75. Alessia
30 Dicembre
Mi sveglio di soprassalto con le mie damigelle d'onore che mi urlano di svegliarmi.
-ma siete pazze? Così mi farete venire un infarto.- mi porto una mano sul petto e poi le guardo tutte e due.
-non essere melodrammatica e vieni fuori da questo letto, subito!- mi ammonisce immediatamente Giulia.
Faccio ciò che mi ha detto. Non vorrei mai farla arrabbiare oggi. Probabilmente avrà molte cose a cui pensare.
-contenta?- spalanco le braccia e le mostro che sono in piedi.
-Sì, adesso vatti a preparare che dobbiamo fare mille cose oggi.- alzo gli occhi al cielo.
-Sì, signora.- vado in bagno e mi faccio una doccia veloce.
Non posso credere che cinque mesi fa Damon mi abbia chiesto di sposarlo e che, dopo aver parlato molto di questo, abbiamo deciso d'organizzare il nostro matrimonio proprio il giorno della vigilia di capodanno.
La sua motivazione è stata: "voglio iniziare l'anno nuovo con la mia nuova, unica e bellissima moglie".
Ovviamente io a quelle parole mi sono sciolta ed insieme abbiamo concordato che il matrimonio si sarebbe tenuto il 31 Dicembre, cioè domani sera, alla Holy Name Cathedral di Chicago.
-Alessia, sbrigati. Non puoi stare tutto il giorno lì dentro, abbiamo cose da fare- la voce di Kate risuona oltre la porta, mentre lei continua a bussare.
Ecco finita la doccia rilassante, credo proprio che questa cosa la dovrò fare quando non avrò Giulia e Kate attaccate a me come due avvoltoi.
-ho finito, arrivo subito Kate- la informo, mentre mi sto mettendo l'accappatoio e l'asciugamano nei capelli.
Mentre mi preparo, penso a cosa starà facendo Damon. Probabilmente Jack, Drake, Claudio, Daniele, Luca e Fabio gli staranno organizzando l'addio al celibato. Spero solo che non si ubriachino e che non ci siano spogliarelliste. Impazzirei se lo venissi a sapere.
Io ho esplicitamente detto a Kate e a Giulia che non volevo un addio al nubilato. Non m'interessa molto festeggiare il fatto che non sarò più single e che fra poco mi sposerò. Io sono felice di stare con Damon e di sposarmi con lui, non serve che mi facciano una festa dove di sicuro ci saranno altri uomini, probabilmente spogliarellisti conoscendo Giulia e Kate.
Quando ho detto che rifiutavo l'addio al nubilato loro, stranamente, hanno detto che se non lo volevo fare andava bene comunque, ''vuol dire che passeremo una serata tra donne'' hanno detto.
In dieci minuti sono fuori dal bagno e appena arrivo in camera scorgo le figure indaffarate di Kate e Giulia che camminano per tutta la stanza, sistemandola e cercando vestiti.
-Sono pronta, ora che si fa?- domando. Non avrei dovuto chiederlo perché Giulia e Kate si fermano immediatamente da ciò che stavano facendo e mi guardano iniziando a parlare:
-Dobbiamo andare a prenotare il parrucchiere per domani mattina- inizia Giulia.
-Dobbiamo trovarti delle scarpe che si abbinino al tuo vestito- l'alterna Kate.
-Dobbiamo portarti a fare l'ultima prova dell'abito- continua Giulia.
-Dobbiamo andarci a provare i nostri abiti da damigelle- Kate sorride a questo proposito. Lei adora provarsi i vestiti, comprare vestiti e abbinare vestiti. Probabilmente è per questo che va tanto d'accordo con Giulia.
Una serie di ''dobbiamo'' si prolunga per molto tempo. ''Dobbiamo andare a scegliere gli accessori, prendere il bouquet, controllare se le fedi sono pronte, comprarti qualcosa di nuovo da indossare, trovare qualcosa di vecchio da farti indossare, trovare qualcosa da prestarti che si abbini al tuo vestito, trovare qualcosa di blu, ecc...''.
Sono state tutto il tempo a parlare e ad elencarmi che cosa dovevamo fare, solo perché glielo avevo chiesto. Probabilmente la prossima volta me ne starò zitta. Sarà cento volte meglio.
Appena usciamo di casa, una Fiat Punto è parcheggiata sulla strada. Kate accende la macchina e la prima cosa che andiamo a fare è dirigerci verso l'atelier per fare l'ultima prova del mio abito da sposa. Spero che mi venga, perché ultimamente sono ingrassata di qualche chilo. Non di molti, ma almeno due chili li ho presi.
Mentre siamo in macchina Giulia ha un'agenda con tutte le cose organizzate e i numeri di tutti quelli che si stanno occupando del catering per il ricevimento.
-pronto? Parlo con la signorina Monique? Oh salve, mi chiamo Giulia. Ho chiamato stamattina per una prenotazione a nome di Alessia Stewart...sì lei, la ragazza che si sposa domani...sì...volevo sapere se per le 15.00 di domani eravate liberi...ok, perfetto anche così...e poi un'altra cosa, ci saremmo anch'io ed una mia amica a farci i capelli, sa...siamo le damigelle della sposa e anche noi dobbiamo essere ben ordinate...ahah sisi, la ringrazio. A domani, grazie ancora.- io e Kate guardiamo Giulia scrivere qualcosa sulla sua agenda e poi ci guardiamo dallo specchietto retrovisore.
-che ha detto la parrucchiera?- domanda Kate.
-oh be', non sono liberi per le 15.00, ma per le 14.30. Oltre ai capelli ci faranno anche la manicure e la pedicure, e per quanto riguarda noi damigelle non ci sono problemi. Faremo lo stesso trattamento della sposa, alla stessa ora della sposa.- apre l'agenda e depenna qualcosa -ed il parrucchiere è andato- sospira.
Appena siamo davanti l'atelier mi viene un groppo allo stomaco.
-ragazze, e se l'abito non mi venisse? Se mi venisse troppo stretto che farei? Insomma, non possono modificare un abito in un giorno e di certo io non ne troverei un altro in tempo. E se non mi piacesse più come mi sta? Oh, non posso pensarci...- mi passo le mani fra i capelli.
-ehi, ehi, ehi, calmati. Andrà tutto bene.- mi calma Giulia.
-sì, l'abito ti starà d'incanto e a te piacerà come la prima volta che l'hai provato- dice dolcemente Kate.
Faccio un piccolo sospiro e poi entriamo nell'atelier, dove Christina ci porta al camerino nel quale è messo il mio abito. Quando entro l'abito è lì. Lo indosso subito e, guardandomi allo specchio, vedo che mi sta bene e che mi piace come la prima volta che l'ho indossato.
È un lungo vestito di seta bianco, con qualche sfumatura chiara di rosa pastello e con scollo a V. Sul seno c'è una decorazione drappeggiata ad X e dietro, sulla schiena, è completamente scoperto fin sopra il fondoschiena.
La commessa che mi ha aiutato a mettere il vestito apre la tenda, facendomi vedere da Giulia e da Kate.
-Oddio Alessia.- Giulia si mette una mano alla bocca e rimane imbambolata a guardarmi.
-Sei...sei meravigliosa Alessia-, Kate si avvicina a me e mi abbraccia. Non posso trattenere le lacrime di felicità ancora per molto.
-Grazie- sussurro uscendo delicatamente dall'abbraccio.
Giulia è ancora ferma che mi guarda ed io faccio un giro completo chiedendogli come mi stia l'abito.
-sei raggiante, Alessia.- a Giulia sono venute le lacrime agli occhi ed io non posso più trattenermi e inizio a piangere con lei. Ci abbracciamo e lei mi accarezza i capelli.
-grazie Giù, ti adoro- la stringo forte a me e sorrido.
-Stop, mi dispiace interrompere questa scena così dolce, però non vorrei che il vestito della sposa si macchiasse con delle lacrime o tantomeno con del trucco colato- ci ammonisce Kate. Io e Giulia ci stacchiamo immediatamente e lei mi da un'altra occhiata, per poi sorridere.
Quando ho tolto il vestito, lo prendiamo e lo portiamo dentro la macchina, facendo in modo che non si stropicci.
-Bene, ora dobbiamo andare a vedere i vostri vestiti, Giusto?- domando e loro annuiscono.
Appena arriviamo all'atelier in cui abbiamo ordinato i vestiti delle damigelle, chiamiamo la commessa e lei ci accoglie. Quando Kate e Giulia vanno provarsi i vestiti, la commessa mi fa accomodare sulla poltrona.
Avevo proprio bisogno di sedermi, sento che il mio corpo sta cedendo. Forse sarà per lo stress che ho accumulato in questa settimana per organizzare tutto o forse perché non ho dormito molto.
Kate entra nella stanza raggiante, con il suo abito viola scuro in pizzo a stile impero, lungo e con decolté nere ai piedi. Le sta d'incanto.
-è stupendo- mi congratulo con lei.
-grazie mille, io lo adoro- fa una giravolta e subito dopo entra Giulia con lo stesso vestito, solo più corto e con le stesse scarpe.
-come sto?- chiede Giulia muovendosi come se stesse ballando -sexy, eh?- fa una smorfia.
-ahah, stai molto bene. Gli abiti corti ti si addicono e specialmente quelli scuri.- sorrido. Ho due damigelle d'onore fantastiche e bellissime. Non vedo l'ora che arrivi domani.
-bene bene, mi piace molto il tuo vestito Kate- Giulia si complimenta con Kate.
-oh, anche a me piace molto il tuo, ti sta d'incanto- le due si abbracciano e poi tornano nei camerini.
Appena escono prendiamo anche i loro abiti e poi andiamo dal fioraio per controllare i bouquet.
-salve- Giulia prende l'iniziativa con il fioraio.
-salve, serve qualcosa?- domanda gentilmente lui.
-Sì, avremmo una prenotazione a nome di Alessia Stewart. Un bouquet grande e due più piccoli ma identici.- mostra il suo sorriso smagliante e lui va a controllare al computer.
-oh, sì. Prego venite. Sono pronti- ci porta in una stanza dove ci sono miliardi di bouquet e composizioni floreali e quando arriviamo davanti al tavolo, ci fa vedere i nostri bouquets.
Il mio bouquet è grande ed è pieno di rose color rosa pastello e dei piccoli boccioli di rose blu. Probabilmente abbineranno le rose blu del bouquet con qualcosa che dovrò indossare dello stesso colore.
I bouquets delle damigelle sono un po' più piccoli e quasi identici, solo che al posto delle rose blu ci sono delle rose violette.
-come vi sembrano?- chiede il fioraio.
-sono...sono bellissimi- scoppio in lacrime e abbraccio il fioraio -grazie, grazie- singhiozzo in mezzo alle lacrime -è davvero un gentiluomo- lo stringo forte.
-oh, è il mio lavoro signorina- dice semplicemente il fioraio.
Mi slaccio dall'abbraccio improvviso e ritorno a guardare i bouquets sorridendo.
-li prendiamo ora?- domando tranquilla come se non fosse appena successo nulla.
Giulia e Kate si scambiano un occhiata e dopo rispondono.
-noi pensavamo di prenderli domani prima della cerimonia, così non si seccano- annuisco e poi sorrido.
-ok, va bene.- mi giro verso il fioraio -la ringrazio ancora di tutto-.
-di niente. Spero che il giorno di domani le rimanga impresso per sempre, auguri.- sorrido annuendo e poi mi dirigo fuori dal negozio con Kate e Giulia.
-ma che ti è preso là dentro?- chiede Giulia.
-niente...che cosa è successo?- se si riferisce al fatto che ho abbracciato, non lo so nemmeno io il perché.
-ti sei messa a piangere e hai abbracciato il fioraio- mi ricorda Kate abbastanza scioccata, mentre entriamo in macchina.
-ero...felice...- mento.
-certo che in questi giorni sei strana forte- sussurra Giulia.
Appoggio la schiena allo schienale della macchina e chiudo gli occhi, addormentandomi subito dopo in un sonno più che profondo.
-Alessia, sveglia, siamo arrivate a casa- apro gli occhi e vedo casa mia fuori dalla portiera e Kate e Giulia con mille borse.
-di già? Ma non dovevamo andare a prendere tutte le altre cose?- domando cercando di svegliarmi.
-abbiamo fatto tutto noi. Vieni dentro dai.- annuisco ed esco, seguendo Giulia dentro casa.
Non ci posso credere. Ma che è successo qui? C'è un casino. Vestiti e scatole ovunque. Metto le mani fra i capelli.
-che c'è Ale?- Kate si avvicina a me e mi guarda stranamente.
-ma che cos'è tutto questo casino?- dico a voce abbastanza alta. Kate gira gli occhi verso la stanza e poi mi risponde.
-i vestiti li lasciamo appesi sulla porta cosicché non si stropiccino, in quanto agli scatoloni...- si ferma e li guarda -be', sono tutte le tue cose e gli addetti al trasloco li verranno a prendere dopo il matrimonio. In fondo ti devi trasferire in un altra casa, o sbaglio?- dice ironicamente lei.
-si...hai ragione, scusa.- abbasso la testa -è meglio che vada a riposare, sono stanca.- salgo le scale e vado in camera. Mi siedo delicatamente sul letto e mi distendo poggiando la testa sul cuscino.
Prendo il telefono e guardo che ore sono, è ora di pranzo. Damon non mi ha scritto. Quanto vorrei sapere cosa sta facendo in questo momento. Probabilmente si starà divertendo con i suoi amici, mentre io sono qui che cambio carattere da un momento all'altro e con il corpo che cade a pezzi per non so quale ragione.
Decido di fargli una semplice chiamata. Ho voglia di sentirlo e dato che non posso vederlo perché porterebbe sfortuna, almeno voglio parlarci al telefono.
-ehi- dico con voce flebile. Qualcuno risponde dall'altra parte del telefono, ma purtroppo non è chi mi aspettavo che fosse.
-Sono Drake, non si disturba lo sposo il giorno prima del matrimonio. Abbiamo molti impegni, sai...un addio al celibato da preparare.- in sottofondo si sentono delle proteste. Probabilmente è Damon che si sta lamentando con Drake per riavere il telefono.
-ah, ok. Volevo solo parlare un po' con lui... ma va bene, salutamelo.- la mia voce e bassa e le mie forze mi stanno abbandonando.
Prima che possa dire qualcosa, riattacco e scoppio in lacrime. Sono molto sensibile in questi giorni e non so il perché. Mi sento debole ed ogni cosa che succede attorno a me, o mi fa arrabbiare o mi fa piangere.
-Alessia volevo chied...- Giulia entra con degli accessori in mano e appena mi vede li posa subito per poi venire da me.
-Alessia, che succede? Perché stai piangendo?- è preoccupata e lo si capisce dal suo tono di voce e dalla sua faccia.
-Non lo so- singhiozzo -ho chiamato Damon, ma a ha risposto Drake e poi io...e noi- mi metto le mani davanti agli occhi ed inizio a piangere come una fontana.
-Alessia calma, sei solo stressata per tutta questa storia del matrimonio, vedrai...domani ti passerà- alzo di scatto lo sguardo verso di lei.
-NO.- sbotto -NON SONO STRESSATA PER NIENTE- mi alzo dal letto - io NON sono stressata. Io sto bene- mi metto le mani tra i capelli -È da quasi tre giorni che non lo vedo e lui non mi ha fatto parlare con Damon. Io ho BISOGNO di parlare con lui.- prendo i cuscini e li scaravento a terra -Non mi ha fatto parlare con Damon- ripeto a voce più bassa- mi siedo a terra con la schiena rivolta al letto -ho bisogno di sentire la sua voce, ho bisogno di sentirlo qui con me.- mi chiudo sulle ginocchia ed inizio a piangere.
-Alessia...- Giulia si viene a sedere accanto a me -respira- mi accarezza i capelli ed io mi appoggio alla sua spalla cercando di calmarmi -andrà tutto bene. Lo chiamerò io stessa e ti ci farò parlare se ne hai tanto bisogno.- mi rassicura ed io annuisco singhiozzando.
-Ora riposati, non fa bene piangere prima del matrimonio- ride Giulia e lo stesso faccio anch'io. Mi rimetto nel letto e lei mi porta i cuscini che erano finiti a terra.
-Riposati- sorride dolcemente ed io annuisco. Esce dalla stanza lasciandomi sola. Mi rannicchio nel letto e chiudo gli occhi, cercando di non pensare più a niente e a nessuno.
Devo rilassarmi. Sono solo stressata per il matrimonio, è normale. A tutte è capitato almeno una volta. In fondo, non ci si sposa ogni giorno nella vita.
* * *
-Ale, svegliati-.
-mh- mugugno ancora presa dal sonno.
-svegliati, c'è Damon al telefono. Vuole parlare con te.- apro gli occhi e prendo immediatamente il telefono. Giulia esce dalla stanza lasciandomi sola.
-piccola- la sua voce. È davvero lui. Damon.
-ehi- dico felice.
-stavi dormendo?- domanda sapendo già la risposta.
-Sì-.
-scusa se oggi non ho risposto, quel cretino di Drake mi aveva preso il telefono-.
-tranquillo- lo rassicuro.
-dopo quella telefonata Drake mi ha detto che avevi una voce strana ed io stavo per chiamarti, quando mi ha chiamato Giulia per dirmi ciò che era successo...- oh, no. Glielo ha detto. E adesso che penserà di me? Probabilmente che sono una bambina capricciosa che piange e si arrabbia per tutto.
-Damon io...-.
-tranquilla, è normale essere agitati. Anch'io sto male. Non ti vedo da tre giorni e sto già impazzendo. Vorrei essere lì per baciare le tue labbra e giocare con i tuoi capelli.- la sua voce è triste.
-anch'io vorrei fare tutto questo e molto di più- sento una lieve risata dall'altra parte del telefono.
-volete stare un po' zitti voi? Sto cercando di parlare con la mia futura moglie.- sento dire a Damon.
Essere chiamata così mi fa sorridere. Mi rilasso -ti stanno organizzando l'addio al celibato?- uno sbuffo sonoro si sente dall'altra parte del telefono.
-si-.
-quante spogliarelliste ci saranno?- domando ironica.
-non lo so e non lo voglio sapere. Non voglio partecipare a questa cosa. Piuttosto tu? Le tue amiche quanti spogliarellisti hanno chiamato?- domanda con una punta di gelosia.
-nessuno- mi sistemo meglio sul letto -ho detto di non voler fatto un addio al nubilato. Non m'interessa. Di sicuro guarderemo un film e mangeremo pop corn- ed è la verità.
-capisco senti ti volevo chiedere...- mi sta per salire un conato di vomito.
-Damon, devo andare, ti richiamo dopo scusa- la mia voce è abbastanza anti-sgamo visto che ho una mano davanti la bocca.
Corro in bagno e mi chiudo a chiave. Inizio a vomitare, portandomi via pure l'anima. Ok, adesso mi sto davvero iniziando a preoccupare.
Che cos'ho?
Dall'altra parte della porta sento qualcuno parlare al telefono, cerco di sentire di chi si tratta -No Damon, è in camera sua, l'ho lascia... no aspetta, non c'è più...Non lo so dov'è...aspetta- un silenzio istantaneo e poi ricomincia -Alessia, Alessia dove sei?- apre tutte le porte e poi bussa in bagno.
-Alessia sei qui?- domanda.
-Sì- cerco di essere più sana possibile.
-che fai in bagno?- domanda preoccupata.
-oh niente, avevo bisogno di...andare in bagno, sì, era urgente-.
-sicura?- domanda.
-Sì, vai tranquilla e di' a Damon che lo richiamerò dopo- lei mi crede e riesco a sentirla rassicurare Damon.
Per fortuna i conati di vomito si sono arrestati. Dopo aver scaricato, vado davanti allo specchio e rimango paralizzata. Ho la pelle bianca, sembro un cadavere e ho delle occhiaie pronunciate sotto gli occhi.
Ma dico io, perché devono capitare tutte cose a me? Domani mi devo sposare ed oggi mi sento così. Uno schifo.
''Fantastico'', esulto tra me e me.
Esco dal bagno e fortunatamente né Giulia, né Kate sono nei paraggi. Vado in camera a prendere una vestaglia per tenermi calda, in fondo siamo a Dicembre, e poi scendo andando in cucina e trovando Kate con l'agenda di Giulia e Giulia che parla al telefono con qualcuno.
Mi appoggio allo stipite della porta e appena Kate mi vede, mi viene subito incontro.
-Alessia, stai bene? Sembri un cadavere...- alla faccia della sincerità.
''Grazie Kate, come se già non lo sapessi'', dice sarcastica la mia me interiore.
-lo so Kate, non so che mi prende...è da giorni che sto così ed oggi è peggiorato.- mi seggo sulla sedia.
-di che parli? Che cosa è peggiorato?- domanda sedendosi accanto a me.
-da giorni mi sento strana, come se ogni volta che qualcuno mi fa qualcosa, questa influisse sulle mie emozioni. Divento molto sensibile e irritabile se qualcuno fa la qualunque cosa...- riprendo fiato -non riesco a stare in piedi perché mi fa male tutto il corpo e prima, in bagno, ho anche vomitato- Giulia alza la testa.
-COSA?!- si alza di scatto -perché non me lo hai detto? Damon era preoccupato. Io ero preoccupata.- alza la voce.
-è per questo che ho fatto finta di niente, avresti detto tutto a Damon e lo avresti fatto preoccupare. Io non voglio che si preoccupi il giorno prima del nostro matrimonio, anzi, tutto il contrario. Deve divertirsi e anche molto.
-Sì ma...- la blocco.
-niente ma, ti prego. Non sono in vena di ascoltare una paternale. Ho fame- mi alzo e vado alla dispensa.
Prendo i sandwich e poi dal frigo, i salumi, i formaggi, i wrustel e della carne.
Giulia e Kate mi guardano sperimentare, ma senza parlare.
Dopo aver cotto la carne, prendo un sandwich e metto al suo interno prosciutto cotto, sottiletta, salame, maionese, wrustel, hamburger e bacon. Chiudo tutto e poi, dopo aver posato tutto, mi seggo a tavola per mangiare.
-che c'è? Perchè mi guardate così?- chiedo dopo aver addentato un pezzo di panino.
-abbiamo un piccolo dubbio...- alzo un sopracciglio ed inclino la testa.
-e sarebbe?- si guardano e poi dicono all'unisono una cosa che per poco non mi fa strozzare.
-non è che sei incinta?-.
Inizio a tossire e a guardarle come se fossero delle pazze. Bevo un bicchiere d'acqua e dopo aver ripreso a respirare regolarmente parlo.
-Ma siete forse impazzite?! Io, incinta? No, impossibile!-.
Giulia mi guarda e poi Kate inizia a parlare -no Alessia, non è impossibile. A meno che tu non sia sterile non è impossibile, e per fortuna non lo sei. Pensaci bene, c'è stata una volta che tu e Damon lo avete...-.
-no Kate, abbiamo sempre usato la protezione, non c'è stata mai una...aspetta...no- mi fermo.
-ma non può essere, vero che non può essere?- domando più a me stessa che a loro.
-che succede?- domanda Giulia.
-due settimana fa quando siamo andate a quella festa, vi ricordate?- annuiscono -ecco, io e Damon ce ne siamo andati prima e siamo andati a casa sua e lo abbiamo fatto senza protezione, ma non pensavamo che sarei rimasta incinta per una volta.- metto una mano tra i capelli.
-beh, forse è successo.- dice tra sé e sé Kate.
Giulia alza il capo verso di me -non possiamo esserne sicure fino a quando non fai il test. Se vuoi posso andare io stessa in farmacia e toglierci così questo dubbio.- non rispondo e lei capisce che sono abbastanza sconvolta per parlare.
-ok, io vado. Tu Kate rimani qua. Se chiama qualcuno per sapere di Alessia, di' che sta riposando perché ha avuto una giornata stressante, e tu- mi punta il dito contro -stai buona e non impazzire. Risolveremo questa cosa in poco tempo.- detto questo esce di casa, lasciandomi con la fidanzata di mio fratello, nonché mia amica e damigella.
Sono seduta su questo gabinetto da 2 minuti, nell'attesa che questo test mi indichi se sono o meno incinta. Ho una costante paura di essere incinta. Non che io non voglia avere un figlio da Damon, ma non avrei mai pensato di averlo a diciotto anni, semmai a ventitré o ventiquattro.
-quanto ci vuole?- domanda Giulia, seduta sul pavimento, vicino alla vasca.
Kate prende il foglietto delle istruzioni tra le mani -qui dice che il risultato del test può essere letto dopo 3-5 minuti dall'aver fatto tutto quel procedimento di prima.- sbuffa.
-siamo qui da cinque minuti, non è meglio controllare?- continua Giulia, guardandomi negli occhi.
-Io non ce la faccio...- mi alzo -non posso farlo... è troppo- mi passo le mani tra i capelli e poi inspiro ed espiro.
-Alessia, se vuoi lo facciamo insieme- dice Giulia venendo vicino a me -in fondo siamo migliori amiche sia nelle belle, che nelle brutte situazioni.- sorride -Affrontiamo la cosa insieme, come abbiamo sempre fatto.- mi prende per mano e mi rassicura. Annuisco e lei prende il test in mano.
-al mio tre?- annuisco -1...2...3- lo gira ed io apro gli occhi.
Il mondo mi cade addosso. Non è possibile. Sento le gambe pesanti, così mi accascio a terra con le gambe distese.
-positivo- dice Giulia.
-Avrò un figlio. Diventerò madre.- alzo gli occhi verso di loro e loro annuiscono sorridendomi.
Giulia si abbassa e mi prende per mano -tu e Damon diventerete genitori.- io e Damon, marito e moglie, genitori. Le cose stanno succedendo troppo velocemente. Non ci posso credere. Il sogno di Damon di diventare padre ed il mio di diventare madre si è avverato un po' troppo presto, è vero, ma si è avverato.
Le lacrime di felicità escono ininterrottamente bagnando le mie guance. Abbraccio Giulia e la ringrazio per essere stata sempre con me e per avermi sempre aiutato in tutto.
-è questo che fanno le amiche e le sorelle- risponde solamente ed io le do ragione.
Mi sposto verso Kate e abbraccio anche lei, ringraziandola d'essere entrata nella vita di mio fratello e di aver cambiato la sua e la mia vita.
Dopo aver asciugato le lacrime ed essere ritornata in me, vado nella mia camera seguita da Kate e Giulia.
-quando lo dirai a Damon?- sento domandare.
-domani, domani quando ci scambieremo le promesse. - sorrido raggiante. Da oggi dovrò occuparmi di un piccolo esserino che cresce dentro di me. Nostro figlio. Il nostro piccolo.
-ok, ma chiamalo adesso. Prima era preoccupato per te, digli che va tutto bene e che...- Kate la ferma.
-Giulia...io credo che Alessia sappia cosa dire al suo futuro marito. Non credi?- domanda.
-oh, sisi, scusa.- Giulia si avvicina a me -io vado a dormire, ci vediamo domani sposina mia.- mi da un bacio sulla guancia ed io le sorrido pienamente.
-grazie ancora- mi saluta ed esce fuori dalla stanza.
Kate scuote la testa -sempre la solita- rido.
-già-.
-Io ti lascio dormire adesso. Ci vediamo domani. Ti raccomando, non fare tardi e riposati. Non vorrei mai vederti con le occhiaie domani.- ride e fa il segno della croce.
-ahah ok- l'abbraccio -grazie ancora, di tutto.- distende le labbra in un lungo sorriso e spalleggia.
-di niente- mi da un bacio e poi mi lascia sola.
Invio un messaggio a Damon per vedere se può parlare o se è impegnato.
MESSAGGIO A DAMON
*Ehi, sei sveglio? Posso chiamarti?*
La risposta al messaggio non arriva, solo una chiamata.
-Piccola, come stai? Tutto bene? Mi hai fatto preoccupare prima.- le domande arrivano a raffica ed io entro in confusione.
-ehi, calmo. Sto bene, prima dovevo solo andare in bagno, la tenevo per molto tempo e non ce la facevo più.- rido per la balla che ho appena inventato.
-non lo fare mai più, mi hai fatto preoccupare. Pensavo stessi male.- la voce è sincera e dolce come sempre.
-Capisco, che fai?- domando cambiando discorso.
-sono seduto sul divano ed ascolto quei cretini dei nostri amici fare baldoria con le ragazze- dalla sua voce sembra scocciato. Probabilmente non vorrà partecipare all'addio al celibato e invece gli altri lo hanno costretto a farlo. Ma aspetta, ha detto ragazze?
''Alessia calmati, Damon non sta facendo niente, altrimenti non starebbe parlando con te'', mi rilassa la mia mente.
-e tu che fai di bello?- domanda.
-ti penso.-
Sento un sospiro dall'altra parte del telefono. -manca poco, finalmente domani ci sposiamo e potremo iniziare l'anno nuovo da marito e moglie.- e figlio, vorrei aggiungere.
-non vedo l'ora.- sbadiglio. Di sicuro il piccolo si è stancato troppo oggi e vuole dormire.
-hai sonno?-.
-un po'...sai, è stata una giornata parecchio stressante. Non sai che cosa significhi stare tutto il giorno con Giulia e Kate.- rido.
-Immagino... non vedo l'ora di vederti con l'abito bianco, domani.- ed io non vedo l'ora di vederti in smoking, penso.
-ed io non vedo l'ora di rivederti-.
-Buona Notte, piccola.-
-Notte amore-.
* * *
Mi rigiro nel letto ancora una volta. Non sono riuscita a prendere sonno stanotte. Non voglio immaginare le occhiaie che mi sono spuntate.
Ero troppo nervosa per dormire. Di sicuro ora Giulia e Kate se la prenderanno con me perché non mi sono riposata abbastanza, o per niente. Prendo il telefono e controllo che ore sono. Le 10.15. Fantastico.
Alzo gli occhi al cielo e dopo mi alzo per andare in bagno. Sono pessima. Le occhiaie sono pronunciate, spero che le truccatrici riescano a coprirle altrimenti potrei pensare di non presentarmi al matrimonio.
"Ma che stai dicendo? È una vita che aspetti questo momento e adesso ti vuoi ritirare solo per due occhiaie?", hai ragione. Non posso fare così, è solo che sono nervosa e non so che fare.
-la mia sposa è sveglia?- domanda Kate dall'altra parte della porta.
Appena mi vede sobbalza.
-o mamma, Alessia, ma che ti avevo detto?- spalanca le labbra.
-non sono riuscita a prendere sonno.- Forse i primi dieci minuti, dopodiché è stato un susseguirsi di giri e rigiri.
-questo pomeriggio diremo alle truccatrici di far sparire queste occhiaie, ma senza farti sembrare una bambola-.
Annuisco e poi scendo in cucina.
-giorno Giul... Che stai facendo?!- nella tavola ci sono cornetti, latte, frutta, fette biscottate con nutella ed io ho la bocca spalancata dallo stupore.
-oh, buongiorno Alessia.- Giulia si accorge di me e viene a salutarmi -vieni, mangia. Hai bisogno di sfamare quel piccolo dentro di te-.
Non ci posso credere. Ha preparato tutto questo per me perché sono incinta? Io spero lei stia scherzando. Capisco che ho bisogno di mangiare per due persone, ma così è davvero esagerato.
-Giulia...non è il caso di preparare tutte queste cose.- prendo una fetta biscottata e la marmellata di fragole -mangerò solo questa-.
-ma hai bisogno di mang...- la fermo.
-Giulia, lo so che tu tieni a me e che sei felice che io sia incinta, ma sinceramente, so quel che faccio. Se ti dico che non ho bisogno di tutto questo, semplicemente , non è ho bisogno.- mi alzo e vado nel soggiorno a distendermi nel divano, lasciando Giulia in cucina e con una tavola piena di cibo.
Kate scende in fretta e super agitata dalle scale, venendo da noi -Ragazze preferite gli orecchini piccoli argentati o i pendenti?- li tiene in mano ed io la guardo.
-Io direi i pendenti.- rispondo.
-concordo con Alessia, ti stanno meglio.- si unisce Giulia.
-Allora pendenti aggiudicati, grazie- e sale di nuovo sopra.
È strano come le mie damigelle siano più nervose di me oggi. Di solito dovrebbe essere la sposa a preoccuparsi se qualcosa va storto o meno, perché quella che ci rimetterebbe di più sarebbe lei e non le sue damigelle.
''Sì, ma niente andrà storto.'', mi conforta la mia testa.
-Alessia- poso lo sguardo su Giulia che si è appena seduta sul tavolino di fronte a me.
-mh?- brontolo.
-scusa per prima, sono stata troppo impulsiva. Avrei dovuto chiederti il permesso. È solo che non sono abituata a vedere una mia amica in questo stato e quindi non so come comportarmi- abbassa il capo.
-Giù, se è per questo nemmeno io mi sono mai vista in questo stato e di fatto non so come comportarmi. Non è stata colpa tua.- le prendo la mano e le sorrido.
-ok, allora... hai già scelto il nome?- ci risiamo.
-ma se non l'ho nemmeno detto a Damon...- le faccio notare.
-ah, giusto. Ma ci hai pensato?- alzo gli occhi al cielo e mi distendo di nuovo sul divano.
-no, Giulia. Non ci ho pensato e non ci penserò fino a quando non saprò che cosa ne pensa Damon di questa storia.- sento un sospiro e poi si alza.
-ok, io vado a vedere com'è la chiesa. Sai, deve essere tutto perfetto quando saremo là.- annuisco.
-ok, fammi sapere- appena lei esce, io chiudo gli occhi e mi addormento. Finalmente riesco a prendere sonno.
* * *
-Alessia, dai dobbiamo andare o faremo tardi all'appuntamento- urlano Kate e Giulia dal piano inferiore.
-sto arrivando- scendo le scale chiudendomi il giubbotto e sistemando la borsa sulla mia spalla. Una persona non può nemmeno farsi la doccia in pace.
Le strade sono trafficate. Di sicuro staranno andando tutti al ristorante o dai familiari per capodanno. Dopo un quarto d'ora, arriviamo dalla parrucchiera.
-buon pomeriggio- salutiamo appena entriamo. Rimango un po' sbalordita per la grandezza di questo posto.
-salve, avremmo una prenotazione a nome di Alessia Stewart- Giulia si avvicina al bancone dove, credo una commessa, ci accoglie.
La signorina controlla nel computer e poi le rivolge un sorriso -Ah, sì. Lei dev'essere Giulia. Piacere, Monique, del Monique's Salon & Spa-. Non è decisamente una commessa.
-oh piacere, mi scuso per il ritardo, ma c'era traffico.- Giulia è imbarazzata.
-tranquilla, allora...chi è la sposa?- domanda guardando me e poi soffermandosi su Kate e sorridendole.
-guardi dall'altra parte- Kate indica me e Monique si gira sorridendo. Perché pensava che fosse Kate la sposa? Forse perché è più bella di me. Sì, è sicuramente per questo. Io non sono all'altezza di essere una sposa secondo lei? Sono troppo meno bella per i suoi gusti, forse.
-Piacere, Monique- mi porge la mano ed io gliela stringo.
-Alessia- mormoro.
-Allora, volete seguirmi? Iniziamo subito- annuiamo e Monique ci porta in una stanza a parte, dove ci fa sedere su delle poltrone comodissime.
-fra poco arriveranno le mie colleghe, voi intanto fate come se foste a casa vostra- ci sorride e poi esce dalla stanza, lasciando me, Kate e Giulia da sole.
-pensava che fossi io la sposa- ride Kate.
-ahah si, ma l'hai vista? Ti ha sorriso come se già sapesse tutto di te- la deride Giulia.
-non è carino ridere delle persone che hanno fatto uno sbaglio- borbotto togliendomi il giubbotto.
-Sì, ma devi ammettere che è stato esilarante- risponde Giulia.
-per niente- sbuffo.
Entrano in stanza tre commesse, sono tutte molto alte e magre. Si presentano e poi ci dicono di levare le scarpe per iniziare a fare la pedicure.
Chiudo gli occhi e mi rilasso mentre un altra ragazza mi sta lavando e massaggiando i capelli.
È una sensazione paradisiaca questa. Non credo di resistere ancora per molto.
Il mio telefono suona, chi sarà a quest'ora?
-pronto?-
-sorellina, che fai di bello?-
-oh, ciao Jack- metto il telefono di lato e mimo a Kate ''è Jack", lei subito si raddrizza. Poi continuo a parlare.
-come mai mi chiami a quest'ora?- domando.
-volevo chiederti come stavi e come ti sentivi. Sei agitata? C'è qualche novità?- no, non molto e comunque niente d'importante, sono solo incinta.
-un po'. Comunque, nessuna novità-.
-capisco, ti sei divertita ieri sera all'addio al nubilato?-.
-in realtà non l'ho fatto. Non mi andava.- ma perché mi chiede dell'addio al nubilato? Dovrei essere io a domandare a lui.
-piuttosto, com'è andato l'addio al celibato di Damon, ieri?- sorrido mentre lo dico perché l'estetista mi sta facendo il solletico ai piedi.
-oh, benissimo. Damon si è divertito con una bruna da urlo-.
Una bruna da urlo? Che? Ma se mi ha detto che era al divano ad annoiarsi e che non voleva partecipare a queste marachelle.
-no, lui mi ha detto che voi stavate con le ragazze, mentre lui si annoiava- me lo ha detto lui, ed io gli credo.
-ma secondo te al suo addio al celibato, lui si annoia? Sorellina, per te questa festa non significherà niente, ma per noi maschi è l'unica festa in cui abbiamo il permesso di divertirci con tutte le ragazze del mondo. E credimi...lui si è divertito moltissimo- sento qualcuno parlare da lontano dall'altra parte del telefono.
-Sì, sto parlando con la tua futura moglie, nonché mia sorella. Le ho raccontato ciò che hai fatto ieri...oh no, non mi prenderai il telefono...- delle risate da parte di mio fratello -Alessia, ci vediamo stasera se non sarai molto arrabbiata con Damon- ride ancora e poi riattacca.
Poso il telefono sul mobiletto accanto alla mia poltrona e faccio un lungo respiro. Kate e Giulia mi stanno guardando interrogative.
Non le calcolo e aspetto che l'estetista finisca di fare sia la manicure che la pedicure.
-ecco- dice soddisfatta.
Guardo le unghia delle mie mani e su di esse c'è una base color pelle ed una french bianca. Sull'anulare è riportata una decorazione a rete con delle rose color carne in 3D. Al centro di ogni rosa c'è un piccolo brillantino che da luce alla nail art.
Guardo i miei piedi e sono molto più sistemati di come li avevo prima. Sulle unghia sono disegnate delle semplici french senza decorazioni aggiuntive.
-bellissime- sorrido.
-se vuole seguirmi, finiamo di farle i capelli e poi abbiamo finito- mi informa la parrucchiera.
Mentre lei mette a riscaldare la piastra per i boccoli, io mi alzo e vado a sedermi in sull'altra poltrona. Subito dopo lei inizia a dare una spuntatina sulle punte dei miei capelli e, dopo aver finito, prende il phon e il pettine ed inizia ad asciugarli e in contemporanea a lisciarli.
Dopo aver lavorato per più di mezz'ora sui miei capelli, la parrucchiera mi annuncia che abbiamo finito. Mi guardo allo specchio ed ha lasciato la parte superiore dei capelli lisci, mentre nella parte inferiore ha fatto dei boccoli pronunciati. Poi ha preso una ciocca dalla parte destra dei miei capelli e l'ha acconciata dietro la testa, fermandola con un piccolo fermaglio con piccole gemme blu.
-stupendo- sbatto le palpebre incredula. Non immaginavo che riuscisse a trasformare i miei semplici capelli, in questo. Cioè, io faccio sempre i boccoli, ma in quest'acconciatura stanno da dio.
-sei bellissima Alessia- mi lusingano Kate e Giulia guardandomi sorridendo.
-grazie.- prendo il telefono e controllo l'orario, sono le 16.30 e noi dovremo essere alla chiesa tra 3 ore e ancora non mi sono truccata, nè mi sono messa il vestito, né ho preso il bouquet dal fioraio.
-Monique...- la fermo e lei si gira sorridendomi.
-oh, sei bellissima- mi muove un po' i capelli.
-grazie, volevo chiederle...so che la mia amica Giulia ha detto di aver preso solo l'appuntamento per i capelli, la manicure e la pedicure, ma se mi potesse anche truccare mi farebbe un piacere, non credo abbiamo prenotato nessuno per farlo... e sinceramente- mi avvicino di più a lei -non ho intenzione di farmi truccare né da Giulia, né da Kate.- sussurro.
-Alessia, stai tranquilla. Giulia ha prenotato tutto, ma proprio tutto. Hai anche il trucco incluso nel prezzo. Quindi, non preoccuparti e vai a farti truccare.- me lo dovevo immaginare questo da Giulia, ma per una volta sono felice, almeno non ho niente di cui preoccuparmi.
Vado a sedermi su un altra poltrona, oggi non ho fatto altro che alzarmi ed andarmi a sedere sulle poltrone.
Aspetto la truccatrice che per fortuna arriva dopo poco tempo ed inizia a truccarmi. Dallo specchietto vedo qualcosa, ma ogni volta che alzo gli occhi per guardare lo specchio, lei mi dice quasi sempre di tenerli parzialmente abbassati.
-Alessia, noi siamo pronte.- mi chiama Kate.
-ok, chi delle due va a prendere il bouquet e poi mi viene a prendere?- domando tenendo gli occhi alzati normalmente, mentre la truccatrice mette il blush sulle mie guance.
-io vado a prendere il bouquet con Giulia, dopo veniamo qua e prendiamo te. Subito dopo andremo a casa a prepararci. Fai in modo di essere pronta quando arriviamo, non vorrai mica arrivare in ritardo al tuo matrimonio.- mi ammonisce Kate.
-ma ancora mancano meno di tre ore, Kate. Non ti preoccupare.- la tranquillizzo ma invano.
-no, meno di tre ore equivalgono a due ore e qualche cosa, non posso permetterti di arrivare in ritardo al tuo matrimonio perché: uno, Damon si prenderebbe un infarto e penserebbe che non vuoi sposarlo, e due, tuo fratello mi ammazzerebbe perché gli ho promesso che ti avrei portata in tempo.- la sua voce è alta quanto basta.
-ok, ok, capito. Sarò pronta quando arriverete.- distolgo lo sguardo da lei e ritorno a pensare a ciò che farò appena arriverò all'altare e a come dire a Damon che porto suo figlio in grembo.
-bene- sussurra contenta Kate e poi lei e Giulia escono dal salone.
-un po' dura la tua amica- ride la truccatrice.
-già...e non hai visto l'altra, sono un inferno. Non si può stare nella stessa stanza dove sono loro, ti comandano a bacchetta e devono avere sempre ragione. Una è peggio dell'altra, credimi...non ti auguro di passare nemmeno dieci minuti con loro.- rido e lei lo fa con me a ruota.
Tra una chiacchiera e l'altra, abbiamo finito il trucco, la parrucchiera ha sistemato qualche boccolo che si era sciolto, mettendogli la lacca e l'estetista ha dato un ultima occhiata alle unghia delle mani per vedere se era tutto apposto e, per fortuna, è stato così.
Dopo aver ringraziato tutti, esco dal Monique's Salon & Spa e mi dirigo nella macchina di Kate, che mi sta aspettando un po' agitata.
-che succede Kate?- domando.
Lei parte subito e quasi non mi viene un infarto -rallenta, ti prego, sto per vomitare- dico con la nausea.
-Scusala, è agitata, sai...abbiamo meno di due ore per prepararci.- mi informa Giulia.
-capisco-.
Arrivate in casa, vado il più velocemente possibile in soggiorno, seguita da Kate e Giulia.
-dai, che dopo dobbiamo prepararci anche noi- adesso è Kate che mi sta facendo esasperare con la sua fretta.
Mi spoglio rimanendo solo in intimo.
-tieni- Giulia mi passa la giarrettiera bianca che indosso subito alla gamba.
Subito dopo mi aiutano ad entrare nel vestito da sposa che, fortunatamente mi sta ancora bene. Ci credo, è passato solo un giorno da quando l'ho provato. Chiudono la cerniera e poi mi sistemano i capelli. Dopo aver messo le scarpe mi sistemo meglio il vestito e poi le guardo.
-bellissimo- sorridono.
-ok, adesso andate a prepararvi. Non posso sposarmi senza le damigelle.- loro annuiscono e corrono a prepararsi.
Dopo quasi un'ora e mezza siamo fuori casa e dentro la macchina di Kate. Io ho il bouquet fra le mani e i capelli sparsi per tutta la spalla.
Prima di uscire di casa ho dato un ultima controllata sia al trucco che hai capelli. Tutto intatto.
Mentre camminiamo per la strada per arrivare alla Holy Name Cathedral, io sono immersa nei miei mille pensieri e dubbi.
Sono emozionata di andare a sposarmi con Damon, non potrei essere più felice di diventare sua moglie e di passare tutta la mia vita con lui, ma nello stesso momento non potrei che esserne più triste.
Se mai, un giorno, Damon dovesse stancarsi di me e andrà a stare con un altra donna, io probabilmente ne morirei. Ne morirei perché penserei a tutto ciò che abbiamo passato in questi anni per stare insieme e per me, in quel caso, tutto ciò diverrebbe soltanto un inutile ricordo dal quale è meglio staccarsi.
Io non esigo che lui stia per sempre con me, nessuno può stare così tanto con una persona e so che prima o poi lui si stancherà di me. Ma se mai dovesse andarsene, io esigo che lui non abbandoni suo figlio e che continui ad essere un padre presente.
Io potrò superare questa cosa con dolore e tristezza, ma non voglio che nostro figlio sia coinvolto in questa storia.
Siamo fermi al semaforo e Kate mette una musica rilassante alla radio della macchina. Mi ci voleva proprio. "Grazie Kate", la ringrazio mentalmente.
Un altra cosa a cui penso sarà come dire a Damon che sono incinta. Ovviamente sono nervosa per questa cosa perché non so se lui vuole un figlio, so che ne vuole uno perché me lo ha detto, ma non so se lo vuole adesso. Noi da quando stiamo insieme non abbiamo mai parlato di avere un figlio, quindi non so proprio cosa fare. Ho paura che se glielo dirò, lui si arrabbierà e mi lascerà subito.
"Mamma mia, quanto sei insicura. Tu diglielo e basta, non pensare a cosa succederà dopo, perché non sai se penserà ciò che hai pensato tu", mi rimprovera la mia me interiore.
Ci siamo fermati. O no. No. Non ce la faccio. Ritorniamo a casa per favore? Ti prego non fatemi entrare la dentro, ci ho ripensato. Il matrimonio lo rimandiamo, forse potrò ritornare qua fra due o tre anni.
-Alessia, vuoi scendere?- chiede Kate impaziente.
Scuoto la testa in segno di negazione.
-Dai Alessia, non fare la bambina. Hai diciotto anni ormai e, se non sbaglio, hai detto tu stessa che ti volevi sposare con Damon. Quindi adesso non è il momento di tirarsi indietro. Dai andiamo- Kate mi porge la mano che guardo un po' insicura.
-ok...- mormoro uscendo dalla macchina e prendendo la sua mano.
Ce la posso fare, come ha detto Kate, io ho diciotto anni e non posso retrocedere ad una situazione come questa.
Cammino a braccetto con le mie due damigelle, fino a quando non vedo una figura alta e muscolosa.
-Jack!- attiro la sua attenzione.
-oh, sei qui...mi stavo preoccupando- viene e mi a abbraccia -sei bellissima- mi fa fare un giro completo ed io rido.
-grazie-.
-Damon è agitato la dentro, ti sta aspettando come tutte le altre persone nella sala- spero non ci siano molte persone. La mia famiglia è piccola perché composta solo da mio fratello e alcuni cugini. La famiglia di Damon, invece, è composta dai suoi genitori, cugini, nonni ecc...
-ok, adesso sono qui.- sorrido -non deve dubitare di ciò che voglio- sento le guance andare in fiamme.
-parla quella che non si voleva presentare- ridacchiano Kate e Giulia, ed io le guardo male e poi rido.
-ah davvero?- mi guarda Jack e sul suo volto spunta un sorriso divertito.
-sta zitto tu- rido dandogli un colpo sul petto.
Non posso immaginare che Damon si trovi dall'altra parte della stanza preoccupato, mentre io sono qui che rido con le mie damigelle e con mio fratello.
Ho un desiderio irrefrenabile di entrare la dentro per rivederlo, per baciarlo e per dirgli tutto ciò che mi hanno fatto passare Giulia e Kate in questi giorni. Vorrei correre da lui per dirgli che mi è mancato da morire e che non posso vivere senza di lui.
-a che pensi Ale?- domanda Jack.
-Voglio vedere Damon...- mormoro.
-iniziamo?- mi domanda.
-Sì-.
Jack prende il telefono e scrive un messaggio a qualcuno, credo per dire di iniziare la cerimonia.
Si udisce una melodia lieve dall'altra parte della stanza e due signori aprono le porte facendo entrare prima le damigelle.
-sei pronta?- mi domanda Jack prendendomi sottobraccio.
-diciamo...- sorrido.
Appena aprono le porte, entro in una sontuosa stanza addobbata con molti fiori. Giro un po' gli occhi e vedo le persone alzate, che mi guardano sorridenti.
Sono molto agitata. Saranno una ventina di persone e di queste non ne conosco quasi nessuno. Apparte i miei cugini e le mie cugine che mi guardano sorridendo.
Camminando ancora, giro gli occhi e finalmente lo vedo. Lì. All'impiedi. In smoking. Con una mano che cade sui fianchi ed un altra mano all'interno della tasca. È stupendo in smoking, dovrei farlo vestire più spesso così. Una sensazione strana mi sale lungo la colonna vertebrale.
Appena vede che lo sto guardando, le sue labbra si increspano in un sorriso. I suoi occhi sono bellissimi, magnetici anche in questa circostanza. Le sue labbra sono carnose e belle anche da lontano.
Gli rivolgo un sorriso raggiante. Finalmente prendo coraggio e cammino più sicura.
Quando arrivo all'altare, Jack mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia, sorridendomi.
-ti voglio bene- sussurro mentre mi abbraccia.
-anch'io.- sorride e si mette alla destra di Damon.
Sono davanti a lui e sento che potrei piangere da un momento all'altro.
-ehi- sussurra prendendomi la mano.
-ehi- sorrido guardandolo negli occhi e trattenendo le lacrime.
Il prete attira la nostra attenzione salutandoci.
-Benvenuti. Probabilmente tutti sanno perché siete qui.- noi annuiamo -Bene. Oggi questa bellissima coppia ha deciso di unirsi in matrimonio per suggellare il loro amore davanti a tutti noi- ci guardiamo sorridendo e poi torniamo a guardare il prete.
-Possiamo iniziare- dice il prete guardando tutti noi, me e Damon in particolare.
-Carissimi, siete qui convenuti davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità perché la vostra decisione di unirvi in matrimonio sia fortificata dal sigillo del Signore e il vostro amore, arricchito della sua benedizione, sia rafforzato nella reciproca e perpetua fedeltà e nel compimento degli altri doveri del matrimonio.- Damon mi stringe la mano e sul mio viso spunta un sorriso.
-Damon Salvatore e Alessia Stewart, siete venuti a celebrare il matrimonio senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione?- domanda il prete.
-Sì- rispondiamo all'unisono.
-Siete disposti, seguendo la via del matrimonio, ad amarvi e a onorarvi l'un l'altro per tutta la vita?-.
-Sì-.
L'altra domanda mi fa stringere il cuore e quasi non riesco a respirare.
-Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?- trattengo le lacrime mentre rispondo.
-Sì- la voce di Damon è sicura e felice di questa domanda. Forse non la prenderà male quando gli dirò che già Dio ci ha donato un figlio. Ma ne sarà felice e lo accoglierà con amore, come ha appena promesso.
-Se è vostra intenzione di unirvi in matrimonio, esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa
il vostro consenso. Il Signore benedica questi anelli che vi donate scambievolmente in segno di amore e di fedeltà- ecco, è ora delle promesse e dello scambio degli anelli. Porgo il mio bouquet a Giulia e poi cominciamo.
Inizia per primo Damon, prendendo l'anello in mano e prendendo in contemporanea la mia mano.
-Alessia, vorrei avere tre secondi per dirti ''ti amo'', una vita per guardarti e un' eternità per amarti... Sei la ragazza più bella, divertente e pazza che io abbia mai potuto conoscere. Ci siamo sempre visti come rivali, fin dall'inizio. Ci siamo sempre trattati male perché non ci capivamo. Eravamo come un cane ed un gatto messi nella stessa stanza. Ma da un po' di tempo a questa parte, ho sempre provato dei sentimenti forti per te, ho sempre detto ciò che provo per te apertamente, senza nessuna costrizione né bugia. Dopo due anni di fidanzamento sono felice che tu abbia accettato di diventare la mia sposa. Io sono veramente grato a te per avermi cambiato in meglio e per avermi insegnato il significato della parola ''amore''. Sono felice di diventare tuo marito ed io accolgo te come mia sposa, come accoglierò i figli che Dio ci vorrà donare in futuro, ora e per sempre. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.- mette l'anello nel mio anulare ed io non riesco a trattenere una lacrima che scende involontariamente sulla mia guancia.
Questa promessa mi ha fatto emozionare. E mi ha fatto sorridere di più la sua frase: Sono felice di diventare tuo marito ed io accolgo te come mia sposa, come accoglierò i figli che Dio ci vorrà donare in futuro, ora e per sempre.
È il momento. Devo fare la mia promessa. Devo solo dire tutto ciò che mi passa per la mente riferito a lui.
Faccio un lungo respiro -Ok, non so se la mia promessa supererà la tua, perché tu hai avuto veramente molte cose da dire, io ne dirò poche che di sicuro avranno un effetto maggiore su di te- sorrido e, dopo aver preso l'anello e la mano di Damon, inizio a parlare -Damon, sei il ragazzo più bello e testardo che io abbia mai potuto incontrare. Dal primo momento che ti ho visto, mi sono soffermata di più su i tuoi occhi. Ogni volta che li guardavo e che li guardo ancor oggi vedo la fiamma del tuo cuore, che, spero, arderà per sempre per renderci tutti e tre felici.- la sua espressione cambia e si acciglia un po' -sai, sono felice che tu abbia detto che accoglierai me e nostro figlio, ci saremmo dispiaciuti molto se non fosse stato così- sorrido.
Lui mi guarda non capendo il perché sto parlando al plurale ed io mi porto una mano sul grembo e sorrido. Lui guarda il mio movimento e poi alza la testa, la scuote sorpreso.
Io annuisco ridendo.
-o mio dio Alessia- mi abbraccia forte a sé -dimmi che è quello che sto pensando- sussurra al mio orecchio.
-stai pensando che avremo un figlio? Beh, se è così ti dico subito che la risposta è sì.- mi guarda stupito.
-Oh Alessia, non potrei essere più felice di questa notizia- mi solleva da terra facendomi volteggiare più volte. Io mi appoggio alle sue spalle e lui piano piano mi fa scendere, permettendo alle sue mani di avvolgersi attorno alla mia vita.
-Il Signore onnipotente e misericordioso confermi il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e vi ricolmi della sua benedizione. Vi dichiaro marito e moglie, Damon puoi baciare la sposa e futura madre di tuo figlio.- il prete, vedendo la nostra impazienza, si affretta a finire.
Alzo gli occhi verso Damon e sorrido. Guardandolo con dolcezza e sentimento, mi avvicino lentamente un passo dopo l'altro, metto una mano attorno al suo collo. Quando lo guardo negli occhi , vedo quella cosa che mi manca da molto, la vedo riflessa anche dentro me.
Ha delle pupille splendide attorniate da un iride azzurra sfumata di giallo. Socchiudo gli occhi per assaporare meglio ciò che viene dopo.
Inclina la testa per baciarmi, visto che è un po' più alto di me. Le sue mani mi avvolgono stretta a sé in un abbraccio caldo. Scendono lentamente. Poi il tempo si ferma, il mondo sfuma da colorato in bianco e nero e inizia a girare intorno a noi.
Mi accarezza i capelli con una dolcezza infinita. Assaporo il suo profumo, sento una piccola barbetta ruvida, è bellissima. Poi pian piano il suo bacio si fa più avido e desideroso, preme la mia testa verso la sua chiedendo l'accesso alla mia bocca che io concedo schiudendo le labbra.
Dopo pochi minuti ci stacchiamo e ci giriamo verso tutti gli invitati che ci stanno sorridendo ed applaudendo.
-Auguriii- urlano lanciandoci i petali di rosa ed il riso.
Io e Damon passiamo lungo la navata e ci dirigiamo all'uscita, dove una Maybach 57 ci sta aspettando per accompagnarci al ricevimento. Ci sediamo in macchina e subito l'autista parte in strada.
Damon mi guarda e poi abbassa lo sguardo sulla mia pancia, senza fiatare e senza diffondere emozioni.
-Hai intenzione di guardare la mia pancia per molto tempo?- domando ridendo.
-No, è solo che...-.
-lo so, non ci sei abituato. Tranquillo, nemmeno io se è per questo.- confesso.
-Da quanto lo sapevi?- domanda senza rabbia, solo curiosità e felicità.
-da ieri. Ti ricordi quando ti ho chiuso improvvisamente il telefono in faccia?- annuisce -ecco, un'ora dopo l'ho saputo-.
-e perché non mi hai detto niente quando ti ho richiamato la sera e hai inventato una bugia?- domanda quasi deluso.
-beh...primo, avevo paura di come l'avresti presa se lo avessi saputo dal telefono. Secondo, mi piaceva l'idea di dirtelo mentre ci scambiavamo le promesse nuziali. È stato molto più romantico, vero?- mi rigiro i pollici e sorrido.
-Pensavi che non avrei accettato nostro figlio?- si sofferma sulla parola ''nostro'', e mi guarda interrogativo.
-No, non è questo...solo, credevo che non volessi un figlio a diciannove anni. Sai, non ne abbiamo mai parlato e ho pensato...- abbasso sempre di più la voce fino a stare in silenzio.
-shh, vieni qua- mi attrae a sé e mi mette sulle sue gambe -io amo te- mette una mano sul mio grembo -e amerò anche lui- lo massaggia dolcemente facendomi sorridere.
-o lei- correggo. In effetti non si sa ancora se sarà maschio o femmina, io non ho preferenze. Un bambino è un bambino, non è bello fare favoritismi di nessun tipo.
Fa un sorriso dolce e poi mi lascia un leggero bacio sulle labbra. Poi mi sussurra all'orecchio un leggero -ti amo- a cui io rispondo con un altro bacio.
-che bello, siamo marito e moglie finalmente. Chi l'avrebbe mai detto? Noi nemici fin dall'inizio che diventano prima amici, poi fidanzati e addirittura sposati e con un figlio...- appoggio la mia testa sulla sua spalla e lui avvolge le mani intorno al mio corpo, come per tenermi attaccata a sé e al sicuro.
-già... ma si sa, non si sa mai di chi puoi innamorarti nella vita- ha proprio ragione.
Io non mi sarei mai aspettata di arrivare fino a questo punto con lui. Mai prima d'ora me lo sarei mai aspettata. Le cose cambiano, il mondo cambia, le persone cambiano. Niente rimane mai com'è. È questo il bello della vita, non sai mai cosa ti riserverà in futuro.
L'autista ci apre la porta e ci fa scendere. Il posto è bellissimo. La prima cosa che noto subito è un grande giardino dove sono disposti tutti i tavoli e che è illuminato da piccole lampade.
I tavoli sono per quattro persone e sono decorati con una tovaglia bianca che richiama i toni del rosa pastello, con piccoli drappeggi sulle punte. I centro tavola sono dei grandi vasi con le rose che, al loro interno, hanno dei piccoli led colorati che le fanno illuminare.
Sorrido appena vedo la torta. È bianca, a tre piani e a forma di cuore. In ogni piano è decorata con un nastro nero con dei brillantini. E poi, una cascata di rose di zucchero con un brillantino all'interno, sale a partire dalla base fino ad arrivare in cima alla torta. Mi piace da impazzire, non vedo l'ora di mangiarla, quando l'abbiamo ordinata abbiamo espressamente chiesto pan si spagna al cioccolato con crema al cioccolato a latte al suo interno.
-bello, eh?- domanda Damon prendendomi per la vita ed attirandomi a sé.
-meraviglioso. Tutto quanto. Giulia e Kate hanno fatto uno splendido lavoro. Le dovrò ringraziare quando le vedrò.- sorrido.
-non c'è bisogno, sono proprio là- me le indica -andiamo- lo seguo.
-Oh ciao bella coppia di sposini e futuri genitori.- divento subito rossa dall'affermazione che ha fatto Kate. Jack, che non a caso è accanto a lei, mi guarda felice ma anche desideroso di sapere.
-potete scusarci un attimo? Arriviamo subito...Jack- lo chiamo e lo allontano dal gruppo dei nostri amici per parlargli in privato.
-Lo so che te lo dovevo dire prima, ma non ho avuto tempo e poi lo volevo dire prima a Damon, capiscimi...è il padre ed ha almeno il diritto di saperlo per primo. Ti prego non essere arrabbiato con me perché non te l'ho detto. Lo so che ora penserai che...- vengo fermata da un suo abbraccio.
-sorellina, non sono arrabbiato con te. Non lo potrei mai essere. Tu hai reso felice il mio migliore amico che, diciamocela tutta, era proprio un pessimo ragazzo e tu sei riuscita a portarlo sulla buona strada in poco tempo. Gli hai dato la felicità di cui aveva bisogno, l'amore che non aveva mai provato e adesso gli stai dando pure un figlio che lui desiderava da tanto. Non posso essere arrabbiato con te se tu sei riuscita a fare tutto questo in così poco tempo. Semmai, io ti posso solo ringraziare perché adesso diventerò zio e Kate con me.- mi sorride e poi mi tocca la pancia -Lo zio è qua con la mamma, ti aspettiamo- rido alla sua reazione.
-ok, scusami tanto, ma vorrei indietro mia moglie e mio figlio se per te non è un problema- Damon mi abbraccia da dietro e si rivolge scherzoso verso Jack che sta sorridendo.
-va bene, te la lascio. Io ho una ragazza che mi sta aspettando per chiedermi cosa ho appena detto a mia sorella quindi... ci vediamo dopo- sorrido.
-la solita Kate- lui annuisce e poi si allontana ed io mi giro verso Damon.
-Non è passata nemmeno un'ora da quando siamo sposati e già tu mi allontani da mio fratello?- dico sorridendo. Lui spalleggia e mi guarda.
-Sai...sono fatto così. Sono molto geloso verso le cose che mi appartengono- mi attira a sé facendo combaciare i nostri bacini ed io sorrido.
-Mr. Occhi di Ghiaccio è tornato con la sua gelosia e le sue frasi- alza un sopracciglio.
-Mr. Occhi di Ghiaccio?- annuisco.
-Sì, proprio così-.
-Come mai questo nomignolo?-.
-colpa dei tuoi occhi. Troppo chiari e agghiaccianti. Mi hanno sempre attirata, fin dalla prima volta che ti ho visto. Credo che se non avessi quegli occhi tanto magnetici, a quest'ora non sarei qui- sul suo volto spunta un sorriso e poi scuote la testa.
-ah, allora stai con me solo per i miei occhi. Approfittatrice- ride.
-Non solo per i tuoi occhi- gli incomincio a fare dei piccoli cerchi invisibili sul petto con le dita -forse anche per le tue labbra, i tuoi addominali, i tuoi capelli, le tue fossette, il tuo sorriso...- potrei continuare a vita, ma so che lo annoierei.
-Ah, guardi solo l'aspetto esteriore vero?- ride -so che sono bello, ma non puoi guardare solo quello. Io sono molto di più- dice altezzoso.
-Sì, tu sei un cretino- rido e lui si acciglia un po' facendo una finta faccia un po' offesa.
-il mio cretino- aggiungo.
-sempre, da ora fino alla fine- mi bacia e poi un cameriere viene vicino a noi.
-Salve signori Salvatore, i piatti sono tutti pronti, possiamo iniziare a servire?- domanda.
-certamente, ho una fame...- oggi non ho mangiato, apparte la fetta biscottata di questa mattina. Se avessi mangiato stamattina e se non avessi saltato il pranzo, adesso non mi troverei in questa situazione.
Ci andiamo a sedere ed iniziamo a mangiare ciò che portano in tavola i camerieri.
* * *
Siamo tutti seduti in giardino a guardare il cielo. Tra pochi minuti sarà mezzanotte e finalmente festeggeremo l'anno nuovo.
Che cosa posso desiderare di più?
Sono seduta in un giardino con mio marito, arci nemico i primi giorni di terza superiore. Siamo sposati e fra poco avremo un figlio o una figlia, che ameremo nello stesso modo in cui noi ci siamo sempre amati.
Non gli faremo mai mancare niente, senza mai viziarlo/a. Potrà uscire ma si dovrà ritirare ad un certo orario, almeno finché non avrà sedici o diciassette anni. Parleremo con lui/lei e se avrà dei problemi faremo di tutto per aiutarlo/a.
Saremo una famiglia esemplare. Io e Damon di sicuro litigheremo come abbiamo sempre fatto, ma senza mai intaccare la nostra relazione. I nostri litigi non ricadranno mai sulla scelta che abbiamo fatto di sposarci. I problemi staranno fuori dalla nostra relazione, sempre.
Noi ci ameremo come abbiamo sempre fatto. Essere sposati non cambia niente tra di noi, perché in fondo siamo sempre le stesse persone, solo con un anello al dito che simboleggia il nostro amore.
Spero tanto che nella nostra relazione non ci siano mai tradimenti, da parte di nessuno. Voglio essere felice e non voglio pensare che qualcuno di noi due si innamorerà di un altra persona che non sia il proprio partner.
-amore, ci siamo. Manca solo un minuto- Damon mi risveglia dai miei pensieri.
-quando arriviamo a dieci secondi facciamo il conto alla rovescia- affermo e lui sorride.
Mi abbraccia e poi mi lascia un bacio leggero sulle labbra che dura forse meno di un minuto.
-10...- sussurra. Ha già cominciato il conto alla rovescia senza avvertirmi.
-9...- dico ricordandomi della prima volta che l'ho visto sulla scogliera.
-8...- ricordo quando l'ho visto a casa mia e ho scoperto che era amico di mio fratello.
-7...- dico, e penso a quando mi ha detto che ero bellissima con quel vestito blu.
-6...- la sera in cui è venuto alla scogliera e mi ha baciato per la prima volta, confessandomi tutto ciò che provava per me.
-5...- dico, quella sera, nel giardino di casa mia in cui mi ha chiesto di fidanzarci.
-4...- il giorno di San Valentino in cui mi ha chiesto di essere ufficialmente la sua ragazza.
-3...- dico, ricordando quando mi ha chiesto di sposarlo.
-2...- nostro figlio in arrivo.
-1...- diciamo all'unisono, il nuovo anno che ci porterà solo gioia e felicità.
-Buon Annoo- gridano tutti compresi noi.
Io e Damon ci guardiamo e con gli occhi ci diciamo -ti amo-, ci baciamo appassionatamente e subito dopo ci abbracciamo.
-Iniziamo questo anno insieme- mi sussurra ed io annuisco.
Iniziamo questo anno insieme per poi finire quando il tempo lo deciderà. Intanto godiamoci ciò che ci è stato offerto e niente di più. Godiamoci gli amici che sono sempre stati con noi e che sempre ci saranno quando ne avremo bisogno. Godiamoci l'amore e l'affetto dei nostri familiari che dicono cosa dobbiamo e non dobbiamo fare, per il nostro bene. Godiamoci l'amore e la gioia che ci infondono le persone che amiamo.
Nell'amore si devono costruire i ricordi. Solo così gli attimi diventano minuti; i minuti, ore; le ore, giorni; i giorni, vita.
Dobbiamo vivere il giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita, e la vita come se fosse l'aria che respiriamo.
Semplicemente, dobbiamo goderci l'anno nuovo e tutte le cose che ha da offrirci.
A me ad esempio ha fatto un regalo che mai mi sarei aspettata di ricevere. Un marito che mi ama e un figlio che amerò insieme a mio marito, ora e per sempre.
Non potrei che esserne più felice.
Fine
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