare perché fa maledettamente male al cuore. Ormai sono passati mesi da quando ho provato a dare una svolta alla mia vita eppure mi sento come se avessi ancora un conto in sospeso con il passato, come se dovessi ancora pagare qualcosa per potere ottenere la vera libertà.
Sto discutendo proprio di questo con Lexa. Ci siamo date appuntamento al bar e davanti un bicchierino di bourbon chiacchieriamo mentre attorno la gente si diverte facendo festa.
«Hai davvero raccontato quel fatto a Parker? Devi fidarti davvero di lui se lo hai fatto e da quanto posso vedere, lui non ti ha giudicata. Acquista sempre più punti quel ragazzo!», sorride e manda giù l'alcolico ordinandone subito un altro.
«È strano ma credo che sia la mia svolta...», mando giù il resto del liquido. Brucia la gola e faccio una smorfia. Non mi abituerò mai al gusto. Come tante altre cose anche questo alcolico ha un ricordo, ma adesso, non fa male come mesi prima. È come se la cicatrice si fosse decisa in ritardo arisanarsi.
«Mi fa piacere sentirlo sai? Ci conosciamo da mesi ormai ma per me è come se fossimo amiche da anni. Ti voglio bene e non voglio vederti ridotta ancora in quello stato. Credo che Parker sia il tuo punto fermo. Lo so che a volte non basta tutto questo ma fidati, il pericolo non è amore, la vita spericolata è piena di brividi, non è amore. Amore può essere lui...», la sua voce si affievolisce.
Seguo il suo sguardo è noto Red che sta entrando al locale con un sorriso tutto rivolto a Lexa. Al suo seguito, Parker. Inutile dire che sia meraviglioso e sexy, lo è sempre e non so perché questo mi stupisce sempre quando lo guardo. Indossa un paio di jeans stretti scuri, una maglietta attillata ghiaccio e scarpe da ginnastica. Rimango sempre stupita nel vederlo in tenuta casual e non voglio vederlo in tuta perché sverrei sicuramente.
Red da un bacio a Lexa, va dietro il bancone e torna con una bottiglia intera di un super alcolico. Parker mi stampa un bacio sulla fronte, si accomoda e mette un braccio dietro le mie spalle.
«Come va?», domanda allegra Lexa sempre pronta a fare conversazione e ad attirare attenzioni. Adoro il suo carattere e quel sorriso bianchissimo.
«Come ogni altro giorno», risponde spiritosamente Parker. Ha una strana luce negli occhi e la sua mano continua a carezzare la mia schiena nuda.
Per questa uscita serale, ho indossato un vestitino a tubino blu scuro con scollo a cuore e spalle scoperte. Mi sento a mio agio con questo indumento addosso. Siamo anche vestiti abbinati e la cosa mi fa ridere.
«Cosa c'è di così divertente?», sussurra contro il mio orecchio provocandomi un piacevole brivido.
«Niente è solo che siamo vestiti abbinati.»
Lexa riempie i bicchierini e ne distribuisce due a testa. Guardandomi un po' attorno, noto un gruppetto di ragazze. Sono le segretarie che lavorano in ufficio e sono intente a spettegolare. Mando giù il primo bicchierino, guardo intensamente Parker che sta ricambiando lo sguardo. I suoi occhi si abbassano sulle mie labbra mentre si avvicina. Nascondo il bacio con la mano.
Quando ci stacchiamo, alza il bicchierino in segno di brindisi e manda giù il liquido ambrato.
Intanto in sala quelle ragazze continuano a guardarci, Lexa trascina a ballare Red che per questa uscita ha dovuto prendere un permesso. Quei due si stanno legando molto ed è bello vederli insieme dopo mesi di corteggiamenti e sguardi.
«Hai notato come ti guardano quelle dell'ufficio?», parlo contro l'orecchio di Parker per sovrastare la musica che circonda il locale.
«In realtà guardano te così domani avranno nuovi gossip da spiattellare ai quattro venti a mensa», sorride tranquillo e rilassato.
«Le stavi guardando eh?», mando giù il liquido e gli lancio uno sguardo truce.
«È gelosa signorina?», mi punzecchia con un sorriso malizioso e afferrandomi per i fianchi mi ritrovo seduta sulle sue ginocchia.
«Ho motivo di esserlo, signore?», afferro il suo viso tra le mani e lo guardo intensamente.
Parker ricambia lo sguardo divertito e passa il palmo sulla mia coscia per farmi distrarre. Afferro la sua mano avvicinandomi con il viso al suo, sfioro le sue labbra per stuzzicarlo e quando prova a baciarmi mi allontano.
Spalanca gli occhi e la bocca incredulo. «Oh, oh, mi rifiuta signorina?»
«Posso farlo, quindi si signore!» Riempio altri due bicchierini.
«Ai rifiuti!», ridacchia.
Gli do uno schiaffetto sul braccio per farlo smettere. Dopo avere bevuto, mi da un bacio a tradimento e lo prolunga stringendomi a sé con forza.
Per fortuna siamo in una zona distante rispetto agli altri tavoli anche se sempre sotto il mirino di quelle oche con cui domani dovrò fare i conti in ufficio.
«Dovresti trattenere certi istinti ed esternali quando siamo a casa, da soli.»
«Non posso baciare la mia ragazza quando voglio e dove voglio? Sul serio?», strofina il naso contro il mio e mi attira in un altro bacio lungo e appassionato.
«Parker!», lo rimprovero senza fiato e senza rabbia. Mi piace quando è così scherzoso e allegro.
Si alza e mi trascina in pista. Lexa se ne accorge e strilla come una matta eccitata all'idea di vedermi ballare con lui davanti a tutti. Di sicuro non vuole perdersi la scena proprio mentre le oche si spostano per osservarci meglio. Conto fino a tre e faccio finta di niente. Tolgo dalla testa il pensiero del lavoro, dei pettegolezzi e di tutto il resto e mi concentro sul ragazzo meraviglioso che sta iniziando a ballare davanti a me. Chiudo gli occhi e inizio a muovermi a passo di musica, lentamente mi sciolgo. Le mani di Parker stringono la mia vita e mi struscio leggermente contro il suo corpo.
«Vai così ragazza!», strilla Lexa.
Apro gli occhi e mi volto verso Parker. Gli getto le braccia al collo, mi libero da ogni condizionamento esterno e lo bacio e non un bacio timido bensì un bacio lungo, appassionato. Stringo il suo viso con le dita e mi spingo contro il suo corpo caldo. Un bacio al gusto di menta mista a liquore. Un bacio dove non conta niente se non io e lui, in mezzo alla pista.
Quando mi stacco Parker mi guarda stordito, boccheggia visibilmente eccitato e accaldato. «Wow! Cosa è successo?», passa una mano sulla fronte.
«È successo che io...»
Tappa la mia bocca baciandomi ancora. «Shhh...», morde le labbra stringendomi per il fondoschiena. Lascio che le emozioni abbiano il sopravvento su tutto il resto. «È quello che voglio...», bisbiglio sulle sue labbra. So che non può sentirlo a causa della musica ma sento di essermi liberata in un certo senso da un peso. È liberatorio esprimere quello che si sente proprio dal profondo ed è liberatorio farlo con la persona a cui si tiene senza aspettare o perdere tempo prezioso.
«Andateci piano voi due!», Lexa mi allontana da Parker trascinandomi allegramente verso il tavolo mentre Red gli dà una pacca sulla spalla e ci seguono.
«Domani sarai sulla bocca di tutte quelle oche starnazzanti. Ho notato come continuano a guardarti». Tipico di Lexa preoccuparsi per la mia incolumità mentale e fisica. Le voglio un gran bene per questo perché nonostante tutto è l'unica ad avermi dimostrato veramente il suo affetto incondizionato e il suo tenerci, la sua amicizia, ne sono la prova.
«Per una volta ho solo provato ad essere me stessa e a divertirmi. Non posso nascondermi all'infinito.» Le mie gambe tremano ancora per il bacio. Le labbra formicolano e la pelle è calda al tocco.
Lexa mi abbraccia, «hai fatto bene», brindiamo a modo nostro mentre i ragazzi chiacchierano tra loro.
«Non è strano vederli assieme quei due?», inarco un sopracciglio. Lexa mi fissa un momento e poi scoppiamo a ridere. Fa davvero un certo effetto vedere Red andare d'accordo con Parker e viceversa. Quei due sono come il giorno e la notte. Ai nostri occhi, un vero mistero. Si sorridono complici, si danno pacche sulle spalle, chiacchierano come vecchi amici. È strano vedere Parker in sintonia con qualcuno, solitamente è chiuso, freddo, calcolatore e distaccato con tutti soprattutto con i ragazzi. Forse tutto ciò che lo riguarda ai miei occhi è un qualcosa di straordinario e quando fa qualcosa di nuovo riesce a sorprendermi.
La sua mano sulla guancia mi distoglie dai pensieri. La pizzica leggermente e poi mi avvicina alle sue labbra. «Smettila di eclissarti...», stampa un bacio a fior di labbra e scioglie il contatto.
Sento il bisogno di essere toccata ancora, di essere avvicinata da lui ma non voglio essere pressante e appiccicosa. Rimango al mio posto e sorseggio dalla cannuccia il cocktail che Lexa ha fatto preparare frenando ogni tipo di istinto che sento crescere.
«Ho visto le nostre foto, sono davvero sensuali e belle...», Parker gioca con il ghiaccio facendolo tintinnare dentro il bicchiere.
«Non dirmi che le hai già da qualche parte», brontolo certa che abbia già le copie in casa o in ufficio.
Sulle sue labbra aleggia un sorriso ma non risponde. Continua a fare tintinnare il ghiaccio dentro il bicchiere. Mi sistemo sulle sue ginocchia e faccio una smorfia con le labbra. «Non rispondi?»
Scuote la testa con il suo ghigno da stronzo sulle labbra. Mi sta provocando e sa che ci metto poco ad arrabbiarmi. Incrocio le braccia e gli lancio il mio sguardo assassino. Si accorge che sto per scoppiare e ride. Ride di gusto stampandomi un bacio sulle guance. «Le ho già tutte sul telefono!»
Spalanco gli occhi e inizio a toccare le sue tasche. Blocca i miei polsi e fissa i miei occhi intensamente. «Sei bellissima, sexy e hai i capelli al loro posto», ride.
Strattono i polsi cercando di liberarmi. «Posso vederle?»
Scuote la testa. «Le vedrai sui cartelloni già da domani»
Arrossisco visibilmente. «Che vergogna! Chi me lo ha fatto fare!», nascondo il viso.
In un secondo succede qualcosa di strano. Si sentono delle voci e la musica si interrompe per un minuto. Lexa ha lo sguardo verso la pista, è pallida e tiene stretto il braccio di Red. Guardo stordita Parker poi lei, accorgendomi che in pista c'è suo fratello e sta facendo a pugni con qualcuno. Lexa si alza e corre fuori scossa. La seguo perché so che cosa la fa stare male e la abbraccio, la tengo stretta e le sussurro parole di conforto per farla smettere di tremare e di piangere. Ci sediamo per terra, sul retro accanto alle auto.
«Come ha potuto farsi vivo e iniziare una rissa proprio in questo posto?», singhiozza chiaramente scossa. «Non lo vedevo da mesi e ora... ora non so cosa fare. Finirà in prigione, di nuovo. Questa volta non lo aiuterò, non lo tirerò fuori.» Mette le mani tra i capelli disperata. Vederla in questo stato mi fa sentire male per lei. Le prendo le mani e le stringo alle mie. «Andrà tutto bene...», non so cosa dire perché la vita di Lexa è alquanto complicata, più della mia. Il fratello minore, Junior, è stato arrestato più volte a causa delle cattive compagnie, dell'alcol, della droga e a causa del suo temperamento. Ha solo diciassette anni ma ha già alle spalle una vita turbolenta e piena di rabbia repressa. Sappiamo entrambe da cosa derivi tutto questo: la loro strana famiglia.
«Questa volta non permetterò a mio padre di chiamare per risolvere tutto grazie alle mie conoscenze. Questa volta dovrà sbrigarsela da solo. Che cazzo gli dice il cervello a quella testa di cazzo io non lo so!», ringhia frustrata.
La porta sul retro del locale cigola e si sentono delle voci concitate. Alziamo lo sguardo e vediamo Red e Parker intenti a trascinare qualcuno che si dimena come un animale in gabbia troppo aggressivo. Lexa tappa la bocca e trattiene il respiro con gli occhi sbarrati dalla paura e dall'ansia.
Junior da un pugno a Red ma non riesce a colpirlo perché Red è veloce a parare il colpo. Parker con una forza straordinaria, sbatte Junior contro il muro e gli dà un gancio sinistro pazzesco. Mentre lo tiene fermo, lo fulmina con il suo sguardo truce. Il mio stomaco si contrae.
«Lasciami andare!», biascica urlando.
«Ti lascerò andare quando ti sarai dato una cazzo di calmata!»
Junior prova a reagire ma Parker lo blocca ancora una volta. Conosco lo sguardo e inizio a preoccuparmi più per il ragazzino che per lui.
«Chi cazzo sei? Toglimi le mani di dosso o ti ammazzo!»
«Junior!», lo rimproverano Lexa e Red all'unisono.
«Fatevi i cazzi vostri!», prova a liberarsi ma Parker è nettamente più forte. Non l'ho mai visto così deciso, così forte, così arrabbiato.
David esce dal locale nero. Si avvicina a grandi falcate. «Sapete cosa succede no?»
«David ti prego...», inizia Red.
Junior spalanca gli occhi. Inizia a capire che si trova nei guai. Guarda Lexa ma lei ha lo sguardo assente. «Lexa...», inizia ma lei si gira da un'altra parte scrollando le lacrime con rabbia. Io invece so che la sua è solo delusione.
«David sono sicuro che troveremo una soluzione», dice pratico Parker prendendo il controllo della situazione. E' sempre così protettivo.
«Questo stronzo ha massacrato di botte uno dei buttafuori ed è finito in ospedale la settimana scorsa! Questa sera è tornato e ha ricominciato a fare a botte. Merita di andare in galera!», ringhia David.
«Lasciaci un po' soli! Sono un legale e troverò la soluzione se collabora!», ammette subito Parker. David ci riflette su un momento poi annuisce e torna dentro.
Junior sembra spaventato e improvvisamente dimostra esattamente i suoi diciassette anni. «Ti prego Lexa non lasciarglielo fare!»
«Mi dispiace, avresti dovuto riflettere sulle tue azioni! Non sono tua sorella quando ti conviene e ti fa comodo!», Lexa torna a sedersi e Red le si affianca stringendola tra le braccia per confortarla.
Guardo Parker, non so cosa dire. Junior domanda silenziosamente di convincere sua sorella ma Lexa ha ragione e mi ritrovo a fissare le punte dei piedi per non incrociare il suo sguardo smarrito.
«Adesso ti calmi, ti siedi e stai buono ok?», capisco che Parker lo intimidisce quando il ragazzino annuisce e obbedisce. «Non posso convincere David a non chiamare la polizia. Sono un legale e tu stai correndo un grosso rischio ragazzino! Se vuoi salvare il culo, ti toccherà lavorare gratis per un mese in questo posto. Farai il buttafuori, così terrai a bada i tuoi cazzo di istinti aggressivi! Se vengo a sapere che hai fatto a botte o altro su di te, ci starò poco a mandarti in cella e fidati che posso farlo, basta un niente per rovinare una persona. Intesi?»
Junior abbassa gli occhi e annuisce. Lexa alza lo sguardo verso Parker e lo ringrazia. «Adesso andiamo da David. Red vieni con noi, tu lo conosci di più e sai come prenderlo...»
Prima di entrare si avvicina e mi bacia. «Arrivo subito», annuisco e vado a sedermi accanto a Lexa la quale mi abbraccia. «Non so come ringraziarlo!», sbuffa. Lo so che non le piace avere debiti.
«Oh se proprio devi... lo farò io al posto tuo», le sorrido in modo complice.
Lexa sospira e lascia sfuggire un sorriso mentre mi spintona. «Cazzo, fa davvero paura come dicevi quando si incazza», sembra incredula. «Tu sembri l'unica immune...», scuote la testa.
La porta sul retro cigola ancora mentre asciugo le lacrime alla mia amica offrendole un fazzoletto e ci rialziamo quando i ragazzi si avvicinano. Lexa domanda silenziosamente cosa farà David. «Ha accettato. Adesso Junior dovrà solo mettere la testa a posto e lavorare gratis per un mese, tutte le sere. Ha chiamato tuo padre per avvertirlo. Quindi se non vuoi vederlo ci converrà andare via. Parker ha sistemato tutto.» Lexa annuisce a Red poi si volta e ringrazia Parker con gli occhi lucidi e una certa stima nei suoi confronti.
Parker cinge la mia vita. Mi appoggio a lui più rilassata. Non mi ero accorta di essere tesa come la corda di un violino. «Andiamo anche noi?».
Acconsento sentendomi un po' stanca. Non mi lascia al mio appartamento ma ci fermiamo nel suo. Entrati in casa, mi attira a se e mi bacia con trasporto. «Grazie, per quello che hai fatto!», inspiro il suo profumo e mi sdraio sul letto.
Parker toglie la maglietta lanciandola sulla poltrona e fa lo stesso con i jeans. Gattona sul letto e si stende su un fianco. «Non mi accompagni a casa?»
Scuote la testa. «Rimani qui a dormire. Non preoccuparti per i vestiti...». È sempre così organizzato. Invidio questo suo lato perché nonostante tutto, supera anche me in determinate cose.
«Sei terribile sai?»
Fa spallucce con un sorriso. «Intanto togliamo questo vestito...», mormora sfilandomelo con fare pratico. So che non mi toccherà ancora per un paio di giorni però dal suo sguardo capisco quanto si sta pentendo della scommessa. Mi accoccolo tra le sue braccia e lo bacio in modo lento, dolce.
«Non vedo l'ora che arrivi quel giorno...», passa la mano sulla mia schiena provocandomi brividi. Mugolo piano e mi spingo contro il suo petto. «Così mi ammazzi...», mordicchia un lobo e gli do un colpetto per farlo smettere. Lui provoca e poi incolpa me.
Gli stampo un bacio accanto alle labbra e chiudo gli occhi. «Buona notte... stronzetto»
Sento la sua risata dolce mentre il suo calore e il profumo di bucato delle coperte, mi avvolgono. «Notte piccola...».
N/A:
~ Oggi piccolo capitolo per voi. Scusate mi sto riprendendo un pochino e non ho avuto il tempo per prepararvi un capitolo su Ethan. Prometto che sta sera inizierò a scriverlo. So che ci tenente tanto a lui team #EMVANS💙
Comunque questo è stato un capitolo di transizione (passatemi il termine). Come sempre scusate per gli errori. Ditemi cosa ne pensate e se vi va lasciate un voto. Vi siete ripresi dal racconto di Emma? Alla fine del capitolo precedente, avete visto cosa dice?
Oggi vi ho mostrato parte della vita di Lexa (i suoi casini familiari. Il suo carattere celato dietro il bel viso da modella). Vi piace come personaggio nella storia?
La canzone di oggi è di Katy Perry.
Se vi annoiate, vi consiglio di passare a leggere: Ogni traccia che ho di te (spero vi piaccia!) ~
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