~ Beautiful Disaster ~


• Emma's POV:

«Buongiorno piccola»
Parker mi sorride in modo dolce. Batto lentamente le palpebre e lo guardo per un momento senza aprire bocca. Tocco il suo viso imbambolata e quando si avvicina arrossisco.
«Dormito bene?»
Appena tornati dall'aeroporto, ci siamo messi a letto ed io mi sono addormentata in fretta tra le sue braccia. Non so come abbia dormito lui con me addosso ma io era da tempo che non dormivo così bene. Annuisco e richiudo le palpebre.
Le sue labbra si posano sulle mie e spalanco gli occhi ritrovandomi i suoi puntati addosso come due fanali luminosi. «Ho sonno», brontolo. Parker si rialza e mi esce un lamento. «Torna qui...»
Lo sento ridacchiare dalla mia cucina ma non mi alzo. Qualunque cosa stia facendo per me va bene. E' bello averlo in casa.
Quando sento il letto muoversi e i perni cigolare, alzo il viso. Parker poggia un vassoio sul comodino e si avvicina. Sento un odore invitante e buono invadere la stanza. Ho fame, non mangio da un paio di ore.
«Sei tornato», lo abbraccio come una bambina che ha carenza di affetto e attenzioni. Lui me ne sta dando parecchie.
«Si ma tra poco dovrò andare in ufficio.»
«Senza di me?», metto il broncio.
Parker sorride. «Si perché una certa dipendente non verrà in ufficio a guadagnarsi il pane neanche oggi!»
Gli dò un colpetto. «Il mio capo mi ha concesso qualche giorno di vacanza ma so già che non appena tornerò in ufficio mi sommergerà di lavoro. Detto tra di noi: è un grande stronzo!»
Ci guardiamo per un lungo momento poi scoppiamo a ridere. «Non puoi rimanere?», domando mentre facciamo colazione.
«Oggi ho delle riunioni. Mi sarebbe piaciuto però», mi stampa un bacio al cioccolato sulle labbra.
Metto il broncio e lui divertito mi dà un piccolo morso sulla spalla poi stampa un paio di baci su per il il collo. «Non puoi tenermi il broncio!», usa il suo tono autoritario.
«Si che posso!», passo il dito sul suo naso lasciandogli una macchia di cioccolato.
Si stacca leggermente incredulo per il mio gesto. «Terrai il muso? Sul serio? Ma io ti mangio!», mi afferra e tenta di farmi il solletico. Scoppio a ridere e a strillare. Le sue mani bloccano i miei polsi sulla testa e il suo corpo si sistema tra le mie gambe. Si impadronisce della mia bocca con passione e quando si stacca, siamo entrambi senza fiato.
«Ricordati di questo bacio oggi...», sorride da grande stronzo quale è e si rialza dal letto. «Buona giornata principessa», prende la cartella e si gira verso me, «Ah, sei bellissima quando dormi», se ne va dopo avermi strizzato l'occhio.
Rimango intontita per un paio di secondi, fino a quando la porta non si chiude ritrovandomi sola. Scuoto la testa e tocco le guance accaldate. Cosa mi sta facendo? Com'è possibile?
Mi rialzo con un sorrisetto sulle labbra, rimetto subito in ordine la stanza, lavo le tazze della colazione e sistemo tutto l'appartamento. Lavo le lenzuola, faccio il bucato e cambio le tende. In due ore circa, la casa appare diversa e più in ordine. Lavorando e studiando, non ho poi così tanto tempo per pulire tutto alla perfezione ma quando riesco a trovare giornate o un momento come questo, approfitto subito.
Mi metto pure a studiare gli ultimi capitoli per l'esame e preparo il pranzo. Per la prima volta dopo mesi, sono rilassata in casa mia.
Lexa passa a trovarmi, racconta degli ultimi eventi, parla del nostro ingaggio e le racconto del mio disastroso viaggio a New York.
Lei non riesce a credere che Anya non voglia sposarsi perché io non sarò presente al suo matrimonio e non accetta il fatto che abbia fatto leva sui miei sentimenti per cercare di convincermi a prendere parte al suo matrimonio facendo finta di niente. Non apre bocca sul fatto di avere rivisto Ethan e in parte gliene sono grata. Non saprei nemmeno cosa dire. È stato intenso sicuramente ma anche doloroso.
«Come può non capire che ti hanno costretta ad andare via? Sono così egoisti? Dovrai sederti a tavola con loro!», scuote la testa.
Le offro una ciotola di patatine e ci sistemiamo davanti alla tivù. «Non so cosa fare Lexa. Mi sento così confusa. Qui ho tutto ciò che mi serve per andare avanti e non voglio distruggerlo ma tornare lì per due matrimoni credo sia troppo. Tornare lì e rivedere...», sbuffo e scuoto la testa. «È davvero troppo...», ripeto passando una mano tra i capelli.
«Devi fare quello che sentì. È vero che qui hai tutto ma devi anche volerlo davvero.»
Continuiamo a chiacchierare fino ad ora di cena poi mi vesto e usciamo. Andiamo in un piccolo steak house e passiamo la serata in totale tranquillità.
Tornata a casa, ad attendermi davanti il portone, trovo Parker. Ho pensato davvero parte del giorno al suo saluto ignorando le sue chiamate per vendicarmi.
I suoi occhi sono accesi. «Hai deciso di ignorarmi?», nella sua voce non c'è traccia di rabbia ma i suoi occhi sono in netto contrasto con le parole e conosco quello sguardo. Ho imparato nei mesi precedenti cosa significa.
«Si», rispondo indifferente entrando in casa e gettando le chiavi sul mobiletto.
«Si?»
Mi ritrovo contro il muro. Le sue mani sui miei fianchi, il suo viso a pochi centimetri dal mio.
«Si», sussurro.
Sento la mancanza di aria ai polmoni. Non so come ci riesca ma so che mi piace e anche tanto. Non pensa a trattarmi necessariamente bene, non si preoccupa delle mie reazioni, non mi vede come una ragazza fragile e per questo io gliene sono immensamente grata e lo ammiro perché non ha un diverso atteggiamento, lui è così e non cambia.
Solleva i miei glutei e i baci da lenti e delicati, si fanno sempre più passionali. «Vuoi ancora ignorarmi?»
«Come faccio ad ignorare la tua eccitazione proprio mentre ti stringi e mi baci?», mordo le sue labbra spingendomi lentamente in su per farlo gemere. E' un suono bellissimo e terribilmente sensuale quello che esce dalle sue labbra.
«Possiamo trovare un accordo...», dice affannato.
Mi allontano leggermente e con sguardo malizioso tiro la sua cravatta prima di lasciarla andare ed entro in camera. «Forse possiamo...», sorrido sentendo i suoi passi dietro.
Si appoggia sulla soglia a braccia conserte e mi guarda con malizia e divertimento. Ricambio lo sguardo.
«Iniziamo le trattazioni?», domanda mordendosi il labbro con un mezzo ghigno.
Mi siedo sul bordo del letto di fronte a lui, accavallo la gamba e mi sistemo comoda. «A lei la parola».
Un lampo di sfida gli balena sul volto. So che si sta divertendo come un matto. So che ha premeditato qualcosa. «Che ne dici di togliere qualche indumento per iniziare?»
Mi alzo lentamente e sfilo la maglietta in modo sensuale. «Cosi le va bene signore? Dico che potrebbe essere divertente se lei riuscisse a trattenersi fino alla fine», lo sfido.
Per tutta risposta, inizia a sbottonare la camicia, toglie la cravatta lanciandola in direzione del mio viso, poi sbottona con sensualità i suoi pantaloni. In boxer è davvero meraviglioso. Ha dei muscoli sodi e definiti. Un fisico da copertina è uno sguardo che metterebbe KO ogni donna sulla faccia della terra. Adesso capisco cosa ha visto in lui quel talent scout. Mordo il labbro e tolgo i jeans con un lieve balletto sensuale.
Le sue pupille si dilatano quando gli sculetto davanti con una risatina dolce. Si avvicina come un falco e stringe i miei fianchi facendomi andare in fiamme. Il mio cuore rischia di scoppiare. «Finita la trattativa? Di già?»
«Non abbiamo ancora iniziato!», sfiora le mie labbra poi le succhia facendomi eccitare mentre mi spinge contro il letto.
Indietreggio e con una mano lo costringo a seguirmi a gattoni. I suoi occhi ardono. È dannatamente sensuale. Ho un po' di paura a dire il vero perché non so cosa aspettarmi da tutto questo ma so che voglio viverlo ora. Voglio vivermi lui nel presente, senza pretese, senza appellativi, senza pressioni esterne.
«Sarebbe sbagliato fare certi pensieri su di una mia dipendente così sexy?»
Il fatto che abbia usato mia in tutta la frase fa pensare che stia facendo sul serio. Il suo tono sta facendo vibrare ogni fibra del mio corpo tenuta addormentata a lungo. Parker riesce a smuovere dentro me qualcosa di positivo.
«Sbagliatissimo signore. E pensare al proprio capo in modo diverso?», ansimo sulle sue labbra.
«Eccitante direi...», morde le mie labbra e si stringe su di me muovendosi lentamente. Sta cercando di provocarmi.
«Quali pensieri sono?», gemo quando le sue labbra toccano sotto l'orecchio.
«Posso elencarli se vuoi», cerca la mia conferma. «Uno: fare l'amore con te su questo letto comodo. Due: prenderti nel mio ufficio. Tre: portarti con me in un viaggio di lavoro...», la sua voce si affievolisce perché mi struscio contro di lui per distrarlo.
«Iniziamo dal primo punto...», sorrido tranquilla, mi divincolo lasciandolo imbambolato e passo sotto le coperte. Sfilo il reggiseno e lo lascio cadere, lo stesso con il resto dell'intimo mentre fissò intensamente Parker negli occhi. Le sue pupille si dilatano ancora e deglutisce arrossendo leggermente. Si avvicina come uno squalo, spegne le luci e mi raggiunge sotto le coperte. Sento le sue labbra sulla mia pelle e le sue mani sui fianchi. «Sai come concludere un affare...», geme.
«Forse sto imparando dal migliore», rispondo affannata. Ho la tachicardia.
Sento il rumore di una bustina che si apre e lui che si muove a suo agio mentre le sue labbra continuano ad esplorare la mia pelle bruciandola piacevolmente. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dall'euforia del momento.
Sento le sue dita muoversi sulla mia pelle e gemo mentre le sue labbra si piegano in un sorriso. Il suo fiato caldo sulla pelle sensibile mi fa rabbrividire. Si fa strada dentro di me senza lasciarmi il tempo di ragionare. Mi esce un urlo e stringo le sue spalle e le cosce attorno alla sua vita.
Si muove su e giù lentamente, troppo. Inarco la schiena. Non ho il controllo del mio corpo e le gambe sembra essere fatte di gelatina. Cosa mi sta facendo questo ragazzo?
Spinge ancora facendomi urlare ma tappa le mie labbra con la mano. Questo mi fa eccitare maggiormente. «Hmmm», i miei pensieri sono sconnessi. Non so più dove mi trovo. «Sei uno stronzo prepotente...», la voce mi esce rotta dall'affanno, stridula.
«Sento che ti piace però, questo non fa che aumentare il mio ego piccola e la mia voglia», rallenta e si allontana.
Mugolo e cerco di trattenerlo. «Aumenta il tuo ego in un altro modo!», lo rimprovero mordendo le sue labbra.
Entra con più forza tappando di nuovo la mia bocca. «Così ti piace?», bacia le mie labbra poi il mio collo, la gola.
«Continua...», solco la sua pelle con le unghie e lo sento gemere sonoramente.
Allarga le mie gambe e mi porta al limite con le parole, con le provocazioni, con la sua voce, con il suo calore.
Dopo avermi dato un bacio sulla fronte si sdraia trascinandomi con sé. Il suo cuore a contatto con le mie spalle, il fiato leggero sulla nuca, il suo calore ad incendiare il mio corpo, il leggero sentore del suo profumo misto a quello lieve di sudore, di sesso, sono un mix devastante.
Tutto questo, mi sembra meno forzato dal solito. Non mi sento più la ragazza insicura e impaurita dai sentimenti arrivata a Vancouver mesi prima, quando accettare di essere amata e di ricevere amore mi era difficile. Sento di essere diversa dal punto di vista mentale.
Prima ho provato una sensazione di leggerezza e calore. Avere accanto questo ragazzo mi fa sentire al sicuro e a casa per la prima volta. Forse perché siamo molto simili o è solo perché è arrivato in un momento importante della mia vita. So solo che non voglio commettere lo stesso errore.

Quando mi riscuoto dal sonno, sento le gambe molli e i muscoli indolenziti. Mi ritrovo tra le sue braccia forti. Lui ha un profumo così buono. Inalo il suo aroma permanente sulla pelle. Fuori è ancora buio, ma la luce della luna illumina la stanza, non ho idea di quanto io abbia dormito. Mi stiracchio facendo attenzione a non svegliarlo. La sensazione che provo sulla pelle è piacevole così come il ricordo della notte appena passata. Non posso ancora credere che ho fatto l'amore con il mio capo. Lo guardo mettendomi a pancia in giù. È davvero un bel ragazzo. Chissà cosa starà sognando o cosa sente in questo momento.
Non ho più sonno, vorrei tanto svegliarlo e parlare con lui. Potrei anche chiamare Lexa, sono sicura che sia ancora sveglia ma non voglio allontanarmi da questo letto. Non voglio allontanarmi da lui.
Poggio la mano sulla sua guancia e carezzo delicatamente il suo viso. Sulle sue labbra spunta un lieve sorriso così mi avvicino.
«Non riesci a dormire?», parla con voce assonnata e sensuale.
«Non volevo svegliarti», la mia voce ridotta ad un sussurro, le mie labbra vicine alle sue.
Strofina il naso contro il mio. «Mi sarei svegliato a breve». Si stiracchia leggermente come un gatto e accende la luce guardandomi attentamente. Credo di avere un aspetto terribile mentre lui è il solito bello della situazione. Come Lexa potrebbe indossare solo un sacco di patate e apparire perfetto ed elegante.
«Come mai?», domando curiosa mentre si sistema con la schiena appoggiata alla testiera del letto e allunga la mano verso la mia schiena nuda.
«Di solito faccio palestra»
Inarco un sopracciglio. «Di notte?», sono perplessa.
«Mi rilassa, ma non sono a casa», sorride.
«Che significa?»
«Ho una piccola palestra in casa, in una delle stanze libere. Non te l'ho mostrata perché pensavo non ti interessasse ma adesso, lo sai», passa la mano sul mio collo, verso l'orecchio poi mi trascina su di sé. Stringo la coperta mentre mi ritrovo a cavalcioni su di lui. I suoi occhi attenti e accesi. Le sue labbra piegate in un sorriso dolce, i suoi capelli scompigliati, il suo petto nudo e caldo a contatto con la mia pelle. Basta tutto questo a mandarmi grandi scariche elettriche su per il corpo.
Con le dita sfiora il mio viso. Sembra imbambolato e segue ogni movimento con lo sguardo. Gli stampo un bacio a fior di labbra per destarlo dal sogno ad occhi aperti.
«Come faremo?», domando poggiando il viso tra il suo collo e la spalla. Le sue mani premono sulla mia schiena. Inspira e poggia le labbra sulla mia spalla poi si sposta verso il collo. «Sei preoccupata?»
«Un po'. Credo sia normale», mormoro sulla sua pelle.
«Faremo quello che abbiamo sempre fatto. Se per te va bene ovvio.»
Alzo il viso e incontro il suo sorriso dolce davanti. Il nodo allo stomaco si scioglie. «Meglio, non riuscirei a gestire tutt'altra situazione», avvicino il suo viso al mio.
Gioca con le mie labbra. Il suo respiro si fa sempre più affannato man mano che ci avviciniamo. «Sei meravigliosa», sussurra baciandomi con dolcezza e lentamente aumenta il ritmo. Scosta la coperta dalle mie cosce e stringe i miei glutei. Gemo sulle sue labbra e questo lo fa eccitare.
«Non hai già fatto palestra?», lo punzecchio cercando di riprendere fiato. Riesce a mandarmi gli ormoni in subbuglio.
«Volevo rifare lo stesso esercizio di prima a dire il vero...», ridacchia.
Mordo le sue labbra facendolo gemere. «Sei proprio un cretino!»
«È un no? Rifiuti il tuo capo?», passa la lingua sulla mia gola.
Inarco la schiena e stringo le mani sulle sue spalle. «Hmm», ad occhi chiusi cerco di non perdere completamente il controllo ma la mia pelle sta già andando a fuoco.
Apre una bustina davanti a me in modo sensuale. Di solito mi imbarazza questo momento ma lui riesce a rendere tutto così provocante e divertente. Mi fa alzare leggermente e quando è pronto mi fissa con i suoi occhi chiari magnetici e si fa strada dentro me lentamente. Mi esce un mugolio e le sue pupille si dilatano.
«Ti muovi così lentamente mentre fai gli esercizi?», lo stuzzico muovendo i fianchi. In risposta, stringe la presa sui miei glutei, socchiude le labbra e abbassa le palpebre affannato. «Se non la smette di provocarmi signorina, sarò costretto ad usare la forza.»
Questa lieve minaccia manda un brivido violento lungo la mia spina dorsale. «Crede che io ne abbia paura signore...», gemo quando si spinge con più forza dentro me scostando la coperta e stringendo la mano dietro la nuca. Fa un po' male ma il dolore passa in fretta lasciando dietro una scia di piacere e voglia di assaporarne ancora e ancora.
«Non sai l'effetto che mi fa quando mi chiami in quel modo, avrei voluto zittirti ogni singola volta in ufficio. Quando te ne andavi immaginavo di tutto...», seguo il suo ritmo e lui geme spingendo sempre più forte. La sua bocca si posa sul mio seno quando mi spingo in su incapace di trattenermi.
«Ahhh signore...»
«Cazzo...Emma...», tenendomi ferma mi fa scivolare sotto il suo peso e inizia a fare l'amore con me.
Perdo il controllo, il contatto con la realtà. I suoi baci, la sua bocca, il suo corpo contro il mio, le sue spinte, la sua forza, mi danno una scossa forte e mi perdo. Raggiungo il culmine urlando. Tappa la mia bocca con la sua, mentre respiro affannata e il mio corpo cerca di riprendersi dagli spasmi.
Esce da me e getta dentro il cestino la protezione. Passa una mano sui capelli e si concentra per recuperare l'autocontrollo.
Poggia le labbra sul mio collo. «Non farlo mai più...», ringhia divertito, affannato è ancora eccitato. «Sto facendo fatica...».
«Ho solo detto...», tappa la mia bocca con un bacio appassionato ed io sorrido come una stupida. Cosa mi fa provare questo pazzo?
«Mi farai venire di nuovo se lo ripeti in quel modo. Shhh... andiamo a fare una doccia?»
Sento le guance accendersi di nuovo sotto il suo sguardo famelico. «Piaciuto l'esercizio signore?»
«Emma, sai che giochi con il fuoco?», si fa serio.
Il suo sguardo sa mettere una certa soggezione. «Le avevo detto che a me piace rischiare con il fuoco, signore!» Mi alzo lentamente e corro in bagno prima di sentirlo ridacchiare. Rido anch'io mentre mi solleva e ci fa entrare nella piccola doccia.

N/A:
~ Ehi! Vi avevo detto che ci sarebbero state delle sorprese? Ahahah (sono cattivella). Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Per Emma e Parker sarà un nuovo inizio? Emma inizierà a provare qualcosa per questo bellissimo ed intelligentissimo uomo o lui le ha già rubato il cuore? Ethan cosa starà combinando?
La canzone di oggi è quella di Fedez & Mika. Spero vi piaccia. Se avete la possibilità ascoltatela e leggete il testo. ;) 
"Ora voglio gridare fortissimo la vita fa schifo ma il panorama è bellissimo!"
Vi auguro una buonissima giornata!!! ~
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