Capitolo 2 (parte I)
La scienza della deduzione (prima parte)
Il giorno successivo mi misi il mio capellino preferito, con un nastrino lucido blu oltremare, che si intonava all'abito leggero, che indossavo in occasione dell'appuntamento.
Lo avevo comprato un paio di anni prima e nonostante le maniche fossero consumate, non riuscivo a liberarmene. Ero troppo affezionata ad esso e al periodo della mia vita che mi ricordava.
Come d'accordo, io e miss Holmes, andammo a vedere l'appartamento n°221B di Baker Street.
C'era un grande salottino, dalle pareti linde e bianche, ammobiliato con grazia e che prendeva luce e aria da due grandi finestroni. Inoltre c'erano due comode camere da letto separate, ma una di fronte all'altra.
L'arredamento era consono, non molto appariscente ma comunque grazioso, le stanze erano attraenti e l'ambiente poteva essere condiviso da due persone, senza che una infastidisse l'altra.
Se si teneva poi conto del prezzo, molto conveniente una volta che si divideva in due, l'appartamento non lasciava dubbi.
Era perfetto in ogni suo singolo dettaglio e quindi prendemmo subito possesso dell'alloggio.
Quella stessa sera trasferii le mie poche cose, aiutata da un facchino dell'albergo, e la mattina seguente la mia coinquilina mi raggiunse con varie valigie e scatole in cui si intravedevano diversi oggetti messi alla rinfusa.
Per un paio di giorni, anche se condividevamo lo stesso alloggio, non ci parlammo molto: ognuna era impegnata a disfare i propri bagagli ed a mettere in ordine la propria stanza.
Io mi presi pure alcuni pomeriggi, in cui girai da una parte all'altra della città in ricerca di oggetti che si adattassero alla mia persona, per ammobiliare la mia stanza e renderla un po' più personale.
Dopo aver finito tutte le faccende riguardanti il trasloco e gli inconvenienti ad esso collegati, iniziammo ad ambientarci ed a rilassarci nella nostra nuova dimora.
Come pensavo, convivere con la signorina Holmes era particolare. Aveva delle abitudini ordinate e ferree, era molto mattiniera e raramente restava in piedi fino a tardi. Non usciva neanche molto spesso, se non per andare al laboratorio di chimica o per sbrigare delle faccende.
Se dovessi descriverla con le mie parole, direi che la signorina Holmes assomigli molto ad una reazione chimica: ci sono delle volte che all'improvviso viene presa dall'impeto focoso e diventa piena di un'energia ultraterrena, inesauribile. Solitamente, subito dopo cadeva in un periodo 'statico di riposo', in cui poteva rimanere seduta sulla sua poltrona l'intera giornata, senza muovere un muscolo con lo sguardo perso nel vuoto e l'espressione impassibile.
Le potevo camminare davanti o parlare ad alta voce, ma lei non cambia espressione, sembrava quasi non mi vedesse.
Se devo essere sincera, alcune volte ho pure sospettato che facesse uso di qualche sostanza stupefacente, ma la sua salute e il suo stile di vita pulito, mi facevano subito respingere tali dubbi.
A mano a mano che le settimane passavano, non avendo ancora trovato lavoro che potesse riempire le mie giornate, mi misi a studiare la mia coinquilina. Non lo feci intenzionalmente, che sia ben chiaro, non ero una donna di natura pettegola e superficiale; eppure la signorina Holmes istigava il mio senso indagatore.
Quando camminava per strada, il suo passaggio non passava inosservato. Più di una volta, avevo notato lo sguardo che gli uomini le rivolgevano, ma lei li ignorava senza un battito di ciglia di troppo, come se non li notasse neanche. La sua figura alta ed elegante, era aggraziata da un paio di occhi scuri, i quali si muovevano sempre con frenesia, studiando sempre qualcosa. Il suo volto inoltre, appariva di lineamenti nobili, con il naso sottile e il mento levigato.
Un paio di volte mi trovavo a guardare il suo carnagiato con un poco di invidia: la sua carnagione non era pallida, ma aveva una leggera ombra dorata. Molto diversa dalla mia, che una volta scomparsa la mia abbronzatura, ero tornata ad avere un incarnato molto pallido e senza un briciolo di colore.
A parte tutto ciò, se devo trovare un piccolo difetto - se così si può chiamare - nel suo aspetto, erano i suoi capelli: la sua capigliatura bruna era indomabile e quando aveva i capelli sciolti, i suoi capelli si arricciavano pieni di vita, andando contro ogni legge di gravità e del buon costume.
Il vero problema era che lei stessa, non cercava in alcun modo di organizzarli.
Certe mattine la trovavo ancora in vestaglia in salotto, con una tazza di tè e l'aspetto selvaggio dato dai suoi capelli, che nonostante tutto avevano un loro fascino inspiegabile.
Ogni volta che parlavamo, la sua intelligenza veniva fuori con grazia, e mi lasciava ogni volta sorpresa.
Sorpresa perché anche se la sua conoscenza sembrava infinita in certi campi, in altri era a livelli imbarazzanti.
La sua ignoranza era notevole quanto la sua cultura.
In fatto di letteratura contemporanea, di filosofia e di politica, sembrava che Holmes sapesse poco o nulla. La mia meraviglia giunse al colmo quando scoprii casualmente che ignorava la teoria di Copernico nonché la struttura del sistema solare. Il fatto che un essere civile, in questo nostro XIX secolo, non sapesse che la Terra gira attorno al Sole mi pareva così straordinario che stentavo a capacitarmene.
Pensavo si stesse prendendo gioco di me, ma i suoi occhi non mi mentivano.
Dopo aver compreso la mia sorpresa, miss Holmes si sedette vicino a me e con un sorriso birichino e un tono leggero, mi disse che tutte quelle informazioni erano ''inutili al suo lavoro''.
Sapere che Livington House ospitava i debutti di tutte le giovine fanciulle d'alta classe, era utile quanto sapere com'è la struttura del sistema solare o la forma della Terra stessa!
Questo fatto mi lasciò un poco sconvolta, devo ammettere. Come poteva comparare Livington House al nostro sistema solare? O al fatto che la Terra fosse tonda anziché piatta?
Erano due fatti totalmente diversi.
Dimenticarsi che siamo noi a girare attorno al Sole, e non viceversa, era una cosa seria.
Miss Holmes scosse la testa scandalizzata dalle mie affermazioni e mi fissava come se fossi io ad essere in torto.
- Vede - mi spiegò - secondo me, il cervello di un essere umano, in origine, è come una soffitta vuota: la si deve riempire con mobilia a scelta. Le persone superficiali, senza un minimo di sale in zucca, vi immagazzinano tutto ciò che si trovano tra i piedi: le nozioni che potrebbero essergli utili finiscono col non trovare più il loro posto o, nella migliore delle ipotesi, si mescolano e si confondono con una quantità d'altre cose, cosicché diventa molto difficile trovarle. Lo studioso accorto invece, seleziona accuratamente ciò che immagazzina nella soffitta del suo cervello. Mette solo gli strumenti che possono aiutarlo nel lavoro, ma di quelli tiene un vasto assortimento, e si sforza di sistemarli nel miglior ordine. È un errore illudersi che quella stanzetta abbia le pareti elastiche e possa ampliarsi a dismisura. Creda a me, viene sempre il momento in cui, per ogni nuova cognizione, se ne dimentica qualcuna appresa in passato. Per questo è molto importante evitare che un assortimento di fatti inutili possa togliere lo spazio di quelli utili.
- Ma qui si tratta del sistema solare - protestai scandalizzata dalle affermazioni della mia coinquilina.
- Che me ne importa? - m'interruppe impaziente Holmes. - Lei dice che noi giriamo attorno al Sole. Se girassimo attorno alla Luna non cambierebbe nulla per me o per il mio lavoro. Il fatto che la Terra sia tonda come una pallina o piatta come un foglio, non arreca danno alla mia coscienza.
Miss Holmes si alzò, uscendo dalla stanza e lasciandomi sola con i miei pensieri in fermento, piena di confusione. Tuttavia, cercai di riflettere sulla nostra conversazione, seppure questa non sembrava seguire una logica comune a tutte le persone.
Spinta dall'irrequietezza che la conversazione aveva lasciato nel mio corpo, presi a camminare avanti e indietro nella stanza, finché non mi fermai davanti alla scrivania di mogano posizionata davanti alla finestra.
Mi sedetti senza riflettere e mi misi a scrivere sovrappensiero.
Alla fine ottenni un elenco, in cui elencavo tutte le cognizioni sui cui Holmes si era dimostrata ferrata e che secondo il suo parere, avevano per lei una precisa utilità.
L'elenco si presentava così:
COGNIZIONI DI SHANNON HOLMES
1. Letteratura: zero.
2. Filosofia: zero.
3. Astronomia: zero.
4. Politica: scarse. È quasi un miracolo che sia a conoscenza che il nostro Paese sia governato dalla monarchia, ma ignora del tutto la gestione e l'organizzazione del governo e dello Stato.
5. Botanica: variabili. Conosce a fondo caratteristiche e applicazioni della belladonna, dell'oppio e dei veleni in generale. Non sa nulla di giardinaggio e di orticoltura. Non nutre interesse verso i fiori e i mazzetti, neanche quelli per decorare l'appartamento.
6. Geologia: pratiche, ma limitate. Riconosce a prima vista le diverse qualità di terra. Dopo una passeggiata, mi ha mostrato delle macchie sull'orlo della sua gonna indicando, in base a colore e consistenza, in qual parte di Londra aveva raccolto il fango dell'una o dell'altra macchia.
7. Chimica: profonde. Credo che se volesse, potrebbe diventare una grande figura di rilievo in questo campo, con le sue ricerche e il suo lavoro.
8. Anatomia: esatte, ma poco sistematiche. A volte offende la mia filosofia medica, denigrando in modo sottile la materia e me compresa.
9. Letteratura sensazionale: illimitate. A quanto pare, conosce i dettagli di tutti gli orrori perpetrati nel nostro secolo. Nutre un certo entusiasmo - malsano - riguardo scene macabre di violenza umana.
10. Musica: suona bene il violino.
Arrivata a questo punto, mi persi di coraggio e gettai la lista nel fuoco.
Cercare di capire il filo logico conduttore del pensiero della ragione di miss Holmes, era quasi impossibile o almeno al momento. Mi servivano maggiori informazioni sulle sue abitudini e sull'ambiente in cui lavorava.
E il fatto più importante dell'intera faccenda era spuntare un dettaglio rimasto un incognita fino a quel momento: qual'era il lavoro di miss Holmes, per cui lei doveva avere tutte quelle conoscenze specifiche?
La mia domanda rimase senza risposta nel salotto dove da sola, guardavo le fiamme del caminetto con i miei pensieri ben lontani da dove mi trovavo fisicamente.
Ma torniamo alle doti della signorina Holmes, in particolare quelle da violinista, di cui ho già accennato. Erano veramente degne di nota, ma eccentriche come tutte le altre sue abilità.
Che sapesse suonare a meraviglia pezzi difficilissimi, ne ero certa, poiché dietro mia richiesta aveva eseguito alcuni Lieder di Mendelssohn e altre musiche da me preferite.
Tuttavia, lasciata a se stessa, raramente eseguiva musiche note o riconosciute.
Per intere serate, appoggiata all'indietro sulla sua comoda poltrona, con i capelli sciolti a fare la loro figura, se ne stava con gli occhi chiusi e pizzicava distrattamente le corde del violino che teneva sulle ginocchia. Talvolta, i motivi erano tenui e melanconici, altre volte erano fantastici e indiavolati. Evidentemente rispecchiavano i pensieri da cui Holmes era dominata, ma proprio non riuscivo a capire se la musica aiutasse l'evolversi di quei pensieri o se quel suo strimpellare era dovuto soltanto a capriccio e fantasia. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a trovare nessi o delucidazioni alcune. Forse, mi sarei ribellata contro quegli "assolo" esasperanti se non fosse stato perché, di solito, miss Holmes li terminava eseguendo, in rapida successione tutta una serie delle mie arie preferite, come se volesse compensarmi della dura prova cui aveva sottoposto i miei nervi stressati.
Che dire, era una persona molto particolare, e proprio le sue stravaganze e il suo spirito da folletto dei boschi, mi fecero affezionare ad essa senza averne coscienza.
Eppure, credo che sia facile immaginare il perché le donai il mio affetto: o imparavo ad accettare la mia coinquilina per quello che era o avrei avuto una crisi di nervi nel vano tentativo di ''addomesticarla''.
Angolo autrice
Sì, lo so. Non ho più aggiornato, mea culpa, ma sono stata impegnata.
Visto che il capitolo è lunghetto e io sono bloccata su una parte, ho deciso di dividerlo in due parti.
Tanto per farmi viva... 😅
Sorry.
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