~ Breakeven ~


• Ethan's POV:

«Non vuoi proprio parlarne?»
Papà posa una tazza di caffè sul mobile accanto al divano in cui sono stravaccato da un paio d'ore. L'odore sta invadendo gran parte del soggiorno. Scuoto la testa e di pessimo umore mando giù la bevanda calda. Non che ne abbia bisogno.
Sono passati alcuni giorni dal mio disastroso viaggio a Vancouver e non riesco proprio a chiudere occhio e a non pensare a quello che ho visto e sentito. Sono rientrato annientato.
«Sai che prima o poi dovrai dirgli la verità?»
Metto un cuscino in faccia. Un gesto che facevo anche da piccolo quando non volevo avere nessuno attorno e volevo sparire dal mondo. Sbuffo. «Cazzo! Si che lo so papà. Lo so da quel giorno ma non posso...»
Papà mi interrompe. «Come farai se lui dovesse...»
Scosto immediato il cuscino alzandomi e fulminando mio padre con lo sguardo. «Non succederà mai! Lui non può portarmela via!»
Si avvicina con la sedia. Nell'ultimo periodo ha fatto grossi progressi. Stiamo giusto mettendo in produzione un tutore meccanico in grado di farlo camminare anche se per qualche minuto. Tutto dipende anche da lui, dalla sua forza di volontà. È un uomo davvero forte è meraviglioso. Merita di rimettersi in piedi per riuscire a portare Anya all'altare. «Tecnicamente lui può e lo sta già facendo», mi da una pacca sulla spalla e poi si dirige in cucina. Lo so che il suo è un modo per farmi reagire ma da quando l'ho rivista sorridente, tra le sue braccia in quel parco acquatico, non faccio altro che sentirmi in colpa per non averla trattata come una principessa. È scivolata via dalle mie braccia e ora probabilmente sarà ancora con lui. Quel bastardo troppo perfetto che tutti ammirano e temono. Lei era lì, gli sorrideva come una ragazzina e cercava di continuo i suoi occhi, le sue labbra, le sue mani; stringo i pugni sulle ginocchia poi passo le mani tra i capelli.
«Da quanto non mangi?», papà posa un piatto pieno di sandwich appetitosi sul piccolo tavolo di legno di fronte.
«Non ho fame, non riesco proprio a capire cosa ho sbagliato. La sto solo proteggendo», sbuffo frustrato gettando un cuscino dall'altro lato del divano.
Mio padre scuote la testa e toglie la montatura nera fissandomi con i suoi occhi azzurri sempre accesi e attenti. «Sai cosa hai sbagliato ma non riesci ad ammetterlo perché non la stai proteggendo, stai solo costruendo un grosso muro tra te e lei per non farla entrare nella tua vita, quella reale. Adesso che hai visto che lei sta bene, ti senti un fallito. Mi sono sentito così dopo avere visto tua madre con quel coglione e per fortuna si sono lasciati!»
Alzo lo sguardo. «Credi ancora che io abbia una possibilità?» domando corrucciato. Tutta questa situazione sento che mi sta sfuggendo di mano. Ho bisogno di riprendermi e riprendere il controllo di tutto per non correre dei rischi. Ma come posso riuscirci se lei è con quel...
«Credo che tu la ami ed è quello che conta. Adesso devi gestire al meglio la situazione con Tara senza darle dei sospetti e poi potrai fare la cosa giusta per riconquistare la tua Emma!» sorride.
Come fa ad essere sempre così positivo? Io ho tutto il mondo contro. Ho il destino avverso e una persona davvero speciale lontana. «Sono stanco», mormoro.
«Lo so figliolo ed è la prima volta che non lo neghi ma vedrai che andrà tutto bene». Mi lascia da solo in soggiorno.
Mio padre ha ragione. Nego sempre tutto. Nego di essere stanco, di avere paura. Sono annebbiato dalla gelosia e vedo solo quello che voglio vedere. Mento così tanto a me stesso che dopo un po' le menzogne sembrano l'unica realtà. Non riconosco più la verità che sta davanti. Avrei dovuto agire quando era il momento e invece ho mandato tutto a puttane. Non posso più mentire a me stesso. Non posso più reggere tutto questo stress che continuo a trascinarmi dietro da mesi. Sono stanco. Stanco e impaurito. Ho toccato proprio il fondo ma non posso rinunciare proprio ora. Non posso rinunciare a lei perché farebbe più male. Ormai sono legato a lei e quello che sento, è impossible da spiegare. Lontano da lei, inizio a sentirmi spezzato. È vero che ci sono legami forti in grado di annientare le distante, il tempo e tutto il resto, ma non so se questo sia il nostro caso. Sto iniziando ad avere dei dubbi da quando l'ho vista tra le sue braccia. Ha fatto così male da non avere più fiato in corpo. Avrei tanto voluto correre da lei, strapparla da quel ragazzo così perfetto e deciso e portarla di nuovo a casa, accanto a me. Non potevo. Non potevo farmi vedere e distruggere la sua felicità ancora una volta. Mi sento un ragazzo orribile. Un essere deplorevole.

"I'm unstoppable
I'm a Porsche with no brakes
I'm invincible
Yeah, I win every single game..."

«TJ che succede?»
«Ti sei ripreso dalla vacanza?» sghignazza. Che stronzo sbruffone! È sempre il solito.
Passo una mano sul viso. «Smettila di scherzare non sono proprio dell'umore e potrei farti fuori per questo. Dimmi cosa succede».
Sento dei rumori in sottofondo. «Ok amico ma stai calmo. Ci tengo alla mia pelle. Devi raggiungerci, ci sono novità», parla con qualcuno nel frattempo.
«Ok, sarò lì tra un paio di minuti». Stacco il telefono e lancio uno sguardo al piatto pieno di sandwich. Ne afferro uno e recuperando le chiavi del suv corro dal mio amico.

Sono le nove di sera. Un'altra giornata del cavolo sta passando. Tara ha inviato un messaggio. Tornerà domani a casa. La cosa mi rende parecchio nervoso. Poteva rimanere dove era ancora qualche altro giorno e lasciarmi libero di dare sfogo alla rabbia che continuo a sentire nel profondo del cuore. Raggiungo mia sorella e Mark nel loro appartamento. Il rapporto tra i due, è tornato quello di un tempo se non rafforzato maggiormente. I due hanno un modo di amarsi tutto loro.
Busso alla porta e ad aprirmi c'è lei. Sorride raggiante stampandomi un bacio affettuoso sulla guancia. «Aspettavamo te per iniziare a mangiare». A braccetto mi trascina in soggiorno. Mark è seduto sul divano sta stappando due birre. Lo saluto con il pugno e siedo sfinito sulla poltrona libera rossa.
Anya apre i cartoni di pizza e inizia a dividerla come ha sempre fatto per avere pezzi diversi. È una strana mania la sua ma con il tempo mi sono adattato a tutto. Solo una cosa non riesco proprio a superare: la lontananza con la mia Emma.
Ero così emozionato, così ansioso di rivederla. Mi sono appostato tra la folla come uno di quei giornalisti sotto casa sua. Non è stato difficile trovarla. Vive in un quartiere piccolo pieno di persone gentili e di vecchio stampo. A poca distanza un supermercato sempre aperto, un fioraio e una caffetteria. Il palazzo era uno di quelli vecchi di mattoni rossi ma sono sicuro che il suo appartamento sia sistemato nel suo modo preciso e pratico. Ricordo ancora la sua stanza. Quel pannello pieno di post-it e foto. Chissà se ne tiene ancora uno sulla parete.
«Da domani iniziamo con i preparativi!», Anya batte le mani e i suoi occhi si illuminano mentre sorride amorevolmente a Mark.
«Come stai?», biascica lui pulendo gli angoli della bocca con un tovagliolo bianco con i decori azzurri. Lo so che sono curiosi.
«Starò meglio quando tutto questo sarà finito», sospiro e addento un altro trancio di pizza. Devo mantenermi lucido se voglio affrontare queste giornate spossanti.
«Non vuoi raccontarci cosa hai visto?»
La curiosità di mia sorella ha sicuramente un secondo fine. La conosco da quando è nata e so che quando tenta di nascondere qualcosa come i suoi pensieri finisce sempre per commettere un passo falso. «Se ti stai chiedendo se ha davvero il ragazzo, la risposta è sì!» bevo un sorso di birra per placare l'incendio diramato sul petto dopo avere ripensato alle sporche mani di quel coglione sulla mia bellissima Emma.
«Li hai visti insieme?» Mark lancia uno sguardo complice a mia sorella. Anche lui ormai è un libro aperto per me.
«Verranno insieme al matrimonio», pulisco le mani. Sto rispondendo alle loro domande inespresse.
Anya manda giù a fatica il morso di pizza piccante. «Lei stava bene?»
Mastico lentamente ripensando al suo sguardo. Era ferita certo ma lo guardava con quegli occhi trasognanti e limpidi...
«Si, stava bene. Era solo un po' ammaccata ma stava bene», brontolo.
Mark unisce le mani. Un cattivo segno. Sta per dire la sua. «Amico sai che le voglio bene e sai che voglio bene anche a te. Sei come un fratello per me. Cerca di non fare cazzate ok?»
Con tutto quello che immaginavo potesse dire, questa è la cosa più assurda. «Cosa dovrei fare? Lei era la con lui, era felice, mentre io mi nascondevo e la seguivo per poterla ammirare ancora qualche altro minuto... È stato davvero...», scuoto la testa stropicciando gli occhi.
Anya si alza abbracciandomi. «Mi dispiace fratellone! Sono sicura che lei ti ami ancora. Sta solo avendo una sbandata per quel tipo».
«Una sbandata?», la guardo come un pazzo con occhi sgranati e bocca spalancata. «Lo guardava come guardava me a Las Vegas erano come due...», scuoto la testa alzandomi e inizio a camminare avanti e indietro.
Mark si piega sui gomiti. «Riesci a resistere fino al giorno del matrimonio?»
Aggrotto la fronte. Posso resistere? Posso davvero riuscire a non commettere altri errori?
Mi fermo al centro di questo soggiorno troppo piccolo e pieno di colore. «Devo», replico deciso.
«Quello che intendo è: riesci a non dare di matto per qualche altra settimana ancora?»
Rifletto su un momento di troppo. La paura di commettere qualche follia e mandare all'aria ogni progetto c'è sempre. Posso trattenermi per queste settimane?
Immagini di Emma abbracciata a quel tipo da copertina mi investono. Sento un dolore acuto al petto e l'aria diventa irrespirabile. Come diavolo è potuto succedere a noi? Come siamo arrivati a questo punto?
Stringo i pugni e annuisco una volta. Devo riuscire a frenare ogni mio istinto. Lei starà bene in queste settimane e poi quando ci rivedremo, le dirò tutto quanto e se me lo permetterà, ritornerò nella sua vita e saremo felici. Non farò più nessun errore. Riuscirò a farmi perdonare e ad essere un ragazzo migliore per lei, per me.

N/A:
~ Ehi come va? Sono riuscita a pubblicare questo nuovo capitolo su Ethan. Come avete letto, è andato a Vancouver ma il viaggio per lui, non è andato come aveva sperato. È rimasto colpito dai gesti di Parker verso Emma e dalle attenzioni che quest'ultima dava al ragazzo. Ovviamente qui ora voi direte che Ethan è dolcissimo e sta soffrendo. (È VERO!)
Il giorno dei matrimoni si avvicina.
Cosa succederà in queste poche settimane?
Ethan riuscirà a farsi perdonare? Riuscirà a trattenere ogni istinto di protezione e amore nei confronti di Emma?  A voi i commenti e le teorie (come sempre vi dico che le ADORO!!!)
Comunque volevo ringraziare davvero tutti voi per avere continuato a leggere e sostenere questa storia. Mi scuso per gli errori, per avervi delusi in alcune parti e per non essere ancora riuscita a soddisfare la vostra curiosità. (No, su questo non mi sento in colpa ihih). La canzone di oggi è dei The Script. Spero vi piaccia il testo. Sembrano canzoni scritte a pennello per Ethan. (Se volete che io inserisca una canzone che vi piace in questi capitoli, scrivetela pure nei commenti andrò a cercare il testo e poi vi tagghero').
Ok, non voglio rompervi ancora le pal... ehm scatole. Commentate e votate se vi va, mi fa più che piacere; Passate una buona serata!!! GRAZIE di ❤️ team #EMVANS ~

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