Epilogo

15 anni dopo

Mi sveglio felice e con il sorriso sulle labbra. Ho fatto il sogno più bello di tutta la mia vita. Ho fatto il sogno della mia vita.

Mi stiracchio delicatamente nel letto e poi mi giro dalla parte di Damon, mio marito, che ancora dorme come un ghiro.

Ieri sera ha fatto tardi al lavoro e si è ritirato alle 23.30. Alla fine ha seguito le norme di suo padre ed è diventato un imprenditore molto conosciuto a Chicago. Ci sono volte in cui non lo vedo molto spesso perché sta sempre al lavoro, ed alcune volte in cui stacca per venire a casa per stare in famiglia.

Lo guardo con il sorriso sulle labbra. Una ciocca di capelli è caduta sul suo viso e le sue labbra sono semichiuse.

Dopo il matrimonio ha deciso di farsi crescere la barba, ma non troppa. La tiene corta e in buono stato. Adoro baciarlo e sentire quella sua barbetta ruvida che pizzica il mio viso. È una sensazione bellissima.

Rido piano perché ogni tanto russa e fa uscire l'aria dalla sua bocca in piccoli sospiri. Ormai sono abituata a questo e devo dire che non mi da per niente fastidio perché lui russa molto piano e lievemente. Quando dormo non lo sento, è come se stesse respirando normalmente.

Devo dire che la bellezza che aveva quindici anni fa, non è sparita per niente. È sempre quel ragazzo bello, attraente, malizioso e romantico che ho conosciuto a scuola, all'età di sedici anni. E di cui mi sono follemente innamorata dopo mesi e mesi di odio.

-Buongiorno amore- Damon apre gli occhi cogliendomi di sorpresa e mostrandomi quei suoi meravigliosi pozzi d'acqua limpida e ghiacciata.

-buongiorno- sorrido.

-ti piace guardarmi, vero?- fa spuntare quel suo meraviglioso sorriso sul suo volto che mi fa subito andare in tilt.

-io? Forse.- rido.

-di solito sono io quello che guarda te dormire, ma per una volta lo accetto- mi attrae a sé con le sue braccia e mi stringe forte.

Lentamente poggio le mie labbra sulle sue e poi sorrido. Vorrei dirgli cosa ho sognato stanotte, sono sicura che ne sarebbe felice.

-Oggi ti vedo particolarmente felice, posso sapere il motivo?- chiede guardandomi negli occhi.

In realtà non sono solo felice per ciò che ho sognato, ma anche perché oggi è un giorno importante per un componente molto speciale della nostra famiglia.

-due motivi- indico con le mani -il primo, ho fatto un sogno bellissimo che ti racconterò dopo.- sorrido -il secondo, oggi è il compleanno di Elisa e noi dobbiamo prepararle la festa.- lui spalanca gli occhi, probabilmente lo aveva dimenticato, come sempre del resto.

-è vero- si mette una mano sulla fronte -lo avevo dimenticato- sbuffa.

-non gli dirò niente, se tu mi prometti che rimarrai tutto il giorno con me e mi aiuterai a preparare tutto per stasera- mi piace giocare così con lui.

-promesso. Sarei rimasto lo stesso, non ti lascerei mai, ricordi? Finché morte non ci separi- rido.

-Sì, dai adesso andiamo a svegliare la festeggiata- mi alzo e mi vesto con un jeans, una camicia bianca e le mie All★Stars che, anche a trentatré anni, mi stanno ancora bene e che non voglio abbandonare.

-sei bellissima, proprio come quando ti ho sposata. Metti gli stessi vestiti- mi stuzzica.

-ehi, ho trentatré anni, mica cinquanta. Posso permettermi di mettere questi vestiti- mi sistemo i capelli davanti allo specchio e poi esco.

Lui è lì. Indossa la sua maglietta bianca con la giacca nera sopra e i suoi jeans che mi facevano impazzire allora e che mi fanno impazzire tutt'ora.

-sempre a guardarmi, eh?- dice sarcastico.

-che c'è? È vietato guardare il proprio marito che indossa i suoi jeans che lo fanno sembrare sexy?- lo provoco andandogli vicino sensualmente.

-non sembrare, sono sexy- mi attira a sé facendo scontrare i nostri bacini e poggiando la sua fronte sulla mia -e comunque, non provocarmi. Lo sai che non ci sto niente a toglierti quei vestiti che ti ritrovi- divento rossa. Sempre il solito pervertito.

-ok, hai vinto. Adesso andiamo, altrimenti Elisa farà tardi a scuola e noi non potremo organizzare nulla.- lo sprono.

-andiamo- mi prende per i fianchi e ci dirigiamo nella camera di nostra figlia.

Apriamo lentamente la porta per non svegliarla. Dorme come un angioletto. Il nostro angioletto. È così bella con i suoi lunghi capelli neri, come il padre, con sfumature marroni prese da me.

-la svegli tu?- sussurro a Damon.

-sei sua madre, fallo tu- dice dolcemente.

-che vuol dire? Tu sei suo padre- spalleggia.

-e va bene, la svegliamo insieme.- dico alzando gli occhi al cielo.

Mi seggo lentamente sul letto di Elisa e le abbasso di poco le coperte. Lei si muove un po' e poi fa dei piccoli lamenti.

-Amore, sono la mamma, svegliati- le accarezzo la guancia e lei apre gli occhi. In un attimo vedo le sue pupille blu cielo e sorrido. Ha preso dal padre solo, con un blu più evidente.

-mamma...- mugugna mezza assonnata.

-e papà- aggiunge Damon. Sempre il solito, gli piace farsi vedere.

-papà...- mugugna poi sorridendo, ancora mezza addormentata -che fate qui?- domanda.

-Buon sedicesimo compleanno amore- dico dandole un bacio sulla fronte e lo stesso fa Damon.

-Grazie mamma, grazie papà- ci abbraccia e poi porta i suoi capelli dietro la schiena.

-che facciamo oggi visto che sabato e che non c'è scuola?-.

Io e Damon ci guardiamo. È vero, adesso sono io quella che se lo era dimenticato. Penso subito ad una soluzione e poi prendo in mano le redini della situazione. Ho bisogno di tempo per organizzarle la festa e solo una persona può aiutarci, anzi, due persone.

-vai dallo zio Jack e dalla zia Kate, starai un po' con loro e poi ti riporteranno qui. Mi avevi sempre detto che saresti voluta andare da loro perché ti piacciono, e noi volevamo accontentarti.- speriamo che se la beva. Non mi piace mentire a mia figlia, ma se sono bugie a fin di bene non mi preoccupo. Non farei mai un torto a mia figlia. Solo amore e sincerità.

-ah che bello- salta fuori dal letto -adesso? Mi vengono a prendere loro o mi accompagnate voi?- domanda eccitata.

-calma, calma- dice Damon ridendo.

-papà ha ragione, Elisa. Adesso vai a vestirti e poi andiamo dagli zii. Ti accompagniamo noi.- dico prendendo di nuovo in mano la situazione. Lei annuisce e va a prepararsi.

Mentre preparo la colazione, Damon mi prende per i fianchi e mi fa girare verso di lui facendo attaccare la mia schiena al mobile della cucina.

-lo sai...sei una mamma davvero brava. Vedo che ti piace avere il controllo delle cose- dice malizioso.

-in effetti sì, sono una a cui piace comandare- dico passando un dito sul suo petto e facendolo salire sempre di più.

-un giorno mi piacerebbe vederti comandare in altre situazioni- divento rossa. So di che situazioni sta parlando.

Ma dico io, tra tutti i ragazzi che c'erano, quello pervertito me lo sono dovuta trovare io?

-Sì, nei tuoi sogni- rido e mi giro per mettere il latte nelle tazze e portarle subito dopo a tavola.

Sento una piccola risata da parte sua e poi si va a sedere a tavola come me, aspettando Elisa. Le ho preparato un bel muffin al cioccolato e crema pasticcera. Lei adora i muffin e adora soprattutto la crema pasticcera.

-Mamma, posso mettermi questa?- domanda mostrandomi la mia giacca di pelle preferita.

-Sì amore. Adesso vieni a mangiare, ho preparato il tuo dolce preferito. Muffin al cioccolato e crema pasticcera- un grido di felicità esce dalla sua bocca e poi si siede immediatamente a tavola per mangiare.

Fa come quando mia madre mi preparava i croissant al cioccolato ed io ero super felice perché sapevo che li aveva preparati per me con tutto il suo amore. Se solo mia madre fosse qui. Sono sicura che sarebbe felice di vedere sua nipote, di crescerla insieme a me dandomi i consigli da madre e viziandola molto.

Sono sicura che, sia mia madre che mio padre, siano fieri di ciò che ho fatto e che sto continuando a fare da quando loro non ci sono più. Di sicuro mio padre era con me il giorno del mio matrimonio e mi teneva dal braccio opposto a quello che aveva Jack.

Elisa è così bella. La sua pelle chiara, presa da suo padre, che subito diventa rossa quando qualcuno le fa un complimento come succede a me. I suoi grandi occhi, che ogni giorno mi ricordano sempre di più quelli di suo padre. Infatti, quando Damon non è con me e c'è Elisa, io non mi preoccupo perché vedere i suoi occhi è come stare accanto a Damon ogni giorno.

E poi i suoi capelli. Quando era piccola pensavamo avrebbe avuto i capelli biondi, invece no, le sono cresciuti dei capelli neri e con sfumature di marrone. I capelli li ha presi da tutti e due. Gli occhi dal padre e anche la pelle chiara. Il fisico e le guance rosse invece, li ha presi da me.

E infine, ma non per questo meno importante, le sue labbra. Carnose come quelle di Damon, rosee come le mie.

È una ragazza bellissima. E più cresce, più sono sicura che diventerà sempre più meravigliosa e più intelligente. Sono felice di aver avuto lei come figlia e Damon come marito. Non potrei essere più grata di così alla vita.

-Amore, hai preso le chiavi?- chiedo a Damon prima di arrivare alla macchina.

-eccole- le sventola davanti a sé venendo in macchina.

-Mamma, ma come mai lo zio Jack e la zia Kate non hanno figli?- domanda Elisa.

Spalanco la bocca. Perché queste domande?

-non vogliono averne per adesso. Vogliono essere sicuri di avere un lavoro, i soldi ed una casa stabile, prima di accogliere dei figli nella loro vita, come abbiamo fatto noi.- spiega Damon prendendo in mano la situazione e togliendomi le parole dalla bocca.

In effetti noi non avevamo un lavoro prima di avere Elisa. Quando Damon è venuto a sapere che sarebbe diventato padre, dopo la luna di miele è entrato nell'industria di suo padre e si è dato da fare per non farci mancare mai niente.

-vero amore?- mi domanda Damon ed io annuisco sorridendo e prendendogli la mano.

Dopo mezz'ora, arriviamo a casa di Jack e Kate.

-Ale, Damon, che fate qua?- domanda Jack.

-Abbiamo portato un pacchetto speciale...- mi sposto e mostro Elisa che gli salta addosso, abbracciandolo.

-mi sei mancato zio-.

-anche tu piccola, auguri- dice dandole un bacio.

-Kate?- domando.

-in soggiorno a guardare un po' di televisione-.

Jack ci fa entrare ed io vado a salutare Kate, ritrovandola sdraiata sul divano e con un braccio dietro la testa.

-Ma che bella vita...- dico sarcastica facendola girare di scatto.

-Alessia- si alza e viene ad abbracciarmi -che ci fai qui?- domanda contenta della mia visita.

-Elisa voleva vedervi ed io l'ho portata qui- rispondo felice.

-Ti volevo chiedere un favore, dato che oggi è il suo compleanno, non è che potreste tenerla fino alle 19.30 di stasera e poi venire ad accompagnarla? Io e Damon le vorremmo preparare una festa- unisco le mani in segno di preghiera e lei ride annuendo.

-Non c'è bisogno che mi preghi, lo sai che adoro Elisa e che farei di tutto per vederla felice.- afferma.

-grazie- lei spalleggia e mi sorride.

-Zia- la chiama Elisa, venendola ad abbracciare.

-Ciao Elisa, auguri- la stringe forte e poi le da un grande bacio. Questa scena mi stringe il cuore.

-Grazie zia- sorride lei.

-Ragazzi, noi adesso dobbiamo andare, abbiamo del lavoro da sbrigare, fateci sapere quando la dobbiamo venire a prendere- guardo Kate che subito mi capisce.

-tranquilla, l'accompagniamo noi verso le... 19.30 va bene?- io annuisco -bene, allora alle 19.30 saremo a casa vostra- sorride lei.

-ok- saluto Kate e Jack con un bacio sulla guancia e poi mi soffermo di più su Elisa.

-ti voglio tanto bene amore, ci vediamo stasera- l'abbraccio e le do un grande bacio sulla fronte.

-a stasera mamma.- mi saluta lei.

Damon si avvicina a lei, dopo aver salutato anche lui Jack e Kate, e l'abbraccia.

-non fare esasperare gli zii, e non fare domande strane- l'ammonisce involontariamente e sorridendo.

-ho sedici anni papà, so cosa devo dire e cosa no- ride lei.

-lo so, lo so- si ripete Damon con voce bassa -a stasera piccola- le da un bacio e poi mi affianca.

Dopo averci salutato, usciamo e andiamo a casa.

Per tutto il tragitto non ci siamo parlati. Si udivano solo i nostri respiri e i clacson delle macchine per strada.

Appena arriviamo a casa iniziamo a sistemare e a preparare tutto per la festa. Scrivo i nomi delle persone che devono venire alla festa alle 19.00. Meglio farli venire mezz'ora prima così siamo sicuri che saranno già tutti qui quando Elisa sarà arrivata a casa.

-Damon, ci pensi tu a chiamare tutti?- domando e lui annuisce facendomi vedere che è già al telefono.

Abbiamo già ordinato degli antipasti, tavola calda e la torta al cioccolato e crema pasticcera come piace a lei e poi siamo andati a comprarle due regali fantastici.

Faccio un lungo respiro e poi salgo di sopra, nella camera da letto, buttandomi nel letto a pancia sotto. Sono davvero stanca. Non abbiamo fatto altro che girare per tutta la città e per tutta la casa per sistemare tutto. Chiudo gli occhi e sospiro.

Sento la porta aprirsi e poi il letto muoversi accanto a me. È Damon.

-stanca?- domanda.

-molto- biascico -hai già chiamato tutti?- lui annuisce ed io annuisco di rimando.

-Senti...oggi mi hai detto che hai fatto un sogno che ti ha reso felice, puoi raccontarmelo?- attira la mia attenzione.

''Il sogno, è vero. Lo avevo dimenticato.''

-sicuro di volerlo sapere?-.

-si, perché? C'è qualcosa che non va in questo sogno?- ride.

-no, è solo che già conosci tutto di quel sogno.- abbozzo un sorriso.

-non riesco a seguirti, dimmi solo cos'hai sognato- sorride e mi prende le mani.

Faccio un lungo respiro.

-Questo sogno che ho fatto non era un sogno come gli altri, era diverso...- quando noto la sua espressione confusa, spiego subito meglio cosa voglio dire -parlava della mia vita da quando avevo sedici anni, a quando ci siamo sposati. È come se in una notte avessi rivissuto i tre anni più belli della mia vita-.

-un ricordo in pratica- risponde semplicemente.

Mi acciglio -non era un ricordo, era reale, come se lo stessi rivivendo una seconda volta. Era tutto reale: i baci, le carezze, le tue parole, le emozioni che mi facevi provare ogni volta che stavamo insieme. Tutto reale. Non sembrava per niente un sogno.- quando lo dico mi si illuminano gli occhi.

In fondo è una cosa bella quella che mi è capitato. Diciamocelo, a quanti capita di rivivere in una sola notte tre anni, composti da trecentosessantacinque giorni ciascuno? Non credo sia una cosa da tutti i giorni.

-hai sognato proprio tutto?- domanda.

-Sì, tutto. Te l'ho detto. Da quando avevo sedici anni, fino a quando non avevo diciotto anni e ci siamo sposati. Dopo l'inizio del nuovo anno mi sono svegliata. Non so esattamente cosa significhi, so solo che è stata la cosa più bella che io abbia mai potuto sognare- sorrido.

-migliore di sognare me?- domanda quasi offeso.

-Sì, perché questo sogno mi ha fatto rivivere i tre anni più belli della mia vita in cui, casualmente, compari anche tu. Quindi è migliore di quando sogno solo te.- spiego.

In fondo in questo sogno ho anche avuto l'opportunità di rivedere i miei genitori. Non posso che esserne più felice.

-capisco- si rilassa.

-non so esattamente il perché io abbia sognato tutto ciò, ma forse c'entra qualcosa il fatto che oggi nostra figlia compia sedici anni. Cioè, forse la mia mente voleva farmi ricordare cosa ho fatto dai miei sedici anni in poi, così se mai nostra figlia dovesse aver bisogno, potrò darle dei consigli pensando a cosa ho fatto io alla sua età.- quello che ho detto non ha molto senso, ma niente di tutto ciò che è successo stanotte ha senso.

-non so cosa dirti, so solo che quelli sono stati anche i tre anni più belli della mia vita- mi sorride e poi mi bacia -ti amo-.

-ti amo anch'io- mi alzo dal letto -ma dobbiamo prepararci per la festa- vengo attirata di nuovo nel letto e in pochi secondi mi ritrovo Damon sopra di me, che mi blocca con le sue forte braccia.

-non vai da nessuna parte tu- rido.

-giochi slealmente, non puoi prendere una persona e bloccarla senza il suo volere- incrocio le braccia.

-non vuoi stare con me, qui, in questa stanza, in questo letto e in questa posizione?- domanda quasi offeso.

Scuoto la testa e porto le mie braccia attorno al suo collo -voglio tutto quello che hai appena detto, ma c'è solo un piccolo problema.- aggrotta le sopracciglia.

-quale?- domanda.

In un attimo ribalto la situazione e adesso è lui ha stare sotto di me, intrappolato.

-a me piace comandare, ricordi?-, sono a cavalcioni su di lui e lui ne sembra piuttosto divertito.

-oh, lo avevo dimenticato.- dice con tono di scuse.

Le sue mani finiscono sui miei fianchi e mi tengono stretta a sé. Piano piano io mi abbasso, fino a finire labbra su labbra con Damon. Prendo il suo viso tra le mani ed inizio a baciare le sue bellissime, carnose e calde labbra.

Inizio a muovermi a ritmo del nostro bacio e lui fa lo stesso, accarezzandomi la schiena.

Le nostre lingue danzano vivaci come ai giorni dell'adolescenza. Non hanno mai perso il loro ritmo, lo hanno solo aumentato con il passare del tempo. Le lingue si esplorano a vicenda, si cercano, si coccolano e abbracciano. È un bacio semplice, dolce e romantico allo stesso tempo.

Damon mi accarezza delicatamente i capelli provando gioia, un immensa gioia. Non riusciamo più a staccarci...l'attrazione tra noi è ormai diventata indomabile. Ci accoccoliamo uno sopra l'altro e chiudiamo gli occhi, respirando l'uno l'aria dell'altro.

* * *

-Amore, non è che puoi aiutarmi con questa?- mi giro facendogli vedere la cerniera del vestito che è abbassata.

-certo- si avvicina e prima di chiudere la cerniera, lascia dei dolci baci sulla mia schiena, facendomi salire dei brividi indescrivibili -fatto-.

-grazie...- sorrido e mi guardo allo specchio, sistemandomi i capelli. Ho scelto un abito verde pistacchio lungo fin sopra le ginocchia e con dei decori sui gomiti. Poi ho messo una cintura verde e dorata per stringere il vestito in vita.

Damon, invece, ha messo il suo bellissimo smoking che gli dona tanto. Adoro il suo lavoro perché ogni giorno lo posso vedere in smoking, sia la mattina quando se ne va, che la sera quando si ritira. Non pensavo che l'avrei mai detto, ma Damon con lo smoking sembra un dio.

Alle 19.00 gli invitati iniziano ad arrivare e noi li accogliamo facendo in modo che non si annoino nell'attesa.

Dopo un po' di tempo vedo una macchina fermarsi nel giardino di casa nostra. È la macchina di Kate, sono arrivati.

Appena suonano io apro e subito entra Elisa. Tutti, compresi Kate e Jack, gridano: -Auguri-.

-ma che cosa...- Elisa sobbalza e rimane paralizzata, ma poi si rilassa e mi abbraccia.

-Grazie mamma- Damon si avvicina a noi.

-e papà- aggiunge lui. È ironico che ogni volta che io e Damon facciamo qualcosa, Elisa venga sempre a ringraziare me e non suo padre, che fa di tutto per essere messo al centro della situazione.

-Sì, anche a te papà- lo abbraccia.

-Amore, va di sopra, mettiti un vestito carino e poi torna qui- le sorrido e lei fa subito come le ho detto.

Mentre aspettiamo, arrivano tutti gli antipasti, la tavola calda e la torta che disponiamo su un tavolo, come tutte le altre cose. Tutti gli invitati sono disposti sotto le scale ad aspettare Elisa che arriva subito dopo, soffermandosi in cima alle scale.

Quando la vedo mi sento svenire e per fortuna Damon è accanto a me e mi regge. È stupito quanto me. Elisa indossa il mio vestito. L'abito blu elettrico che arriva fino al ginocchio che ho indossato il giorno in cui dovevo uscire con Giulia.

È stato il giorno in cui Damon mi ha detto che ero bellissima. Quel giorno non lo dimenticherò mai.

Elisa scende le scale con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e con gli occhi di tutti puntati addosso. Io se fossi stata in lei mi sarei già paralizzata e me ne sarei ritornata nella mia camera, per poi rimanerci per tutta la serata.

Quando arriva al piano di sotto, tutti gli vanno addosso per farle gli auguri e per complimentarsi per questo suo bellissimo abito che, forse non sanno, apparteneva a me.

-Damon... lei...-.

-è bellissima, proprio come lo eri tu- mi abbraccia ed io non riesco a trattenere una lacrima che scende involontariamente sulla mia guancia.

-mamma- Elisa viene sorridente verso di noi e appena mi vede si preoccupa per me, chiedendomi che cos'abbia.

-niente tesoro, è solo...quel vestito- non riesco a parlare, sono troppo emozionata.

-è tuo. Se vuoi lo tolgo, era uno dei tuoi vestiti che preferisco di più, ma se non vuoi che io lo metta lo andrò a...- la fermo.

-no, puoi tenerlo. È solo che sono legata ad un grande ricordo con quel vestito, che non dimenticherò mai.- sorrido e guardo Damon che mi da la mano -puoi tenerlo, te lo regalo. È bene che anche tu ti crei dei ricordi- l'abbraccio forte e mi asciugo le lacrime.

-grazie mamma, ti voglio bene- la sua voce è bellissima.

-Principessa- Damon la prende per una mano e le fa fare una giravolta -sei bellissima- le stesse parole e lo stesso tono di voce.

-grazie papà, nemmeno tu scherzi con lo smoking- iniziamo a ridere e poi ci abbracciamo un ultima volta prima di dare il via alla festa.

La vita in fondo è una festa. Ed io mi sto divertendo senza mai esagerare. Ho avuto tutto. Una famiglia con dei genitori che mi hanno sempre amato fin dal primo momento in cui mi hanno visto. Un fratello iperprotettivo e molto dolce che, in caso di problema, sapeva già a quale ragazzo andare contro. Degli amici che mi hanno sempre voluta bene e accettata per quella che ero realmente.

Ho trovato un nemico, amico, marito. Lui mi ha fatto scoprire le emozioni più travolgenti di questo mondo. Non sono sicura che me le abbia fatte scoprire tutte, ma c'è ancora molto tempo per scoprire cose nuove. Mi ha fatto capire cos'è il vero amore, così come io ho fatto capire a lui come ci si comporti in una relazione. Ci sono stati degli alti e bassi che ci hanno fatti sempre allontanare, ma mai del tutto.

Molti ostacoli che abbiamo superato insieme e molti avvenimenti che ci hanno cambiato la vita e che ci hanno uniti definitivamente.

Il matrimonio vero è una cosa bellissima, ti unisce alla tua anima gemella finché la morte non vi separerà. Anzi, nemmeno la morte può scioglierlo.

Se l'amore è vero, niente ti impedirà di continuare ad amare una persona anche quando non ci sarà più.

La nostra chiave per tenere il matrimonio stabile è non raccontarci bugie e non avere segreti.
Essere sempre sinceri e dire le cose come stanno, senza troppi giri di parole è la chiave per un vero matrimonio.

Poi è arrivata Elisa...oh, Elisa. La mia piccola che ormai ha compiuto sedici anni. Lei è stata la nostra salvezza in un certo senso, ci ha salvati dalla solitudine e ci ha uniti ancora di più. Lei è piombata nelle nostre vite come un meteorite che piomba al suolo, cambiandoci e rendendoci migliori. Ci ha resi genitori e si questo ne siamo entusiasti.

Io e Damon abbiamo passato gli anni migliori di tutta la nostra vita e continueremo così per sempre. Non ci stancheremo mai l'uno dell'altra. Mai diremo di amare qualcun altro. Saremo una famiglia per sempre e non scioglieremo mai il legame che abbiamo legato in chiesa per qualcosa di banale come una litigata o come un po' di gelosia. Noi rimarremo sempre uniti e creeremo pian piano i nostri ricordi.

Vivere è la cosa più rara al mondo. Il tuo tempo è limitato, quindi non sprecarlo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciare che i pensieri degli altri ti offuschino la mente. Non lasciare che i rumori delle opinioni altrui soffochino la tua voce interiore. E più importante di tutto: abbi sempre il coraggio di seguire il tuo cuore e le tue intuizioni. Loro in qualche modo sanno cosa vuoi veramente diventare. Tutto il resto è secondario.

La vita è questa.
Nulla è facile.
Niente è impossibile.

~ Spazio Autrice ~

E si conclude qui questa storia. Grazie per aver seguito la vita di Alessia e quella di Damon fino a questo punto, emozionandovi e arrabbiandovi anche.

Spero che, come questo libro, leggerete anche gli altri due: "La ragazza dalla chioma arcobaleno" e "Un Noi un po' improvvisato".

Specialmente quest'ultimo. Ci tengo moltissimo e vorrei che arrivasse ad avere tante visualizzazioni, voti e commenti quanti ne ha "Uno Strano Incontro".

Spero passerete a dare un'occhiata. Sapete che vi adoro, no?

Vi mando un bacio enorme, alla prossima storia...❤

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